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L’illusione è finita: sveglia Europa

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Attualità

di Patrizia Rapposelli

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L’illusione è finita SVEGLIA EUROPA

Alla fine del secolo scorso ci siamo illusi che la globalizzazione e l’avanzare della tecnologia sancissero la fine della Storia, ipotizzando possibili solo democrazie liberali a governare gli uomini. Dobbiamo ricrederci. Prima la pandemia ha catapultato il mondo ai tempi della peste. Ora la guerra. Oggi la Storia corre e la stanno scrivendo a due passi da noi. Siamo in un momento fatidico, epocale per la storia moderna. È inevitabile chiedersi come apparirà l’ordine mondiale. Russia e Stati Uniti sono tornati ai ferri corti come ai tempi della cortina di ferro e della guerra fredda. L’Ucraina sarà spezzata in due? Oppure si combatterà fino alla resa, all’annessione o alla sconfitta di Putin? E la Cina cosa farà? La domanda è diventata di refrain da quando l’invasione si è intensificata e la pressione americana su Pechino – affinché venga presa una posizione chiara- ha installato il dubbio che la Cina possa sostenere economicamente e militarmente la Russia. Dal punto di vista occidentale è terra di contraddizioni. Da una parte offre assistenza umanitaria all’Ucraina, ma dall’altra «la partnership strategica» con la Russia non la fa rientrare nella mischia. Al momento non c’è promessa di mediazione da parte di Pechino, resta l’ambiguità strategica. Le certezze latitano. La verità è che, tra le “cicale di lusso”, i politici e gli intellettuali impegnati a chiacchiere, la situazione reale è critica. L’Unione europea non è stata in grado di mostrare una strategia, finendo a pagare prezzi elevatissimi per le sanzioni comminate a Mosca. L’Ue è compatta, ma fragile e inconsistente politicamente. Bruxelles non riesce a fare voce grossa riguardo un conflitto che interessa territori e interessi di Paesi del vecchio continente. È scarso il peso politico e la subalternità politica agli Usa. Oggi l’Europa dipende dalla Russia per il 40 per cento del suo fabbisogno di gas. Il prezzo è schizzato alle stelle. Questa guerra ha dato la sveglia. Infatti, la dipendenza energetica è un incubo geopolitico. Nel corso del tempo Nato e Ue hanno snobbato il conflitto tra Russia – Ucraina coltivato negli anni. Di fatti la risposta appare tardiva e asimmetrica. È dal 24 febbraio 2022 (inizio invasione) che media e politici ripetono la guerra poteva essere evitata. Gli attori in causa hanno tutti una responsabilità. Le previsioni di Thomas Lauren Friedman, nel libro sulla globalizzazione “Il mondo è piatto”, oggi possiamo dire essere mancate. La globalizzazione per l’autore permetteva di livellare il divario esistente tra Paesi autocratici, industrializzati ed emergenti, utopia e illusione per lo stesso Occidente, ma ad oggi l’appiattimento del mondo non ha condotto a democrazia universale. Le recriminazioni sono inutili e si sa che le guerre hanno sempre un prezzo per quasi tutti. L’intera impalcatura della sicurezza occidentale è stata costruita sul confinamento in un recinto irreale di termini quali autarchia, razionamento, economia di guerra. Oggi quelle stesse parole rischiano di entrare forzatamente a far parte della quotidianità. Gli occidentali pensavano di essere vaccinati alle guerre, ma in sostanza non lo sono. Questa migrazione, da parole rimosse di un immaginario apocalittico a termini concreti di cronaca, è il punto di partenza di un cambiamento inevitabile. Le nostre generazioni non hanno mai visto la gente che muore ammazzata. Scava trincee e scappa per le strade asserragliate dai colpi di mortaio. Le città hanno fame e gli assedi diventano strategia d’attacco. Si tratta e si combatte. La realtà di oggi è una guerra che colpisce civili. E i bombardamenti si sono spinti a pochi kilometri dal confine con la Polonia. È la più grave crisi internazionale dal Dopoguerra. Gli Ucraini difendono la libertà, ma la Nato non può intervenire. L’articolo 5 del patto di Alleanza Atlantica prevede che “le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o in America Settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti.” L’Ucraina non fa parte della Nato e perciò non è prevista l’attivazione dell’articolo 5. Intervenire equivarrebbe al rischio di una Terza guerra mondiale. La democrazia non può portare il mondo intero ad una minaccia nucleare. Il punto è che la Storia ha ripreso a correre e l’Occidente deve rendersi conto che corre all’impazzata a due passi da casa nostra.

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