5 minute read

Il concorso fotografico Cerbaro

Next Article
RICERCA PERSONALE

RICERCA PERSONALE

Italia, Nato, Russia e Ucraina

di Franco Zadra

Advertisement

L’invasione dell’Ucraina vista dal professor Piero Sinatti, studioso ed esperto di Russia Lo «Zar Bomba» va alla guerra

Incontriamo il professor Piero Sinatti, 85 anni, livornese, nello studio del suo appartamento a Levico Terme. Nella stanza contornata di libri fino al soffitto pulsa la passione di un conoscitore della storia della Russia, prima, durante e dopo l’URSS. Per 25 anni, dal 1983 al 2008, Sinatti ne ha scritto sull’autorevole quotidiano milanese “Il Sole24 Ore”. Da una parete ci guarda, tratteggiato a matita, un volto severo e scarno. Pierpaolo Pasolini? «No! – ci corregge il professore – È il ritratto di Varlam Šalamov, il celebre autore dei “Racconti della Kolyma”, arrestato la prima volta nel ‘29 e dopo, nel Terribile 1937 per attività antisovietica sconta circa 20 anni di lager di cui 17 in quel “crematorio bianco”, la Kolyma appunto, la regione più fredda della Russia, nell’estremo nordest». Sinatti, ventitré anni prima della pubblicazione dell’opera completa di questo grande narratore presso Einaudi (1999), di sua iniziativa curò e tradusse dal russo (presso l’editore di estrema sinistra “Savelli”), primo in Italia, quei terribili, bellissimi racconti, una trentina, reperiti in poco diffuse riviste dell’emigrazione russa (“Grani”, “Novyj Zhurnal”). Nelle stesse ore dell’intervista, arrivano dalla TV le immagini delle celebrazioni dell’ottavo anniversario della prima aggressione russa all’Ucraina, che consentì “la riunificazione della Crimea con la Russia”, strappandola all’Ucraina e violandone i confini, riconosciuti dai Trattati Internazionali. Così ne scrisse quasi subito l’agenzia russa Interfax: «Oltre 203 mila persone, secondo la polizia di Mosca, partecipano ai festeggiamenti allo stadio moscovita di Luzhniki, dentro e fuori di esso». «Uno spettacolo agghiacciante – prorompe Sinatti – un sostegno a un despota massacratore che chiamerei “lo Zar Bomba”, Vladimir Vladimirovich Putin. Una vergogna indelebile per la Russia è quell’adunata in cui si inneggia a un criminale di guerra. È un’adunata di stampo nazista, dove campeggia uno slogan, “Per la Russia, per la pace, contro il nazismo”, che è il rovescio della realtà che tutti possiamo vedere, da Kharkiv a Mariupol, da Sumy a Odessa, a Kiev, dove crudelmente si bombardano, si distruggono abitazioni e strutture civili, ospedali, scuole, mercati, fabbriche. I veri nazisti sono i russi che combattono la libera Ucraina e inneggiano al loro capo, “Putler”, come lo hanno ribattezzato gli oppositori russi». Ma cosa è oggi la Russia? «Un altro mondo, – esclama Sinatti – ormai isolato dal concerto delle nazioni civili e all’ONU, è quello della Russia, appoggiata solo da Corea del Nord, Bielorussia, Eritrea e Siria! Pare di essere ricaduti nell’Europa del

Piero Sinatti

Vladimir Putin

1939-1945, nell’orrore della guerra (che ho vissuto da piccolo), della morte di migliaia e migliaia di nostri simili innocenti, la gente ucraina, vittima di un’aggressione sconsiderata e criminale». È chiaro che la Russia vuole prendersi l’Ucraina, ma si fermerà lì? «È difficile dirlo – risponde Sinatti –, dal secondo dopoguerra in Europa non vi è stata mai una crisi di questa dimensione. È aperta a tanti sbocchi, a tutte le imprevedibilità, comprese purtroppo anche quelle estreme, di un conflitto nucleare. Questo “criminale” e “assassino”, come lo ha definito il presidente Biden, (il Santo Padre ha definito addirittura “sacrilego” l’atto d’aggressione compiuta dalla Russia), non aveva in programma una guerra lunga, ma un blitz-krieg di tre o quattro giorni con l’esercito russo accolto come liberatore, con la classica offerta del pane e del sale. Invece, si è trovato di fronte a una vera Resistenza di Popolo, forte, consapevole, accanita, di persone che non vogliono essere soggiogate, conquistate, assimilate a quella che è oggi la Russia, ma che vogliono essere libere, europee, in un paese indipendente e sovrano come gli accordi internazionali indicano e prescrivono. Violando quegli accordi, Putin ha compiuto un crimine di guerra da portare di fronte al Tribunale internazionale dell’Aja. Qui dovrebbe sedere con i suoi complici alla sbarra degli imputati, compresi i cosiddetti “propagandony” anti-ucraini per professione, giornalisti delle TV di stato, tipo quel ripugnante Vladimir Solov’ev cui la nostra Guardia di Finanza ha sequestrato ben due ville in quel di Como. Allo stadio Luzhniki è stato celebrato come un grande leader il rovinoso Putin, vestito di un giovanile piumino di gran marca italiana. Qui costui ha parlato di “operazione militare speciale”, l’aggressione all’Ucraina. Dal 24 febbraio, inizio dell’aggressione, la parola “vojna”, guerra, è proibita, si rischia il carcere se la si usa». Il professore ci parla anche del Palazzo sul Mar Nero che lo “zar” Putin si è fatto costruire da un architetto, pare bresciano, Luciano Cirillo, del costo di oltre un miliardo di dollari, in un paese con più del 20% della popolazione sotto la soglia della povertà; con il 25% delle abitazioni senza l’allacciamento del gas; con i pensionati che prendono attorno ai 12-15 mila rubli al mese (ora poco più di 100 euro). Tra le altre cose, ci dice dell’orologio di gran marca dal costo di molte migliaia di euro che Putin ha regalato al Patriarca di Mosca Kirill, che ha benedetto l’”operazione speciale” che “avrebbe evitato a Kiev l’oltraggio del gay pride”. Dono documentato in filmati di giornalisti russi, specie gli oppositori legati ad Aleksej Navalnyj, che nei canali Youtube Sinatti vede quasi ogni giorno, e in particolare quelli che denunciano l’inverosimile quasi grottesca corruzione del gruppo dirigente russo. Kirill ostenta al polso quell’orologio, durante le solenni liturgie celebrate in presenza del Despota. Come si possono perdonare le parole indegne del Patriarca sulla giustezza di questa guerra? Ma quando finirà? «Una data, fatidica, indicata da molti – conclude Sinatti – potrebbe essere il prossimo il 9 maggio, quando si festeggia il Den’ Pobedy, il Giorno della Vittoria sovietica nella Grande Guerra Patriottica contro Hitler. Entro quella data Putin-Putler vorrebbe presentarsi da “vincitore”. Oppure prima, non si può sapere. Oppure dopo. Comunque vada, le terribili conseguenze di questa guerra ci accompagneranno a lungo nei prossimi decenni almeno».

This article is from: