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In ricordo di un amico: Umberto Trintinaglia
In ricordo di un amico
di Massimo Dalledonne
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UMBERTO TRINTINAGLIA
Era cresciuto nel laboratorio di papà Tito. Come scrive Franco Gioppi nel volume dedicato ai 100 anni dell’attività di famiglia “tra macchine, cavalletti, fonti luminose e l’enigmatica camera oscura. Incuriosito dai misteri della fotografia e delle sue possibili applicazioni”. Sì, perché per Umberto Trintinaglia, la fotografia era la sua grande passione. Così come la musica. Umberto Trintinaglia, per tutti a Borgo “l’Umbertino”, se ne è andato, nelle scorse settimane, all’età di 84 anni. Quando si parla di arte fotografica, in Valsugana, si parla dei Trintinaglia. Una tradizione che Umberto aveva ereditato dal padre, Tito, anch’egli amante della buona musica. Nel 1922 il papà apre lo studio nella casa Apolloni a Borgo. Classe 1937, ultimo di tre figli, fin da giovane Umberto cresce con la macchina fotografica, quella in legno e pesantissima, sempre a portata di mano. Da Bassano a Trento, spesso in littorina, passando da un servizio all’altro. Negli anni lo studio dell’Arte Fotografica Tito Trintinaglia di Borgo, così si chiamava a quel tempo l’attività di famiglia, si sposta: inizialmente al primo piano di Casa Busana e, nel 1952, nella sede di Largo Dordi, di fronte a Casa Apolloni, dove è rimasta la sala di posa. Umberto diventa corrispondente per il Gazzettino e fotografo, per diversi anni, anche del quotidiano l’Adige. Soprattutto per la cronaca nera. Fotografo H24, spesso anche al servizio delle forze dell’ordine. Umberto, le sue foto che ancora oggi campeggiano sia in negozio che in diversi locali ed edifici pubblici della Valsugana. Le foto e la musica. Le sue passioni, entrambe ereditate da papà Tito. Ed il grande amore per la sua famiglia. Nel 1962 sposa Luciana Gaiardo. Umberto Trintinaglia è stato tra i fondatori, nel 1966, del Complesso Arcangelo Corelli, ottimo flautista ed instancabile organizzatore di concerti e tour sia in Italia che in diverse parti del mondo. Del Corelli è stato per diversi decenni l’anima ed il presidente. Amante della musica classica e barocca, nell’immediato dopoguerra si è prodigato anche per la ri-costituzione in paese della Banda Civica. Una realtà che Umberto Trintinaglia ha guidato, come presidente, negli anni ’80. Quando in paese, così come in Valsugana, c’era un concerto lui era sempre presente. La musica, Umberto, ce l’aveva nel sangue contribuendo alla nascita della locale scuola di musica ed alla promozione della cultura musicale fin dalle prima classi delle elementari. Per molto tempo ha fatto parte, come corista e nella direzione, anche della grande famiglia del Coro Valsella. Una passione per la musica a tutto tondo, passione che ha trasmesso ai figli Paolo, Chiara e Luca che oggi portano avanti l’attività di famiglia. Con l’avvento del digitale, dalla metà degli anni ’90, Umberto non lavora più nella camera oscura. Si passa ai mini-lab e i plotter. Nello studio in Largo Dordi ha conservato tantissimo materiale. Così tanto da poterci fare un vero e proprio museo. Dal bromografo costruito da Tito all’ingranditore della Manzotti degli anni ’30. Ci sono anche le prime macchine fotografiche di legno che riprendevano su lastra. Erano le «macchine da terrazza» che servivano per fare i ritratti, le foto di famiglia. Nel 2013 aveva organizzato una mostra a Borgo per raccontare i 100 anni di vita dell’attività fondata dal papà Tito. Il lavoro cambia ma, fino a quando ha potuto, ogni giorno si recava in negozio. C’era la moglie Luciana da accompagnare al lavoro, per una intera vita al suo fianco, gli amici da incontrare. Gli amici di lunga data. Di ieri e di oggi. Gli amici di sempre.
A mio padre
Troppo presto ci hai lasciato per darti quello che ti dovevo Oggi ricordo la faccia della tua morte onesta e serena come la tua vita Perdonami se poco pianto è sceso sulla tua tomba forse col pianto ti avrei dimenticato Ti saluto così come quando non ti salutavo per restare più vicino al tuo passato
Umberto, Natale 1959