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Domenico Biondi, insegnare con Arte

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RICERCA PERSONALE

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Persone e fatti

di Laura Mansini

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Domenico Biondi:

insegnare con Arte

Difficile intervistare Domenico Biondi, soprattutto per un’apparente timidezza che può essere scambiata per arroganza; invece è umanissimo, decisamente schivo, tuttavia quando parla della sua arte, della sua vita si rivela quanto mai interessante. Nato a Fornelli (Isernia) nel Molise nel 1946, vive a Caldonazzo dal 1971. Fin da giovane lavorava presso l’officina del padre, uomo piuttosto severo, dimostrando subito una bella manualità, tanto che a 13 anni insegnava a forgiare il ferro battuto ai ragazzi più grandi. La passione per i metalli è rimasta; infatti ha frequentato l’Istituto d’arte locale, sezione metalli, diplomandosi poi presso la facoltà di Magistero a Napoli, conseguendo l’abilitazione all’insegnamento del Disegno presso le Scuole medie e Superiori. Mentre era studente partecipò al concorso Nazionale su tema spor-

Domenico Biondi al museo Moma di New York

tivo del Pantheon Club di Padova, con la scultura “Trofeo” dove ottenne la medaglia d’argento e la Borsa di Studio. Nel 1966 conseguì l’abilitazione all’Insegnamento e ricorda ancora con piacere e divertimento l’arrivo di una lettera gialla contenente l’avviso di un incarico triennale presso la scuola media di Cembra. “Perché proprio in Trentino?”, gli chiedo- “Ero con un amico con il quale si rifletteva su dove fare domanda di assunzione -risponde- visto che da noi in Molise non c’erano molti posti. Egli puntò il dito su Trento e così facemmo.” Il primo incarico come professore di Educazione Artistica lo ebbe dunque a Cembra, dove rimase per due anni, poi giunse in Valsugana. E qui inizia la sua storia. Conobbe infatti Ivana Abbrescia che sposò nel 1972. La vita, il caso, guidano la nostra vita, infatti anch’io arrivai con la mia famiglia in vacanza nel 1986 a Caldonazzo e siamo rimasti nella nostra bella Valle fino ad ora. Biondi nel 1972 ha partecipato ad una mostra collettiva di Belluno, vincendo la medaglia d’oro per la grafica. Per trent’anni ha insegnato nell’Alta e nella Bassa Valsugana, coltivando contemporaneamente le sue passioni artistiche che lo hanno spinto ad

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impegnarsi in vari campi, spaziando dalla pittura alla scultura, alla grafica ed alla ceramica, è passato ai metalli dal ferro al rame, ha fatto murales e graffiti. Il suo curriculum non racconta tuttavia chi sia veramente Domenico, uomo, attento, disponibile. Incuriosita da questa poliedricità d’interessi, gli chiedo quale sia la sua arte. ”Io mi considero un artigiano-artista”, afferma tranquillo. “mi lascio ispirare dal momento, amo visitare le mostre, ho portato i miei allievi in varie gite scolastiche alla scoperta di siti artistici, ed anche di luoghi bellissimi. Ricordo che avevo accompagnato una classe di ragazzi in Val Camonica, nel Bresciano, per visitare le incisioni rupestri, che costituiscono una delle più grandi collezioni di petroglifi del mondo. Quando tornai iniziai a studiare quest’arte straordinaria che mi aveva conquistato infatti realizzai una serie di sbalzi su rame. Sono curioso e mi piace studiare antiche tecniche, magari portandole ai nostri giorni”. Ha fatto molte mostre personali a Levico, Caldonazzo, Borgo Cembra, Calceranica ed in altri centri della Valsugana. Ha realizzato un “Murales” su una parete del Caseificio di Centa San Nicolò e nel 2012 ha vinto il primo premio al concorso “Natal art” a Caldonazzo con scultura in acciaio inox “Trinità” Il professor Luciano Coretti nella presentazione fatta per il Centro d’Arte La Fonte, scrive di lui: ”Partito com’è ovvio, dalla plasticità tridimensionale dei metalli, dalla duttilità del rame, dall’energia del ferro, ha scoperto la tela ed il mosaico...sotto le sue mani ferme ed abili , la forma, il colore eseguono quasi senza sforzo il disegno che la sua mente sente ed elabora. Nonostante la modernità del

tratto, il gusto per l’astratto, il cromatismo vivace, allegro, talvolta squillante, le sue opere sono sempre composte, armoniche”. Come composto ed armonico è il professor Biondi, elegante nel vestire, e nel tratto. Io ho avuto modo di conoscere lui e la sua bella famiglia, la moglie Ivana (1947-2019) e la figlia Cristiana, persone ed amiche deliziose, nel lontano 1995, in occasione della prima edizione di “R’Estate” con noi, da me ideata mentre ero consigliere comunale di Caldonazzo. Chiesi la loro disponibilità ad organizzare corsi di tennis, per i bambini di Caldonazzo, Ivana mi propose un corso di ricamo, Domenico si prestò per un corso di pittura e Cristiana allora giovanissima, collaborò all’organizzazione di questa prima Edizione. Da qui è nata un’amicizia che dura nel tempo, partecipando con me alla vita sociale del paese. Prima di lasciarlo ho chiesto a Domenico se avesse qualche rimpianto. “Si, risponde, forse di non aver frequentato da giovane la facoltà di Architettura; ma non ho potuto o meglio voluto.” Una volta andato in pensione ha sostenuto ed organizzato corsi per docenti che dovevano affrontare l’esame di Abilitazione all’insegnamento delle materie disegno e musica. Da moltissimi anni, inoltre, aiuta concretamente il direttivo del Tennis Club Caldonazzo nella gestione del circolo. Un sorriso tranquillo. Così lo descrive Luciano Coretti: “Come tranquilla è l’audacia dell’inventiva tecnica e formale che, come tutto in Domenico scivola via come fosse normale. Ma normale non è, se non forse per un vero artista”.

Domenico Biondi - Volto di donna su lastra d'argento

Maschera Sole (ceramica)

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