4 minute read
Vivere meglio il nostro territorio
Vivere meglio
di Marco Nicolò Perinelli
Advertisement
È tempo di decidere il futuro del nostro territorio
Il cambiamento climatico non è più solo una teoria decantata da qualche apocalittico in cerca di una propria ragione d’essere, ma un fatto evidente che viviamo quotidianamente anche in Trentino. Certo, siccità ci sono sempre state, così come alluvioni e grandinate. Ma negli ultimi anni abbiamo vissuto sulla nostra pelle l’estremizzazione dei fenomeni: Vaia è stato un evento straordinario, ma da allora in poi tutti noi abbiamo tremato all’avvicinarsi di un forte temporale, temendo che potesse trasformarsi in una tempesta. E così, mentre qui aspettiamo l’ennesimo temporale estivo in una stagione caratterizzata da ciclici violenti rovesci, appena a sud dei nostri confini, la terra è riarsa e stiamo assistendo al prosciugamento di fiumi come il Po. Certo, nel nostro piccolo possiamo fare poco, ma se prendiamo insieme una direzione, anche quel poco può trasformarsi da una goccia nel mare ad un vero torrente, e poi in un fiume. Da tempo si parla di transizione ecologica, un tema sempre più di attualità, ma in Trentino, pur avendone la possibilità concreta alla luce di una autonomia speciale che non viene oggi pienamente compresa e sfruttata dalla politica, siamo ancora indietro. Nascono le Comunità energetiche e nascono dal basso e questa è la prima piccola rivoluzione. Ma occorre fare scelte diverse, pensare al futuro in un’ottica di innovazione e cambiamento. Innanzitutto dobbiamo ricominciare ad avere davvero cura del nostro territorio, non più come un prodotto di marketing da spendere sul mercato internazionale, ma un bene prezioso che dobbiamo mantenere per noi stessi e per i nostri figli, ricordandoci sempre che loro non solo il futuro ma il nostro presente. Stiamo pagando ancora oggi scelte poco lungimiranti dei nostri padri, ma siamo ancora in tempo per correggere la via. Innanzitutto si deve partire dalla mobilità, ripensando il sistema dei trasporti. Certo oggi pensare di ridurre il traffico su gomma sembra difficile per i trasporti merci, soprattutto per quanto riguarda il pendolarismo si devono pensare nuove modalità. Venendo alla nostra Valsugana, se la Valdastico per qualcuno è una soluzione – e lo potrebbe anche parzialmente essere con un tracciato ben studiato che sia vera alternativa e non specchietto per le allodole – per una parte del flusso di veicoli che inquina quotidianamente la valle, rimarrebbe il problema delle persone che usano
tutti i giorni la SS47 per arrivare a Trento e tornare indietro. Qualche anno fa venne ipotizzato il progetto metroland: nel 2011 ci fu chi studiò una rete ferroviaria trentina, con quattro linee principali a collegare le principali valli del Trentino, circa 200 chilometri totali di rete di cui ben 170 in galleria, che avrebbe consentito un rapido trasporto per tutti coloro che si spostano quotidianamente verso le città e avrebbe permesso un turismo sostenibile. Probabilmente i tempi non erano maturi, ma oggi, a fronte di 40 mila veicoli che si spostano tra Borgo Valsugana e Trento tutti i giorni, forse una vera metropolitana che in tempi rapidi possa percorrere quei pochi chilometri, risolverebbe gran parte del problema traffico. E come risolvere il problema dell’inquinamento del lago? Gli esempi ci sono, in Cina, Olanda, Belgio, solo per citare qualche Stato che sta procedendo in questa direzione: coprire la strada. E’ una ipotesi che può sembrare azzardata, ma un’operazione di questo tipo, che prevede non di scavare ma di costruire un terrapieno con una riqualificazione a verde della parte soprastante, potrebbe salvare il lago di Caldonazzo dall’inquinamento e, se ben pensata, evitare gli incidenti attraverso un controllo della velocità. Per quanto riguarda poi il collegamento con gli altipiani, ci basta tornare indietro di un secolo, quando nella Valsugana austroungarica si muovevano teleferiche e si pensava ad impianti a fune. La strada del Menador, oggetto di progetti che la vorrebbero denaturata per accontentare poche persone e cancellarne invece gli aspetti storici, culturali e paesaggistici, potrebbe rimare com’è, se ci fosse un
Vivere meglio
impianto con parcheggio di attestamento a valle, a Caldonazzo dove già di fatto esiste in stazione, e un rapido collegamento a monte. Di fatto si verrebbero a creare condizioni tali da abbattere drasticamente l’uso del mezzo privato, favorendo trasporto pubblico (veloce) per la quotidianità. Nel campo dell’agricoltura, vediamo poi come ragionare in un’ottica di sostenibilità stia dando frutti: sono sempre più le persone che cercano di consumare biologico e puntano sulla qualità: un biologico che non può essere reale se non vi aderiamo come sistema e che avrebbe un ritorno anche sulla salute di chi vive le nostre valli. Suggestioni, ipotesi, ma che possono diventare realtà se si inizia a lavorarci seriamente, non con promesse vane per il futuro, ma mettendosi ad un tavolo e imparando da chi sta già andando avanti.
Promuovere crescita Un team determinato
è da sempre il nostro volano. Siamo felici di affermare la riuscita del nostro intento. che guarda al futuro Realizziamo le vostre idee con