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Le donne nella storia: Ernesta Bittanti
Le donne nella storia
di Laura Mansini
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ERNESTA BITTANTI: una donna di fine secolo
Scorrendo i libri di storia vediamo che da sempre le donne rivestono ruoli subalterni all’uomo ed Ernesta Bittanti, donna di grande intelligenza e cultura non fa eccezione viene sempre ricordata come moglie di Cesare Battisti, il grande eroe, martire trentino, impiccato il 12 luglio 1916. Oggi per noi è: Ernesta Bittanti
Fra i freschi di stampa troviamo un interessante volumetto scritto da Beatrice Primerano :”Ernesta Bittanti Battisti e il suo amato Trentino”, edito dal Club Armonia di Trento. Si tratta di un bel ritratto fatto dalla Primerano, docente di Storia della Giustizia nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, studiosa della figura di Ernesta Bittanti, moglie di Cesare Battisti; si è laureata, infatti, con una tesi su “Ernesta Bittanti Battisti e le leggi razziali del 1938”. Cesare Battisti fu socio e sostenitore convinto, fin dalla fondazione nel 1904, del sodalizio nato come “Club Mandolinistico Armonia” e a Renzo Fracalossi, attuale presidente, è sembrato giusto soffermarsi sulla figura di Ernesta molto stimata dai soci fondatori. Una donna alla quale ben di adata la premessa del volume: “La storia e la cronaca, nel narrare le audaci imprese, spesso hanno trascurato di trattare anche, e in qualche caso soprattutto, le donne che, con mariti, fratelli, padri hanno contribuito al progresso politico e culturale della nostra terra” E’ lunga la strada dell’emancipazione femminile, che inizia dalla Grecia quando le donne ricche stavano a casa a gestire la famiglia, mentre le povere, se erano belle, abbastanza intelligenti e colte, diventavano le “Etere”, prostitute di alta classe, ma, nel 411 a.C, Aristofane scrisse la commedia :“Lisistrata”, storia di una donna ateniese che, interpretando la stanchezza delle mogli nel vedere i propri uomini morire o tornare disperati dalle numerose battaglie, radunò nell’Acropoli le Ateniesi e le convinse a non concedersi più ai mariti fino a che non si fossero decisi a fare la Pace con Sparta. Una commedia , che mette in luce la potenza della sessualità. La pace si fece. Bisogna giungere al 200 a,C per trovare un piccolo tentativo di emancipazione da parte delle donne romane; esse infatti osarono fare una manifestazione di piazza per abrogare la legge che vietava loro di “possedere più di una mezza oncia d’oro, portare vestiti multicolori e usare la carrozza per andare a passeggio”. Ci provarono, ma furono sconfitte da quel maschilista di Catone, non a caso detto il censore, il quale, scandalizzato da tanta audacia muliebre, sostenne con vigore in Senato che gli uomini non dovevano farsi calpestare dalla prepotenza
Un nuovo libro su Ernesta Bittanti - Fondazione Museo Storico (da Trentino Cultura) Ernesta Bittanti (1916)
Le donne nella storia
Ernesta Bittanti con Cesare Battisti e il figlio Luigi (Gigino) - da Giornale Sentire
femminile, e naturalmente vinse. Per non parlare del Medioevo periodo nel quale si discettava sul tema:” Ma la donna ha un un’anima o no?” . Dovremo attendere secoli per avere delle leggi di tutela del mondo femminile; infatti anche quando nacque Ernesta Bittanti, a Brescia il 5 maggio del 1871, nel “Codice di famiglia” ( del 1865) le donne non avevano il diritto di esercitare la tutela sui figli legittimi, nemmeno quella di essere assunte ai pubblici Uffici. Le sposate non potevano gestire i soldi guadagnati con il proprio lavoro, perché ciò spettava al marito. Naturalmente tutto poi nella realtà dipendeva dalla famiglia di nascita. Ernesta ebbe la fortuna di essere. settima figlia della famiglia Bittanti: dal padre Preside, docente di matematica e fisica, apprese l’amore per lo studio; dalla madre, Giuditta Rivara di famiglia repubblicana e risorgimentale, ereditò le forti idee politiche di grande apertura verso il socialismo. La Bittanti e Battisti si conobbero la sera di Natale del 1895 nella casa di lei a Firenze, durante una riunione fra amici. Egli fu talmente affascinato dall’intelligenza ed ironia di questa donna che subito dopo Pasqua annunciò ad alcuni amici, all’insaputa di lei, di essersi fidanzato. Si sposarono civilmente, a Firenze , nel Palazzo Vecchio. La coppia poi si trasferì a Trento, ambiente agitato e provinciale. Nonostante i timori di Battisti, Ernesta si innamorò a tal punto del Trentino e dei suoi luoghi, che nel 1911 scrisse le parole dell’“Inno del Trentino” con musiche del maestro Bussoli; ma in quanto donna preferì nascondersi sotto lo pseudonimo di G.B.Cesari. Fra i luoghi più amati dalla coppia troviamo il lago di Caldonazzo, descritto così da Cesare Battisti:” Il paese di San Cristoforo si trova a nord del lago di S. Cristoforo (oggi Caldonazzo), in un punto in cui la spiaggia è boscosa. (...) C’è la stazione di partenza per un piccolo battello che nei giorni festivi percorre il lago. Una fresca brezza increspa sempre il boschetto, che nel pomeriggio dei giorni festivi fa diventare la Valsugana il parco dei cittadini di Trento”. Era il 1904 e ci sono voluti altri 102 anni prima che si pensasse ad un battellino nei giorni di festa. Un sogno. Nel 2006 ero la sindaco di Caldonazzo e l’idea fu bocciata da molte associazioni e non se ne poté fare nulla malgrado l’appoggio dell’assessore allo sport della Provincia Iva Berasi. Il libro di Beatrice Primerano si legge come una grande storia d’amore, di ideali, di vita oltre la morte, perché le idee che entrambi condividevano, di giustizia, di libertà, di battaglia per l’indipendenza del popolo Italiano dall’Austria, Ernesta le portò avanti con decisione e fermezza. E’ storia che nel 1923 si recò a Roma da Benito Mussolini sulla via per diventare duce e accusandolo di avere tradito la comune idea socialista lo rinnegò rinunciando ad ogni onore. Una donna coerente sempre aggiornata e presente, fino alla morte, avvenuta a Trento il 5 ottobre 1957.