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Società oggi: la Milano da bere
Società oggi
di Sabrina Chababi
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“La Milano da bere nemmeno il covid la ferma”
Quando si parla di ” Milano da bere” si parla, di un concetto nato negli eccitantissimi anni 80 del Novecento, quando la città era simbolo di novità e di affermazione. Era il luogo desiderato sia dallo studente, per un futuro importante, sia dall’italiano medio desideroso di allontanarsi dalla vita di paese, anche solo per qualche ora. Molti durate il Covid ovviamente questo concetto l’hanno dovuto mettere da parte e organizzarsi in diversa maniera per non perdere un’ abitudine, se non addirittura un’ esigenza, che dopo una giornata d’ufficio o dopo ore ed ore a studiare richiede sia dedicato un momento di relax in compagnia. Una pausa con il classico aperitivo che in molti casi era una cena, un apericena, prima di tornare a casa. Anche perché, come si dice, Milano non si ferma mai. Nemmeno durate la pandemia quando anche il virus fatica a fermarsi e per questo il milanese ha sofferto di più anche, per la mancanza delle cose più semplici e quotidiane che ci davano quel senso di normalità che purtroppo ormai da un anno non assaporiamo più. Per cause diverse, facilmente immaginabili, però è aumentato il consumo di alcol. Le statistiche ci confermano che, l’uso di alcolici è aumentato del 63% perché comunque come diceva una famosa frase di Charles Baudelaire, il poeta maledetto, “Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere” e, in un anno come questo tutti hanno nascosto i loro segreti con un buon bicchiere di vino. Ma non solo il vino ci ha permesso di nascondere i nostri segreti o di rincuorare, le ore noiose del Lockdown ma anche i cocktail. Ma come fare contenti i propri clienti con i bar chiusi? Tre ragazzi milanesi ci hanno pensato e, come per l’uovo di Colombo, hanno trovato la soluzione: il cocktail da asporto. Max,David e Gianni sono tre amanti del buon bere e con questa passione hanno negli anni girato il mondo, alla ricerca dei bar o dei locali che producevano i migliori cocktail. Nel 2015 hanno deciso, nonostante arrivassero offerte da settori lavorativi diversi, di fare di questa passione un lavoro e hanno cominciato a produrre una serie di cocktail “Made in Italy” che però potessero dare quel tocco in più legato al packaging moderno, alla possibilità di spedire il prodotto tramite corriere. Dopo un paio di anni di ricerche, sono arrivati al prodotto finale e proprio con l’inizio di questa pandemia il loro brand ha un’esplosione pari alla bontà dei loro cocktail. Perché e vero che il DPCM, ci concede comunque di comprare alcolici al supermercato o di riceverli con i vari servizi di Glovo, Deliveroo, Amazon ecc.. Però diciamo la verità a quanti di noi manca il nostro Barman di fiducia che ci prepara un Manhattan oppure un Negroni? Con The Perfect Cocktail, questo il loro brand, a Milano non manca più perché posso averlo comodamente a casa e, con qualche cubetto ghiaccio posso immaginare di essere in un’ isola in-
"Il primo bicchiere è per la sete, il secondo per la gioia, il terzo per il piacere, il quarto per la follia” Apuleio
sieme ad Hemingway o nello storico Bar Basso dove potevi incontrare Liz Taylor o Ava Gardner e i famosi stilisti della moda italiana. Grazie a questo kit di 10 cocktail possiamo fare il giro del mondo e riassaporare ricordi che in questo momento storico sono la cosa che ci manca di più. Ma conosciamoli meglio e ricordiamo che bere va sempre fatto in modo moderato e attento perché ne va della nostra salute e vita e anche per quella degli altri. I cocktail hanno una loro storia e sono spesso legati a personaggi celebri. Ad esempio il “Negroni” è diventato famoso grazie ad un conte di Firenze che l‘ha creato. “L’Americano” è stato ideato da Primo Carnera che nel 1933 fu il primo italiano a vincere il titolo dei pesi massimi di pugilato. Il “Dry Martini” è il cocktail reso famoso da James Bond che lo adorava e lo beveva, shakerato non mescolato. Il “Cosmopolitan” che era sempre presente nelle scene della serie più amata dalle donne” Sex and the City” e poi il “Daikiri” nato all’ Havana ed Ernest Miller Hemingway lo beveva insieme al Mojito , purtroppo poco adatto al packaging. Gianni, Max e David con la loro innovazione mantengono viva una tradizione, un’abitudine, un mercato soffocato dalla pandemia ma, da giovani imprenditori guardano al mercato estero agli Stati Uniti, al Regno Unito, agli Emirati.