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Teconologia per l’anima: Amo la radio

Tecnologia per l’anima

AMO LA RADIO

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Chi ascolta la radio? La radio ha da sempre rappresentato un ponte che attraversa il mondo. I giornali hanno uno spazio temporale di un giorno ovviamente, la radio no. Da quando è nata è sempre stata un ponte che attraversava il mondo. Ha raccontato tutto, prima durante e dopo la guerra. Ovvio che sono di parte (io ci lavoro), ma se ci pensate, la radio ha il potere di farci sforzare quel tanto da far vibrare la nostra fantasia. Se non si conosce il volto, la voce che ci piace ascoltare, prende i connotati che preferiamo. Ecco perché sono sempre stato contrario alla telecamera in studio. L’etere è fatto d’immagini oniriche, per raccontare bene ciò che accade senza l’ausilio d’immagini, bisogna davvero essere bravi. Nonostante il mio interesse rasente lo zero per il calcio, mi ritrovo ad ascoltare alcune partite in radio, proprio per ammirare la capacità di chi mi fa vivere certi momenti senza vederli. Nel tempo la radio è mutata, sia tecnologicamente sia nei contenuti. La prima domanda che noi del settore ci facciamo è sempre una: chi ascolta la radio?? credo di poter dire che i giovani, quelli veri non i giovanili, non siano fruitori del mezzo. Per la maggior parte di loro è la musica l’interesse principale e per quanto noi possiamo proporre le novità, perché attenderle se sul tuo telefonino le puoi avere in tempo reale? Possono ascoltarle quando e dove vogliono. Quindi? Il target si alza di età, diciamo che dai 30 anni in poi, si aprono molti spiragli e a quelli noi ci rivolgiamo spesso. Quindi la musica va selezionata molto attentamente, non si devono tralasciare le novità più interessanti, ma di certo si attinge anche al passato. Diciamo che uno dei luoghi più associabili all’ascolto della radio, rimane l’automobile. Soprattutto se poi viaggi da solo! Allora il nostro compito è chiaro. Dobbiamo fare compagnia, dobbiamo sederci a fianco di chi guida e raccontare delle cose interessanti. Che siano di cronaca, di gossip, di sport, siamo responsabili dell’agio che si può avere in viaggio. Negozi? Si ce ne sono diversi che ascoltano la radio, ma dato che è un sottofondo, si preferisce musica senza interruzioni. Le storie che mi piace sentire sono quelle di operai che per otto ore sono alla catena di montaggio e sotto le cuffie antirumore, hanno la radio. Sono le persone sole che ascoltano dalla mattina alla sera. Che si ricordano quello che hai detto anche settimane prima. Che sfruttano la tecnologia per mandare messaggi, per esserci nel tuo programma, per dire la loro. La radio non ha mai perso il proprio fascino, se la televisione oscilla nei gradimenti, noi teniamo duro. Eugenio Finardi scrisse il brano che maggiormente rappresenta la nostra categoria: “La Radio”. Amo la radio perché arriva dalla gente Entra nelle case E ci parla direttamente E se una radio è libera Ma libera veramente Mi piace ancor di più Perché libera la mente Con la radio si può scrivere Leggere o cucinare Non c’è da stare immobili Seduti lì a guardare E forse proprio questo Che me la fa preferire È che con la radio non si smette di pensare. Quando la senti capisci che è un brano sempre attuale. Con la televisione sei passivo, con i giornali puoi essere riflessivo, con la radio puoi fare qualunque cosa. Oggi la tecnologia ci permette anche di fare cose inimmaginabili fino a poco tempo fa. Ho scaricato una app “simple radio”, mi permette di sentire radio da ogni parte del mondo. È curioso sentire lingue e canzoni sconosciute. È emozionante immaginare speaker brasiliani che trasmettono da Copa Cabana e hanno quella melodia anche solo nel parlare. Sono di parte, ma la radio è quella cosa che vorrei portare su un’isola. Con quella non ti manca nulla.

di Gabriele Biancardi

Gabriele Biancardi e Laura

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