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La lettura per il BenEssere

La letteratura per il BenEssere

di Salvana Poli

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IL DISSIDIO

Ti è mai capitato di avere davanti due strade e di restare immobile davanti a bivio perché non sapevi quale strada prendere? Se avessi scelto A avresti dovuto rinunciare a B ma, in quel momento, sentivi che ti era impossibile. E lo stesso valeva per l’altra opzione. Questa situazione provoca un dissidio, quando cioè il nostro cuore è attratto da due istanze contrapposte. Nella vita capita, prima o tardi, a tutti. Nell’arte troviamo alcuni esempi di questo tipo di situazione.Nell’Aida di Verdi, la protagonista vide un dissidio affettivo di difficile soluzione. Aida è la figlia del re di Etiopia. Lei è stata fatta prigioniera degli egiziani che non conoscono la sua identità. Alla corte del faraone, Aida conosce Radames e se ne innamora. Quando Radames viene incaricato di condurre la battaglia contro gli etiopi, lei vive un terribile dissidio. La povera Aida è lacerata tra due istanze contrapposte. Per chi deve parteggiare, per chi deve temere? Deve invocare protezione per il suo innamorato oppure per la sua patria? Questa è una situazione perdente perché in entrambi i casi lei sarà in lutto, indipendentemente dal vincitore. In questo caso lei non ha alcun potere e sarà la sorte a decidere per chi la ragazza dovrà piangere. A volte invece il dissidio è nella nostra anima. il poeta Francesco Petrarca vive una sorta di dissidio affettivo, causato però da una situazione molto diversa. Figlio di un funzionario della corte papale Petrarca si dedica allo studio delle lettere; quando però il padre muore decide di prendere gli ordini religiosi minori, non spinto da una vera vocazione dal bisogno. L’adesione agli ordini ecclesiastici infatti gli garantisce sia il sostegno economico che il tempo per dedicarsi allo studio. Ma si tratta di una scelta di comodo e, forse anche per questo, non trova pace. Infatti Petrarca è fortemente attratto sia dai successi della vita mondana che dalle donne. Uno dei suoi desideri più grandi infatti è ottenere la laurea poetica e, pur avendo preso gli ordini minori, ha due figli. Questo suo dissidio è molto evidente in tutta la sua produzione poetica. Le vie d’uscita che ti propongo sono due e sono molto diverse tra loro. La prima viene dalla saggezza popolare. La mia prozia diceva sempre: se non sai che strada prendere allora torna indietro e cambia percorso. Cosa voleva dire? Quando la vita ci mette di fronte a un bivio imperscrutabile dobbiamo vedere il messaggio che nasconde: la vita stessa mi sta dicendo che io, quel bivio, non lo devo imboccare, quella scelta non è buona per me. Allora è meglio rinunciare sia a A che a B e cercare qualcos’altro. Quando ero in conservatorio il mio professore di composizione mi diceva: “Quando vedi che l’armonia che stai creando dà troppi errori, cancella tutta la riga e riparti da lì”. La seconda indicazione ci arriva proprio da Petrarca: sai come fa il poeta a trovare una via di conciliazione per comporre la sua lacerazione? Attraverso la scrittura! Francesco Petrarca affida alla scrittura il compito di ripristinare l’armonia nella sua anima. Scrivendo e cercando la perfezione formale, la sua anima si placa e lui riesce a ritrovare la pace. Questa strategia è alla portata di tutti: con carta e penna, con il pc o semplicemente sulle note del cellulare, scrivere può diventare una via di conciliazione anche nei nostri dissidi quotidiani. E, se non acquisiamo notorietà come il Petrarca, potremmo almeno trovare un po’ di pace.

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