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Società e scuola: L’Università Popolare Trentina
Scuola e società
di Nicola Maschio
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L’Università Popolare Trentina presenta il proprio Piano Strategico 2022-2024
L’Università Popolare Trentina sta crescendo, non solo nei numeri ma anche (e soprattutto) nella propria offerta formativa. Ed ecco perché il Piano strategico 2022-2024, presentato a metà ottobre, ottiene in questo senso una valenza ancora più importante. «Per arrivare a questo documento servono mesi di lavoro – ha spiegato Ivo Tarolli, presidente dell’UPT. – Ma il risultato finale sono obiettivi chiari e traguardi che vogliamo raggiungere. Credo, e lo posso dire anche con un po’ di presunzione, che il nostro tipo di offerta sia unico in Trentino e che nessun altro abbia modo di pareggiarla» . Dopo tre anni gli studenti della scuola delle professioni per il terziario ottengono la qualifica, dopo quattro invece diventano veri e propri tecnici, con la possibilità (introdotta recentemente) di seguire anche un quinto anno e conquistare la maturità. Successivamente, per loro si aprono le porte delle specializzazioni, delle università, insomma di una formazione approfondita, varia e completa. Ma gli obiettivi indicati da Tarolli sono sostanzialmente quattro: completare la messa in opera dei nuovi piani di studio concordati con la Provincia Autonoma di Trento; potenziare le materie che permettono di sviluppare una forte base culturale – quali italiano, storia e geografia – come richiesto tra l’altro dagli stessi studenti; interloquire con associazioni e realtà produttive del territorio, ma anche con quelle straniere, incentivando le famiglie a far trascorrere periodi all’estero ai propri figli; infine, spingere sull’auto-imprenditorialità. La strada dunque è tracciata, ma serviranno interventi a trecentosessanta gradi per permettere a studentesse e studenti di stare al passo di un sistema che, con il passare degli anni, sta risentendo delle evoluzioni e dei progressi del contesto esterno. Dalla richiesta di nuove e sempre più specifiche competenze fino alle analisi delle situazioni in continuo mutamento del mercato del lavoro. Ma per il sindaco di Trento Franco Ianeselli è il momento di superare preconcetti e capire anzi che la scuola professionale è il luogo in cui il “saper fare” si coniuga alla perfezione con il “saper essere”: «Se da una parte abbiamo una città come Trento che investe nelle grandi opere, dall’altra momenti come questi ci ricordano che i più grandi investimenti sono quelli fatti sulle persone. E in questo senso, l’istruzione professionale è sempre stata al centro delle progettualità>>. Ha poi concluso l’assessore provinciale Mirko Bisesti: «Va riconosciuto il merito ad UPT di essersi sempre adeguata con grande velocità ai cambiamenti della società. Inoltre, il potenziamento dei percorsi di studio fino al quinto anno permette, ai ragazzi che sono indecisi sull’iscrizione, di avere una prospettiva di apprendimento più ampia, specialistica e completa». Qualche numero: sono sei in tutte le sedi dell’Università Popolare Trentina sul territorio provinciale, con un numero di classi complessivo che, oltre ad essere in crescita ormai dall’anno scolastico 2012-2013, dopo la leggera flessione a 47 nel 20202021 è tornato a salire fino a 52 in questa nuova annualità. Trend simile anche per la quantità totale degli studenti, passata dal proprio punto più alto (963 nell’anno scolastico 2019/2020) ad uno leggermente più basso lo scorso anno (-20 studenti, 940 totali), salvo poi risalire ad oggi di tre nuove unità (943). Sono invece complessivamente 337 coloro che compongono la “squadra” dell’UPT: solo per citare alcuni dati, stiamo parlando di 101 docenti, 32 addetti alla segreteria e amministrazione, 12 operatori ausiliari e sono addirittura 180 i collaboratori/professionisti esterni che arricchiscono le attività dei frequentanti.