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A Perugia con Don Ivan Maffeis

La testimonianza tra fede e religione

di Marco Nicolò Perinelli

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A Perugia con DON IVAN MAFFEIS

Don Ivan Maffeis, prelato e giornalista trentino, è stato nominato Arcivescovo Metropolita Perugia-Città della Pieve. A Perugia con lui per questa nomina così importante.

Èdifficile rimanere indifferenti di fronte alla bellezza di una città che ha oltre tremila anni di storia, un città di pietra bianca e rosa, dove il sole al tramonto corre lungo la via principale fino a colpire la facciata della cattedrale di San Lorenzo, affacciata su Palazzo dei Priori. E’ qui, in questo luogo carico di memoria, che il giorno 11 settembre don Ivan Maffeis, prete trentino nato a Pinzolo nel 1963, è stato proclamato vescovo di Perugia e Città della Pieve. Ho conosciuto don Ivan venti anni fa, quando iniziai a lavorare come giornalista. Lui era già direttore di “Vita Trentina” e spesso ci si incrociava agli eventi o in Curia, quando l’allora Arcivescovo Luigi Bressan, organizzava qualche occasione di confronto con la stampa. Di allora conservo il ricordo di una persona molto mite e quieta, dallo sguardo intenso e dalla grande capacità di ascolto. Una capacità che si tramutava in profondità di pensiero che era capace di trasmettere attraverso le pagine del giornale da lui diretto e, più in generale, nel suo comunicare con le persone. Caratteristiche che lo hanno portato nel tempo a diventare responsabile dell’ufficio stampa e comunicazioni sociali della diocesi e segretario nazionale della Federazione dei settimanali diocesani per sette anni, svolgendo il proprio incarico a Roma. Due anni fa l’ho trovato nuovamente in Trentino, parroco di San Marco, la principale chiesa di Rovereto, dove ha svolto il proprio mandato, dando ascolto ai giovani, aiutando le famiglie nel difficile periodo del Covid, stando in mezzo alle persone con la stessa umiltà che ha caratterizzato tutto il suo operato. Un carattere in contrasto con la solennità della cerimonia alla quale ho avuto modo di assistere a Perugia: centinaia di persone hanno accolto il suo arrivo, e tra loro molti trentini, in una chiesa riccamente decorata che ha fatto da palcoscenico ad un rituale antico. Ma ciò che più è rimasto a tutti i presenti è il messaggio che Monsignor Ivan Maffeis ha voluto rivolgere non solo a tutti i suoi nuovi fedeli, ma a tutta la Comunità present: “ Una città, i comuni e i paesi non sono solo un insieme di palazzi, ma sono fatti da uomini e donne che condividono spazi, che vivono tante dimensioni. Sono luoghi della famiglia, luoghi del lavoro, luoghi di incontro, ascolto e accoglienza” “Le città sono spazi di una carità operosa, dove un ruolo fondamentale gioca il buon

La testimonianza tra fede e religione

governo, prospera quando si mettono in campo strutture e dimensioni adeguate, spazi per i giovani, spazi per i cittadini”. E ha rivolto un invito ai tanti amministratori presenti, chiamati alla responsabilità come alta forma di carità. La messa, consacrata dall’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, insieme al vescovo ed amministratore diocesano Marco Salvi, è stata presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, già Presidente della Conferenza Episcopale Italiana: “Troverai qualche ferita da medicare inclusa forse l’indifferenza, che fa tanto soffrire chi la prova e chi la riceve; troverai solitudine e dolore; ma troverai, credimi, tanta gioia e speranza” – ha detto rivolgendosi a don Ivan - “Troverai un grande sforzo di carità, che si esplica in mille modi, istituzionali e capillari, anche dove meno te lo aspetteresti. Semplicemente accogliendo e ascoltando, come sai fare tu, ma soprattutto scavando, con la tenacia che ti distingue, incontrerai una terra ricca di fede, di tradizioni religiose e di insigni istituzioni culturali e accademiche. Di fronte a tanta ricchezza di vita e di opere, che i padri ci hanno tramandato, lasciati commuovere, come sono commosso stasera io, che dopo tredici anni lascio a te la guida di questo popolo, a me carissimo”. Un augurio che certamente rivolgiamo anche noi a don Ivan, certi che saprà distinguersi anche in questo incarico nella terra di San Francesco.

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