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La Valsugana in cronaca: l’Aperitivo filosofico

La Valsugana in cronaca

di Francesco Zadra

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APERITIVO FILOSOFICO, una scommessa vinta!

Èpossibile coniugare filosofia e giovanisenza annoiare o, peggio, banalizzare la materia? È quello che si proponeva l’iniziativa “Aperitivo Filosofico” organizzata dallo scorso 17 settembre al 22 ottobre, in Alta Valsugana, dal “piano giovani - zona laghi” e dall’associazione “Ecomuseo sull’Acqua - Chiarentana” di Levico Terme, e consistente in una serie di eventi con format informale e stimolante in grado di avvicinare le giovani generazioni all’esercizio del pensiero critico. Gli incontri, 6 in tutto e con cadenza settimanale, esploravano varie branche del sapere umano dimostrando come la filosofia, lungi dall’essere un astratto esercizio speculativo per eremiti sfaccendati, ci coinvolga più di quanto pensiamo nelle situazioni di ogni giorno. Arte, Psicologia, Scienza, Gusto, Digitale e Acqua. Queste le parole chiave del festival, ciascuna esaminata e approfondita con cura da relatori d’eccezione: il sociologo e docente di estetica Marco Luscia, che sul sagrato della chiesa di S.Biagio ha condotto una riflessione sul nostro rapporto con la Bellezza, e la psicologa Anna Cavedon che assieme al filosofo Tommaso Fambri, presso il municipio di Tenna, ha dato vita a un dibattito sull’importanza delle relazioni, specialmente nel post covid, sotto la lente di pensatori e psicanalisti di ogni epoca. O ancora Francesco Agnoli, docente, storico e giornalista che ha esplorato i segreti della scienza assieme a una entusiasta schiera di giovanissimi accorsi al Vital Bar di Calceranica, per non parlare di Lucia Ferrai, imprenditrice e formatrice filosofico-didattica che nel salone dell’istituto alberghiero di Levico ha guidato una “divina” degustazione di leccornie locali collegandole al loro significato nella mitologia greca e alla corrispettiva divinità (e virtù) simboleggiata. Il penultimo incontro, svoltosi alla Casa della Cultura di Caldonazzo, è stato invece dedicato alla riflessione sulle potenzialità e rischi della rivoluzione digitale, grazie agli illuminanti spunti offerti da Andrea Brugnoli, filosofo del digitale e formatore alla comunicazione, reduce da un pluriennale tour divulgativo in Europa e Taiwan. L’evento conclusivo è stato ospitato all’interno dello stabilimento di Levico Acque, azienda della località termale che si distingue per sensibilità ambientale e sociale, dove due formatrici didattiche del Muse di Trento, Maria Bertolini e Maria Vittoria Zucchelli, hanno condotto un laboratorio di idrosommelier iniziando i numerosi partecipanti alla degustazione di vari tipi di acqua, accompagnate dalla filosofa Anna Molinari e le sue sagge riflessioni su questo elemento naturale attingendo dal patrimonio di differenti epoche e culture. «Possiamo dire che il festival - dichiarano soddisfatti gli organizzatori - ha raggiunto i suoi obbiettivi: alta partecipazione, anche giovanile, e contenuti di qualità. Ci auguriamo di poter continuare con delle future edizioni che coinvolgano un numero sempre maggiore di giovani» . Per contatti: aperitivofilosoficotrentino@gmail.com

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Il personaggio di casa nostra

di Marco Nicolo’ Perinelli

PAOLO ORSI:

il Trentino che ha unito il nord e il sud dell’Italia

Nato a Rovereto 163 anni fa, ha ricostruito la storia antica del Trentino e del Mediterraneo, creando un ponte tra il nord e il sud Italia. A Santa Severina, in Calabria, la sua figura celebrata in una giornata nazionale di studi

Esiste un filo che unisce l’estremo nord con l’estremo sud della penisola italiana. Sono le tracce lasciate da Paolo Orsi, archeologo trentino, nato a Rovereto nel 1859, che tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900 ha studiato i popoli e le civiltà più antiche del Mediterraneo. Un uomo straordinario, completamente dedito alla passione per lo studio dell’antichità, che anche in Valsugana ha lasciato le proprie tracce. E’ a lui che si deve la scoperta, nel 1878, dell’unica pietra miliare della Via Claudia Augusta Altinate in Trentino, sul Colle di Tenna, luogo dove portò alla luce anche una epigrafe, oggi conservata nella Chiesa di Caldonazzo. Il suo lavoro non si fermò nella sua terra natale, dove ha contribuito non solo a ricostruire l’antichità romana e medievale, utilizzando il metodo archeologico anche nelle fasi più recenti, ma anche la toponomastica: dopo aver completato gli studi nel Trentino austroungarico, si trasferì presso l’Università di Padova, alla Facoltà di Lettere e fra il 1878 e il 1879 si spostò a Vienna per seguire corsi di storia antica e archeologia. Nel 1881 frequentò anche il corso di paleontologia all’Università di Roma, seguendo le lezioni di Luigi Pigorini. Dopo la laurea, nel 1884 chiese e ottenne la cittadinanza italiana. Ed è proprio in Italia che egli svolse la gran parte della sua attività. Fu Commissario del Museo Nazionale di Napoli per un breve periodo (1900 - 1901), dove iniziò il riordinamento dell’Istituto, individuando dieci grandi raccolte di materiali. Nel 1907 fu nominato Soprintendente per la Calabria e per la Sicilia Orientale. E così un trentino, che tanto ha fatto per la nostra terra, oggi viene celebrato nel sud Italia, dove sorgono musei che portano il suo nome, come quello di Siracusa. E in Calabria, lo scorso 21 novembre, si è tenuta una giornata di studi in suo onore alla quale ho avuto il piacere di poter partecipare nel doppio ruolo di giornalista e archeologo. Qui, su un colle che si eleva tra le movimentate pianure crotonesi, dal quale si gode a est la vista del mare e a ovest quella del massiccio della Sila, si arrocca il paese di Santa Severina, l’antica Siberene, dove Orsi si fermò e iniziò un lavoro fondamentale che ha portato alla scoperta del sistema delle basiliche cristiane, ma anche di un battistero bizantino e di un patrimonio culturale che grazie alla sua opera è oggi visibile ai tantissimi visitatori che qui si recano. Tra gli altri relatori, tra cui il Sindaco

Paolo Orsi

Il personaggio di casa nostra

di Rovereto, città natale di Orsi, Francesco Valduga, e il Presidente della Fondazione Museo Civico, Giovanni Laezza, anche l’archeologo trentino Maurizio Battisti, che ha presentato l’archivio delle lettere conservate presso il museo; un tesoro ritrovato, con oltre settemila documenti, che ha permesso di conoscere non solo il percorso di studi ma anche una parte della sua riservata vita personale. Un archivio che presto si arricchirà con lo studio delle 12000 lettere conservate presso il Museo Orsi di Siracusa, che sarà messo anch’esso online a disposizione degli studiosi, ma anche dei più curiosi. Sulle orme di questo grande studioso, possiamo così scoprire un legame inaspettato tra la nostra valle, così ricca di testimonianze del passato, e il Mezzogiorno, dove ancora oggi è ricordato come il padre di un filone di studi che ha permesso la riscoperta di un tesoro nascosto dalle stratificazioni del tempo. “La Calabria, terra vergine ed ancora sotto tanti rispetti inesplorata, io penso racchiuda ignorati documenti storici, monumentali ed artistici della bizantinità” - scrisse Orsi nel 1927 - “Attorno alla fulgida gemma della Cattolica io ho intrecciato un degno serto di altri cospicui monumenti diruti ed abbandonati. Ho la speranza che altri monumenti del basilianismo si nascondano nelle forre dei bei monti calabresi, dove il basilianismo aveva messo radici così vaste, tenaci e profonde»

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