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Nostro incontro con Don Alejandro Pezet
Tra miracoli, fede e religione
di Claudio Girardi
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Nostro incontro con Don Alejandro Pezet
Don Alejandro Pezet nasce a Buenos Aires il 21 settembre 1960 e viene ordinato sacerdote sempre a Buenos Aires nel 1991. Nel 1992 conosce Papa Francesco allora vescovo ausiliario della città di Buenos Aires che diventa la sua guida spirituale. Nel 1998 viene nominato responsabile della pastorale giovanile di Buenos Aires e nel 2002 viene poi nominato parroco di una parrocchia della stessa città. Nel 2009 inizia fino ai giorni nostri un’esperienza missionaria in una diocesi povera dell’Argentina nella città di Salta. Salta è una capitale provinciale della regione montuosa nordoccidentale dell’Argentina. Fondata nel 1582, è nota per l’architettura coloniale spagnola e il patrimonio andino.
Èarrivato in Italia per incontrare alcuni amici ma anche per la recente festa ad Assisi in onore del beato Carlo Acutis. Padre Alejandro Pezet oltre ad essere stato ordinato sacerdote nel 1991 dall’attuale Papa Francesco è anche il testimone di ben due miracoli eucaristici. Parte così Padre Alejandro a raccontarci che il primo miracolo eucaristico cui ha partecipato è stato quello del “24 luglio 1994 mentre il ministro dell’Eucarestia prendeva la pisside dal tabernacolo, vide una goccia di sangue che scorreva lungo la parete dello stesso”, dopo questo si arriva ai fatti “di quel il 18 agosto 1996, alle ore 19. Alla fine della messa vidi arrivare un fedele che aveva trovato un’ostia (evidentemente profanata) in un angolo della chiesa. In quella occasione mi comportai secondo la prassi, e misi la particola in un contenitore di acqua e riposi tutto nel tabernacolo. Tuttavia pochi giorni dopo, il 26 agosto, dovetti constatare, stupefatto, che la particola anziché dissolversi si era trasformata in un frammento di carne sanguinosa.” Così Don Alejandro informò Bergoglio che era all’epoca vescovo ausiliare del cardinale Antonio Quarracino, ordinario di Buenos Aires. Ricevendo da lui il mandato di fotografare ciò che era accaduto e conservare tutto nel tabernacolo. Dopo prosegue Don Alejandro si è proceduto nell’analisi di quella misteriosa particola e solo nel 2006 si concluse l’indagine con questo risultato: “Il materiale analizzato è un frammento del muscolo cardiaco tratto dalla parete del ventricolo sinistro in prossimità delle valvole. Questo muscolo è responsabile della contrazione del cuore. Va ricordato che il ventricolo cardiaco sinistro pompa sangue a tutte le parti del corpo. Il muscolo cardiaco in esame è in una condizione infiammatoria e contiene un gran numero di globuli bianchi. Ciò indica che il cuore era vivo al momento del prelievo…dal momento che i globuli bianchi, al di fuori di un organismo vivente, muoiono… Per di più, questi globuli bianchi sono penetrati nel tessuto, ciò indica che il cuore aveva subito un grave stress, come se il proprietario fosse stato picchiato duramente sul petto”.
Tra miracoli, fede e religione
Quali studi furono compiuti sul caso in esame?
Nel 1999 – stando a quanto risulta a me – l’arcivescovo Bergoglio (che cominciò a occuparsi del caso solo dal giugno 1997, una volta diventato coadiutore dell’arcidiocesi) autorizzò analisi approfondite negli Stati Uniti di entrambi i “casi”, quello del 1994 e quello del 1996. E tutto si svolse nel 2000.
Cosa si dedusse?
È evidente che ogni miracolo eucaristico (e ne sono avvenuti diversi, nel corso dei secoli) è per i cattolici il segno del grande miracolo che avviene ogni giorno, in tutte le chiese: la trasformazione del pane e del vino in Corpo e Sangue di Cristo. L’attuale Papa prosegue Don Alejandro “ha mostrato già in questa vicenda le sue preziose qualità di pastore. Ha osservato i criteri dettati dall’ex S. Uffizio nel documento “Discernimento nelle apparizioni e rivelazioni” del 1978. Ha poi disposto tutte le analisi scientifiche per comprendere cosa è accaduto e – ascoltando la volontà della parrocchia dove si sono svolti i fatti di vivere senza clamori spettacolari quegli eventi misteriosi – ha aiutato la comunità a comprenderli secondo la fede della Chiesa, alimentando la devozione eucaristica. Prosegue poi che “Lui stesso andava diverse volte ogni anno a fare lì l’adorazione eucaristica. Che pian piano è diventata adorazione permanente e ora sta coinvolgendo un numero sempre crescente di parrocchie (si parla anche di fatti miracolosi che sono avvenuti).
Quale era il desiderio di papa Francesco?
Il desiderio di papa Bergoglio era che quanti andavano ad adorare il Signore lì presente si accorgessero che Egli si avvicina a ciascuno, passa dentro la vita di ciascuno e lascia in tutti la sua impronta. Quindi il cardinale esortava a non trasformare in un rito quell’adorazione, ma a commuoversi, a stupirsi di Gesù e a chiedergli che lasciasse la sua impronta indelebile nel proprio cuore.
Ha contatti ancora con Papa Francesco?
L’ultima volta che lo ho incontrato dal vivo è stato il 30 agosto 2018 mi diede appuntamento a Santa Marta alle ore 17,00 e per ben un’ora abbiamo parlato anche di questioni del nostro Paese, poi tra il covid e le varie situazioni che si sono venute a creare ultimamente il tempo per vederci è venuto meno. Starò qui in Europa fino al prossimo febbraio 2023 e non è detto che ci si possa incontrare.
Quale è il suo legame con il beato Carlo Acutis?
Nel 2020 fui invitato alla sua beatificazione ma a causa del covid mi fu impossibile partecipare. Carlo Acutis già nel 2004-2005 si interessò attraverso internet ai miracoli eucaristici dell’Argentina. Il suo intendimento e la sua volontà di diffondere l’eucarestia trovò terreno fertile in questi miracoli. Ho ripreso una comunicazione con la madre di Carlo e così ho partecipato di recente alla festa ad Assisi per il secondo anniversario della beatificazione del figlio.
Ora cosa pensa di fare?
Girerò un po’ l’Europa per incontrare i miei amici e le comunità religiose e rendere sempre più forte il nostro rapporto con l’Eucarestia.