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Quando nasce in Trentino la meteorologia
Curiosità trentine
di Chiara Paoli
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Quando nasce in Trentino la METEOROLOGIA
Città italiane come Milano, Padova, Torino, Bologna, Mantova, Modena e Roma nel XVIII secolo potevano già vantare la presenza di un proprio osservatorio meteorologico. Nella nostra provincia i primi “meteorologi” iniziarono per diletto ad osservare il clima e le sue variazioni, scrivendo note riguardanti fatti di una certa rilevanza, come fece padre Alessandro Gottardi tra il 1756 e il 1865. Tra le opere più consistenti si può annoverare la “Malographia Tridentina”, scritta dal padre francescano Giangrisostomo Tovazzi; si tratta di una cronaca che riporta in ordine cronologico fatti calamitosi succedutisi nel Trentino e nelle regioni limitrofe attraverso i secoli, dal tempo di Cristo fino al 1803. Tra le notizie riportate si trovano riferimenti a “inverni freddissimi in cui l’Adige gelava a Torre Vanga, piantagioni morte a causa del gelo, brinate ad aprile, nevicate eccezionali ininterrotte per vari giorni, seguite da inondazioni disastrose, oppure inverni miti, in cui spuntano le gemme e poi le foglie in dicembre ed a gennaio i frutti, inverni senza neve persino al Brennero, estati torride, raccolti perduti a causa di siccità.” (Storia e fonti della meteorologia in Trentino: progetto “ASTRO”: recupero e valorizzazione dell’Archivio meteo Storico Trentino). Grazie alla scansione cronologica inserita in questa raccolta, è stato possibile fare ipotesi sulla ciclicità
Giovanni Battista Trener
degli eventi e su questi studi si è basato il geologo trentino Giovanni Battista Trener per pubblicare nel 1904, all’interno del XXIII Annuario della Società Alpinisti Tridentini, “Le oscillazioni periodiche secolari del clima nel Trentino”. In questo studio si individua l’alternanza tra periodi, freddi e ricchi di piogge e fasi contraddistinte da temperature elevate e siccità, con una ciclicità che è stata calcolato corrisponda a 35 anni; in accordo con gli studi del più noto meteorologo e climatologo Eduard Brückner. Nel 1816 il Convento di Borgo Valsugana è tra i primi a prendere nota di osservazioni strumentali, con rilevamento giornaliero della temperatura, ad un orario però imprecisato. Agli inizi del XIX secolo sono menzionate le osservazioni nell’arco di 40 anni del frate Sisinio a Cles ma a tal proposito il Busin sostiene «“che io disgraziatamente al giorno d’oggi non so ancora ove si trovino, quali osservazioni siano state fatte, e quale attendibilità esse possano avere”. Secondo il Busin “qui sono riportate per quasi tutte le stazioni meteoriche del Trentino le medie mensili ed annua della temperatura ridotte al periodo 1851-1890”» (Storia e fonti della meteorologia in Trentino: progetto “ASTRO”: recupero e valorizzazione dell’Archivio meteo Storico Trentino). mentre ancora fruibili sono le osservazioni dell’Abate Simone Eberle a Trento nel 1787. Tra i primi profani che si dedicano alla meteorologia tra sette e ottocento è citato il fisico, giurista e filosofo Gian Domenico Romagnosi le cui osservazioni sono citate da altri studiosi ma di cui non vi è più traccia; vanno poi citati il Wessley con le sue “Osservazioni a Trento dal 1836 al 1832”, inserite negli Annali dell’Ufficio Centrale di Meteorologia a Vienna nel 1848 e il professor Lunelli, con rilevazioni a Trento dal 1821 al 1858. A partire dal 1870 vengono pubblicate le prime raccolte ordinate come quelle di Julius von Hann, dell’Accademia delle Scienze di Vienna, e