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Il personaggio di ieri: Albano Tomaselli

Il personaggio di ieri

di Andrea Casna

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ALBANO TOMASELLI

Un genio dell’arte stroncato in giovane età

«Dipinse con modellatura ed abilità di pennello, che fatta ragione alla brevità della sua vita, può dirsi miracolosa». Sono le belle parole che si possono leggere in un vecchio libro, pubblicato da Francesco Ambrosi nel 1883, dal titolo «Scrittori ed artisti trentini». Sono parole dedicate ad un artista ancora, purtroppo, poco conosciuto. Si tratta di Albano Tomaselli, nato a Strigno il 6 marzo del 1833, da Elisabetta Carraro e Giuseppe. Sin da piccolo il giovane Albano ha sempre mostrato interesse per la pittura. Grazie all’aiuto di alcuni nobili locali, fra cui la Signora Anna Vettorazzi ne’ Rinaldi, che lo prese sotto la sua protezione, riescì a coltivare la sua passione per la pittura e il disegno. Fu grazie, infatti, a personaggi come Tommaso Gar e il Barone Giovani a Prato che il giovane Tomaselli, a partire dal 1845, inizia a lavorare presso lo studio di uno scultore a Padova. Qualche anno dopo, nel 1847, entra all’Accademia di belle arti di Venezia e inizia a seguire i corsi di Michelangelo Grigoletti e Pompeo Marino Molmenti: insegnanti e artisti che lasceranno una forte impronta di tipo hayezano nello stile pittorico del giovane. Nel nostro appena citato libro, «Scrittori ed artisti trentini», si legge che a Venezia «ebbe a riportare prima il premio di seconda classe, poi tre volte quello di prima classe con medaglia d’oro, e soprattutto la stima e la protezione del Marchese Pietro Selvativo, che lo teneva come figliolo, e ne preconizzava la riuscita con quella sicurezza che gli faceva caparra il rapido progresso fatto nell’arte dal giovane pittore». La sua è una carriera in rapida ascesa perché ancora da studente ottiene le sue prime commissioni, sia pubbliche che private, che lo porteranno ad ottenere la promozione di “maestro”. Terminati gli studi accademici nel 1853, nel 1855 espone ad una mostra dell’Accademia su Filippo IV di Spagna e dipinge la pala d’altare nella Chiesa di San Michele Arcangelo di Arsiero, raffigurante la visione dello stesso arcangelo da parte di San Daniele: un vero capolavoro dell’arte italiano di quel periodo. Lasciò ai posteri poche opere finite e molte incompiute e le «cose che rimangono di lui -scrive l’Ambrosi-, finite o da finire, contengono qualcosa di grande, che accenna alla potenza del suo talento artistico». All’inizio del mese di dicembre del 1856, durante il soggiorno a Firenze, viene colpito dal vaiolo: muore il 10 dello stesso mese a soli 23 anni. Scrive l’Ambrosi: «Così si spense un ingegno che avrebbe onorata grandemente la scuola italiana». Venne sepolto nel cimitero delle Porte Sante. Sul luogo della sepoltura fu posta la seguente scritta: «Albano Tomaselli di Strigno – pittore – tutto bizzarie, fervori, speranze – morto a Firenze di 23 anni – mentre il genio dell’arte promettendogli gloria e allegrezza – gli sorrideva. Qui nel composero la salma – una sera piovosa e cupa – gli amici». Il suo paese d’origine, Strigno, nel 1887 pose una targa commemorativa sulla facciata della sua casa natale. Dal 2011 porta il suo nome la biblioteca comunale di Strigno.

Albano Tomaselli - Ritratto

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