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Attualità Rapporto Coop 2022 Sebastiano Corona

Durano solo 24 ore e sono una via di mezzo tra un diario di bordo e un fl usso di coscienza, potente strumento di condivisione e racconto. Come le storie di Beppe Romeo (@bepperomeoo), meat infl uencer e ambassador di @worldbeststeakrestaurants, tra le quali ogni mese selezioniamo un’immagine per noi forte e signifi cativa. Qui Beppe è in missione nella capitale londinese, più precisamente al Borough Market da The Ginger Pig, butchery e ristorazione creati nel 2003 da Tim Wilson (thegingerpig.co.uk). Questo scatto racconta il lavoro che c’è dietro alla fi losofi a di The Ginger Pig e del suo creatore: cosa signifi ca davvero il “buon” allevamento degli animali, la selezione delle migliori razze e un’attenzione maniacale ai temi del benessere. Tutti elementi che si ritrovano nel piatto e nella marezzatura, vera e propria “ossessione” di Beppe (photo © instagram.com/bepperomeoo).

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Rapporto Coop 2022

Dopo la pandemia gli Italiani si trovano di nuovo sconvolti da guerra e infl azione. Le tre variabili insieme proiettano il Paese verso un pericoloso “nuovo mondo”. Ma, pur presi dalle diffi coltà economiche, si adattano ripartendo da se stessi e risparmiando come si può. Con un nuovo mantra: nessuno tocchi il cibo!

di Sebastiano Corona

COOP presenta l’anteprima digitale del Rapporto annuale 2022, dipingendo, ancora una volta, un quadro preciso di fatti e sentimenti che stanno infl uenzando, nel bene e nel male, la vita degli Italiani e le relative abitudini personali, familiari e professionali. Non era infatti suffi ciente la tempesta perfetta che si è creata negli ultimi anni tra pandemia, crisi climatica e guerra. Quando pensavano di aver superato il peggio, gli Italiani si sono ritrovati a fare i conti con un nemico che credevano di aver abbattuto una volta per sempre una quarantina di anni fa: dagli anni ‘80 non si vedeva un’infl azione galoppante come quella che si registra in questi giorni e che — tra l’altro — non sembra destinata ad arrestarsi nel breve e medio periodo.

Ma, in uno scenario di per sé cupo e preoccupante, si teme l’incalzare di un nuovo mondo in cui la democrazia è sempre più a rischio (il 40% del PIL globale arriva da Paesi non liberi), aumenta la povertà alimentare, il commercio internazionale decresce e il clima è diventato un’emergenza. Questi i primi elementi portati all’evidenza dal Rapporto Coop 2022, presentato nelle scorse settimane.

Già la pandemia aveva aperto la strada ad una nuova epoca di scarsità, ma l’offensiva della Russia nei confronti dell’Ucraina ha creato un effetto recessivo immediato sull’economia mondiale. Il PIL globale sconta un ribasso dal +5,7% del 2021 al +2,9% previsionale del 2022. E per l’Italia le ipotesi di crescita del PIL si attestano al +3,2% per il 2022 e al +1,3% per l’anno prossimo. La Banca d’Italia, inoltre, non esclude il ritorno ad un PIL in negativo nel 2023 (–2%). La doppia dipendenza dell’Europa dall’area del confl itto (gas e commodities alimentari) ha fatto im-

Il biennio 2022 e 2023 potrebbe essere il più diffi cile della storia della Grande Distribuzione Organizzata in Italia. Da un lato, infatti, le imprese retail devono fare i conti con l’eccezionale rincaro dei listini industriali e l’esplosione del caro energia, che le tocca direttamente e indirettamente. Dall’altro, con le diffi coltà della domanda fi nale e con la necessità di attutire l’eff etto sulla capacità di acquisto del consumatore.

pennare l’infl azione. Nel Belpaese il dato a doppia cifra del +7,8% nel 2022 ci fa ritornare al 1985 quando era di +9,2% e per alcuni segmenti di consumo la macchina del tempo dei rincari richiama epoche ancora più lontane. Così l’incremento dei prezzi per le spese di abitazione e utenze torna ai livelli del 1980 e per i trasporti al 1984. La perdita media del potere d’acquisto delle famiglie nel 2022 è stimata per 2.300 euro circa, tanto peggio se si vive da soli.

A questo si stanno preparando gli Italiani secondo il Rapporto Coop 2022, sebbene la maggior preoccupazione sia l’emergenza della crisi climatica. Il 38% ritiene infatti che il prossimo accadimento epocale sarà dovuto proprio a questo, il 56% pensa che questo problema debba avere la priorità a livello nazionale e internazionale ed è ancora il tema ambientale ad avere il maggiore impatto sullo stato d’animo: lo afferma il 39% (11 punti percentuali in più rispetto ai timori generati dalla guerra in Ucraina).

Per il momento — ma forse unicamente perché ne abbiamo visto solo i primi timidi effetti — i temi

ambientali arrivano prima anche

della pur temuta infl azione. Tutto questo vale a far attuare alla maggioranza del campione comportamenti ecologicamente corretti, facendo del non spreco la propria religione. D’altronde, la questione energetica bussa con estrema insistenza alla porta d’Italia e d’Europa e, benché sia un allarme condiviso, è un fatto che pesi tanto più sul nostro Paese dove commercialmente, ma anche nell’immaginario collettivo, la Russia gioca il ruolo di convitato di pietra.

Al netto delle ideologie, il pro-

blema più urgente è quello della

bolletta, che non solo è lontano dall’essere risolto, ma pesa ogni giorno di più sulle famiglie già a corto d’ossigeno. Il 57% infatti dichiara già oggi la diffi coltà di pagare l’affi tto e il 26% pensa di sospendere o rinviare il pagamento e, limitando il campo a luce e gas, un Italiano su 3 entro Natale potrebbe non essere più in grado di coprire le spese relative alle utenze. Essere le formiche d’Europa e risultare ultimi nella classifi ca di chi dichiara di spendere di più per godersi il presente (lo sostiene solo il 40% degli Italiani a fronte del 46% degli Inglesi e del 44% di Tedeschi e Francesi) non basta più, né è suffi ciente l’austerity energetica che le famiglie sembrano aver messo in campo per risparmiare. Il 41% si dichiara già molto attento ad accendere le luci il meno possibile, il 30% è già orientato a ridurre il riscaldamento domestico e molti sono gli Italiani che da qualche tempo attuano un uso razionale e controllato degli elettrodomestici. L’Italia del 2022 si scopre a conti fatti un Paese più vulnerabile, con la classe media sempre più in diffi coltà, una parte che rimane indietro (24 milioni che nel 2022 hanno sperimentato almeno un disagio) e una netta crescita dell’area della povertà vera e propria (+6 milioni nell’ultimo anno).

Per converso, nel post pandemia cresce agli antipodi il mercato del lusso: +46% le compravendite di case il cui valore supera un milione di euro (2021 vs 2020), +16% le immatricolazioni di auto di valore (primo semestre 2022 vs 2021), con un aumento pari a +36% della ricchezza posseduta dai pochi ma rappresentativi Paperoni d’Italia (2022 vs 2019).

La forbice tra chi ha poco e chi troppo si divarica in maniera sempre più evidente e in un futuro sospeso che il 48% dipinge come instabile e precario ecco che ricompaiono le

grandi rinunce: non si comprano le auto (–32% la variazione in negativo fra 2022 e 2019) né gli elettrodomestici, neanche la nuova casa (più di 10 milioni sono intenzionati a rimandare). Gli Italiani compressi tra i prezzi che aumentano e i salari che rimangono inchiodati ad un +0,8% vedono scivolare in basso il loro potere d’acquisto e hanno già iniziato a cercare con insistenza altre possibili vie d’uscita. I più avveduti (68%) hanno già avviato la loro personale spending review, il

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