3 minute read

Alla bolognese Giorgia Fieni

Oggi il 53% degli Italiani intervistati da Doxa per UNAItalia mangia il pollo arrosto con le mani con le mani, soprattutto a casa e in famiglia (59%), ma il 64% degli Italiani sarebbe disposto a farlo se il Galateo lo autorizzasse (il 29% anche in una cena romantica o formale). Tanto che il 72% è convinto che il celebre slogan “Chi non si lecca le dita gode solo a metà”, si addica appieno anche a questo piatto perché “la sapidità rimane sulle mani e l’esperienza deve essere totale” (49%) e “fa tornare bambini” (33%).

con le mani è anche condividere. C’è una complicità tra noi che ci sediamo a tavola e partecipiamo ad un’esperienza; usarle esprime fi ducia nei commensali» (fonte:

Advertisement

MUGARITZ).

O lo chef DAVID CHANG, per ESQUIRE “tra le 75 persone più infl uenti del XXI secolo”, e la sua una magistrale ostrica di pollo fritta, da mangiare con le mani come se fosse un chicken nugget.

O ancora l’italiana Cristina Bowerman (1 stella Michelin), ideatrice del menù “tutto con le mani” e del piatto del #polloarrostoday 2022 “Pollo arrosto con kimchi di pesca — ricetta di origine coreana fatto con pesche fermentate e spezie — e insalata con parisienne di pesche”. Un piatto avvolgente in cui i bocconi di coscia arrosto croccante vanno pucciati in una salsa di pesca fermentata frizzante, sapida e speziata. «Mangiare con le mani è il gesto più intimo che c’è: coinvolge tutti i cinque sensi e abbatte ogni elemento di separazione tra noi e il cibo» ha dichiarato Bowerman. «E si addice perfettamente al pollo, alimento centrale per la nostra dieta, tra le carni più salutari. Tanto che nei prossimi mesi servirò quattro menù a sera basati solo sul pollo: tutte le parti del pollo in tante ricette diverse».

Mangiare con le mani aumenta il gusto del cibo In occasione del Pollo Arrosto Day, l’Accademia italiana del Galateo ha riscritto le regole dell’assaggio in un manifesto con 10 spunti e consigli per gustare il pollo arrosto con le mani (si veda box a pagina 105): si va dal non farlo mai al primo appuntamento, al mettere a proprio agio i commensali, come fece la regina Margherita (che afferrò una coscia di pollo per mettere a proprio agio lo zar Nicola I in diffi coltà nel disossare il pollo); al gustarlo con tre dita, come faceva la nobiltà rinascimentale. Ma senza alzare il mignolo.

Un dilemma antico NORBERT ELIAS, il più importante sociologo sulle maniere, sosteneva che l’introduzione delle posate sulle tavole non fosse dovuta a motivi igienici, ma serviva a creare una separazione tra l’uomo e il cibo, per allontanare la pantagruelica voracità.

Un’intuizione accertata anche dalla scienza Secondo uno studio della STEVENS UNIVERSITY di New York, pubblicato sul JOURNAL OF RETAILING,

“toccare il cibo direttamente con le mani migliora l’esperienza sensoriale e aumenta le valutazioni edoniche del cibo nei consumatori dotati di autocontrollo”.

Le percezioni tattili aumentando la soddisfazione della masticazione spingerebbero l’encefalo a ritenere il cibo più gustoso di quanto accade usando le posate. Ma occhio alla linea, perché porterebbe anche a mangiare di più.

Altri studi come quello dell’Università di Nottingham dei ricer-

catori ELLEN TOWNSEND e NICOLA PITCHFORK pubblicato sul BRITISH AMERICAN JOURNAL (2012) e ripresi dal GUARDIAN sostengono che permettere ai bambini di alimentarsi da soli con le mani, con una selezione di cibi solidi a portata di mano fi n dall’inizio dello svezzamento (approccio baby-led), anziché al cucchiaio con pappe, faccia bene ed abitui a mantenere uno stile di vita alimentare sano ed equilibrato quando si diventerà adulti. “I nostri risultati — riporta lo studio — suggeriscono che i bambini svezzati con l’approccio baby-led imparano a regolare l’assunzione di cibo in un modo che porta a un IMC più basso e a una preferenza per alimenti sani”.

Maggior benessere ma senza la pelle Da non trascurare l’aspetto nutrizionale delle carni bianche che infl uiscono anche sul buonumore. Per il professor LUCA PIRETTA, nutrizionista e gastroenterologo dell’Università Campus Biomedico di Roma: «Le carni bianche, come pollo e tacchino, oltre ad essere ricche di proteine nobili e ad avere pochi grassi, e tra questi prevalgono quelli buoni come Omega-6 e Omega-3, contribuiscono ad aumentare il benessere perché sono ricche di triptofano, che poi si converte in serotonina, importante per il buonumore. Sono leggere e nutrienti, non appesantiscono o rallentano la digestione. E sono indicate in qualunque fascia d’età, dai bambini agli anziani. Per il pollo arrosto fate attenzione alla pelle, che è grassa e sarebbe meglio eliminarla».

This article is from: