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Alimenti surgelati, nuovo “record” dei consumi

Come sempre accade in questa stagione, il caldo estivo ha limitato gli acquisti dei tagli del quarto anteriore, ma quest'anno la scarsa off erta permette di mantenere stabili i prezzi evitando il consueto calo stagionale. Inoltre, la prospettiva di una stagione turistica senza sostanziali limitazioni, sta aumentando la domanda da parte della ristorazione e del “fuoricasa” in genere.

Grafi co 11 – Indice del clima di fi ducia per la zootecnia da

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carne e prospettive future su dinamica degli aff ari

Fonte: Ismea.

stessi livelli dell’analogo periodo dell’anno precedente (+0,4%), confermando un incremento rispetto al periodo pre-Covid (media 2018-19) del 10%. Si tratta di un aumento del-

la spesa cui però non si accompagna un aumento dei volumi acquistati,

che anzi sono in contrazione.

Per tutti i prodotti, compresi quelli carnei, la dinamica dei volumi nel carrello è proporzionale e opposta a quella della spesa. Per quanto riguarda le carni, in particolare, la spesa nel primo pentamestre è in aumento del 3%, con volumi in contrazione del 4,6%.

A sostenere l’incremento di spesa sono soprattutto le carni avicole, che con una spesa a +7,5% vedono però i volumi in contrazione dell’8%, per compensare gli incrementi dei prezzi che hanno superato per alcune referenze (le più pregiate tipo il petto di pollo) il 16%. Per quanto riguarda le carni bovine la spesa nei primi cinque mesi è in linea con quella dello stesso periodo 2021 (+0,1%), ma i volumi sono in contrazione del 5,6%, confermando una tendenza che già si era registrata nel 2021 (–2,1%) ma che si distingueva, tuttavia, dalla situazione attuale per i volumi delle vendite in positivo 5,4% rispetto alla situazione pre-Covid.

Pur in una fase di ritorno alla normalità e a vecchie abitudini, i prodotti alternativi alla carne a base vegetale sono arrivati a rappresentare il 4% della torta delle “carni” totali, con una dinamica espansiva che ha ritmi piuttosto

vivaci. Infatti, dopo il +21,6% dello scorso anno, segnano nel primo frangente 2022 un ulteriore +14,8%. Si tratta di incrementi percentuali resi facili dalle piccole dimensioni del mercato che, tuttavia, sono in grado di fornire indicazioni chiare sulle tendenze espansive di questa nicchia (Grafi ci 9 e 10). Riguardo le tipologie merceologiche, il 56% dell’offerta è rappresentato dalla voce “bovino adulto”, che raccoglie insieme senza distinzione la carne di vitellone e quella di altri bovini adulti. Tale categoria accusa più marcatamente la contrazione delle vendite in volume (–8,2%), seguita dalla carne di vitello, che rappresenta un terzo delle vendite in volume e che fl ette del 6,8%; sempre positiva

invece la performance per la carne

di scottona: +19%.

Prospettive

L’indice del clima di fi ducia degli agricoltori alla fi ne del primo trimestre 2022 segna un netto peggioramento con un saldo di risposte negative del 25%. Mentre le attese per gli affari futuri (fra 2/3 anni) sono solo in leggero peggiora-mento rispetto all’ottimistica visione di fi ne dicembre e restano comunque in terreno positivo (+1,3%), le attese per gli affari correnti crollano al -45%. A preoccupare gli allevatori sono soprattutto gli aumenti dei prezzi delle materie prime, che associati, alla perdita di potere di acquisto dei consumatori, potrebbe rilevarsi un evento catastrofi co per un settore da tempo in equilibrio precario.

Le prospettive del settore appaiono quanto mai complesse da decifrare in un contesto fortemente caratterizzato sia da elementi auspicabilmente più congiunturali, come il dover far fronte a costi di produzione elevatissimi, così come da elementi di più lungo periodo, come l’individuazione delle esigenze driver delle scelte del consumatore, degli orientamenti della politica e individuare il modello di allevamento nazionale in grado di coniugare la risposta a queste esigenze con la redditività aziendale.

Sul fronte dei costi di produzione, fortemente connessi al mercato dei cereali e della soia, la situazione dovrebbe diventare parzialmente più chiara nel giro di un paio di mesi allorquando sarà più chiaro il quadro della disponibilità sia a livello nazionale che internazionale e i mercati recepiranno tali indicazioni sulle quali, tuttavia, al momento permangono molti dubbi, soprattutto per ciò che concerne il mais nazionale, le cui produzioni potrebbero risentire pesantemente degli effetti della terribile siccità che, soprattutto nelle aree di produzione più tradizionali si sta facendo sentire in maniera eccezionale.

Fonte: Tendenze Bovino da carne Luglio 2022, Ismea Responsabile: Fabio Del Bravo Coordinamento tecnico:

Michele Di Domenico

Redazione: Paola Parmigiani redazione@ismea.it www.ismeamercati.it

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Alimenti surgelati, nuovo “record” dei consumi

Nel 2021 raggiunti i 16 kg pro capite. Si consolida la crescita del Retail (+1,7%) e riparte con forza il Fuoricasa (+19,6%)

Per gli Italiani il cibo rappresenta molto di più di una semplice necessità. Per tutti è divenuto sinonimo di soddisfazione e piacere, di condivisione e convivialità, di salute e cura di sé. Valori che hanno guidato le scelte alimentari dei nostri connazionali anche nell’ultimo anno, premiando il comparto dei prodotti surgelati che ha registrato numeri senza precedenti, con una crescita di oltre il 5% sul 2020, per un consumo complessivo che supera le 940.000 tonnellate, attestandosi a quota 941.561. Un successo che è valso un nuovo “record” di consumo pro capite di questi prodotti, salito a 16 kg (contro i 15,2 kg del 2020). Determinante nella crescita non solo il risultato ottenuto dal Retail, che è aumentato dell’1,7% a volume, ma soprattutto dal Fuoricasa, ripartito con un incremento del 19,6% dopo il brusco crollo del 2020 (–37%), causato dal lockdown e dalle chiusure forzate della pandemia. Sono queste le evidenze più signifi cative del “Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati” di IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, che ha fotografato l’andamento del settore in Italia nel 2021.

«Lo scorso anno è stato ancora una volta molto importante per i consumi dei prodotti sottozero», spiega GIORGIO DONEGANI, presidente IIAS. «Abbiamo avuto l’ennesima conferma di come i surge-

lati siano diventati parte integrante delle scelte alimentari di tutti gli

Italiani, grazie ai loro numerosi e unanimemente riconosciuti punti di forza: • l’alto livello qualitativo delle materie prime; • l’elevato apporto nutrizionale; • la sempre più vasta ampiezza della proposta; • l’enorme praticità d’uso; • la disponibilità costante in ogni periodo dell’anno; • la grande valenza anti-spreco; • in generale, la rispondenza alle crescenti esigenze di consumo sostenibile.

Tutto il settore — assicura Donegani — è oggi fortemente impegnato a garantire, alla crescente platea di consumatori sempre più propensi a portare abitualmente alimenti surgelati sulle proprie tavole (per oltre 9 Italiani su 10 è una consuetudine radicata), prodotti di alta qualità e con prezzi accessibili, anche nel manifestarsi di scenari internazionali sfavorevoli e non privi di allarme». Il 2022 si è aperto con non poche criticità:

l’aumento dei costi delle materie prime e soprattutto dell’energia, insieme alle crescenti diffi coltà di approvvigionamento provocate da eventi climatici estremi (siccità) e ai notevoli problemi incontrati dalla logistica e dai trasporti a livello globale, mette in grande diffi coltà l’intera industria alimentare (e non solo), compreso il settore dei surgelati.

Dal punto di vista dell’andamento dei consumi, i primi mesi del 2022 hanno segnato una leggera frenata del canale Retail, peraltro ampiamente attesa dopo due anni di aumenti straordinari (quasi +14% a volume nel periodo 2020-2021 rispetto ai valori pre-Covid), con ottima tenuta dell’indice di penetrazione dei surgelati negli acquisti delle famiglie italiane verifi catosi nel periodo della pandemia. Prosegue, inoltre, la ripresa dei consumi fuori casa, a sua volta incoraggiata dagli ulteriori allentamenti delle misure restrittive.

Surgelati: un valore di mercato che oscilla tra 4,6 e 4,8 miliardi di euro, in crescita del 5,3%

Nel 2021, i surgelati hanno proseguito il cammino di crescita già iniziato negli anni precedenti, attestandosi su un valore di mercato che oscilla tra i 4,6 e i 4,8 miliardi di euro, pari al +5,3% rispetto al 2020. A contribuire a questo importante risultato, da un lato, il mercato Retail, che ha superato le 605.000 tonnellate (+1,7% vs. 2020) arrivando a coprire il 66,4% del valore di mercato; dall’altro, il Fuoricasa, che con la sua ripartenza, ha toccato le 240.000 tonnellate (registrando un +19,6% dopo il drammatico –37% del 2020). Una ripresa però ancora ben lontana dai valori pre-pandemia e che necessita ora di essere consolidata.

Si attesta su quota 96.000 tonnellate il dato complessivo delle vendite e-commerce e door-to-door, che oggi rappresentano circa il 10% di tutti i consumi di surgelati in Italia, con signifi cativo incremento delle vendite on-line, che dopo gli aumenti record del 2020 hanno continuato a crescere, nel 2021, di un +20,6% a volume e un +17,4% a valore.

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