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PROTEGGI LO STOMACO E NON TI AMMALI PIÙ

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Bimestrale Ottobre/Novembre 2017 Numero 2 - € 9,90 Italia P.I. 11/10/2017

Nuovo

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO/MI

Speciale

PROTEGGI LO STOMACO E NON TI AMMALI PIÙ

ELIMINA ACIDITÀ, GASTRITE E REFLUSSO COMBINAZIONI ALIMENTARI Come abbinare i cibi fra loro per salvare stomaco e intestino INTEGRATORI ENZIMATICI Evitano fermentazioni e disturbi digestivi. Scopri quali scegliere e come usarli VIA ANSIA E STRESS I rimedi naturali e le tecniche psicosomatiche per evitare di somatizzare le tensioni ZENZERO E BICARBONATO I migliori digestivi naturali per dire addio a gonfiori, nausea e pesantezza CATTIVA DIGESTIONE Tutte le novità per curarla e prevenirla senza farmaci

DISINFIAMMA LA MUCOSA GASTRICA

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Il programma alimentare, i cibi e le cure dolci che ci fanno finalmente digerire bene 27/09/17 16:18


SOMMARIO

ANATOMIA E FUNZIONI

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La fabbrica che trasforma il cibo

Una trasformazione alchemica Il percorso della digestione

Miliardi di operai al nostro servizio Per scomporre i cibi servono gli enzimi

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Dal cibo la prima cura per lo stomaco

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Per una buona digestione devi fare così

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A fare la differenza è anche il momento in cui si mangia

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I menu giusti per non soffrire più

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Cura il fegato per digerire bene

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Ecco le piante ad azione sfiammante

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Le tisane per facilitare il lavoro dello stomaco

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Pancia gonfia: spesso è colpa della dispepsia

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Reflusso: l’ondata di amarezza che irrita la gola

Stop al peso sulla pancia Ogni cibo ha la sua ora Nutrirsi bene fin dal mattino Gli organi garanti della digestione I farmaci “green” Benessere in tazza Quando il problema è nell’intestino Quando la valvola va in tilt I cibi che ti rendono meno acido

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Basta agrumi, aceto e cioccolato

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Il programma se il bruciore si irradia

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L’indigestione: quando si esagera con il cibo

La dieta da seguire Segnali diversi da persona a persona

Le diverse forme del disturbo La gastrite: quando lo stomaco brucia

La prima cura è a tavola Ecco quali sono i cibi sì e i cibi no

Come ridurre il disturbo Le regole d’oro: 5 pasti e masticazione lenta

La dieta perfetta contro l’acidità

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Mangiare bene: un rimedio naturale contro il bruciore

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La terapia naturale subito efficace con piante e integratori

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Fai così per scaricare la tensione

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Quando è dovuta a un’infezione batterica

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Anatomia e fisiologia

I cibi Sì e i cibi No

La cura senza farmaci A fine giornata ritrova la calma Helicobacter pylori: l’ospite inatteso Le cause possono essere tante Cattiva digestione: via i pesi dallo stomaco

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meglio prevenirla Evita gli errori che “offendono” lo stomaco

il piano detox post abbuffata 24 ore di digiuno sono la migliore cura

mangi troppo? fai così

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I raptus di fame si evitano con l’aiuto della Natura

l’interpretazione simbolica Il reflusso: il rospo che non riesci a ingoiare

l’interpretazione simbolica L’ulcera: la ferita nello stomaco dei non amati

cosa ti fa stare meglio Alleggerisci la morsa imparando a dire di No preVenzione

cosa fare in caso di ulcera Come sconfiggere la lesione dello stomaco

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aLLeati DeLLo stoMaCo

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curare la salute dello stomaco Gioca d’anticipo per prevenire le forme tumorali MaGiCi enziMi

l’antiacido naturale Il bicarbonato: all’occorrenza, per un sollievo veloce

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la spezia amica dello stomaco Lo zenzero: la radice pungente e curativa

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come farne scorta Aumenta il consumo di enzimi naturali

gli integratori enzimatici Gli alleati per digerire e contro le intolleranze

il succo antinfiammatorio L’aloe ripara i danni della mucosa lesionata

il superfrutto tropicale digestivo La papaia contrasta i danni delle diete iperproteiche

i frutti amici L’ananas: nel suo gambo la bromelina sfiammante LettUra psiCosoMatiCa

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l’interpretazione simbolica La digestione lenta: quando non si manda giù la propria vita

l’interpretazione simbolica La gastrite: il fuoco che arde nello stomaco

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Direttore responsabile Vittorio Caprioglio Direttore Scientifico Raffaele Morelli Direttore Generale Liliana Tieger Progetto grafico Roberta Marcante Impaginazione Roberta Marcante Redazione Stefania Conrieri Immagini Fotolia, 123rf, ShutterStock Direttore Pubblicità Doris Tieger Ufficio Pubblicità Luisa Maruelli, Ugo Scarparo

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Stampato in Italia da: Rotolito Lombarda s.p.a. 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Distribuzione per l’Italia: So.Di.P “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Autorizzazione del Tribunale di Milano n°x del 225 del 19.07.2017 ISSN 2532-6554 Associato a:

Riza Speciale cita i nomi commerciali di prodotti fitoterapici, omeopatici o farmaci per completezza di informazione e per libera scelta della redazione. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.

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anatoMia e FisioLoGiaaLCHeMiCa Una trasForMazione

il percorso

della digEsTionE Tutto parte dalla bocca e finisce all’intestino dove i nutrienti vengono assorbiti MASTICARE BENE SALVA LA DIGESTIONE Secondo un recente studio cinese coordinato da Jie Li dell’Università di Harbin, uscito sulla rivista “American Journal of Clinical Nutrition”, aumentando il tempo di masticazione per ogni singolo boccone, si dilatano i tempi del pasto e quindi si raggiunge il senso di sazietà ancora prima di finire la pietanza. 8

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el processo digestivo lo stomaco svolge tre importanti funzioni: funge da “deposito” dei materiali ingeriti, si occupa della demolizione e dello “sminuzzamento” dei cibi residui e infine procede a una serie di trasformazioni chimiche delle sostanze contenute negli alimenti. La prima funzione di deposito è assicurata dalla natura estensibile dello stomaco che può dilatarsi fino a raggiungere una capienza di 4 litri. Dopo che tutto il cibo è stato immagazzinato al suo interno lo stomaco comincia a contrarsi, producendo dei movimenti che in medicina sono chiamati “onde peristaltiche”. In alcuni punti le pareti dello stomaco si stringo-

no fino ad assumere un calibro di pochi millimetri e, di conseguenza, il cibo viene letteralmente “tritato”. Nell’ultima fase, invece, gli acidi e gli enzimi cominciano ad “aggredire” le molecole di cibo trasformandole in sostanze utili per il corpo. È solo all’interno dell’intestino, però, che si completa il processo digestivo. Le pareti intestinali, infatti, assorbono la maggior parte delle sostanze prodotte dalla digestione, immettendole nella circolazione sanguigna. Vediamo quindi nel dettaglio le diverse tappe del viaggio del cibo all’interno del nostro corpo.

la prima Tappa: in Bocca La prima tappa della digestione avviene nella bocca, dove gli alimenti vengono sminuzzati dai denti e umidificati contemporaneamente dalla saliva, fino a diventare una poltiglia chiamata “bolo”. La saliva ricopre un ruolo molto importante, dato che è ricca di enzimi dige-

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la discEsa nEllo sTomaco Il bolo scende quindi nello stomaco attraverso l’esofago. Le cellule dell’esofago sono lisce e costantemente irrorate da parte di speciali ghiandole con secrezioni utili a facilitare lo scorrimento del bolo alimentare verso il basso. Al termine della parte dell’esofago, a livello dello stomaco, è presente una valvola, lo sfintere esofageo, che si rilassa quando il cibo deve entrare nella sacca dello stomaco e si richiude prontamente per evitare che il contenuto acido dello stomaco risalga lungo le pareti, aggredendo le cellule che non sono debitamente attrezzate contro un’aggressione chimica acida. Il bolo resta nello stomaco per un periodo che varia dalle 2 alle 4 ore durante le quali subisce numerose trasformazioni chimiche grazie all’azione dei succhi gastrici. Dopo l’assorbimento la massa alimentare prende il nome di chimo.

il passaggio nEll’inTEsTino Il passaggio successivo prevede poi il trasferimento dei cibi semidigeriti dallo stomaco all’intestino, e in particolare al duodeno, il primo segmento di quest’organo. Nel duodeno continua il processo di digestione del cibo prima della sua assimilazione vera e propria. In questo segmento sono accolti i secreti biliari che servono a emulsionare i grassi. Il cibo passa poi nella parte di intestino tenue chiamata digiuno dove inizia l’assorbimento delle sostanze nutritive contenute nel cibo. A ogni segmento intestinale corrisponde una specializzazione diversa: ci sarà il tratto in cui sono assorbite le proteine, quello delle vitamine, quello in cui viene assorbita l’acqua, quello in cui vengono elaborate le scorie che verranno poi eliminate con le feci. La capacità di assorbire i nutrienti è determinata dalla specializzazione delle cellule intestinali che si ripiegano in strutture microscopiche chiamate villi.

LA SECREZIONE GASTRICA È una funzione fondamentale neuromediata: il sistema nervoso può attivare la secrezione di succhi gastrici anche solo con il pensiero o la percezione olfattiva (o visiva) del cibo. La produzione di succhi gastrici non deve essere eccessiva, altrimenti si rallenta il processo digestivo.

i TEmpi dEl procEsso sono VariaBili Tutto il processo di digestione ha tempi che variano molto da persona a persona e in base agli alimenti che sono stati ingeriti, al tipo di cottura e alle combinazioni alimentari. Anche lo stato di salute del colon determinata la capacità minore o maggiore di assorbire l’acqua.

stivi, i quali aiutano a scindere il cibo in componenti più piccoli e assimilabili (cioè utilizzabili dal nostro organismo). L’amilasi salivare è il primo enzima che entra in azione avviando già nella bocca la disgregazione del cibo nelle sue varie componenti e in particolare degli amidi, che vengono scomposti in zuccheri più semplici.

un meccanIsmo perFetto Per evitare che gli acidi possano danneggiare la mucosa, le cellule epiteliali secernono una soluzione ricca di bicarbonato, che ricopre le pareti interne dello stomaco e crea una barriera protettiva. Il bicarbonato è alcalino e neutralizza gli acidi prodotti dalle cellule parietali. Però se l’organismo ha introdotto per troppo tempo alimenti acidificanti e si crea uno stato di iperacidità, questo sistema di difesa può non essere sufficiente. In questo caso possono verificarsi delle ulcere gastriche, che segnalano proprio il deterioramento dei tessuti gastrici a causa dell’acido in eccesso.

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LA PRIMA CURA È A TAVOLA

ecco quali sono

i CiBi sÌ e i CiBi no Sono consigliati tutti i cibi leggeri e ricchi di betacarotene: carote, meloni e zucca. Il vero toccasana è rappresentato dal succo di cavolo crudo il sUccO di verza e Patate Un toccasana per la mucosa gastrica è il centrifugato di patata e verza crude cui si può aggiungere un cucchiaino di liquirizia (radice) in polvere (si trova in erboristeria). Bevilo dopo i pasti principali.

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pesso il primo responsabile della comparsa dei disturbi gastrici è proprio il cibo. Per prevenire o ridurre i sintomi della gastrite, è utile quindi seguire a tavola alcuni preziosi suggerimenti e tentare di identificare i cibi dannosi e quelli benefici. Quindi in presenza di inappetenza, nausea, dispepsia (cattiva digestione), vomito ripetuto e bruciore allo stomaco, uno dei primi provvedimenti da prendere è quello di modificare subito le proprie abitudini alimentari.

i CiBi giUsti CHe spengono Le Fiamme Il continuo aumento dell’acidità nello stomaco è una delle condizioni che favoriscono, a lungo andare, anche l’insorgere dell’ulcera. L’alimentazione, in questo caso, dovrebbe essere principalmente calmante e rinfrescante. Ecco gli alimenti migliori da consumare in caso di gastrite.

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• Pesce fresco - I cibi ricchi di Omega 3, come appunto il pesce frsco, esercitano un’azione antinfiammatoria sulla mucosa dello stomaco. Prediligi i pesci “magri” come sogliole, triglie, trote, orate e nasello, che si digeriscono in 2-3 ore. • Yogurt greco e kefir probiotici - Tra i cibi consigliati c’è lo yogurt greco bianco e magro. Ottimi anche il kefir e altri cibi fermentati (crauti, miso, tempeh ecc.) contenenti probiotici che inibiscono lo sviluppo dell’Helicobacter pylori e promuovono l’equilibrio della flora gastrointestinale. • Orzo - Aiuta ad attenuare i bruciori di stomaco e ha un effetto calmante anche a livello intestinale grazie alla sua azione antinfiammatoria. Le sue fibre stimolano la peristalsi. Inoltre ha poco glutine. • Riso integrale - È l’alimento migliore per contrastare le infiammazioni acute del tratto digerente grazie agli amidi che libera nello stomaco proteggendo le cellule della parete interna.

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GLI ALTRI ALLEATI

tor Garnett questo centrifugato verde era ancora più efficace se si associava il cavolo verde (o rosso) con quattro coste di sedano e due carote fresche. Carote e zucca - Svolgono un effetto cicatrizzante sulla mucosa e aiutano anche a regolarizzare l’intestino. Si consiglia di consumare le carote al vapore per renderle più morbide e in grado quindi di assorbire meglio l’eccesso di acidi prodotti dallo stomaco durante il processo digestivo. Sono inoltre preziosi per mantenere l’integrità della barriera mucosa tutti i cibi ricchi di betacarotene (zucca, melone, albicocche, broccoli) e di vitamina E (germe di grano, semi oleosi). Finocchi - Sono gli ortaggi che meglio si sposano con le esigenze di una buona digestione; questo perché contengono buone quantità di anetolo, che ha proprietà antisettiche e sfiammanti. Insalata verde - È di aiuto in caso di gastrite perché contiene molti enzimi che velocizzano i processi digestivi. Consumala come antipasto. Più in generale sono consigliati tutti i cibi ricchi di fibre, fra cui soprattutto vegetali e cereali integrali.

SEI BICCHIERI D’ACQUA A PICCOLI SORSI Chi soffre di disturbi allo stomaco, in particolare di gastrite, dovrebbe bere molta acqua minerale naturale, da un minimo di quattro a un massimo di sei bicchieri da assumere, come una sorta di “flebo” continuativamente nel corso della giornata, a piccoli sorsi e mai tutta in una volta, sempre lontano dai pasti. Bere rappresenta una terapia antidolore.

Mele e banane - A scopo preventivo e curativo, i due frutti migliori per la gastrite sono la banana e la mela. Quest’ultima, in particolare, protegge la mucosa gastrica e favorisce la digestione. L’importante è che venga consumata con la buccia oppure come succo o come infuso. Anche il succo di mele e le mele essiccate sono consigliati a chi soffre di disturbi gastrici. Patate e lattuga - Le patate e la lattuga sono un toccasana in caso di gastrite e di cattiva digestione, mentre la mandorla è molto efficace contro gli spasmi. Succo di cavolo crudo - Grazie all’elevato contenuto di glutammina, il succo di cavolo crudo risulta una vera e propria terapia contro gastrite e ulcera peptica. Negli anni ‘50 il dottor Garnett Cheney della Stanford University dimostrò i suoi effetti benefici dopo 10 giorni di assunzione della bevanda. Secondo il dot-

GLI ALIMENTI CON CUI COMPORRE IL TUO MENU • Orzo, riso e cereali, patate. • Pane da farine macinate a pietra leggermente tostato, fette biscottate. • Latte (magro e in piccole dosi). • Acqua, da bere a piccoli sorsi, ma non meno di 1,5 litri al giorno. • Pesce fresco (da inserire almeno 3-4 volte alla settimana). • Frutta matura e verdura di

stagione (preferendo quella che abbiamo consigliato). • Olio extravergine di oliva, aggiunto a crudo e dosato con il cucchiaino. • Carni bianche magre (da animali allevati all’aperto) e private del grasso, in modiche dosi. • Miele con un pizzico di cannella: aiuta a contrastare

l’acidità di stomaco. • Ricotta ma anche primosale, fiocchi di latte e grana padano. • Tisane e infusi a base di finocchio, camomilla, malva, liquirizia. • Uova alla coque. • Patate bio cotte in forno con la buccia oppure crude in succo 15 minuti prima dei pasti.

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LE CAUSE POSSONO ESSERE TANTE

cattIva dIgestIone: via i pesi dallo stomaco Il compito dello stomaco non è semplice: esso deve fare i conti con tutta la materia che ingeriamo. Per questo a volte va in tilt attanaglIa depressI e neVrotIcI Le persone più stressate e ansiose sono maggiormente a rischio di cattiva digestione. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna ha dimostrato che divorzio e disoccupazione sono associati alla dispesia. Le donne, avendo un maggior numero di recettori nel tubo digerente, sono generalmente più sensibili al disturbo.

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angiare è umano, digerire è divino, recita un detto. La difficoltà a digerire il cibo è chiamata tecnicamente “dispepsia”, dal greco “dis-pepsis” che significa “cattiva digestione” o “digestione difficile”. Un disturbo molto diffuso: per un italiano su cinque infatti mandare giù un pranzo, anche se non troppo ricco, è una questione problematica. Sebbene talvolta tali manifestazioni possano arrivare addirittura a compromettere lo svolgimento delle normali attività quotidiane, esse non costituiscono di per sé una malattia. I segnali di una digestione difficoltosa ci avvertono semplicemente della presenza di “qualcosa che non va” nel processo digestivo, a livello dello stomaco.

una malattIa tIpIcamente moderna La dispepsia è una malattia moderna del mondo occidentale. Basti pensare che nei Paesi in via di sviluppo praticamente non esiste. La cattiva digestione è legata moltissimo al modo in cui viviamo (fumo, sedentarietà ecc.) e al nostro stile alimentare. Nella maggior parte dei casi infatti si tratta di un disturbo che non ha cause organiche ma è dovuto a ragioni che vanno dalla scarsa motilità gastrica, ai disordini alimentari allo stress. Va comunque esclusa prima di tutto un’eventuale causa organica sottoponendosi, su consiglio medico, a esami specifici: analisi del sangue, ricerca del sangue occulto nelle feci fino alla gastroscopia se serve.

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Chi ha troppi chili Essere in sovrappeso, già di per sé, non è sintomo di una buona capacità digestiva. Denota infatti uno squilibrio nell’alimentazione che ha - con ogni probabilità - causato anche un’alterazione a livello del microbiota intestinale. Le persone sovrappeso tendono più di altre a soffrire di disturbi

soffre di più

alimentari perché l’accumulo del grasso nella fascia addominale crea pressioni interne che non consentono un movimento armonico della muscolatura liscia che governa i movimenti dello stomaco e dell’intestino. Ma non è tutto: sempre la pressione del grasso viscerale determina, mentre si è

I segnali tipici: bruciore e gonfiore Dopo aver mangiato ti senti gonfio e con il ventre pesante. Avverti anche bruciore di stomaco, senso di sazietà precoce e a volte nausea. Hai poi sonnolenza e avverti un calo dell’attenzione. Inoltre tendi ad avere continue eruttazioni. Sono questi i sintomi principali della cattiva digestione. Questi disturbi sono correlati a uno svuotamento gastrico rallentato. Lo svuotamento di un pasto classico con primo, secondo e contorno inizia entro i primi 20 minuti e si completa entro le 2 ore. Se questo tempo si allunga, può manifestarsi un peso sullo stomaco. Anche se non ci si pensa mai, una cattiva digestione può causare carenze nutrizionali. Le vitamine e i sali minerali indispensabili per la vita provengono dalla nostra alimentazione. La dispepsia e l’insufficiente assorbimento del cibo possono provocare deficit di nutrienti e altri disturbi correlati.

seduti per mangiare, una spinta verso l’alto di tutto l’apparato digestivo. In questo modo lo sfintere esofageo quello che dovrebbe tenere isolato l’ambiente acido dello stomaco da quello dell’esofago - rischia di non chiudersi bene e di determinare, quindi, fastidiosi bruciori gastrici.

LA VERA CAUSA... Non sappiamo più mangiare? Per ridurre la dispepsia e i disturbi a essa collegati è opportuno rivedere la propria alimentazione quotidiana. Vanno, per esempio, considerate la propria tolleranza individuale verso diversi cibi, ma anche le dosi ingerite e l’abitudine a introdurre quell’alimento nella dieta. Anche la frequenza dei pasti è importante: è bene che siano 3 al giorno, a intervalli regolari caratterizzati da una buona masticazione e da dosi poco voluminose (senza abbuffarsi solo in un pasto). Va poi considerato l’aspetto del piacere legato al nutrimento. Lo stesso cibo proposto in maniera invitante è tollerato meglio. La famosa acquolina in bocca aumenta la produzione di succhi digestivi. Ansia e stress a tavola invece sono compagni indigesti.

Il ruolo degli ormoni

Spesso è un problema legato allo stress

fianco del pasto in bianco consumato durante un pranzo frugale, ecco un fiorire di piccoli snack, zuccheri e grassi. Lo stress agisce aumentando la secrezione acida da parte dello stomaco e non a caso molte persone che hanno uno stile di vita stressante e soffrono di gastrite. Non è poi raro che la persona sia anche fumatrice. Il fumo rilassa lo sfintere esofageo, peggiorando il reflusso gastrico (le persone stressate hanno di per sé un aumento della secrezione acida), e stimola le funzioni intestinali.

Le difficoltà digestive possono essere provocate anche da uno squilibrio ormonale. È il caso dello sbilanciamento tra estrogeni e progesterone tipico del ciclo mestruale, responsabile di un aumento della motilità intestinale. Le modificazioni ormonali disturbano la digestione anche durante la menopausa.

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L’ansia e lo stress incidono notevolmente sui processi digestivi e lo fanno a più livelli. In primo luogo la persona stressata tende a mangiare in maniera rapida, come se fosse in qualche modo ostaggio di un tempo limitato all’interno del quale vuole assolvere l’obbligo del nutrimento nel più breve tempo possibile. In genere poi le persone molto stressate hanno nei confronti del cibo un atteggiamento ambivalente: il loro desiderio sarebbe quello di appesantirsi il meno possibile e quindi, idealmente, non disprezzerebbero un’alimentazione leggera. Ciò nonostante sentono una fame quasi insaziabile di alimenti ricchi di nutrienti in grado di fornire loro comfort emotivo. Quindi, a

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SEGNALI DIVERSI DA PERSONA A PERSONA

l’indigestione: quando si esagera con il cibo

Assomiglia a una sorta di “avvelenamento”. A provocarla pasti ipercalorici che fanno accumulare scorie nel corpo la tisaNa alla laVaNda I fiori della lavanda sono ottimi digestivi. È possibile sfruttarne le straordinarie proprietà preparando una tisana da gustare a fine pasto. Si versa un cucchiaio di fiori essiccati in una tazza di acqua bollente. Si lascia in infusione per 10 minuti. Si filtra e si beve a piccoli sorsi.

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l senso di pesantezza che dall’addome si irradia a tutto il corpo, la testa grave e un malessere acuto, con bruciori e acidità. Questi sono i sintomi tipici dell’indigestione, una condizione che, almeno una volta nella vita, sarà capitato a tutti di sperimentare. Quando si è mangiato troppo o troppo in fretta, quando il pasto è troppo grasso o troppo speziato, oppure quando si è ecceduto con qualche alimento particolarmente pesante (primi piatti elaborati, dolci, cibi grassi e alcol ma anche pietanze sostanziose e abbondanti ricche di condimenti), non dovremo attendere più di un paio d’ore, prima di avvertire - molto chiaramente - le proteste del nostro organismo “intossicato”,

che partono dallo stomaco, coinvolgono intestino e fegato e ci mettono fuori combattimento per alcune ore, oltre a farci subito pentire di aver esagerato a tavola. Passata la fase acuta, i postumi dell’indigestione possono protrarsi anche nei giorni successivi, con un senso di malessere generale ed eruzioni cutanee fastidiose, che si concentrano soprattutto nell’area del viso, in particolare attorno alla bocca. Nelle prossime pagine della rivista, dopo aver descritto cause e sintomi di questo disturbo, ti daremo tanti consigli per evitarlo e per porvi rimedio senza ricorrere ai farmaci, ma solo con l’aiuto di un’alimentazione depurativa, sana e leggera e di qualche rimedio naturale, privo di controindicazioni per disintossicarsi dagli eccessi alimentari.

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I SINTOMI CLASSICI DA OSSERVARE L’indigestione si manifesta con sintomi più o meno intensi, di durata variabile, che compaiono al massimo un paio di ore dopo il termine del pasto e coinvolgono la parte superiore dell’addome, con dolore sordo oppure bruciore e generale pesantezza.

l’oVerdose a taVola La prima causa di indigestione è l’eccesso alimentare. Quando si mangia troppo, per varie ragioni, lo stomaco e il fegato si sovraccaricano, e il corpo reagisce come reagirebbe a un avvelenamento, obbligando l’organismo, attraverso il malessere, a digiunare e a depurarsi. L’overdose alimentare può essere dovuta a un pasto abbondante, o alla scorpacciata di un singolo alimento o a un periodo di continui stravizi. Pasti troppo pesanti - Eccessi di grassi e sale, non fanno che irritare lo stomaco. Ma anche alimenti più sani, se abbinati male tra loro sono composizioni “killer”.

Ecco, in breve, quali sono i sintomi dell’indigestione, diversi secondo la persona e il tipo di cibo ingerito. • Sapore amaro in bocca. • Addome teso e gonfio. • Stomaco pesante. • Dolore all’alto addome. • Senso di pienezza e di nausea.

• Rigurgito acido. • Eruttazione. • Sensazione di stomaco in fiamme. • Nausea. • Vomito con sudorazione fredda. • Eccessiva salivazione. • Malessere generale. • Mal di testa.

guria ghiacciata, specie se mescolata a gelati o bibite gassate. La fretta di ingurgitare cibo - Quando si mangia troppo in fretta, si incamera una grande quantità di aria inutile e lo stomaco si gonfia a dismisura. Tra l’altro, quando mangiamo con troppa foga, perdiamo la percezione della fame e rischiamo di riempire lo stomaco molto più del necessario. Così, una volta finito il “pasto da lupi”, il ventre è teso all’inverosimile, e non potrebbe contenere più nemmeno uno spillo. ■

Cibi mai assaggiati - Il consumo ripetuto di alimenti che lo stomaco non conosce rappresenta la situazione tipica di chi viaggia all’estero e vuole assaggiare tutto. In questi casi occorre cautela perché potremmo scoprire di essere intolleranti ad alcuni cibi. Prodotti avariati - Quando si ingerisce qualcosa di poco fresco, specie prodotti a base di carne, uova o latticini, può succedere che lo stomaco si ribelli, e si inneschi l’indigestione. In questi casi è più che mai necessaria una dieta depurativa, che aiuti l’organismo a superare velocemente l’“inquinamento” cui è andato incontro. Alimenti troppo freddi - Si può essere soggetti a un’indigestione anche mangiando alimenti troppo freddi. In questo caso, la mucosa dello stomaco (ma anche dell’intestino) subisce un vero e proprio shock termico e si infiamma, provocando tutti i sintomi sopra descritti. Il caso più comune è quello dell’an-

QUANDO È IL CASO DI CONSULTARE IL MEDICO Generalmente un’indigestione non ha conseguenze gravi e si risolve in pochi giorni, talvolta anche in giornata. Per tornare alla normalità basta un periodo di alimentazione controllata e particolarmente leggera. Tuttavia, vi sono casi in cui è bene consultare il medico, quando per esempio vi è dolore toracico o una sensazione di difficoltà al respiro. A volte disturbi cardiaci e digestivi manifestano sintomi apparentemente simili. In caso di indigestione ripetuta e frequente, è utile controllare con esami se il responsabile dell’indigestione possa essere il batterio noto come Helicobacter pylori.

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L’INTERPRETAZIONE SIMBOLICA

l’ulcera:

la ferita nello stomaco dei non amati Il bisogno di essere amati è un sintomo di questo disturbo. Si ha fame di attenzioni e accudimento Fame Di ciBo e Di amore Il bisogno di essere amati è un sintomo sia dell’ulcera gastrica che della gastrite: è come se avessimo sempre fame. Lo stomaco si prepara simbolicamente all’arrivo di un cibo che gli viene negato. Abbiamo fame di amore, riconoscimenti, attenzioni, parole buone dette dalle persone a cui teniamo.

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ulcera è come una “coltellata”, una ferita interiore che abbiamo subito senza poterci difendere. Si è verificato qualcosa, cui non abbiamo saputo sottrarci, che ci fa male: una relazione sentimentale malata, un lavoro in cui ci sentiamo a disagio, una situazione che non riusciamo a mandare giù. All’origine di questa lacerazione profonda ci può essere anche lo scontro tra desiderio reale e il desiderio “di facciata”, tra la voglia di affetto e la sua mancata espressione, per paura del rifiuto di chi potrebbe darcelo. Il desiderio di affetto e di tenerezza vengono trasferiti spesso nella voglia di cibo, ricordando il nutrimento e l’affetto primari: quelli donati dalla mamma. Il desiderio di cibo che si forma a livello psicologico ottiene però una reazione fisica: lo stomaco produce

un eccesso di succo gastrico (come se il nutrimento dovesse giungere da un momento all’altro). Ma, non avendo nessun materiale da digerire, lo stomaco “mangia” se stesso, attraverso il succo gastrico. Simbolicamente e psicosomaticamente questo autodanneggiarsi può essere considerato un estremo segnale di autonomia. Lo stomaco sembra volerci dare questo messaggio: “non ho bisogno di nessuno, mi nutro di me e mi basta”.

sfogo che si ripercuote contro di sÉ Tutta la rabbia per non essere amati come si vorrebbe o da chi si vorrebbe, può essere scaricata su noi stessi, e in particolare contro lo stomaco, in un logorio continuo. Questa condizione si acutizza quando si sente maggiormente la con-

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Quella duodenale Colpisce chi ha paura di cambiare Una delle somatizzazioni più frequenti del timore di esporsi al cambiamento è senza dubbio l’ulcera duodenale, che è tipica proprio delle fasi di passaggio, o meglio dell’impasse che si verifica quando stiamo per abbandonare un assetto per trovarne un altro. Può trattarsi di eventi veri e propri oppure di prese di coscienza che ci aprono a possibilità diverse, ad esempio accorgersi che siamo fatti per un lavoro diverso da quello che stiamo svolgendo, che siamo attratti da una persona che però non è il nostro partner ecc.

traddizione tra il desiderio di legami affettivi e la voglia di autonomia. Le situazioni più “rischiose” per lo stomaco si verificano al momento di consumare i pasti (quando di solito si sta in compagnia delle persone amate) o quando vanno prese decisioni importanti, oppure se vi sono dei cambiamenti improvvisi in atto. Anche il distacco dalla famiglia, le continue discussioni e i contrasti diventano facilmente terreno fertile per i disturbi di stomaco che facilitano l’ulcera.

Gli istinti frenati favoriscono la malattia L’ulceroso ha una forte necessità di essere accudito, di essere al centro di un’attenzione affettuosa, di cura e tenerezze. Ma lui per primo nega di avere questo bisogno: sa bene che affidarsi a qualcun altro “costa caro”, che la dipendenza è un’arma a doppio taglio, che nessuno dà niente per niente. Ecco allora che si impone una sorta di autosufficienza affettiva che però non funziona e non riesce ad appagarlo del tutto (da qui spesso la fuga nell’eccesso di cibo). È come se si dicesse: “se non so chiedere ciò di cui ho bisogno, se non riesco ad averlo dagli altri, farò da me, dovrò bastare a me stesso”. Ma dentro di lui prova desiderio o nostalgia di un legame stretto, del sostegno di qualcuno che gli dia affetto. Dalla lotta tra queste due istanze nasce l’ulcera: la ferita di coloro che non si sentono amati come vorrebbero o da chi vorrebbero.

le per l’insorgere dell’ulcera. L’erosione gastrica può derivare da una forte spinta all’autoaffermazione, alla quale non corrisponde un riconoscimento adeguato o auspicato delle proprie capacità. Ne derivano un forte risentimento e un senso di frustrazione continua, tutti sentimenti potenzialmente difficili da “mandar giù“ dal nostro stomaco, che ristagnano e diventano laceranti. Lo stesso discorso vale anche per il mobbing: chi è oggetto, sul posto di lavoro, di vessazioni dalle quali non si può difendere, si trova nella stessa condizione di chi è imprigionato e non può né proteggersi né uscire da questa situazione. In questo caso il senso prevalente e particolarmente nocivo è quello di impotenza, oltre alla sofferenza di non vedere riconosciute le proprie qualità, anzi, di vederle sminuite. n

L’effetto della mancata autoaffermazione Anche un clima fortemente competitivo come quello che si instaura in ambito professionale può diventare un terreno fertiLo stomaco 109

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