Il giornale dell'autostima

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il Giornale

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RIZA

Supplemento a Riza Psicosomatica n. 435 € 4,90 P.I. 10/05/2017

Autostima

dell’

Le 6 regole per ritrovare la fiducia in se stessi Non criticarti L’autocritica è un veleno per le cellule cerebrali

Via i ricordi La felicità arriva solo se dimentichi il passato

Svuota la mente I pensieri ci allontanano dal senso della vita

No alla perfezione Cercare di essere perfetti ci crea disagio e disistima

Raffaele Morelli

«Ognuno è speciale, ma non lo sa»

Il test per sapere se ti vuoi bene Cover AUTOSTIMA2.indd 1

21/04/17 14:46



EDITORIALE

Puoi costruire la tua vera autostima solo se riesci a sfatare l’idea che i tuoi successi o gli insuccessi dipendano dalle esperienze del passato

«D

ottor Morelli, lei riesce a mettere in pratica i suoi insegnamenti? Io la seguo, ma a volte temo che i suoi siano degli splendidi racconti, che non possono prendere il posto della cruda realtà». Elena Sono tantissime le email e le lettere che mi arrivano ogni giorno e in cui mi viene chiesto come mettere in pratica, nella vita concreta, le regole di cui parlo nei miei corsi, nei seminari e con i miei pazienti. Cara Elena, sai cosa faccio quando mi coglie un disagio, una paura, una tristezza? Semplicemente li accolgo, lascio che mi invadano. Facendo così mi accorgo che questi sentimenti virano facilmente e spontaneamente verso un vero e proprio “attacco di gioia”. Non cerco mai la causa delle cose che mi turbano. Mai! Se mi arrivano delle parole sgradevoli, o mi capitano cose che mi feriscono, non mi dico nulla. Percepisco semplicemente il dolore che provo. Mi sono liberato dal credere che vi sia una causa di un tormento che viene a visitarmi. Non bisogna credere che stai male perché lui o lei ti ha lasciato o perché c’è un problema in famiglia o perché il tuo capo ti tratta male. Queste sono le cause che la mente superficiale individua. Ma non c’è mai una causa esterna. Mai. Qualsiasi tragedia succeda io devo rivolgermi all’interno. E l’interno è prima di tutto buio e vuoto. Ogni disagio che mi arriva non lo spiego, lo accolgo e lo affido al Vuoto. Più mi sento il Nulla e più sto bene. Mi dico che questa cosa che mi ferisce sta comparendo adesso e

quindi voglio percepirla adesso. Non penso mai a una tristezza di oggi, paragonandola a quella di ieri. Oggi alle 10 sta arrivando a trovarmi l’ansia, è quella delle 10 di stamattina. Non dico l’ansia è tornata, no! Osservo la sua presenza nel mio mondo interno, cedo, mi lascio travolgere. Mi affido a lei. Si tratta di smetterla di pensare, di rimuginare su quello che ci è capitato: un atteggiamento simile non risolve i problemi, anzi li fa diventare una palude in cui affondiamo. Invece, se non mi guido io, l’essenza scende in campo e mi porta dove devo andare, a incontrare chi devo incontrare, a estrarre da me le mie capacità. Per questo per me contano solo le cose che ci arrivano Rimuginare spontaneamente e su quello che inaspettatamente. ci è capitato non Accade sempre di risolve i problemi. più, se la smettiaLi fa diventare mo di giudicarci, una palude in cui di dirci se andiaaffondiamo. mo bene, se siamo buoni o no. PerceCiò che conta pire se stessi nel accade adesso presente, i propri stati d’animo, le proprie emozioni, senza dirsi nulla, è la base della felicità. Che dipende solo da un rapporto naturale con il nostro mondo interno. Questa rivista dedicata all’autostima è rivolta proprio a questo: a individuare le regole pratiche che aiutano la nostra pianta a fiorire. Di più non c’è! Raffaele Morelli

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L’autostima che cerchi è già dentro di te

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SOMMARIO

6 - INTRODUZIONE

Il tuo percorso inizia da qui... 22 - LA PRIMA REGOLA

Stai nel presente Per sentirti bene con te stesso non restare ancorato al passato e non proiettarti nel futuro. Per conquistare l’autostima impara a sentirti bene ora, in questo preciso istante.

38 - LA SECONDA REGOLA

Non autodefinirti Smetti di giudicarti, di dire che ti conosci e di farti condizionare dalle opinioni altrui: l’autostima rifiuta le definizioni e gli schemi fissi. Che imprigionano la tua vita e ti fanno soffrire...

46 - LA TERZA REGOLA

Fai il contrario di ciò che fai di solito Da oggi, prova a non percorrere le strade battute, metti da parte le solite abitudini ed esci dal “personaggio” ripetitivo che ti sei cucito addosso: la leggerezza che proverai ti porterà sulla via del benessere.

52 - LA QUARTA REGOLA

Indossa il vestito più bello Come ti vesti la mattina quando ti svegli? Ti camuffi con abiti anonimi o ti sai valorizzare con capi che evidenziano la tua unicità? Sentirti bene nei tuoi “panni” ti aiuta ad auto-stimarti.

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60 - LA QUINTA REGOLA

Trova il tuo profumo Le fragranze, soprattutto quelle naturali, hanno la straordinaria capacità di riportarti in sintonia con le zone più profonde del tuo essere, la vera fonte dell’autostima.

68 - LA SESTA REGOLA

Gli stati d’animo possono cambiare Il tuo stato emotivo non è qualcosa di fisso: nessuno di noi è sempre e solo triste o solo felice... Impara a non cronicizzare le emozioni e vivi la vita all’insegna del mutamento...

78 - A CHE PUNTO SEI?

Scoprilo con il nostro test Se hai messo in pratica le regole illustrate fin qui, l’approccio alla vita cambia: per scoprire qual è adesso il tuo livello di autostima, rispondi alle nostre domande.

il Giornale dell’Autostima

Hanno collaborato Vittorio Caprioglio e Katia Vignoli Redazione: Fiammetta Bonazzi Progetto grafico e copertina: Roberta Marcante Illustrazioni: Angelo Siviglia - Foto: 123rf, Fotolia Supplemento a Riza Psicosomatica n. 435 - Direttore responsabile: Raffaele Morelli Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 190 del 19-04-1980 – ISSN 0394-9982 EDIZIONI RIZA s.p.A Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it - info@riza.it Stampato da Elcograf S.p.a. - Via Mondadori, 15 - 37131 Verona Tutti i diritti riservati. Questa pubblicazione è protetta da copyright ©. Nessuna parte di essa può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.

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INTRODUZIONE

Autostima:

la magia che c’è dentro di noi Bisogna imparare ad affidarsi a un’ENERGIA SCONOSCIUTA che abita la nostra profondità. È lei che ci riporta a casa, nonostante le intemperie e le tempeste della vita

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a uno scopo la mia vita? Ha un senso? Sto facendo quello per cui sono portato? Qualche giorno fa Ada (45 anni) mi ha detto in un colloquio: «I miei figli sono grandi, il mio lavoro va bene, ma la mia vita è la solita routine. Io e mio marito stiamo già programmando le vacanze di agosto con gli amici e sarà la solita storia di discorsi sempre uguali, di banalità su banalità. Almeno avessi un amante…». Molti invece vivono di ripensamenti. «Ah se fossi stato più sicuro» mi dice Aldo (42 anni) «sarei andato a vivere e a lavorare all’estero. Adesso starei nel benessere». Sia Ada che Aldo hanno lo sguardo posato sull’esterno: vedono le mancanze nella loro vita, ma non sanno che cosa crea loro questo disagio. Nessuno pensa che la perdita del Senso sia la causa dei nostri disagi e soprattutto della nostra disistima. Ma che cos’è il Senso della vita, senza il quale ci sentiamo perduti, spenti, o pieni di ricordi o di

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rimpianti per le scelte sbagliate? Forse c’è un campo di energia sottostante, profondo, nascosto, un campo che i Cinesi chiamavano il Tao, il Senza Nome, il Senza Volto, invisibile agli occhi della mente, dell’Io, che pure scende in campo, senza essere visto. Per Ada tutto va bene, eppure niente funziona: è triste, insoddisfatta, scontenta. «Mi sa che non valgo niente». Quando ci diciamo che non valiamo niente non dobbiamo prenderci alla lettera… Si tratta di una voce nascosta che ci sta dicendo: “Guarda che non stai facendo le cose che vuole il tuo Volto Nascosto”. Significa che dentro la Vita Reale non c’è spazio per quell’Energia che dà senso alla nostra esistenza. Quindi l’autostima non è diventare più forti, più sicuri di sé, come vorrebbe l’opinione comune. Ma semplicemente affidarsi a quell’oceano di creatività che ci abita e che gli antichi Cinesi chiamavano il Tao. Aldo non ha sbagliato vita: semplice-


L’autostima è già dentro di te, anche nei momenti bui: è come un arcobaleno che rischiara il tuo cielo, anche se stai male...

mente i rimpianti sono la voce del suo Sé, che gli sta dicendo di cercare nuove strade, nuove vie, nuovi percorsi, nuova creatività. Così Hillman ci dice che la nevrosi del nostro tempo consiste nel «non trovare senso e scopo alla vita». Come dire che c’è una sorgente di creatività che ci aspetta per portarci a fare cose impensabili, imprevedibili: insomma abbiamo bisogno di sorprese più del pane che mangiamo. Nessuna vita può essere scontata! Sapete quando un paziente sta meglio? Quando la sua nevrosi si allontana? Quando si mette a creare, quando si mette a fare cose impensabili, che rompono l’abitudine di vita che si era costruito. Hillman ci racconta che: «Jung caratterizza la terapia come quel processo in cui “dobbiamo lasciarci guidare dalla natura e il compito del medico non è allora tanto una questione di cura, quanto di sviluppo delle possibilità

creative latenti nel paziente stesso”». Il Senso è un oceano di creatività, che si smarrisce quando siamo prigionieri del pensiero esterno, quando siamo come tutti gli altri, facciamo le cose di tutti gli altri e finiamo per avere gli stessi pensieri. Così «Il senso [Tao] si oscura se si considerano soltanto piccoli settori finiti dell’esistenza» (Carl Gustav Jung, La sincronicità, Bollati Boringhieri, Torino 1980, p. 83). E quindi la parola d’ordine è uscire dalla Identità Comune, da quel mostro che ci vuole uguali a tutti gli altri. Stare nel presente, cambiare nome, mettersi il vestito più bello, sono “artifici” per ricordarsi che c’è dentro di noi un essere sconosciuto, che non sa che farsene delle nostre opinioni, dei nostri giudizi. I codici dell’autostima sono così i codici della magia che c’è dentro di noi, della spontaneità, della naturalezza. Penso che si debba dare spazio al Regno della Notte, fatto di vuoto, silenzio, Immagini. Io non so chi sono, non so dove vado, ma il Tao (il Senso), se mi faccio da parte, se cerco il Nulla, metterà le cose a posto. Ognuno è speciale, anche se non lo sa.

«Ognuno è speciale, ma non lo sa»

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INTRODUZIONE

»

Che cosa è per te l’autostima? Ora concentrati su te stesso. E fissa bene questo concetto: autostima significa che tu ti senti bene adesso. Perché l’autostima non è uno stato di perfezione ideale ma un modo naturale di star bene nella tua pelle

L’AUTOSTIMA NON È COERENZA

Cambiare idea fa bene!

» Essere sicuri di sé, essere coerenti con i propri principi: è questa per te l’autostima? Credi sia possibile essere sempre sicuri o coerenti? Quante volte ti tormenti per una decisione da prendere o ti trovi in conflitto con te stesso?

» Se la tua definizione di autostima

corrisponde a un’idea di sicurezza e coerenza, dovresti disistimarti a ogni tuo dubbio. Così l’autostima diventa un faticoso stato da meritare: se non vacilli ce la puoi fare, altrimenti no.

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A

utostima. Che cosa significa per te? Prova a rispondere di getto: avere rispetto di te stesso? Considerarti una persona di valore? Volerti bene? Essere più sicuro? Non aver bisogno del consenso altrui? Essere coerente rispetto ai tuoi principi? Aver fiducia nelle tue risorse? Piacerti e accettarti di più? A una lettura superficiale tutte queste definizioni possono sembrarti tra loro simili ma, se ci pensi bene, ciascuna tratteggia una specifica modalità per arrivare a stimare se stessi.


»

Attento a quando dici “di più”! Ogni volta che pensi di doverti impegnare di più e di non essere all’altezza, ti allontani dall’autostima. E allora, smetti di porti obiettivi sempre più ambiziosi. Il perfezionismo è un vero nemico dell’autostima

A

ltre definizioni, in apparenza scontate, alludono come le precedenti a uno sforzo costante: accettarsi di più, esser più liberi, aver più fiducia in se stessi… Attenzione a quel “più”: ogni volta che ti fai irretire da questa parolina insidiosa diventi una facile esca per il perfezionismo! Chi, infatti, può mai stabilire un limite per quel “più”? Chi può garantirti quanto basta per ritenersi, per esempio, “più liberi” e potersi quindi stimare? O “più attraenti” per piacersi davvero? Senza rendertene conto si radica in te l’idea che per auto-stimarsi biso-

gna soprattutto impegnarsi a migliorare sempre, senza mai mollare; un atteggiamento esistenziale che, proprio per la fatica che implica, rende sempre più arduo l’obiettivo che ti sei proposto e che sta sempre un po’ più su rispetto a dove ti trovi tu. Qual è l’immagine che associ a quanto appena detto? La più probabile è una montagna oppure una scala infinita, che rimanda allo sforzo di essere sempre all’altezza della situazione. Visualizzala: ti accorgi di come il corpo si irrigidisce? Come le spalle sembrano piegarsi sotto un peso invisibile ma costante?

Non devi migliorare Tu vai già bene così!

» Se pensi all’autostima come a un traguardo spostato sempre più avanti,

si radica in te l’idea che per auto-stimarsi sia necessario impegnarsi a migliorare sempre. Un atteggiamento faticoso che sta sempre “un po’ più su” rispetto alla situazione in cui ti trovi adesso.

» Associa una immagine allo sforzo di doverti sempre migliorare: la più

probabile sarà quella di una scala infinita, simbolo dell’altezza del compito che pretendi da te stesso. Mentre la visualizzi percepisci il corpo che si irrigidisce e le spalle che si curvano sotto un peso invisibile?

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INTRODUZIONE

»

Le parole sbagliate allontanano l’autostima Un vocabolario che evoca fatica e impegno ti fa sentire sempre sotto sforzo e non ti aiuta di certo ad auto-stimarti. Ecco perché è necessario che tu corregga anche il tuo linguaggio

Depura il tuo vocabolario dalle frasi superflue e che ti fanno stare male...

U

n buon esercizio è quello di tradurre in sensazione fisica la risonanza delle parole con cui definisci l’autostima. Prova a pronunciare le parole “obiettivo” o “traguardo”: anche se la tua mente è eccitata dall’idea di misurarsi con una nuova prova, è probabile che il tuo corpo ne patisca l’impatto, somatizzando il disagio con tensioni muscolari, respiro affannoso e un accenno di tachicardia. Concentrati sul tuo corpo per percepire a livello fisico il potere che hanno le parole che dici a te stesso: anche se al momento non ne hai consapevolezza, le parole creano stati d’animo, immagini e pensieri che si condensano in una sensazione di malessere o benessere. Poco per volta scoprirai quanta differenza fa, ai fini dell’autostima, usare le parole giuste per comunicare con te stesso.

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QUANDO PARLI... ASCOLTATI Elimina i vocaboli inutili e quelli che ti feriscono

» Facci caso: ci sono parole che

stancano, infondono nervosismo, ammalano; così come ci sono termini che pacificano, rinforzano, aiutano, guariscono.

» Impegnati fin da ora a prestare

attenzione a quello che dici e, ogni volta che pronunci una parola, cerca di percepirne gli effetti sul tuo corpo e sulla tua mente.

» Uno dei primi effetti della lettura di

queste pagine sarà modificare la tua comunicazione: quando ti accorgerai di evitare parole inutili e di usarne altre, avrai la riprova che qualcosa in te sta cambiando.


Se ti ostini a voler essere in un certo modo, per compiacere le tue aspettative o quelle altrui, ogni volta che sei diverso inizi a sentirti sbagliato. L’autostima, invece, è libertà dai condizionamenti

S

e poi per te autostima significa “avere rispetto di te stesso”, ogni volta che commetti un’azione di cui ti vergogni la tua autostima si ridurrà; se invece per te autostima vuol dire “non avere bisogno del consenso altrui”, quando hai bisogno di una conferma esterna o di una rassicurazione, solo per il fatto di chiederle già ti stimerai di meno. E ancora: se la tua definizione di autostima è invece quella di “volersi bene”, come ritrovarla quando ti sei antipatico o quando ti senti “tutto da rifare”?

Vuoi essere perfetto: ma... per chi? Se queste sono le tue definizioni di autostima, ti si prefigura un cammino faticoso, dove l’autostima sembra esserti alleata solo quando funzioni al meglio, per abbandonarti quando invece sbagli o hai una prestazione mediocre. Questo accade perché a decidere della tua autostima è il giudizio: sia quello degli altri sia il tuo, che ti rende degno o no di autostima rispetto all’immagine del te stesso “ottimale”, che governa la tua mente. Quando la incarni, ti autostimi; se te ne distanzi, ti disistimi.

L’AUTOSTIMA NON È FATICA Esci dalle gabbie dei modelli

» Lo sforzo continuo alla fine ti

snerva. Se ti sei riconosciuto nelle precedenti definizioni di autostima, rischi di ritrovarti sempre in salita o di vivere in uno stato di sfida costante, dove ogni situazione si trasforma in un’occasione per misurarti, competere, temprarti.

» Il paragone con i modelli genera

tensione e, sotto sotto, ti condanna a un confronto permanente con gli altri, dove a farla da padrone sono i modelli standard: se stai nella media ti auto-stimi, altrimenti no.

»

Sforzo e giudizio: devi starne alla larga

L’autostima corrisponde a una sensazione di leggerezza e di libertà, non di pesantezza e di sacrificio...

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INTRODUZIONE

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Smetti di ricordare eventi ed errori del passato Ora non pensare più a ieri: il passato genera solamente confronti, rimpianti e rimorsi. La scommessa è sentirsi bene adesso, come una farfalla lieve, libera di volare... Ieri era un seme, domani sarà un albero. Ma quando una pianticella germoglia, concentra tutte le sue energie nell’atto della crescita e nient’altro la distrae

Q

uando sei in difficoltà, ovvero proprio nel momento in cui avresti più bisogno di auto-stimarti, spesso ti ritrovi disorientato e abbandonato a te stesso... Se è questo che ti succede, attenzione: vulnerabile come sei, in queste situazioni diventi facile preda di pensieri auto-lesivi: ti ritornano alla mente insuccessi del passato, dubiti di essere in grado di continuare a fare ciò che stai facendo; ti senti inferiore agli altri; sei sopraffatto dallo scoraggiamento. Chiedi allora un aiuto esterno, ti ripeti che poi tanto passa e si ricomincia; rispondi all’emergenza con un farmaco o con un’azione compensativa, per esempio mangiare un dolce, comprarti un abito... Tutti palliativi con cui cerchi di distrarti dal senso di inadeguatezza che, proprio perché trascurato, va a cronicizzarsi in uno stato di scontento con cui convivi o che, nei casi peggiori, si trasforma in ansia, depressione, panico.

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METTITI IN CONTATTO CON TE Soltanto così potrai sentirti davvero bene

» Auto-stimarsi significa sentirsi

bene adesso. “Sentirsi bene” è diverso da “stare bene”: comporta la percezione del proprio stato d’animo e il contatto con se stessi, con il nucleo più profondo di se stessi, quella che chiami interiorità.

» Non farti spaventare dal termine “interiorità”. Non associarla a incensi o meditazione: è uno spazio protetto che sta dentro di te, cui puoi accedere quando vuoi. Nelle prossime pagine scopriremo insieme come raggiungerlo...


Tieni a mente questi punti Cosa vuol dire per te “autostima”? Per prima cosa, sgombera la mente dalle definizioni sbagliate di autostima, per esempio “giudizio di valore” oppure “obiettivo da raggiungere”: uscire da questi “recinti” mentali ti aiuterà a sentirti subito meglio...

Attento a quando dici “di più”! Ogni volta che dici “di più”, quando ti imponi traguardi sempre più distanti e ambiziosi, ti proietti in una situazione di sforzo che non giova all’autostima. Smetti di valutare, di orientare e di “pesare” la tua vita. Vedrai che leggerezza!

Le parole giuste “nutrono” l’autostima Le parole che usi possono favorire o danneggiare l’autostima: tutto quello che dici, infatti, alla lunga diventa quello che sei. Da oggi non dire più frasi del tipo: “Mi devo impegnare per...”, “Cosa penseranno gli altri...”, “Il mio obiettivo è...” ecc.

Basta sforzi: vai già bene così come sei Ogni cosa che fai ti costa fatica? Ti senti sempre dipendente dal giudizio degli altri e “sotto esame”? Attento: così ti cali in uno stato di tensione continua che non ti aiuta certo ad auto-stimarti. E allora, liberati da condizionamenti e modelli...

Stai nel presente, non pensare a ieri Vivere l’autostima significa prendere distanza dalle esperienze del passato per poter accedere a uno spazio interiore, collocato nel presente, in cui ti senti bene. Una “stanza del benessere” che rigenera l’autostima ogni volta che credi di averla persa...

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