Breve corso per vincere l'ansia

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Siamo convinti che l’ansia dipenda sempre da qualcosa o da qualcuno e che sia un ostacolo da rimuovere al più presto. Invece è un’energia che nasce dal profondo per indicarci che qualcosa non va nella nostra vita, per farci riflettere sulla strada che percorriamo. Spesso arriva quando non esprimiamo la nostra vera personalità, per avvisarci del pericolo maggiore, quello di perdere la cosa più preziosa: “noi stessi”. L’atteggiamento da adottare è accogliere l’ansia senza sforzarsi di capirla, ma ascoltando le sensazioni e le immagini che si affacciano alla mente; quando riusciremo a farlo, se ne andrà da sola perché avrà svolto il suo compito. In questo libro descriviamo i vari tipi di ansia e suggeriamo i comportamenti giusti per trasformarla in risorsa e vivere una vita più in linea con le nostre esigenze. In più elenchiamo gli esercizi e i rimedi naturali adatti per favorire il rilassamento e la calma interiore.

Breve corso per vincere l’ansia

RIZA

Breve corso per vincere

l’ansia

(con esercizi pratici e rimedi naturali) Così elimini la tensione e ritrovi l’equilibrio interiore

RIZA Cover corso vincere ansia 2.indd 1

RIZA

Edizioni Riza - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it

20/07/17 17:37



Breve corso per vincere

l’ansia

RIZA


Breve corso per vincere l’ansia Testi a cura di Patrizia Peri Editing: Giuseppe Maffeis Copertina: Roberta Marcante Illustrazione di copertina: Alberto Ruggieri Foto: 123rf, Fotolia © 2017 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.


SOMMARIO

INTRODUZIONE

Liberati dalle gabbie che ti bloccano .......................................... 7 CAPITOLO 1

Perchè arriva l’ansia? Qual è la sua funzione? ...................... 17 CAPITOLO 2

Un’emozione con tante forme e molte origini ........................ 31 CAPITOLO 3

Se non la ascolti si ripercuote sul corpo ................................. 55 CAPITOLO 4

Atteggiamenti e stile di vita per evitare la tensione............... 69 CAPITOLO 5

Consigli pratici per ritrovare la serenità .................................. 89 CAPITOLO 6

Il pronto soccorso naturale: le cure verdi .............................. 113



INTRODUZIONE

Liberati dalle gabbie che ti bloccano

C

hi non ha mai sperimentato l’ansia almeno una volta nella vita? Si tratta di un’esperienza ben nota, capace di toglierci energie intellettuali, fisiche ed emotive. Ed è anche la spiegazione di molti disturbi, di vari disagi e vere e proprie malattie. L’ansia, tuttavia, non va interpretata come un nemico da abbattere a tutti i costi a suon di psicofarmaci e di tranquillanti chimici. La sua funzione fondamentale è quella di avvisarci che la vita che stiamo vivendo non corrisponde alle nostre reali esigenze, che stiamo sbagliando strada, e “lei” è il campanello d’allarme, capace di metterci in guardia. Quando compare, c’è quasi sempre un motivo, pur misterioso, che la giustifica. Spesso essa è una reazione delle nostre energie profonde nei confronti di uno stile di vita inadatto, di rapporti divenuti delle gabbie limitanti, di affetti sofferti, di abitudini ripetitive. L’ansia dunque non è un sintomo da eliminare e basta, bensì una reazione preziosa che ci avvisa di quanto stiamo reprimendo il nostro mondo 7


Introduzione

interiore, ovvero la componente più autentica di noi stessi. Semmai dunque è da ridiscutere il modello esistenziale in cui siamo calati, che ci sta rendendo ansiosi. Come reagire, allora, di fronte all’ansia e alle tensioni nervose? Iniziando a considerarle fenomeni naturali, reazioni del nostro organismo e della nostra psiche di fronte a sollecitazioni ambientali e a situazioni stressanti. Del resto, l’interpretazione psicosomatica, al contrario di quella tradizionale, ci insegna a non vedere l’ansia solo come una malattia, ma come un evento a due facce: da una parte è l’espressione eloquente di un disagio esistenziale, dall’altra è una strategia estrema con cui il corpo ci ricorda di non trascurare la nostra essenza profonda e di aver il coraggio di accettare il cambiamento e il fluire della vita.

L’ansia spazza via le inutili certezze Più di ogni altra cosa, le immagini che utilizziamo per descrivere i nostri disagi parlano di come vediamo il mondo e quindi noi stessi. Quando siamo assaliti dall’ansia, ad esempio, possiamo avere l’impressione di stare sotto i bombardamenti o di camminare barcollando come zombie, in balia delle onde mentre una tempesta sta per travolgerci. Capita che le immagini di chi soffre di crisi d’ansia acute siano catastrofiche: in altri casi essa sembra un terremoto che fa tremare la terra sotto i piedi, o uno tsunami che travolge tutto al suo passaggio. Il cuore batte forte, sudiamo, sentiamo gli occhi del mondo puntati su di noi, siamo sul 8


Liberati dalle gabbie che ti bloccano

punto di crollare... Ma non accade e l’ansia scende, fino alla prossima crisi... Questo disagio nasce spesso quando pensiamo di dover avere tutto sotto controllo e ci sforziamo in ogni maniera per rendere questo traguardo raggiungibile. Poi qualcosa non va nella direzione prevista e il castello di sicurezze che avevamo edificato con tanto sforzo viene giù in un attimo, come un palazzo che si polverizza sotto i bombardamenti... Quindi moltiplichiamo gli sforzi, raddoppiamo il controllo, ma niente da fare: qualcosa continua a sfuggirci e ci sentiamo come birilli in un bowling, in attesa di essere centrati dalla palla.

Più vuoi controllare la vita, più ti sfugge A che cosa servono allora tutti gli sforzi che facciamo, se il risultato è questo? In effetti, a nulla: più ci si illude di controllarla, più l’esistenza diventa sfuggente. Corriamo in tondo e torniamo sempre sui soliti passi, fino a che ci abituiamo anche a questo, come se fosse il nostro destino. Ma non lo è: nessuno è nato per soffrire ripetendo all’infinito gli stessi percorsi dannosi. Se accade, siamo noi a farlo succedere, insistendo ad esempio a presentarci al mondo solo in un modo, negando “dignità di esistere” a lati di noi che dovrebbero uscire allo scoperto. Puntualmente quei lati si inabissano nell’inconscio e ne riemergono modificati nella loro funzione originaria fino a diventare irriconoscibili. Vuoi controllare tutto e 9


Introduzione

non accetti che l’insicurezza e l’imprevedibilità facciano parte del mondo esterno così come della tua vita interiore? In questo modo i tuoi lati negati si possono trasformare nell’ansia che ti rende totalmente insicuro, terrorizzato e vagante in un mondo ostile. Non siamo “tutti d’un pezzo” - L’ansia spazza via tutto, come un bombardiere, ma a fin di bene; ciò che vuole è la resa, l’ammissione che della vita non controlliamo che pochi aspetti, che l’inatteso è sempre dietro l’angolo, per quante precauzioni prendiamo per evitarlo. Non è una sciagura, è la salvezza: lo stress e l’ansia spariranno quando smetteremo di pensare di “reggere le sorti del mondo” e di controllare ogni dettaglio dell’esistenza.

I due modi di vedere i disagi È molto diverso dire «Soffro di ansia, non so cosa fare» oppure «Adesso sento l’ansia che arriva e la guardo come se fosse un panorama». Questo perché in noi esistono due sguardi: lo sguardo “del dettaglio”, quello che ci fa dire «Io sono i miei pensieri, io ho questo carattere, io sono fatto così, questo è il mio passato, questa è la mia storia, questi sono i miei ricordi». Ed è uno sguardo che fa ammalare. Poi c’è un altro sguardo: lo sguardo “della salute”. Esso consiste nel guardare l’ansia non come fosse una cosa che mi tormenta, ma come il vento: non sta arrivando l’ansia, sta arrivando il vento. E io mi affido al vento. 10


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Se chiudo gli occhi e sento l’ansia arrivare, mi affido al vento e improvvisamente divento come un seme che viene portato da una parte all’altra, sbattuto di qua e di là. Insomma comincio a perdermi... Il modello di perfezione ci fa ammalare perché è figlio di uno sguardo che vede le cose solo e sempre dall’esterno. Ma i nostri occhi sono fatti per produrre lo sguardo interiore, che non è lo sguardo del dettaglio, ma quello dell’infinito, dove una cosa chiama un’altra e poi un’altra, un’altra e un’altra ancora... I malesseri sono messaggeri - L’ansia, la tristezza, le ossessioni, possono dunque essere viste come le avvisaglie di un vento che vuole arrivare. E passando il tempo a lamentarsi, a dire come siamo e come dobbiamo essere, ci ammaliamo. Allora, chiama l’ansia come la voce di un personaggio che vuole trovare posto dentro di te, sedersi a casa tua. Un personaggio che viene portato da un vento e che è sempre misterioso. Dentro di noi abita qualcosa o qualcuno che vuol fare un’altra vita rispetto a quella che facciamo e ci porta a fare meglio il lavoro che non abbiamo iniziato a fare o che facevamo. O ci porta verso nuovi orizzonti. Insomma, lo sguardo panoramico, guardare ogni oggetto come fosse infinito, come se una cosa non fosse in questo tempo ma nel tempo di tutti i tempi, apre la partita della salute e del benessere. Cercando l’infinito nelle cose, noi incominciamo a vivere una dimensione più autentica, più profonda, più naturale, nella quale siamo davvero immagini uniche dell’universo. 11


Introduzione

Non serve ragionare, ma arrendersi Le armi della ragione sono inutili, le autoaccuse sono deleterie. Quando arriva l’ansia, dicono i saggi, occorre farle spazio, in silenzio. Bisognerebbe vivere la propria vita con lo spirito del viaggiatore: curiosi e all’erta, costantemente alla ricerca dell’imprevisto, in modo da percepire le cose come fossero sempre nuove. Non sempre però è possibile. Talora, infatti, questo viaggio di esplorazione è sbarrato da un intrico di rovi che procurano dolorose ferite con le spine dell’ansia. Rovi di cui in molti casi non conosciamo la natura. Alcuni filosofi tuttavia ritengono che esista una radice comune ben individuabile dell’ansia. Pensano che rappresenti l’arido terreno in cui affonda un cattivo stile

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di vita: un modo d’essere fossilizzato che, secondo il filosofo greco Epitteto, ci allontana dalla nostra interiorità. «Che cosa ammiriamo? Le cose esterne. Di che cosa ci preoccupiamo? Delle cose esterne. E poi non riusciamo a comprendere com’è che siamo in timore, com’è che siamo in ansia? Che cosa succede quando riteniamo mali gli avvenimenti che ci sovrastano? Non possiamo non essere nel timore, non essere in ansia». Nietzsche, in particolare, intravede nell’ansia uno stagno emotivo intorbidito dai depositi del desiderio ossessivo di afferrare ogni possibilità di successo: «Si pensa con l’orologio alla mano, come si mangia a mezzogiorno, con lo sguardo rivolto al bollettino della Borsa - si vive come uno a cui continuamente potrebbe mancare un’occasione». Ma c’è di più. Ad avviso di Cioran l’ansia impedisce all’anima di sentire dentro di sé il respiro dell’universo: «L’ansia è coscienza della paura... È fatta dell’impossibilità di comunicare con il tutto, di assimilarsi e perdersi nel tutto; arresta la corrente che passa dal mondo a noi, da noi al mondo». Come evitare che invada come gramigna i giardini della nostra anima?

Due errori, una soluzione Una pessima risposta consiste nell’affrontarla lancia in resta, a cavallo della nostra razionalità: verremmo disarcionati. Il filosofo francese Alain è molto esplicito: «Nei momenti d’ansia, non cercate di ragionare; ogni ragionamento vi si rivolterà contro». Altrettanto deleteria è la so13


Introduzione

luzione di sottoporsi a processo attribuendosi chissà quale colpa. Ovvero di vergognarsi del temporaneo senso di smarrimento, quasi fossimo in torto. La via migliore da imboccare è quella di deporre le armi, di arrenderci. Di metterci in silenzioso rapporto con noi stessi. Inciamperemmo nella nostra ombra se volessimo cercare delle cause, esprimere giudizi. Insomma, cerchiamo di non reagire e affidiamo il compito di farci star bene a quella parte dell’anima che è il centro della nostra vita creativa: «Il centro più intimo è immerso nel silenzio. Inizia da lì» esorta a questo riguardo Osho. «L’azione sorge solo dal silenzio. Se non sai stare in silenzio, se non sai stare seduto in silenzio o se non sai stare in meditazione profonda, qualsiasi cosa tu faccia è una reazione, non un’azione. Tu reagisci sempre». La nostra anima saprà indicarci come gettare la zavorra. Sperimenteremo così il piacere di lasciarci sollevare dolcemente dal vento della nostra energia profonda verso il cielo del rinnovamento interiore.

Trasforma l’ansia in strumento utile Chi soffre di ansia, angosce, paure e così via, sta vivendo un momento particolare: da una parte è aggrappato a un’immagine di sé, a un ordine troppo rigido della propria vita; dall’altra l’anima, da dentro, cerca di scalfire quell’ordine, di distruggerlo attraverso il caos. Quest’ultimo svolge quindi una funzione positiva: i disagi interiori vengono perché abbiamo perso la strada e 14


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vogliono spingerci a rimetterci in gioco; se li ascoltiamo, se ne andranno. Se ci abbandoniamo alle intuizioni, alle impressioni e alle immagini che si formano in noi, ci possiamo infatti accorgere che il dolore passa più rapidamente del previsto. Se perdiamo tempo a spiegare i nostri disagi, non solo li rendiamo inutili, ma li cronicizziamo. Questo libro si propone di fornire consigli per imparare a riconoscere e accogliere l’ansia, poterla superare e tornare a vivere in sintonia con il nostro ritmo naturale. Ecco il percorso, studiato a tale scopo. • Cos’è l’ansia, per quali motivi nasce e tutte le forme in cui si manifesta. • Come riconoscerla quando si affaccia nella nostra vita. • I disturbi fisici e psicologici che possono colpirci se non la gestiamo bene. • La prima strategia di intervento: l’atteggiamento e lo stile di vita. • I preziosi consigli pratici da adottare ogni giorno. • Scoprire e sperimentare il potere benefico delle tecniche corporee e immaginative. • Il pronto soccorso naturale: rimedi verdi e alimenti che ci fanno ritrovare calma, serenità e lucidità mentale.

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