EDIZIONI RIZA
RIZA
SCIENZE
aprile 2017 numero 347 Periodico mensile ISSN 2499-0426 (ONLINE)
mensile di scienza dell’uomo
RIZA SCIENZE - n. 347 - aprile 2017
il potere curativo del digiuno
il vero meccanismo dell’autoguarigione
Il potere curativo
del digiuno
È il grande segreto della longevità gli effetti immediati ● Rigeneri il fegato ● Ripulisci il sangue ● Rinforzi le ossa ● Antiage per la pelle I benefici per il cervello: ritrovi memoria, lucidità e prontezza mentale di Michael Morelli
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sommario
Scienze
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EDITORIALE
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INTRODUZIONE Stiamo diventando schiavi del cibo
il digiuno è una rinascita per ogni essere vivente
37 la via naturale per realizzare se stessi, fin dall’antichità 53 depurare il corpo libera la mente da tossine e pensieri 67 digiunare fa bene a tutti gli organi e alla mente 81 la pratica del digiuno: le regole da seguire 96 bibliografia
L’autore
Michael Morelli Laureato in Sociologia alla Sorbona di Parigi. Esperto in psicologia del cibo e dell’alimentazione. Editorialista di “Alimentazione Naturale”.
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editoriale
di Daniela Marafante
Con il digiuno regaliamo al nostro corpo meno malattie e più energia
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uesto “Riza Scienze” vuole essere uno strumento di benessere alla portata di tutti, perché tutti… mangiamo; e oggi anche troppo, come ci fa notare subito l’autore Michael Morelli, esperto di psicologia del cibo e dell’alimentazione. Il cibo cadenza le nostre giornate ed è diventato uno dei principali argomenti delle trasmissioni televisive, degli articoli sui giornali e delle informazioni che circolano suInternet. Oggi l’eccesso di cibo è diventato un problema di rilevanza mondiale, perché è all’origine di una vera e propria “epidemia” di sovrappeso e obesità, che coinvolge due miliardi di persone. Ed è proprio il “corpo obeso”, secondo le ricerche più accreditate, ad esporci al rischio di accumulare tossine e contrarre gravi patologie, che compromettono la salute degli organi e la lucidità della mente. Ecco perché il digiuno si dimostra la risposta più valida per contrastare lo stato di tossiemia dell’organismo, essendo lo strumento migliore per attivare nel corpo la capacità innata di autoguarigione. Questa pratica si rivela anche un prezioso farmaco per il benessere della mente che così si allontana dalla routine quotidiana e si disidentifica dagli alimenti per raggiungere, in modo naturale, la parte più autentica di sé e il nucleo in cui si trova l’energia vitale. La rinuncia al cibo in un periodo preciso dell’anno e della propria vita è una pratica che appartiene da sempre al mondo animale. Ogni metamorfosi, da bruco a farfalla o la muta del serpente, infatti avviene dopo periodi di digiuno. E ogni rigenerazione
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Scienze e ogni trasformazione richiedono l’allontanamento dal cibo. Anche nelle civiltà antiche e nelle religioni di tutto il mondo il digiuno era un vero e proprio rituale “divino” per entrare in contatto con la parte più autentica di sé. Digiunare significa prepararsi all’incontro con l’invisibile e far emergere i saperi dell’anima. Staccarsi dal cibo è come nascere una seconda volta, portare alla luce le energie più profonde e “affidarsi al Vuoto che è la casa del Sé”. Scopriamo in questo “Riza Scienze” tutte le indicazioni e le regole più efficaci per sfruttare il prezioso potere curativo del digiuno, che va accompagnato anche con il buio, il silenzio e la solitudine. Bastano anche poche ore alla settimana per assicurarci una vita lunga e felice perché il digiuno ci depura, più di qualsiasi altra pratica, dalle scorie che ci fanno ammalare e perché stimola, spontaneamente, l’autoguarigione.
Centro Riza
Servizio di psicologia e psicoterapia
Incontri di gruppo Tutti i giovedì con Raffaele Morelli SCOPRIAMO LE NOSTRE RISORSE INTERIORI Abbandoni, separazioni, fallimenti sentimentali, disagi esistenziali e disturbi psicosomatici a volte ci travolgono. E così ricorriamo agli psicofarmaci con la speranza di salvezza. Ma non è fuggendo dal sintomo, o cercando di metterlo a tacere con le medicine, che possiamo risolvere il problema. Questi disagi racchiudono una gemma preziosa: è il grande sapere dell’anima che preme per farci realizzare la nostra vera natura, cioè il nostro essere diversi da tutti gli altri. Perché ognuno possiede Immagini soltanto sue. Gli incontri terapeutici del giovedì sono workshop pratici dove vengono insegnate le tecniche fondamentali per ritrovare il benessere interiore.
Tutti i giovedì alle ore 17.00 Per informazioni e prenotazioni: 02/5820793 - centro@riza.it
Centro Riza di Medicina Naturale Via L. Anelli, 4 20122 Milano Sito web: http://centro.riza.it
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Per potersi rigenerare, le piante, gli animali e anche l’uomo, hanno bisogno di un periodo di stasi e di vuoto
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Scienze
Il digiuno è una rinascita per ogni essere vivente Digiunare significa aiutare il corpo a entrare in uno stato in cui può trasformarsi e rigenerarsi, perché è una pratica che favorisce i processi di mutamento biologico. Permette i passaggi evolutivi più importanti, come dimostrano tanti esempi tratti dal mondo animale
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il digiuno è una rinascita
La natura ha i suoi saperi
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a sempre gli uomini si impossessano dei saperi della Natura. Si tratta di saperi pratici, concreti: perché ogni attività della vita delle piante e degli animali è funzionale al loro processo vitale. Aristotele diceva che «La natura […] non fa niente senza scopo», nel senso che in ambito naturale ogni cosa avviene spontaneamente e svolge una funzione. Tra gli avvenimenti naturali, alcuni sono così semplici che ai nostri occhi risultano essere quasi banali come, ad esempio, la facoltà dei girasoli di volgere la corolla in direzione della luce solare, mentre altri sono così strabilianti da sembrare quasi dei miracoli come il comportamento dello scarabeo stercorario. Gli etologi si sono accorti recentemente che il maschio di questo insetto è in grado di orientarsi grazie alle stelle e di spostarsi percorrendo una linea retta per trasportare fuori dalla tana una sfera di sterco da cui trae sostanze nutrienti e nella quale la femmina deposita le uova. Naturalmente senza possedere nozioni né di geometria né di astronomia.
è un atto di profondo cambiamento
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uasi tutti gli esseri viventi sono in grado di trascorrere periodi di tempo, più o meno lunghi, senza nutrirsi. Non solo, moltissime specie vegetali e animali hanno necessità di non mangiare, o almeno di ridurre il consumo di cibo, in alcune fasi della vita. Oggi pensiamo che la propensione a non mangiare, o a mangiare meno, sia banalmente un istinto di sopravvivenza, e che piante e animali riducano le attività metaboli26
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Scienze che per far fronte a situazioni in cui le risorse alimentari scarseggiano e le condizioni climatiche sono sfavorevoli. Questo è sicuramente vero. Ma proviamo a osservare il fenomeno da un altro punto di vista. Potremmo ipotizzare che, quando piante e animali non mangiano, attivano processi trasmutativi e rigenerativi. In effetti, sono molti gli esempi di piante e di animali che non mangiano quando stanno vivendo, o si preparano a vivere, una metamorfosi. Sanno ridurre il consumo di cibo per rispondere a una pulsione trasformativa che li porterà a realizzare se stessi.
Prepara le fasi di evoluzione Tutto ciò che è vivo è vincolato alla necessità di nutrirsi per sopravvivere. Il mondo intero si alimenta costantemente di se stesso. Ogni essere dotato di un corpo, per quanto piccolo possa essere, si nutre e rappresenta a sua volta cibo per altri esseri. Animali mangiano altri animali, che mangiano piante, che si nutrono di ciò che muore e che il terreno decompone, per essere poi a loro volta mangiate da animali che saranno cibo di altri animali. Ma le trasmutazioni più profonde avvengono “a digiuno”. Infatti, è non nutrendosi che il mondo naturale riesce ad attivare i processi metamorfici e a estrarre da sé il proprio nucleo, dirigendosi sempre più verso la propria essenza e attivando le capacità innate di cui è dotato. Il non mangiare è davvero uno strumento prezioso perché permette agli esseri viventi di cambiare volto, di compiere il salto verso nuove forme evolutive, di concludere un ciclo vitale per iniziarne uno nuovo. La natura non ha bisogno solo di nutrirsi. Ogni ciclo naturale consta di una fase di alimentazione e di una fase di non alimentazione (o di riduzione dell’immissione di cibo). 27
Paracelso definiva il digiuno come il “medico interiore”, riallacciandosi all’idea che siamo abitati da un principio terapeutico che manifesta tutta la sua potenza con l’assenza di cibo
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depurare il corpo libera la mente da tossine e pensieri Le ricerche scientifiche moderne hanno confermato che la riduzione alimentare aiuta a eliminare le scorie che intossicano l’organismo. Allo stesso modo permette di spezzare il circolo vizioso delle abitudini alimentari e di liberarsi dalla dipendenza dal cibo
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depurare il corpo
Corpo e mente, un’unica realtà
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l digiuno depura non solo il corpo ma anche la coscienza, la “sostanza” più nobile di tutte le secrezioni cerebrali, perché corpo e psiche non sono due realtà distinte ma costituiscono una sola unità. Gli alchimisti concepivano il corpo umano come un laboratorio chimico, la cui sublimazione ultima era la coscienza. Il motto alchemico “dalla pietra all’oro” intendeva proprio la trasmutazione della materia corporea in spiritualità, che veniva associata a una vera e propria distillazione dell’anima. Infatti, la tradizione alchemica ha sempre considerato il mondo corporeo e quello mentale come due realtà indivisibili che agiscono l’una sull’altra e l’una nell’altra. Corpo e mente sono, quindi, collocati su due piani distinti ma complementari: ciò che accade a uno di questi livelli coinvolge inesorabilmente anche l’altro, anche se il nostro Io non se ne accorge. Questo è il fondamento della medicina psicosomatica.
c’è un legame profondo tra intestino e cervello
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Intervenire sui visceri è contemporaneamente agire sulla psiche 54
l cervello antico, la parte più remota e inconscia, crea il nostro organismo, coordinando tutte le sue funzioni e tutte le trasformazioni come il battito cardiaco, la digestione, il ciclo mestruale, e allo stesso tempo “produce” affetti, sentimenti, attrazioni e desideri, che sono tutte secrezioni cerebrali. Gli antichi si erano accorti della somiglianza che esiste tra cervello e intestino e come essa fosse legata al fatto che esprimevano funzioni simili, seppur su piani diversi. Pensavano, in realtà, che contenessero entrambi l’energia del nucleo su due livelli differenti diversi, uno spiri-
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Scienze tuale e l’altro corporeo. Il cervello “digerisce” immagini, suoni, pensieri, ricordi, emozioni, sentimenti… i mondi sottili. L’intestino digerisce i cibi, le sostanze terrestri. È come se il corpo avesse bisogno di un cervello in alto che produce la coscienza, e di un cervello più basso, l’intestino, che assorbe gli alimenti per consegnarli al sangue e trasformarli in energia vitale. Ma la correlazione che esiste tra questi due organi sta soprattutto nel fatto che la nostra psiche si nutre del mondo esterno allo stesso modo del corpo. E anche l’antica medicina cinese ne aveva già colto l’affinità in quanto entrambi assorbono rispettivamente materia spessa e “materia sottile”.
Ci nutriamo di cibo e immagini Quando mangiamo portiamo dentro di noi sostanze che vanno a far parte del nostro organismo. Il cibo passa attraverso la bocca, viene digerito dallo stomaco e assimilato dall’intestino, che immette nel sangue i nutrienti da distribuire a tutto il corpo. Un processo analogo avviene nella mente che si nutre ininterrottamente di immagini, parole, gesti, codici culturali, opinioni, esperienze. E così, come il corpo si intossica nutrendosi, a causa degli scarti metabolici, la mente è intossicata da ciò che assorbe dall’esterno. Queste “sostanze” si depositano nel nostro spazio interno e senza che ce ne accorgiamo vanno a costituire un sistema omogeneo, l’identità nella quale ci siamo calati. Tutto ciò che ogni individuo conosce di sé, quel modo di essere che denota l’“Io”, non è altro che uno strato di elementi esterni, che ingombra l’interiorità.
Il cervello, che è in alto, produce la coscienza, mentre l’intestino, che è in basso, crea energia dopo aver assorbito il cibo
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Questa pratica, naturale e spontanea, eseguita regolarmente innesca il meccanismo di autocura e di autoguarigione perchĂŠ favorisce la depurazione, la rigenerazione e la trasformazione del corpo
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LA PRATICA DEL DIGIUNO: le regole da seguire
Da qualche ora a nove giorni, completa astensione dal cibo o solo parziale: sono varie le tipologie di digiuno. Scopriamo come scegliere la forma piĂš adatta a noi in base al beneficio che cerchiamo di ottenere e preservando sempre la salute
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la pratica del digiuno
Impariamo ad assecondare i ritmi dell’organismo Così entriamo nel territorio dell’uomo antico
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l digiuno è per i Grandi Maestri l’incontro con l’Inaudito, con il Meraviglioso, con il Senza Tempo, e per questo bisogna avvicinarsi con grande cautela a questa pratica, effettuando inizialmente digiuni di poche ore fino a prolungarli a tre o nove giorni. Digiunando infatti ci colleghiamo al Nucleo Originario dell’Essere, dove materia e psiche sono compresenti, come all’origine del mondo, e dove combaciano. Secondo gli antichi, i digiuni anche solo di alcune ore, di uno o tre giorni, permettono di entrare in contatto con le proprie energie primordiali, senza correre alcun rischio. a cosa prestare attenzione È fondamentale adottare qualche accorgimento per rendere dolce il distacco dal cibo, massimizzare i benefici psicofisici ed evitare di compromettere lo stato di salute. Bisogna evitare digiuni troppo drastici, eccessivamente prolungati e non preparati con gradualità, perché potrebbero risultare nocivi.
come fare un buon digiuno La preparazione In base alla durata del digiuno prevista occorre prepararsi in modo opportuno. Innanzitutto è importante avere l’atteggiamento mentale adatto, la giusta motivazione e la consapevolezza di ciò che si sta facendo, per far sì che il digiuno sia davvero un momento di purificazione e di rigenerazione. Spesso, come sappiamo, ciò che ci spinge a mangiare non è un effettivo bisogno fisico di cibo, ma una “fame” psicologica. Occorre imparare a controllarla. Ecco i consigli utili per riuscire a digiunare e a trarne i maggiori benefici. 82
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Scienze • Scegli il periodo migliore Il consiglio è di effettuare questa pratica in concomitanza con un momento di distacco dal lavoro (in vacanza) e da incombenze che richiedono intensi sforzi fisici o mentali. Comunque durante un digiuno di breve durata (2-3 giorni) è possibile svolgere le normali attività professionali e personali. È necessario però avere la possibilità di ritagliarsi durante la giornata dei momenti per sé e di riposo. • Non rivelarlo a nessuno Digiunare è un po’ come nascondersi, come richiudersi in se stessi e per questo il silenzio deve accompagnare, per quanto possibile, questa pratica. In quest’ottica, sarebbe opportuno informare il meno possibile familiari e amici dell’intenzione di intraprendere questo percorso per evitare giudizi e tentativi di dissuasione. Per questo, ad esempio, nei paesi dell’Europa settentrionale, in cui questa terapia è molto diffusa, chi digiuna si reca in strutture specializzate o costituisce dei gruppi per affittare stanze in luoghi ritirati e naturali, per isolarsi e dedicarsi completamente a sé e al proprio benessere, sia fisico che psicologico. • Adotta le giuste precauzioni Prima di iniziare un periodo di digiuno che abbia una durata superiore ai tre giorni è consigliato effettuare alcuni esami clinici per valutare il proprio stato di salute. In questo modo si potrà intraprendere la pratica del digiuno sapendo che l’eventuale senso di stanchezza e di astenia, la tachicardia o altri stati psicofisici che si potrebbero avvertire durante l’astensione dal cibo, non sono dovuti a disturbi fisici, ma sono da considerarsi normali effetti del processo di rigenerazione che è in atto. 83