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Nutraceutica e chemioprevenzione - Silvana Hrelia

Professore Ordinario di Biochimica Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita, Università degli Studi di Bologna

Nutraceutica e chemioprevenzione

È noto che i fattori genetici contribuiscono solo per il 5–10% ai fattori di rischio per il cancro, mentre i fattori ambientali contribuiscono per il 90–95%: • 10–15% cancerogeni ambientali • 15–20% infezioni • 25–30% tabacco • 30–35% dieta

Lo stile di vita rappresenta il principale determinante di rischio di cancro, per cui gli approcci preventivi devono includere il perseguimento di uno stile di vita sano e/o la modificazione del regime alimentare.

Da questi ragionamenti nasce il concetto di chemioprevenzione: una branca dell’oncologia, ma anche della scienza della nutrizione, che si rivolge a persone sane e che tenta di agire in quell’ampia finestra temporale durante la quale avvengono i processi che provocano il tumore. In termini generali, significa creare un ambiente meno disponibile all’alterazione delle cellule, mediante l’adozione di uno stile di vita sano.

La differenza rispetto alla chemioterapia è amplissima, innanzitutto il trattamento preventivo comporta l’utilizzo di sostanze naturali che non possono produrre effetti nocivi sulla salute, mentre nel trattamento chemioterapico vengono utilizzate sostanze chimiche nocive, che non sono indirizzate unicamente alle cellule malate, ma anche a quelle sane.

La cosiddetta “chemioprevenzione alimentare”, a differenza della chemioprevenzione farmacologica, consiste proprio nel contrastare l’insorgenza, lo sviluppo e la recidiva dei tumori attraverso l’introduzione di sostanze naturali contenute negli alimenti, i cosiddetti “nutraceutici”, capaci di interrompere o fare regredire il processo di cancerogenesi. Come per la chemioprevenzione farmacologica, si tratta di una prospettiva applicabile a molti tumori, di cui sono note le cause e che hanno un lungo periodo di latenza tra l’inizio dell’esposizione alla sostanza nociva e l’insorgenza della malattia.

CHEMIOPREVENZIONE “ALIMENTARE”

• SI RIVOLGE A PERSONE SANE • SI REALIZZA NEL CORSO DI ANNI DEDICATI A UNO STILE DI VITA SANO • RICORRE ALL’USO DI SOSTANZE NATURALI PRESENTI NEGLI ALIMENTI (NUTRACEUTICI), PRIVE DI EFFETTI DELETERI PER LA SALUTE • RAPPRESENTA UNO STRUMENTO MOLTO EFFICACE PER PREVENIRE

SIA TUMORI DI CUI SONO NOTE LE CAUSE, SIA QUELLI CHE IMPIE-

GANO MOLTI ANNI A MANIFESTARSI

Nel percorso di sviluppo che porta dall’iniziale trasformazione di una cellula ed arriva allo stadio finale del tumore, esistono diversi step in cui si possa applicare il concetto di chemioprevenzione.

L'infiammazione agisce in tutte le fasi della tumorigenesi, il processo di formazione di un cancro: • Può contribuire all'insorgenza del tumore, • Induce la proliferazione di cellule precancerose e migliora la loro sopravvivenza, • Promuove la formazione di un microambiente ospitale, in cui le cellule pre-maligne possono sopravvivere ed espandersi, • Promuove anche la diffusione metastatica finale.

Il legame tra infiammazione e cancro è stato notato per la prima volta come associazione tra malattie infiammatorie e aumentato rischio di sviluppare tumori. Ma anche la presenza di infiammazione cronica, quale si manifesta nell’obesità, rappresenta un fattore di rischio importante per le malattie neoplastiche. L’eccesso di tessuto adiposo, infatti, produce molecole ad azione infiammatoria ed ormoni, contribuendo allo sviluppo tumorale.

In particolare, dati aggiornati del World Cancer Research Fund (Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro) dimostrano come l’eccesso di grasso corporeo sia legato a un aumentato rischio di sviluppare 9 diversi tipi di tumore:

1. Mammario in donne in post-menopausa 2. Colon-rettale 3. Ovarico 4. Endometriale 5. Pancreatico 6. Epatico 7. Esofageo 8. Prostatico 9. Della cistifellea

Numerosissime evidenze epidemiologiche supportano l’associazione tra particolari costituenti dietetici e rischio di specifici tipi di tumore. In linea generale, vegetali, frutta, fibre alimentari ed alcuni micronutrienti svolgono un ruolo protettivo. Tra questi micronutrienti identifichiamo: vitamine A, C, D ed E, beta-carotene, molibdeno, calcio; composti fitochimici presenti nei vegetali, quali crucifere, frutti rossi, aglio. Definiti sulla base dei loro meccanismi d’azione, gli agenti chemiopreventivi vengono raggruppati in due ampie classi: gli agenti bloccanti e gli agenti soppressori. Gli agenti bloccanti ostacolano il raggiungimento o la reazione del cancerogeno con bersagli critici. I soppressori prevengono l’evoluzione del processo neoplastico in cellule che altrimenti si avvierebbero verso la malignità. Quindi, un buon nutraceutico chemiopreventivo può agire impedendo la formazione di composti cancerogeni, o determinando l’eliminazione dei cancerogeni formati e/o rallentando la proliferazione delle cellule trasformate, inducendone la morte o la differenziazione (cioè il ritorno alla condizione di cellule mature “normali”).

Chiaramente, un chemiopreventivo promettente deve dimostrare buona selettività verso le cellule tumorali, ovvero bassa tossicità nei confronti delle cellule non trasformate (“normali”).

Esposizioni relativamente lunghe e ripetute a sostanze fitochimiche alimentari sono state generalmente necessarie per osservare gli effetti protettivi.

Sebbene siano stati avviati numerosi studi clinici utilizzando sostanze fitochimiche dietetiche, solo pochi risultati sono stati pubblicati e alcuni studi non sono stati completati, o i loro risultati non sono riportati. Resta a tuttora l’incapacità di traslare gli effetti dimostrati a livello sperimentale all’uomo, definendo i tempi, la durata e la modalità di assunzione, prevedibilmente di lunga durata.

Trattamenti di lunga durata possono essere nocivi, anche con composti che ai normali livelli fisiologici sono essenziali. Solo l’utilizzo di combinazioni di fitochimici è in grado di esercitare il maggiore effetto preventivo nei confronti del cancro. Nessun alimento o sostanza alimentare può proteggerci dal cancro. Ma gli scienziati ritengono che la giusta combinazione di alimenti in una dieta prevalentemente a base vegetale possa raggiungere questo obiettivo… mangiare verdura, frutta, cereali integrali e legumi ridurrà il rischio di sviluppare la malattia. Con la dieta vengono introdotti elementi che favoriscono e/o inibiscono eventi mutageni e/o cancerogeni. Una dieta corretta e bilanciata resta ad ora il più valido strumento di prevenzione del cancro.

Letture consigliate

https://www.wcrf.org - https://www.wcrf.org /?s=obesity

(PRINCIPIO ATTIVO PRESENTE NEI VEGETALI)

RESVERATROLO

Frutti rossi e vino rosso

DAIDZEINA E GENISTEINA, CUMESTROLO

Soia e legumi

QUERCETINA

Mele e cipolle

CURCUMINA

Curcuma

SULFORAFANE

Crucifere (cavolfiore, cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles, verdure a foglia verde)

EPI-GALLO-CATECHINA-GALLATO

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