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Pet non convenzionali - Stefano Cusaro
PET non convenzionali
Medico Veterinario accr. FNOVI "Medicina e Chirurgia di rettili e anfibi", Università degli Studi di Parma, Presidente SIVAE (Società Italiana Veterinaria per Animali Esotici)
I LUNGHI MESI PASSATI DURANTE LA PANDEMIA DA CAUSATA DAL VIRUS SARS-COV-2 HANNO CONDIZIONATO PESANTEMENTE LA VITA DELLE PERSONE CHE, OLTRE A FRONTEGGIARE, CON SACRIFICIO, PROBLEMI DI SALUTE E DI LAVORO, HANNO FORSE RISCOPERTO UNA RITROVATA ATTITUDINE ED ESIGENZA: QUELLA DI DEDICARSI MAGGIORMENTE A NUOVI AFFETTI, VERSO, IN PARTICOLARE, GLI ANIMALI.
L’incremento, seppure transitorio, di adozioni di cani e gatti è stato associato a nuovi interessi per gli animali esotici, i cosiddetti pet non convenzionali. Prima di parlare in realtà dell’aspetto più importante, quello normativo, facciamo chiarezza su quali sono gli animali non convenzionali. Chi appartiene a questa definizione?
“Non direi che l’aumento di adozioni verso gli animali non convenzionali si possa definire come un “nuovo interesse”. La scelta di una specie non convenzionale come pet è una realtà già assodata, semplicemente ne è aumentata la vendita, così come quella di cane e gatto proprio in funzione dei lunghi mesi trascorsi che tutti conosciamo. Chi sono questi animali? Con il termine “animali non convenzionali da compagnia” si intendono tutti quegli animali accuditi come pet diversi da cane e gatto sia autoctoni (per esempio il coniglio o le testuggini del Mediterraneo), sia alloctoni, quindi “esotici” (come i criceti). Ma con le nuove regole europee, questi pet saranno presto classificati come “animali da compagnia” a tutti gli effetti, esattamente come il cane e il gatto.”
Esiste un profilo di “umano”, una persona tipo, che trova interessante, necessario, utile e appagante adottare un animale esotico? Chi prevalentemente è spinto a farlo? Con quali motivazioni? “È una domanda difficilissima. Il rapporto uomo/animale esiste da sempre; credo siano tantissime le ragioni per cui l’uomo ha bisogno della relazione con l’animale. Ogni animale ha delle caratteristiche comportamentali e caratteriali diverse, ognuno di noi può trovare ciò che desidera dare e ricevere in un rapporto non utilitaristico, ma di scambio e di rispetto dell’alterità animale. La mia esperienza come medico veterinario mi porta ad affermare che non esiste una persona tipo che sia spinta ad adottare un animale non convenzionale. Il denominatore comune è sempre comunque una grande passione, una spinta di conoscenza e il desiderio di accudire al meglio il soggetto che viene adottato. L’educazione al rapporto con la diversità animale si impara anche convivendoci, facendo una esperienza concreta della dimensione animale,
dei suoi bisogni e delle sue leggi di vita, al di fuori di esperienze solo libresche o preconcette.”
Pensando alla maggior parte delle persone che vive in appartamento, come si gestisce a casa un animale esotico, nel rispetto delle esigenze sue (e degli eventuali altri umani)?
“La maggior parte degli animali non convenzionali sono di piccola e media taglia e alcuni di loro hanno bisogno di essere accuditi all’interno di ambienti artificiali che ne possano garantire la corretta gestione ambientale in termini di umidità, temperature e ritmi circadiani. Questo li rende particolarmente adatti a chi vive in appartamento. Non è un problema diverso da quello che si deve porre chiunque scelga di detenere un cane, in base alla taglia o alla razza e agli spazi vitali che è in grado di offrirgli, per correre e giocare. Un criceto, all’interno di una struttura ben dimensionata e con i giusti arricchimenti ambientali, può essere allevato nel rispetto delle sue esigenze fisiologiche. Quello che noi consigliamo è di informarsi sempre presso veterinari esperti in animali non convenzionali sulle esigenze della specie che si intende accudire, prima di procedere all’acquisto.”
Se le caratteristiche dell’animale scelto possono essere compatibili con il tipo di vita che uno conduce, con il tempo che si può mettere a disposizione per le attenzioni da dedicare, con la disponibilità degli spazi a disposizione e la disponibilità economica, allora la convivenza non ha controindicazioni. Diversamente, se una di queste condizioni non può soddisfare le esigenze della specie, si può consigliare un animale da compagnia diverso. Tutti gli animali da compagnia hanno esigenze e richiedono consapevolezza e responsabilizzazione.
Dal punto di vista medico, esistono programmi vaccinali anche per gli animali esotici adottati in famiglia? In che misura le loro malattie possono essere trasmesse all’uomo?
“Va chiarito che le vaccinazioni veterinarie che si eseguono sugli animali sono una misura profilattica che protegge gli stessi animali dalle loro malattie specie/specifiche. Per alcuni animali non convenzionali sono previste vaccinazioni veterinarie, come ad esempio per il coniglio e il furetto, mentre per altre specie la prevenzione segue altri metodi. Non dimentichiamo che quando parliamo di “animali non convenzionali da compagnia” parliamo di una categoria immensa, che spazia dai mammiferi agli uccelli, rettili, pesci e anfibi. Da un punto di vista veterinario, ogni animale ha bisogno di controlli annuali o semestrali (a seconda della specie) al fine di poter accertare lo stato di buona salute e di attuare tutte le misure di profilassi e prevenzione, per minimizzare i rischi di insorgenza delle patologie. Oggi le competenze e le conoscenze mediche dei veterinari italiani specializzati in animali non convenzionali sono di altissimo livello e sono in grado di praticare interventi di diagnostica avanzata come ecografie, endoscopie, accurati test di laboratorio, tac e risonanze magnetiche e molto altro a partire da animali di pochi grammi, come per esempio un geco, una piccola tartaruga, un canarino, o un criceto. Anche la clinica e la chirurgia hanno raggiunto un livello molto avanzato. Un animale sano e ben curato non rappresenta un rischio per l’uomo. Tra l’altro, gli animali non convenzionali regolarmente allevati come animali da compagnia provengono da nascite in cattività, il cui rischio di trasmettere malattie è minimo senza significativi rischi per la convivenza nelle abitazioni. Non a caso, il nuovo regolamento europeo li ammette come animali da compagnia proprio per il loro rischio trascurabile, parificandoli al cane e al gatto.
Esiste purtroppo un’altra realtà da considerare che è quella dei traffici degli animali la cui provenienza è dubbia e priva di garanzie sanitarie. Questa è una pratica condannabile, vietata e già regolamentata da severe leggi nazionali e internazionali. È chiaro che qualora un animale sia illegalmente prelevato in natura o proveniente da filiere commerciali illegali, i rischi sanitari aumentano, soprattutto per questi animali contrabbandati. Anche in questo caso, è importante informarsi prima dell’acquisto e non lasciarsi ingannare da trappole, magari online, che fanno leva sulla convenienza economica e sulla curiosità impulsiva degli acquirenti.”
Quanto sono numerosi i veterinari specializzati in patologie dei pet non convenzionali? Questo può essere un problema anche per quanto riguarda la loro presenza sul territorio, se la salute, anche in termini di prevenzione, non è tutelata come succede nel caso dei pet “tradizionali”?
“La SIVAE, Società Italiana Veterinari per Animali Esotici, ad oggi conta più di 800 soci distribuiti su tutto il territorio nazionale. Possiamo vantarci di essere la società specialistica in questo settore più grande in Italia ed in Europa. Quindi, in realtà, il problema non sussiste. In Italia la Veterinaria è presente e competente e riesce a garantire informazione, prevenzione, profilassi e cura su tutti gli animali non
convenzionali, i quali possono quindi sentirsi tutelati dal punto di vista veterinario.”
Cosa dispone la normativa in vigore, riguardo all’adozione di pet non convenzionali? Cosa devono sapere le persone che hanno questo interesse, prima di organizzare l’adozione?
“Non si può parlare di un'unica normativa riguardo l’adozione di pet non convenzionali, ma piuttosto di una serie di normative fra leggi nazionali e internazionali. Alla base esiste la Convenzione di Washington (CITES) con i suoi regolamenti. È una convenzione internazionale sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione siglata nel 1975.
Lo scopo fondamentale della Convenzione è quello di garantire che, ove sia consentito, lo sfruttamento commerciale internazionale di una specie di fauna o flora selvatiche sia sostenibile per la specie e compatibile con il ruolo ecologico che la specie riveste nel suo habitat. In essa sono stabiliti tutti i divieti, le norme, le licenze ed i certificati che governano il commercio degli animali. In Italia le direttive CITES sono state recepite e adeguate con circa una quindicina di adempimenti fra regolamenti, circolari e delibere atte a garantire provenienza e tracciabilità degli animali. In Italia sono in vigore, inoltre, altre due leggi interessanti, la n. 150 del 1992 modificata con Decreto Ministeriale del 1996 e il Decreto Legislativo n. 230 del 2018. La prima vieta la detenzione e crea un elenco dettagliato di tutti gli animali ritenuti pericolosi per l’incolumità dell’uomo; la seconda vieta il commercio e la detenzione e ne crea un elenco di tutte le specie ritenute aliene ed invasive per la biodiversità del nostro territorio.
Al netto dei divieti, il nuovo Regolamento europeo di sanità animale (Reg. 2016/429) elenca per la prima volta nell’ordinamento europeo gli animali che possono essere detenuti come pet e che, dal punto di vista sanitario, possono diventare “da compagnia”. Si tratta di:
Invertebrati (eccetto api, molluschi appartenenti al
Phylum Mollusca e crostacei appartenenti al Subphylum
Crustacea)
Animali acquatici ornamentali
Anfibi
Rettili
Volatili, esemplari di specie avicole diverse da polli, tacchini, faraone, oche, anatre, quaglie, piccioni, fagiani, pernici e ratiti (Ratitae)
Mammiferi
Roditori e conigli diversi da quelli destinati alla produzione alimentare
L’indirizzo generale dato dalla UE al legislatore nazionale è questo. Il Regolamento europeo è entrato in vigore in piena pandemia, in un periodo molto complicato per tutti i legislatori nazionali. Adesso, i decreti nazionali sono in via di stesura in Italia come in tutti gli Stati Membri.” Qualche volta la cronaca riferisce il ritrovamento di animali esotici, che poi risultano introdotti nelle nostre città in modo clandestino e magari fraudolento. Il commercio clandestino di animali è purtroppo una piaga che li riguarda tutti, ma se dovesse capitare di incontrare al parco un suricata al guinzaglio, cosa si deve fare?
“Il mercato clandestino non ha nulla a che vedere con un suricata al guinzaglio. Il suricata è un animale esotico (in quanto esiste come animale selvatico in Africa meridionale), ma è allevato anche in Europa come animale da compagnia e non rientra fra gli animali vietati o normati. Viene di conseguenza che se quel suricata è stato regolarmente acquistato da un allevamento e non di cattura e correttamente seguito dal punto di vista gestionale e sanitario da un veterinario specializzato non si è di fronte ad un illecito. Resta discutibile l’utilizzo del guinzaglio, ma solo perché non si è abituati a vedere tutti i giorni un suricata al guinzaglio, tuttavia non esistono studi scientifici o leggi che ne vietino l’utilizzo come non ne esistono che ne consiglino l’uso. Lo stesso vale per il gatto al guinzaglio o il coniglio al guinzaglio che, però, essendo animali più comuni, non fanno notizia. Per rispondere alla domanda, se vediamo un suricata al guinzaglio non dobbiamo fare niente: ogni deduzione negativa o positiva sul fatto, è puramente soggettiva. Il commercio illegale di animali selvatici, invece, è un altro discorso. È il terzo mercato illegale nel mondo dopo droga e armi. Questo traffico alimenta il bracconaggio e il prelievo incontrollato di animali anche appartenenti a specie in pericolo, animali che vanno incontro ad un altissimo tasso di mortalità nelle varie fasi della cattura e degli spostamenti. È importante non generalizzare e separare bene ciò che è lecito e illecito regolamentando il primo e condannando aspramente il secondo. Per fare questo l’arma più forte è la conoscenza e l’istruzione e non l’apparenza e la sensibilità individuale.“
Letture consigliate
• Convenzione di Washington (C.I.T.E.S. - Convention on International
Trade of Endangered Species). https://www.adm.gov.it/portale/documents/20182/900422/CITESonline-20120321.pdf/9698db2b-f02e4d23-a1b9-ea12d51ff83f?t=1456150009540 • Decreto 19 Aprile 1996. Elenco delle specie animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica e di cui è proibita la detenzione. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1996/10/03/232/sg/pdf • Decreto Legislativo 15 Dicembre 2017, n. 230. Adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 Ottobre 2014, recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive. G.U. 30-1-2018. Serie generale - n. 24 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2018/01/30/24/sg/pdf • Regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 Marzo 2016 relativo alle malattie animali trasmissibili («normativa in materia di sanita animale») https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32016R0429