Salutepertutti.it - Vol. 5 - n. 2 - 2022

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VETERINARIA

PET non convenzionali I LUNGHI MESI PASSATI DURANTE LA PANDEMIA DA CAUSATA DAL VIRUS SARS-COV-2 HANNO CONDIZIONATO PESANTEMENTE LA VITA DELLE PERSONE CHE, OLTRE A FRONTEGGIARE, CON SACRIFICIO, PROBLEMI DI SALUTE E DI LAVORO, HANNO FORSE RISCOPERTO UNA RITROVATA ATTITUDINE ED ESIGENZA: QUELLA DI DEDICARSI MAGGIORMENTE A NUOVI AFFETTI, VERSO, IN PARTICOLARE, GLI ANIMALI. L’incremento, seppure transitorio, di adozioni di cani e gatti è stato associato a nuovi interessi per gli animali esotici, i cosiddetti pet non convenzionali. Prima di parlare in realtà dell’aspetto più importante, quello normativo, facciamo chiarezza su quali sono gli animali non convenzionali. Chi appartiene a questa definizione? “Non direi che l’aumento di adozioni verso gli animali non convenzionali si possa definire come un “nuovo interesse”. La scelta di una specie non convenzionale come pet è una realtà già assodata, semplicemente ne è aumentata la vendita, così come quella di cane e gatto proprio in funzione dei lunghi mesi trascorsi che tutti conosciamo. Chi sono questi animali? Con il termine “animali non convenzionali da compagnia” si intendono tutti quegli animali accuditi come pet diversi da cane e gatto sia autoctoni (per esempio il coniglio o le testuggini del Mediterraneo), sia alloctoni, quindi “esotici” (come i criceti). Ma con le nuove regole europee, questi pet saranno presto classificati come “animali da compagnia” a tutti gli effetti, esattamente come il cane e il gatto.” Esiste un profilo di “umano”, una persona tipo, che trova interessante, necessario, utile e appagante adottare un animale esotico? Chi prevalentemente è spinto a farlo? Con quali motivazioni? “È una domanda difficilissima. Il rapporto uomo/animale esiste da sempre; credo siano tantissime le ragioni per cui l’uomo ha bisogno della relazione con l’animale. Ogni animale ha delle caratteristiche comportamentali e caratteriali diverse, ognuno di noi può trovare ciò che desidera dare e ricevere in un rapporto non utilitaristico, ma di scambio e di rispetto dell’alterità animale. La mia esperienza come medico veterinario mi porta ad affermare che non esiste una persona tipo che sia spinta ad adottare un animale non convenzionale. Il denominatore comune è sempre comunque una grande passione, una spinta di conoscenza e il desiderio di accudire al meglio il soggetto che viene adottato. L’educazione al rapporto con la diversità animale si impara anche convivendoci, facendo una esperienza concreta della dimensione animale, 2022;5,2.

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Ne parliamo con il Dott. Stefano Cusaro Medico Veterinario accr. FNOVI "Medicina e Chirurgia di rettili e anfibi", Università degli Studi di Parma, Presidente SIVAE (Società Italiana Veterinaria per Animali Esotici)


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