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Cerveteri, di Elena Castiglione
LG in tour CERVETERI
di Elena Castiglione
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La storia di Cerveteri ha radici molto antiche, probabilmen- te risalenti alla metà del IX secolo avanti Cristo, il seco- lo in cui la civiltà italica più fiorente ed evoluta fu quella degli Etruschi. E che ebbe una profonda influenza sulla civiltà romana, fino a ar- rivare a fondersi con essa al termine del
I secolo a. C.
L’insediamento umano fu favorito da una situazione ambientale particolar- mente accattivante, vista la presenza di un terreno pianeggiante e collinare consono per l’agricoltura, la ricchezza di corsi d’acqua e sorgenti utili per l’ap- provvigionamento idrico e non ultima la vicinanza alla costa tirrenica che per- metteva gli attracchi per le imbarcazioni.
E così nell’VIII secolo a.C. vide la luce
Caere, chiamata così dai Romani, la
Kyrsry per gli etruschi o Agylla per i greci. E dal piccolo agglomerato di capanne dell’età del ferro diventerà capitale etrusca e metropoli dell’Occidente mediterraneo. Durante i due successivi secoli Caere sarà uno dei centri più po- polosi di tutto il mondo allora civilizzato, fiorente di attività artistiche e culturali, di grandi traffici commerciali svolti attraverso i porti di Pirgy (l’attuale Santa Severa), di Puni cum (Santa Marinella) e Alsium (Ladispoli).
Fare la storia di Cerveteri in poche righe, è impresa ardua…
Si alleò con i cartaginesi contro i greci per la supremazia del Tirreno, e nonostante la sconfitta d egli e lleni, r iuscì a mantenere ottimi rapporti con loro. Nel corso del V secolo a.C. attraversò una grave crisi economica e politica e fu poi attaccata da Dionisio di Siracusa che distrusse il porto di Pirgy.
Anche con Roma ebbe sempre una politica neutrale e di buon vicinato, ma nei secoli la potenza crescente di Roma la costrinse a un atto di sottomissione. Fu il preludio della sua definitiva annessione allo Stato Romano. La diffusione della malaria e le continue incursione saracene fecero il resto: la città iniziò a spopolarsi e la sua decadenza oramai era alle porte. Gli abitanti si trasferirono più in alto, in una località più facilmente difendibile, dove fondarono Caere Nova, l’attuale Ceri. La Caere Vetus era oramai la città vecchia.
Ed è proprio da Caere Vetus che Cerveteri deve il suo attuale nome.
La Rocca duecentesca è stata do- nata dalla Famiglia Ruspoli nel 1967. Ospita il Museo Nazionale cerite, all’interno del quale sono custoditi i re- perti che documentano le diverse fasi culturali dell’antica Caere: corredi fune- rari, vasi decorati, ceramiche di impor- tazione greca e locale, sarcofagi a testi- monianza delle varie epoche.
Il cuore della città medievale è il Castello Ruspoli, che si trova in que- sta splendida Piazza Santa Maria. È dominato dalla Rocca duecentesca. Baluardi e torri gli fanno da cornice. Le fortificazioni intorno incorporano tratti di antiche mura etrusche che risalgono al IV secolo a. C.
Rimaniamo ancora qui, in Piazza Santa Maria. Uno splendido palazzo del Cinquecento, fatto costruire dagli Orsini. È il Palazzo Ruspoli. Nacque come palazzo baronale, ha conosciuto svariate modifiche nel succedersi degli anni. Finì poi ad essere strutturalmente collegato alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, come si vede a lato dell’immagine.
Mangiare a Cerveteri
Non solo storia e bellezze architetto- niche nella nostra Cerveteri. Fermarsi a mangiare nelle numerose trattorie e ristoranti sparsi ovunque, anche nelle campagne limitrofe, offre un momento di relax e gusto che lascia veramente soddisfatti. La cucina tipica di Cerveteri è pressoché quella romana. Schietta e genuina, non manca di offrirci pietanze con i numerosi prodotti locali e tradizio- nali. Non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Cerveteri è anche terra di vini pregia- ti, che merita sicuramente un capitolo a parte per descriverne la quantità, la tra- dizione e la bontà!
Se poi ci piace andare a caccia di qualcosa di antico, di tradizionale, a Cerveteri, in pieno centro storico, trovia- mo l’Antico Forno a Legna Piergentili, panificio di antiche tradizioni. Da una mappa catastale dello stato pontificio risulta essere attivo già dal 1700 circa ed appartiene alla famiglia Piergentili
dal 1936, quando nonna Caterina con il figlio Pietro lo avviarono a quello che conosciamo oggi per poi lasciarlo ge- stire ai figli di quest’ultimo, Filippo e Luca. Interamente alimentato con la le- gna della macchia mediterranea circo- stante e potature delle vigne caeretane, l’Antico forno a legna Piergentili si vanta di praticare la filiera corta, utiliz- zando materie prime locali con le quali riesce a sfornare i prodotti fragranti che molti conoscono.
DA NON PERDERE A CERVETERI: Museo Cerite
Necropoli della Banditaccia
NEI DINTORNI:
Il complesso del Pyrgi, l’attuale Santa Severa