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Calcata, il borgo degli artisti e delle streghe
Calcata il borgo degli artisti e delle streghe
di Girovagainside.it
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Sorge solitario, su uno sperone di tufo che si innalza tra i selvaggi boschi della valle. Il centro è off-limits per le auto, ma appena fuori, c’è un grande parcheggio (a pagamento) dal quale, attraverso un sentiero, si accede direttamente all’ingresso del paese.
Si passa attraverso l’unica porta d’accesso tra le mura. Qui, una serie di viuzze, vicoli e piazzette, si intersecano tra di loro contornate da case, per la maggior parte in pietra, ornate da odorosi fiori, che come da tradizione locale sono per metà veri e metà finti.
Un profumo di pietanze succulente, ci accompagna per tutto il percorso, quasi simile ad un intreccio, dove il centro rima- ne sempre la piazza principale.
Ed è proprio su di essa che vogliamo soffermarci un attimo in più. Impossibile non notare, accanto alla Chiesa S.
Nome di Gesù, tre poltrone, o troni in pietra! Non ci è dato conoscere il loro significato, ma una foto ricordo seduti so- pra è praticamente d’obbligo.
La fantasia nel frattempo spazia tra lo storico e il romantico, tra il religioso e l’esoterico cercando una spiegazione, ma siamo a Calcata, dove tutto è possibile e dove niente è come sembra. Ma perché le è stato attribuito l’appellativo di borgo degli artisti e delle streghe?
Presto detto.
Negli anni Sessanta, Calcata era or-mai un paese disabitato che pian piano stava morendo.
Molti artisti però, tra scultori, pittori e scrittori, decisero di recarvisi per trovare l’ispirazione in quel contesto ormai fuori dal mondo, che conservava e conserva tuttora, la pace e la tranquillità che la vicina Capitale non possiede.
Un luogo non convenzionale, dove le abitazioni sono un vero e proprio rifugio e dove dalle terrazze panoramiche la vista dei boschi, dona al corpo, attraverso gli occhi, una sensazione di libertà.
Libertà dalla frenesia, dallo stress e dalla tecnologia. Qui non esiste linea per i cellulari, né connessione internet e così, sembra che il tempo non scorra più velocemente, ma invece rallenti, per far sì che ogni bellezza naturale venga apprezzata.
Si respira aria di semplicità, anche se un velo di mistero aleggia tra le vie. Si racconta infatti, che nelle cantine del paese, ci siano testimonianze di riti magici.
Calcata era ed è considerato un punto nevralgico dove tutte le energie si concentrano, ma non solo, nelle notti di vento, i vicoli del borgo, emettono suoni simili a un canto… il canto delle streghe!
Ma oggi splende il sole e non c’è vento, perciò continuiamo a goderci la tranquillità di questo luogo soffermandoci a dare uno sguardo alle botteghe artigiane locali. Negozi così particolari in giro è difficile trovarne!
Molto carino da vedere anche il concentrato Museo della Civiltà Contadina che per qualche istante ci riporta alla realtà.
Calcata è un piccolo borgo, ma racchiude un milione di sensazioni. Un paese risorto che conserva l’autenticità dei sentimenti alimentando l’estro che si nasconde dentro ognuno di noi.