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Frittura di pesci pettine
di Candida De Amicis
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Li ho pescati a Ponza e all’Argentario, e in Calabria, ma sono diffusi in tutto il Mediterraneo, anche se in prevalenza a sud. Non sono facili da trovare nelle nostre pescherie, ma se vi capita di vederli non ve li lasciate scappare; è quello che ho fatto quando li ho trovati nel “Diario di Bordo” del 4112, il bistrot dello chef Lele Usai.
Per 4 persone...
• 16 Pesci pettine
• 200 g Semola di grano duro
• Olio di semi di arachide
• Sale
Squamate ed eviscerate i pesci pettine; lavateli ed asciugateli tamponandoli delicatamente.
Infarinate un pesce alla volta rigirandolo bene nella semola e pressandolo leggermente; eliminate l’eccesso di semola scuotendolo. Questa operazione va fatta subito prima di friggere per evitare che la farina inumidisca e si stacchi in cottura.
Versate abbondante olio in una padella a bordi alti, deve essere profondo almeno 3 dita, portatelo alla temperatura di 175°C. Se non avete il termometro immergete uno stecchino nell’olio, se intorno si formano le bollicine è pronto per la frittura.
Friggete 2-3 pesci pettine alla volta così non si abbasserà la temperatura dell’olio; non fategli però superare i 180° per non rischiare di bruciare il pesce.
Fate cuocere per 3-4 minuti girando il pesce una sola volta.
A cottura ultimata, prelevare i pettini con il ragno (l’apposita schiumarola per il fritto) e poggiateli su carta paglia per eliminare l’unto.
Trasferite la frittura sul piatto da portata, salate e servite subito.