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V0 La virtù di Lucrezia (Livio

TESTO ESEMPLARE TRADOTTO

Livio 1, 57

TRADUZIONE

V 0 La virtù di Lucrezia

Leggiamo nel racconto di Livio un episodio famoso, dal quale emerge la virtù di Lucrezia, esemplare modello di donna latina. Durante l’assedio di Ardea, in un banchetto tra i principi, nasce un dibattito sulla virtù delle rispettive mogli, e quindi la decisione di sorprenderle in assenza dei mariti. L’episodio qui narrato è il prologo di una vicenda ben più grave, la violenza ai danni della stessa Lucrezia, consumata da Tarquinio, e che gli costò la cacciata da Roma.

Forte potantibus his (regis iuvenibus) apud Sex. Tarquinium, ubi et Collatinus cenabat Tarquinius, Egeri filius, incidit de uxoribus mentio. Suam quisque laudare miris modis; inde certamine accenso Collatinus negat verbis opus esse; paucis id quidem horis posse sciri quantum ceteris praestet Lucretia sua. “Quin, si vigor iuventae inest, conscendimus equos invisimusque praesentes nostrarum ingenia? id cuique spectatissimum sit quod necopinato viri adventu occurrerit oculis.” Incaluerant vino; “Age sane” omnes; citatis equis avolant Romam. Quo cum primis se intendentibus tenebris pervenissent, pergunt inde Collatiam, ubi Lucretiam haudquaquam ut regias nurus, quas in convivio luxuque cum aequalibus viderant tempus terentes sed nocte sera deditam lanae inter lucubrantes ancillas in medio aedium sedentem inveniunt. Muliebris certaminis laus penes Lucretiam fuit.

Una volta, mentre (i figli del re) per caso banchettavano presso Sesto Tarquinio, dove cenava anche Tarquinio Collatino, figlio di Egerio, il discorso cadde sulle mogli e ciascuno lodò la propria con termini mirabili. Quindi, animatasi una contesa, Collatino dice che non c’è bisogno di parole, che si può sapere in poche ore quanto la sua Lucrezia sia migliore delle altre. “Perché non saliamo a cavallo, se abbiamo la forza della gioventù, e non andiamo a vedere di persona le occupazioni delle nostre donne? Per ciascuno sarà una buona dimostrazione ciò che avrà sotto gli occhi, all’arrivo inatteso del marito”. Si erano scaldati col vino, “Andiamo” dicono tutti. A briglie sciolte vanno a Roma. Essendo giunti lì sul far della sera, si dirigono in seguito a Collazia: dove trovano Lucrezia, diversamente dalle nuore del re, che avevano colto a trascorrere il tempo con le coetanee nel banchetto e nell’ozio, dedita a lavorare la lana, sedendo in mezzo alle ancelle indaffarate, nonostante fosse notte fonda. La vittoria nella gara delle spose fu di Lucrezia.

Rifletti sul testo Il contesto

1. Il passo traccia un quadro di virtù arcaiche, in cui si celebrano le doti domestiche femminili, legate ai tempi delle origini e alla figura di Lucrezia. Certamente, nell’opera di Livio, che illustra la parabola della Res publica, questo ritratto esemplare assume una connotazione nostalgica, perché in realtà la vita delle donne romane, soprattutto appartenenti alle classi agiate, era ben lontana da questo modello, come già confermano le regiae nurus in contrapposizione all’austera matrona.

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