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3. Uso del congiuntivo nelle interrogative

In teoria

Se la seconda disgiuntiva è negata in forma breve, si usa necne o an non:

Ex te quaero utrum Romam venturus sis an non/ necne, “Ti chiedo se verrai a Roma o no”.

3. Uso del congiuntivo nelle interrogative

Nelle proposizioni interrogative indirette puoi trovare anche il congiuntivo potenziale, dubitativo o irreale, che può non coincidere con il tempo impiegato nella consecutio temporum:

Cato saepe quaerit quid faceret contra Carthaginem, “Catone chiede spesso cosa avrebbe dovuto fare contro Cartagine”.

Rogas quid faceret, “Chiedi cosa avrebbe dovuto / potuto fare”.

Haec opinio violentior est quam vellem, “Questo parere è più violento di quanto avrei voluto”.

Analogamente, il congiuntivo nelle interrogative dirette rientra nella categoria dei congiuntivi indipendenti, di solito potenziale o dubitativo:

Quid faciam? “Che cosa potrei/ dovrei fare?” Si definiscono dubitative le proposizioni in cui non è rivolta una vera domanda, ma piuttosto espresso un dubbio; esse sono introdotte da espressioni quali haud scio, nescio, “non so”, dubito, “dubito”, incertum est, “è incerto”, seguiti da an, con significato di “se non”, e da an non, an minus ecc. con significato di “se”.

Haud scio an minus hoc vobis probaturus sim, “Non so se riuscirò a provarvi ciò”.

Haud scio an hoc fieri possit, “Non so se ciò non può accadere”.

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