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Il ritmo del pensiero nelle parole
Esercizi di morfo-sintassi
1. Individua il periodo ipotetico della irrealtà e trasformalo in uno della possibilità spiegando il diverso significato. 2. Perductum e positum si presentano morfologicamente identici, ma in realtà uno è un infinito, il secondo un participio. Giustifica sintatticamente questa affermazione. 3. Incurrant spiega l’uso del congiuntivo.
Esercizi di comprensione
4. La premessa del ragionamento di Seneca è che la natura sia una forza provvidenziale. Sottolinea l’affermazione che corrisponde a tale convinzione di origine stoica. Conosci un’altra filosofia antica che sostiene, invece, l’indifferenza della natura? 5. Individua un aforisma che possa costituire il titolo del brano e spiegalo. 6. Nel raccontare di sé, Seneca utilizza metafore militari. Individuale e spiega la novità del messaggio in una società militarista come quella romana.
NON SOLO LATINO
Il ritmo del pensiero nelle parole
È lo stesso Seneca che in una bellissima lettera a Lucilio, la 59, afferma come lo stile sia rivelatore di un modo di essere: anche il suo non sfugge a questa regola. La sua prosa, che il retore Quintiliano ha definito di minutissimae sententiae e, polemicamente, l’imperatore Caligola harena sine calce, “sabbia senza cemento”, è specchio di una filosofia molto moderna che non si nutre di sistemi architettonici rigorosi, ma esplora, assecondando il flusso dei pensieri e le urgenze morali, l’animo umano: Seneca, a livello filosofico, con la sua prosa antitetica e anticlassica, scopre i trasalimenti dell’interiorità come orizzonte di indagine del pensiero, in una rivoluzione copernicana che mette in secondo piano, anche se non la cancella, la dimensione pubblica e politica. La lettura integrale di un’opera di Seneca è utile per la vita: o scegli uno dei suoi brevi dialoghi filosofici, lasciandoti guidare dai tuoi interessi, o ti metti sul comodino le Epistulae ad Lucilium, un’opera di 124 lettere che si possono leggere anche in modo intermittente. In Seneca riconosciamo la risolutezza di chi intende vivere la vita senza sprecarla, ma anche l’incertezza e l’umanità di chi sa di non esserci pienamente riuscito. Da indagatore razionale della mente umana Seneca, con le sue dieci tragedie, si fa commosso spettatore della follia dei comportamenti umani. La lettura in traduzione con testo a fronte di Medea prospetta l’idea che l’inferno è nelle viscere non della terra, ma della psiche.