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cap.7 • Si riparte
Capitolo 7
Si riparte!
Ci volle un po’ di tempo prima che i ragazzi si riprendessero da quel racconto tragico, ma eroico e appassionante.
«Bene Camilla» disse l’uomo, «ora che hai saputo quello che volevi sarai contenta».
«Signor Nikolaos, non so come ringraziarla. La sua storia è bellissima. Non vedo l’ora di farla pubblicare sulla Gazzetta di Clio».
«Ve lo dicevo io che mio padre è un eroe!» esclamò Alexis con orgoglio.
«Non esagerare figlio mio. Ho fatto solo il mio dovere di Greco. Mah...» sospirò, «quei tempi sono lontani. Altro che eroe! Ora sono un povero ilota che si è attardato, mancando ai suoi obblighi di schiavo. Mi aspettano due ore di marcia, tanto 61
distano la vigna e l’orto di cui mi devo occupare. Anche per te Alexis è arrivato il momento di salutare i tuoi amici. Devi portare al pascolo Zoe e le quattro pecore del nostro gregge e c’è ancora il fieno da sistemare».
«Lo farò subito padre, ma loro possono farmi compagnia ancora per un po’?»
Nikolaos non fece in tempo a rispondere che il suono di un corno lo distrasse e lo turbò.
«Presto… presto ragazzi. Dovete andarvene immediatamente!» disse l’uomo con voce agitata.
«Perché? Che cosa succede?» domandarono quasi in coro i tre ragazzi.
«Sentite questo suono?»
«Certo Alexis. Che cosa ha di particolare?» domandò Camilla.
«Noi comunichiamo così un pericolo imminente» disse Alexis.
«E qual è il pericolo che vi minaccia?» disse impaurito Lorenzo. «Un terremoto? Un maremoto? Un nuovo attacco dell’esercito persiano?»
«Peggio!» esclamò Nikolaos. «Gli spartiàti... stanno arrivando gli spartiàti. Se dovessero scoprire che non stiamo lavorando e che abbiamo ospitato degli stranieri senza avvertirli saranno guai seri per tutti noi».
«Dobbiamo raggiungere il sidecar e partire al più presto».
«Adriano ha ragione. Alexis, accompagnaci subito alla grotta dove hai nascosto il nostro mezzo» disse Camilla riferendosi al sidecar.
«Muovetevi, gli spartiàti saranno qui a momenti. Io devo andare. Stai attento, figlio mio. Lo sai che quella gente non scherza. Sarò di ritorno domani sera. Addio ragazzi!» e Nikolaos, dopo aver alzato il braccio destro in segno di saluto, scomparve correndo nella boscaglia.
Dopo qualche minuto di cammino, Camilla, Adriano, Lorenzo e Alexis giunsero all’ingresso della grotta dove era nascosto il sidecar.
La moto, per fortuna, era ancora lì. Rossa fiammante e pronta a ripartire per un nuovo viaggio.
Prima di accendere il motore e premere sull’acceleratore i quattro amici si salutarono con affetto. Alexis era il più commosso di tutti, ma anche gli altri trattennero a stento le lacrime. Quel pastorello, la sua bontà, il coraggioso Nikolaos, il sapore dei fichi e del miele, il gusto del pane d’orzo e del latte di capra… tutto questo li aveva conquistati e, volentieri, sarebbero rimasti ancora per qualche giorno in quella campagna da dove si ammirava il profilo della gloriosa Spar-
ta. Ma dovevano andare, sia perché di lì a poco gli spartiàti sarebbero arrivati, sia perché la loro missione era un’altra.
Salirono sul sidecar, indossarono casco e occhiali e, senza mai smettere di volgere lo sguardo ad Alexis, dopo due potenti colpi di acceleratore, sparirono alla volta dell’Atene di Pericle. Sperando di non atterrare da qualche altra parte…