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cap.1 • La Gazzetta di Clio

Capitolo 1

La Gazzetta di Clio

Quella volta la maestra Martina aveva proprio esagerato. Passi per la gonna a fiori gialli, per la camicetta rosso fuoco, per gli stivali da cavallerizza, ma di quel cappellino rosa confetto poteva farne proprio a meno!

Per questo i primi dieci minuti della riunione di redazione della Gazzetta di Clio, il giornale della scuola primaria di viale Delle Rose, trascorsero rumorosi, tra commenti ironici e risatine. Non che gli studenti non volessero bene alla maestra Martina. Al contrario, era di sicuro l’insegnante più amata. Tuttavia il suo modo di vestire risultava così bizzarro che era impossibile non venirne distratti. Pensate che qualche volta quello strano abbigliamento riusciva a far sorridere an-

che il professor Perfetti, dirigente scolastico, ma soprattutto uomo serissimo.

«Silenzio. Ora basta!» urlò più volte la maestra Martina agitando la campanella di ottone brillante che aveva sempre a portata di mano.

«Che cosa vi ha preso oggi? Tanto chiasso proprio non lo capisco» disse aggiustandosi l’ormai mitico copricapo che si era spostato tutto a destra per la foga dei suoi richiami. Poi, ripristinato l’ordine, iniziò a parlare con la solita calma, precisione e dolcezza.

«Miei cari ragazzi, vediamo un po’ se la redazione è al completo. Carla c’è, Antonio e Davide pure, Khalid, Maria e Anna li vedo, Filippo e Chen sono là in fondo, Lorenzo e Camilla sono qui. Bene, possiamo iniziare».

A quel punto la maestra Martina indossò un appariscente paio di occhiali da lettura leopardati, diede uno sguardo veloce alla sua agenda, ed entrò nel merito della riunione.

«Siamo qui per discutere del prossimo numero della Gazzetta di Clio. Come sapete, ogni quadrimestre tutte le scuole primarie di questa città si sfidano a chi realizza il giornale più bello. A indicare il tema cui ispirarsi è la stessa giuria che assegnerà il premio. Quest’anno ne fanno parte

il sindaco, il direttore della biblioteca municipale e una giornalista professionista. Ebbene, proprio ieri mattina ci hanno comunicato la loro decisione. Il tema prescelto è…» e fece una lunga pausa per creare una certa trepidante attesa.

«Le piramidi!» provò a indovinare Filippo, un ragazzone con due occhi azzurri circondati da un viso tondo come una luna piena.

«Le balene!» dissero Antonio e Davide, amici per la pelle soprannominati gli inseparabili.

«Le sorgenti del Nilo!» intervennero Maria e Anna, due gemelle così uguali, ma così uguali, che anche i genitori spesso le confondevano.

«Lo sport!» provò ancora Filippo, che oltre a essere un simpaticone era anche campione provinciale di lancio del peso.

«Spero sia l’alta moda» sospirò Camilla, una ragazzina con una spavalda coda di cavallo, il naso all’insù e due occhi verdi come un prato a primavera e vispi come due fiammelle accese.

«La scomparsa dei dinosauri!» urlò Lorenzo, il più grassottello, goloso, ma anche il più bravo a dipingere e disegnare, pensando di aver detto giusto.

«Sono dispiaciuta ragazzi» disse divertita la maestra Martina, «ma nessuno di voi ha indovi-

nato. Nel prossimo numero del nostro giornale dovremo occuparci della Grecia antica!»

«Uffa! La Storia…» brontolò Davide che avrebbe preferito un argomento scientifico.

«L’alta moda non esce mai?» mormorò delusa Camilla.

«Ragazzi» ammonì la maestra, «non è il momento delle proteste. Conoscete molto bene il regolamento del concorso. E poi siamo o non siamo la Gazzetta di Clio? La gazzetta della dea della storia! Questa volta dobbiamo vincere as-so-luta-men-te» sillabò con decisione e con orgoglio.

«Certo, nessuno potrà strapparci il primo premio!» aggiunsero Antonio e Davide.

«Nessuno!» esclamò in coro l’intera redazione.

«Quale premio?» domandò Camilla.

E tutti fecero silenzio in attesa della risposta della maestra.

«Già, ragazzi, avete ragione. Ho dimenticato di dirvi che quest’anno il premio messo in palio è davvero straordinario: un assegno da mille euro che la scuola potrà spendere a suo piacimento!»

«Evviva!» esultò Filippo. «Finalmente potremo comperare due nuovi canestri per il campo da basket».

«Quali canestri?» lo contraddisse Maria. «Meglio spendere quei soldi per sistemare il giardino della scuola».

«Ma che giardino?» chiese Lorenzo. «Dobbiamo usarli per aggiustare il laboratorio di scienze».

«Sarebbe meraviglioso fare una gita a Parigi nei giorni delle sfilate di moda…» propose sognante Camilla.

«Calma ragazzi, prima di iniziare la discussione su che cosa fare dei mille euro del premio, pensiamo a come vincerlo» ammonì l’insegnante.

«La maestra ha ragione. Diamoci da fare, iniziamo a lavorare. Il resto si vedrà».

«Ben detto Lorenzo!» approvò la maestra. «Questi i compiti: Carla e Antonio scriveranno un articolo sulla mitologia, Davide e Khalid faranno un pezzo sull’arte, Maria e Anna si occuperanno dell’abbigliamento…»

«Ti prego, questo argomento assegnalo a me...» supplicò Camilla.

«Niente affatto. A te, insieme a Lorenzo, spetta il compito più arduo, quello decisivo: scrivere un’intervista immaginaria a Pericle. Sarà il pezzo forte del giornale! Tu sei la nostra redattrice di punta…» rispose la maestra e Camilla arrossì.

«Chen, come al solito, curerà la grafica e l’impaginazione, mentre Filippo penserà all’edizione on-line. Ricordatevi che tra un mese dovrà essere tutto pronto. Questa volta non possiamo fallire!» esclamò la maestra Martina usando un tono da allenatore della nazionale.

«Considera l’assegno già nelle casse della scuola» sentenziò Lorenzo.

«Vinceremo!» urlarono i piccoli giornalisti sotto lo sguardo compiaciuto della brava insegnante.

E la riunione finì.

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