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Comportamenti animali di sopravvivenza

Alcuni animali, per evitare il pericolo di diventare essi stessi preda di altri animali, adottano particolari comportamenti per sfuggire ai predatori (comportamenti antipredatori).

Il camaleonte è un rettile la cui pelle cambia colore in base al tipo di vegetazione in cui si trova in un dato momento. In questo modo, il camaleonte si “confonde” con la vegetazione stessa (mimetismo) e sfugge alla vista dei suoi predatori. L’insetto stecco, con ali molto ridotte e colorazione mimetica, somiglia a un sottile ramoscello. In questo modo, si mimetizza tra la vegetazione per sfuggire ai suoi predatori.

Il riccio è un piccolo mammifero onnivoro che va a caccia di cibo prevalentemente durante la notte. È un animale solitario e scontroso anche con i suoi simili e, quando avverte di essere in pericolo, si appallottola su se stesso.

Il pesce palla, quando si sente in pericolo, è in grado di ingurgitare rapidamente grandi quantità di acqua, diventando molto grande e difficile da inghiottire anche per predatori di grosse dimensioni.

La lepre è un mammifero con abitudini prevalentemente notturne e si nutre sia di arbusti che di erbe. In inverno mangia anche le cortecce di giovani piante. La sua “difesa” mimetica da possibili predatori consiste nel cambio stagionale del suo mantello che in inverno è completamente bianco per mimetizzarsi nella neve, mentre in estate si presenta di colore bruno scuro.

Al cerbiatto, per mimetizzarsi alla vista di possibili predatori, basta accucciarsi nella boscaglia: le macchie chiare del suo mantello simulano quelle della luce che penetra nella boscaglia attraverso il fogliame degli alberi. Il suo manto marrone chiaro si mimetizza con il colore del terreno.

La gazzella, come pure la lepre e la zebra, per sfuggire ai predatori, è specializzata nella fuga con scatti improvvisi, repentini cambi di direzione, accelerazioni impressionanti. La marmotta, mammifero che vive in gruppo, per difendersi dai predatori adotta l’effetto vigilanza: a turno, alcuni elementi del gruppo fanno da sentinella nell’avvistamento dei predatori, mentre il resto del branco si dedica ad altre attività. Quando la sentinella avvista il predatore, emette dei fischi acuti che mettono in allerta tutti i membri del branco, inducendoli a rifugiarsi nelle tane.

Anche gli animali predatori hanno tutto l’interesse a non farsi vedere dalle possibili prede, per poterle avvicinare il più possibile prima di sferrare l’attacco. È la tattica del coccodrillo e del caimano che restano immersi immobili appena sotto la superficie dell’acqua, lasciando parzialmente fuori la testa. In questo modo, alle possibili prede, danno l’idea che si tratti di un ramo o tronco galleggiante.

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