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Alla ricerca della felicità
Incontro ravvicinato molto amichevole.Yakutian Laika e Samoiedo. Foto Salomon Russo
Una interessante ricerca mette in evidenza il lavoro di allevatori esperti e attenti al benessere animale Alla ricerca della felicità
Una socializzazione continua è necessaria al cucciolo per affrontare il mondo. E una solida alleanza tra allevatori e veterinari esperti di comportamento è in grado di indicare la giusta via. Il ruolo di ENCI a difesa del benessere animale
(seconda parte) Il mestiere dell’allevatore è complesso, impegnativo e oneroso sotto ogni punto di vista. Dobbiamo però distinguere l’allevatore dal commerciante che produce cucciolate al solo scopo di lucro. Quest’ultimo, non si interessa alla socializzazione, alla prevenzione o al benessere dei cuccioli ma elargisce loro solo le cure essenziali atte a difendere il suo investimento. Nulla di più. L’“allevatore onesto”, invece, si preoccupa della selezione sia dal punto di vista morfologico che caratteriale, si dedica alla socializzazione dei cuccioli e si impegna per affidare alla famiglia giusta la nuova vita del cucciolo. Questo è forse l’impegno più gravoso dato che indagare l’animo umano in pochi giorni non è impresa da poco anche se mantenere la disponibilità verso il cliente è pur sempre un valido strumento per aiutare il corretto inserimento nella nuova famiglia.
Attenti e ben educati. Foto di gruppo per i cuccioli di Cane da pastore di Brie. Foto Luigino Chiea
La seconda parte di questa grande revisione della letteratura in materia di benessere dei cani e dei cuccioli negli allevamenti (titolo originale dell’opera: The importance of early life experiences for the development of behavioural disorders in domestic dogs , condotta dalla Utrecht University (Nederlands) da Lisa Dietz, Anne-Marie K. Arnold, Vivian C. Goerlich-Jansson e Claudia M. Vinke), si occupa della socializzazione non solo in età precoce ma anche in età giovanile, mettendo a fuoco l’importanza delle “cure parentali” e delle “cure ambientali” di cui i cani necessitano e di come la genetica e l’ambiente si sposino in un connubio non del tutto indagato dalla scienza ma che sottintende incisive potenzialità da entrambe i lati e mette in evidenza l’importanza di una collaborazione efficace tra allevatori e veterinari esperti del comportamento, avente come unico obiettivo l’effettiva “ricerca della felicità”, di una vita serena in famiglia e nell’ambiente urbano dove i cani possano essere messi nella condizione di svolgere innumerevoli compiti utili, a partire dalla compagnia. SOCIALIZZAZIONE IN ETÀ GIOVANILE
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Si legge nello studio che questo periodo cha va dalle 12 settimane ai 6 mesi sia stato generalmente considerato meno sensibile del periodo di socializzazione iniziale. Invece, l’importanza del periodo giovanile e successivamente dell’adolescenza per un ulteriore sviluppo comportamentale è stato recentemente dimostrato da uno studio con un gruppo di futuri cani guida che sono stati socializzati con gli esseri umani alla fine del primo periodo di socializzazione, tra le 8 e le 12 settimane. Quando i cuccioli hanno raggiunto l’età di 12 settimane, circa la metà di loro è stata rapidamente reinserita in un ambiente socializzante, mentre l’altra metà è rimasta nel canile con i conspecifici per un periodo variabile da 2 a 11 settimane. I cani rimasti nei canili non hanno ricevuto un rinforzo ulteriore della socializzazione con gli umani ed i risultati dello studio hanno mostrato che questi cani avevano maggiori probabilità di fallire come cani guida, in gran
parte a causa della paura e del comportamento nervoso. Inoltre, uno studio sui lupi sottolinea la funzione complementare delle esperienze durante la prima e la tarda fase di socializzazione. Per esempio, i giovani lupi che sono stati socializzati con gli umani fino a tre mesi di età, ma non hanno ricevuto ulteriore rinforzo fino a 6 mesi di età, hanno iniziato a temere gli umani e gli effetti positivi raggiunti durante la socializzazione precoce sembravano essere scomparsi. Si è appurato che i cani inseriti in ambienti urbani durante il tardo periodo di socializzazione (fra i tre ed i sei mesi di età) hanno meno probabilità di sviluppare disturbi comportamentali sotto forma di evitamento e aggressività nei confronti di persone non familiari, più avanti nella vita. Questi studi dimostrano l’importanza del periodo giovanile e dell’adolescenza, poiché il profilo comportamentale di un individuo così come è stato modellato all’inizio della vita può essere confermato o adattato durante questi periodi, a seconda del grado in cui l’ambiente attuale corrisponde o meno a quello vissuto in allevamento.
GENETICA E AMBIENTE: QUANTO
INFLUISCONO SUL COMPORTAMENTO
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Quanto la genetica e l’ambiente siano in grado di incidere sul comportamento è tutt’ora materia di studio. È stato appurato che il corredo genetico trasmetta non soltanto i caratteri morfologici ma anche i tratti comportamentali. Una sorta di puzzle che mano a mano si combina nel patrimonio dei cuccioli e che può essere modificato dall’ambiente. Quello che resta da capire è la misura del cambiamento, ovvero, come la plasticità del cervello si presti ad
Bearded Collie. Primi approcci educativi. Foto Filippo Ripoli
Piccola siesta mentre osserva il mondo dove tutto è nuovo. Zwergpinscher. Foto Sandro Monduzzi Donazzi
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elaborare cambiamenti radicali in tema di benessere o di deprivazioni, in grado, quindi, di modificare il comportamento in maniera evidente. La letteratura esaminata dai ricercatori conferma fino ad ora che il comportamento di un cane adulto è determinato in larga misura dalla qualità dell’assistenza materna, dal suo stile di attaccamento alla madre e dalla varietà di stimoli sociali e ambientali forniti dall’uomo durante il primo periodo di socializzazione. Una stimolazione insufficiente o inadeguata durante questi periodi può aumentare il rischio di sviluppare disturbi comportamentali da adulto, dato che periodi sensibili e la relazione madre-cucciolo interagiscono tra loro in modo complesso e, inoltre, queste interazioni sono anche influenzate dalla variazione genetica (Scott & Fuller, 1965). Data la complessa interazione tra geni e ambiente, i ricercatori si sono posti una domanda essenziale : quanto sono reversibili o irreversibili le conseguenze delle prime esperienze di vita?
RECUPERO COMPORTAMENTALE
TRA PASSATO E PRESENTE
In passato, gli studi scientifici si sono basati su esperimenti che al giorno d’oggi, fortunatamente, non sono replicabili poiché troppo invasivi dal punto di vista psicologico. Tuttavia, nella ricerca vengono citati esperimenti relativi agli anni ’60 dove veniva osservata la differenza tra cuccioli tenuti isolati dall’ambiente in confronto a quelli che avevano avuto una socializzazione adeguata. Si legge nello studio che i cuccioli isolati sono stati ripetutamente attaccati dagli altri cani e sembravano incapaci di
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sviluppare relazioni sociali. Quando i ricercatori hanno Epagneul Breton. Primi passi al sole. Foto Renato Zaratin
Cane da pastore scozzese a pelo lungo. Giochi all’aperto, alla scoperta del mondo. Foto Maria Teresa Garabelli tenuto sessioni di gioco con questi cuccioli isolati, imitando con il gioco i combattimenti, sono riusciti a suscitare comportamenti di gioco e dopo pochi giorni questi cuccioli isolati hanno risposto ai ricercatori come farebbero individui adeguatamente socializzati (Fuller, 1961; in Scott & Fuller, 1965). Oltre alla possibilità di una certa plasticità nel comportamento sociale, questo studio sottolinea anche l’importanza del gioco durante il periodo sensibile per la socializzazione. Secondo il parere dei ricercatori, è evidente l’importanza del periodo di socializzazione sia precoce che tardiva per un corretto sviluppo comportamen-
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Già protagonisti e collaborativi. Labrador Retriever. Foto Stefano Eynard
tale nei cani. Così come è chiaro che le interazioni tra il primo e il tardo periodo di socializzazione influenzino il comportamento di questi cani. Un cattivo inizio di vita può essere in parte compensato dall’arricchimento e da una stimolazione adeguata più avanti nella vita, mentre un ambiente precoce ottimale può essere contrastato da esperienze negative successivamente vissute dai cuccioli. Tuttavia, le scarse ricerche in questo campo non consentono di valutare appieno se gli effetti di contrasto delle esperienze nella fase tardiva di socializzazione persistano per tutta la vita adulta. Ovvero, non è stato stabilito se il recupero sociale dei cuccioli isolati dagli stimoli e poi recuperati attraverso il gioco, sia un comportamento fissato, o se al contrario, sia un comportamento poco stabile in grado di permettere l’apparire di comportamenti inadeguati con l’andare del tempo. La deduzione dei ricercatori riassume che il profilo comportamentale dell’adulto - inclusa la vulnerabilità a sviluppare disturbi comportamentali - sia la somma cumulativa delle esperienze durante i periodi sensibili del primo sviluppo (Battaglia, 2009). Tuttavia – dicono gli scienziati - i profili comportamentali possono rimanere flessibili in una certa misura anche nell’età adulta, quindi i disturbi comportamentali possono rimanere curabili e/o
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L’importanza delle prime uscite all’aria aperta. Cuccioli di Setter inglese di 30 giorni. Foto Rosa Boscato
reversibili con una formazione adeguata e interventi appropriati (recupero comportamentale).
L’ALLEVATORE ONESTO E LE DIRETTIVE ENCI
Il mondo degli allevatori è variegato e contraddistinto da variabili che vanno dalla quantità di soggetti allevati, alla logistica della struttura e al tempo che viene dedicato a questa preziosa opera. In tema di selezione e benessere animale, questo connubio essenziale è stato più volte sottolineato nel corso degli anni dal presidente Dino Muto. Così come nell’ultima sua Relazione (sulla Gestione dell’anno 2020, il Bilancio Consuntivo dell’esercizio 2020 ed il Bilancio di Previsione dell’esercizio 2021) dove si affermano importanti iniziative riguardanti la salute, la longevità ed il benessere dei cani allevati. Su questo tema, da molti anni è in vigore il Codice Etico degli Allevatori, stilato da ENCI che deve essere sottoscritto dagli allevatori stessi. Il documento si apre così:
PREMESSA
L’allevamento e la selezione del cane è associato a responsabilità di tipo etico che richiedono una gestione seria e onesta. Pertanto è fatto obbligo agli iscritti al Registro degli allevatori del Libro genealogico del cane di razza di rispettare il seguente regolamento.
CONDIZIONI DI ALLEVAMENTO
1. Mantenere i propri cani nelle migliori condizioni di benessere e salute, con adeguate cure, pulizia, igiene, esercizio fisico e contatto con le persone. 2. Rispettare la normativa vigente sul benessere degli animali.
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Nei successivi punti (23 in totale) c’è un elenco dettagliato delle condizioni di allevamento in tema di corretta selezione, cure e comportamento etico.
Un importante principio fissato con precisione a difesa di una selezione corretta, a protezione del benessere di fattrici, stalloni e cuccioli. Da sottolineare che laddove ci siano state segnalazioni di comportamenti inadeguati o addirittura maltrattamenti, ENCI si è costituita Parte Civile durante i processi di tipo penale nei confronti di alcuni allevatori disonesti, poi condannati dai Giudici.
UNA PREZIOSA ALLEANZA
Oltre agli allevatori, i veterinari hanno un’importante responsabilità nel garantire la cura appropriata dei cani da riproduzione (Voith, 2009), poiché di solito sono i primi a esaminare la madre e i suoi cuccioli appena nati (Howell et al., 2015). I cuccioli allevati da proprietari che hanno ricevuto la consulenza di esperti, per esempio, da veterinari esperti del comportamento, hanno meno probabilità di sviluppare disturbi comportamentali più tardi nella vita (Gazzano et al., 2008). La consulenza di esperti sul comportamento del cane e sullo sviluppo comportamentale sembra quindi essere efficace nel ridurre la prevalenza dei disturbi comportamentali nella popolazione dei cani da compagnia e dovrebbe essere fornita ai proprietari in maniera propositiva. Gli esperti in questo campo concordano univocamente sul fatto che sono necessarie ulteriori ricerche su questo argomento, data la sua rilevanza per il benessere degli animali e la società.
DEDUZIONI FINALI
I ricercatori hanno rilevato che ad oggi vi è un crescente numero di prove che evidenziano come esperienze negative o traumatiche e / o la mancanza di stimoli nello sviluppo precoce dei cuccioli di cane possono avere conseguenze negative a lungo termine sulla salute e sul comportamento. I cuccioli svezzati a sei settimane di età mostrano tassi di morbilità e mortalità più elevati rispetto ai
Nella nuova casa in compagnia di una paziente nonna adottiva. Mastiff. Foto Claudia Lippi
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cuccioli svezzati a dodici settimane (Slabbert & Rasa, 1993) e la rimozione dalla cucciolata prima delle otto settimane di età può causare gravi disagi (Serpell & Jagoe, 1995) e aumentare il rischio di disturbi comportamentali (Pierantoni et al., 2011). Il reinserimento dei cuccioli isolati in età avanzata, tuttavia, può anche facilitare lo sviluppo di disturbi comportamentali. Secondo un recente studio di indagine, i cuccioli che sono stati reinseriti tra le 13 e le 16 settimane di età hanno mostrato una maggiore prevalenza di ringhiare, comportamenti sfuggenti ed evitamento verso esseri umani sconosciuti, dopo un anno di età, rispetto ai cuccioli reinseriti tra le sei e le otto settimane di età (Jokinen et al., 2017). Pertanto, il momento ideale per reinserire i cuccioli di cane può essere trovato tra un equilibrio tra esigenze biologiche, come un periodo sufficiente di cure materne, e un’adeguata socializzazione all’ambiente futuro. Va notato che i cuccioli trascorrono gran parte del periodo delicato per la socializzazione presso il loro allevatore, che quindi ha il compito principale nel processo di socializzazione iniziale. Gli allevatori dovrebbero essere vivamente consigliati di fornire ai loro cuccioli un ambiente stimo-
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Siesta ordinata dopo i giochi in giardino. Smooth Collie. Foto Sabina Pacini Sonno ristoratore in compagnia di un amico surrogato Mastiff. Foto Claudia Lippi
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lante e variabile, comprese le interazioni sociali con altri cani e umani, facendo attenzione a non sovrastimolare i cuccioli (Battaglia, 2009; Howell et al., 2015). Uno studio condotto su 48 allevatori nel Nord Europa (De Meester et al., 2005) ha dimostrato che gli allevatori con meno di dieci cucciolate l’anno sembravano in grado di stimolare i loro cuccioli più degli allevatori che producevano più di dieci cucciolate, sebbene questa stimolazione fosse ancora insufficiente. In particolare l’esposizione a un’ampia varietà di luoghi sconosciuti è stata raramente fornita anche dagli allevatori con meno di dieci cucciolate l’anno. Un sondaggio con i proprietari di cani ha rivelato che quasi un terzo dei cuccioli di cane negli Stati Uniti e in Canada non è sufficientemente esposto ad altri cani e esseri umani durante il periodo sensibile per la socializzazione (Cutler et al., 2017). Recentemente, è stato sviluppato un programma di socializzazione adattato allo sviluppo comportamentale e fisiologico di un cucciolo durante le prime sei settimane di vita. Il programma ha portato a una riduzione del comportamento correlato alla separazione e all’ansia generale nei cani all’età di otto
Questo è mio! Cane da pastore scozzese a pelo lungo. Foto Maria Teresa Garabelli
mesi ed è quindi raccomandato per gli allevatori di cani da compagnia (Vaterlaws-Whiteside & Hartmann, 2017).
CONCLUSIONE
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Questa ricerca monumentale che ha rivisitato la letteratura scientifica a partire dagli anni ’50 sino ad arrivare ai giorni nostri comprende il lavoro di molti scienziati e ricercatori che è stato impossibile citare nella loro completezza in questo articolo. Si rimanda il lettore interessato alla versione integrale dell’opera, citata all’inizio del presente testo. In definitiva, resta la certezza che ENCI nella persona del suo Presidente, dei Consiglieri nazionali, del Direttore generale, del Direttore tecnico e delle Associazioni Specializzate non abbiamo mai disatteso l’importanza della tematica che riguarda il benessere animale legato all’allevamento ed alla selezione. Pur nella complessità di un panorama variegato e immenso quale è quello dell’allevamento italiano del cane di razza, non è mai stata abbassata la guardia, non si è mai girata la testa altrove ma si sono sempre affrontate situazioni anche molto spinose con la determinazione di chi vuole difendere non solo un patrimonio culturale che ci contraddistingue nel mondo ma soprattutto la dignità e la vita di essere senzienti e sensibili quali sono i cani: sempre e comunque nelle mani dell’uomo.
Renata Fossati
( 2° parte. Fine. La 1° su aprile 2021)