Linea verde maggio - giugno 2015

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IL PUNTO

FITOPATOLOGIA

INTERVISTA

Substrati di coltivazione per produzioni ortoflorofrutticole e vivaistiche

I servizi comunali del verde devono essere valorizzati e migliorati ma non eliminati

Andrè Briant: nuovo corso per le giovani piante. Parla Gilles Colinet, nuovo titolare

Lineaverde ATTUALITÀ

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Il verde urbano in 10 punti Una disamina dei principali criteri di progettazione e gestione Maggio/Giugno 2015 Anno 41 - N° 23

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> SOMMARIO <

Il Punto I substrati di coltivazione per le produzioni vivaistiche ......... PAG. 4 di Renato Ferretti Architettura del Paesaggio Il verde urbano in 10 punti .................................................... PAG. 8 di Biagio Guccione Convegni Xylella e altri patogeni: cosa fare? La posizione dell’Anve ... PAG. 12 di Renato Ferretti Dalle Aziende Ercole, l’innovazione nella coltivazione in contenitore ...... PAG. 14 a cura della redazione

Lineaverde è edita da EPE Edizioni Srl Redazione: Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02.89.50.18.30 - Fax 02.89.50.16.04 E-Mail per richiesta abbonamenti o informazioni: info@linea-verde.net E-Mail per invio comunicati o altro materiale alla redazione: lineaverde@linea-verde.net Sito Web: www.linea-verde.net Direttore responsabile: Massimo Casolaro

Premi Il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino ........ PAG. 16 di Silvia Vigé

massimo.casolaro@epesrl.it

Fiere GrootGroenPlus festeggia 25 anni di crescita ................... PAG. 22 di Sara Cavallini

Editor: Silvia Vigé

Schede tecnico-botaniche ‘Pseudocydonia sinensis’ ...................................................... PAG. 24 Prunus padus L. ..................................................................... PAG. 25 Koelreuteria paniculata .......................................................... PAG. 26 di Renato Ferretti e Silvia Vigé Fitopatologia I servizi comunali del verde devono essere valorizzati e migliorati ma non eliminati .................................................. PAG. 27 di Giorgio Badiali Produzione Andrè Briant: nuovo corso per le giovani piante ................... PAG. 32 di Renato Ferretti Fiere A Flormart 2015 più innovazioni, eco-tecnologie e qualità estetica ...................................................................... PAG. 34 a cura della redazione Fiere Flora Trade Show, la nuova proposta espositiva dedicata al florovivaismo ........................................................ PAG. 36 a cura della redazione Curiosità Il giardino di Donnafugata: tra suggestioni cinematografiche e realtà ........................................................ PAG. 38 di Giovanna Mattioli INFORMARE ......................................................................... PAG. 40

Direttore editoriale: Renato Ferretti renatoferretti@tin.it

silvia.vige@epesrl.it

Hanno collaborato: Giulia Arrigoni, Giorgio Badiali, Ilaria Bonanno, Biagio Guccione Comitato tecnico: Giorgio Badiali Francesco Ferrini Franca Gambini Biagio Guccione Laura Schiff Redazione: Claudia Perolari claudia.perolari@epesrl.it

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Abbonamento annuale Italia: 40 euro da versare su c/c postale n°12059200 intestato a: EPE srl - 20142 Milano Via Spezia, 33 Stampa: Ingraph - Seregno (Mi) Spedizione in abbonamento Postale 45% Art. 1 Comma 1, Legge 46 del 27/2/2004 Filiale di Milano. Iscrizione al registro degli operatori di comunicazione (ROC) n° 3231 del 30/11/2001. Autorizzazione Tribunale di Milano n° 27 del 18/1/1999. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale. Lineaverde è un marchio registrato di proprietà della EPE Edizioni Srl.

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/ Agraria Checchi / Bonato / Capitanio Vivai / Everris / Flora Toscana / Flora Trade Show / Flormart / GT Piante

PAG 2 PAG 42 PAG 48 IV cop. PAG 44 PAG 21 III cop. PAG 43

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Kostplant Mati Piante Pasquini&Bini Spoga Gafa Vannucci Piante Vignoli Zelari

PAG 45 PAG 41 PAG 15 PAG 47 PAG 7 PAG 46 II cop.

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> IL PUNTO <

I substrati di coltivazione per le produzioni vivaistiche Si sono svolte al CRA-VIV di Pescia il 27-28 maggio le "Giornate tecniche SOI 2015" organizzate dall'Unità di ricerca per il vivaismo e la gestione del verde ambientale ed ornamentale e la Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana. di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

e "Giornate tecniche SOI 2015" si sono svolte al CRA-VIV di Pescia il 27-28 maggio 2015 organizzate appunto dal CRA-VIV (Unità di ricerca per il vivaismo e la gestione del verde ambientale ed ornamentale) e dalla SOI (Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana) con la puntuale e piacevole regia del Dr. Daniele Massa e del Dr. Gianluca Burchi. La sostenibilità economica ed ambientale, oltre alla qualità dei prodotti ortoflorofrutticoli che prevedono una fase di allevamento della pianta in contenitore, é strettamente legata alla gestione e alla scelta dei substrati. L’intensa attività di ricerca e sperimentazione condotta negli ultimi anni ha visto interessati molti aspetti della gestione agronomica e la caratterizzazione di substrati in un settore in continua evoluzione che ingloba competenze eterogenee, dalla chimica e fisica del suolo fino all’elettronica applicata ai sistemi di monitoraggio nell’area radicale. Obiettivo primario delle Giornate Tecniche SOI è stato quello di fornire un panorama ampio sulle possibilità e potenzialità delle tematiche trattate, proponendo soluzioni e fornendo informazioni concrete e trasferibili al

L

Silvano Checchi illustra ai convegnisti le caratterisitiche tecniche dell'impianto per la preparazione dei substrati di Casenuove di Masiano.

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mondo operativo. La prima giornata è stata dedicata alle visite tecniche al Pistoia Nurserey Park di Vannucci Piante ed all’Agraria Checchi leader del Distretto per la produzione di substrati personalizzati per le diverse aziende vivaistiche. Nella seconda giornata si è svolto il convegno che ha visto sia relazioni orali che poster. Le relazioni (visibili sul sito del CRAVIV) sono state incentrate su ricerca, sperimentazione, commercializzazione e sviluppo di substrati e miscele di substrati nel settore ortoflorofrutticolo e vivaistico. Tutte con un taglio tecnico/pratico hanno riguardato: - la produzione e commercializzazione di substrati disciplinata dalla normativa per i fertilizzanti, decreto legislativo 29 aprile 2010, n.75 (Gazzetta Ufficiale n. 121 del 26 maggio 2010) e successive modifiche ed integrazioni. La norma che definisce i substrati come “i materiali diversi dai suoli in situ dove sono coltivati i vegetali” prevede due tipi di prodotto: il substrato di coltivazione base e il misto, per i quali vengono esplicitate le materie prime utilizzabili, i requisiti chimico-fisici definiti in termi-

ni di pH, conducibilità elettrica, carbonio organico e densità apparente;; - la gestione della nutrizione ed irrigazione delle colture in contenitore; - le caratteristiche chimico-fisiche dei substrati di coltivazione; - l’effetto dei diversi substrati su produttività e qualità delle colture; - l’utilizzo di materiali e miscele innovative alternative alla torba come la fibra di cocco, il biochar ed il compost; - l’utilizzo di corroboranti, ammendanti, microrganismi e biostimolanti nelle miscele di substrati; - l’interazione pianta-substrato; - le implicazioni ambientali ed economiche. In sintesi possiamo definire il substrato di coltivazione come: un materiale diverso dal terreno, costituito da uno o più componenti, organici e/o inorganici, eventualmente addizionato di correttivi, concimi ed altri additivi, destinato tal quale a sostenere lo sviluppo vegetale, costituisce il «terreno artificiale» sul quale vivono le piante coltivate in contenitore di qualsiasi tipo. Esso può essere composto da una serie numerosa di "componenti", e deve, comunque, rispondere ai seguenti requisiti ge-

La visita dei convegnisti all’impianto per la produzione dei substrati.

nerali: struttura stabile, porosità elevata, buona ritenzione idrica, esente da parassiti, adattabile e di costo contenuto, presenza di macro e microelementi nutritivi, sufficiente po-

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> IL PUNTO <

tere assorbente e reazione chimica appropriata alle esigenze della/e specie coltivata/e. Esso può arrivare ad incidere fino al 20% dell’intero costo di produzione e quindi diviene sempre più determinante la sua gestione ai fini della redditività delle colture in contenitore. Per ridurne i costi bisogna ampliare la gamma di materie

prime utilizzabile anche in ragione dei differenti usi e delle diverse localizzazioni, nonché valutarne la resa in vasi/metro cubo e l’incidenza in peso sui costi di movimentazione e trasporto. E’ ovvio che per la valutazione della sostenibilità ambientale occorre conoscere anche l’emissione di CO2 connessa alla produzione ed al

Il substrato di coltivazione è un materiale diverso dal terreno, costituito da uno o più componenti, organici e/o inorganici, nel quale vivono le piante coltivate in contenitore di qualsiasi tipo.

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trasporto del materiale. Il substrato di coltura è uno degli elementi fondamentali per il successo della coltivazione, infatti influenza: l’assorbimento degli elementi minerali e la disponibilità di acqua e aria e ne determina lo sviluppo di un più o meno equilibrato apparato radicale. Il substrato di coltivazione deve svolgere due fondamentali funzioni: costituire il supporto e l’ancoraggio per la pianta e rendere disponibile per la pianta l’acqua e le sostanze nutritive. Il substrato deve avere le seguenti caratteristiche: • struttura stabile: deve essere cioè compatto e sostenere fisicamente le piante; • porosità elevata: per l'areazione dei sistemi radicali, ma anche per contenere il peso e per favorire il drenaggio; • ritenzione idrica: buona, in modo da evitare adacquature troppo frequenti; stato sanitario: esente da parassiti comunque sterilizzabile chimicamente o con vapore senza subire sostanziali modifiche; • presenza di macro e microelementi nutritivi; • sufficiente potere assorbente; • reazione chimica appropriata alle esigenze della specie coltivata; Il substrato di coltivazione deve altresì costituire il supporto, l’ancoraggio e rendere disponibile l’acqua e le sostanze nutritive per la pianta. Infine deve essere ben miscelato affinchè i vari componenti siano distribuiti uniformemente nella massa. In conclusione la ricerca e la sperimentazione in un ottica di sostenibilità complessiva dovrebbero valutare la composizione delle miscele, le possibili aggiunte di prodotti e biostimolanti che migliorano la resa delle colture in ottica di qualità del prodotto e del processo realizzato in un territorio di qualità. ■


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> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

Il verde urbano in 10 punti Una breve disamina dei principali criteri di progettazione e gestione del verde urbano: dal rispetto dell’identità alla qualità, dalla protezione alle modifiche, dagli aspetti ecologici a quelli paesaggistici, dalla sostituzione degli alberi alla manutenzione, dalla gerarchizzazione degli spazi aperti alla messa a sistema delle aree verdi urbane.

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di Biagio Guccione guccione@paesaggio2000.it

Docente di architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Firenze

ecentemente sono stato invitato ad intervenire alla Tavola Rotonda “Il Verde Negli Spazi Urbani” coordinata da Francesco Mati e con i colleghi Milena Matteini ed Emilio Resta, in occasione della manifestazione che si è tenuta a Pistoia dal 9 al 12 aprile: Leggere la città. Dato il tempo ristretto a disposizione mi è sembrato opportuno sintetizzare in 10 punti gli elementi che personalmente considero indispensabili per chi si occupa di progettazione e gestione del verde urbano. Nella consapevolezza che si tratta di una forzatura sono certo che questi criteri possono colpire facilmente l’immaginario di chi non è un esperto del settore, ma al tempo stesso che possono essere condivisi da chi opera in questo campo quotidianamente. Ogni criterio illustrato qui di seguito molto sinteticamente è accompa-

Pistoia, Il verde negli spazi urbani, Leggere la città, M. Matteini, F. Mati, E. Resta, B. Guccione (M. Crevar).

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gnato da un esempio concreto per rendere il tutto più semplice ed immediato.

1. La prima operazione da compiere quando interveniamo é rispettare l’IDENTITA’ del luogo, cercare la specificità di quel sito, quello che un noto autore chiamò “genius loci”(1): bisogna saper leggere il paesaggio, bisogna saper leggere il tessuto urbano, bisogna essere consapevoli della complessità del sistema dove viviamo ricco di sedimentazioni storiche e naturali. L’esempio proposto sono i camminamenti fra gli ulivi disegnati da Pikionis per l’Acropoli di Atene, una delle più forti identità che esista al mondo, risolti con semplicità e indimenticabile coerenza (foto 1).

2. CARATTERE ossia QUALITA’. È necessario che tutte le parti della città abbiano un chiara identità e non siano i tristi “non luoghi” ai quali ci siamo purtroppo abituati, ma abbiano connotati leggibili e chiari affinché anche chi li guarda distrattamente ne conservi la memoria. I nuovi parchi che vogliamo per le nostre città, per tutte le città, devono avere un carattere identitario riconoscibile cioè devono possedere elementi innovativi e di grande spessore culturale ed estetico. L’esempio proposto è l’Orto Botanico di Barcellona (progettato dagli architetti Carles Ferrater e Josep Lluis Canosa e dall'architetto paesaggista Bet Figueras), dove la gestione della natura è l’obbiettivo


Acropoli, Atene, i camminamenti disegnati da Pichionis.

principale, e pur non di meno si tratta di una realizzazione di alta valenza estetica che domina nella collina di Montjuïc (foto 2). 3. È necessaria la PROTEZIONE o CONSERVAZIONE dei sistemi di interesse naturalistico e/o storico, salvaguardando la matrice paesistica. L’espansione urbana ha spesso fagocitato ecosistemi rari così come sistemazioni paesaggistiche di valore storico. La stessa incuria, la stessa indifferenza. L’esempio proposto è Villone Puccini a Pistoia che, inglobato dalla città, ha perso ampi pezzi della sua struttura sino alla distruzione di un delizioso giardino formale per la costruzione di un padiglione da parte dell’ASL. Fortunatamente una nuova gestione oculata ha deciso di abbattere l’orrenda superfetazione e di ripristinare le antiche trame storiche(2) (foto 3).

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Orto botanico di Barcellona.

2

Villone Puccini, Pistoia. Dagli studi per il restauro di L. Basso, F. Calamita e A. Sbaragli.

4. INSERIMENTO: limitare gli impatti di infrastrutture e/o grandi strutture, predisponendo le migliori localizzazioni e prevenendo l’insorgenza di conflitti. Non bisogna aver mai paura di intervenire, non si possono imbalsamare le città, semplicemente basta intervenire per bene. E le buone pratiche esistono in tutto il mondo. Ad esempio non bisogna aver paura delle tranvie che sono mezzi ecologici e moderni, fra gli strumenti più validi per rendere vivibili le nostre città. No ai bus, no alle auto in città. Una tranvia ben progettata è una delle risposte più valide. Vedi la tranvia di Siviglia o di Bordeaux, che passano accanto alla cattedrale (foto 4).

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Tranvia Cattedrale Siviglia.

5. ECOLOGIA. Rispetto della vegetazione da una parte e ruolo ecologico del verde in città. Si tratta di una funzione imprescindibile, che ci insegnavano sin dalla scuola elementare, ma bisogna che i progettisti siano un po’ scrupolosi e sappiano usare le specie giuste al posto giusto. E, diciamo la verità, in questo settore gli

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> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

Il Parco di San Donato a Firenze.

5 Villa il Roseto di Pietro Porcinai.

esperti abbondano ed è imperdonabile sbagliare! Un esempio per tutti nel Parco di San Donato a Firenze, dove la scelta della vegetazione ci appare infelice e la vegetazione stenta a crescere. Era facile scegliere specie più adatte (foto 5). 6. PAESAGGIO. Il rispetto del paesaggio sia esso urbano che extraurbano deve essere la base di ogni operazione seria. Nei centri storici è banale introdurre verde effimero, e sono da evitare le famose fioriere, tanto odiate da Ippolito Pizzetti, tranne in manifestazioni particolari per brevi periodi. Mentre è fondamentale dialogare con le preesistenze, dovunque ci troviamo. È scontato che i grandi paesaggisti abbiano acceso un dialogo eccezionale tra i loro giardini ed il paesaggio circostante. L’esempio proposto è Villa il Roseto di Pietro Porcinai (foto 6).

7. MANUTENZIONE. Per trattare

6 Park Schinkel Islands ad Amsterdam.

questo argomento avremmo bisogno di ampio spazio ma mi limito a fissare qualche punto: un parco ben curato talvolta vale più di un parco di firma. E non lasciamoci irretire da suggestive tesi del terzo paesaggio come quelle dell’autorevole collega francese Gilles Clément che invita a lasciare ampi spazi urbani alla crescita spontanea della vegetazione. Tra queste tesi azzardate e i progetti che richiedono una manutenzione intensa, esistono progetti di qualità a bassa manutenzione. E questa la via che i paesaggisti devono seguire. Qui segnaliamo il progetto di Park Schinkel Islands by Buro Sant en Co Landscape Architecture ad Amsterdam (foto 7).

8. SOSTITUZIONE. È necessario li-

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berarci dalla strumentalizzazione politica della sostituzione degli alberi in città, la mistica degli alberi in città. Questo è un pregiudizio dei non esperti. Sia benvenuta ogni sostituzione. Su questo tema abbiamo dedicato molti interventi(3). Tutti sappiamo che gli alberi in città abbisogna-


8

no di una sostituzione programmata (vedi gli ottimi piani di Parigi o Barcellona), solo così avremo sempre un verde rigoglioso, sicuro e soprattutto di alta valenza estetica. L’esempio segnalato è uno dei Viali dei Colli del Poggi a Firenze, dove autorevoli personaggi e prestigiose Associazioni si sono battuti per impedire la sostituzione dei Pini (Pinus pinea) e dove ogni piccola pioggia accompagnata da un po’ vento provoca disastri semplicemente perché quei Pini vanno sostituiti (foto 8). 9. GERARCHIZZAZIONE degli spazi verdi pubblici e/o di uso pubblico in base al ruolo che ricoprono. Ogni area ricopre una funzione specifica, ognuna di esse deve essere progettata e gestita con consapevolezza, senza confusioni di ruoli: dal parco metropolitano al campo gioco, dal viale alberato allo spazio aperto di una scuola, dal giardino di vicinato all’orto urbano, tutti gli spazi aperti devono acquisire rilevanza paesistica nella scena urbana, sul piano sociale, ecologico e morfologico (foto 9).

10. SISTEMA. C’è lo ha insegnato Olmsted dalla lontana Collana di Smeraldi di Boston della seconda metà dell’800, il parco isolato serve, ma serve di più se il verde in città è messo a sistema, creando un continuum che esalta il valore ecologico ed estetico di tutte le aree verdi. Solo così i nostri parchi assumeranno una rilevanza paesistica e solo così le nostre città saranno pienamente vivibili. Esempi al riguardo ce ne sono tanti e qui citiamo uno degli ultimi esempi che abbiamo avuto il piacere di visitare recentemente: il sistema del verde ad Amsterdam che dal Bosco arriva quasi in centro (foto 10). Certamente enunciare questi dieci punti è facile ma per chi ha il compito di progettare e gestire il verde urbano i problemi sono tanti e notevoli: mettere insieme tutte queste componenti è decisamente impegnativo!

È la scommessa del futuro; se l’avremo vinta le nostre città saranno più vivibili e la qualità della vita avrà fatto un salto in avanti! ■ Note al testo (1) Christian Norberg-Schulz. Genius loci. Paesaggio ambiente architettura, Electa, Milano 1979 (prima edizione in inglese 1972). (2) La consulenza scientifica è stata svolta al Master in Paesaggistica di Pistoia dalle allieve dott. sse Livia Basso, Francesca Calamita e Alessandra Sbaragli (docenti responsabili: Gabriele Corsani, Paolo Grossoni, Biagio Guccione). (3) Biagio Guccione, La sostituzione degli alberi in città, Linea Verde, novembre-dicembre 2007.

Viale Torricelli. Firenze.

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Piazza Celestini a Lione.

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Sistema del verde.

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> CONVEGNI <

Xylella e altri patogeni: cosa fare? La posizione dell’Anve Grande partecipazione e coinvolgimento degli operatori al convegno promosso e organizzato da ANVE “Ingresso e diffusione delle fitopatologie: come difendere la competitività delle imprese florovivaistiche italiane e europee”.

di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

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L

’incontro si è svolto il giorno 31 maggio presso i Vivai Capitanio Stefano a Monopoli (BA), ed ha raccolto le testimonianze di numerosi relatori che, insieme ai 130 partecipanti in platea, hanno acceso i riflettori sulle problematiche relative alle

fitopatologie in specie delle piante ornamentali. L’obiettivo degli organizzatori è stato quello di comprendere le cause di ingresso e diffusione di fitopatogeni nel territorio italiano e continentale. Nel convegno sono intervenute pri-


marie personalità del mondo tecnico, scientifico e accademico: il Presidente ANVE Marco Cappellini ha aperto i lavori con un intervento molto approfondito sullo stato dell’arte della situazione dell’infestazione di Xylella fastidiosa nei territori della Provincia di Lecce e portando alcuni esempi delle ultime emergenze fitopatologiche quali Popillia japonica, Phytophthora ramorum, Anoplophora chinensis, Rhynchophorus ferrugineus. Cappellini ha espresso alcune riflessioni sul blocco delle importazioni presente in paesi come Algeria, Marocco, Tunisia, Albania e Francia rimarcando la necessità di far emergere il “sistema paese Italia” e richiedendo l’attivazione, da parte delle Istituzioni, di tutte le modalità di intervento di tipo diplomatico, politico, comunicativo, tecnico e scientifico per sbloccare la situazione. Il convegno, moderato dal giornalista del TG 5 Giuseppe De Filippi, ha visto il video-messaggio del membro della Commissione agricoltura al Parlamento europeo On. Nicola Caputo il quale ha espresso la necessità di effettuare controlli in import di tipo preventivo e all’origine (come avviene per le carni, dice Caputo) e non al momento dell’arrivo in dogana. Molto atteso l’intervento di Giuseppe Silletti, Commissario delegato per l'attuazione degli interventi per far fronte all'emergenza Xylella fastidiosa, il quale ha esposto le motivazioni del suo piano di intervento ponendo l’attenzione sulla necessità di dare seguito ad un Decreto legge nazionale che come tale andava applicato e fatto applicare senza indugio. Sono intervenuti tra gli altri Gianfranco De Felici dell’Agenzia delle Dogane, Vito Nicola Savino, professore di Virologia all’Università degli Studi di Bari, il Dott. Vincenzo Fucili,

esperto in valutazioni e stime di carattere ambientale e il Dott. Francesco Vendola, coordinatore del Distretto Florovivaistico Pugliese. Tutti hanno evidenziato la necessità di poter disporre di un efficiente sistema di controllo e prevenzione fitosanitaria incentrato sul servizio pubblico e coadiuvato dai tecnici privati alfine di individuare tempestivamente eventuali focolai e poter intervenire in modo efficace ed efficiente. D’altro canto le problematiche fitosanitarie, se non gestite puntualmente ed autorevolmente, rischiano di erigere barrire commerciali ancora più alte di quelle doganali abbattute all’interno dell’Unione Europea e di vanificare l’efficacia di qualsiasi accordo commerciale bilaterale. La mattinata si è conclusa con l’intervento del “padrone di casa” nonché Vice Presidente ANVE Leonardo Capitanio il quale ha ringraziato tutti i presenti per l’ottima riuscita dell’evento e per avere saputo affrontare con determinazione aspetti estremamente rilevanti per la produzione e il commercio di piante ornamentali. Anche grazie ai contribu-

ti di questa giornata, ANVE consegnerà un’interrogazione al Parlamento europeo al fine di chiarire alcuni aspetti sulla Decisione di esecuzione 2015/789 della Commissione europea del 18 maggio 2015 relativa alle misure per impedire l’introduzione e la diffusione nell’Unione della Xylella fastidiosa. Nella giornata si sono inoltre assegnati due Premi di laurea, in memoria di Stefano Capitanio, a due studenti considerati meritevoli di avere affrontato, nei propri elaborati di tesi, aspetti riguardanti il vivaismo mediterraneo ornamentale. I due assegnatari dei Premi sono stati il Dott. Francesco Sarteschi, dell’Università di Pisa, e il Dott. Vincenzo Margani, dell’Università di Catania, per le loro relative tesi magistrale e triennale. Si segnala infine che ANVE, per proseguire nella comprensione degli effetti causati dall’ingresso e diffusione delle fitopatologie, organizzerà nel mese di giugno una missione a Bruxelles presso il Parlamento europeo e il Comitato permanente fitosanitario della Commissione europea. ■ Pag. 13 • Lineaverde Mag/Giu 2015


Ercole, l’innovazione nella coltivazione in contenitore Ercole è l'innovativo vaso di Pasquini & Bini ideale per le colture vivaistiche in contenitore: maneggevole e leggero ma anche molto resistente, offre una geometria ideale sia per le radici delle piante sia per l'equilibrio idrico del substrato.

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Nei 2247 anni che separano questi due grandi uomini, ben poco è cambiato nel mondo del lavoro: innovazione e impegno sono tutt’ora la chiave di volta per la soddisfazione economica. Con questo spirito, la Pasquini & Bini, negli anni, ha affinato la tecnologia dei substrati e dei contenitori, rifuggendo l’artificiosità degli stessi, assecondando le molteplici esigenze e necessità del mercato. Tenendo bene a mente le suddette condizioni, l'azienda si è concentrata su aspetti oramai di primissima importanza, come il ristagno idrico e l’asfissia radicale, senza inficiare la resistenza del contenitore. Un compito di certo non facile, considerando i limiti operativi ed economici attraverso i quali è necessario muoversi. Il vaso Ercole rappresenta, in questo momento, il culmine dell’innovazione nella coltivazione in contenitore, maneggevole e leggero, mantiene la resistenza necessaria agli ineluttabili stress a cui è sottoposto in vivaio; grazie al rinforzo nella parte superiore, i normali carichi, lo spostamento e l’impilaggio vengono dominati egregiamente, senza deformare il vaso. Crescita ed espansione delle radici sono altresì fonti di logoramento e perdita di elasticità, per questo il vaso Ercole presenta delle introflessioni che rompono tali forze espansive, preservandone la struttura. Le banchine inferiori/sostegni inferiori (i piedini) poste sul fondo del vaso garantiscono uno scolo degli eccessi idrici, dato che tale contenuto idrico è vettore di marciumi radicali Phytophtora e Rhizoctonia, oltre che essere di per sé un ambiente insalubre per la pianta, considerando che nel suolo tale umidità viene celermente smaltita. La gestione idrica è una questione spinosa e non priva di problematiche, causa principe di notevoli difficoltà, viste e considerate le necessità aziendali, quali la promiscuità di specie con esigenze diverse e sistemi di irrigazione con peculiarità differenti. Difatti, un corretto dosaggio dell’acqua, come tutti sappiamo, garantisce salubrità e qualità, un aspetto oramai imprescindibile in un mercato difficile da soddisfare; per questo, la serie Ercole adotta una struttura forata mantenendo la concentrazione di ossigeno all’interno del “range ottimale di crescita”, promuovendo la crescita della radice nelle iniziali fasi di esplorazione ma limitandone molto l’allungamento al di fuori. Inoltre, la disposizione di tali fori garantisce una crescita radiale e uniforme nel vaso, annullando di fatto il fenomeno della “spiralizzazione”, causa di molti trapianti infruttuosi e una crescita stentata. Fondamentale è il corretto uso di un substrato adeguato a permettere il passaggio dell’ossigeno attraverso il substrato stesso e, pertanto, diventa indispensabile l’uso della fibra di cocco. ■


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SOB!!

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> PREMI <

Quest’anno il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino viene assegnato al paesaggio palermitano di Maredolce-La Favara luogo d’incontro tra culture e sensibilità diverse. L’agrumeto della Favara rimane oggi, al margine estremo della città, luogo simbolo di valori culturali e ambientali fondamentali. di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione Foto di Margherita Bianca - Fondazione Benetton Studi Ricerche, 2015.

Il Premio Internazionale Carl o Giardino va a Maredolce-La iunti alla ventiseiesima edizione del “Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino” il Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche ha deciso, all’unanimità, di dedicare il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino a Maredolce-La Favara, un luogo che nel cuore del quartiere Brancaccio di Palermo conserva la memoria e le testimonianze tangibili di ciò che è stato il paesaggio nella civiltà araba e normanna in Sicilia, nel quadro più

G

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ampio di quel territorio che nella storia prenderà il nome di “Conca d’Oro”, e che nel corso delle trasformazioni recenti ha visto offuscarsi, se non addirittura dissolversi, il proprio carattere distintivo. Maredolce-La Favara si presenta oggi come una vasta depressione del terreno, che è stata in passato un grande bacino, con al centro un’isola di forma irregolare ancora ben riconoscibile e un magnifico palazzo posto tra il bordo di questa cavità e le

schiere di case costruite nel tempo a ridosso del suo perimetro, a nordovest; al suo interno, in un ambito di circa venticinque ettari, si sviluppa un sistema complesso di manufatti, congegni idraulici e un vasto agrumeto. Segni che raccontano la condizione di grande spazio coltivato vissuta sin dalle sue origini.

La storia Il luogo, chiamato Favara nel X secolo, nome arabo che dice di acque che


Comitato scientifico • Luigi Latini, architetto, Università Iuav di Venezia (presidente); • Giuseppe Barbera, agronomo, Università di Palermo; • Hervé Brunon, storico del giardino, Centro André Chastel, Parigi, CNRS; • Paolo Bürgi, paesaggista, Camorino, Svizzera; • Monique Mosser, storica dell’arte, Scuola superiore di architettura di Versailles, CNRS; • Joan Nogué, geografo, Università di Girona, Osservatorio del Paesaggio della Catalogna; • Lionello Puppi, storico dell’arte, professore emerito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; • José Tito Rojo, botanico, Università di Granada; • Massimo Venturi Ferriolo, filosofo, Politecnico di Milano. • Carmen Añón, paesaggista, Università di Madrid; nella Giuria del Premio dal 1990 al 2010, membro onorario dal 2011; • Domenico Luciani, architetto, direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche dal 1987 al 2009; ideatore e responsabile del Premio dal 1990 al 2014, membro onorario dal 2015; • Thomas Wright, già consulente del National Trust e docente nell’Università di Londra (Wye College), nella Giuria dal 1990 al 2000; membro onorario dal 2001.

l o Scarpa per il Favara, Palermo sorgono abbondanti, e Maredolce dal XIV secolo, a celebrare la straordinarietà di un “lago” talmente grande da misurarsi con il vicino mare, è stato oggetto di insediamenti romani, arabi e normanni. Il paesaggio agli inizi era costituito da sorgenti e paludi. Sono stati necessari interventi di bonifica, che hanno riguardato il controllo delle acque, e tecniche che ne hanno consentito l’ampio ed efficiente uso estivo. In questo modo si è resa possibi-

le la coltivazione di frutteti e orti – i sistemi colturali che meglio valorizzano suoli fertili e irrigui – attraverso un percorso che è stato possibile grazie a conoscenze e tecniche con radici nelle diverse civiltà mediterranee. Il contributo più importante è arrivato dalla “rivoluzione agricola araba” con l’introduzione di nuove o perfezionate tecnologie nel settore dell’irrigazione, con la diffusione di specie e varietà agrarie idonee a una

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Dal 2015 il Comitato scientifico della Fondazione e la Giuria del Premio Carlo Scarpa, attiva dal 1990 al 2014, divengono un unico organismo. Partecipano ai lavori del Comitato il direttore della Fondazione Marco Tamaro, e i responsabili dei diversi settori, Patrizia Boschiero, Francesca Ghersetti, Massimo Rossi, Simonetta Zanon. Le attività del Premio Carlo Scarpa sono coordinate da Patrizia Boschiero e dal presidente del Comitato scientifico, Luigi Latini.

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> PREMI <

Per chi è attento all’architettura e alla storia dei giardini Maredolce-La Favara è un esempio, ormai unico nel paesaggio, dell’incontro tra culture e sensibilità diverse. Per chi è attento all’agricoltura urbana è un’evidente sfida per mostrare la possibilità di ricomporre le relazioni tra gestione dei servizi ecosistemici, conservazione della biodiversità, innovazione, occupazione e inclusione sociale. maggiore intensificazione colturale e all’ampliamento del calendario produttivo nei mesi estivi. La radicale innovazione fu la visione olistica dell’agroecosistema, cui partecipava l’affermazione di un nuovo assetto fondiario e una fiscalità che favoriva l’incremento della produttività del lavoro e della terra, all’interno di uno “spazio idraulico” nel quale diverse tecnologie (macchine e manufatti, sistemazioni del suolo, rotazioni, consociazioni, colture) concorrevano nell’utilizzare al meglio l’acqua, differenziando nel tempo e nello spazio le produzioni, collegando in sistema le diverse funzioni irrigue, energetiche, microclimatiche, estetiche. Si svilupparono così giardini di palme e di agrumi, estese colture di canna da

zucchero, vigneti e oliveti, alimentati da un grande bacino nel quale sorgeva al centro un’isola celebrata da poeti e viaggiatori, arabi e normanni, che divenne negli anni che seguirono sede di una dimora reale, chiamata “sollazzo” da Ruggero II (sovrano che tra-

sformò il luogo) a indicare non solo il diletto del giardino, dell’acqua o della caccia, ma anche quello che proviene dall’incontro tra culture diverse – bizantina, araba, normanna – nell’architettura, negli stili di vita e nel paesaggio, nel confronto di idee con i sa-

Il palazzo della Favara visto da est. A sinistra un tratto del muro perimetrale dell’isola di Maredolce.

Il palazzo di Maredolce, lato del palazzo rivolto verso il quartiere Brancaccio, dopo i lavori di restauro.

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pienti del tempo. Tutto questo a Palermo, nella grande isola al centro del Mediterraneo, luogo d’incontro tra le diversità biologiche e culturali di tre continenti. Nel XVI secolo il luogo venne celebrato con il nome di “Conca d’Oro e ritenuto tra le campagne mediterranee degno dell’encomio di “paradisiaco”. Il paesaggio cambiò più volte aspetto fino al XIX secolo quando, definendo l’ultima gloriosa pagina della Conca d’Oro, la specie prevalente divenne il limone, che sostituì nelle campagne palermitane l’arancio dolce, dopo una distruttiva epidemia di mal della gomma. Il successo economico dei limoni fu travolgente. La rendita assicurata dalla loro coltivazione venne ritenuta la più alta in Europa. La campagna di Maredolce divenne un grande limoneto che occupava l’intera superficie del lago e dell’isola. Lo sarà fino al 1940, quando anche i suoi alberi di limoni furono devastati dal diffondersi del mal secco. Alcuni verranno sostituiti da orti, altri dal mandarino, dapprima della varietà “Avana” e quindi dal “Tardivo di Ciaculli”. Una varietà, quest’ultima, individuata alla fine della seconda guerra, subito apprezzata per l’epoca tardiva in cui i frutti maturano (febbraio-marzo) e per la ridotta incidenza dei semi. Nella seconda metà del secolo scorso, la situazione cambia radicalmente per ragioni che prima sono strettamente agricole e poi assumono i caratteri propri delle agricolture periurbane. La tipologia colturale e i caratteri della proprietà fondiaria impediscono la diffusione della meccanizzazione e il conseguente contenimento dei costi di produzione. L’agrumicoltura palermitana risulta vecchia non solo nel disegno e nella struttura fondiaria ma anche nell’età delle piante, la cui produttività risulta insufficiente ad assicurare adeguato reddito. Da queste considerazioni nasce nel 1994 un progetto per un par-

Mura perimetrali del bacino e, più avanti, dell’isola di Maredolce; sullo sfondo il monte Grifone, dalle cui pendici hanno origine le sorgenti della Favara.

Coltivazioni di agrumi all’interno dell’isola di Maredolce.

co agricolo che venne finanziato con il programma Life dall’Unione Europea con il titolo “Modello di gestione per la tutela e la valorizzazione dell’area agricola periurbana di Ciaculli”. Si realizzarono interventi che sostengono le funzioni produttive, ambientali e culturali degli agrumeti che verranno però, l’anno successivo, abbandonati dall’amministrazione pubblica che pure lo aveva sostenuto. Il paesaggio agrumicolo tradizionale venne nuovamente colpito da abbandoni colturali e consumato da nuova edilizia, nonostante il Piano Regolatore, e solo la nascita di un Consorzio, il riconoscimento della qualità del mandarino tardivo come presidio Slow Food, l’inserimento del territorio di Ciaculli nel Catalogo

dei paesaggi rurali storici mostrano consapevolezza dei valori multifunzionali del territorio.

Oggi Questo luogo testimonia il valore di una cultura del paesaggio unica e l’urgenza di riconoscerne il ruolo nel nostro tempo. Compreso tra alte cortine di edifici che ne alterano l’immagine, il bordo di un’autostrada e il muro di confine dell’agrumeto, questo luogo appare prodigiosamente sopravvissuto alle molte azioni che hanno più volte attaccato l’equilibrio millenario di un paesaggio agricolo e la dignità di una vita urbana che il quartiere Brancaccio, a sud della città, ancora oggi

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> PREMI <

Sopra e sotto, sistemi irrigui tradizionali nel mandarineto sull’isola di Maredolce.

in diversi modi manifesta. Per molto tempo dimenticato nella descrizione topografica, sfigurato nella sua riconoscibilità, scomparso nella percezione degli abitanti, Maredolce sembra resistere, dentro un perimetro scomposto, che convive con l’indifferenza della città che lo comprime, ne colonizza i profili, erode i punti di connessione vitale. Dopo gli anni della sua creazione, nelle forme che Ruggero II gli diede nella prima metà del XII secolo e una fase di trasformazioni nell’uso e nella proprietà, accompagnata da un progressivo diminuire delle acque originate dalla Favara, Maredolce sopravvive in tempi recenti alle sue peggiori vicende, che hanno visto la manomissione dei suoi spazi superstiti e l’erosione del suo contesto viPag. 20 • Lineaverde Mag/Giu 2015

tale. Il bacino e l’isola, divenuti nel tempo terra coltivata, si saldano verso sud-est con il mondo ancora presente degli agrumeti di disegno ottocentesco. Il palazzo e il suo intorno, gli spazi e le testimonianze ancora presenti sono stati di recente oggetto di indagine storica e di restauro, di cure e attenzioni da parte di molti. Maredolce inizia a svelarsi agli occhi degli abitanti come un luogo nel quale riconoscere il passo della propria cultura, una ritrovata attitudine verso il paesaggio, una prospettiva di futuro. In questo paesaggio confluiscono i segni della storia e gli indizi di cambiamento che provengono da un ambiente sociale come quelli di Ciaculli e Brancaccio, quartieri segnati da terribili storie, la “mafia dei giardini”, le

raffinerie di eroina, ma anche gli eroi del riscatto come don Pino Puglisi. Il Premio Scarpa ha visto in questi luoghi una possibile riconciliazione tra la vita di un quartiere e una lungimirante visione di una città che in questa parte del suo territorio riconosca i segnali di una pacificazione tra le contraddizioni di uno sviluppo recente e la presenza viva dei suoi paesaggi superstiti. Riconosce ciò che rimane del paesaggio della Conca d’Oro. Guarda all’incontro tra le diversità che si sono manifestate a Maredolce come un’opportunità di riproporre l’incontro proficuo tra nature e culture che ha fatto grande la storia del “mare tra le terre”. L’attuale condizione di Maredolce, prezioso frammento di un mosaico perduto, silenzioso testimone di una cultura antichissima, attende di essere riconosciuta e collocata in un contesto più ampio che esprima tutta la sua forza, ritrovando il legame tra ciò che si è salvato, quello che ancora riemergerà, e la vita non più indifferente di una comunità che si muove attorno a questo luogo. Emerge, tra i soggetti oggi impegnati per Maredolce-La Favara, il gruppo di lavoro della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, sotto la guida di Maria Elena Volpes, alla quale il Comitato scientifico della Fondazione si rivolge con un sentimento di profonda riconoscenza per il valore della sua esperienza e per l’impegno costante, e decide di affidare al suo coordinatore, Lina Bellanca, il sigillo di Carlo Scarpa, come espressione di un sentimento di vicinanza e sostegno a tutte quelle figure che, in campi diversi, testimoniano con il proprio lavoro, in un contesto urbano e sociale non facile, l’importanza di un bene collettivo del quale appare necessario continuare a prendersi cura e difendere la ricchezza di significati e diversità che esso continua a trasmettere. ■



> FIERE <

GrootGroenPlus festeggia 25 anni di crescita di Sara Cavallini redazione

Si terrà a fine settembre in Olanda la 25° edizione di GrootGroenPlus, una fiera molto specializzata e interessante per alberature e piante ornamentali.

D

al 30 settembre al 2 ottobre 2015 aprirà i battenti la venticinquesima edizione della rinomata fiera del vivaismo GrootGroenPlus a Klein-Zundert in Olanda, il cui tema sarà “Growing strong! Celebrating 25 years”. Forte del suo successo si impone come un evento imperdibile per gli operatori del verde con circa 300 espositori e i seguenti comparti: piante forestali e siepi; orticoltura e conifere; alberature urbane forestali e da parchi; piante ornamentali; rose e portinnesti; piante da frutto; tecnica. Un evento che fa della tradizione il suo punto di forza e che la esalterà con una retrospettiva di idee e prodotti che hanno segnato questa fiera e con attività e collaborazioni collaudate.

Pag. 22 • Lineaverde Mag/Giu 2015

Permane lo Spazio Inspiration & Innovation, un’ampia area di 500 mq dedicata alle innovazioni più recenti del settore vivaistico da cui trarre ispirazione. All’interno di questo spazio si trovano la Tavola verde, un luogo di confronto aperto a gruppi di 6-8 persone, e l’area Città Verde, dove sarà possibile ottenere informazioni di ambito professionale riguardo la pianificazione, l’organizzazione e lo sviluppo delle zone verdi urbane e destinata a incentivare questi

aspetti con lo slogan “il Verde non costa nulla ma porta denaro!”. Tra i premi figurano il Jac Lodders, assegnato agli espositori in base all’attinenza con il tema proposto, il Jan van Dongen per i fornitori e il Zunderts Groen Imago che verrà conferito allo stand che proporrà la miglior immagine “verde” di Zundert. Ma si prospetta anche come una fiera ricca di novità tra cui la connessione WIFI gratuita e la distribuzione di un’edizione speciale in allegato ad alcune riviste professionali che servirà come guida della città. Quindi ora non resta che attendere e tenere d’occhio Internet per scoprire il nuovo programma di quest’anno. Info: www.grootgroenplus.nl ■


Maggio/Giugno 2015

SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Lineaverde

Schede tecnico-botaniche di Lineaverde dr. agr. Renato Ferretti e dr. agr. Silvia Vigé

Nota Introduttiva Visto il successo proseguiamo anche per quest’anno la

differenziarsi per la descrizione tipologica più aggiornata di

realizzazione di queste schede tecnico-botaniche con la

varietà nuove presenti sul mercato o quelle molto interes-

volontà di realizzare uno strumento che collega le propo-

santi ma poco usate perché poco conosciute.

ste commerciali dei nostri vivaisti con le esigenze proget-

Abbiamo così raggruppato molte informazioni dalla descri-

tuali di chi realizza opere verdi, dall’architetto all’agrono-

zione della pianta, dove vengono evidenziate caratteristiche

mo, dal giardiniere dalle imprese edili. Le schede vogliono

botaniche e agronomiche, ai criteri di scelta, come dimen-

quindi essere un punto d’ispirazione per la progettazione

sioni, portamento e utilizzo. Emergono così aspetti legati al-

e realizzazione di aree a verde con l’uso più ampio possi-

la resistenza all’inquinamento e le caratteristiche allergeni-

bile di specie scelte sia per le loro caratteristiche esteti-

che, le misure vivaistiche e i diversi tipi di allevamento.

che che agronomiche.

Per la realizzazione di queste schede anche quest’anno

Libri sulle piante ce ne sono tanti e ultimamente le caratte-

è fondamentale la costante collaborazione dei vivaisti i

ristiche botaniche sono anche ben descritte nei cataloghi

quali si vogliono fin da ora ringraziare per il tempo de-

commerciali dei vivai ma questa proposta editoriale vuole

dicato.

18

‘Pseudocydonia sinensis’

19

Prunus padus L.

20

Koelreuteria paniculata


18 Maggio/Giugno 2015

SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Lineaverde

‘Pseudocydonia sinensis’ Caratteristiche botaniche

Caratteristiche Agronomiche Suolo: indifferente

nome boTanico: Pseudocydonia sinensis

eSPoSizione alla luce: pieno sole /

famiGlia: Rosaceae

mezz’ombra

chioma: espansa

ruSTiciTà: no

fioriTura ePoca: primavera subito

reSiSTenza all’inquinamenTo

dopo la fogliazione

aTmoSferico: no

fioriTura colore: rosa chiaro

reSiSTenza al calcare: no

foGlie colorazione: verde intenso, lunghezza 8 m, larghezza 6 m, coriacee foGlie PerSiSTenza: caducifolia colorazione auTunnale: rosso tenue o giallo fruTTi: molto grandi, giallo oro, ottimi per marmellate e gelatine

Visto da: Vannucci piante Via della Dogaia Quarrata (Loc. Piuvica) Tel. 057379701 www.vannuccipiante.it

reSiSTenza al riSTaGno idrico: no reSiSTenza alle baSSe TemPeraTure: si reSiSTenza al Sale: no PianTa allerGenica: no

Dimensioni e Portamento alTezza maSSima: 8 metri PorTamenTo: espanso miSura ViVaiSTica: circonferenza da 18/20 a 25/30cm VelociTa’ di creSciTa: media PorTamenTo ProPoSTo dai ViVai: mezzo e alto fusto modaliTa’ di commercializzazione: zolla o contenitore

Utilizzo Parco: adatto Giardini: adatto SiePi e bordure: non adatto TaPPezzanTi: non adatto aree induSTriali: non adatto arGini fluViali e zone umide: non adatto Schermi anTirumore: non adatto zone coSTiere marine: non adatto in VaSo in fioriere e Terrazzi: non adatto SiePi aGrarie e uSo PaeSaGGiSTico: non adatto arTe ToPiaria: non adatto Pag. 24 • Lineaverde Mar/Apr 2015


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SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Maggio/Giugno 2015

Lineaverde

Prunus padus L. Caratteristiche botaniche

Dimensioni e Portamento

nOmE bOtAniCO: Prunus padus L.

ALtEzzA mASSimA: 10-15 metri

FAmiGLiA: Rosaceae

FORmA E pORtAmEntO: specie arborea in area planiziale,

ChiOmA: espansa, globosa, piuttosto densa

assume un aspetto arbustivo in montagna

EpOCA FiORituRA: aprile-maggio, dopo l’emissione

miSuRA ViVAiStiCA: 50-80 cm

delle foglie

SEStO d’impiAntO O piAntE/mq: variabile in funzione

COLORE FiORituRA: fiori bianchi in racemi lunghi

dell’utilizzo; come siepe agraria a distanza di 3 m,

8-16 cm

inframmezzata da arbusti ad accrescimento più contenuto

FOGLiE COLORAziOnE: verde, leggermente più

VELOCità di CRESCitA: media

scuro sulla pagina superiore

pORtAmEntO pROpOStO dAi ViVAi: libero sviluppo

FOGLiE pERSiStEnzA: caducifoglie

mOdALità di COmmERCiALizzAziOnE: in contenitore

COLORAziOnE AutunnALE: giallo-rosso FRutti: piccole ciliegie, di 6-8 mm di diametro, di

Utilizzo

colore nero lucido, adatte all’avifauna

pARCO: adatto GiARdini: adatto

Caratteristiche agronomiche SuOLO: in genere siliceo, anche stagionalmente inondato, da neutro ad acido, a granulometria variabile ESpOSiziOnE ALLA LuCE: pieno sole

SiEpi E bORduRE: non adatto tAppEzzAnti: non adatto AREE induStRiALi: adatto ARGini FLuViALi E zOnE umidE: molto adatto SChERmi AntiRumORE: parzialmente adatto

RuStiCità: si

(specie caducifoglie)

RESiStEnzA ALL’inquinAmEntO

zOnE COStiERE mARinE: non adatto

AtmOSFERiCO: non conosciuta

in VASO in FiORiERE E tERRAzzi: non adatto

RESiStEnzA AL CALCARE: no

ARtE tOpiARiA: non adatto

RESiStEnzA AL RiStAGnO idRiCO: si

VERdE VERtiCALE: non adatto

RESiStEnzA ALLE bASSE tEmpERAtuRE: si RESiStEnzA AL SALE: no piAntA ALLERGEniCA: no CARAttERiStiChE FitOSAnitARiE: non ha praticamente malattie, ma le sue foglie sono molto appetite dai bruchi della specie Yponomeuta evonymella

Visto da: Centro Vivaistico Forestale Regionale di ERSAF – Regione Lombardia Comune Curno (BG) Via Galilei, 2 Tel. 035 6227380 www.ersaf.lombardia.it


20 Maggio/Giugno 2015

SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Lineaverde

Koelreuteria paniculata Caratteristiche botaniche

Caratteristiche agronomiche Suolo: si adatta ad ogni tipo di terreno

nome boTanico: Koelreuteria

eSPoSizione alla luce: pieno sole

paniculata

ruSTiciTà: si

famiGlia: Sapindaceae

reSiSTenza all’inquinamenTo

fioriTura ePoca: metà estate

aTmoSferico: si

fioriTura colore: giallo/i fiori

reSiSTenza al calcare: si

sono raccolti in pannocchie apicali foGlie colorazione: verde scuro foGlie PerSiSTenza: caducifolie colorazione auTunnale: giallo fruTTi: color giallo bruno che

reSiSTenza alle baSSe TemPeraTure: si Visto da: zambelli vivai di Sergio zambelli Via Castello, 23 Piadena (CR) tel. 0375 980353 www.zambellivivai.com

reSiSTenza al riSTaGno idrico: no reSiSTenza al Sale: si PianTa allerGenica: no caraTTeriSTiche fiToSaniTarie : non è soggetta a particolari malattie

contengono semi neri

Dimensioni e Portamento alTezza maSSima: 8-12 metri PorTamenTo: espansa miSura ViVaiSTica: circonferenza fusto 25/30 VelociTà di creSciTa: lenta PorTamenTo ProPoSTo dai ViVai: a cespuglio o ad alberetto modaliTà di commercializzazione: con zolla rete o contenitore

Utilizzo Parco: adatto Giardini: adatto SiePi e bordure: non adatto TaPPezzanTi: non adatto aree induSTriali: adatto arGini fluViali e zone umide: non adatto Schermi anTirumore: non adatto zone coSTiere marine: adatto in VaSo in fioriere e Terrazzi: non adatto SiePi aGrarie e uSo PaeSaGGiSTico: non adatto arTe ToPiaria: non adatto


> FITOPATOLOGIA <

I servizi comunali del verde devono essere valorizzati e migliorati ma non eliminati di Giorgio Badiali giorgiobadiali@libero.it

Fitopatologo, dottore agronomo, già dirigente della Regione Emilia Romagna

Non si deve assolutamente pensare di poterne fare a meno, ma certamente di migliorarne ovunque l’efficienza, per mantenere in salute ed in vita le piante in ogni territorio comunale, rappresentando il principale obiettivo da perseguire per salvaguardare la natura in generale, la salubrità dell’ambiente e la salute dei cittadini, ormai tutti minati dalle troppe attività negative continuamente rivolte contro di loro.

C

ontro la natura sembra ormai che si possa fare di tutto, perché sta prevalendo la convinzione che si tratti soltanto di una immensa grandezza, considerata in grado di incassare senza poter protestare contro le tante porcherie che gli vengono continuamente imposte e forse con la umana presunzione che anche ogni brutta cosa eseguita contro di essa, si riuscirà sempre a rimediare col tempo ed anche con le risorse purtroppo sempre minori che l’uomo crede comunque di poter possedere

all’infinito. Ebbene, tutto ciò non è assolutamente vero, tanto che al contrario si sta già verificando che la natura sopporta ogni cosa più o meno in silenzio ed anche per lunghi periodi, poi quando si stanca di subire ha già dimostrato in diverse occasioni di volere reagire e fatto capire che reagirà sempre di più in futuro ed in modo purtroppo così violento da lasciare senza parole tutti noi poveri uomini che stiamo ancora cercando di credere il contrario.

»»

L’albero schiantatosi perché incontrollato e completamente marcito nel-l’apparato radicale e nella zona del colletto, avrebbe potuto provocare serie conseguenze a causa della scarsa attenzione e professionalità degli addetti alle manutenzioni.

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> FITOPATOLOGIA <

Ippocastani con fogliame già completamente secco dal mese di luglio con debilitante rifioritura autunnale, per cui occorre almeno predisporre una accurata raccolta del fogliame caduto a fine stagione, per contrastare il ripetersi del danno nell’annata successiva.

A conferma di questo aspetto poco edificante, ne rappresentano un classico esempio le tante calamità che si sono verificate e si stanno verificando su molte parti del territorio nazionale e su tutto il pianeta, con i danni che si sovrappongono ormai quotidianamente sull’ambiente in generale, sulle tante cose presenti ed anche sugli uomini, in modo così drastico che ormai non si riescono più a quantificare. Le cosiddette “emergenze” di ogni tipo che oggi si lamentano quotidianamente, sono talmente alla portata di ogni momento che stanno assumendo quasi l’aspetto di fatti più o meno normali che devono per forza maggiore prima o poi verificarsi senza troppe possibilità di riuscire ad evitarli. Le frane, le alluvioni, i terremoti, le sempre più frequenti anomalie climatiche, l’inquinamento generale ambientale (aria, acqua, suolo), le malattie più o meno gravi (degli uomini, degli animali, delle piante) e quant’altro si possa verificare o tristemente immaginare, si presentano oggi purtroppo con elevata ed indesiderata frequenza, quasi sempre come conseguenza dimostrabile di un comportamento dissennato dell’uomo in mille occasioni promosso, o dalla sua sete insaziabile di denaro o dal desiderio di lavorare sempre meno per raggiungere gli obiettivi non sempre onesti che si prefigge. Pertanto in molti di questi casi, l’esame approfondito delle varie situazioni che si presentano, porta troppo spesso alla conclusione che non si tratta più di fatti naturali e non provocati dal Pag. 28 • Lineaverde Mag/Giu 2015

comportamento dell’uomo, ma di eventi particolari che ogni volta presentano un movente umano piuttosto esplicito, tanto che in sostituzione del citato termine di vera “emergenza” si può senz’altro inserire in moltissimi casi, quello ovviamente ancora più brutale di assoluta “negligenza”. Anche le avversità patologiche più gravi che aggrediscono le piante e si presentano quasi sempre in modo ampiamente annunciato sia per la loro già avvenuta segnalazione in zone limitrofe che per la loro diffusione non sempre rapidissima, dimostrano con chiarezza la scarsa efficienza da parte degli addetti ai controlli ed alle osservazioni costanti e necessarie per il rilievo dei primi segnali di qualsiasi manifestazione negativa o comunque strana, in grado spesso di provocare danni anche elevati ed essere trasmessa facilmente se non adeguatamente controllata. Dal momento di iniziale presenza del fatto patologico, se anziché seguirne una cura immediata con l’avvallo dei Servizi Fitosanitari in ogni territorio regionale presenti, si passa alla forma piuttosto diffusa di minimizzazione o di assenteismo negli interventi di contenimento, raggiungendo spesso quello stato di trascuratezza o addirit-

tura di abbandono che portano alla morte quantità notevoli di piante fino allora ben vegetanti ed alla facile trasmissione delle malattie ad altre piante situate soprattutto in territori limitrofi. Degli esempi in proposito ne abbiamo già avuti molti, sia nell’ultima parte del secolo scorso che nei primi anni di quello attuale, con l’aggressione spesso mortale di piante appartenenti a varie specie coltivate, fra cui platano, cipresso, diversi fruttiferi, castagno, palme, olmo, olivo e tante altre, per finire alla recentissima manifestazione entomatica della Piralide (Cydalima perspectalis), infestante le piantagioni di bosso. A queste situazioni apparentemente ineluttabili, concorrono la smania ormai diffusa di voler progredire sempre più rapidamente globalizzando ogni azione senza guardare alle conseguenze che ne possono derivare, anche di quelle più facilmente pensabili e prevedibili sia pure a più lungo termine, oltre alla ormai insaziabile fame di denaro che ha già di molto prevalso su tutto il resto, riuscendo ad evidenziare ed accentuare ogni giorno la pochezza della mente umana, con le tristi conseguenze che ogni benpensante sempre più raro ma cer-


Un altro esempio negativo di completo abbandono manutentivo in una nota località turistica che non merita tanta tristezza, ma che dimostra in che mondo stiamo vivendo.

tamente ancora presente, deve essere in grado di rilevare e purtroppo di prevedere per gli anni futuri, se non subentreranno seri ripensamenti sulle attuali modalità di comportamento che risultano alquanto scorrette ed errate in troppe circostanze.

Cosa si può fare per migliorare la situazione Certamente non si potrà rimediare a queste situazioni eliminando od anche solo riducendo le Istituzioni già esistenti in materia e le professionalità attualmente presenti soprattutto presso i Servizi (o Settori) Comunali del Verde di ogni città. Al contrario, occorrerà potenziare seriamente questi Servizi che per le loro riconosciute peculiarità dovranno sempre godere di assoluta indipendenza, con il compito di migliorare continuamente la professionalità di tutto il personale già in attività, cercando anche di evitare che qualcuno di questi una volta formato, debba per qualsiasi ragione rinunciare al ruolo che gli è stato assegnato ed abbandonare di colpo la professionalità col tempo guadagnata, anche affrontando notevoli sacrifici. Attualmente corrono in proposito notizie poco rassicuranti, riguardanti

l’avvenuta soppressione o la riduzione di alcuni di questi Servizi (Settori) comunali, con il passaggio del personale ad altri Settori di attività, come nel caso specifico verificatosi recentemente all’interno dell’Amministrazione Comunale della Città di Padova, che già su queste pagine ma non solo è stato tempestivamente evidenziato. Per evitare il verificarsi di altre simili e tristi situazioni che necessariamente dovranno essere riviste e ripristinate al più presto, occorre per prima cosa diffondere maggiormente e con molta forza, il concetto che la natura non può e non deve assolutamente essere abbandonata per qualsiasi motivo ed in nessuna situazione danneggiata senza criterio, come oggi capita troppo spesso di riscontrare sulle piante, soprattutto per la scarsa professionalità di elementi esterni a cui viene ed in questi casi verrà sempre maggiormente demandato, il compito di seguirle e di curarle. E qualora un danneggiamento dovesse verificarsi anche per cause assolutamente involontarie, occorre immediatamente rilevarlo e programmare i necessari correttivi evitando ad ogni costo l’abbandono, al fine di impedire la progressione del malanno che porterebbe alla distruzione il soggetto

vegetale colpito od anche il complesso ambientale più o meno vasto, negativamente interessati dall’azione scorretta che l’uomo nell’occasione ha loro riservato. Per ottenere nel modo migliore questi risultati, non sono necessarie presenze anche numericamente elevate di personale qualunque sul posto, a cui vengono spesso impartiti compiti che forse non sarà mai in grado di assolvere correttamente, ma di uomini veri e professionalmente preparati a cui assegnare mansioni precise che solo loro saranno in grado di assolvere e trasmettere agli altri nel migliore dei modi, senza eccessive difficoltà e senza provocare i tanti danni oggi facilmente riscontrabili su molti territori. Pertanto, per queste attività di elevata qualità tecnica si devono scegliere sempre uomini capaci, volonterosi e disposti a seguire gli aggiornamenti necessari e le regole fondamentali che sorreggono al meglio le tante operazioni da eseguire in un settore vitale e molto delicato come quello delle piante, che non rappresenta un insieme di cose morte alla stregua di mattoni, tubi, vetri e di qualsiasi altro materiale a sua volta necessario, per le tipologie di lavoro completamente diverse da quelle vive di natura ambientale. Qui ci troviamo continuamente di fronte a problemi vitali che vanno conosciuti a fondo e risolti con modalità di intervento precise, effettuate soltanto in momenti altrettanto puntuali ed oggi fortunatamente molto conosciuti, che devono far parte necessariamente del bagaglio professionale

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> FITOPATOLOGIA <

Sopra, un tratto del parco pubblico denominato “Giardino degli Angeli”, ben curato ed attraente a Castel S. Pietro Terme (BO), è destinato a rimanere tale anche in futuro, per l’impegno preso sin dalla fase progettuale a favore della necessaria e costante attività manutentiva futura. Sotto, per fortuna dove si vuole operare bene esiste anche il bello, come in questa vista del “Giardino di Boboli” a Firenze, mentre riceve la visita dei tecnici comunali del verde di diverse città d'Italia.

di chi li deve rapidamente programmare ed eseguire senza troppe difficoltà e perdite di tempo. Tra questi problemi emergono soprattutto le tante patologie vecchie e nuove che si presentano con sempre maggiore frequenza, unitamente alla necessità divenuta impellente di combatterle con mezzi sempre meno invasivi e tecnicamente egualmente efficaci, anche per le attività di ripristino sui molti danni che vengono prodotti alle piante con una tale frequenza che lascia molto a pensare. E sono proprio questi danni che bisogna evitare o ridurre al massimo, i Pag. 30 • Lineaverde Mag/Giu 2015

punti di partenza delle troppe malattie tra le più gravi ed irrimediabili che portano spesso alla menomazione od alla morte tante piante ed alla necessità di una loro rapida cura oppure di una precoce e corretta eliminazione, il tutto da eseguire in ogni caso con personale altamente qualificato. Nel caso contrario in cui prevalga la mancanza di una adeguata professionalità, non si deve fare ricorso a chiunque possa essere arruolato od incontrato per strada, perché i danni che produrrà potranno essere enormi, tanto che si può affermare che di fronte a certe scelte operativamente

non garantite, è molto meglio stare fermi e lasciare fare per il momento alla natura il suo percorso, certamente meno squilibrato e dannoso di quello malamente imposto dall’uomo. Trattandosi quindi di una attività tanto particolare, non può e non deve essere svolta da chiunque, ma soltanto da chi è professionalmente in grado di farlo, al fine ormai riscontrabile ovunque di evitare i tanti massacri di piante, con i danneggiamenti che ormai anche un bambino è in grado di valutare. E dove purtroppo non esiste ancora questa necessaria professionalità, bisogna costruirla a tutti i costi nel personale a cui sono o saranno assegnati compiti tanto delicati e spesso non facili da valutare anche per coloro già formati, quindi fare in modo che in seguito avvenga un aggiornamento continuo, anche perché con una organizzazione efficace i relativi costi potranno essere comunque limitatissimi e pure scarse le perdite di tempo da dedicarvi. Per fare questo si tratta semplicemente di organizzare sul posto, ogni volta che la necessità lo impone e praticamente con spese limitatissime, alcune sedute pratiche per il personale addetto alle attività manutentive nel momento della esecuzione dei lavori più comuni ed in gran parte ripetitivi per le altre attività che seguiranno, quindi di verificare direttamente con costanza e diligenza le esecuzioni dei lavori successivamente assegnati e svolti dallo stesso personale in altri luoghi. A questo punto si evidenziano soprattutto la capacità, la incisività ed il desiderio di ben figurare da parte non tanto dell’organo politico ma dei Dirigenti dei Servizi del verde comunale, che oltre ad assegnare i necessari compiti di lavoro al personale devono tassativamente verificarne le capacità esecutive, controllandolo ed


Sopra, il parco pubblico di Padova denominato “Giardino di cristallo”, progettato e ben curato dall’ex Servizio verde pubblico del Comune diretto da anni dal Dr. Gianpaolo Barbariol, riceve la visita di alcuni tecnici dell’A.I.D.T.P.G. che sperano di rivederlo in futuro ancora più bello. Sotto, altri aspetti molto apprezzabili nel verde pubblico, sono presenti anche nella città di Sanremo, dove emerge chiaramente la professionalità della Dirigenza e degli addetti al Servizio del Verde pubblico locale.

interessandolo fino a riprenderlo drasticamente per correggerne gli errori soprattutto nei casi di interventi risultati inadeguati od addirittura dannosi, come è già capitato di riscontrare in tante occasioni e certamente si potrà in futuro ancora verificare. Questa necessità di controllo e di verifica deve essere a maggior ragione eseguita sui lavori che vengono assegnati in appalto ad imprese private, in diversi casi ancora poco professionali e che per ragioni di tempo o di denaro, finiscono spesso per trascurare i lavori o produrre danni consistenti che in seguito risulteranno difficil-

mente rimediabili anche con costi molto superiori. E’ proprio soltanto con personale tecnico ben formato e presente anche nei territori comunali più periferici e quasi ignorati, che si potrà dare corso con buone probabilità di riuscita a quella attività ormai dimostratasi indispensabile e che da diversi anni stiamo proponendo per tutto il territorio nazionale anche per mezzo di questa Rivista Lineaverde, che si è voluta presentare per la sua divulgazione come “Pronto soccorso locale e nazionale per le avversità delle piante” e di

cui si sentirà certamente trattare diffusamente in seguito. Perseguendo ovunque questi concetti molto semplici da recepire, anche se spesso più difficoltosi da attuare nella pratica e che devono essere sempre più tenuti in seria considerazione soprattutto dai Dirigenti e dal personale tecnico idoneo e professionalmente più preparato, si possono già migliorare notevolmente anche con il frequente ricorso ai Servizi Fitosanitari Regionali, le attività che i Servizi del verde stanno attualmente effettuando, senza dover ricorrere ai costi particolarmente elevati, spesso necessari per la ricostituzione delle professionalità a volte banalmente perdute e per il miglioramento qualitativo dei lavori. Da ultimo e proprio per questi motivi, un pensiero particolare a tutte le Autorità politiche comunali, affinchè non si lascino prendere dall’idea, come purtroppo successo almeno nel già citato Comune di Padova ed anche in quello di Asti che figurano oggi tra i più noti, di eliminare i loro Servizi del verde comunque risultati sempre utili, probabilmente nei soli intenti di risparmiare danaro e disporre di personale da indirizzare verso altre attività forse ritenute a prima vista più produttive e meno impegnative per l’Amministrazione, ma di mantenerli e migliorarli professionalmente a tutti i livelli, sia progettuali che realizzativi e manutentivi, senza distrarli molto dalle loro vere mansioni. Questo aspetto è da tenere in massima considerazione, perché le professionalità necessarie per il buon esito delle attività da riservare al verde ambientale, ottenute soltanto dedicandovi molto tempo, sacrifici, passione e dedizione soprattutto da parte del personale in attività nel grande settore del verde pubblico e dell’ambiente in generale, non abbiano a disperdersi nel nulla con enorme danno per tutta la collettività. ■ Pag. 31 • Lineaverde Mag/Giu 2015


> PRODUZIONE <

Andrè Briant: nuovo corso per le giovani piante Abbiamo incontrato Gilles Colinet, presidente delle Pepiniere Jan Huchet di Gennes sur Seiche che dal 5 di novembre 2014 è il nuovo proprietario della Pepiniere Andrè Briant di Angers leader europeo nella produzione di giovani piante. di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

ndrè Briant è una firma conosciuta nel mondo vivaistico per la sua storia e non ha bisogno di altre presentazioni. Nata nel 1933 a partire dagli anni sessanta si è specializzata nella produzione di giovani piante da ricoltivare, con la creazione di molte nuove varietà e con un consistente patrimonio di germoplasma conservato nel proprio arboreto e nella collezione di piante madri. Abbiamo incontrato Gilles Colinet, Presidente delle Pepiniere Jan Huchet di Gennes sur Seiche che dal 5 di novembre 2014 è il nuovo proprietario della Pepiniere Andrè Briant di Angers leader europeo nella produzione di giovani piante. Colinet è un ingegnere agronomo che dal 2006 conduce l’azienda Huchet dove su 45 ettari di superficie coltiva un’importante assortimento di piante destinate al giardinaggio ed al paesaggismo e con questa acquisizione completa la filiera produttiva del settore. Abbiamo così potuto conoscere la situazione e le strategie del nuovo cor-

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Renato Ferretti, direttore di Lineaverde, con Gilles Colinet, nuovo proprietario di Andrè Briant Jeunes Plants

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so di Andrè Briant. Un investimento in controtendenza in un settore che soffre ma dove con attente strategie di produzione che presuppongono un alta qualità del prodotto, con piante ben ramificate ed un ottimo apparato radicale possono consentire ai vivaisti di avere giovani piante in grado di massimizzare la loro professionalità e recuperare i margini di guadagno erosi dalla crisi. "La nostra volontà - afferma il sig. Colinet - dopo una fase di riorganizzazione ed anche di messa a fuoco delle sinergie fra le due società, è quella di razionalizzare l’apparato produttivo dimensionando l’insieme dei fattori della produzione in funzione della gamma e delle quantità; implementeremo l’assortimento con graminacee e piante vivaci perenni al fine di fornire un servizio ancora più completo ai nostri clienti. Il passaggio fondamentale in termini gestionali è dovuto al fatto che noi veniamo dal settore con una gestione funzionale ma altrettanto familiare con una forte capacità reattiva di fronte ai cambiamenti del mercato. Il cuore della produzione è sempre per i contenitori da un litro da ricoltivare che vengono venduti prevalentemente in Francia ed in Italia. Oggi stiamo lavorando anche ad una nuova linea di produzione di contenitori di 7 litri, il cosiddetto precontenitore, pronti per essere rinvasati e posti in vendita. Altro fiore all’occhiello, oltre all’esperienza radicata nell’ambito della riproduzione per talea ed innesto, è la micropropagazione ed in particolare il microtaleaggio che consente di ottenere piante ben ramificate dalla base e con un ottimo apparato radicale. Quest’attività è svolta in un laboratorio perfettamente attrezzato di 640 mq dotato di una serra d’acclimatazione di 3.000 mq. Infine intendiamo rafforzare l’attività di ricerca di nuove varietà che portiamo avanti nell’am-

bito anche della collaborazione con Sapho. Complessivamente ogni anno partono dalla nostra piattaforma di spedizione di circa 3.000 mq verso 25 paesi di destinazione oltre 10.000 pallets di giovani piante. Sul piano commerciale da sottolineare l’accordo di collaborazione con Sylva di Van Hulle del Belgio produttrice di giovani alberature che consente di completare la gamma di prodotti da ricoltivare". ■

Nelle foto, alcune operazioni colturali dell’azienda: 1. Selezione e preparazione per la vendita. 2. Innesti in vaso. 3. Cella di micropropagazione. 4. Serra di acclimatazione. 5. Casse pronte per la spedizione. 6. Pianta pronta per la vendita con ottimo apparato radicale.

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> FIERE <

A Flormart 2015 più innovazioni, eco-tecnologie e qualità estetica Tante novità nella 66ª edizione dello storico Salone Internazionale del Florovivaismo e del Giardinaggio di Padova, in programma dal 9 all’11 settembre 2015 in un quartiere fieristico rinnovato per il rifacimento dei padiglioni, l’innovazione. a cura della redazione

a 66esima edizione del Salone del Florovivaismo e Giardinaggio numero uno in Italia si svolgerà dal 9 all’11 settembre nel rinnovato quartiere fieristico di Padova. Già confermati 50 grandi buyer dall’estero e previsti 2mila contatti B2B. Fra le novità, i laboratori con dimostrazioni sulle tendenze del gusto floreale di “Master Flower - Autumn Winter Trends”, il concorso internazionale di architettura del paesaggio “Flormart Garden Show” (scadenza il 15 giugno) e il forum Expo ECOtechGREEN, i premi “nòva_green” su innovazioni di prodotto, tecnologie e formule di vendita con uso del marchio per i vincitori, le esposizioni di grandi nomi del design vegetale, un focus sul verde urbano produttivo e un convegno nazionale sulla fitodepurazione. Ritornano il salone Agrienergy su energie rinnovabili e filiera del legno, le “prove in campo” di macchine e attrezzature per la manutenzione del verde e l’agricoltu-

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ra, e i premi Flormagazine e Oroflor ai migliori prodotti florovivaistici. «In una fase di grande fermento per il florovivaismo italiano - dichiara l’ad di PadovaFiere Daniele Villa lanciando Flormart 2015 - puntiamo sui nuovi contenuti e sui buyer esteri per riaffermare il primato di Padova negli appuntamenti fieristici di settore - ribadito l’anno scorso dai 18mila visitatori e 350 espositori - e per contribuire al rilancio della filiera del verde italiana». Nel vasto programma di Flormart 2015 troveranno spazio e visibilità le piante e i fiori, gli accessori tecnologici e le formule di vendita più innovativi, selezionati attraverso i premi “nòva_green”, che consentiranno ai vincitori di utilizzare il marchio del concorso come riconoscimento di un’eccellenza da spendere sul mercato. Ci sarà il debutto in fiera, dopo l’esperienza analoga di Christmas Flower Trends lo scorso autunno a Pescia al Mefit (Mercato Fiori Piante Toscana),

dell’evento “Master Flower - Autumn Winter Trends”, a cura dell’équipe di diADE adv. Nell’occasione gli esponenti di importanti scuole di fioristi saranno chiamati ad esibirsi nella realizzazione in tempo reale di composizioni floreali ispirate a tendenze e aree tematiche definite da diADE sulla base di criteri sia estetici che commerciali, con l’obiettivo di dare ai professionisti di piante e fiori in visita a Flormart suggerimenti utili per fare aumentare le vendite. Un evento in cui le logiche della moda vengono applicate alla commercializzazione delle piante e dei fiori per dare nuovo impulso all’intera filiera florovivaistica puntando sul valore aggiunto dell'estetica e dello stile. Ancora più peso avranno la qualità estetica e la libertà creativa nelle esposizioni di alcuni grandi artisti del panorama internazionale del design vegetale, una branca sempre più praticata e stimolante dell’arte contemporanea, che si ter-


ranno durante Flormart 2015 nei padiglioni della fiera. I nomi dei tre artisti saranno resi pubblici con una conferenza stampa. Inoltre, da quest’anno, per evidenziare il ruolo del verde nel paesaggio, della biodiversità, della sostenibilità, della salute e del miglioramento delle condizioni di vita nei centri urbani, è nato un nuovo concorso internazionale di architettura del paesaggio denominato Flormart Garden Show. L’iniziativa si rivolge ad architetti, studi di progettazione del verde, studenti, aziende produttrici di fiori e piante ornamentali, imprese di gestione del verde e associazioni culturali (info su www.flormart.it/eventi/flormart-garden-show e inviarlo alla mail flormartgardenshow@padovafiere.it). Collegato a Flormart Garden Show per le tematiche affrontate sarà il forum internazionale Expo ECOtechGREEN 2015, che tratterà vari aspetti del verde tecnologico ed è un’iniziativa di

Paysage sostenuta dalla rivista Topscape. Ricco di spunti anche il focus sul verde urbano 2015 promosso da Il Verde Editoriale che, oltre al premio “La città per il Verde”, prevede un convegno sul verde produttivo nelle diverse declinazioni degli orti urbani, dei parchi agricoli e delle altre forme di urban farming. Fra i ritorni, sono da segnalare Agrienergy, il salone dedicato ad energie rinnovabili per il florovivaismo, filiera del legno e tecnologie per il risparmio energetico, nella cui area sarà presente Legambiente con la sua rivista La Nuova Ecologia, e “Flormart in campo”: lo spazio per i test di macchine e attrezzature per la manutenzione del verde e l’agricoltura. Ci saranno naturalmente, ma con formula completamente rinnovata, i premi Oroflor e Flormagazine, attribuiti dalla stampa specializzata ai prodotti florovivaistici che si sono distinti per qualità. Da non dimenticare due eventi forma-

tivi organizzati da Green Line per i gestori di garden center e un workshop su “La gestione della sicurezza nelle colture protette” (D. lgs. 81/2008 e Pan fitofarmaci). Infine verrà trattato il tema della fitodepurazione, cioè l’utilizzo delle piante nel disinquinamento delle acque, in un convegno nazionale organizzato da ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), Unione Venete Bonifiche e ARGAV (Associazione Giornalisti Agroambientali di Veneto e Trentino Alto Adige). Il tema è di stringente attualità per i richiami dell’Unione Europea all’Italia, rea di uno scarso riutilizzo delle acque reflue, come recentemente segnalato anche dalla “Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche “italiasicura” presso la Presidenza del Consiglio. Sul fronte dei rapporti commerciali con l’estero, Flormart 2015 può contare su 50 grandi buyer stranieri già confermati. Grazie a Padova Promex sono stati individuati 2 operatori per ciascuno dei seguenti Paesi: Germania, Indonesia, Marocco, Polonia, Russia, Svezia. Altri 15 operatori provenienti da Azerbaijan, Gran Bretagna, Francia ed Emirati arabi sono stati acquisiti grazie al supporto di ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese. E’ stata confermata la collaborazione con le camere di commercio italiane all’estero in Svizzera, Tunisia e Turchia, per la selezione di 13 operatori. Altre sinergie sono state messe a punto con Paysalia, salone organizzato a Lione da GL Events e verrà attivata una promozione congiunta con la fiera internazionale di Tunisi, Kram, per la promozione di Flormart presso le aziende e istituzioni del settore al fine di proporre la partecipazione di espositori e operatori in mostra. In generale sono previsti circa 2mila contatti B2B da parte degli operatori presenti in fiera. ■ Pag. 35 • Lineaverde Mag/Giu 2015


> FIERE <

A Rimini dal 23 al 25 settembre 2015, in contemporanea a Macfrut, nasce un nuovo evento espositivo dedicato al mondo del florovivaismo, dei fioristi e dei garden centre.

a cura della redazione

Flora Trade Show, la nuova espositiva dedicata al florovi lessibilità e innovazione organizzative; comunicazione impattante e veloce; capacità di richiamare buyer internazionali; relazioni costanti con i media; vocazione al green; un territorio noto nel mondo per servizi d’ospitalità economicamente e qualitativamente competitivi; un’area baricentrica e con efficienti collegamenti logistici. Sono alcune delle peculiarità che Rimini Fiera mette in campo per Flora Trade Show, l’atteso appuntamento internazionale per la promozione del settore florovivaistico e del paesaggio, in programma nel quartiere espositivo romagnolo dal 23 al 25 settembre 2015, ossia su date considerate ottimali per la filiera. La contemporaneità con MacFrut (ospitato quest’anno a Rimini) permetterà di avere in

F FLORA Trade Show

2015

Salone internazionale del florovivaismo e del paesaggio

Rimini Fiera 23.-25.09.15

orario: ultimo giorno

9.30 - 18.30 9.30 - 17.30

in contemporanea a

www.floratrade.it organizzato da:

in collaborazione con:

con il patrocinio di:

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un unico marketplace il settore florovivaistico e quello ortofrutticolo. Flora Trade sarà un format B2B dinamico, destinato a divenire vetrina leader. Espositori e visitatori - per innovazione di lay out, completezza espositiva, qualità dei contenuti - si troveranno al centro di un evento interattivo che trasmetterà nuovi strumenti di business e indicazioni sulle mode e tendenze che influenzano i consumi. Forte delle relazioni e di uno straordinario portafoglio visitatori maturati con manifestazioni leader nell’outdoor, ambiente, benessere, turismo e arredo contract - come Sun, Ecomondo, RiminiWellness, Ttg, Sia Guest - Rimini Fiera offrirà a Flora Trade una spinta commerciale difficilmente eguagliabile a livello italiano.


proposta vivaismo Organizzata in collaborazione con Florasì e Florconsorzi, la manifestazione creerà un’occasione in cui l’intera filiera sarà rappresentata: dai sistemi e tecnologie di produzione ai prodotti del florovivaismo, dalle attrezzature e accessori per garden center, fioristi, vivai alla progettazione del verde pubblico e privato (per giardini e aree verdi di hotel e ristoranti, parchi tematici e divertimento), richiamando un target ampio e diversificato: grossisti, buyer GD/DO, buyer esteri, garden center, fioristi, giardinieri, architetti e paesaggisti, urbanisti, real estate, pubbliche amministrazioni, buyer di strutture turistiche open air (villaggi turistici, camping), catene alberghiere, pubblici esercizi, agriturismi. A disposizione delle aziende di Flora

Trade la piattaforma online dei business meeting internazionali collaudata ormai da anni: le aziende, prima della Fiera, concorderanno gli appuntamenti presso il proprio stand con buyer internazionali, verificando anticipatamente la reale opportunità di business. Sono attesi buyer del comparto florovivaistico da tutti i continenti, in particolare da Germania, Francia, Danimarca, Olanda, Slovenia, Romania, Turchia. Con la collaborazione dei più autorevoli soggetti della filiera, istituzioni, associazioni e media di settore, sono allo studio eventi collaterali di forte appeal, differenziati per target: lezioni magistrali con personaggi di spicco a livello internazionale, seminari con crediti formativi per ordini professionali specifici (dagli architetti agli agronomi agli urbanisti e paesaggisti), competizioni e dimostrazioni a tema, convention aziendali, incontri associativi con le istituzioni, tavole rotonde per un confronto con la GD/DO. Facili i collegamenti: Rimini Fiera ha una stazione ferroviaria di linea interna al quartiere fieristico sulla tratta Milano - Bari; i bus cittadini fermano a pochi metri dagli ingressi; su richiesta vengono organizzate navette dall’aeroporto di Bologna e il quartiere ha una dotazione di parcheggi pari a 11.000 posti auto.

Garden&Gift per fioristi e garden centre Tanti gli eventi dedicati ai professionisti, tra cui la nuova sezione Garden&Gift, dedicata alle attrezzature, ai prodotti e ai servizi per i garden centre e i fioristi. Nata dalla lunga esperienza di Sun, il salone internazionale dell’esterno, Garden&Gift offrirà un'ampia panoramica del settore dei prodotti ed accessori per garden center e fioristi. In esposizione troveremo arredamento per punti vendita, veicoli commerciali, softwa-

re e sistemi gestionali, ma anche scatole, cesti, buste e nastri per il confezionamento delle piante e dei fiori, ed una serie di prodotti complementari, sempre più venduti nei garden centre e nei negozi specializzati: oggettistica, articoli da regalo, decorazioni per le festività, fino ad arrivare agli accessori per il giardino e il tempo libero che spaziano dagli arredi outdoor ai barbecue. Sono dedicati proprio ai fioristi, alcuni dei numerosi eventi e workshop che accompagneranno la manifestazione, e che stanno prendendo forma in queste settimane. È tra questi il Concorso di decorazione Floreale che riguarderà allestimenti con fiori freschi legati al mondo del Catering e della Pasticceria, organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Piante e Fiori d’Italia e con le principali scuole nazionali per fioristi, coordinate dalla Guida ‘I Fioristi Italiani’. L’evento, che vedrà tra i giurati la partecipazione di noti pasticceri, società di catering, maestri fioristi e stampa specializzata, punta a valorizzare lo stile italiano nelle decorazioni dei ricevimenti di gala, dei matrimoni e delle ricorrenze importanti. Oltre alle collaborazioni strategiche con Florasì e Florconsorzi, infatti, hanno aderito al progetto riminese anche il MIPAAF Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Confagricoltura, CIA Confederazione Italiana Agricoltori e, notizia di questi giorni, Coldiretti Emilia Romagna. Attori fondamentali che hanno fornito il loro patrocinio e il pieno sostegno a una manifestazione che nasce per rilanciare l’intero settore florovivaistico, forte anche della contemporaneità con Macfrut e dell’esperienza maturata da Rimini Fiera nel settore del garden, grazie a Sun. ■

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> CURIOSITÀ <

Il giardino di Donnafugata: tra suggestioni cinematografiche e realtà Il castello di Donnafugata, quello che si trova in provincia di Ragusa, è un luogo magico. La vera sorpresa è il giardino, un luogo che ha conosciuto le ferite dell’abbandono e la fortuna di un restauro intelligente. di Giovanna Mattioli Architetto paesaggista.

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volte basta un’immagine, un fotogramma colto al volo nel passaggio televisivo di un provino, per mettere in movimento una catena di ricordi e belle sensazioni. Il fotogramma in questione è tratto da

un film di cui si parla da settimane: “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone. La scena: Salma Hayek, vestita da regina barocca, insegue un ragazzino dai capelli biondissimi all’interno di un labirinto di pietra.


Eccolo il flash, ecco la schioppettata, perché chi ha visto quel labirinto non lo può scordare, è il labirinto di pietra del giardino del castello di Donnafugata. Per un caso di omonimia, questo luogo non c’entra né con il romanzo di Tomasi di Lampedusa, né con il film di Visconti, eppure, sono in tanti a scendere a Donnafugata per cercare un Gattopardo che non c’è, dimenticando invece, che questo castello lo abbiamo già visto filmato in “Kaos” dei fratelli Taviani, in “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore e persino in alcuni episodi del commissario Montalbano. Del resto, se dopo cinquant’anni dal film di De Sica, sono ancora tanti quelli che cercano il giardino dei Finzi-Contini nel parco Massari di Ferrara, possiamo capire quanto sia forte la persistenza di una location cinematografica nell’immaginario collettivo. Il castello di Donnafugata, quello che si trova in provincia di Ragusa, è un luogo magico. Sembra effettivamente uscito da una favola, e nonostante non ci sia nessuna cura nel tenere in ordine i cartelli dei ristoranti e le girelle con le cartoline, l’ingresso a questo palazzo è maestoso. Ma la vera sorpresa non è l’architettura, che potremmo catalogare come un misto fritto di stili assemblati, con grazia commovente, e sotto un sole imperturbabile, che lo fa splendere nel paesaggio di olivi, carrubi e sassi senza cadere nel ridicolo, dunque, la vera sorpresa è il giardino, un luogo che ha conosciuto le ferite dell’abbandono e la fortuna di un restauro intelligente, curato dagli architetti Biagio Guccione e Giacometto Nicastro (2004-2006). Perché questo luogo è così speciale? Perché nei suoi otto ettari di sviluppo, troviamo una collezione di libere interpretazioni di alcuni capitoli della storia recente del giardino, che lo rendono più simile ad un par-

Perché questo luogo è così speciale? Perché nei suoi otto ettari troviamo una collezione di libere interpretazioni di alcuni capitoli della storia recente del giardino che lo rendono simile ad un parco anglosassone aperto al paesaggio. co anglosassone aperto al paesaggio, piuttosto che a un’oasi chiusa dentro un recinto, di più consolidata tradizione mediterranea. Uno di questi oggetti è il labirinto: trappola senza uscita o percorso iniziatico, qui si entra per perdersi e ritrovarsi, anche solo per gioco. Di solito i labirinti nei giardini sono fatti con muri di piante, anche i più famosi labirinti cinematografici sono vegetali: in “Shining” è l’immagine della perdita della ragione del protagonista, ma anche il luogo dove il ragazzino troverà la salvezza; in “Orlando” la protagonista farà un salto temporale entrando in un labirinto; anche quello magico che abbiamo visto in “Harry Potter e il calice di fuoco” è verde, esattamente come quello del giardino del palazzo di Hampton Court in Inghilterra, che ha ispirato il barone Corrado Arezzo de Spuches (1824-1895) che lo ha disegnato su uno dei suoi tac-

cuini di viaggio per rifarlo poi, nella sua dimora siciliana. Il Barone, proprietario di Donnafugata, persona colta e grande viaggiatore, era in un certo senso un collezionista di luoghi. Nel suo giardino troviamo per esempio, una ricostruzione, adattata al clima siciliano, del cenotafio di Rousseau a Ermenonville, nel nord della Francia, dove il cerchio di pioppi, amanti dell’umido, sono stati sostituiti da cipressi. Se dunque la geometria di carpini di Hampton Court avrebbe avuto vita breve nel ragusano, De Spuches la trasforma in un luogo metafisico e cocente utilizzando la pietra dei muri a secco. Un gesto talmente moderno che potremmo definirlo concettuale, ma siamo sicuri che sia andata così? forse è stato un incantesimo, una magia che ha trasformato le piante in sassi, come in una metamorfosi mitologica, in una fiaba senza tempo … un racconto dei racconti. ■ Pag. 39 • Lineaverde Mag/Giu 2015


Lineaverde News MAGGIO/GIUGNO 2015

Paesaggismo

Congresso Mondiale IFLA (Torino, aprile 2016): i 4 filoni tematici Il 53° Congresso Mondiale IFLA avrà luogo a Torino, dal 20 al 22 aprile 2016, e sarà organizzato da AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio). L'evento vuole indagare il tema ‘Tasting the Landscape’ da vari punti di vista focalizzando l’ambito di ricerca sul progetto di paesaggio come fattore determinante di cambiamento verso una migliore qualità di spazi e luoghi. Si cercano degli abstracts che mostrino la più ampia diversità di approcci ed esperienze a tutte le scale, come prova del fatto che capacità professionale e profonda comprensione delle realtà ambientali, economiche e sociali possano fare una grande differenza e permettere alla gente di “assaporare” i paesaggi. La ricerca segue quattro filoni tematici: 1. Tasting the Landscape's Flavor - Parole chiave: Regeneration Abundance Caring Sharing 2. Tasting the Landscape’s Benefits - Parole chiave: Net Economic Benefits from Ecosystem Services Green Infrastructure, Natural Capital Yield, Resilience and Regeneration, Climate Change and Sustainable Landscapes. 3. Layered Landscapes - Parole chiave: contemporaneità, stratificazione, conservazione attiva e inventiva, cura. Nutrimento della conoscenza, contaminazione, prodotto culturale. Innovazione del processo e degli strumenti progettuali. Percezione e condivisione. Mediazione e ricomposizione. 4. Inspiring Landscape - Parole chiave: narrazioni, biodiversità culturale pluralismo estetico relazioni/azioni anticipazioni/rivelazioni. ■

Dalle aziende

Accordo internazionale tra vivaisti per Vannucci Piante Si è concretizzato il 28 maggio scorso un importante accordo tra Vannucci Piante, una delle principali aziende vivastiche europee, e Monrovia (www.monrovia.com), primaria azienda vivaistica statunitense con sede ad Azusa, California. Come spiega Vannino Vannucci: "Monrovia è l'azienda vivaistica più grande del mondo, ma anche noi possiamo insegnare qualcosa a questa realtà, perché il nostro vivaismo si è evoluto molto negli anni. Ne guadagnerà anche la comunità pistoiese". Lo sviluppo culturale e imprenditoriale, ma soprattutto il progresso della ricerca scientifica al fine del miglioramento della sostenibilità ambientale sono stati i punti cardine su cui si è fondato l'atto di collaborazione stipulato. L'accordo, che non prevede un impegno economico tra le parti, vuole aprire un dialogo per offrire nuove opportunità e nuove visioni che risulteranno utili per poter spingere ancora avanti all'insegna dell'innovazione e della promozione dell'intero comparto vivaistico italiano. Vannino Vannucci, titolare di Vannucci Piante, e Jonathan D. Pedersen, V/President di Monrovia, si sono dati appuntamento per il prossimo agosto. Si è inoltre voluto sfruttare l'occasione dell'apertura, che avrà luogo il primo ottobre 2015, del Pistoia Nursery Campus per puntare ancora una volta sui giovani e sull'internazionalizzazione; questo luogo infatti darà l'opportunità di avere uno scambio universitario, di ricerca, di sperimentazione e di formazione nel settore del verde ornamentale caratterizzante i diversi Paesi del mondo. ■ Pag. 40 • Lineaverde Mag/Giu 2015


PIANTE MATI

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Formazione

Focus sulle colture aromatiche e officinali alla Summer School of Floriculture

dal 1909

Platanor “Vallis Clausa”® resistente al cancro colorato

Si terrà a Sanremo e Albenga, dal 7-11 settembre 2015 la quinta edizione della Summer School of Floriculture, quest'anno dedicata a "tradizione e innovazione nel comparto delle colture aromatiche e officinali". L'attività didattica prevede lezioni frontali articolate in 7 sessioni: il contesto delle specie aromatiche ed officinali, biodiversità e etnobotanica, filiera produttiva, difesa e produzione, impieghi ornamentali, applicazioni industriali, esperienze dal mondo produttivo; un seminario serale in lingua inglese; visita Museo Internazionale Profumo di Grasse; visita ad aziende vivaistiche. Possono presentare domanda di ammissione al corso: laureati, laureati magistrali e laureandi in materie attinenti le Scienze e Tecnologie Agrarie, le Scienze e Tecnologie Agro-alimentari, le Scienze Forestali e Ambientali, le tecniche erboristiche, le Biotecnologie Agrarie Vegetali, le Scienze Biologiche e le Scienze Naturali; laureati in possesso di titolo straniero equipollente; dottori di ricerca e dottorandi; ricercatori; tecnici del settore con esperienza documentata. Le informazioni, complete della modulistica per l'iscrizione al corso, sono riportate sul sito della SOI alla pagina dedicata alla Summer School of Floricolture (www.soihs.it) ■

Eventi

Le Fiandre a Expo. Evento il 30 giugno La regione delle Fiandre organizza una settimana di degustazioni e di seminari alla scoperta di questa splendida regione, all'interno del padiglione del Belgio all'expo di Milano. In particolare martedì 30 giugno dalle ore 13,30 alle 15,15 ci sarà un seminario sul tema “L’arte delle piante ornamentali e degli alberi” nel Business Center del Padiglione belga. In quest'occasione sarà presentata la produzione fiamminga di alberi ornamentali, le innovative tecniche di produzione e la logistica in grado di soddisfare le esigenze dei produttori di tutta Europa. Gli interessati possono iscriversi sul sito: www.tasteofeastflanders.be/it/programma-it-2/ ■

Da oltre cento anni coltiviamo piante con passione ed impegno, attenti alla qualità ed orientati alla ricerca di nuove cultivar e nuove tecniche di coltivazione. Produciamo anche il Platanor “Vallis Clausa”® il platano resistente al cancro colorato, forte, vigoroso, rapido nella crescita. Sono disponibili piante in contegbmhk^% IeZgm&IeZlm ^ sheeZ bg ]bf^glbhgb Û gh Z \bk\hg_' cm 40/50.

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Lineaverde News Concorsi

Concorsi

Rose nuove a Monza: vince la danese Raquel (Poulsen Roser)

Il ‘Best Show Garden’ del Chelsea Flower Show

Si è tenuta il 22 maggio la premiazione del concorso internazionale per rose nuove del Roseto "Niso Fumagalli" di Monza. Complessivamente il medagliere 2015 sancisce la vittoria francese con 7 medaglie di cui 2 ori a cui si aggiunge la miglior rosa da piantare nelle aiuole di città, sempre targata Meilland, contro le 4 tedesche di cui 2 argenti, 1 oro e 1 bronzo. Danese infine la rosa più profumata, la ‘Racquel’ della Poulsen Roser. Nessuna traccia purtroppo di rose tricolore, se non nella categoria espressamente dedicata, dove Rose Barni tiene alta la bandiera con una bella varietà che ricorda da vicino la rosa chinensis ‘Mutabilis’ – dai generosi fiori semplici e multicolori – ma di altezza ridotta, stile patio. La prossima edizione del Concorso è rinviata al 2017. Il dettaglio di tutte le rose premiate nel sito www.airosa.it. ■

Protagonista di un vittorioso debutto, il Laurent-Perrier Chatsworth Garden progettato da Dan Pearson grazie alla collaborazione tra Chatsworth e la casa produttrice di Champagne Laurent-Perrier è stato premiato con il titolo ‘Best in Show’ all’edizione 2015 del RHS Chelsea Flower Show. Prendendo ispirazione da due aree del giardino del castello di Chatsworth del Duca e della Duchessa del Devonshire, l’ornamentale ruscello delle trote e il monumentale giardino di rocce disegnati dall’ingegnere e giardiniere vittoriano Joseph Paxton, il designer internazionale ha creato una rivisitazione dallo stile selvaggio e naturalistico e una stimolante preminenza cromatica del giallo e del rosa. Questa porzione di giardino, che è stata realizzata sfruttando una visione triangolare per permettere di ammirare lo spazio da diverse angolazioni, presenta un’attenta composizione di rocce e percorsi d’acqua e incoraggia i visitatori ad addentrarsi e vivere il paesaggio passeggiando al suo interno. ■

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Ricerca

CNR - Giorgio Tesi Group collaborazione nella lotta ai patogeni Prosegue la stretta collaborazione fra Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze e Giorgio Tesi Group: dopo aver affrontato lo sviluppo di varietà di cipresso resistente al cancro corticale e di olmo resistente a grafiosi, l’IPSP-CNR sposta adesso la sua attenzione su un tema di stretta attualità, ovvero la lotta agli agenti patogeni nel vivaismo. Tra questi anche il batterio Xylella fastidiosa e il fungo Phytophthora ramorum, oggi al centro delle cronache, ma non solo. Il progetto, dal titolo “Patogeni invasivi in vivaio: nuovi strumenti per la certificazione di esenzione da patogeni del materiale destinato all’esportazione”, riassunto dall’acronimo PATINVIVA, ha come fine ultimo l’utilizzo di uno strumento leggero, portatile e soprattutto veloce, capace di diagnosticare direttamente in vivaio la presenza sulla pianta di microrganismi pericolosi, tutto in pochissimi minuti, a differenza della tecnologia attualmente in uso, come la classica PCR, che prevede esami in laboratorio e tempi considerevolmente più lunghi. L’obiettivo può essere rapidamente raggiunto con l'utilizzo di una nuova tecnica detta Loop Mediated Isothermal Amplification (LAMP) che consiste in un’amplificazione degli acidi nucleici (DNA) che si svolge a temperatura costante. La presenza degli acidi nucleici di un agente patogeno, viene riconosciuta attraverso l’emissione di un segnale luminoso rilevato in tempo reale dallo strumento. Giorgio Tesi Group contribuisce a questo progetto di ricerca in maniera diretta e partecipativa, attraverso la fornitura di piante su cui effettuare i test, oltre che di personale in aiuto al gruppo di studiosi del CNR di Sesto Fiorentino guidati dal Dr. Alberto Santini. Imprescindibile la collaborazione di Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, che ha finanziato in maniera importante l’ambizioso progetto: il macchinario sarà a breve l’unico strumento di diagnostica molecolare per vegetali esistente in tutta la Toscana. L’acquisto della tecnologia da parte di Giorgio Tesi Group consentirà all’azienda di rivoluzionare il proprio modo di fare business, grazie ad un controllo costante e rapido sulle piante in entrata e in uscita dal vivaio, che offrirà ai clienti la massima garanzia e sicurezza sulla produzione. ■


Lineaverde News Curiosità

Fiere

In Italia 100 mila 'raccoglitori di erbe spontanee'

Soddisfazione per Florviva 2015 (

Sarà la crisi e l'austerità che attraversa da tempo il nostro Paese o la consapevole riscoperta del patrimonio naturale, incentivata da una più diffusa sensibilizzazione culturale sui temi agricoli, ambientali e alimentari, ma in Italia sono moltissime le persone che tornano nei prati, nelle campagne e nei boschi a raccogliere quei frutti spontanei che offre la terra. Si stima un vero e proprio piccolo esercito di almeno 100 mila persone che raccoglie erbe spontanee che finiscono poi in tavola. Questa novità, che sta realmente facendo tendenza, ha ispirato la X edizione della Giornata nazionale "Mangiasano" promossa da VAS-Verdi Ambiente e Società e Cia-Confederazione italiana agricoltori. Ed è proprio su questa scia che anche all'interno di Expo, nel Padiglione Italia, Turismo Verde-Cia, realizza delle piccole "classi" per i bambini, dove l'unica materia di studio è l'agricoltura e si potranno scoprire, tra l'altro, molte erbe spontanee che nascono nel nostro Paese. ■

ANVE - Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori, ha organizzato una visita alla fiera di settore Florviva che si è svolta dal 24 al 26 aprile nella splendida cornice del porto turistico di Pescara. Tante le aziende che hanno accolto i visitatori. All’evento hanno partecipato operatori del settore florovivaistico dell’Italia centrale e dell’Abruzzo in particolare proponendo le tante novità produttive di piante e fiori. L’evento è stato organizzato dall’Associazione abruzzese Assoflora, già Socio sostenitore di ANVE, la quale ha garantito la presenza dei vivaisti locali che hanno potuto esporre le loro produzioni di conifere, giovani piante, piante grasse e da frutto. Moreno Pinto, Consigliere di ANVE e di Assoflora, commenta così i tre giorni dell’esibizione: “Florviva è oramai una manifestazione con una sua storia e ben conosciuta sia dagli operatori sia dal pubblico di visitatori. Il suo

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(Pescara 24-26 aprile) successo è garantito dal fatto che sono gli stessi imprenditori ad organizzarla comprendendo appieno le opportunità che tale evento offre in termini di visibilità. Siamo consapevoli dell’importanza che Florviva riveste per la sua posizione centrale e facilmente raggiungibile. Di fatto nel territorio del centro-sud Italia manca una manifestazione di settore e per questo contiamo di crescere e di ampliare gli spazi e il numero di partecipanti. In questo coinvolgeremo anche ANVE in modo di allargare la platea e rendere Florviva un manifestazione di rilievo nazionale.“ ■

Floralies

Euroflora slitta al 2017 ma promette grandi novità Dopo alcuni accavallamenti, in tempi recenti sono state ufficialmente definite le date delle floralies europee e le linee guida dell’undicesima edizione di Euroflora, quella del giro di boa del cinquantenario. Il progetto che si sta sviluppando presenta elementi di grande novità: il quartiere fieristico, rimodulato rispetto all’edizione del 2011, sarà il punto di partenza, con il padiglione Blu e le aree sul mare, di un percorso che toccherà i luoghi piú significativi della città e abbraccerà i temi del verde e dell’ambiente a 360°: dalla floricoltura alla decorazione floreale, dall’architettura del paesaggio alla sostenibilità ambientale, dal riciclo al risparmio energetico, dall’economia circolare ai parchi dell’Appennino e delle Alpi, alle colture agroalimentari nel segno della biodiversità e della necessità di mantenere un rapporto con la natura nella vita di tutti i giorni. Allo studio un’ipotesi, condivisa con il Comune di Genova, per realizzare una importante installazione permanente nel parco dell’Acquasola. Una parte di Euroflora che continuerebbe a vivere nel tempo, contribuendo alla riqualificazione di un’area vitale della città. ■


Lineaverde News Salute

Inaugurato l'healing garden 'Giardino degli abbracci' all'ospedale San Carlo di Milano Nell’ambito di una ristrutturazione generale dell’ospedale, l’azienda ospedaliera ha pensato di inserire – a costo zero – all’interno del piano di manutenzione del verde la realizzazione di un Healing Garden (letteralmente “giardino salutare”, “giardino per la salute”). L’healing garden del San Carlo, uno dei primi (se non il primo) in un’azienda ospedaliera pubblica in Italia, è espressione concreta dell’impegno Dell’azienda ospedaliera per un nuovo modello di cura che abbia al centro la persona. Tale giardino è il frutto della collaborazione, in una prima fase, tra il Day Hospital (coordinatore dott. Paolo Miragoli) del reparto di Psichiatria (responsabile dott. Marco Marzolini) che fanno riferimento al Dipartimento di Salute Mentale (direttore dott. Giuseppe Biffi) dell’Azienda Ospedaliera San Carlo Borromeo di Milano e il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, nell’ambito del Corso di Perfezionamento, post lauream, “Healing Gardens - Progettazione del verde nelle strutture di cura”. In sintesi il progetto prevede due aree di intervento: l’orto sinergico, un percorso che si sviluppa tra aiuole coltivabili e il frutteto; il “giardino degli abbracci”, un percorso percettivo e sensoriale formato dall’alternarsi di aiuole a cumulo con specifiche specie erbacee, arbustive ed arboree. I lavori, avviati nello scorso mese di settembre, sono in corso di ultimazione, sotto la supervisione, sempre a titolo gratuito, degli architetti Chiara Moroni, Federica Poggio, e del prof. Senes. ■

Formazione

“La progettazione delle aree verdi scolastiche”, corso di perfezionamento a Milano Da Acer a Zelkowa tutte le piante da innesto. Collezione completa di glicini (Wisteria)

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Pag. 46 • Lineaverde Mag/Giu 2015

L’Università degli Studi di Milano organizza il corso di perfezionamento “La progettazione delle aree verdi scolastiche”, della durata di 32 ore. Il corso, coordinato dal prof. Alessandro Toccolini, è finalizzato all’approfondimento delle tematiche relative alla progettazione delle aree verdi annesse agli edifici scolastici. Sono previste lezioni frontali e un laboratorio di progettazione relativo ad un’area verde di una scuola. La sede del corso è il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali in via Celoria 2, 20133 Milano; i giorni di svolgimento sono 6-13-20-27 novembre 2015, contributo di iscrizione 466 €. Il corso partecipa al piano per la formazione professionale continua dei dottori agronomi e dei dottori forestali con l’attribuzione di n° 4 CFP ai sensi del Regolamento per la Formazione prof. Continua del Conaf. L’ammissione al corso è regolata da apposito bando disponibile, indicativamente da metà settembre 2015, sul sito dell’Università di Milano. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del corso (http://159.149.119.13/verdescolastico) ■


Riconoscimenti

A Daniele Zanzi il prestigioso Award of Merit

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Fiera del gardening

30. 08.–01.09.2015 L’International Society of Arboriculture ISA – Società Internazionale di Arboricoltura –, con sede centrale negli Stati Uniti, fondata nel 1924, è il più importante network associativo internazionale di realtà scientifiche e operative che si interessa di alberi radicati nelle nostre città. Oggi nel mondo ISA conta oltre 30.000 membri, suddivisi in 38 sezioni ufficiali e 13 sezioni affiliate. Dal 1963 ISA assegna un premio Internazionale, l’Award of Merit, ritenuto tra i più importanti a livello internazionale. Il Premio viene assegnato nella serata inaugurale dell’annuale Congresso Internazionale scientifico dell’Associazione che quest’anno si terrà il 9 agosto a Orlando (Florida, USA). Per il 2015 il premio è stato assegnato al varesino dr. Daniele Zanzi per “il fondamentale contributo dato al progresso delle scienze ambientali e del rispetto degli alberi in Europa, nonché per il lavoro svolto nella crescita a livello continentale dell’Associazione”. E’ la seconda volta, in oltre 50 anni di vita, che l’Award viene conferito ad un europeo: nel 1999 fu insignito un danese, l’arch. Niels Hvass. ■

Immergetevi nel mondo del gardening alla spoga+gafa, la fiera del settore leader al mondo. Su un’area espositiva di circa 200.000 m2 potrete ammirare piante, mobili, tecnica, ispirazioni e tendenze che faranno fiorire il Vostro business.

Mercato

Ismea, male i garden a marzo L’analisi dell’andamento generale per il mese di marzo 2015 di Ismea rispetto al buon risultato del 2014, ha deluso le aspettative degli operatori del canale Garden. Gli andamenti climatici anche se nella norma per il periodo, con residui di giornate invernali, hanno dato risultati ben lontani dalle aspettative. Il dato delle vendite globali, relative a tutti i reparti, nel periodo gennaio-marzo si è assestato su -5,28% rispetto al 2014 a causa di un -9,74% perso a marzo 2015 rispetto a marzo 2014. Il fatturato trimestrale relativo al verde ornamentale “vivo” presenta un’evoluzione ancora piú negativa con una perdita del 10% dovuta soprattutto all’arretramento su base annua del valore di marzo (-14%). Per quanto riguarda il mese di aprile 2015, l’abbassamento delle temperature ha continuato a frenare le vendite anche se i dati ancora provvisori lasciano sperare che ci sia stato un incremento delle vendite. ■ Pag. 47 • Lineaverde Mag/Giu 2015

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Lineaverde News Dalle aziende

Florovivaismo: gratis le schede di coltivazione Everris L’aggiunta di Osmocote al substrato fa risparmiare sui costi di manodopera e supplisce alle mancate fertirrigazioni. Everris vi mostra come, mettendo a disposizione dei produttori alcune schede di coltivazione messe a punto dai suoi esperti. Annuali, Azalea, Begonia, Camelia, Catharanthus, Cavolo Ornamentale, Ciclamino, Gardenia, Geranio, Gerbera, Impatiens, Kentia, Petunia, Poinsettia, Primula, Rincospermo e Viola del Pensiero non avranno più segreti. Le schede illustrano, per ogni fase colturale, come concimare sia che si scelga di procedere con il 100% di idrosolubili sia che si opti per Osmocote + idrosolubili. Propongono inoltre approfondimenti circa il substrato, il ph, il ciclo colturale, i problemi fitopatologici e molto altro. Dove trovarle? Basta chiederle! Al sito www.everris.it - settore Florovivaismo, cliccare il bottone che invita a richiedere gratuitamente una comoda chiavetta USB da 4Gb, della forma di una carta di credito, precaricata con tutte le schede di coltivazione e, in più, il catalogo prodotti Everris. Verrà spedita al vostro indirizzo senza costi aggiuntivi. ■

Distretti

Distretto Florovivaistico Alto Lombardo: Roberto Magni nuovo presidente Sono state rinnovate il 9 giugno 2015 le cariche sociali del Distretto Florovivaistico Alto Lombardo (www.altolombardo.it). Il nuovo consiglio d’amministrazione è composto composto dai seguenti membri: Bozzelli Paolo, Milano; Magni Roberto, Lecco; Mancino Giulio, Como; Mondelli Luca, Como; Pironi Andrea, Como; Repossi Luca, Milano; Verga Pierluigi, Como. Sono stati eletti all’unanimità rispettivamente quale presidente il Roberto Magni e come vicepresidente il Pierluigi Verga; Tesoriere è Luca Repossi. Il Distretto Florovivaistico Alto Lombardo (Difloal) è un distretto che rappresenta la filiera florovivaistica dell’alta Lombardia in modo completo e precisamente le provincie di Como, Lecco, Varese, Sondrio, Milano e Monza Brianza. Si possono associare al Difloal tutte le aziende della filiera florovivaistica, riproduttori, produttori, rivenditori, grossisti, garden center, fioristi, professionisti, aziende di impianti e supporti tecnici, testate giornalistiche. Inoltre possono associarsi enti ed associazioni del territorio quali istituti tecnici e professionali, università, associazioni sindacali, province e comuni. ■ Pag. 48 • Lineaverde Mag/Giu 2015


Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali


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