Lineaverde gennaio febbraio 2017

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IL PUNTO

FIERE

EVENTI

Il vivaismo ornamentale va verso l’agricoltura di precisione

IPM Essen 2017: novità varietali ed opinioni dalla fiera florovivaistica leader mondiale

Dal 21 aprile a Giarre (Ct) la prima edizione del Radicepura Garden Festival

Lineaverde ATTUALITÀ

E I NFORMAZIONE

T ECNICA

PER

V IVAISTI , P ROGETTISTI

E

C OSTRUTTORI

DEL

V ERDE

L’ambiente urbano e le piante

esotiche invasive Gennaio/Febbraio Gennaio/Febbraio 2017 2017 Anno 43 - N°1


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> SOMMARIO <

Il punto L’agricoltura di precisione applicata al vivaismo ................... PAG. 4 di Renato Ferretti

Lineaverde è edita da EPE Edizioni Srl

Botanica Piante esotiche invasive in ambiente urbano ......................... PAG. 8 di Silvia Assini Fiere IPM, un appuntamento obbligatorio per il settore internazionale del verde .................................... PAG. 12 di Renato Ferretti Concorsi Le novità premiate a IPM 2017 ................................................ PAG. 16 di Silvia Vigé Fitopatologia Il pronto soccorso per le malattie delle piante ....................... PAG. 22 di Giorgio Badiali Giardini Grandi Giardini Italiani compie 20 anni ................................. PAG. 26 di Silvia Vigé Eventi Bologna si prepara all’Expo 2019 per l’orticoltura ................ PAG. 30 di Claudia Perolari Eventi Si avvicina la prima edizione Radicepura Garden Festival .... PAG. 34 di Renato Ferretti

Redazione: Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02.89.50.18.30 - Fax 02.84.81.03.64 E-Mail per richiesta abbonamenti o informazioni: info@linea-verde.net E-Mail per invio comunicati o altro materiale alla redazione: lineaverde@linea-verde.net Sito Web: www.linea-verde.net Direttore responsabile: Massimo Casolaro massimo.casolaro@epesrl.it

Direttore editoriale: Renato Ferretti renatoferretti@tin.it

Editor: Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Hanno collaborato: Giorgio Badiali, Ilaria Bonanno, Laura Bonanno, Biagio Guccione, Lorenzo Sogni, Stefano Sogni Comitato tecnico: Giorgio Badiali Francesco Ferrini Franca Gambini Biagio Guccione Laura Schiff Redazione: Claudia Perolari claudia.perolari@epesrl.it

Sara Cavallini sara.cavallini@epesrl.it

Architettura del Paesaggio L’inserimento paesaggistico .................................................. PAG. 38 di Biagio Guccione Tecniche Le magnolie: specie e varietà da Macrophylla a Merrill ........ PAG. 42 di Stefano Sogni e Lorenzo Sogni Studi e ricerche Acquisti domestici di piante: la 'foto' di Ismea ................... PAG. 48 Indagine a cura di Paola Lauricella INFORMARE ......................................................................... PAG. 52

INSERZIONISTI / / / / / / / /

Agraria Checchi Coplant Faro Piante Fotoccar GT Piante Holmac Idel Kostplant

PAG 29 II cop. IV cop. PAG 53 PAG 7 PAGG 32-33 PAG 57 PAG 63

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Mati Piante Nirp Ortogiardino Romiti Vannucci Piante Vebi Zelari

PAG 21 PAG 55 PAG 59 PAG 25 PAGG 2-3 III cop. PAG 19

Segretaria di redazione: Silvia Mariani silvia.mariani@epesrl.it

Impaginazione: Claudia Bellelli claudia.bellelli@epesrl.it

Abbonamento annuale Italia: 40 euro da versare su c/c postale n°12059200 intestato a: EPE srl - 20142 Milano Via Spezia, 33

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Vannucci Piante applica il codice etico nelle sue procedure quotidiane e opera con le massime certiďŹ cazioni ambientali.

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> IL PUNTO <

L’agricoltura di precisione applicata al vivaismo di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

L'agricoltura di precisione è una strategia gestionale dell'agricoltura che si avvale di moderne strumentazioni ed è mirata all'esecuzione di interventi agronomici tenendo conto delle effettive esigenze colturali, biochimiche e fisiche del suolo. Tutto ciò vale anche per il floroviviasmo.

L

’agricoltura si trova sempre più ad affrontare degli scenari economici, sociali e ambientali in rapida evoluzione che la obbligano a individuare innovazioni tecnologiche atte a: • mettere a punto sistemi colturali a basso impatto ambientale e a costo ridotto, attraverso l’impiego di stru-

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menti per il controllo automatico della distribuzione di tutti i fattori di produzione a logorio totale, con particolare riguardo ai potenziali inquinanti (fertilizzanti e fitosanitari); • attuare, da parte della direzione dell’impresa agricola, forme di gestione proattiva dei processi, con conseguenti incremento della pro-


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duttività del lavoro e riduzione dei costi di produzione; • creare condizioni manageriali che favoriscano, attraverso una gestione attenta della tracciabilità dei prodotti, la messa in essere di forme di certificazione della qualità. Tutto questo al fine di ottenere un’agricoltura sostenibile in termini ecologico-ambientali e di compatibilità economica. Non solo ma anche alfine di aumentare la produttività per unità di superficie riducendo gli apporti esterni. La Fao ha calcolato che "La produttività del settore agricolo deve crescere del 70% entro il 2050 per garantire cibo a tutti", e la cosiddetta "agricoltura di precisione" è oggi come oggi "l'arma migliore per combattere la fame nel mondo", come sostengono le Nazioni Unite. Il precision farming è la nuova frontiera proprio mentre le superfici Ogm per la prima volta registrano un calo. Il mercato dell'agricoltura di precisione, secondo una ricerca di Roland Berger, arriverà a un giro d'affari di 4,5 miliardi nel 2020. Gli investimenti del venture capital nelle start-up agritech negli Stati Uniti sono raddoppiati nel 2015 a 4,5 miliardi. Monsanto ha speso un miliardo in acquisizioni di taglia diversa per far crescere la sua Climate Corp., la divisione che opera in questo campo, e mentre Ogm e le altre frontiere del settore hanno forti paletti legislativi e reputazionali, i confini dei potenziali progressi della tecnologia applicata ai campi sono infiniti e con meno ostacoli. Inoltre tutte le ditte operanti nel settore agricolo a livello internazionale, stanno lanciando piattaforme personalizzate per la gestione integrata dei campi, da Syngenta a Basf, a Bayer, Dupont, Cargill, Archer Daniels, Cnh. Ognuno di loro sta provando a mettere assieme pacchetti che prevedono la mappatura digitale dei campi, i software per elaborare e calibrare irrigazione e trat-

tamenti fitosanitari, i mini-sensori in grado di misurare - solo per citarne alcuni - l'umidità del terreno, il contenuto di clorofilla delle foglie. Il kit completo destinato a trasformare i contadini di una volta in veri e propri manager d'azienda. L'agricoltura di precisione è una strategia gestionale dell'agricoltura che si avvale di moderne strumentazioni ed è mirata all'esecuzione di interventi agronomici tenendo conto delle effettive esigenze colturali e delle caratteristiche biochimiche e fisiche del suolo. Così il processo produttivo non è più visto solo come una conversione energetica di fattori iniziali, come nel caso dell’impiego delle sole tecnologie meccaniche, in cui il lavoro fisico interviene come unico motore della trasformazione stessa, ma a fianco dell’elemento energetico sono necessari altri due fattori fondamentali: l’informazione ed il controllo.

mazione tangibile in modo parallelo. In definitiva il processo produttivo è rappresentabile da una parte materiale (sottoposta a trasformazione energetica) e da una parte immateriale (di elaborazione di segnali). Insomma siamo di fronte ad una serie di metodologie, analisi, processi, per la gestione sito - specifica dei sistemi colturali e dei relativi processi produttivi. Che in pratica significa: considerare i sistemi colturali non come grandi insiemi ma come piccole entità con comportamenti diversi. Per esempio un vigneto o un campo di grano, soprattutto se sono molto estesi, non sono un'unica entità ma la somma di tanti piccoli appezzamenti coltivati con la stessa coltura. Ecco che in uno stesso campo possiamo trovare condizioni di suolo, meteorologiche, di esposizione solare, di topografia anche molto differenti tra loro, soprattutto nelle situazioni geomorfologiche del nostro paese.

Oltre la meccanizzazione Quindi si va oltre la meccanizzazione delle operazioni ed all’interno di un ciclo di controllo completo la parte di lavoro meccanizzato, che richiede energia di processo, viene messa a contatto con un sistema di segnali che seguono il processo di trasfor-

Il vivaismo non fa eccezione Se questo vale per l’agricoltura specializzata, vale a maggior ragione per il vivaismo ed in specie il vivaismo di piante ornamentali dove le variabili ambientali s’intrecciano

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> IL PUNTO <

L'agricoltura specializzata vale anche per il vivaismo ed in specie il vivaismo di piante ornamentali dove le variabili ambientali s’intrecciano con le variabili dovute alle diverse specie coltivate in appezzamenti contigui. con le variabili dovute alle diverse specie coltivate in appezzamenti contigui ed ecco in specie per il vivaismo ornamentale in pieno campo che forse non è fuori luogo parlare di vivaismo di precisione. Possiamo immaginare di applicare le tecniche già in uso nell’agricoltura specializzata e di precisione per massimizzare la resa agricola, e di conseguenza dei profitti che in questo caso vuol dire ridurre i tempi di coltivazione ed aumentare la produttività per unità di superficie. Ma vuole anche dire guardare con una visione innovativa e moderna alla sostenibilità delle coltivazioni in modo da utilizzare gli apporti di prodotti chimici (in particolare agro farmaci e fertilizzanti) secondo le reali necessità delle piante nei diversi appezzamenti e nelle diverse tipologie senza basarmi sulle stime, perché sono le piante stesse a dirmi Pag. 6 • Lineaverde Gen/Feb 2017

di cosa hanno bisogno. Si possono così evitare trattamenti inutili, che possono rivelarsi dannosi e inquinanti, ma anche ridurre i costi e migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro e del nostro prodotto. Il vivaismo ornamentale non può rimanere fuori da questa evoluzione. Deve dunque attrezzarsi in virtù delle sue esigenze specifiche per utilizzare pienamente e con profitto tutte le diverse tecnologie innovative di monitoraggio delle diverse aree: sensori a terra, stazioni meteorologiche, sensori di caratterizzazione del suolo e vari strumenti di telerilevamento, come immagini satellitari o immagini scattate in volo da droni. Ma non solo anche i sistemi ottici a terra, le pistole che monitorano la temperatura, i sensori che rilevano l’infrarosso, in pratica un intero set di sensori che raccolgono dati su un determinato appezzamento e

che arrivano a un livello di precisione capace di fornire informazioni anche sulla singola pianta. Tutto ciò per definire quali siano le esigenze per una determinata pianta, o una microarea, trattando in modo selettivo l’appezzamento. Ogni dato raccolto è geolocalizzato, infatti sono tutti rilevati usando il gps. Questo vuol dire che poi, dopo essere stati trasmessi ed elaborati, questi dati possono essere comunicati ai trattori ed alle varie applicazioni meccaniche, che servendosi a loro volta del gps possono distribuire più o meno concime o pesticidi in una zona rispetto ad un’altra. Le potature sono una delle pratiche più importanti per produrre delle ottime piante ornamentali, immaginiamo cosa si potrebbe fare se anche per questo settore si potesse disporre di una macchina a ciò preposta in modo intelligente. Non è fantascienza. In Francia, nella viticoltura, hanno sviluppato un trattore con annessa tecnologia specifica, in grado di operare potature differenziate in base ai dati raccolti. La macchina con queste informazioni sa dove potare più o meno una pianta. E’ ovvio che questi scenari particolarmente innovativi ed ambiziosi, non possono essere affrontati ne da singole aziende e nemmeno da singoli ricercatori. Per questo occorrerebbe una forte coesione da parte degli operatori ma anche una strategia di collaborazione fra più strutture di ricerca sia pubbliche che private. Concludo con due vecchi proverbi delle nostre campagne: “non si finisce mai di imparare” e “chi si ferma è perduto”. Sono due detti molto saggi che ognuno di noi dovrebbe tenere sempre a mente se non vogliamo perdere i vantaggi competitivi che abbiamo sempre avuto e che da qualche tempo stanno venendo meno. n


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> BOTANICA <

Piante esotiche invasive in ambiente urbano di Silvia Assini silviapaola.assini@unipv.it

Ricercatore in Botanica Ambientale e applicata. Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, Università degli Studi di Pavia.

Il termine esotiche si riferisce a quelle specie che non sono native di un determinato territorio, ma vi sono state introdotte, deliberatamente o accidentalmente, dall’uomo. Queste specie sono indicate, in letteratura, anche come aliene, alloctone, non-indigene, neofite.

I 1. Vite del Canadà (Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch.) sulle mura di Pavia.

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Principi Guida della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) per prevenire l’introduzione e mitigare gli impatti delle specie aliene che minacciano gli ecosistemi, gli habitat e le specie, definiscono una specie aliena come “una specie che è stata introdotta al di fuori del suo areale naturale, passato o presente”.

Le specie esotiche, a secondo del successo con cui si riproducono nel nuovo territorio di introduzione, possono essere classificate in casuali, naturalizzate e invasive. Casuali sono quelle specie esotiche che possono fiorire ed anche riprodursi occasionalmente in un’area, ma non formano popolazioni in gra-


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do di auto-mantenersi nel tempo e dipendono pertanto da reiterate introduzioni per poter persistere. Naturalizzate sono quelle specie esotiche che si riproducono efficacemente senza l’intervento dell’uomo, formando popolazioni in grado di persistere nel tempo per parecchie generazioni. Invasive sono quelle specie esotiche che sono divenute naturalizzate e rappresentano, o hanno il potenziale per rappresentare, una minaccia per la biodiversità attraverso la capacità di riprodursi con successo, diffondendosi a considerevole distanza e colonizzando vaste aree in cui rimpiazzano la flora nativa (autoctona). Proprio perché le specie esotiche invasive rappresentano una causa importante di perdita di biodiversità, recentemente (22 ottobre 2014), il Parlamento Europeo ha emanato un regolamento (N. 1143/2014) recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive. L’ambiente urbano rappresenta un contesto particolarmente cruciale in relazione al tema delle piante esotiche. Uno studio del 1998 condotto su 54 città europee ha evidenziato che, mediamente, ben il 40% della flora urbana è costituita da specie esotiche e che tali specie aumentano significativamente con l’aumento della superficie delle città. Un altro studio condotto nel 2006 nella città di Shanghai ha evidenziato che tra gli anni 1975-1980 e il 2005, in cui l’espansione urbana ha determinato un incremento delle aree verdi gestite da 8,7 km 2 a 252,9 km2, ben 300 specie vegetali aliene sono state introdotte. Molte specie esotiche invasive, quindi, sono state introdotte deliberatamente per scopi ornamentali e florovivaistici legati al verde urbano e rappresentano oggi una minaccia per la biodiversità di ecosistemi naturali. Tra queste, relativamente al territorio

2. Pueraria (Pueraria lobata (Willd.) Ohwi).

3. Robinia (Robinia pseudoacacia L.).

italiano, si possono citare la vite del Canadà (Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch.) (fig. 1), l’albero delle farfalle (Buddleja davidii Franch.), l’acero americano (Acer negundo L.), la quercia rossa americana (Quercus rubra L.), il fiore di loto (Nelumbo nucifera Gaertn.), il caprifoglio giapponese (Lonicera japonica Thunb.), la palma cinese (Trachycarpos fortunei (Hook.) H. Wendl.), la pueraria (Pueraria lobata (Willd.) Ohwi) (fig. 2), il poligono giapponese (Reynoutria japonica Houtt.). Altre piante esotiche invasive, seppur introdotte per motivi diversi, trovano talvolta anc ora una collocazione sul mercato vivaistico, quali ad

esempio, la robinia (Robinia pseudoacacia L.) (fig. 3) e il ciliegio tardivo (Prunus serotina Ehrh.) (fig. 4). Considerata la loro pericolosità per la flora e gli habitat nativi, la Regione Lombardia, prima in Italia, nel 2008 ha emanato, in allegato (Allegato E) alla L.R. 10/2008 (Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea), una Lista nera delle specie alloctone vegetali oggetto di monitoraggio, contenimento o eradicazione, nella quale quasi tutte le specie citate precedentemente sono incluse. Recentemente, anche la Regione Piemonte ha prodotto elenchi (aggiornati

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> BOTANICA <

4. Ciliegio tardivo (Prunus serotina Ehrh.).

con la DGR 23-2975 del 29 febbraio 2016) di specie esotiche invasive (Black List) che determinano o che possono determinare particolari criticità sul territorio piemontese e per le quali è necessaria l’applicazione di misure di prevenzione/gestione/lotta e contenimento. Relativamente a questo tema, la regione Piemonte ha realizzato anche un sito in cui reperire informazioni molto dettagliate sulle modalità di trattamento di tali specie invasive (http://www.regione.piemonte.it/ambiente/tutela_amb/esoticheInvasive. htm), quali ad esempio pirodiserbo, sfalcio, cercinatura per le legnose. L’ambiente urbano, inoltre, per la sua dinamicità che determina la continua presenza di aree disturbate per movimenti in terra, manutenzioni stradali, manutenzioni ferroviarie, manutenzioni di aree verdi (giardini, orti, parchi ecc.), cantieri, realizzazioni o sistemazioni di infrastrutture, ma anche di aree ruderali/industriali abbandonate (comunque precedentemente disturbate), rappresenta un luogo ideale per ospitare una flora alloctona invasiva costituita da specie che, in tali condizioni di disturbo, trovano il loro opti-

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mum ecologico e competono con più successo rispetto alla nostra flora autoctona. Tra tali specie, introdotte deliberatamente o involontariamente, si possono citare l’ailanto (Ailanthus altissima (Mill.) Swingle), la galinsoga (Galinsoga parviflora Cav. e Galinsoga quadriradiata Ruiz & Pav.), l’ambrosia (Ambrosia artemisiifolia L.), il topinambur (Helianthus tuberosus L.) (fig. 5), gli amaranti (Amaranthus retroflexus L. e Amaranthus deflexus L.), l’assenzio dei fratelli Verlot (Artemisia verlotiorum Lamotte), la cespica comune (Erigeron annuus (L.) Desf.), il senecione sudafricano (Senecio inaequidens DC.) (fig. 6). Immagini relative alle specie citate nel testo possono essere reperite sul sito di Acta Plantarum, alla sezione schede botaniche: www.actaplantarum.org/acta/schede.php. Alla luce di quanto descritto, che cosa si può fare per contrastare la diffusione di specie esotiche invasive in ambiente urbano? Di seguito sono indicati alcuni suggerimenti dedotti dalla letteratura e dalla personale esperienza della scrivente che da anni si dedica al tema delle esotiche. Innanzitutto, molto importanti sono

l’educazione, l’informazione e l’aggiornamento, tramite brochure informative, seminari tecnici, incontri con i cittadini, organizzazione di eventi tematici, al fine di rendere pubblica la pericolosità di certe specie esotiche e invitare a non utilizzarle più nel verde urbano, incentivando invece l’uso di specie autoctone nelle pratiche ortocolturali. E’ altresì importante promuovere, attraverso incontri tra operatori dei vari settori del verde (quali ad esempio, architetti, progettisti di giardini, florovivaisti, botanici, addetti alla manutenzione, ecc.), la messa a punto e il rispetto di codici di comportamento volontari per i gruppi che sono coinvolti nella commercializzazione e nell'utilizzo di essenze vegetali. La prima esperienza in questo senso risale al 2002 e, in particolare, alla Dichiarazione di St. Louis per il Nord America. Nel 2009, l’Unione Europea ha pubblicato un volume intitolato “Code of conduct on horticulture and invasive alien plants”, successivamente tradotto in italiano e pubblicato, nel 2012, dalla Società Botanica Italiana in un volume dell’Informatore Botanico Italiano, con il titolo “Florovivai-


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5. Topinambur (Helianthus tuberosus L.).

smo, verde ornamentale e specie esotiche invasive: Codice di comportamento”. Tale Codice, pur non essendo uno strumento di natura giuridica obbligatorio, può realmente costituire un riferimento volontario di attenzione, specialmente per evitare la diffusione di specie esotiche invasive. Esso fornisce indicazioni utili per formalizzare i comportamenti virtuosi tra gli operatori e, allo stesso tempo, contribuisce alla crescita culturale di coloro che spesso, inconsciamente, diffondono o inseriscono specie che possono rappresentare un serio pericolo per altre specie e/o habitat di interesse conservazionistico. Tra le indicazioni utili riportate nel suddetto Codice, si citano, ad esempio, le seguenti: - Conoscere le specie vegetali invasive presenti nel proprio territorio; - Conoscere esattamente cosa si coltiva: assicurarsi che il materiale coltivato sia stato correttamente identificato; - Conoscere la regolamentazione inerente le specie esotiche invasive; - Collaborare con le organizzazioni e i soggetti interessati, sia del settore del commercio che della conservazione e protezione della natura;

6. Senecione sudafricano (Senecio inaequidens DC.).

- Concordare quali specie vegetali rappresentano una minaccia e ritirarle dal commercio; - Adottare buone pratiche di etichettatura. Per approfondimenti, si rimanda al sopra citato volume dell’Informatore Botanico Italiano. Per contenere le specie esotiche invasive, infine, è poi molto utile incentivare l’uso di specie autoctone, sia erbacee, sia legnose, messe a dimora con densità elevate affinché occupino il più possibile le nicchie ecologiche dell’area in cui si sta intervenendo, sottraendole appunto alle invasive. In questo senso, sarebbe utile anche effettuare una semina di erbacee autoctone in tutte quelle aree di risulta connesse a cantieri e che vengono dismesse a chiusura dei lavori, rappresentando, come già detto, un sito ideale per lo sviluppo delle esotiche invasive. Le città, se correttamente gestite, sotto il profilo delle specie vegetali utilizzate e/o già presenti nel verde urbano, seguendo alcune delle indicazioni sopra suggerite, possono pertanto rappresentare un’opportunità irrinunciabile per conservare la biodiversità. ■

Bibliografia di riferimento Banfi E., Galasso G. (a cura di), 2010. La flora esotica lombarda. Museo di Storia Naturale di Milano, Regione Lombardia - Sistemi Verdi e Paesaggio. Bouvet D. (ed.), 2013. Piante esotiche invasive in Piemonte. Riconoscimento, distribuzione, impatti. Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino. Celesti-Grapow L., Pretto F., Carli E., Blasi C. (eds.), 2010. Flora vascolare alloctona e invasiva delle regioni d’Italia. Casa Editrice Università La Sapienza, Roma. Heywood V., Brunel S., 2012. Florovivaismo, verde ornamentale e specie esotiche invasive: Codice di comportamento. Informatore Botanico Italiano, 44 (supplemento 4). Pyšek P., 1998. Alien and native species in Central European urban floras: a quantitative comparison. Jourbnal of Biogeography, 25: 155163. Zhao S., Da l., Tang Z., Fang H., Song K., Fang J., 2006. Ecological consequences of rapid urban expansion: Shanghai, China. Front. Ecol. Environm., 4(7): 341-346. Pag. 11 • Lineaverde Gen/Feb 2017


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> FIERE <

IPM, un appuntamento obbligatorio per il settore internazionale del verde di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

Dal 24 al 27 gennaio si è tenuto l’appuntamento fieristico più atteso di inizio anno per il settore del florovivaismo ornamentale: IPM di Essen.

L

a fiera leader nel mondo ha presentato le tendenze attuali e un eccellente programma informativo per il settore del verde internazionale. Alla IPM Essen si sono viste le ultime proposte delle aziende per le tecnologie, terricci e substrati innovativi per una produzione efficiente nel settore del giardinaggio, ma anche l'esclusiva possibilità di allacciare contatti diretti ed effettuare con-

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tratti con i principali vivaisti di tutte le parti del mondo e con le organizzazioni di distribuzione. La fiera internazionale rappresenta l'intera filiera della produzione di piante: 1577 espositori provenienti da 50 paesi hanno presentato le lo loro novità nel settore delle piante, della tecnologia, della decorazione floreale e dell'arredamento del giardino agli oltre 57.000 visitatori. A completa-


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mento della vasta offerta espositiva, la IPM ESSEN ha presentato un programma collaterale di alto livello come il forum internazionale del giardinaggio, con i Paesi Bassi come partner, e la mostra didattica "LED, iodio, plasma... – moderni sistemi di controllo della coltivazione ". La fiera internazionale leader nel giardinaggio, con le sue numerose proposte, è la fiera per tutti i giardinieri e vivaisti. Oltre ai temi principali della coltivazione di piante decorative e di piante arboree, anche gli ortaggi e i frutti di bosco sono stati ben rappresentati alla IPM Essen. I padiglioni 3 e 7 hanno ospitato la tecnologia necessaria per la loro produzione e trasformazione innovativa, efficiente e al massimo livello: dalle serre ai tunnel, il tutto con le relative attrezzature interne come l'illuminazione, la climatizzazione e l'impianto di irrigazione, fino alle macchine per la cura, la protezione dalle intemperie e le reti contro gli insetti per le aiuole in campo aperto. Inoltre i visitatori hanno potuto ottenere una consulenza competente sulle miscele per i substrati, gli ammendanti per il terreno o i concimi e stimolatori della crescita. Molti espositori hanno presentato gli attrezzi adatti per l'eliminazione delle erbacce o gli insetti utili da utilizzare nei processi produttivi di agricoltura biologica. Ampia offerta di piante. Il 59% degli espositori appartengono al settore delle piante. I vivaisti di tutte le parti del mondo hanno presentato le loro creazioni: piante per aiuole, per il balcone e ortaggi, piante arboree ed erbacee, piante ed erbe aromatiche mediterranee, fino alle piante d'appartamento e ai fiori da taglio partecipando in molti ai concorsi per le migliori novità di cui parliamo in altro articolo. La vetrina delle novità, nel padiglione 1A, è un momento indispensabile per avere una panoramica delle tendenze della prossima stagione. Una giuria specializzata

prima ma durante la fiera anche i visitatori, hanno eletto le migliori piante nuove proposte dagli espositori della IPM. Di non grande soddisfazione, per gli espositori italiani, la nuova sistemazione nei padiglioni provvisori 13 e 14 e nella Grugahalle sopratutto per la carenza di informazioni da parte dei visitatori che provenivano dagli ingressi sud ovest. In effetti occorrevano buone doti di orientamento per arrivare a questi padiglioni. Naturalmente opinione diversa per tutti quelli che si sono collocati in altri padiglioni. Certo che dopo 20 anni non ve-

dere più il famoso padiglione Italia nel centro della fiera ci ha fatto effetto. Credo che una volta finiti i lavori di ristrutturazione del quartiere fieristico si renda necessario studiare una nuova logistica complessiva della fiera sia per i vantaggi dei visitatori che per la soddisfazione degli espositori. La commercializzazione delle merci pronte ha un ruolo altrettanto importante della tecnologia e della scelta delle specie corrette. La IPM ESSEN è una fiera specializzata di alto livello per entrare in contatto con gli stakeholder internazionali del settore.

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> FIERE <

Nel 2017 anche il BGI Trade Center è stata un'ottima occasione per creare una rete. Nell'area dell'associazione tedesca dei grossisti e importatori di fiori sono stati presentati i servizi del commercio all'ingrosso. Con la presenza di tutti i rivenditori attivi a livello internazionale tra i quali Landgard, Royal Flora Holland, Flora Dania, GASA e Veiling Rhein-Maas. Quest’anno la nazione partner del forum internazionale del giardinaggio del 26 gennaio 2017 è stato il regno dei Paesi Bassi, che insieme alla Dinega - Interessenvertretung der deutschen Industrie für den Gartenbau e. V. (rappresentanza degli interessi dell'industria tedesca del giardinaggio) e all'editore Eugen Ulmer, con la partecipazione di esperti hanno fornito informazioni sulle opportunità e sulle le sfide del giardinaggio Olandese. Helma van der Louw, di Bizz Communications ha detto che: "Bizz Communications ha raggruppato 60 vivai olandesi che hanno partecipato insieme alla IPM Essen 60 che grazie al suo carattere internazionale permette di guardare al di là dei confini europei, per soddisfare nuovi clienti e mantenere relazioni commerciali esistenti. quest'anno, abbiamo avuto un sacco di attività sul nostro stand, perché il Regno dei paesi Bassi era paese partner di IPM. Inoltre, abbiamo ancora una volta organizzato con successo la Mostra il tuo colore vincente ". Il 25 gennaio, presso lo stand della BdB nel padiglione 11, si è tenuto l’incontro dei vivaisti europei di piante arboree che è già alla sua quarta edizione e si svolge grazie alla stretta collaborazione del Bund deutscher Baumschulen (BdB) (Unione dei vivaisti arborei tedeschi) e della European Nurserystock Association (ENA) è stata un occasione importante per avviare nuovi contatti e sviluppare quelli esistenti. E Sebastian Pag. 14 • Lineaverde Gen/Feb 2017


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Heinje, Consiglio di amministrazione, Diderk Heinje Pflanzenhandelsges. mbH & Co. KG: "Per noi, IPM Essen è l'iniziodella primavera, l'atmosfera era eccezionale Siamo stati in grado non solo di tenere buoni colloqui con i clienti provenienti da Germania, Francia, Inghilterra e Scandinavia, ma anche di scrivere un sacco di ordini e quindi abbiamo fatto una fiera di successo." Sul piano economico dall a fiera è emerso che i flussi di merci mondiali sono in continua evoluzione. Abbiamo rilevato una domanda stabile nell’UE e un potenziale di crescita all’esterno dell’UE. Anche in Germania il mercato florovivaistico si mostra stabile e - in presenza di un clima di fiducia da parte dei consumatori - potranno esserci effetti positivi sulla domanda anche nel 2017. A livello del commercio al dettaglio è positivo l’aumento dei prezzi, di cui tuttavia non beneficiano tutti i soggetti lungo la catena di creazione del valore. Il 2016 è stato caratterizzato dalla Brexit e dalla situazione Russa, due tematiche chiave, i cui effetti saranno visibili solo a lungo termine. Credere che tutto si sistemerà con il tempo, è un atteggiamento sicuramente da sconsigliare. Tutti i Paesi farebbero bene a crearsi canali di vendita e mercati di destinazione alternativi, ad esempio intensificando i contatti commerciali all’interno o all’esterno dell’Europa. A causa di questi nuovi orientamenti, è possibile presumere che nel 2017 i flussi di merci cambieranno, insieme alle modifiche del comportamento dei consumatori di alcuni Paesi UE. A tale proposito, il crescente approvvigionamento diretto nei Paesi produttori da parte della grande distribuzione costituisce sicuramente un fattore di spinta. Il 92% dei visitatori ha dichiarato che torneà alla IPM 2018 dal 23 al 26 gennaio del prossimo anno. n Pag. 15 • Lineaverde Gen/Feb 2017


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> CONCORSI <

Le novità premiate a IPM 2017 IPM si conferma un appuntamento annuale per il settore florovivaistico a cui non si può mancare. Molte le novità presentate anche quest’anno, frutto della passione dei vivaisti che vogliono sempre stupire il cliente cercando di proporre nuovi colori, forme e nuove possibilità di utilizzo delle piante. E quest’anno tra i premiati anche un’azienda sarda.

di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

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nche quest’anno l’IPM di Essen si conferma la manifestazione di eccellenza nel settore del florovivaismo e non solo. La città di Essen, che ha alle spalle un fortissima tradizione industriale (grazie alla nota ThyssenKrupp) che ne fece a suo tempo una delle città più inquinate d’Europa, è stata nominata “Capitale Verde per il 2017” dimostrando che cambiare la qualità della vita delle città grazie al verde e alla natura è un traguardo possibile.

Sono state selezionate le migliori novità vegetali. Per il decimo anno i premi vengono assegnati in base alle sei categorie dell’“Innovation Showcase”. In totale, 35 espositori hanno presentato 61 novità. Tutte le piante che hanno preso parte al concorso sono rimaste esposte nell’area centrale del Horticultural Association (ZVG) nel padiglione 1A. Così per tutto il periodo della fiera i visitatori hanno potuto richiedere ed ottenere informazioni sulle ultime


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novità e sulle tendenze di mercato. Quest'anno, per la prima volta, è stato anche condotto un sondaggio tra i visitatori.

Le novità vincitrici Il Pelargonium zonale ‘Brocade Fire Night' presentato dalla Dümmen Orange si è distinta nella sezione "Piante annuali e piante da balcone". Il geranio si presenta con un fogliame grazioso con incantevoli fiori rosso-arancio. Il numero di fiori è abbondante ed è particolarmente insolito per questa varietà di geranio. Ha una crescita compatta, è ben ramificato e questa caratteristica lo rende interessante per i consumatori e i produttori. ‘Brocade Fire Night' fiorisce per tutta l'estate, è adatto come un pianta in vaso da balcone da solo o in combinazione con altri arbusti. Con il suo stile retrò è comunque un prodotto interessante anche per giovani consumatori (foto 1). La Mandevilla sanderi (Hemsl.) Woodson 'Mini Scarlet' presentata da MNP (Paesi Bassi) si è aggiudicata il premio nella categoria "Piante in vaso". La tenerezza dei suoi fiori ricorda una gloriosa, soprattutto per la loro forma stretta. I molti fiori si mostrano in una configurazione totalmente aperta, hanno un effetto a

lunga distanza raggiante e la pianta fiorisce di continuo. Il tipo mini è molto adatto per piccoli balconi, ma è altrettanto piacevole anche su una terrazza (foto 2). L'Hibiscus rosa sinensis 'Petit Orange' presentato da Graff Breeding (Danimarca) si è distinta nella categoria "Piante fiorite da casa". I suoi fiori stretti bicolori nella tonalità di un bel arancione vivo e la taglia media caratterizzano questa pianta. L'abbondanza di fiori e boccioli rende la pianta molto interessante. La struttura è naturalmente compatta e il fogliame scuro e lucente. L'effetto autopulente e la lunga durata sono particolarmente apprezzati dai consumatori. Interessante non solo come pianta fiorita da casa ma anche per spazi aperti (foto 3). Il vivaio Könst Alstroemeria (Paesi Bassi) ha presentato l’Alstroemeria 'White Pearls' (perle bianche) distinguendosi ancora una volta nella categoria "Fiori da taglio": un prodotto nobile, il fiore giusto per spazi interni moderni. L’Alstroemeria è caratterizzata dalla particolare abbondanza di fiori, non importa se usata singolarmente o in un mazzo, l'abbondanza di fiori bianchi delle 'perle bianche' cattura lo sguardo direttamente e, pertanto, si rende interessante per fioristi e amanti

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> CONCORSI <

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Per il decimo anno sono stati assegnati i premi nelle varie categorie dell'Innovation Showcase”, ben 35 espositori hanno presentato 61 novità per il 2017. dei fiori. I suoi fiori sterili lo rendono durevole in vaso per una durata di tre o quattro settimane (foto 4). La commissione di esperti ha deciso di premiare il Picea abies 'Little Santa' un mini-albero di Natale presentato dal vivaio Baumschule Artmeyer (Germania) per la sezione "Alberi". Qui una buona idea di marketing per soddisfare i desideri dei consumatori con alberi di Natale per piccoli ambienti. Promette di adattarsi agli spazi sempre più contenuti dei nostri appartamenti di città, accontentandosi di poche decorazioni senza per questo sfigurare. In estate può trovare una giusta collocazione anche su una terrazza o in giardino (foto 5). La giuria ha premiato l’Helleborus Gold Collection Ice N'Roses (Helleborus x glandorfii) presentata da Heuger Gartenbaubetriebe nella categoria "Arbusti". I grandi fiori caratteristici, la base di fiori forte e la fioritura precoce contraddistinguono questo elleboro insieme a proprietà Pag. 18 • Lineaverde Gen/Feb 2017

che fino ad ora non era stato possibile raggruppare quali: fioritura precoce, fiori colorati e carattere robusto. Per il consumatore e il produttore, questo è un prodotto semplice che estende la gamma in modo speciale (foto 6). Anche quest'anno la giuria ha preso in considerazione una singolare e curiosa proposta che è stata reputata degna di un premio speciale: la Rosa polyantha 'Smeralda Green Show' presentata dall’azienda italiana Twelve Energy Società Agricola. Una sorprendente novità per ogni fiorista: la Rosa polyantha 'Smeralda Green Show' non ha assolutamente nulla a che fare con una rosa normale. È caratterizzata da una fronda verde e folta, senza spine. È una specie che viene coltivata in pieno suolo (raggiunge tre metri di altezza) e cresce di un centimetro al giorno dopo la raccolta dello stelo. Una volta recisa può durare in acqua (con il corretto trattamento) sino a 15-20 giorni. L’innovazione della Smeralda Green

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Show è data dai rami decorativi (derivati dalla varietà Corallo Erecta Patfru) che non hanno spine e possono essere lavorati facilmente grazie anche alla loro flessibilità: la commercializzazione avviene in base alla lunghezza e al peso dello stelo, con un costo competitivo per il mercato (foto 7). Altro premo ambito è quello del concorso “Show your colors 2017”. La giuria ha assegnato il premio insieme ai voti raccolti dal pubblico durante la fiera a Mentha requinienii Match & Moss Menthol di Van Son & Koot Bv (Olanda) una pianta bella con una

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> CONCORSI <

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combinazione di emozioni, percezioni e aromi. È un pianta coprisuolo che toccata rilascia un’intensa profumazione di menta. Fiorisce in estate con teneri e piccoli fiori lilla (foto 8-9). Il secondo posto a pari merito è stato consegnato al Salix gracilistyla 'Mt. Aso' e all’Hydrangea macrophylla Three Sisters. Salix gracilistyla 'Mt. Aso', che anche noi abbiamo votato, è una novità proveniente dal Giappone, dall’isola di Kyushu. I suoi fiori rossi ricordano il vulcano del monte Aso, da cui il nome. Ha una buona crescita verticale, meravigliose foglie sottili e tollera bene la potatura.

Adatto da solo in giardino o anche in vaso (foto 10). Infine, girando tra gli espositori italiani due le novità da segnalare. La prima novità è la presentazione della HMU 70, della ditta Holmac, una macchina mult ifunzione estremamente compatta e molto apprezzata dai vivaisti. Grazie al suo sgancio rapido è possibile montare una serie di accessori progettati appositamente per le lavorazioni in vivaio. La trazione integrale e lo snodo centrale garantiscono un’ottima manovrabilità su ogni tipo di terreno e negli spazi più stretti (foto 11).

La seconda novità è costituta da una straordinaria collezione di piante (circa 15 specie) proposta e creata da Niccolai Piante. Alberetti di 4 anni adatti per piccoli spazi, selezionati per le caratteristiche delle varie chiome che sono state innestate su porta innesti resistenti e adatti a mantenere questa loro caratteristica “ridotta” senza però perdere la bellezza della forma piena e particolare della chioma. Troviamo così varietà non comuni e banali tra cui la Ginkgo biloba ‘Chirs Dwarf, il Fraxiunus excelsior ‘Abiona’, il Liquidambar styraciflua ‘Gum Ball’ e molte altre ancora (foto 12). n

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> FITOPATOLOGIA <

Il pronto soccorso per le malattie delle piante Consiste nel compiere una serie di attività ancora raramente eseguite ma che appaiono sempre più necessarie, partendo dall’osservare le piante e riconoscere subito le loro patologie vecchie e nuove, fino alla rapida organizzazione e realizzazione degli interventi necessari per la difesa e la sostenibilità del verde ornamentale e dell’ambiente. di Giorgio Badiali giorgiobadiali@libero.it

Fitopatologo, dottore agronomo, già dirigente della Regione Emilia Romagna

Adulto, larve e bozzoli di conservazione e trasformazione del Punteruolo rosso delle Palme (Rhynchophorum ferrugineus), certamente introdotto con piante infette importate.

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entre negli anni passati appartenenti ormai al secolo scorso, la comparsa di nuove patologie gravi sulle piante esistenti nei vari territori ambientali nazionali sono sempre risultate sporadiche, al contrario negli ultimi anni in cui soprattutto a causa della globalizzazione imperante e delle frequenti variazioni climatiche, ma anche della scarsa prevenzione e delle cure sempre tardive, la situazione è peggiorata notevolmente. Per questo diverse forme patologiche nuove od altre anche già conosciute, si sono presentate o ripresentate sia con una più rapida evoluzione che con dannosità sempre molto elevate. Basta in proposito ricordare i casi più evidenti riscontrati dannosi sulle palme, sui cipressi, sui pini, sugli olivi, sui bossi,

sugli ippocastani, sui platani ed altri ancora, che hanno provocato danni notevoli sia economici che estetici, con situazioni di degrado ambientale e notevole rischiosità, soprattutto perché rilevati spesso tardivamente e non contrastati per tempo. E’ ora di cambiare metodo ed agire tassativamente attraverso un’azione maggiormente coordinata tra tutti coloro che devono essere interessati all’argomento, come in primo luogo gli Enti, le Associazioni e gli Ordini professionali che operano a livello locale e/o nazionale ed anche i tanti cittadini attenti ai problemi più seri. Fra questi grandi gruppi, che dovranno sempre collaborare tra loro, si citano in modo particolare gli Ordini professionali degli Agronomi-Forestali, i Collegi dei Periti Agrari, l’Associazione Nazionale Direttori e Tecnici dei P ubblici Giardini e tutti gli Enti comunali e le Associazioni locali presenti, tutti addetti per dovere e/o per vocazione particolare, alle manutenzioni ed allo sviluppo migliore del verde ambientale. E’ proprio con la loro fattiva collaborazione e la ferrea volontà esecutiva che si potrà finalmente giungere, ricorrendo sempre ai Servizi Fitosanitari competenti per territorio, ad individuare e riconosc ere in poco tempo le nuove patologie che aggrediscono le piante in modo sempre più rapido e ad evitare con l’applicazione degli opportuni inter-


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1. Esempio di una zona in cui i controlli sono stati attenti e gli interventi di difesa eseguiti immediatamente, tanto che molte Palme si sono salvate.

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2. Oliveto ancora senza piante morte, ma già da diverso tempo in fase avanzata di attacco da parte del batterio Xylella fastidiosa che le sta distruggendo. 3. La batteriosi ha completamente distrutto gran parte dell’oliveto, mentre la restante appare già notevolmente aggredita e diradata.

venti equilibratori già in gran parte conosciuti, i tanti danni ambientali oggi troppo frequenti. Il motto sintetico che deve sostenere tutte le operazioni rivolte a costituire un vero ed efficace “pronto soccorso” che deve iniziare sempre localmente e che da noi viene proposto già da diversi anni ma che solo da alcuni è stato lodevolmente programmato e sostenuto, può essere così riassunto: “osservare sempre il verde, rilevare anomalie e studiarle rapidamente per riuscire a capirle (diagnosticare), quindi organizzare subito i possibili interventi meno perturbatori e diffonderli a tutti, operando subito senza effettuare interventi inutili o solo le solite chiacchiere, quindi divulgare su tutto il territorio Nazionale ciò che in loco si è rilevato e realizza to”. Per ottenere risultati certi, è indispensabile tenere in debito conto tutte queste attività che devono essere opportunamente programmate e subito realizzate, rivolgendosi anche a tutti i privati cittadini interessati a salvare il loro patrimonio arboreo e facendo particolare affidamento sui giovani che mai come oggi necessitano di essere utilizzati e mai come tra loro si troveranno personaggi pront i a svecchiare l’ambiente e ad accettare anche qualche sacrificio

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con lo scopo di dimostrarsi utili a risolvere le situazioni più brutte, più

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> FITOPATOLOGIA <

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dannose ed economicamente troppo costose. Per concludere, i comportamenti e le attività descritte che risulteranno sempre necessari per contenere i danni e le varie patologie riscontrate o riscontrabili sul verde, dovranno essere assolutamente svolti e mai rinviati anche a costo di notevoli sacrifici, operando veramente e correttamente, senza continuare soltanto a proporre, a delegare, a sperare solo negl i altri o fingere di non vedere, come fino ad ora si è spesso ed anche per troppi altri settori di attività, negativamente riscontrato. n

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4. Piante di Bosso con danni iniziali al fogliame da parte di qualche larva di Piralide (Cydalima perspectalis), ancora in condizione di facile contenimento. 5. Raccolta di larve di Piralide in varie fasi di sviluppo ed alcune prossime ad incrisalidare. E’ già troppo tardi per intervenire efficacemente!! 6. Larva di Piralide del Bosso già pronta per incrisalidare, tra residui fogliari, ragnatele e nuovi ricacci. 7. Siepe di Bosso completamente distrutta dalle larve di Piralide, per assoluta mancanza di cure.

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> GIARDINI <

Grandi Giardini Italiani compie 20 anni di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

Grandi Giardini Italiani festeggia 20 anni dalla sua fondazione, un network di luoghi unici e straordinari allo stesso tempo. Oggi ben 124 giardini fanno parte del network, molte le cose fatte in questi anni; ripercorriamole assieme.

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Judith Wade, fondatrice di Grandi Giardini Italiani.

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embra ieri che scrivevo il mio primo articolo su Grani Giardini Italiani, era il 2007 in occasione del suo decimo compleanno e oggi siamo a qui a festeggiare i sui 20 anni dalla sua fondazione quando nel 1997 si registravano nel suo network solo 12 splendidi giardini: Villa Favorita (Lugano, CH), Villa Arvedi (Grezzana, VR), Parco della Villa Pallavicino (Stresa, VB), Villa Cicogna Mozzoni (Bisuschio, VA), Villa Trissino Marzotto (Trissino, VI), Castello di Vignanello (Vignanello, VT), Palazzo Grifoni Budini – Gattai (Firenze), Giardino Corsini al Prato (Firenze), Villa Medici Giulini (Briosco, MB), Palazzo Fantini (Tredozio, FC), Palazzo Patrizi (Bracciano, RM), La Mortella (Isola d’Ischia, NA). In questi anni molte cose sono state fatte dagli allestimenti nelle più importanti fiere dal Chelsea Flower Show di Londra del 2001 con l’allestimento intitolato “Il Giardino dei pomi dorati”, progettato da Emanuele Bortolotti, che ha vinto il Terzo Premio per il miglior allestimento, alla partecipazione nel 2011 con il proprio stand alla manifestazione Euroflora di Genova. Diversi sono stati i libri pubblicati e molte le iniziative legate ai giardini, da “In Nome della Rosa” per la promozione dei più bei roseti nei giardini del network, alla“Caccia al Tesoro Botanico Grandi Giardini Italia-

ni”: evento organizzato in oltre 30 giardini del network durante la giornata di Pasquetta. E i più recenti del 2016 come “Giardini di Porpora”, il percorso per promuovere i 14 giardini che hanno le migliori fioriture di acidofile e “I Boschi incantati di Husqvarna” dedicato al foliage, al quale partecipano oltre 30 giardini. E poi ancora i percorsi divisi per regione dal Piemonte alla Svizzera dalla Lombardia al Lazio. Oggi sono iscritti a Grandi Giardini Italiani sono ben 124 giardini e fanno parte delle new entry: Parco delle Terme di Levico (Levico Terme, TN), Giardino della Rosa (Ronzone, TN), Parco Comunale Angelo e Lina Nocivelli (Verolanuova, BS), Villa Badia (Sezzadio, AL), Villa Grock (Imperia), Palazzo Colonna (Roma), Fondazione La Verde La Malfa - Parco dell'Arte (S. Giovanni La Punta, CT), Casa Cuseni (Taormina, ME), Villa Tasca d'Almerita (Palermo) e Tenuta Regaleali (Sclafani Bagni, PA). Ecco cosa ci racconta Judith Wade, fondatrice di Grandi Giardini Italiani: “Nel 1997, anno di fondazione, il primo scopo era quello di far conoscere al largo pubblico in Italia e all’estero l’immenso patrimonio artistico e botanico dei giardini Italiani. Non esisteva una vera promozione organizzata e permanente a livello nazionale per


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Oasi Zegna (foto Paola Rosetta, Grandi Giardini Italiani).

questo versante del turismo, così importante per l’Italia. All’epoca il turismo culturale che riguardava i grandi giardini era considerato erroneamente dai più come un ramo minore, nonostante il clima favorevole e la stupefacente offerta di giardini visitabili. Il secondo scopo era quello di mettere a confronto i sistemi di gestione delle singole proprietà, per creare modelli utili, adatti a migliorare sia lo stato di manutenzione che la valorizzazione dei giardini. Negli anni ‘70 era considerato innovativo inserire modelli di gestione presenti in altri tipi di imprese, la vera sfida era, ed è, sviluppare modelli di marketing legati alla realtà di questo settore. Il terzo scopo era quello di creare una rete efficiente, per far circolare più velocemente know how prezioso tra le singole proprietà. Sono stati utilissimi gli esempi (le famose case histories) che sono stati divulgati ed illustrati da chi li ha creati ed applicati con successo. Non è mancato anche un effetto positivo di imitazione: forti dell’esperienza dell’uno, anche altri aderenti al network hanno capito che investendo in personale ed in eventi si poteva creare un sistema virtuoso di autofinanziamento. Il quarto scopo era quello di rendere l’offerta meno élitaria ed esclusiva, per includere un pubblico decisamen-

Parco delle Terme di Levico (archivio Grandi Giardini Italiani).

te più ampio. È indiscutibile che la crescita esponenziale in termini numerici dei visitatori nei Grandi Giardini Italiani in vent’anni non sia frutto di un fatto “naturale”, bensì del miglioramento dei servizi di accoglienza e della creazione di eventi e percorsi didattici. Il quinto scopo era quello di far riscoprire, a chi gestisce i giardini, l’insostituibile ruolo “creativo”. Anticamente i giardini erano luoghi dove venivano organizzati concerti, teatro, feste e dove venivano curati spettacolari giochi d’acqua e fioriture. I giardini erano popolati da attori, danzatori, musicisti e da un esercito di creativi. Oggi nei

Grandi Giardini Italiani si organizzano più di 700 eventi all’anno, ognuno dei quali nasce dalla vena creativa delle proprietà e delle loro équipes: c’è una regia, c’è un calendario di eventi. I giardini sono tornati nel baricentro della vita culturale del nostro Paese. Il sesto scopo era quello di creare posti di lavoro qualificati in grado di sostenere la crescita delle proprietà, diventate a loro volta delle piccole imprese. Oggi vedo con gioia giovani preparatissimi ed appassionati che hanno scelto come lavoro stabile quello di operatori culturali. Mi piace pensare a Grandi Giardini

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> GIARDINI <

Villa Grock (Grandi Giardini Italiani).

Grandi Giardini Italiani, con grande impegno e dedizione, promuove numerose attività volte a chi ama la natura, la storia dell’arte dei giardini, il paesaggio e non solo.

Parco Sola Cabiati (archivio Regis, Grandi Giardini Italiani).

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Italiani come a una fabbrica della creatività diffusa su tutto il territorio Italiano, dove migliaia di persone sono impegnate tutto l’anno nel valorizzare i giardini italiani. E nel fornire un valore aggiunto a chi li visita. In questi 20 anni mi sono dedicata “full time” all'iniziativa Grandi Giardini Italiani e sono felice di vedere che il network è diventato un punto di riferimento sia per chi ci lavora sia per chi visita questi splendidi luoghi sempre più vitali e creativi. Vent'anni fa non avrei mai sperato tanto, e oggi non posso che constatare che qualche volta i sogni si realizzano”. Cari auguri di Buon compleanno Grandi Giardini Italiani e grazie di cuore a Judith Wade che hai saputo in questi anni valorizzare l’immenso patrimonio verde del nostro territorio con passione, dedizione e un certo “fair play” inglese che non guasta mai. Grazie poi per averci fatto conoscere personaggi illustri: i tuoi cari proprietari di giardini, che con grande sforzo mantengono costantemente belli i loro “gioielli verdi” e li condividono con noi appassionati di giardini storici e non solo. ■


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> EVENTI <

Bologna si prepara all’Expo 2019 per l’orticoltura di Claudia Perolari claudia.perolari@epesrl.it

Redazione

Nel 2019 oltre 2 milioni di visitatori visiteranno Bologna, selezionata ad accogliere ed organizzare la rassegna del Comitato esecutivo dell’AIPH (associazione mondiale di produttori del florovivaismo), l’Expo del florovivaismo e dell’orticoltura.

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el 2019 Bologna attirerà oltre 2 milioni di persone diventando per sei mesi il centro di una grande esposizione internazionale. Lo ha deciso il Comitato esecutivo dell’AIPH (associazione mondiale di produttori

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del florovivaismo) federata al BIE (International Bureau of Exposition), riunitosi a Ratingen (Germania) in occasione dell’annuale convention dedicata alla valutazione delle applications. Il capoluogo emiliano organizzerà l’Ex-


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po del florovivaismo e dell’orticoltura, dal 1° maggio al 31 ottobre 2019, un evento conosciuto nel mondo come International horticultural exposition. Con il claim “Grow Green. Eat Green. Live Green”, l’Expo sarà dedicato a tutto quel che ruota intorno alla rigenerazione e all’agricoltura urbana, quindi all’evoluzione nel segno della sostenibilità. Al progetto hanno concorso la Regione Emilia Romagna, il Comune di Bologna, la Camera di Commercio, CAAB - Centro Agroalimentare, Bologna Welcome e Alessandro Rosso Group (gruppo specializzato nell’accoglienza e organizzazione a supporto degli expo), affiancati da Fico Eataly World, il Parco Agroalimentare. Soprattutto qui, a Fico - Eatalyworld, si svolgerà l’Expo (nell'area dell'attuale CAAB, Centro Agroalimentare di Bologna), ma si irradierà anche nelle aree di Parco Nord, Montagnola e Giardini Margherita (conosciuti per un’esposizione universale nel 1888 per l’ottavo centenario della nascita dell’Università), coinvolgendo anche decine di giardini interni dei palazzi storici cittadini, dove troveranno spazio i padiglioni di 50 Paesi espositori, un centinaio di delegazioni internazionali e vi parteciperanno almeno 500 aziende; inoltre, durante questi sei mesi, saranno organizzati oltre 1500 eventi. 50 milioni di euro è l’investimento previsto per realizzare questo grande evento, da cui si attende un indotto di circa 240 milioni. Inoltre Bologna quest’anno, dal 10 al 12 giugno, ospiterà il G7 sull’ambiente e data la sua candidatura a città verde per il 2019, attenderà la scelta dell’Unione Europea che proprio in quei giorni deciderà a chi assegnare l’importante ruolo.

Il supporto di Anve ANVE - Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori, in qualità di unico ed esclusivo socio AIPH in rappresentanza dell'Italia, è stata chiamata a dare il

Sopra, il segretario ANVE in visita all'area FICO di Bologna, presente il sindaco. Sotto, il vicesindaco di Bologna Marilena Pillati presenta Expo ad AIPH.

supporto ufficiale a tale iniziativa. ANVE è stata coinvolta dagli organizzatori già nella fase preliminare di ispezione delle aree designate per EXPO a Bologna; inoltre ha preso parte al tavolo con l’Amministrazione locale con il Sindaco di Bologna Virginio Merola. Il comitato promotore della candidatura di Bologna è composto da realtà di alto profilo, quali: Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna, Camera di Commercio, CAAB – Centro Agroalimentare di Bologna, Bologna Welcome, Alessandro Rosso Group e FICO Eataly World. Ad affiancare questo importante gruppo e a svolgere il coordinamento con il settore florovivaistico ci sarà ANVE. Tutto ciò ha reso possibile la valutazione positiva ed unanime di AIPH. AIPH è composta da Organizzazioni florovivaistiche provenienti da tutto il mondo e, grazie al riconoscimento del BIE (Bureau International des Exposi-

tion) è l'organo internazionale che autorizza queste manifestazioni nel nostro settore. Il presidente ANVE, Marco Cappellini, esprime grande soddisfazione per questo risultato: "È il frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto grandi società di investimento, l'Amministrazione pubblica e il settore produttivo ai massimi livelli internazionali. Inoltre, questa bella notizia arriva proprio in un momento in cui il florovivaismo chiede a gran voce maggiore attenzione e forti attività promozionali. Ma ora siamo solo all'inizio. I prossimi due anni saranno cruciali per arrivare pronti all'inaugurazione e già da questa settimana saremo al lavoro con tutti i soggetti interessati”. ANVE dimostra dunque ancora una volta l’impegno e la capacità di portare ad un livello internazionale il florovivaismo italiano. n Pag. 31 • Lineaverde Gen/Feb 2017


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N E D R A G & T N A L P Y M Pad 16 Stand A15 B16


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HMU 70 L’EVOLUZIONE DELLA MINI PALA

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> EVENTI <

Si avvicina la prima edizione Radicepura Garden Festival di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

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Il 21 aprile apre a Giarre (CT) in Sicilia la prima edizione del Garden Festival del Mediterraneo, promosso dalla Fondazione Radicepura. Il festival è il primo evento internazionale dedicato al garden design e all’architettura del paesaggio del Mediterraneo, che vede coinvolti giovani designer, istituzioni, imprese, grandi protagonisti del paesaggismo, dell’arte e dell’architettura.


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l 21 aprile apre a Giarre (CT) in Sicilia la prima edizione del Garden Festival del Mediterraneo, promosso dalla Fondazione Radicepura. Il festival è il primo evento internazionale dedicato al garden design e all’architettura del paesaggio del Mediterraneo, che vede coinvolti giovani designer, istituzioni, imprese, grandi protagonisti del paesaggismo, dell’arte e dell’architettura. Fino al 21 ottobre, nel parco botanico della Fondazione Radicepura, sarà possibile visitare quattordici giardini, realizzati appositamente con le piante più originali coltivate da Piante Faro, che raccoglie 800 specie e oltre 5000 varietà di piante: tropicali, grasse, aromatiche, alberi

mediterranei e agrumi. Quattro giardini saranno creati da garden designer di fama internazionale: Michel Péna, Stefano Passerotti, James Basson, Kamelia Zaal. Altri sei, di dimensioni più piccole, saranno realizzati da giovani paesaggisti selezionati tramite un bando inter-

nazionale. La call, che si è chiusa l’8 gennaio 2017, ha registrato un’importante partecipazione, con oltre 200 domande provenienti da 10 Paesi diversi. La giuria, presieduta da Sarah Eberle con Jordi Bellmunt, Carmela Canzonieri, Daniela Romano, Franco Livoti e la collaborazione di Pablo Georgieff, ha selezionato a gennaio i sei partecipanti, che provengono da Università degli Studi di Bologna (Italia), Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Barcelona - ETSAB (Spagna), Agence de Paysage Andueza Agor (Francia), Istanbul Technical University e Mustafa Kemal University (Turchia) a cui si aggiunge un professionista freelance (Uruguay/Francia).

Il Mediterraneo al centro dell’evento

JAMES BASSON James Basson è un garden designer inglese, stabilitosi nel sud della Francia. Ha vinto numerosi premi nei Garden Shows in giro per il mondo.

MICHEL PÉNA Architetto del paesaggio. Uno tra i progetti più rinomati è il Jardin Atlantique (Parigi Montparnasse) realizzato nel 1994.

STEFANO PASSEROTTI Formatosi nella tradizione orticola della Toscana, è animato da una volontà di sperimentazione continua. Il suo approccio anticonvenzionale lo porta a trovare sempre nuove soluzioni.

KAMELIA ZAAL Nata a Dubai, Kamelia Bin Zaal è cresciuta nel Regno Unito e ha studiato presso la Scuola di Design lnchbald di Londra. Lavora per il gruppo immobiliare Al Barari, di cui cura ogni aspetto del verde.

Cuore del festival sarà la celebrazione del giardino, non solo nella sua valenza estetico-culturale ma anche per il suo ruolo di luogo ideale per fermare lo sguardo sulle bellezze, in questo caso, della Regione siciliana: attraverso la personale interpretazione dell’Esperienza Mediterranea - tema della prima edizione del Radicepura Garden Festival - di quattro grandi paesaggisti e di sei giovani designer si vuole dunque creare un evento – spazio capace di agglutinare arte, cultura enogastronomica e tutela dell’ambiente, come elementi costitutivi di un territorio straordinario. Il Mediterraneo è uno dei «grandi cantieri» dell’umanità in tutti i sensi del termine: ecologia, culture, economie, conoscenze, vivere insieme - dichiara Pablo Georgieff, direttore artistico del festival. Abbiamo tutti voglia di essere coinvolti nell’invenzione di questo futuro al quale crediamo. Allora per pensare e fare i giardinieri, l’occasione di un nuovo festival unico nel suo genere merita un’attenzione particolare: è,

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> EVENTI <

Sopra, Mario Faro alla conferenza stampa di presentazione del Festival.

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Sotto, alcuni scorci del centro congressi Radicepura dove si terrà parte del Festival.

a quanto ne sappiamo, il primo festival dei giardini organizzato in una struttura vivaistica. Questa idea permette di scoprire non solo lo «show» dei giardini, ma anche la realtà della produzione in vivaio e da visibilità al lavoro di tutti gli attori della costruzione dei giardini. Altri giardini da scoprire saranno La Macchia, giardino – specchiante; l’anamorfosi, un’istallazione artisticabotanica realizzata da François Abelanet con Michel Péna per la mostra Jardins d'Orient, che arriva a Giarre grazie all’Institut du monde arabe di Parigi; il Giardino Italia in collaborazione con l’Università degli Studi e l’Orto Botanico di Padova; e ancora l’Orto didattico. Il parco botanico di Radicepura ospiterà, inoltre, interventi artistici e mostre: i due artisti siciliani Emilio Isgrò e Alfio Bonanno realizzeranno opere e allestimenti site specific per il festival; la Galleria Collicaligreggi curerà una mostra fotografica legata al mondo della botanica. Per tutta la durata del festival, è inoltre previsto un fitto calendario di appuntamenti e incontri, per approfondire attraverso workshop, conversazioni e passeggiate i temi proposti nella manifestazione. n www.radicepurafestival.com festival@radicepurafestival.com


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> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

L’inserimento paesaggistico di Biagio Guccione guccione@paesaggio2000.it

Docente di architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Firenze

La modificazione del paesaggio attraverso la realizzazione di una nuova opera è uno dei temi più frequentati nell’attività del paesaggista. Gli esiti possono essere antitetici: alterazione e dequalificazione oppure opportunità.

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ra gli ambiti più suggestivi dell’architettura del paesaggio l’inserimento paesaggistico è di certo il più intrigante e qualificante. Modificare il paesaggio è il nostro lavoro, conservare il paesaggio è il nostro lavoro. In questa affermazione apparentemente contraddittoria sta l’essenza della disciplina paesaggistica. Il primo concetto base che in-

Il viadotto di Foster di Millau, in Francia (foto J. Pelle).

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segniamo ai nostri studenti è capire gli elementi strutturanti un paesaggio e da qui individuare le modalità per trasformarlo senza alterarne i connotati. Modificare il paesaggio è anche aggiungere un elemento estraneo. Certamente modificavano il paesaggio i muretti a secco che i vecchi contadini costruivano nelle nostre campagne, ma era ancor più


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modificazione la costruzione di una casa colonica. Oggi nessuno si permetterebbe di gridare allo scandalo, alla deturpazione del paesaggio per una casa colonica del ‘700 o dell’800, mentre le recenti villette ci appaiono un’insopportabile intrusione. Dove sta la differenza tra l’antica casa colonica del contadino e la recente villetta a firma di un architetto o di un geometra? La casa del contadino dialogava in perfetta armonia con il paesaggio, era perfettamente inserita, addirittura il materiale stesso con la quale veniva costruita era estratto da quel paesaggio, mente gli interventi di oggi sono estranei al paesaggio: sembra che parlino un’altra lingua, spesso banale ed intrusiva. Quando vediamo un edificio contemporaneo in perfetta sintonia con il paesaggio rimaniamo stupiti, spesso sorpresi, perché pochi progettisti si pongono il problema che l’addizione di un nuovo elemento deve essere discreta, quasi sottovoce. Spesso gli architetti presuntuosi hanno l’ambizione di lasciare il proprio segno. Ovviamente non tutti gli architetti scelgono questa strada: c’è chi, consapevole di mettere mano a pezzi di storia del paesaggio, si limita ad interventi attenti, silenziosi ben inseriti nel paesaggio. Abbiamo tanti esempi in questo senso e qui mi limito a segnalare uno degli ultimi casi che mi è capitato di apprezzare: la Cantina Antinori recentemente realizzata nel Chianti dallo studio di Marco Casamonti (Archea Associati), dove l’obiettivo principale era quello di far assorbire la sua presenza nel paesaggio, pur essendo un’architettura di ottima fattura. Certamente il progresso tecnologico non è stato amico del paesaggio, per la realizzazione non solo di edifici del tutto estranei al contesto, ma anche di infrastrutture viarie che pri-

Cantina Antinori nel Chianti. Progetto di M.Casamonti Archea (foto di Pietro Savorelli).

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> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

A19 ecoautostrada di Bernard Lassus (da Architettura del paesaggio n.22).

Sopra, la Northala Fields (Londra) di Di Fink e Marcko. (da Architettura del paesaggio 22). A destra, play highway Northala Fields (da Architettura del paesaggio 22). Sotto, stazione Mediopadana di Santiago Calatrava.

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ma - per difficoltà tecnica - seguivano l’orografia. Le vecchie strade o ferrovie sono perfettamente inserite senza studi di impatto paesaggistico. Ora invece è possibile fare di tutto. E quello che poteva essere un’opportunità è oggi una iattura! Per evitare questo disastro sono state studiate metodologie, approvate norme. Queste regole, queste leggi ci mettono la coscienza a posto, ma basterà darle in mano a qualche sciatto progettista e costui ci restituirà un progetto insulso e banale, forse poco devastante, ma di scarsa qualità e di certo sempre dannoso per il paesaggio. L’inserimento paesaggistico nasce da una profonda cultura e sensibilità paesaggistica che possiede solo chi si è nutrito di paesaggio, che ne conosce le regole, l’evoluzione, la struttura, le componenti, che sa leggerlo ed interpretarlo. Chi possiede queste conoscenze coniugate con intelligenza e sensibilità può concedersi ogni tipo di intervento. Chi avrebbe oggi il coraggio di costruire come Frank Lloyd Wright una casa su una cascata? Quel genio del secolo scorso si è cimentato in questa impresa ed ha fatto un capolavoro, ma quale funzionario pubblico oggi avrebbe il coraggio di autorizzare un’opera del genere? Poi sulla base di quali indicazioni? Gira nel web una divertente immagine della casa sulla cascata come è stata realizzata e come sarebbe stata rispettando delle ipotetiche norme!


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Casa sulla cascata di F. L.Wright.

L’inserimento paesaggistico nasce da una profonda cultura e sensibilità paesaggistica che possiede solo chi si è nutrito di paesaggio, che ne conosce le regole, l’evoluzione, la struttura, le componenti, che sa leggerlo ed interpretarlo. Ma non bisogna essere pessimisti. Buone pratiche esistono. Inserimenti paesaggistici di alto livello sono a volte sotto i nostri occhi, ma sono esempi rari, anzi rarissimi. E quando accadono si trasformano in veri e propri elementi di riqualificazione del paesaggio, di implementazione della sua attrattività. Un caso eccezionale è ad esempio il viadotto di Foster di Millau in Francia, che è oggi un’opera d’arte che ha reso un paesaggio non particolarmente attrattivo meta di turismo. Così come la bellissima stazione di Calatrava a Reggio Emilia nel cuore della pianura padana. Opere d’arte che contribuiscono alla qualità paesaggistica di un territorio. Ovviamente noi paesaggisti tendenzialmente, quando

vento, poiché i progettisti rare volte danno vita ad opere di alta qualità che dialogano con il paesaggio, o per ragioni economiche, le opere sopra citate sono costosissime, o talvolta per pigrizia ed insipienza. A questo punto i paesaggisti ricorrono all’inserimento “tout court” cioè cerchiamo di integrare queste nuove opere alle trame paesaggistiche esistenti, talvolta anche concedendoci qualche operazione di mimesi, che accettiamo con sempre maggiore riluttanza, frutto di un intervento paesaggistico ex-post, cioè dopo che tutto è stato deciso se non addirittura realizzato. Per fortuna le recenti leggi in molti casi impongono la presentazione del progetto paesaggistico contemporaneamente al

parliamo di inserimento, pensiamo ad integrare elementi estranei nel paesaggio attraverso il nostro inter-

progetto dell’opera stessa. Ad esempio sull’inserimento paesaggistico delle nuove strade c’è una ric-

ca casistica e bibliografia. Gli approcci sono i più disparati. Basta dare una veloce scorsa ai due numeri monografici che Architettura del paesaggio ha dedicato a questi argomenti.(*) L’inserimento di autostrade, strade e ferrovie è fra i temi più frequentati dai paesaggisti: esistono opere che per qualità ci lasciano sbigottiti per le felici intuizione che hanno prodotto, dimostrazione tangibile che modificare il paesaggio non è sempre alterazione, ma può esser un’occasione. Citiamo qui altri due famosissimi esempi a livello europeo: l’A19 francese, opera a firma di Bernard Lassus e la Northala Fields (fra Londra e Fishguard) di Di Fink e Marcko. “ L’opera di Lassus è la prima “eco-autostrada” di Francia, responsabile nel rispetto dell’ambiente, delle risorse idriche e della biodiversità, più sicura per i fruitori e per gli addetti alla manutenzione, più conviviale verso il territorio che attraversa ed i suoi abitanti”(L. Limido). Il secondo intervento nasce come difesa acustica e visiva di un piccolo centro abitato che viene lambito da un’autostrada: i movimenti di terra necessari per difendere il piccolo nucleo si trasformano in una teoria di campi gioco che i progettisti hanno utilizzato per costruire “un paesaggio di riferimento per gli automobilisti, ma altresì una fascia protettiva per minimizzare gli impatti della vicina infrastruttura e un sistema di connessioni fra due ambiti estremamente differenziati.” (T. Matteini). Queste brevi note credo che siano sufficienti per dimostrare come l’inserimento paesaggistico non è un obbligo burocratico che le leggi ci impongono ma l’occasione per migliorare il nostro paesaggio o quanto meno per non alterarlo. ■ Ci riferiamo ai due numeri monografici di Architettura del Paesaggio il n. 22/2010 e il n.31/2015.

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> TECNICHE <

Le magnolie: specie e varietà da Macrophylla a Merrill di Stefano Sogni* e Lorenzo Sogni** stefanosogni@interfree.it

*Tecnico responsabile del settore produzione e promozione di Zelari Piante (PT) **Dottore in scienze vivaistiche ambiente e gestione del verde

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lassificare in maniera univoca le specie, forme e varietà delle Magnolie non è semplice. Molte di esse, apparentemente diverse per specie di appartenenza o per nome, sono in realtà duplicate, descritte in tempi e luoghi diversi ma riconducibili una all’altra. Per questo motivo, abbiamo deciso di descriverle ordinandole in base al solo nome varietale, al nome della forma od al suffisso specifico. Questo è il nome in grassetto ad inizio di ogni paragrafo; il nome della specie (o delle specie parentali) figura fra parentesi quadra, seguito da un suffisso che ne indica il tipo (sp. = la specie tipo; subsp. = una sottospecie di una specie tipo; var. = varietà botanica della specie indicata; f. = forma della specie indicata; hyb. = gruppi di ibridi; cv. = cultivar della specie indicata). Ad esempio, Acuminata [Magnolia grandiflora] cv. deve intendersi come Magnolia grandiflora cv. Acuminata. Quando inoltre fra parentesi si indichino più specie, separate da virgola, ciò significa che la specie di appartenenza non è chiara né sicura (od addirittura ignota, quando compaia il solo punto interrogativo).

Nota: le foto n. 1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 13, 14 e 16 sono del Vivaio Eisenhut (www.eisenhut.ch); le foto n. 11, 12, 15 e 17 sono di Magnoliastore (www.magnoliastore.com).

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Le magnolie descritte in questa sessione nascono dall'ingegno e dall'amore dei loro ibridatori che hanno reso possibile nuovi colori e forme di queste magnifiche piante.

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M Macrophylla (fig. 1 , 2) [Magnolia macrophylla], var. La varietà tipo. La bigleaf Magnolia (“Magnolia a grandi foglie”) degli anglosassoni e' una pianta decidua, nativa del Sud Est degli States e dell'Est del Messico, di medio-piccole dimensioni (da 12 a 20 m) ma di grande effetto ornamentale grazie alle enormi foglie, a cui tanto il nome botanico quanto quello in lingua inglese indicano. Ha sviluppo inizialmente eretto per poi svilupparsi lateralmente assumendo un portamento globoso. I germogli sono robusti e di un colore blugrigiastro. Le foglie sono ovali, molto grandi (talvolta superano i 60 cm di lunghezza), di tessitura sottile e glauche sulla pagina inferiore, apparendo così di colore grigio-argentato (mentre la pagina superiore risulta di un verde brillante); i rami talora flettono sotto il loro peso. I fiori, anch’essi di dimensioni notevoli (superano i 30 cm di larghezza) e molto profumati, compaiono all’inizio dell’estate e sono a forma di coppa aperta; i 6 petali che compongono i fiori sembrano pergamene di color bianco crema, i 3 più interni presentano colorazioni rosa3

marrone alla base. In base al numero di carpelli (e di altre caratteristiche) se ne riconoscono e distinguono tre sottospecie: • Magnolia macrophylla subsp. Macrophylla, nativa nel Sud Est degli USA , sudest degli USA e del Est del Messico,di buone dimensioni (fino a 20 m), foglie 50–90 cm, frutti con più di 50 carpelli; • Magnolia macrophylla subsp. ashei (Wetherby) Spongberg, nativa del Nord Ovest della Florida, di dimensioni modeste (10-12 m), foglie 25-60 cm, frutti con meno di 50 carpelli. Talora considerata come specie distinta, Magnolia ashei Wheat. • Magnolia macrophylla subsp. dealbata (Zuccarini) J. D. Tobe, nativa delle foreste pluviali del Messico (da Hidalgo a Oaxaca e Veracruz), di buone dimensioni (fino a 20 m), foglie 30–90 cm, frutti con più di 60 carpelli; talora considerata come specie a se stante, Magnolia dealbata Zucc. Mag's Pirouette (Fig. 3) [Magnolia x loebneri], cv. Semenzale della Magnolia x loebneri cv. Ballerina selezionato in Giappone, estremamente resistente al freddo (fino a -20 °C). Il fiore, bianco, a tazza e piattino, è piccolo (5-10 cm), caratte-

rizzato dall'avere i tepali esterni più corti di quelli interni, il che le dona un aspetto caratteristico, a formare quasi un piumino. Maharaja [Magnolia campbellii], cv. Cultivar descritta da Gresham nel Jour. Calif. Hort. Soc. nel 1963, descritta indicata come ‘The Maharaja’, ha branche ascendenti, portamento compatto e foglie ellittiche, lunghe sui 20 cm e larghe 12-15 cm, le gemme fiorali sono lunghe (tipicamente 12-14 cm); le perule sono nere, la superficie è ricoperta da tricomi grigi; i fiori sono bianchi, grandi (25-30 cm), composti da 12 tepali, spatolati, di color fucsia violaceo alla base, i filamenti degli stami sono dello stesso colore, il peduncolo è denso e villoso. Sinonimo: cv. Maharajah (Gresham, Morris Arb. Bull., 1964). Maharajah [Magnolia campbellii], cv. Vedi la nota di cui sopra (Gresham, Morris Arb. Bull., 1964); da ricondursi alla cultivar Maharaja di cui sopra come indicato dalla Newsletter of the American Magnolia Society nel 1965 Maharanee (fig. 4) [Magnolia campbellii var. mollicomata], cv. Stupenda cultivar presentata nel 1964 da Todd Gresham nel Morris Arb.

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Bull., ha fiori profumati perfettamente simmetrici, perfettamente lisci e di colore che si ama definire in letteratura come bianco puro (ma in realtà tenuemente soffuso di rosa) di 20 ai 25 cm di diametro che compaiono a fine inverno-inizio primavera ed hanno forma di tazza e piattino, con stami rosso rosati. Il fogliame primaverile ed i germogli sono di un rosso – prugna, talora quasi neri. Le gemme terminali sono coperte di peluria giallognola. Le foglie sono perfettamente ovali. Fiorisce in età avanzata Manchu Fan (fig. 5, 6) [Magnolia soulangeana 'Lennei Alba' x Magnolia veitchii 'Peter Veitch' ], cv. Un ibrido Gresham di piccola – media taglia, decritto per la prima volta nel 1979, simile alla Magnolia denudata (Desr.) (anche nota come Magnolia heptapeta (Buc'hoz) Dandy, o comunemente Magnolia Yulan), ma dotato di una struttura più robusta e foglie ovali, di un verde chiaro e che raggiungono i 20 cm di lunghezza. Inoltre i fiori, a forma di calice e ampi 10-12 cm, più piccoli di molti altri ibridi Gresham ma perfettamente scolpiti, sono composti da 9 ampi tepali di colore bianco crema, fatta eccezione per quelli più interni che sono arrossati alla base (un tono di colore rosa-violaceo). I fiori somigliano a quelli della Magnolia x (Magnolia liliiflora x Magnolia veitchii) ‘Sayonara’ da cui si differenziano per la forma meno pronunciatamente a calice e per il fatto che presentano i tepali più interni al Pag. 44 • Lineaverde Gen/Feb 2017

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fiore di colore rosato solo nel primo terzo basale della loro lunghezza. March Til Frost (fig. 7) [(Magnolia liliiflora x Magnolia cylindrica) x Magnolia cv Ruby], cv. Commercializzata per la prima volta dal vivaio Fairweather Gardens (Greenwich, New Jersey, USA) nel 1999. Un altro passo in avanti nella coltivazione della Magnolia, questo ibrido inizia a fiorire a primavera e continua a fiorire quasi senza pausa fino all’arrivo del freddo. I fiori abbondantemente prodotti sono di un viola scuro (RHS R19-63). Margaret Helen (fig. 8, 9, 10) [Magnolia liliiflora 'Nigra' x Magnolia campbellii ssp. mollicomata] cv. Cultivar ad habitus eretto, più svasato quando giovane, rotondo quando adulta, originatasi presso i vivai Duncan & Davies (New Plymouth, Taranaki, Nuova Zelanda); Vance Hooper la selezionò e le dette il nome attuale; è stata registrata il 4 Febbraio 2004 da Jim Rumbal, ed è stata presentata per

la prima volta sulla rivista Magnolia nel 2005. I grandi fiori, simili a quelli di tutte le cultivar e varietà di Magnolia campbellii, appaiono in età molto giovanile, hanno una soave fragranza fruttata, sono rosso-rosato all'apparenza, formati da 12 tepali (lunghi 1012 cm e larghi la metà), esternamente rosso rubino (RHS 64A) alla base sbiadendo progressivamente verso l'apice fino a divenire un rosa ciclamino (RHS 74C); internamente sono di un rosa ciclamino ancor più tenue (RHS 74D) con accentuate venature più scure. La si ritiene resistente al freddo fino alla zona USDA. La si trova talora più dettagliatamente citata come ibrido liliiflora Magnolia liliiflora cv. Nigra x Magnolia campbellii ssp. mollicomata cv. Bernie Hollard; qui, noi ci atteniamo alla classificazione come riportata dalla Magnolia Society. Marillyn (fig. 11) [Magnolia liliiflora cv. Nigra x Magnolia kobus], cv. Una pianta triploide (numero dei cro-

mosomi 3X = 57), Ibridata da Evamaria Sperber nel 1957 e introdotta da The Brooklyn Botanic Garden (Brooklyn, New York, USA), descritta ne caratterizzata nella rivista Magnolia nel 1989, con fiori di uno scuro rosso – violaceo che ricordano quasi quelli della Magnolia liliiflora cv. Nigra; fioritura medio-tardiva. Resistenza USDA zone 5. Marj Gossler (fig. 12) [Magnolia denudata x Magnolia sargentiana var. robusta], cv. Ricorda la Magnolia x veitchii ma resiste molto meglio a temperature che vadano ben al di sotto dello zero; fiore ben conformati,profumati, eleganti e consistenti, composti da 7-8 tepali, di 15-20 o più cm di lunghezza, bianchi internamente, esternamente di un colore rosa alla base che diviene bianco salendo verso la punta. Pianta originariamente ibridata da Phil Savage e registrata da James Gossler (Springfield, Oregon, USA) nel 1986. Anche

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nota come Gossleri o talvolta indicata come Mariory Gossler. Mark Jury (fig. 13) [Magnolia campbellii 'Lanarth' x Magnolia sargentiana var. robusta], cv. Simile nelle dimensioni e nella forma alla ssp. mollicomata, ma il colore dei tepali è un rosa-magenta. Forte profumo di sempreverde. Probabilmente un semenzale di ‘Lanarth’. Registrata da Felix Magnolia Jury, Waitare, Nuova Zelanda. Mary Nell (fig. 14, 15, 16) [(Magnolia x soulangeana cv. Lennei Alba) x (Magnolia x veitchii cv. Peter Veitch)], cv. (Callaway, Dorothy J. The World of Magnolias, p 221, 1994). Fiorisce abbondantemente formando fiori a forma di coppa intorno ai 25 cm di diametro, di colore bianco con una sfumatura violacea alla base dei tepali. ‘Mary Nell’ è una pianta a portamento arbustivo molto vigorosa con un fogliame di colore verde oliva. Fu selezionata da Ken Durio dei Louisiana Nursery (Opelousas, Louisiana, USA) a partire da uno degli infiniti ibridi di Gresham. Le fu attribuito questo nome nel 1986 in onore di Mary Nell McDaniel, moglie del Dr. J. C. McDaniel. Pag. 46 • Lineaverde Gen/Feb 2017

Sinonimo: JMcD#2, Joe McDaniel #2. Mary Slankard (fig. 17) [Magnolia sprengeri cv. Diva x Magnolia denudata ?], cv. Questa piantina di Magnolia sprengeri cv. Diva liberamente impollinata fu selezionata da Phil Savage (Bloomfield Hills, Michigan, USA) e da lui presentata sulla rivista Magnolia nel 1992. E’ stata descritta da quest’ultimo come la migliore in assoluto tra 72 semenzali nati dai semi raccolti dalla Magnolia sprengeri cv. Diva di George Slankard da Joe McDaniel. La pianta in generale e le foglie sono molto simili a quelle della cultivar Diva. I fiori sono composti da 9 tepali, la cui metà inferiore è di un rosa ricco, mentre quella superiore di un bianco puro. I frutti sono di un color cremisi chiaro, lunghi 36 cm e molto snelli. Phil Savage suggerisce che il polline che ha permesso di ottenere questa cultivar possa provenire da una Magnolia denudata e che questo ibrido possa probabilmente prolificare e stabilirsi nelle Zone USDA 5-8. La prima fioritura è stata possibile vederla all’incirca al decimo anno di età da seme. Mary Williams [Magnolia campbellii

ssp. mollicomata)], cv. (Jour. Roy. Hort. Soc. 79: 417. 1954), Originariamente presentata come Magnolia mollicomata cv. Mary Williams. I fiori sono colorati di un viola rosato che si sfuma in un viola orchidea alla base, e sono composti da 12 tepali, obovati e spatolati, lunghi 1315 cm e larghi 7-8 cm gli stami sono prominenti; le antere sono di color rosa-crema, mentre i filamenti sono viola. Presentata la prima volta da Rt. Hon. Charles Williams, (Caerhays Castle, Cornovaglia, Regno Unito). Massy Rosea [Magnolia stellata], cv. (Presente ne catalogo dei vivai Otto Eisenhut Ticino, Svizzera)del 1989 come solo nomen nudum. Probabilmente e più correttamente da ricondursi alla Magnolia stellata cv. Rosea Massey. Maxima [Magnolia acuminata], cv. Pianta ricevuta da parte di Loudon da Parmentier (Francia) via Loddiges e da l primo classificata come indicato in questo testo. E’ una pianta molto vigorosa per quanto riguarda il suo sviluppo e la sua crescita, più della varietà tipica, con foglie che risultano più larghe di questa ultima. Basionimo: Magnolia maxima (Lod-


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diges, 1820). Maxima [Magnolia umbrella], cv. Originariamente descritta e con questo nome indicata da Parmentier, per sinonimia si dovrebbe ricondurre alla Magnolia acuminata cv. Maxima di cui sopra. Maxine Merrill [Magnolia acuminata cv Miss Honeybee x Magnolia x loebneri cv Merrill], cv. Presentata dal Fairweather Gardens Nursery (Greenwich, New Jersey, USA) nel loro catalogo della primavera del 1999, è una abbastanza recente e poca diffusa varietà di magnolia a fiore giallo (giallo chiaro, in realtà) ottenuta da Phil Savage, con fiori stellati. Ricordano nella forma quelli della Magnolia x loebneri; nella prima però i tepali sono 6 e sono turgidi r robusti, non flosci come in quest’ultima. May Day [Magnolia x soulangeana], cv. Una cultivar a tarda fioritura. La nomina David G. Leach in una lettera indirizzata a John Magnolia Fogg, Jr, datata nell'inverno del 1961 come solo nomen nudum, indicandola come cultivar ottenuta in data ovviamente antecedente a quella della lettera da parte di Carl E. Kern Jr. dei Wyoming

Nurseries (Cincinnati, Ohio, USA). Viene inoltre ripresa ed dal compianto D. Todd Gresham. May Queen [Magnolia x soulangeana], cv. Citata con sole nome nudum da David G. Leach a John M. Fogg Jr. in una lettera datata 20 Decembre 20 December 1961, e ripresa successivamnete da D. Todd Gresham è una cultivar ottenuta da Carl. E. Kern Jr. dei Wyoming Nurseries (Cincinnati, Ohio, USA). Niente altro è dato sapere di questa magnolia. Considerando che nella cultura anglosassone e derivate May Queen è la personificazione del May Day, verrebbe il sospetto, tutto da confermare, che questa cultivar si possa assimilare a quella di cui subito sopra (Magnolia x soulangeana cv. May Day). Mayer [Magnolia virginiana], cv. Venne descritta per la prima volta da J. C. McDaniel in un meeting della International Plant Propagation Society del Settembre del 1970, e indicata come un arbusto multi-stelo denso di modesto sviluppo che raggiunge l’altezza di 3 m a maturità. I fiori compaiono quando la pianta è ancora molto giovane. La pianta ori-

ginale è stata ottenuta dal Prof. Robert W. Mayer (Champaign, Illinois, USA). Melanie [Magnolia x soulangeana], cv. Registrata nell’Agosto del 1975 da Frank B. Galyon, (Knoxville, Tennessee, USA), è un ibrido di Magnolia liliiflora cv. Darkest Purple x Magnolia soulangeana cv. Lennei. Viene descritta come più scura e più rossa della Magnolia liliiflora cv. Darkest Purple, con l’interno dei fiori scuro come l’esterno. I fiori, composti da 9 tepali, non hanno sepali, sono lunghi 7,5 cm e sono meravigliosamente simmetrici. Probabilmente da ricondursi ed assimilarsi alla Magnolia x soulangeana cv. Purple Princess Merrill [Magnolia kobus], cv. Descritta come tale da Blackburn nel 1957, è più correttamente da ricondursi alla Magnolia x loebneri cv. Merrill. Merrill [Magnolia x loebneri], cv. Questa cultivar di magnolia prende il nome dal Prof. Elmer Merrill, ex direttore dell’Arnold Arboretum dove fu ottenuta da uno degli studenti del Dr. Sax nel 1939. E’ una pianta dalle ampie foglie, vigorosa, a portamento eretto e con habitus vegetativo inizialmente aperto e poi con l'età compatto (quando la pianta tende ad allargarsi), cresce velocemente fino a 7-8 m rimanendo comunque di piccola taglia. I fiori, profumati, che in giovane età sono a forma di calice, divengono a forma di stella con l’avanzare dell’età della pianta. Questi sono più grandi di entrambe le specie (ricordo: Magnolia kobus e Magnolia stellata) da cui è stato ottenuta la specie a cui appartiene questo ibrido, e sono composti da 15 ampi petali, sono bianchi, ed appaiono precocemente durante l’anno solare; la pianta fiorisce già da giovane. Resistente alle basse temperature. Sinonimo: cv. Dr. Merrill, riportato nel catalogo Wayside Gardens (Greenwood, South Carolina, USA). n Pag. 47 • Lineaverde Gen/Feb 2017


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> STUDI E RICERCHE <

Acquisti domestici di piante: la 'foto' di Ismea

Indagine a cura di Paola Lauricella

A maggio 2016 Ismea ha scattato un'istantanea dei consumi 'verdi' degli italiani. Riportiamo quanto emerso in particolare nel settore delle piante da interno e da esterno. Pag. 48 • Lineaverde Gen/Feb 2017

I

smea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) periodicamente 'fotografa' i consumi domestici (ovvero le vendite al dettaglio) di fiori e piante su un campione rappresentativo della popolazione italiana. La ricerca assume un significato particolare in quanto è stata svolta regolarmente dal 2011 e quindi permette di confrontare l'andamento dei consumi negli anni e soprattutto l'evoluzione delle abitudini d'acquisto in relazione ai canali distributivi e alle caratteristiche socio-demografiche degli acquirenti. Ma veniamo ai risultati.

Leggera crescita nel 2016, ma i livelli pre crisi restano lontani Gli acquisti di piante da interno e esterno nel mese di maggio 2016 si collocano agli stessi livelli del corrispondente periodo del 2015. I dati a disposizione indicano comunque una discreta affluenza di clientela (che comunque permane molto piĂš bassa rispetto al 2012 o rispetto a cinque anni prima) in tutte le aree Nielsen nel confronto con lo stesso periodo del 2015, ma a fronte di una leggera perdita del valore della spesa pro-acqui-


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Piante: acquirenti per canale (% di penetrazione presso i canali calcolata sugli acquirenti)

rente registrata soprattutto nell’insieme dei punti vendita definita “altro” al cui interno vi sono i canali a libero servizio. Dal confronto con lo stesso mese dell’anno precedente, a maggio 2016 gli acquirenti di piante sono aumentati di poco (9,5% contro il 9,3% di maggio 2015): in particolare le piante da interno mostrano un 4,2% (4,0% maggio 2015), un po’ più marcato l’aumento degli acquirenti di piante da esterno, 6,5% contro 6,0% dell’anno prima. Mentre per quanto riguarda il confronto dell’autunno/inverno 2015 con l’autunno/inverno 2014, quest’ultimo ha visto più acquirenti, situazione che è andata migliorando nella primavera 2016 (a partire da marzo), con percentuali più alte rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

I canali di vendita: cresce la Gdo... ma anche il chiosco I canali che hanno registrato una maggiore presenza di persone interessate all’acquisto di piante rispetto al medesimo periodo dello scorso

anno sono: il chiosco, la Grande distribuzione organizzata (Gdo), quest’ultima solo nel Nord Italia e complessivamente anche il gruppo “altro” che comprende oltre al mercato rionale, internet e la Gdo alimentare e quella del tempo libero (fai da te). Anche se le percentuali risultano comunque inferiori all’anno prima. Se si pone il mercato nazionale pari a 100, la quota percentuale di ciascun canale in base al numero di acquirenti è stata del 39,5% per il garden center, seguito dal negozio di fiori (38%) e dal 23% per la Gdo (la somma di dette quote è superiore al 100% perché ogni acquirente nel mese in esame può aver frequentato più di un luogo di acquisto. Se si osserva geograficamente la distribuzione della spesa per le piante, nel maggio 2016 la penetrazione dell’acquisto è stata tendenzialmente più alta nel Meridione. In particolare in detta area cresce notevolmente la domanda di piante da interno, fenomeno che si è riscontrato in misura significativa

»»

La ricerca Ismea effettua in maniera continuativa il monitoraggio dei consumi dei prodotti floricoli in Italia, in particolare rileva a mercato totale e per ognuno dei mercati fiori e piante: penetrazione d’acquisto presso la clientela finale e consistenza numerica dei target di consumo; distribuzione degli acquisti nell’ambito dei diversi canali; occasioni di acquisto; spesa totale ed atti d’acquisto per singolo canale utilizzato; profilo degli acquirenti, in termini di caratteristiche socio-demografiche; comportamenti in relazione alle occasioni d’acquisto e in relazione alle specie di fiori recisi e piante verdi/fiorite acquistate. L’indagine viene effettuata con una rilevazione basata su panel rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne (Telepanel), quindi l’universo rappresentato è quello dei 49.424.499 individui di almeno 18 anni, residenti in Italia.

Pag. 49 • Lineaverde Gen/Feb 2017


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> STUDI E RICERCHE <

Piante - Spesa per canale

Piante - Media della spesa per canale

anche a novembre 2015 e nei primi due mesi del 2016. Diminuisce su base annua, invece la quota di piante da interno acquistata dal Nord Ovest, dopo due mesi di aumenti consecutivi per detta area (a marzo ed aprile che avviene però anche per le piante da esterno). Nella primavera 2016 la vendita di piante da esterno in termini di distribuzione tra le aree registra un aumento della quota del Nord Ovest come incidenza sulle vendite totali nazionali rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, mentre è diminuita tale quota, soprattutto Pag. 50 • Lineaverde Gen/Feb 2017

nei primi tre mesi, nel Nord-Est. La spesa media di piante totale pro capite nel 2016, in particolare nel periodo aprile-maggio, è leggermente aumentata rispetto agli anni precedenti. Per quanto riguarda la spesa totale al dettaglio per le piante, vediamo un maggio 2016 che arriva a 119 milioni di euro, in linea con lo stesso mese dei precedenti anni, ma notevolmente più bassa di 5 anni fa (127 nel 2012). Infine, la media delle spese effettuate dall’acquirente presso tutti i canali, indica un valore di 25,50 di euro a maggio 2016, più basso rispetto allo

stesso mese dell’anno precedente (26,83). Peggio aprile 2016 con una spesa media di 26,06, mentre nell’aprile 2015 era di 29,13.

Occasioni di acquisto e profilo degli acquirenti In occasione delle ricorrenze, in che percentuale acquistano piante gli utenti? Per regalo in una cerimonia o ricorrenza (es. matrimonio, battesimo, anniversari) a maggio 2015 erano maggiori le occasioni di acquisto (13,2%) rispetto a maggio 2016 (6,8%) e comunque marzo e aprile rimangono i mesi evidente-


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Profilo degli acquirenti di piante

mente più ricchi di occasioni (rispettivamente 18,0% e 17,6%). Per la Festa della Mamma si è acquistato di più nel maggio 2016 (12,8%) che nel maggio 2015. Si usa sempre meno portare in dono piante come ospite ad amici o parenti in occasione di pranzi/cene, vedendo il maggio 2015 (9,1%) in confronto al maggio 2016 (68%), mentre sono cresciute le occasioni di acquisto per abbellire la casa: nel maggio 2016 erano 73,2%, l’anno prima la percentuale era del 62,0%. Per i funerali le occasioni sono diminuite, ma sono aumentate per il

cimitero (da 3,2 a 5,5%). Riguardo al profilo degli acquirenti di sole piante, sono aumentati i maschi: a maggio 2015 erano il 24%, arrivando al 30,3% a maggio 2016. Andamento contrario per il pubblico femminile, anche se resta il target prevalente nell’acquisto di piante, che diminuisce (69,7%) rispetto all’anno prima (maggio 2015: 76%). La fascia di età che acquista maggiormente resta quella più anziana (55 anni e oltre), che comunque è aumentata nel 2016 rispetto all’anno precedente (53,9%), mentre diminuisce la percentuale di 45/54 enni che

hanno acquistato nel 2016. Aumenta invece la fascia 35/44 anni nell’ultimo anno. Il Nord Ovest è l’area geografica con la percentuale più alta di acquirenti di piante (31,1%), leggermente diminuita a maggio 2016 rispetto a maggio 2015 (32%), seguita dal Nord Est+Emilia con 26,9%, un po’ inferiore rispetto all’anno prima (27,6%). Segue Sud+Sicilia con 22,2%, l’unica area geografica che vede un aumento deciso di acquirenti di piante rispetto al 2015 (18%). Infine Centro+Sardegna, 19,8%, anch’essa in diminuzione (22,3% nel maggio 2015). n Pag. 51 • Lineaverde Gen/Feb 2017


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Lineaverde News GENNAIO/FEBBRAIO 2017

Associazioni

Vannino Vannucci confermato presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Per il biennio 2017-2018 Vannino Vannucci rimane presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani come rimangono al loro posto i due vicepresidenti Romeo Trinci e Daniele Dolfi. Completano il nuovo consiglio i consiglieri Giovanni Giusti, Giorgio Innocenti, Giancarlo Romiti e tre nuovi eletti: Marco Bessi, Francesco Vignoli e Andrea Zelari. Il 16 dicembre scorso l’Assemblea dei soci dei vivaisti italiani aveva rinnovato il Consiglio, il 12 gennaio l’organo di indirizzo ha nominato il presidente e due vice. Escono quindi Luca Magazzini, Marco Romiti e Gilberto Stanghini. Nata nel 2014, l'Associazione Vivaisti Italiani tutela gli interessi del settore, favorendone i rapporti con i suoi soci, le istituzioni, le associazioni di categoria e con tutto il territorio in generale. In questo momento conta 200 soci con una tendenza alla crescita non solo a Pistoia e in Toscana ma anche in altre regioni, tra le quali Emilia Romagna, Veneto, Marche, Abruzzo e Sicilia. ■

Eventi

Biodiversità

Green Island 2017 Botanik all’Isola di Milano

Semi ami piantami! Iniziativa degli orti botanici della Lombardia

Un percorso di eco-design, quello proposto quest’anno dalla sedicesima edizione di Green Island, durante Milano Design Week, dal 3 al 9 aprile 2017. Focus centrale è il Quartiere Isola, zona in forte espansione culturale e urbana, con tre tappe alla ricerca delle “sculture vegetali” dell’artista Emilia Faro. Il cuore dell’evento sarà presso lo showroom RivaViva di Via Porro Lambertenghi, dove verrà esposta un’inedita installazione che ricrea un orto botanico naturale, Botanik. Il progetto artistico è ideato da Claudia Zanfi, vera “anima verde” ispiratrice della Milano Design Week della Zona 9, storica dell’arte e appassionata di giardini, che collabora con istituzioni pubbliche e private su progetti culturali ed editoriali, dedicati ad arte, società, paesaggio. Da sempre Green Island promuove una ricerca culturale sui paesaggi urbani contemporanei e le ecologie sociali, in una forma di dialogo tra società e territorio ed interpreta l’esigenza di valorizzare e ripensare nuove aree della città, per riflettere sul tema urgente dello spazio collettivo e del verde pubblico. Inoltre supporta la riqualificazione territoriale con miglioramenti locali, conferendo ai quartieri una progettualità di respiro internazionale. ■ www.amaze.it Pag. 52 • Lineaverde Gen/Feb 2017

“Semi ami piantami” è la nuova campagna di sensibilizzazione della Rete degli Orti Botanici della Lombardia, sviluppata all’interno della più ampia attività promossa dalla Rete sulla Flora Selvaggia a partire dal progetto del 2014 AAA – Autoctone Alloctone Aliene. Semi ami piantami è un progetto di conservazione che permette di salvaguardare la biodiversità del nostro habitat seminando specie selvatiche in giardini, aiuole e parchi. La Rete ha individuato specie spontanee da seminare e di cui prendersi cura per sostenere la biodiversità e, parallelamente, contribuisce a segnalare le specie ornamentali esotiche particolarmente invasive, come ad esempio l’albero delle farfalle (Buddleja davidii), che provocano danni alla biodiversità e non dovrebbero più essere utilizzate nei giardini e nel verde urbano. Per maggiori informazioni: http://reteortibotanicilombardia.it ■


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Mostre

Giardino di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin con il nuovo design impressionista olandese Il giardino informale di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin a Vescovana (Pd) a partire dal 24 marzo fino al 25 aprile si trasformerà in un acquerello di colori mescolati tra loro seguendo lo schema impressionista del design paesaggistico olandese di tendenza. Tra fine marzo e fine aprile fioriranno, piano piano, oltre 60.000 tulipani – i “Bulbi di Evelina” - in un vasto prato circondato dagli alberi del parco antico, rinnovato e abbellito sul finire dell’Ottocento dalla proprietaria della villa, Evelina Van Millingen Pisani. Mariella Bolognesi Scalabrin ha chiesto alla paesaggista olandese Jacqueline van der Kloet d’integrare un mare di tulipani nel prato di quasi un ettaro e mezzo, che nello stesso periodo di fioritura dei bulbi primaverili si copre di fiorellini spontanei blu, gialli, bianchi, rosa. Così allo sbocciare della primavera la natura selvatica e quella mediata dall’arte orticola si daranno appuntamento in questo giardino, superando i tradizionali schemi stilistici. Lo scenario sarà cangiante, infatti muterà di continuo con tessiture e colori diversi. I visitatori potranno letteralmente immergersi nella situazione, passeggiando sui sentieri inerbiti e rasati che attraversano tutto il prato e i suoi tesori fioriti. Per aggiungere magia all’incanto, a Villa Pisani Bolognesi Scalabrin ogni domenica, per le cinque settimane previste di fioritura dei tulipani, si svolgerà il Festival primaverile dei sensi. Nel corso del Festival primaverile dei sensi tutto il giardino di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin e alcuni saloni della villa si animeranno con piccole e preziose mostre mercato di piante e prodotti collegati con il tema di ogni week end, laboratori per adulti e bambini, molte e diversificate gratificazioni sensoriali. ■ www.villapisani.it


Info.qxp__01 ferrutensil2_1(fiere) 13/02/17 12:59 Pagina 54

Lineaverde News Formazione

Mostre mercato

13ª edizione Giornate internazionali di studio sul paesaggio 2017

“Un soffio di primavera” la mostra mercato del FAI a Milano

La tredicesima edizione delle Giornate internazionali di studio sul paesaggio, organizzate dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, si svolgerà giovedì 16 e venerdì 17 febbraio 2017 negli spazi Bomben di Treviso. Intorno alla parola “prato” inteso come luogo, e alle diverse declinazioni – prato, pré, prado, green, common, … – che questo luogo assume nella storia della città, si concentra quest’anno la discussione di questa edizione. Sulla scorta di un’esperienza svolta sul campo – il workshop 2016 che ha rappresentato un momento di approfondimento su un vasto vuoto urbano sedimentato nella storia della città, organizzato in collaborazione con il comune di Treviso – prosegue la discussione sul valore dei “prati” e sulla ricerca di nuove accezioni di spazio comune nella dimensione urbana contemporanea. Il programma delle giornate prevede una successione di quattro sessioni che partono dai “prati” nella storia e nella cultura del paesaggio, per passare ai modi in cui la cultura urbanistica e architettonica ha pensato al ruolo e all’immagine di tali spazi. La struttura del paesaggio urbano, l’interazione dell’uomo con la vegetazione “spontanea”, il progetto, occupano la terza sessione, mentre nell’ultima si svolgerà un confronto tra esperienze che operano in un campo pervaso da molte angolazioni, tutte orientate a un nuovo modo di pensare il progetto, “informale”, così come sono i prati sin dalla loro nascita. ■

Sabato 4 e domenica 5 marzo 2017, dalle ore 10 alle 18, Villa Necchi Campiglio a Milano ospiterà la sesta edizione di “Un soffio di primavera”, la mostra mercato che il FAI Fondo Ambiente Italiano dedica ai primi fiori della bella stagione e che quest’anno offrirà uno speciale approfondimento su primule e viole, di cui si potranno ammirare varietà insolite e scoprire i segreti della coltivazione grazie a conferenze di esperti del settore. Venticinque tra i migliori vivaisti italiani e stranieri, selezionati dal FAI in base alla specializzazione e alla qualità della loro produzione, esporranno nel giardino e nel padiglione vetrato della villa le loro collezioni e tante novità. I visitatori potranno scoprire e acquistare una ricca varietà di piante da mettere a dimora dopo il riposo invernale oltre ad arredi, attrezzi e prodotti per la cura del verde e chiedere suggerimenti e consigli per il rinnovo di giardini e terrazzi in vista dell’arrivo della primavera. Tra le categorie in mostra: piante annuali, biennali e perenni da fiore quali ellebori e primule, arbusti ed erbacee perenni di fioritura tardo invernale e primaverile precoce, piante aromatiche, piccoli frutti, rampicanti, rose a radice nuda, forsythie, bulbose, cactacee, mimose, agrumi oltre ad attrezzi e prodotti per la cura del giardino e dell’orto, sementi e libri dedicati alla cura del verde, illustrazioni botaniche e tanto altro ancora. In occasione della manifestazione verranno organizzati incontri sulla cura del verde, presentazioni di libri e laboratori di potatura delle ortensie mentre i più piccoli domenica potranno partecipare a divertenti laboratori creativi a tema floreale. ■ www.fondoambiente.it; www.villanecchicampiglio.it

Pubblicazioni

Ersaf, IX rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia L'11 gennaio scorso è stata presentata all'VIII Commissione permanente Agricoltura, montagna, foreste e parchi la nona edizione de “Il Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia”, un documento ad aggiornamento annuale, predisposto da Ersaf, la cui finalità è quella di illustrare, nel modo più ampio possibile, la situazione delle foreste e del settore forestale lombardo. Le informazioni e le relative sintesi statistiche sono tutte coeve e riferite ad un unico anno solare, quello citato nel titolo del documento. Il Rapporto 2015 e le precedenti edizioni sono scaricabili qui: www.ersaf.lombardia.it/Rapporto_stato_delle_foreste/ ■ Pag. 54 • Lineaverde Gen/Feb 2017


Info.qxp__01 ferrutensil2_1(fiere) 13/02/17 12:59 Pagina 55

Premi

VII concorso fotografico 'Gianfranco Fineschi'

L’associazione Roseto Botanico Gianfranco e Carla Fineschi di Cavriglia (Ar) organizza il VII concorso fotografico “Gianfranco Fineschi” dal titolo “Cieli, picchi e vette. Dove lo sguardo si innalza, spazia, tocca i confini tra realtà e infinito”. Le fotografie, in alta definizione, su supporto magnetico, andranno inviate, all’interno di una busta, al seguente indirizzo: “Associazione Roseto Botanico Gianfranco e Carla Fineschi”, loc. Casalone 76 - 52022 Cavriglia. Dovranno essere accompagnate da nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico del concorrente e indirizzo di posta elettronica e ricevuta di pagamento della tassa. Il termine ultimo per il ricevimento delle fotografie è il 17 aprile 2017. Tutte le immagini inviate al concorso entreranno a far parte dell’archivio dell’Associazione Gianfranco e Carla Fineschi che se ne riserva l'utilizzo senza fini di lucro. All’autore resteranno comunque tutti i diritti sulle immagini stesse. Il 1° classificato avrà diritto a un buono acquisto di euro 350, il 2° classificato un buono acquisto di euro 200, il 3° classificato un buono acquisto di euro 150, il 4° classificato una confezione regalo prodotti Az. Agr. “Il Casalone”. È prevista la possibilità di assegnare premi speciali. La premiazione dei vincitori avverrà nel mese di maggio 2017 presso il Roseto di Cavriglia, nel corso di un “evento” che seguirà l'apertura ufficiale al pubblico della nuova stagione di fioritura. In tale occasione saranno esposte le fotografie di tutti i concorrenti finalisti (numero 10), ai quali sarà preventivamente comunicata l'ammissione alla finale. ■


Info.qxp__01 ferrutensil2_1(fiere) 14/02/17 09:37 Pagina 56

Lineaverde News Biodiversità

Soddisfatta CIA Pistoia per la Carta dei valori, da salvare però il patrimonio botanico del Cespevi «E’ stata una riunione del Distretto vivaistico ornamentale con forti contrasti fra luci e ombre. Da una parte infatti è stato affermato definitivamente dal presidente Mati il fallimento del tentativo di una cordata di importanti imprese del territorio provinciale, a cui si era unita Cia con i suoi medio-piccoli vivaisti, di fare quella massa critica necessaria per acquistare all’asta le quote del Cespevi, il centro sperimentale di riferimento del settore (dove ha sede anche il Servizio fitosanitario regionale), di cui la Camera di commercio si deve disfare per legge. Dall’altra però è stata approvata una Carta dei Valori del Distretto, in relazione sia ai rapporti interni fra vivai maggiori e piccoli fornitori sia ai rapporti esterni con altri soggetti economici e le istituzioni e la cittadinanza, che potrebbe rappresentare un importante strumento di riscatto e di rilancio del vivaismo ornamentale pistoiese, se sarà rispettato fino in fondo, e su cui costruire un vero e proprio marchio distrettuale». Questo il commento di Sandro Orlandini, presidente della Confederazione italiana agricoltori di Pistoia, all’indomani della seduta del Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia tenutasi il 18 gennaio. Una valutazione che spinge Cia e in particolare il suo gruppo di vivaisti a fare un appello alle istituzioni pubbliche e ai soggetti privati che potrebbero eventualmente acquistare il Centro sperimentale per il vivaismo di Pistoia, per il quale è ormai quasi certa la liquidazione dopo la seconda asta andata deserta, di garantire almeno la salvaguardia della sua banca del germoplasma, che accoglie un campione rappresentativo della biodiversità botanica delle produzioni di piante distrettuali, dei posti di lavoro dei suoi tre dipendenti e, per quanto possibile, della già danneggiata raccolta di piante officinali ricevuta in donazione dall’estero grazie all’intervento del Prof. Alessandro Pagnini, presidente dell’Uniser. «Per fortuna – dice Orlandini – il Comune di Pistoia ha ribadito i vincoli urbanistici sul terreno del Cespevi, che dovrà essere destinato a parco scientifico, impedendo così dannose speculazioni. Però i vivaisti di Cia Pistoia non si rassegnano alla perdita di quella che consideravano a tutti gli effetti la casa del vivaismo pistoiese e per la quale avrebbero desiderato il rilancio del ruolo di centro di ricerca di riferimento del settore, strategicamente collocato al fianco del Servizio fitosanitario. Pertanto, non solo chiedono di preservare banca del germoplasma, posti di lavoro con relative competenze e la collezione di piante officinali (comparto peraltro sempre più rilevante nei mercati florovivaistici). Ma si dichiarano disponibili a contribuire a incrementare il patrimonio della banca del germoplasma con nuove donazioni di piante». Riguardo alla approvata Carta dei Valori, Orlandini, senza voler rubare la scena sull’argomento ai vertici del Distretto, sottolinea che in essa vengono accolte molte delle istanze portate avanti negli ultimi anni da Cia Pistoia. «In particolare – osserva Orlandini, che è membro del Distretto in rappresentanza della Camera di commercio – abbiamo inserito nella carta i tempi di pagamento certi, congrui e sostenibili. Così come il richiamo alla trasparenza e alla “correttezza e chiarezza” contrattuali, che avrebbero certamente impedito il verificarsi di situazioni inaccettabili come il recente caso Bruschi, che ha messo in difficoltà tante imprese del territorio e che non è ancora stato risolto». ■

Pubblicazioni

È uscito il nuovo annuario ANVE E' già disponibile la nuova edizione dell'annuario ANVE, un volume completo e ricco di informazioni e foto, che racconta in maniera dettagliata le attività portate avanti dalla associazione nel 2016 e le aziende che ne fanno parte. Ogni socio, socio sostenitore e partner ANVE, è infatti presente con una propria scheda dettagliata, in doppia lingua italiano e inglese. Chi fosse interessato a ricevere il nuovo annuario può inviare una richiesta al segretario Edoardo Sciutti (segreteria@anve.it). E' possibile anche sfogliare l'annuario online su www.anve.it ■

Pag. 56 • Lineaverde Gen/Feb 2017


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Mostre mercato

A maggio Giardini&Terrazzi 2017 nel cuore di Bologna Giardini & Terrazzi si conferma una manifestazione di massa e di grande richiamo per gli appassionati e i professionisti del verde e del vivere all’aria aperta, che ha visto nella passata edizione 2016 un’affluenza di oltre 32.000 visitatori. La mostra mercato prevede tre appuntamenti: due a Bologna, nel cuore della città presso il Parco dei Giardini Margherita, bellissimo giardino realizzato nel 1875 su progetto di Emanuele Sambuy, i giorni 12-13-14 di maggio e 8-9-10 di settembre; uno a Ravenna il 22-23-24 settembre. Giardini & Terrazzi è una mostra mercato di piante e fiori, prodotti, macchine, attrezzature e tecnologie per il giardinaggio e florovivaismo, sistemi di irrigazione, arredo casa, giardino e loro complementi, ma si trova anche antiquariato, studi di progettazione e imprese di servizi, pet village, tessuti, cibi e bevande dei territori italiani. I protagonisti della manifestazione - florovivaisti, progettisti, architetti del verde e paesaggisti, realizzatori di giardini e terrazzi - potranno partecipare ad una gara di creatività (il concorso verde creativo), progettando un giardino o terrazzo a te ma libero, che potranno realizzare anche grazie ad un loro team di allestitori e fornitori. Saranno previste varie tipologie di premio, che facciano emergere sia le qualità tecniche sia quelle artistiche e estetiche, come pure il gradimento del pubblico. ■ www.giardinieterrazzi.eu


Info.qxp__01 ferrutensil2_1(fiere) 13/02/17 12:59 Pagina 58

Lineaverde News Associazioni

Nasce l'AIPV, Associazione Italiana Professionisti del Verde È programmata per il 21 gennaio 2017 a Parma l'assemblea fondativa di A.I.P.V. associazione di categoria per rappresentare, tutelare e valorizzare le persone fisiche e le aziende che, a vario titolo, si occupano professionalmente della realizzazione e cura del verde ornamentale e del paesaggio sia pubblico che privato. A.I.P.V. nasce con i seguenti scopi: promuovere la sicurezza sul lavoro; la formazione tecnica professionale; la certificazione delle qualifiche professionali specifiche; favorire gli scambi di informazione di interesse comune fra gli associati, promuovere la visibilità ed il riconoscimento del valore del Verde Urbano in ogni sua forma. Per informazioni e per partecipare attivamente alla fondazione di A.I.P.V.: www.aipv.it. ■

Turismo Eventi

Vestire il Paesaggio 2017, il programma dettagliato La quarta edizione di Vestire il Paesaggio, manifestazione presente nel documento di candidatura di Pistoia Capitale Italiana della Cultura, quindi inserita nel calendario ufficiale delle manifestazioni dell’anno della Cultura, si svolgerà dal 11 al 17 giugno 2017. Di questa edizione, quest’anno ancora più importante, è stato definito il programma dettagliato, le sedi ed i temi. Lo trovate su www.vestireilpaesaggio.it ■

Fiere

Flower Expo Ukraine Flower Expo Ukraine è una delle fiere piú importanti in Europa orientale e l’unica fiera internazionale in Ucraina per la floricoltura, orticoltura, architettura del paesaggio. L'undicesima edizione si svolgerà dal 21 al 23 marzo 2017 all’International Exhibition Centre (IEC) di Kiev, il centro esposizioni piú grande dell’Ucraina. L’edizione 2016 ha contato 6.484 visitatori, per un aumento di circa il 30% rispetto alla edizione del 2015. L’edizione 2016 ha ospitato un numero record di 36 partecipanti olandesi, con una nutrita partecipazione collettiva. In generale si è visto un grande aumento delle aziende interessate al mercato ucraino, infatti questo si sta decisamente riprendendo e continuerà a crescere nei prossimi anni, potendo offrire quindi molte nuove opportunità agli esportatori di fiori e piante, vivaisti e fornitori di prodotti orticoli. Oltre ai Paesi Bassi, sono stati rappresentati alla fiera anche Colombia, Ecuador, Francia, Germania, Israele, Sudafrica e Ucraina. Info: www.flowerexpo-ukraine.com ■ Pag. 58 • Lineaverde Gen/Feb 2017

Le Isole di Tahiti: giardini botanici e incantevoli percorsi nel verde Le Isole di Tahiti, paradiso insulare composto da 118 isole e atolli che si sviluppa su cinque grandi arcipelaghi, terre dalla sconfinata bellezza e dalla ricca e radicata tradizione, ospitano numerosi giardini botanici in grado di ricreare scenari incantati e paradisiaci. Tutti e cinque gli arcipelaghi presentano una grande varietà di flora, e si preoccupano di preservarne la bellezza e l’unicità anche attraverso queste oasi. Ogni giardino presenta una propria storia e ogni pianta al suo interno ha un’importanza particolare. L’isola che presenta il maggior numero di giardini botanici è Tahiti, seguita dalle non lontane Moorea, Huahine e Raiatea e dalla più remota Ua Huka, nelle isole Marchesi. I giardini più belli e significativi de Le Isole di Tahiti sono: il giardino botanico Harrison W. Smith (Tahiti), i Giardini Paofai (tra i più incantevoli dell’isola di Tahiti); i giardini acquatici di Vaipahi (Tahiti), il giardino tropicale (Moorea), i sentieri del monte Temehani (Raiatea), l’arboreto Papua-Keikaha Temooche. ■ www.tahiti-tourisme.it


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Promozione

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Sponsorizzazione per la manutenzione del Roseto Niso Fumagalli

Lo Spettacolo della Primavera Concorso per le migliori idee e realizzazioni di giardini Il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza annuncia la nuova partnership con Candy Group per la gestione del roseto della Villa Reale di Monza, già intitolato a Niso Fumagalli. Si tratta di una nuova collaborazione per i prossimi 5 anni con l’intento di valorizzarlo aprendolo a un pubblico sempre più vasto e trasformandolo nel palcoscenico di eventi e spettacoli culturali e musicali. Da oltre 50 anni Candy e la famiglia Fumagalli, attraverso l’Associazione Italiana della Rosa, gestiscono il Roseto della Villa Reale di Monza, oggi Roseto Niso Fumagalli; fu proprio Niso Fumagalli, fondatore della Candy con i fratelli Enzo e Peppino e il padre Eden, a recuperare nel 1964 l’area abbandonata adiacente la Villa Reale e trasformarla attraverso importanti interventi di architettura paesaggistica, in un Roseto che negli anni ha meritato riconoscimenti internazionali di eccellenza. Sempre suo il merito di istituire l’Associazione Italiana della Rosa, di cui è stato presidente sino alla sua scomparsa nel 1990, incarico poi ricoperto dalla moglie, Ester Boschetti Fumagalli, e successivamente dal figlio Silvano Fumagalli, attuale presidente. Il rapporto contrattuale siglato vede il Gruppo Candy diventare Platinum Sponsor della Reggia di Monza, con la collaborazione tecnica dell’Associazione Italiana della Rosa, per le attività di manutenzione, conservazione, cura e implementazione delle piantumazioni del Roseto e delle aree in cui esse insistono, mentre la gestione del Roseto rimarrà in capo al Consorzio. ■

4 - 12 MARZO 2017 FIERA DI PORDENONE Dal lunedì al venerdì: 14.30-19.30 Sabato e domenica: 9.30-19.30

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Lineaverde News Fitopatologia

Xylella fastidiosa: il gelo non uccide il patogeno, ma il vettore sì La straordinaria ondata di freddo che si è riversata eccezionalmente sul Mezzogiorno la prima settimana di gennaio porterà dei vantaggi agli olivicoltori del Salento danneggiati dalla Xylella? Lo spiega all'ANSA Pio Federico Roversi, ricercatore entomologo del Centro ricerca di Difesa del Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. "Il batterio della Xylella fastidiosa non teme la neve né l'inverno rigido perché vive tranquillo nei vasi dove circola la linfa delle piante, di fatto protetto dalle intemperie. Ma l'abbassamento repentino delle temperature e la neve possono uccidere i vettori, quegli insetti che propagano la fitopatologia che tanti danni ha creato all'olivicoltura del Salento. Il maltempo dunque non ha vantaggi diretti nel contrasto alla Xylella ma indiretti sì, nella misura in cui la neve uccide gli insetti

che la diffondono. Gli insetti vettori, perlopiù le cosiddette "sputacchine", non vanno in letargo, vivono all'aperto e non cercano rifugi e soprattutto non sono abituati ad andare incontro a inverni rigidi. Negli anni si sono acclimatati al Sud e proprio per questo potrebbero essere decimati dal gelo e dal crollo delle temperature. E tanto più questa popolazione andrà incontro a mortalità, tanto più in primavera potremmo circoscrivere l'area contaminata dalla Xylella fastidiosa. Un insetto affine ai vettori della Xylella, le temute "sputacchine", è lo Scafoideo, una cicalina dorata che trasmette malattie alla vite. Anche questi esemplari non vanno in letargo e non fermano il metabolismo per mesi. Sono quindi esposti e a rischio, con sollievo dei viticoltori, per il freddo polare che sta mettendo a dura prova il Centro-Sud". Fonte: Ansa.

Novità botaniche

Itala, la nuova margherita ecologica creata dall’IRF Si chiama "Itala" la nuova varietà di margherita realizzata in Liguria, in omaggio a Italo Calvino uno dei narratori più importanti del secondo Novecento fortemente legato alla città di Sanremo e per celebrare la varietà del fiore ancorato alla ricerca sul territorio. È stato l’Istituto per la floricoltura regionale con sede a Sanremo, ente strumentale della Regione Liguria, a ideare Itala, vista l’importanza della coltura della margherita in Liguria, per rispondere alle richieste dei consumatori e dei buyer internazionali alla ricerca di sempre nuove varietà e nuovi particolari e dei buyer internazionali. La sua presentazione ufficiale avverrà a Essen in Germania dove sarà l’unica varietà di margherita presente nello stand della Liguria della più importante fiera floricola al mondo. Dopo "Camilla Ponticelli", nome ottocentesco con cui si è designata la prima varietà di margherita che ha fatto la storia del fiore ad Albenga, ma anche dell’economia floricola ligure e "Irma", un’ulteriore varietà che ha fatto il successo del fiore sul territorio ligure, l’ultima arrivata, presentata il 20 gennaio scorso nella sede della Regione Liguria alla presenza del presidente Giovanni Toti e dell’assessore all’Agricoltura Stefano Mai, è Itala. "L’obiettivo del nostro Istituto che fa ricerca applicata a favore delle imprese – spiega Germano Gadina, presidente dell’Istituto per la floricoltura regionale – era creare una varietà cosiddetta green, con fiore molto resistente che non necessita però di fito-regolatori per cui molto ecologica. La nostra varietà ha sviluppato un’attività di miglioramento genetico e selezione mirata a ottenere nuovi genotipi. L’aspetto può sembrare il solito, in realtà dietro a questa nuova varietà vi è moltissima ricerca". ■ Fonte: Regione Liguria Pag. 60 • Lineaverde Gen/Feb 2017


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Mostre mercato

Studi&Ricerche

Giardini d’Autore torna a Rimini per l’edizione di primavera

The Global Commercial Greenhouse Industry 2016 report

Giardini d’Autore, l’ormai riconosciuta mostra di giardinaggio che accoglie i migliori vivaisti italiani rinnova l’appuntamento a Rimini dal 17 al 19 marzo presso lo storico Parco Federico Fellini, cuore pulsante dell’identità e della storia riminese. La manifestazione giunge al suo ottavo anno aprendo la stagione delle mostre di giardinaggio in Italia con la sua edizione primaverile. Passeggiando a Parco Fellini sarà possibile reperire piante aromatiche e per l’orto, bulbi, semi, rose antiche e moderne, piante acquatiche, piante tropicali, frutti antichi, piante da ombra, e ancora arbusti insoliti a fioritura precoce primaverile, ellebori, piante grasse, varietà insolite di camelie e azalee, piante rampicanti, agrumi storici e ornamentali, piante commestibili e tante altre curiosità vegetali. Accanto ai vivaisti Giardini d’Autore è infatti un appuntamento di richiamo per designer, architetti, paesaggisti e artigiani con l’obiettivo di offrire al suo pubblico idee e spunti per ripensare e vivere gli spazi verdi. Tra esposizioni e progetti sul territorio Giardini d’Autore si fa anche scenario di incontri, dibattiti e conferenze sul tema del verde e del giardino nonchè di laboratori creativi per adulti e bambini. Una delle novità lanciate per l’edizione di primavera 2016 e che ha già riscosso risultati davvero interessanti è “riminingreen”, il concorso alla sua seconda edizione per la realizzazione di giardini rivolta ad architetti, designer, paesaggisti, vivaisti e giardinieri e a chiunque abbia esperienza nel settore. I progetti, che potranno essere inviati entro il 19 febbraio 2017, saranno giudicati da una commissione tecnica e dal pubblico. ■ giardinidautore.net

E’ stato pubblicato il report 2016 The Global Commercial Greenhouse Industry Market Research, studio specialistico americano che tratta nel dettaglio le dinamiche di mercato del settore agricolo nazionale e mondiale. Fornisce analisi sull’import/export, costi e prezzi con indicazione del margine lordo diviso per Paesi quali Stati Uniti, Europa, Cina e Giappone. Si concentra inoltre sugli operatori del settore con informazioni sui profili aziendali, marketing dei prodotti, bilanci e costi/ricavi; tendenze di sviluppo dell'industria e molto altro ancora come anche la fattibilità di nuovi progetti di investimento. Il volume è acquistabile solo in lingua inglese. ■ www.marketresearchstore.com

Fiere

La terza edizione di Myplant & Garden si terrà a Fiera Milano Rho-Pero dal 22 al 24 febbraio La terza edizione di Myplant & Garden, International Green Expo – la piú importante fiera internazionale b2b del florovivaismo, del paesaggio e del garden in Italia – si terrà a Fiera Milano Rho-Pero dal 22 al 24 febbraio. Oltre 500 aziende in esposizione e 30 incontri professionali. Paesaggio, mercati, distribuzione, PPAA e filiera verde, green building, agronomia, decorazione, tecnologia, giardinaggio, architettura, botanica, florovivaismo, gestione d’impresa: Myplant & Garden, in collaborazione con partner strategici di primo livello, offre ai 500 espositori e alle migliaia di visitatori in arrivo da tutto il mondo un palinsesto eccezionale di opportunità di affari, conoscenze, aggiornamenti e relazioni. Ordini professionali, imprese, centri di ricerca, università, scuole tecniche, associazioni, consorzi, professionisti, editori, analisti, operatori, rappresentanti della pubblica amministrazione si confrontano a Myplant 2017 con l’obiettivo di incontrarsi, conoscersi, attivare nuove opportunità. Per crescere, tutti insieme, nella più importante piazza fieristica internazionale del verde, del paesaggio, del garden e del green building in Italia. Lineaverde sarà presente allo stand C39 pad 20. ■ www.myplantgarden.com

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Lineaverde News Attualità

Cespevi, deserta la seconda asta Si fa sempre più probabile la possibilità della messa in liquidazione per il Cespevi. Il Centro sperimentale per il vivaismo dopo quasi 36 anni dalla nascita. Il Centro sperimentale per il vivaismo è andato all’asta la prima volta nel marzo del 2016, ma la gara era deserta. La seconda gara, con base d’asta ribassata del 10% si è svolta alla fine dell’anno, ma nessuno si è presentato. Stefano Morandi, presidente provinciale della Camera di Commercio, ha spiegato al Tirreno (Pistoia): “Noi dobbiamo comunque uscire, e per farlo dobbiamo procedere alla messa in liquidazione. Atto che potrebbe diventare realtà nei primi giorni di febbraio. I 100mila euro di contributo della Camera di Commercio non ci sono più da due anni. Il bilancio del Cespevi è andato in rosso di 70mila euro due anni fa e lo scorso anno si è chiuso con un passivo di 100mila. Mancano le nostre entrate, ma permangono i costi fissi”. Ricordiamo che il Cespevi sorge su un’area di 26 ettari, acquistati dal demanio dello Stato nel 1973, che ospita al suo interno la “Banca del germoplasma”, un progetto per cui Sandro Orlandini, presidente provinciale della Cia, ha lanciato recentemente un appello: “Salviamo la Banca. Raccoglie un campione rappresentativo della biodiversità botanica delle produzioni di piante distrettuali”. Alcuni mesi fa il presidente del Distretto vivaistico Francesco Mati aveva proposto la nascita di un consorzio di piccole e medie imprese toscane per rilevare il 60% delle quote della Camera di Commercio. Il restante 40% poteva essere appannaggio della Fondazione Caript, che avrebbe raddoppiato la sua partecipazione. Inizialmente sembrava che la proposta avesse suscitato un qualche interesse, ma la Newco non ha mai visto la luce. L’idea era quella di gestire il Cespevi attraverso progetti imprenditoriali in grado di produrre redditi, di rendere autonomo il Centro. ■

Dalle aziende

Incontro di fine anno Flora Toscana: 34 milioni di fatturato, il 2016 l’anno migliore di sempre Nel consueto incontro di fine anno soci e collaboratori di Flora Toscana si sono ritrovati tutti insieme per lo scambio di auguri e per le valutazioni sull’andamento della attività. Non è ancora tempo di bilancio ufficiale, ma si può dire che l'andamento commerciale del 2016 è stato il migliore di sempre. Il fatturato totale ha raggiunto 34 milioni, superando di quasi 3 milioni il budget previsionale ed incrementandosi del 6,1% rispetto al 2015 che già aveva visto una crescita dell’8,6%. Annata positiva anche per le produzioni dei soci ed in particolare per fiori e fronde recisi. La produzione di Statice è incrementata del 10% confermando i prezzi già buoni dell’anno precedente. L'Ilex Verticillata ha visto un aumento di fatturato alla produzione del 55% con prezzi liquidati ai soci più alti del 10-18% a seconda dell’articolo. Su questo prodotto è stata anche sperimentata con successo una selezione particolare “Ilex Robin" supportata da una politica di immagine e comunicazione messa a punto dall'ufficio marketing di Flora Toscana, a disposizione di tutti i soci. Da segnalare l’ottima annata per le fronde, Eucaliptus e Ruscus, cresciute del 10% come pure le Peonie ed i Crisantemi. Il presidente Paolo Batoni ed il direttore Walter Incerpi hanno poi tratteggiato gli impegni già programmati per il 2017 che sono rivolti al continuo adeguamento organizzativo del gruppo Flora Toscana che comprende anche la società Agrivivai operativa a Pistoia e specializzata nelle forniture alle aziende vivaistiche. Ci saranno nuovi spazi da organizzare per il settore fiori e piante che punta ad una ulteriore espansione per i prossimi anni. Sono previsti avvicendamenti organizzativi oltre al rinnovo triennale delle cariche sociali. Secondo quanto previsto dal piano strategico sarà anche possibile accogliere nuovi soci focalizzando la selezione su aziende possibilmente giovani e competitive sia di piante in vaso che di reciso. I floricoltori interessati possono rivolgersi direttamente all'ufficio soci. ■

Pag. 62 • Lineaverde Gen/Feb 2017


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Fiere

Greenery & Landscaping China (GLC) a Shanghai, organizzato da NürnbergMesse Dal 7 al 9 giugno 2017 il World Expo & Convention Exhibition Center di Shanghai si trasforma in un luogo di incontro per i professionisti del verde della Cina. Qui si terrà Greenery & Landscaping China (GLC), la fiera più influente per la progettazione, la costruzione e la manutenzione degli spazi verdi urbani ma anche per l’architettura del paesaggio, per la prima volta quest’anno organizzata da NürnbergMesse China - NürnbergMesse è l'organizzatore del GaLaBau, la più grande e importante fiera internazionale per il verde urbano e spazi aperti in Europa -. Infatti dal 2003 – l’evento è annuale - l’organizzazione era curata, sempre nella stessa location, da Shanghai Landscape Architecture and Gardening Trade Associati on (SLAGTA). Quest’anno sono attesi circa 8.000 visitatori professionali, soprattutto protagonisti del mondo politico, rappresentanti delle autorità pubbliche e architetti del paesaggio, rivenditori specializzati di piante da giardino, decision maker di vari settori come la progettazione, la costruzione, il mantenimento di spazi verdi, campi sportivi, da gioco e da golf. GLC è ottimamente integr ato da un programma collaterale interessante. Oltre al Congresso, ci sono diverse mostre speciali, attività e incontri di matchmaking organizzati. Quest’anno sono attesi 200 espositori internazionali. Darren Guo, direttore generale della NürnbergMesse China, spiega che il mercato verde in Cina, in particolare il verde pubblico, offre un enorme potenziale, dato l’aumento del tasso di urbanizzazion e del Paese che dovrebbe continuare a crescere nei prossimi anni. Una ricerca di mercato rivela che le vendite totali dei prodotti di giardinaggio e paesaggistica ammonteranno nel 2018 a circa 327 miliardi di dollari. Grazie a questo sviluppo, il mercato “GaLaBau cinese” ha non solo una grande richiesta di macchine da costruzione e di manutenzione, ma anche per i materiali da costruzione come la pie tra, il legno e le piante. Inoltre, la Cina investe ampiamente nei parchi giochi, tempo libero e impianti sportivi, nonché settori di tendenza, come il verde verticale. In generale, i gruppi di prodotti richiesti possono essere decisamente confrontati con quelli del GaLaBau di Norimberga. Il programma degli eventi collaterali è visionabile sul sito. ■ www.glcexpo.com


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Lineaverde News Associazioni

Successo per il quinto convegno nazionale AICG “Le nuove rotte del verde” Si è concluso con grande successo il quinto convegno nazionale di AICG (Associazione Italiana Garden Center) che si è tenuto a Venezia Mestre il 17 e il 18 gennaio: circa 320 i partecipanti, provenienti da tutta Italia, tra proprietari di Garden Center, operatori del settore, esperti e giornalisti. Molto apprezzati gli interventi dei relatori, sia italiani che stranieri, che hanno spaziato dal marketing all’analisi dei trend del settore agli stimoli motivazionali. Frank Van Der Heide, direttore dell’Associazione Olandese Centri Giardinaggio, ha presentato i trend di vendita olandesi, i tre modelli di garden center del futuro (Green Garden Center, Green Experience Center e Online Garden Center) e il Garden Ret ail Experience. Laurens Doesborgh, responsabile marketing e sviluppo di De Haan Group BV, ha dispensato indicazioni molto pratiche per ottimizzare il profitto al metro quadro. Gli ospiti internazionali aiutano gli imprenditori italiani a confrontarsi con realtà estere dove il mercato del verde è più sviluppato e radicato nel tempo. Nella seconda giornata Oliver Mathys, consulente in Germania per i garden center aderenti alla VDG (Deutscher GC Verband, associazione corrispondente ad AICG) ha presentato il congresso dell’International Garden Center Association (IGCA, di cui AICG fa parte) che si terrà a settembre 2017 in Canada e il viaggio studio ai migliori Centri di Giardinaggio della Germania del Nord, a giugno 2017. ■ www.aicg.it

Attualità

Scalo Milano a Locate Triulzi: edilizia commerciale con il verde in testa Scalo Milano rappresenta un unicum nel panorama commerciale italiano. Nato su un’area ex-industriale, senza alcun nuovo consumo di suolo, il City Style District si contraddistingue per i suoi volumi, ispirati alle fabbriche, icona dell’imprenditoria milanese dell’ultimo secolo, con facciate contemporanee e soluzioni e materiali d’avanguardia. Il progetto del verde ha visto prima di tutto la cessione al Parco Agricolo di una superficie pari a circa a 52.000 mq destinata ad aree a verde pubblico di interesse pubblico generale e da riqualificare, mantenendo la “funzione agricola”. Questo costituisce la più importante e significativa misura di compensazione di carattere ambientale connessa con la realizzazione del nuovo Polo Commerciale, dal momento che è stata eliminata la potenziale edificabilità di un’area che già il P.R.G destinava ad espansione industriale. In altri termini, a fronte di un ambito di trasformazione con superficie totale di 305.690mq, il progetto destina a Parco agricolo pubblico una superficie di non meno di ca. 122.000mq, contro una percentuale minima del 20% in ampliamento richiesta dall’Ente Parco Agricolo Sud Milano pari a 61.138mq. Allo stesso modo, la quota minima di superficie filtrante richiesta dall’Ente Parco pari al 90% del parco in ampliamento (pari quindi a 55.024mq), è meno della metà di quanto previsto dal progetto, dal momento che l’intera superficie destinata a parco agricolo rimane filtrante. A questo parco agricolo si lega il verde attrezzato di pertinenza del Polo Commerciale, portando la quota di verde pubblico e ad uso pubblico ad un totale di circa 150.000mq, permeabili, variamente piantumati ed attrezzati. In sintonia con la vocazione naturalistica del territorio sono state scelte delle essenze arboreo-arbustive prevalentemente autoctone del Parco Agricolo Sud Milano e dove possibile è stata salvaguardata il più possibile l’esigua vegetazione esistente in buono stato: sono stati così conservati circa 90 alberi esistenti dell’ex area Saiwa mentre sono stati così messi a dimora 1200 alberi, tra cui Tilia cordata, Taxodium disticum, Carpinus betulus, Acer campestre per i parcheggi e mentre per accompagnare il visitatore all’interno di Scalo Milano, in netto contrasto con l’esterno, è stato scelta quale essenza arborea il Quercus ilex. ■ www.scalomilano.it

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