Lineaverde ottobre 2016

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IL PUNTO

FIERE

PAESAGGIO

Le crisi aziendali e le nuove frontiere del florovivaismo ornamentale

Flormart 2016: bilancio della 67ª edizione del salone del florovivaismo

Il paesaggio costiero da diversi punti di vista, con un occhio di riguardo a quello paesaggistico

Lineaverde ATTUALITÀ

E I NFORMAZIONE

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PER

V IVAISTI , P ROGETTISTI

E

C OSTRUTTORI

DEL

V ERDE

Magnolie Specie e varietà dalla A alla Z Continua il nostro viaggio nel meraviglioso mondo delle magnolie, con un’approfondita analisi delle principali specie e varietà in ordine alfabetico.

Ottobre 2016 Anno 42 - N°6



> SOMMARIO <

Il punto Le crisi aziendali e le nuove frontiere del vivaismo ornamentale ...................................................... PAG. 2 di Renato Ferretti Tecniche Le magnolie: specie e varietà da Lacey a Lennei Hybrid ...... PAG. 4 di Stefano Sogni e Lorenzo Sogni Fiere Flormart 2016: bilancio della 67ª edizione del salone del florovivaismo .................................................... PAG. 10 di Silvia Vigé

Lineaverde è edita da EPE Edizioni Srl Redazione: Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02.89.50.18.30 - Fax 02.89.50.16.04 E-Mail per richiesta abbonamenti o informazioni: info@linea-verde.net E-Mail per invio comunicati o altro materiale alla redazione: lineaverde@linea-verde.net Sito Web: www.linea-verde.net Direttore responsabile: Massimo Casolaro massimo.casolaro@epesrl.it

Fitopatologia Bolzano e dintorni: il perchè di un ambiente piacevole con piante belle e sane .......................................... PAG. 14 di Giorgio Badiali

Direttore editoriale: Renato Ferretti renatoferretti@tin.it

Editor: Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Eventi Il valore del verde: etica, salute ed economia ........................ PAG. 18 di Silvia Vigé

Hanno collaborato: Giorgio Badiali, Ilaria Bonanno, Biagio Guccione

Architettura del Paesaggio Il paesaggio costiero .............................................................. PAG. 22 di Biagio Guccione

Comitato tecnico: Giorgio Badiali Francesco Ferrini Franca Gambini Biagio Guccione Laura Schiff

Mostre Mercato Orticolario e “Il risveglio” ....................................................... PAG. 26 di Silvia Vigé

Redazione: Claudia Perolari claudia.perolari@epesrl.it

Sara Cavallini sara.cavallini@epesrl.it

Normative Il controllo funzionale delle irroratrici ..................................... PAG. 30 di Renato Ferretti Fiere Flora Trade Show: convegni, formazione, workshop ............. PAG. 32 a cura della redazione INFORMARE ......................................................................... PAG. 34 Commercio estero L’attività del servizio fitosanitario negli aeroporti della Lombardia .............................................. PAG. 44 di Rolla Marco, Domenico Dino, Antonio Minnicci

Segretaria di redazione: Silvia Mariani silvia.mariani@epesrl.it

Impaginazione: Claudia Bellelli claudia.bellelli@epesrl.it

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Direttore commerciale: Maurizio Casolaro maurizio.casolaro@epesrl.it

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> IL PUNTO <

Le crisi aziendali e le nuove frontiere del florovivaismo ornamentale I dati macroeconomici dicono che la crisi è finita da un pezzo, ma le aziende continuano a chiudere, nel nostro come in altri comparti. Ci vorrebbe un florovivaismo coeso, che con chiarezza ed unità d’intenti affrontasse di petto le molte questioni sul tavolo. Al momento tutto ciò non si vede. di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

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onostante i dati di Banca Intesa dicano che, per esempio, il Distretto Vivaistico Pistoiese ha incrementato del 6,5% le esportazioni nel primo semestre del 2016 rispetto all’anno precedente, nella realtà di effetti positivi se ne vedono pochi. La crisi economico-finanziaria continua per tutte le aziende italiane ed il vivaismo c’è dentro pienamente. Gli sbocchi commerciali interni si contraggono sempre di più, a dispetto delle reali esigenze ed anche degli annunci che a livello politico si sentono nelle varie campagne elettorali. Poi c’è la difficoltà

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ad aggredire nuovi mercati che per la scarsa propensione all’innovazione di prodotto e di processo che impedisce il crearsi di nuovi vantaggi competitivi. Ecco allora inevitabile per il vivaismo ornamentale affrontare una profonda riconversione strutturale. Quello che sembrava impossibile oggi è realtà: aziende che hanno fatto la storia

del vivaismo in Italia ed in Europa, hanno avviato la procedura di chiusura aziendale, inimmaginabile fino pochi mesi fa, o nelle migliori situazioni ad sono state acquistate da altre aziende. Ormai i casi più o meno gravi sul piano finanziario sono moltissimi in tutte le regioni d’Italia. Per certi versi è un processo inevitabile sul piano economico e


comune a tutti i settori produttivi maturi, ed il vivaismo ornamentale ormai è fra questi. Anche se le caratteristiche delle aziende agricole non prevedono il fallimento, l’avvio delle procedure fallimentari da parte dei creditori verso le aziende vivaistiche sono sempre più frequenti. I dati ufficiali dicono che aumentano le difficoltà finanziarie e la mancanza di liquidità si ripercuote sull’intera filiera produttiva comprese le aziende che forniscono

mezzi di produzione e servizi. Insomma le difficoltà economico-finanziarie si fanno sentire, eccome! Ma il settore reagisce? La mia opinione è che ancora si cerchi di mettere lo sporco sotto il tappeto per non vederlo: non si spiega altrimenti la difesa dei particolarismi, dei settorialismi e dei localismi. Ci sarebbe bisogno di un settore coeso, determinato nel chiedere le soluzioni normative ai troppi problemi aperti ed anche per rivendicare

Ma il settore reagisce? La mia opinione è che ancora si cerchi di mettere lo sporco sotto il tappeto per non vederlo: non si spiega altrimenti la difesa dei particolarismi, dei settorialismi e dei localismi.

un maggiore impegno delle strutture pubbliche nella ricerca e nei servizi al vivaismo ornamentale. Insomma ci vorrebbe coraggio, chiarezza ed unità d’intenti! Ma anche le recenti vicende hanno prevalentemente messo in luce la divisione del settore e la difficoltà a trovare soluzioni condivise a problemi che affliggono interi comparti e filiere produttive. Nemmeno sulle questioni fitosanitarie, che ormai costituiscono il nodo più importante per il consolidamento dei mercati tradizionali e lo sviluppo di nuovi sbocchi commerciali, riusciamo a trovare una posizione forte e coesa a livello nazionale per far valere le peculiarità delle nostre produzioni ed evitare che le norme europee, in fase avanzata di definizione, favoriscano altri partner europei a discapito dei nostri produttori. A prescindere dalla normativa europea che verrà noi dobbiamo attrezzarci per poter garantire che le tecniche di prevenzione e controllo fitosanitario sono state tutte attuate, di poterlo certificare e di poter affermare con cognizione di causa e quindi con documentazione che le piante che vengono vendute sono state prodotte con tecniche certe ed in luoghi ben individuati. Tracciabilità e garanzia di qualità totale del prodotto divengono ormai la discriminante per conservare ed acquisire mercati. Perché la qualità totale del prodotto e la possibilità di certificarlo divengono ormai requisiti fondamentali per tutti i tipi di mercato sia pubblico che privato. Ecco che come potete leggere in altri articoli di questo numero sia i provvedimenti per incentivare gli investimenti nel verde privato, ma anche il reperimento di risorse pubbliche da destinare a parchi e giardini per rendere più vivibili le città sono la vera medicina per guarire il settore del vivaismo ornamentale. n Pag. 3 • Lineaverde Ottobre 2016


> TECNICHE <

Le magnolie: specie e varietà da Lacey a Lennei Hybrid di Stefano Sogni* e Lorenzo Sogni** stefanosogni@interfree.it

*Tecnico responsabile del settore produzione e promozione di Zelari Piante (PT) **Dottore in scienze vivaistiche ambiente e gestione del verde

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lassificare in maniera univoca le specie, forme e varietà delle Magnolie non è semplice. Molte di esse, apparentemente diverse per specie di appartenenza o per nome, sono in realtà duplicate, descritte in tempi e luoghi diversi ma riconducibili una all’altra. Per questo motivo, abbiamo deciso di descriverle ordinandole in base al solo nome varietale, al nome 1

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Le magnolie descritte in questa sessione nascono dall'ingegno e dall'amore dei loro ibridatori che hanno reso possibile nuovi colori e forme di queste magnifiche piante.

della forma od al suffisso specifico. Questo è il nome in grassetto ad inizio di ogni paragrafo; il nome della specie (o delle specie parentali) figura fra parentesi quadra, seguito da un suffisso che ne indica il tipo (sp. = la specie tipo; subsp. = una sottospecie di una specie tipo; var. = varietà botanica della specie indicata; f. = forma della specie indicata; hyb. = gruppi di ibridi; cv.

= cultivar della specie indicata). Ad esempio, Acuminata [Magnolia grandiflora] cv. deve intendersi come Magnolia grandiflora cv. Acuminata. Quando inoltre fra parentesi si indichino più specie, separate da virgola, ciò significa che la specie di appartenenza non è chiara né sicura (od addirittura ignota, quando compaia il solo punto interrogativo). 2


L Lacey [Magnolia denudata], cv. Varietà descritta da Wister dello Swarthmore College (Pennsylvania, USA) nel 1956. La pianta originaria, successivamente cresciuta nella tenuta Lacey (da cui il nome datole da Wister) nel centro della Louisiana (USA), viene dalla Francia. I fiori sono molto grandi, alcune volte arrivano anche a 20 cm. Il fiore è bianco con una macchia e una striscia rosacea alla base dei tepali. Varietà di difficile coltivazione. Lady Wakehurst [Magnolia wilsonii], cv. Riportata per la prima volta nel 1961 da D. Todd Gresham (Santa Cruz, California, USA) con solo nomen nudum in una sua corrispondenza con il Dr. Fogg. Senza altre indicazioni. Lanarth (fig. 1, 2) [Magnolia campbellii var. mollicomata], cv. Originariamente indicata da P. Williams nel Journal of the Royal Horticulture Society nel 1947 come Ma3

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gnolia mollicomata cv. Lanarth e successivamente (e tuttora) riconosciuta invece come cultivar di Magnolia campbelli var. mollicomata. I fiori sono formati da 12 tepali, ognuno lungo 10/12 cm e larghi la metà, viola ciclamino. Lanarth [Magnolia dawsoniana], cv. Resa disponibile in commercio per la prima volta dai Treseder’s Nurseries (Truro, Cornovaglia, Gran Bretagna), Coltivata da Magnolia P. Williams, (Lanarth, St. Keverne, Cornovaglia, Gran Bretagna). Il seme fu raccolto in Yunnan da George Forrest nel 1924; fiorì per la prima volta in Cornovaglia nel 1947. Le gemme sono lilla e i fiori appena sbocciati sono di color magenta, ma diventano rapidamente più pallidi durante il loro sviluppo, per divenire infine bianchi con sfumature di color lavanda; gli stami sono ancora più scuri del fiore appena sbocciato. Portamento espanso, richiede un buono spazio tutto intorno. Ha ricevuto un RHS Award of Merit nel 1939 come Magnolia dawsoniana nel Journal of the Royal Horticulture Society. Varietà da non confondersi con la cultivar di cui sopra, con la quale condivide solo il nome della località in Cornovaglia (Gran Bretagna). Landicla (fig. 3) [Magnolia campbellii], cv. Una bella forma di magnolia a grandi fiori di uno scuro viola rosaceo divenendo di un rosa pallido con l’età del

fiore e sono a forma di calice e piattino commercializzata per la prima volta nel 1973 dai Treseder’s Nurseries (Truro, Cornovaglia; Gran Bretagna). Lanhydrock (fig. 4, 5) [Magnolia sprengeri], cv. Questo semenzale di Magnolia sprengeri ‘Diva’ fu registrato da Peter Borlase, capo giardiniere ai Lanhydrock Gardens (Cornovaglia, Gran Bretagna). Ha avuto origine a Trewithen nel 1969 e fu introdotta nel 1989 da David Clulow (Surrey, Gran Bretagna). ‘Lanhydrock’ ha fiori di colore più scuro rispetto a ‘Diva’ e fiorisce in età tardiva. Lanhydrock Clone [Magnolia acuminata], cv. Indicata con questa dizione dai Treseder’s Nurseries (Truro, Cornovaglia, Gran Bretagna) nel loro catalogo del 1965 come varietà molto fiorifera, senza molte altre indicazioni. Large Yellow (fig. 6) [Magnolia acuminata] cv. Varietà di Magnolia acuminata dai grandi fiori di un giallo pallido prodotti anche da piante relativamente giovani. Laser [Magnolia acuminata], cv. Questa varietà 16-ploide (304 cromosomi) ha le foglie più larghe della Magnolia acuminata tipo e ramoscelli più spessi che non già le varietà `Fertile Myrtle o `Patroit'. È nata come risultato di un trattamento con

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> TECNICHE <

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colchicine di un semenzale germinante di una Magnolia acuminata `Fertile Myrtle’ derivato da impollinazione spontanea. Creata e selezionata da August Kehr (Hendersonville, North Carolina, USA). Registrata dallo stesso Kehr nel 1990. Late Clone [Magnolia denudata], cv. Varietà di Magnolia denudata con fioriture più tardiva rispetto alla specie tipo. Citata per la prima volta dai Louisiana Nursery, Opelousas, Louisiana, USA) ad inizio anni ‘90. Late Pink [Magnolia campbellii], cv. Indicata come tale da Eric Walther dello Strybing Arboretum (San Francisco, California, USA). La si può ritenere sinonimo della similare cv. Aequinoctialis nonché della cv. Equinoctialis. Varietà a fiori rosa che fiorisce più tardivamente di altre cultivar di Magnolia campbellii. Late Soulangeana [Magnolia x soulangeana], cv. Citata in una sua lettera del 1962 da C. D. Stephens (Semmes Nurseries,

Semmes, Alabama, USA), è una varietà che si suppone originata in Regno Unito ma senza né certezza né ulteriori indicazioni, simile in ogni aspetto alla cv. Lilliputian, alla quale si può probabilmente ricondurre. Latifolia [Magnolia virginiana], cv. Originariamente indicata nel 1789 da Aiton come Magnolia glauca var. latifolia. Quando la Magnolia glauca è stata riclassificata sotto il nome di Magnolia virginiana, questa cultivar ne è ha seguito il destino. Non molto dissimile invero dalla Magnolia virginiana var. virginiana, alla quale la si può probabilmente assimilare. Laura Saylor (fig. 7) [Magnolia denudata cv. Sawada's Pink x Magnolia sprengeri cv. Diva], cv. Questo ibrido fu creato nel 1976 da Phil Savage (Bloomfield Hills, Michigan, USA) utilizzando ‘Sawada's Pink’ come genitore del seme. E’ una cultivar alta ed eretta con un singolo asse principale dominante, presenta una corteccia liscia grigio pallido e

ramoscelli marroni e glabri. Le foglie sono simili a quelle della cv. ‘Diva’ ma sono di un quarto più piccole. I fiori sono grandi ed eretti, hanno 912 tepali, rosa chiaro all’esterno e bianchi con sfumature di rosa all’interno e che non si aprono oltre la linea del calice. Discretamente resistente al freddo (Zone 4-7). Lausanne (fig. 8) [Magnolia sargentiana], cv Riportata nel loro catalogo dai viavi Eisenhut (San Nazzaro, Svizzera) come una magnolia dai grandi fiori rosa scuro. Leather Leaf (fig. 9) [Magnolia x soulangeana cv. Lennei Alba x Magnolia x veitchii], cv. Questa magnolia ibridata da Todd Gresham, e apparsa per la prima volta in commercio nel 1988 (Gossler Farms Nursery, Springfield, Oregon, USA) presenta foglie spesse e fiori bianchi. Leda (fig. 10, 11) [Magnolia x cv. Pegasus e Magnolia campbellii var. alba?,

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Magnolia cylindrica x Magnolia campbellii var. alba?], cv. Si pensa che ‘Leda’ sia un ibrido tra Magnolia x cv. Pegasus e Magnolia campbellii var. alba ottenuto in via naturale a Chyverton (Zelah, Truro, Gran Bretagna) e selezionato da Mark Bulk. Riguardo a questa cultivar esiste molta confusione. Si crede che l'originaria Magnolia ‘Leda’ ottenuta a Chyverton (il primo ibrido ad aver ricevuto questo nome) sia lo stesso clone già precedentemente registrato sotto il nome di ‘White Lips.’ ‘White Lips’ fu registrato da Philippe de Spoelberg (Wespelaar Arboretum, Belgio) come ibrido Magnolia cylindrica e Magnolia campbellii var. alba nel 1995, distribuito al Rutten Nurseries in Olanda e a Otto Eisenhut in Svizzera sotto il nome di ‘White Lips e sopratutto una sua foto fu pubblicata sulla copertina dello Yearbook of the International Dendrology Society. Ciò indusse prontamente diversi clienti di Esveld Nursery (Boskoop, Olanda) a indicare che loro avevano piante simili a questa (e da loro tutte acquistate dai vivai Esveld stessi come Magnolia cylindrica). Fu chiaro allora che la cv. Leda, che non era ancora stata registrata, era già ampiamente distribuita e che era lo stesso clone di White Lips. Per evitare ulteriori confusioni, è stato consigliato che il nome ‘White Lips’ venisse cambiato in ‘Leda’ e che tale nome fosse registrato. Tale cambiamento fu accettato ed il nome ‘Leda’ fu registrato da Philippe de Spoelberg nel Febbraio del 1997. Questa varietà di cosi dibattuta nomenclatura ha fiori grandi (tipicamente 20/25 cm) a forma di tazza e piattino, fiorisce in eta precoce ed ha crescita e portamento simili a quelli della Magnolia campbellii. Legacy (fig. 12) [Magnolia sprengeri cv. Diva x Magnolia denudata], cv. Questo ibrido, ottenuto da David G. Leach (North Madison, Ohio, USA) e registrata dallo stesso nel 1991, ha fiori grandi, 20/25 cm in condizioni tipi-

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che e quando completamente aperti, formati da 8-11 tepali. I tepali, alla base esterna, sono di un color rosso – violaceo (rosso RHS 65), per sfumare verso l'apice in un rosso meno intenso (rosso RHS 65D); l’interno dei fiori è bianco, con un effetto di elegante morbidezza. Gli stami sono rosa e color avorio, mentre il gineceo è verde. La pianta originale ha dimensioni medio-grandi ed ha dimostrato accrescimento medio, ed in Ohio (USA) dove si trova, fiorisce abbastanza tardivamente, da metà a fine Aprile. Resiste a freddi moderati ma non eccezionali. Legend (fig. 13) [Magnolia acuminata x Magnolia denudata], cv. Ibrido registrato nel 1998 dal Dr. David G. Leach (Madison, Ohio, USA) e fu introdotta in coltivazione anni prima che la registrazione fosse avvenuta. I fiori sono internamente di color giallo chiaro (RHS 2D), più scuro alla base

del tepalo; il colore esterno è un giallo più accentuato (RHS 6D) ma pur sempre non molto pronunciato; i fiori, grandi, raggiungono i 20/25 centimetri di diametro quando sono completamente aperti. Gli stami sono color avorio, rossi alla base, mentre il gineceo è verde. È una pianta molto fiorifera e fertile. Fioritura tardiva (in Ohio fiorisce a fine Aprile). Un albero ben proporzionato molto resistente ai freddi (resiste anche temperature che raggiungano i -30 °C). Lemon star (fig. 14) [Magnolia acuminata x Magnolia x Norman Gould], cv. Semenzale ottenuto al Wespelaa Arboretum da Philippe de Spoelberch, fiore verdastro che diviene più giallo con il procedere della fioritura. Fioritura tardiva. Si caratterizza anche per una bella colorazione autunnale del fogliame. Lennarth Jonsson (fig. 15) [M. acuminata ‘Fertile Myrtle’ x M. campbellii ‘Queen Caroline’], cv. Un incrocio di Phil Savage ottenuto utilizzando polline speditogli da Lennarth Jonsson, al quale Savage dedicò la cultivar. Bella varietà dai fiori rosa scuro. Fiorisce in età abbastanza

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precoce. Portamento eretto. Lenne [Magnolia x soulangeana], cv. Indicata come tale Kelsey & Dayton, nel 1942, altri non è che uno dei tanti sinonimi della cv. Lennei di cui sotto. Lennei (fig. 16, 17) [Magnolia x soulangeana], cv. Cultivar dai molti nomi, è stata via via indicata come: Magnolia lenneana (Topf, 1852); Magnolia yulan cv. Lenne (Topf ex Koch, 1853); Magnolia obovata cv. Lennei (Bouche & Bouche, 1855), Magnolia lennei (van Houtte, 1866, e Wister, sempre 1866). Anche dopo l'accettazione del nome Magnolia x soulangeana cv. Lennei con il quale è oggi accettata, si sono avute duplicazioni del nome, vedi la cv. Lenne di cui sopra. Si trova anche con in commercio con tutta una serie di storpiature di tutti questi nomi di cui sopra (es Linneana, Lenneii etc), tutti da considerarsi come mai riconosciuti ma piuttosto come una forma di accettato o quantomeno diffuso "trade slang". Il primo nome in assoluto si deve ad Alfred Topf (Erfurt, capitale della Turingia, allora Prussia, ed adesso città extracircondariale in Germania), che la acquistò (si dice dalla Lombardia, in un giardino della quale regione questa varietà aveva avuto origine spontanea poco prima del 1850, per l'allora ingentissima somma di 10.000 franchi). La battezzò Magnolia lenneana in onore di Peter Joseph Lenné (Bonn 1769 - Potsdam 1866), architetto paesaggista tedesco esponente Pag. 8 • Lineaverde Ottobre 2016

della corrente architettonica neoclassica e che operò lungamente nel regno di Prussia nella prima metà del XIX secolo. I fiori, a forma di grossi calici, globulari quando ancora chiusi, sono di un magenta violaceo all’esterno, che sfuma verso l'apice, bianchi all’interno; i tepali sono carnosi e spessi. La pianta fiorisce in primavera appena iniziata, una delle prime fra le varietà di Magnolia x soulangeana di più comune diffusione commerciale. Qualche volta può capitare di rivederla fiorire in autunno (pochi fiori di dimensioni talora un poco inferiori a quelli primaverili). Le foglie sono molto grandi (raggiungono e talora superano i 25 cm), obovate. Ha un portamento molto disordinato, di rapida crescita, con portamento assurgente, internodi elongati, habitus ramificato (arbusto multi stelo) con branche, robuste ma rade, che crescono in ogni direzione se non controllate con potature. Lennei Alba (fig. 18) [Magnolia x soulangeana], cv. Cultivar che condivide con la consanguinea cv. Lennei una nomenclatura duplicatasi negli anni (sulla quale sorvoliamo), ottenuta da Froebel (Zurigo, Svizzera) nel 1905 ma non introdotta in coltura e commercio che nel 1931, questa pianta ha grandi fiori a forma di calice, quasi globulari quando chiusi come in Magnolia x soulangeana cv. Lennei, con petali carnosi, spessi, e di colore bianco avorio. È simile alla Magnolia

denudata (tanto che secondo Wister,si dovrebbe considerare un ibrido fra Magnolia x soulangeana cv. Lennei e Magnolia denudata), ma si differenzia da questa perché i fiori sono più grandi e non di un bianco puro come nella Magnolia denudata e i tepali esterni sono più piccoli di quelli interni. Il portamento è piuttosto espanso. È ampiamente usata come pianta madre per ibridazione. Lennei Early [Magnolia x soulangeana], cv. Sinonimo di Magnolia x soulangeana cv. Early Lenne, già trattata su queste stesse pagine. Lennei Hybrid [Magnolia x soulangeana], cv. Ibrido tra Magnolia x soulangeana cv. Lennei e Magnolia liliiflora introdotto dagli Overlook Nurseries (Crichton, Mobile, Alabama USA) nel 1949. i fiori hanno tipicamente 9 petali; la loro superficie esterna è viola scuro e quella interna bianca, fiorisce più tardivamente rispetto ad altre varietà con “sangue” di Magnolia liliiflora. La crescita è cespugliosa, lenta, simile a quella della Magnolia liliiflora. n

Nota: le foto n. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 16 e 17 sono del Vivaio Eisenhut (www.eisenhut.ch); la foto n. 7 è di Laura Saylor; le foto n. 12, 13, 14, 15 e 18 sono di Magnoliastore (www.magnoliastore.com).


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> FIERE <

Flormart 2016: bilancio della 67ÂŞ edizione del salone del florovivaismo di Silvia VigĂŠ silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

Flormart 2016, tenutosi dal 21 al 23 settembre a Padova, non ha soddisfatto a pieno le aspettative dal punto di vista del numero degli espositori. Grande partecipazione di pubblico invece ai vari eventi formativi proposti nelle tre giornate.

Vaso Italia, che ha accolto i visitatori alla fiera.

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a 67ª edizione di Flormart, rappresentava in tempi passati la fiera per eccellenza del florovivaismo, giardinaggio e architettura del paesaggio di Padova, ha confermato quanto già ci si aspettava: una fiera che non riesce più a ottenere i numeri degli espositori di una volta. Se da una parte gli espositori erano numericamente molto inferiori il numero dei visitatori interessati ai vari eventi formativi hanno confermato un vero interesse per i diversi temi proposti dalle questioni cruciali per le politiche del settore del verde alla sostenibilità ambientale ma anche ricerca tecnologica, tendenze di mercato e culturali, indice che a oggi l’interesse

ai temi del settore e l’aggiornamento professionale funzionano, ma non basta per tenere in piedi una fiere come quella di Padova. Interessante l’aver riproposta l’aiuolo “Vaso Italia”, presentata già in occasione di EXPO, simbolo della biodiversità vegetale delle regioni italiane e delle eccellenze del florovivaismo all’interno dei vari distretti produttivi, progettata dallo studio GiòForma in collaborazione con l’Orto botanico di Padova che è stata posizionata all’ingresso del quartiere fieristico. Incontro importante quello della giornata inaugurale, organizzato in collaborazione con Adescoop e An-

ve, alla presenza di un funzionario del Ministero delle politiche agricole quale il responsabile florovivaismo Alberto Manzo, in rappresentanza del vice ministro Andrea Olivero, e dell’assessore regionale veneto all’agricoltura Giuseppe Pan, in vista del nuovo piano nazionale di settore: il Piano florovivaistico 2017-19. Un incontro, a cui ha partecipato una nutrita rappresentanza dei principali attori del settore del verde, da cui sono scaturite istanze precise per il rilancio del florovivaismo italiano e che si è concluso con la convocazione da parte di Olivero, per bocca di Manzo, di un tavolo di filie-

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Il flormart: realtà e futuro Ho cominciato ad occuparmi di florovivaismo quando nasceva il Flormart, alla metà degli anni Settanta, prima da studente e poi da tecnico. Quando si arrivava a settembre ed a febbraio la mente andava sempre a Padova ed al Flormart: punto di riferimento di tutto il settore e di tutta la filiera, come si direbbe oggi. Ora è vero che i tempi sono cambiati, che il ruolo delle fiere non è più lo stesso, che i rapporti tra gli operatori sono ormai non solo quotidiani ma in tempo reale e quindi l’attesa dell’incontro periodico si è di fatto resa vana. È anche vero che in tutti i settori si ricerca un momento di attenzione e di confronto fra tutti gli attori per mettere all’attenzione della politica, delle istituzioni e degli operatori la loro realtà. Il florovivaismo non può essere da meno e se vuole essere di riferimento a livello europeo non può non avere una fiera internazionale in cui tutti si riconoscono ed in cui tutti contribuiscono a rappresentare al meglio il settore. Ovviamente non sta a noi dire come debbono comportarsi i diversi soggetti in campo, certo è che buttare via oltre 40 anni di storia in un settore giovane come questo è un vero delitto, per questo vorrei che fosse creata un occasione in cui tutti gli attori in causa (produttori, commercianti, produttori e fornitori di mezzi tecnici, tecnici, istituzioni ed associazioni di categoria) esaminassero attentamente la situazione e facessero prevalere gli interessi complessivi del settore rispetto a quelli territoriali o di parte. Allora come si fa nei consessi istituzionali in mancanza di un eletto la prima riunione viene presieduta dal più anziano del consiglio e per questo ritengo che la prima mossa debba essere fatta dal Flormart chiamando tutti ad un confronto per non disperdere la storia e per rinnovare la capacità di comunicazione positiva e di rappresentazione del meglio del florovivaismo italiano per sostenerlo nella competizione europea e mondiale. di Renato Ferretti

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Sopra: esposizione eseguita da Aicg. A sinistra: progetto “La forma del tempo” che ha vinto il primo premio Flormart Garden Show della seconda sezione sui giardini temporanei. Sotto: Camelia changii, interessante varietà di azalea di origine cinese con fiore rifiorente di color corallo proposta in diverse misure dal vivaio Porcellato.

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ra presso il ministero, in data ancora da definire. Grande interesse anche per il work shop organizzato da Anve in collaborazione con la nostra rivista Lineaverde dal titolo “Le nuove frontiere del vivaismo – Presentazione del portale Phytoweb” che ha rappresentato un importante momento di discussione sulle barriere fitosanitarie e doganali oggi in vigore con i paesi europei ed extraeuropei. Altri punti di grande rilievo nella fiera sono state le presenze di due collettive d’altissimo valore: l’area espositiva di 900 metri quadrati a cura di Anve (Associazione nazionale vivaisti esportatori) dedicata all’eccellenza florovivaistica italiana dal sud al nord e la collettiva dell’Associazione florovivaisti veneti rappresentata da 14 aziende. Interessante anche l’esposizione eseguita da Aicg (Associazione italiana centri di giardinaggio) con mini aiuole quali anticipazioni del “Garden Festival d’Autunno”. Ottimo riscontro pure per le dimostrazioni sulle tendenze floreali dell’autunno inverno 2016-17 di Master Flower, a cura di Diade, che quest’anno ha proposto anche un concorso fotografico per i visitatori professionali vinto dal team di Marchè Nomade srl di Casalecchio di Reno. Non sono mancati alcuni premi quali “Flormart Garden Show” e “Nòva Green”. Alle due sezioni del concorso di architettura del paesaggio Flormart Garden Show hanno partecipato più di settanta progetti: 52 di importanti studi architettonici nella prima sezione, dedicata a progetti di riqualificazione dell’area industriale dismessa di Fischer Italia a Lozzo Atestino (Padova); mentre 24 nella seconda sezione sui giardini temporanei. Nella prima sezione ha vinto il team del prof. Valerio Alberto Morabito con un progetto di parco all’insegna dei “paesaggi dell’arte e della


> FIERE <

percezione”. Mentre la seconda sezione è andata al progetto “La forma del tempo” del team guidato dall’architetto Antonio Sarto, uno dei dieci giardini temporanei finalisti che sono stati allestiti a Flormart. Di grande livello anche i premi di Nòva_Green, a cura di Diade. A cominciare dalla nuova categoria, la menzione speciale a un garden center, che è andata a Idea Verde Maschi di Cremona. Nella categoria “Piante e fiori” ha vinto l’azienda francese Pepinieres Minier con una pianta che sostituisce il bossolo, mentre Giorgio Tesi Group, dotata di certificazione Emas, è risultata vincitrice per una “forma di vendita” basata sul brand “Pinocchio for a Green Future”. In “Tecnologie” primo posto all’azienda Agricontrol per un sensore di temperatura fogliare senza contatto, sviluppato in collaborazione con il dipartimento di Informatica dell'Università di Verona e il Cersaa di Albenga. n

Sopra: convegno di inaugurazione organizzato in collaborazione con Adescoop e Anve. Sotto: area espositiva di Anve.

Punti di grande rilievo di questa edizione di Flormart sono state le presenze di due collettive d’altissimo valore: Anve e Associazione florovivaisti veneti.

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> FITOPATOLOGIA <

Bolzano e dintorni: il perché di un ambiente piacevole con piante belle e sane In occasione del Congresso Nazionale dell’A.I.D.T.P.G. (Associazione Italiana Direttori e Tecnici dei pubblici giardini) si è assistito ad un Convegno sul verde ricco di interessanti relazioni e rivissuta la bellezza di un ambiente curato e pulito, in cui si notano piante in buon stato manutentivo e prevalentemente sane. di Giorgio Badiali giorgiobadiali@libero.it

Fitopatologo, dottore agronomo, già dirigente della Regione Emilia Romagna

I

n ogni città italiana esiste una diversa e particolare situazione ambientale, frutto dell’impegno che le Amministrazione pubbliche locali ed i cittadini consapevoli, riservano alla collaborazione attiva per il mantenimento delle condizioni di vivibilità e di salute per tutti gli organismi viventi presenti, compreso le piante di

Il bel tratto fiorito, il prato curato, il verde alberato e la ricercata pulizia che si nota ai margini del corso d’acqua osservabile dai ponti come la passeggiata lungo il corso del Talvera.

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cui l’uomo non può assolutamente fare a meno. Soprattutto per questo fondamentale motivo, in tutte le scuole italiane partendo dalle materne e dalle prime classi elementari, si dovrebbe maggiormente insistere sull’argomento, insegnando seriamente e specialmente ai più piccoli già in grado di apprendere, che se


non ci fossero le piante non ci sarebbero nemmeno loro con tutte le altre persone a loro più care. Questo elementare concetto, non è stato ancora forse ben spiegato o capito e probabilmente non è ancora acquisito dalla mente di molti nostri ragazzi ed anche di adulti che spesso continuano a vivere come se l’argomento a loro non interessasse. Purtroppo sono ancora molti gli adulti ed in diversi casi anche tra gli operatori addetti ai lavori di manutenzione del verde che conoscono solo superficialmente il problema e quando vengono chiamati a compiere interventi od anche soltanto normali e piccoli lavori direttamente sulle piante o nei loro dintorni, non sanno in molti casi come muoversi correttamente, finendo per provocare danni ambientali diretti e futuri. In questi casi sarebbe molto meglio che si evitasse da parte di chi li deve dirigere, un loro qualsiasi intervento eseguito a caso perché dovuto purtroppo ad una insufficiente conoscenza di quanto si apprestano a compiere, provocando in molte occasioni soprattutto dei danni. Dobbiamo quindi cercare di insistere sempre di più sugli argomenti ambientali, perché è proprio su di essi che ruota tutto il benessere e la salute degli uomini. Al riguardo deve essere anche molto chiaro ed onesto, il considerare che su queste desiderate situazioni ideali influiscono anche in varie occasioni sia le condizioni climatiche locali che le necessarie disponibilità economiche, oltre al tempo materiale utile per gli interventi da eseguire e che purtroppo in molti casi sono stati presi solo a giustificazione di comportamenti non troppo corretti o di interventi spesso ingiustificati, male eseguiti od addirittura ignorati. Trasferendo ora il discorso sulla città di Bolzano e dei territori situati nelle pur vaste zone limitrofe del Trentino Alto Adige, devo dire che da qualche tempo mancavo dalla

città principale e che non potevo perdere l’occasione del Congresso Nazionale dell’A.I.D.T.P.G., per ritornare in quei luoghi che per molti anni ho potuto seguire da vicino, soprattutto per la grande amicizia che mi ha legato sin dagli anni 80/90 del secolo scorso e successivi, all’amico Ermenegildo Spagnolli (per me Gildo), alla sua cara famiglia ed ai suoi validi collaboratori. Ricordando quei tempi, devo mettere subito in evidenza la grande passione che l’amico ha sempre dedicato al proprio lavoro ed il desiderio ancora attuale di vivere con le piante in salute e con la bellezza, la pulizia e l’ordine dell’ambiente che gli era stato assegnato in gestione. Evidentemente anche per Lui, l’allora Osservatorio per le Malattie delle piante di Modena di cui facevo parte, era diventato un punto certo di riferimento e consultazione, perché ogni volta che si presentava un fatto indesiderato sul suo verde chiamava e riferiva quanto rilevato, sollecitando una visita nel tentativo di risolvere i vari problemi che già da allora si presentavano. Correvano in quel periodo gli ultimi decenni del secolo scorso e già si tracciava la via del “pronto soccorso per le malattie delle piante”, oggi diventato di indispensabile applicazione su tutto il

Alcuni amici e Colleghi partecipanti alle giornate di Bolzano, mentre notano la pulizia esistente in loco, con sullo sfondo l’Abbazia dei Benedettini ed il gradevole panorama.

territorio nazionale anche se stenta ad essere considerato ed a venire effettuato. Di fronte a tanta passione e sollecitudine, ritengo che le richieste di allora siano state quasi sempre soddisfatte, tanto che oltre alla grande collaborazione nacque presto una vera amicizia. Contemporaneamente alle visite fitosanitarie sul verde cittadino, venivano eseguiti controlli sulle piante tenute continuamente in prova nel terreno pur limitato della giardineria, situato in adiacenza alla sede di V. Rio Mulino e nei momenti di maggior bisogno istruttivo si sono anche alternati interventi in aula, dove ai giardinieri di allora venivano illustrate le situazioni riscontrate e le possibili soluzioni prospettate, aumentando di volta in volta la loro professionalità che è diventata veramente tale nei principali collaboratori, tra i quali inizialmente l’allora molto giovane (oggi purtroppo per lui, un po’ meno) e sempre carissimo

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> FITOPATOLOGIA <

Assistiamo al momento della illustrazione della storia e di quanto è conservato nel Museo (MMM Ripa) a Castel Firmano, da parte del realizzatore Reinhold Messner.

Incantevole particolare di un tratto in piena fioritura che si addentra nella zona alberata, all’interno dei Giardini Trauttmansdorff.

Vista panoramica dalla parte più alta dei bellissimi Giardini Trauttmansdorff.

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amico Paolo Abram. Successivamente anche gli altri collaboratori del Servizio giardini hanno seguito la via tracciata e sulle orme del loro primo Direttore ancora oggi sempre presente, hanno acquisito una ottima professionalità che ora si riflette positivamente su quelli più giovani, cominciando da Katia Zanoner attuale giovane e volitiva Dirigente del Settore e sugli altri collaboratori della giardineria. Per quanto riguarda l’esito delle giornate di Bolzano - svolte dal 22 al 24 settembre) che sono iniziate con l’Assemblea Nazionale dell’Associazione e la visita a Gargazzone nel fantastico “Mondo delle orchidee”, sono proseguite con il Convegno “ Cinque passi nel verde” in cui le relazioni molto seguite perché molto efficaci, sono state presentate in sequenza da Marco Molon, Giuliano Sauli, Claudio Venturelli e Francesco Ferrini, con la sola defezione per malattia di Alberto Vanzo che contiamo di rivedere prestissimo in ottima salute. Sono poi seguite le visite al Parco Petrarca ed ai Prati Talvera che ospitavano gli Sponsor come sempre generosi e propositivi, quindi le giornate si sono concluse con le visite al famoso Museum Mountain Messner (MMM) di Castel Firmano, ai bellissimi giardini di Trauttmansdorff, alla cantina/vigneto e Castello SchloB Rametz. A questo punto non resta che ringraziare vivamente tutti coloro che si sono dedicati alla riuscita della bella manifestazione durata tre giornate ed in particolare Katia Zanoner attuale Responsabile del verde cittadino, con tutti i suoi collaboratori ed il Presidente dell’ AIDTPG Stefano Cerea che da anni si impegna, con l’aiuto costante del Segretario Alberto Borsatti per il buon esito di tutte le attività svolte con l’Associazione e che pure in questa occasione si è dimostrato difficilmente surrogabile. n


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> EVENTI <

Il valore del verde: etica, salute ed economia Il 24 ottobre a Milano, presso Palazzo Lombardia, si è tenuto un forum promosso da Assofloro Lombardia dal titolo “Il valore del verde. Etica, Salute, Economia” a cui hanno partecipato rappresentanti del mondo scientifico oltre alcuni esponenti politici, che hanno a diverso titolo esposto l’importanza del verde nelle nostre città e sulla salute pubblica.

di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

Al 39° piano del Palazzo Lombardia si è tenuto il forum promosso a Assofloro Lombardia.

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N

ella giornata di lunedì 24 ottobre, a Milano, presso il 39° piano di Palazzo Lombardia si è tenuto un forum promosso da Assofloro Lombardia dal titolo “Il valore del verde. Etica, Salute, Economia” a cui hanno partecipato i rappresentati di diverse categorie: dalle associazioni dei vivaisti ai manutentori del verde, dai politici ai rappresentati del mondo universitario e scientifico, dai giornalisti ai professionisti che a diverso titolo si occupano di verde.

Il forum, moderato dal giornalista e geologo Emanuele Bompan, è stato aperto dall’intervento dell’onorevole Maurizio Bernardo che ha evidenziato come la proposta di legge da lui promossa sulla defiscalizzazione delle opere a verde oggi andrebbe ad incidere sull’aumento dell’occupazione, del gettito fiscale, del valore immobiliare, della qualità della vita, sulla riqualificazione ecologico ambientale delle aree edificate e sulla diminuzione dell’isola di calore. L’emen-


Sopra, l’Onorevole Maurizio Bernardo e Nada Forbici, Presidente Assofloro Lombardia. Sotto, Francesco Mati, Presidente FNP Confagricoltura, ed Ettore Prandini, Vice Presidente Nazionale Coldiretti.

damento, ha rimarcato, ci si auspica possa andare ad integrare, sulla Legge di Bilancio, l’Art. 16 bis comma 1 del testo unico delle imposte sui redditi in materia di detraibilità fiscale in ambito di ristrutturazioni edili. Si è passati poi all’intervento della dottoressa Rita Baraldi (ricercatrice del CNR Istituto di Biometereologia di Bologna) che ha toccato temi quali i cambiamenti climatici, il risparmio energetico dato dalla presenza di alberi vicino alle case ed ha anche sottolineato come le piante svolgano un’importante ruolo di mitigazione dell’inquinamento dell’aria, fungendo da vero e proprio filtro purificatore in grado di contrastare lo smog atmosferico, assorbendo gli inquinanti gassosi e imprigionando e trattenendo nella superficie fogliare le polveri

Sopra, la dottoressa Rita Baraldi e il professor Pier Mannuccio Mannucci. Sotto, il professor Mauro Milillo e il professor Ing. Maurizio Tira.

sottili. Ha inoltre specificato che la capacità anti inquinanti delle piante sono specifiche e diverse a seconda della specie, di conseguenza appare importantissimo nella pianificazione del verde prestare attenzione ai tipi di vegetazione da utilizzare al fine di ottimizzare l’azione benefica delle piante. È stato poi coinvolto, come interlocutore del Ministero dell’Agricoltura, Ettore Prandini, Vice Presidente Nazionale Coldiretti, che ha rimarcato l’importanza del Settore Florovivaistico sulla qualità della vita. È intervenuto successivamente il professor Mauro Milillo (LUISS Guido Carli – Docente di Scienze delle Finanze) che ha evidenziato come i dati del settore florovivaistico mostrino purtroppo una forte contrazione delle

imprese del settore stesso. Le due proposte di legge alla Camera (PdL Camera 3800 On. Maurizio Bernardo Presidente della Commissione Finanze della Camera, NCD e PdL Camera 3787 On. Veronica Tentori deputato PD Commissione Attività Produttive e On. Enrico Borghi Capogruppo PD della Commissione Ambiente) e un disegno di legge al Senato (DdL 1896 Sen. Gianluca Susta Commissione Finanze Senato, PD) sulla defiscalizzazione delle opere a verde potrebbero rappresentare un importante beneficio per tutta la collettività. Gli eventuali costi corrispondenti alle detrazioni potrebbero essere recuperate dallo Stato in termini di occupazione, in termini di minori costi per le spese sanitarie e maggiori benefici

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> FIERE <

Nada Forbici, Presidente Assofloro Lombardia, a conclusione del forum.

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derivanti dall’innalzamento della qualità della vita, del risparmio energetico e della mitigazione del clima. Ha preso poi la parola Francesco Mati, Presidente FNP Confagricoltura, che ha evidenziato alcuni aspetti tecnici quale l’abbandono di molte opere a verde di nuova formazione, la senescenza di molte alberature nelle grandi città che implicano costi di gestione e minor efficienza degli alberi, l’aumento delle pavimentazioni nei giardini privati a discapito del verde e come sia fondamentale “seminare” fin dalla scuola l’educazione alla cultura del verde. È seguito poi l’intervento del professor Pier Mannuccio Mannucci (Prof. Emerito dell’Università Statale di Milano) che ha trattato il tema del rapporto inquinamento e salute facendo subito una carrellata delle principali malattie e rilevando che ad oggi si sono registrati circa 8220 morti l’anno, di cui 800 solo a Milano, dovute agli inquinanti atmosferici. Ci vogliono quindi strategie volte a ridurre le cause principali di smog in sinergia tra il pubblico e il privato. È passata poi la parola al professor

ing. Maurizio Tira (Prof. Ordinario di tecnica e pianificazione urbanistica dell’Università degli Studi di Brescia) che ha sollevato diverse questioni: dai “Green index”, alla compensazione ecologica preventiva al fine di ottenere un equilibrio tra ciò che viene trasformato e ciò che resta. Il senatore Susta, intervenuto in diretta via Skype, ha sottolineato come sia fondamentale cogliere il momento favorevole per approvare un emendamento che avrà risvolti enormi. Dai vari interventi politici si è capito quindi come entrambi i rami del Parlamento, Camera e Senato, concordino sul fatto che sia fondamentale cogliere l’occasione delle Legge di Bilancio per fare “sistema”, sottolineando inoltre l’importanza del lavoro di sensibilizzazione da parte delle Associazioni e delle Organizzazioni di categoria. Oltre agli aspetti economici, peraltro fondamentali, le ricadute positive coinvolgerebbero pure la salute pubblica, l’etica nonché la qualità della vita. Infine, Nada Forbici, Presidente Assofloro Lombardia, ha evidenziato il fatto che oggi viene incentivato tutto ciò che viene ristrutturato all’esterno delle abitazioni, eccetto il verde. Il settore, quello del florovivaismo, conta 30.000 imprese, 158.000 addetti e genera 2,7 mld di Euro di fatturato. Capace di portare anche in un anno come il 2015 (difficilissimo per il comparto a causa dell'emergenza fitosanitaria) un saldo attivo tra import ed export superiore ai 180 milioni di euro. Un comparto che sta perdendo drasticamente mercato nell'esportazione (-30% del fatturato) e sta soffrendo una pesante contrazione del numero di aziende legata ad un calo della domanda interna e ad una vera e propria piaga quale il lavoro nero. I tempi sono dunque maturi per un ampliamento di prospettiva. n



> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

Il paesaggio costiero di Biagio Guccione guccione@paesaggio2000.it

Docente di architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Firenze

A Livorno il 28 e 29 settembre si è svolto il Simposio del CNR, Monitoraggio costiero del Mediterraneo Problematiche e tecniche di misura. Il tema è stato affrontato da diversi punti di vista: geografico, morfologico, naturalistico e delle misure per l’ambiente, ma soprattutto paesaggistico.

Faro di Capri (M. Russo).

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Livorno il 28 e 29 settembre, per il sesto anno consecutivo, il CNR ha organizzato un Simposio sul Monitoraggio costiero del Mediterraneo - Problematiche e tecniche di misura, un appuntamento che richiama molti studiosi dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Il problema è stato affrontato da diverse angolazioni: dal punto di vista della flora e della fauna, geografico, morfologico e delle misure per l’ambente. Da qualche anno ho l’onore di presiedere il Comitato Scientifico per gli aspetti paesaggistici ed ogni anno è sempre un’esperienza interessante, nonostante che i tagli sulla ricerca ne abbiano condizionato la partecipazione. Quest’anno il saluto di apertura è stata fatto dall’assessora del Comune di Livorno, Paola Baldari, che ha aperto i lavori con grande competenza e partecipazione emotiva, essendo il tema del Simposio a lei particolarmente caro per gli studi affrontati negli anni della sua formazione scientifica e professionale, che ha maturato presso il nostro Master in Paesaggistica e per il Dottorato di Ricerca in Paesaggistica all’Università di Firenze. Il paesaggio costiero è uno dei temi più frequentati dalla cultura paesaggistica contemporanea. Su questo tema si sono confrontati molti studiosi ed esistono innumerevoli saggi.


Apertura lavori Simposio.

Ricordo che quando cominciai ad occuparmi di paesaggistica, nel lontano 1973, fra i primi studi che mi capitarono fra le mani, c’era quello di Hans Kiemstedt, un professore di architettura del paesaggio di Berlino, che già studiava l’effetto del limite, il rapporto bosco/prato, coltivo/abbandonato, eccetera. Ma il rapporto terra/mare era ed è uno dei nodi principali dell’effetto del limite, soprattutto per un paese come il nostro che ha più di 7.000 chilometri di costa. Oramai si viaggia soprattutto in aereo e il paesaggio costiero non è più il primo impatto che si ha con un paese, come quando si andava con le navi. Ma resta il fatto che su questo bordo si concentrano tuttora molte dell’attività umane come può essere il turismo estivo, solo per fare l’esempio più scontato. Dunque il

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Fenicotteri (G. Giudici).

“Il porto agisce sul limite tra acqua e terra spostandone la linea di demarcazione e modificando, via via, il concetto di fascia costiera.”

Panoramica scoglio della regina (M.Scamporrino).

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> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

paesaggio costiero è oggetto di omologazione, a rischio di diventare un “ non luogo” come sostiene l’antropologo Marc Augé. La perdita di identità è il rischio maggiore! Certamente l’Italia da una parte ha saputo conservare ottimi lacerti di paesaggi naturali incontaminati, come il Parco dell’Uccellina, ed è riuscita a salvaguardare alcuni dialoghi ineccepibili tra insediamenti umani e mare, e citiamo Portofino, Amalfi ed altro poco ancora. Ma per il resto sono più che altro problemi, problemi irrisolti: il così detto water front è il tema che molte città mediterraneeovviamente non solo italiane - stanno affrontando. Pertanto dobbiamo dire un grande grazie al CNR per aver dedicato ben 6 simposi a questo tema, perché solo facendo conoscere le buone pratiche potremo di volta in volta affrontare queste tematiche con maggiore consapevolezza e meno superficialità. Al Simposio hanno inviato il loro contributo molti studiosi e ricercatori, e qui segnaliamo solo coloro che sono intervenuti. Ci è sembrato opportuno aprire la sessione con due relazioni che riguardavano la città ospitante, parlando della sua struttura principale: IL PORTO. Interessante è la chiave di lettura del primo intervento di Matteo Scamporrino, un brillante allievo della Scuola di Architettura di Firenze, che ha illustrato la sua ricerca ”Rigenerare la città-porto partendo dal controllo visuale. Il caso di Livorno”. L’analisi visuale oramai con i mezzi digitali ci consente di fare verifiche più puntuali, diciamolo pure, più scientifiche. Mentre prima capitava spesso che fosse inficiata da implicazioni emotive. Fra l’altro è una delle rare volte che per un porto viene affrontata un’indagine del genere. Questa è di certo una lettura inedita, almeno per quel che riguarda Livorno. Scamporrino con le sue simulazione ha dato un quadro esaustivo delle problematiche

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Livorno Nave in città (M. Scamporrino).

che provocano le navi in un porto, spesso più invadenti degli stessi edifici costruiti. Anche il secondo intervento era dedicato al porto di Livorno. Francesca Canessa e Fabio Lucchesi hanno indagato su: Il nuovo ruolo strategico della pianificazione tra acqua e terra nelle dinamiche costiere; il porto di oggi e di domani nella realtà labronica. Diversa è la chiave di lettura, che si può sintetizzare in questa frase degli autori: “Il porto agisce sul limite tra acqua e terra spostandone la linea di demarcazione e modificando, via via, il concetto di fascia costiera.” Ed è su questo ultimo miglio che gli autori focalizzano la loro ricerca, una ricerca difficile ma originale, in corso d’opera. Gli autori del terzo intervento, Balestrieri e Giudici, si sono buttati a capofitto sul tema dei temi che riguarda oggi il paesaggio costiero: Modello di promozione gestionale del paesaggio costiero per la valorizzazione della qualità ambientale ai fini di un turismo di fascia alta e sostenibile. Nell’immaginario collettivo la costa ed il suo sfruttamento turistico è solo ombrelloni e costumi da bagno. Invece è anche altro e può essere molto di più. Conoscenza dei beni storici presenti, contatto con ri-

serve naturali che ci fanno conoscere il grande patrimonio di flora e fauna peculiare. E questo hanno fatto le due ricercatrici con questa indagine, con la quale hanno preso un campione ricco di questi tesori naturali e storici e ne hanno indicato tutte le potenzialità. Ci troviamo vicino alla grotta di Tiberio di Sperlonga e alla via Appia, un habitat pregevole dove si contano ben 226 differente di tipi di uccelli. Iannuzzi e Patrizio, invece, affrontano un tema squisitamente storico: Storia dell’antica polis di Elea: da città portuale a insediamento rurale. La loro ricostruzione della vicenda di questa area portuale ci fa rivivere tutti gli accadimenti provocati dalla sabbia e dai detriti dei fiumi che spesso portavano al totale insabbiamento del porto, e costringevano gli abitanti ad abbandonare la struttura, quando non c’era possibilità di dragare il porto. Ha concluso questa sessione Maria Russo della Seconda Università di Napoli che ha parlato dei I Fari ottocenteschi del litorale napoletano, un tema che provoca un’intensa emozione. Oggi i fari sono tutti in dismissione perché diventati inutili, dati i mezzi elettronici potentissimi dei quali è dotata ogni barchetta. Una


Cuma grande (Iannuzzi).

Nisida-progetto 1850.

struggente nostalgia ci assale, ricordi di romanzi e di film, di scene suggestive. I Borboni fra l’altro avevano uno staff tecnico superspecializzato per quei tempi ed hanno lasciato pregevoli esempi di architettura. Russo ha indagato l’intensa azione di rinnovamento di infrastrutture marittime, finalizzata ad aumentare il traffico commerciale, effettuata nel corso del XIX secolo - prima con il governo borbonico, poi con l'unità conferendo alla rete di fari un ruolo primario, per agevolare e rendere più sicura la navigazione lungo le coste del sud Italia. Questi sono solo alcuni spunti su questo Simposio: chi è interessato può leggerne gli atti in corso di pubblicazione in formato digitale.(*) ■ (*) Gli Atti del Simposio posso essere richiesti a Matteo De Vincenzi ricercatore CNR-IBIMET Laboratorio di Fisica Ambientale Area della Ricerca - Edificio F, Via Madonna del Piano, 10 50019 Sesto Fiorentino (FI) tel: +390555226552 - +39055310181 fax: +390555226550 e-mail M.DeVincenzi@ibimet.cnr.it Porto Livorno. Ultimo miglio. (Studi di Canessa Lucchesi).

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> MOSTRE MERCATO <

Orticolario e “Il risveglio” Dal 30 settembre al 2 ottobre 2016 si è tenuta l'ottava edizione di Orticolario: a Villa Erba, a Cernobbio sul Lago di Como, a seguire il visitatore tra i vari espositori è stato il sesto senso. Titolo di quest’anno della manifestazione: “Il risveglio” mentre protagonista assoluto è stato l’anemone.

di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

Fiore che ha caratterizzato l’ottava edizione di Orticolario è stato l’anemone.

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nche quest’anno Orticolario si conferma uno degli eventi più apprezzati e amati dagli appassionati di giardino. All’inaugurazione Moritz Mantero, presidente di Orticolario, ha così spiegato: “In questa ottava edizione, Orticolario ha confermato la sua vocazione internazionale: non solo per la presenza di vivaisti ed espositori stranie-

ri, ma anche per il crescente numero di visitatori provenienti dalla Francia, dalla Svizzera tedesca e dall’Inghilterra. Senza dimenticare che il vincitore del premio “La Foglia d’Oro del Lago di Como” è giapponese: Satoru Tabata, che con lo Spazio Floema ha realizzato il progetto “Vedere con le orecchie, ascoltare con gli occhi”. Anche il paesaggista spagnolo Fer-


nando Caruncho è rimasto affascinato da Orticolario. Evidentemente il progetto di Orticolario, che unisce la passione per la natura, l’arte e il design in una cornice di bellezza ed eleganza, riesce a suscitare grandi emozioni”. L’inaugurazione è stata anche caratterizzata dall’assegnazione del premio speciale “Per un Giardinaggio evoluto” proprio all’architetto paesaggista Fernando Caruncho “per l’armonia che sa infondere ai suoi progetti di paesaggio, nei contesti più diversi,

trovando sempre stimolanti punti di contatto fra filosofia e arte dei giardini, storia e botanica, cultura e natura”.

Qualche curiosità botanica dell’ottava stagione Nei tre giorni di evento i visitatori di Orticolario hanno potuto scoprire i circa 250 espositori e ammirare le aiuole del parco di Villa Erba con oltre 20 affascinanti varietà di anemoni, protagonisti di questa edizione, vivere gli otto spazi creativi selezionati attraver-

so il concorso internazionale, incuriosirsi grazie alle opere d’arte e alle installazioni di artisti e designer, ascoltare i racconti e i consigli di scrittori, studiosi, esperti di giardinaggio. Nel corso di Orticolario è stata presentata in anteprima “Smeralda Green Show”, la rosa “verde” senza spine ideata da Twelve Energy, società italoindiana che ha avviato il più grande parco di serre fotovoltaiche al mondo in Sardegna, a Villasor. La Smeralda

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Psidium Guajava L. “Moritz Mantero” Nome scientifico: Psidium guajava L. ‘Moritz Mantero’ Famiglia: Myrtaceae Origine della specie: Messico, America Centrale Selezionatore: Vivai Natale Torre, Milazzo Data di prima introduzione sul mercato: 3 settembre 2016 Nome comune: Mela Guava: Guaiava, Guaiavo, Psidio, Pere delle Indie. Coltivazione: Facile, media difficoltà Utilizzo: esterno nella bella stagione, nel nord va riparata in inverno come gli agrumi pH ottimale del terreno/terriccio: 5-6,5 Psidium guajava ‘Moritz Mantero’ La cultivar P.g. ‘Moritz Mantero’ è una mutazione compatta e nana avvenuta circa 15 anni fa nei vivai Natale Torre di Milazzo. Natale ha provveduto a selezionarla con cura e non l’ha mai immessa sul mercato perché attendeva il momento opportuno che è arrivato con il settantesimo compleanno di Moritz Mantero, presidente di Orticolario. Il fogliame è scuro e persistente (semprechè la temperatura non scenda aldisotto di 4-5 °C); la cv. ‘Moritz Mantero’ è interessante per la sua decoratività, per i suoi fiorie per i suoi frutti.

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> MOSTRE ME

Green Show è caratterizzata da una fronda verde e folta, senza spine; viene coltivata in pieno suolo (raggiunge tre metri di altezza) e cresce un centimetro al giorno dopo la raccolta dello stelo. L’innovazione della Smeralda Green Show è data dai rami decorativi che non hanno spine e possono essere lavorati facilmente grazie anche alla loro flessibilità. Due aziende associate al Distretto Florovivaistico Alto-Lombardo hanno presentato alcune novità, già disponibili per la commercializzazione. Floricoltura Mondelli ha presentato una nuova varietà molto interessanti di ciclamino (Cyclamen Petticoat) caratterizzata da un portamento compatto, che si distingue dagli altri ciclamini per il fiore molto particolare, che ricorda una gonnellina sollevata dal vento. Ha una buona tolleranza alle basse temperature. L’azienda Vivai Nord ha invece presentato le seguenti varietà: Cornus kousa “Re TiVano”®, Mahonia confusa “Nara-hiri”, Nandina domestica “Twilight” PBR e le azalee della serie “Encore”®. Sopra: realizzazione a tema anemone di Rattiflora. Sotto: Moritz Mantero; presidente di Orticolario, consegna il premio speciale “Per un Giardinaggio evoluto” all’architetto paesaggista spagnolo Fernando Caruncho.

I Premi di Orticolario 2016 Nella giornata di venerdì 30 settembre sono stati consegnati gli ambiti premi che le giurie internazionali hanno assegnato alle migliori proposte tra tutti gli espositori di questa edizione. La giuria tecnica ha valutato l’ampiezza della collezione, l’attenzione alla ricerca e la rarità delle essenze proposte dai vivaisti. Il “Premio Collezione”, alla migliore collezione, è stato assegnato all’Azienda Agricola Zanelli Mauro & C (Montichiari – BS) per la notevole collezione comprendente 35 varietà di anemoni giapponesi (ibridi di Anemone japonica) corredati da un supporto divulgativo. Due le menzioni speciali: a Pépiniere Figoli (Francia) per la collezione di germoplasma di fico (Ficus carica)

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E MERCATO <

raccolti nel bacino mediterraneo e a Vivai Tara (Bolsena – VT), per la proposta di più di 30 varietà di melograno (Punica granatum) dai frutti dalle forme, colori e sapori diversi. Il “Premio Ricerca” alla migliore ricerca è stato assegnato a Donna di Piante (S. Sebastiano – PT), per l’impegno e la passione impiegata nell’introdurre e far conoscere arbusti come Buddleja non invasive e arbusti inusuali. Menzioni speciali a Vivai Piante Omezzolli (Riva del Garda – TN) per la selezione di uve da tavola interessanti e pure per un utilizzo ornamentale e all’Associazione Vivaio (Castel San Pietro, Canton Ticino – Svizzera) per l’assortimento di alberi e arbusti poco conosciuti. Il “Premio Rarità” alla migliore pianta (novità o rarità) è stato invece conferito a Geel Floricoltura (Carceri – PD), con Moringa oleifera, pianta dai molteplici usi, in particolare per l’alimentazione umana e animale. Menzioni speciali a Riboni Alfredo Floricoltura (Varese), con l’orchidea Mexipediumxerophyticum come particolarità botanica, e a Florservice “Cactus Lago Maggiore” (Verbania) con Euphorbia multifolia per il notevole esemplare proposto. Il “Premio miglior esposizione piante” al miglior spazio espositivo vivaista, presentazione semplice ma curata e armonica delle piante per la vendita è stato assegnato all’Azienda Agricola Zanelli Mauro & C. (Montichiari – BS) per l’armoniosa esposizione di una ricca varietà di erbacee perenni a fioritura autunnale, che suggerisce una bordura vivace ad alta biodiversità. Menzioni speciali ad Aromatiche ClaGia (Sciacca- AG) per l’esposizione di piante officinali insolite che coinvolgono pienamente i 5 sensi e alludono anche al “sesto senso”, tema di Orticolario 2016, al Vivaio Anna Peyron di Saskia Pellion di Persano (Castagneto

Sopra, Cyclamen Petticoat nuova varietà di ciclamino molto interessante presentato da Floricoltura Mondelli. Sotto, spazio Floema “Vedere con le orecchie, ascoltare con gli occhi” di Satoru Tabata vincitore di molti premi. (la foto deve arrivare)

Po – TO) per l’esposizione di sobria eleganza che valorizza una ricca collezione di piante da bacca nelle più belle tonalità autunnali e a Floricultura Federico Billo (Merlara – PD) per l’accattivante proposta e riscoperta di Dianthus inglesi presentati in cassette di legno, come garofani da balcone e da giardino. La giuria giardini, invece, ha valutato la qualità della realizzazione, l’armonia dell’installazione, la scelta botanica, la qualità delle piante, la fattibilità (in un giardino reale), l’innovazione, la corrispondenza tra il progetto presentato e la realizzazione, la corrispondenza tra le piante dichiarate e le piante dimostrate. I premi e le menzioni speciali sono stati assegnati tra i vincitori del concorso internazionale “Spazi creativi” per la realizzazione di giardini a tema e installazioni artistico-paesaggisti-

che nel parco di Villa Erba. Vincitore del premio “La Foglia d’oro del Lago di Como” è Spazio Floema “Vedere con le orecchie, ascoltare con gli occhi” di Satoru Tabata (Enzo, Giappone), un giardino dove il dialogo tra arte e natura ha creato un vero luogo aperto alla dimensione spirituale, con una riuscita sintesi tra l’ispirazione giapponese e la realizzazione artigianale italiana. Lo stesso progetto si è anche aggiudicato il Premio “Stampa”, per la capacità di mostrare con semplicità un uso dello spazio molto sofisticato ed emozionante, che invita a entrare; il Premio “Giardino dell’Empatia”; il Premio “Giardino d’artista”, perché sono stati capaci di creare un’aura di artisticità anche attraverso la performante presentazione dell’opera. La nona edizione si terrà il 29, 30 settembre e 1 ottobre 2017. n Pag. 29 • Lineaverde Ottobre 2016


> NORMATIVE <

Il controllo funzionale delle irroratrici La nuova normativa PAN prevede che entro il 26 novembre 2016 tutte le attrezzature per l'applicazione di prodotti fitosanitari devono essere state sottoposte almeno una volta a controllo funzionale. Ma in Italia sono poche le officine autorizzate. di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia Pag. 30 • Lineaverde Ottobre 2016

I

l controllo funzionale delle macchine irroratrici, avviato in maniera volontaria all'inizio degli anni '80, è diventato obbligatorio con l'entrata in vigore del PAN - Piano di Azione Nazionale (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n°35 del 12/02/2014) in recepimento della Direttiva dell’Unione Europea 2009/128/CE che istituisce il quadro di riferimento comunitario finalizzato all'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari. Il PAN, in Italia, prevede che entro il 26 novembre 2016 le attrezzature per l'applicazione di prodotti fitosanitari devono essere state sottoposte almeno una volta a controllo funzionale presso centri prova auto-

rizzati, allo scopo di verificare la soddisfazione dei requisiti operativi che garantiscano un elevato livello di sicurezza e di tutela della salute umana e dell'ambiente. Si parte dal presupposto che una macchina distributrice che funziona correttamente assicuri che i prodotti fitosanitari vengano accuratamente dosati e distribuiti, senza che si verifichino sprechi di prodotto, con conseguenti risvolti positivi sull’ambiente, la salute dell’operatore e l’economia dell’azienda. Il controllo funzionale consiste in un insieme di verifiche, condotte con l'ausilio di apposita attrezzatura e seguendo specifici protocolli di prova, volte a valutare la corretta funziona-


lità della macchina irroratrice. L’elenco completo delle attrezzature da sottoporre a controllo funzionale ed altre utili informazioni è possibile trovarle consultando il sito dell’ENAMA (Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola) all’indirizzo: www.enama.it o scaricando la pubblicazione “Il controllo funzionale delle macchine irroratrici” sempre nel sito ENEMA. L’agricoltore, dopo aver richiesto ad un centro autorizzato di sottoporre la propria irroratrice al controllo funzionale, si deve presentare nel luogo e nel giorno stabilito con la macchina irroratrice pulita in ogni suo componente e, dove presente, col trattore che viene normalmente utilizzato per i trattamenti fitosanitari in azienda. È opportuno che l’agricoltore prima di sottoporre la propria irroratrice al controllo faccia una verifica della funzionalità dei suoi principali componenti: serbatoio, telaio, pompa, sistemi di regolazione e controllo della portata, ugelli, ecc... Ecco l’elenco dei principali controlli da effettuare su una macchina irroratrice: • serbatoio principale: tenuta e capacità di agitazione della miscela fitoiatrica; • pompa principale: funzionalità e assenza di perdite; • scala di lettura del liquido: presenza e leggibilità; • manometro: presenza, funzionalità e adeguatezza della scala di lettura alla pressione di esercizio; • sistema di regolazione: funzionalità; • sistema di filtrazione: presenza di almeno 1 filtro e funzionalità; • tubazioni: tenuta alla pressione di esercizio massima; • barra irroratrice di distribuzione: orizzontalità, simmetria sinistra-destra; • ugelli: uniformità della portata lungo la barra nel caso delle barre irroratrici e uniformità della portata tra lato sinistro e destro nel caso degli atomizzatori;

• uniformità di distribuzione: diagramma di distribuzione orizzontale e verticale. Attraverso il rilievo del diagramma di distribuzione verticale si forniscono all’agricoltore informazioni in merito alla “corrispondenza” tra ampiezza del getto irrorato e altezza e dimensioni della vegetazione da trattare. Attraverso il rilievo del digramma di distribuzione orizzontale si forniscono importanti informazioni in merito all’altezza di lavoro ottimale della macchina irroratrice e dell’adeguatezza degli ugelli e del loro orientamento. Il problema più grosso è che per esempio in Toscana le officine autorizzate a fare i controlli sono solo 12

e per esempio in Provincia di Pistoia dal sito della regione Toscana non ne risultano punte ed evidentemente questo è un grosso problema sia per gli agricoltori che per i vivaisti che debbono affrontare costi di trasporto notevoli per accedere ai centri di controllo, soprattutto considerando il fatto che questa dovrebbe essere un attività da fare frequentemente per il buon funzionamento della macchina irroratrice da parte degli utilizzatori ed occorrerebbe favorire ed aiutare gli operatori anziché caricarli di un ulteriore adempimento burocratico e logisticamente complicato. La politica di sostegno alle imprese agricole si fa anche così e non solo con i contributi. n

Officine autorizzate In Toscana sono autorizzate le seguenti officine: 1. Bibbiani srl, Via A. Moro, 2 - Monteriggioni (SI) 2. Matteoli srl, Via Provinciale Bassa Val di Cecina, 41 - Montescudaio (PI) 3. Nuova Franci e Soldati, di Soldati S & Figli, Loc. Laghi di Roselle - Grosseto 4. Rossi srl, Via Terranova, 89 - Montevarchi (AR) 5. Sargentini e Figli srl, Via Sarzanese, 1715 - Massarosa (LU) 6. Commerciale Puccinelli di Puccinelli Inio Via Traversagna, 6 - Vecchiano (PI) 7. Bulzoni Meccanica SAS di Bulzoni Roberto, Portoverrara via Fornatosa, 1/A Portomaggiore (FE) 8. Fravi snc di Fravili Enrico e Violani Francesco, Via G. Marconi 12, Città di Castello (PG) 9. S.E.R.A. Meoni Srl., sito in via Pisa 46/A - Grosseto 10. Omaip Srl, via Colognoles, e 1/B - Pontassieve (FI) 11. Centro prova Francolini Snc di Francolini Francesco e C., Via Taddeino Taddeini, 64 - Montespertoli (FI) 12. G.M.V. Agricenter Srl., via Chiantigiana fr. Ponte di Gabbiano strad. 00540, San Casciano Val di Pesa (FI) Officine in regime di muto riconoscimento: • Agriservice Tarature di Grilli Silvia - Centro Prova Mobile - Via Pisano, 19 Perugia • Centro di speriment. e ass. agricola CeRSAA - Via Quarda Superiore, 16 Savona- sede op. Reg. Rollo, 98 - Albenga (SV) • Centro prova mobile e regolazione delle macchien irroratrici Agroaliminetare Sarzanese srl - Loc. Pallodola c/o mercato Ortofrutticolo Sarzana (SP) • Gagni Srl - Centro prova mobile per il controllo funzionale delle macchine irroratrici in uso - Via G. Tassoni 16, Tarquinia (VT) • Agricontrol di Marco Battisti - Via Tiberina, 78 - Ilci di Todi (PG)

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> FIERE <

Flora Trade Show: convegni, formazione, workshop Convegni, formazione, workshop. Una seconda edizione, quella di Flora Trade Show - svoltasi a Rimini Fiera dal 14 al 16 settembre in contemporanea a Macfrut - che ha visto diversi momenti interessanti per gli operatori del settore. a cura della redazione

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ai sistemi e tecnologie di produzione ai prodotti del florovivaismo, dalle attrezzature ed accessori per garden centre e fioristi, alla progettazione del verde pubblico e privato, questa la panoramica di filiera, unica in Italia, di Flora Trade Show, la manifestazione dedicata al florovivaismo che si è svolta dal 14 al 16 settembre a Rimini Fiera. Quest’anno ha scelto di accorciare le distanze dal settore ortofrutticolo unendosi a Macfrut – evento leader nell’ortofrutta di Cesena Fiera – lanciando un nuovo layout espositivo volto ad aumentare la contiguità fisica tra le due aree merceologiche.

In questo modo Flora Trade ha messo a punto una disposizione integrata in un’ottica intra-business funzionale allo sviluppo di tutti i settori, semplificando i contatti con i buyer esteri, sempre più interessati a entrambe le categorie, oltre che all’intera catena produttiva.

Il convegno centrato sul PAN Nella prima giornata di Flora Trade Show il focus era centrato sul Piano di Azione Nazionale (PAN): al centro il controllo biologico e sostenibile delle piante e i mezzi di lotta alle specie dannose. Nel dettaglio, al convegno organiz-


zato dalla Regione Emilia-Romagna sulla protezione fitosanitaria del verde, introdotto dall’Assessore Regionale all’Agricoltura Simona Caselli, si è parlato di ”Nuove sfide per il verde in Emilia-Romagna: gestione sostenibile e attenzione alle specie nocive aliene”. L’incontro si è sviluppato secondo due filoni principali: uno relativo agli aspetti normativi e tecnici e l’altro su modalità e mezzi di lotta alle specie nocive aliene. La prima finestra del dibattito ha quindi analizzato l’ambito della protezione delle piante nei vivai e nelle aree extragricole, illustrando le linee di indirizzo regionali per proteggere le specie ornamentali, floreali e forestali alla luce delle direttive 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, mentre la seconda ha visto al centro dell’incontro le specie dannose che attaccano e distruggono le nostre piante. Si è discusso quindi di informazione

preventiva, lotta naturale e lotta biologica, il tutto in uno scenario a lungo termine, esigendo un cambio di passo strategico dell’agricoltura, necessario e imprescindibile, sempre più verso forme alternative di controllo biologico o a bassissimo rischio dove la salvaguardia delle piante e dell’ambiente passa innanzitutto attraverso un monitoraggio attento e minuzioso.

Il giardiniere verso nuove nicchie di mercato L’ultima giornata è stata dedicata alla formazione, con il workshop dell’Associazione Italiana Giardinieri Professionisti (AIGP) ”Qualità ed innovazione nel lavoro del giardiniere”, un incontro specialistico rivolto a operatori e professionisti del verde e al quale sono intervenuti numerosi relatori con altrettanti approfondimenti. Il workshop, finalizzato alla formazione continua del giardiniere e alla proiezione di questo operatore

verso nuove nicchie di mercato, ha toccato anche alcuni degli argomenti più ricorrenti di questa tre giorni di manifestazione, come ad esempio la lotta biologica e quella alle erbe infestanti, il diserbo, il verde naturale e quello ornamentale. Si è poi parlato di vivai e verde tecnico, pensile o verticale, per le facciate degli edifici o per i tetti, sui quali gli orti urbani si stanno facendo sempre più strada; e ancora altri temi ad alto contenuto tecnologico finalizzati alla conoscenza di sistemi innovativi in diffusione per un futuro di ’città verdi’. Nella prima parte di giornata la moderazione è stata affidata a Rodolfo Bonora e, tra i vari contributi, ha registrato quello di Roberto Chiti, Presidente Nazionale GIE Florovivaismo della CIA Agricoltori, mentre Riccardo Babolin ha condotto la sessione pomeridiana in cui è intervenuto anche il direttore di Lineaverde, Renato Ferretti. n

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Lineaverde News OTTOBRE 2016

Eventi

Radicepura Garden Festival ad aprile, in primo piano il paesaggismo e la botanica del Mediterraneo

Durante il 67° Flormart a Padova (2123 settembre) Mario Faro, presidente del Radicepura Garden Festival e contitolare di Piante Faro, azienda leader nella produzione di piante mediterranee, ha introdotto il suo festival sul giardino, che sarà una grande kermesse con nomi di fama internazionale della progettazione del paesaggio e di giardini, ma comprensiva di altri eventi culturali e iniziative di formazione. Piante Faro ha iniziato a realizzare 3 anni fa un parco botanico, chiamato Radicepura, inerente soprattutto all’ispirazione mediterranea, perché si trova fra Catania e Taormina, nel comune di Giarre. Un parco botanico fruibile al pubblico, che aprirà nel 2018. Prima dell’apertura al pubblico del parco (già pronto all’80%) verrà organizzato il prossimo anno questo festival internazionale che vedrà in primo piano il paesaggismo e la botanica del Mediterraneo. La manifestazione, che si terrà dal 21 aprile al 21 ottobre Pag. 34 • Lineaverde Ottobre 2016

2017 si propone quale «primo evento internazionale sul Garden Design del Mediterraneo che coinvolge istituzioni, imprese, giovani emergenti, turisti e grandi protagonisti del paesaggismo, dell’arte e dell’architettura. Il festival nasce con l’obiettivo di valorizzare il verde, come motore di sviluppo d’Italia e d’Europa, attraverso iniziative, eventi e linguaggi culturali: dalla musica alle installazioni artistiche, dalla botanica ai percorsi enogastronomici. Per questo festival saranno progettati e allestiti 10 nuovi giardini. Cinque di 150 metri quadri ciascuno saranno realizzati da paesaggisti del calibro di Michel Péna, Stefano Passerotti, James Basson, Kamelia Zaal e un 5° nome ancora tenuto top secret Il concorso internazionale per garden designers. La fondazione Radicepura indice un bando di concorso internazionale rivolto a giovani paesaggisti, architetti e designer under 35 per la realizzazione di 5 giardini. I giardini verranno realizzati a Radicepura, il parco botanico in provincia di Catania, a Giarre - tra l’Etna e il mar Ionio e dovranno essere contenuti all’interno di una superficie di lato 7x7 metri delimitata da una bordura vegetale esterna alla superficie costituita da vegetazione mediterranea a portamento informale. I progetti dovranno proporre un'energia particolare e una volontà di connessione con il mondo naturale. I giardini proposti avranno un grado di interattività con l’obiettivo di incuriosire il pubblico in maniera insolita o stupire con nuovi modi di presentare ciò che è al l'ordine del giorno al fine di favorire un approccio progettuale aperto. Dovrà essere progettato

anche l’ambiente notturno ed eventuali dispositivi di illuminazione in quanto il parco rimarrà aperto anche durante le ore serali. Nella progettazione, bisognerà tenere conto dell’evoluzione del giardino durante il periodo del Festival (21 aprile – 21 ottobre) indicando anche eventuali lavori di manutenzione. Possono partecipare singoli professionisti o team di architetti paesaggisti, garden designer, agronomi, ingegneri, vivaisti, artisti, designer e tutti coloro che abbiano le competenze per progettare e realizzare un giardino, ma la selezione è aperta anche ad aziende, associazioni, cooperative, scuole e università. La partecipazione al concorso è gratuita e i cinque progetti selezionati dalla giuria, presieduta dalla paesaggista inglese Sarah Eberle, riceveranno la fornitura parziale delle piante fino a un tetto massimo di 3.000 euro in valore commerciale e un budget di 2.000 euro per la realizzazione del giardino stesso. I garden designer avranno la possibilità di esprimere la loro creatività utilizzando le piante più originali coltivate nel vivaio Piante Faro, che raccoglie 800 diverse specie di piante tropicali, grasse, aromatiche, alberi mediterranei ed agrumi. I progettisti o i gruppi di progettazione autori dei 5 giardini realizzati riceveranno un premio in denaro di 500 euro. Durante il festival verrà inoltre conferito uno o più premi speciali con un trofeo ed un ulteriore premio in denaro del valore di 1.000 euro. Per partecipare al concorso è necessario inviare il progetto tramite l’apposito form sul sito www.radicepurafestival.com entro e non oltre il 30 novembre 2016. ■


Fotografia

I vincitori del concorso “Obiettivo sulla Piazza Verde e dintorni 2016” È stato Andrea Paris, QSE Manager, 32 anni di Bergamo ad aggiudicarsi il contest fotografico “Obiettivo sulla Piazza Verde e dintorni” in occasione della manifestazione I Maestri del Paesaggio 2016 organizzata da Arketipos e dal Comune di Bergamo. Uno scatto che “Coglie un dettaglio da un punto di vista insolito. Il risultato ricercato è quello di restituire una diversa realtà che, seppur identica a quella fotografata, possa sorprendere l'osservatore e portarlo a trovare dei riferimenti che lo riconducano all'origine della foto stessa”. E a salire con lui sul podio per il 2° e 3° posto sono Vincenzo Fontana di Sondrio e Alessandra Curti di Bergamo. Ma ad aggiudicarsi una menzione speciale sono stati anche altri 7 scatti, realizzati da altrettanti appassionati di fotografia: Luca Montanari, Antonio Gallucci, Barbara Rossi, Francesco Casali, Fabrizio Maestroni, Giovanni Spreafico e Mauro Bertolini. Il concorso si è dimostrato ancora una volta di successo, capace di stimolare l’interesse di 47 fotografi amatoriali, di cui 32 di Bergamo, intenti a riprendere i volti nuovi di Città Alta e Bassa plasmate da I Maestri del Paesaggio 2016. ■ http://imaestridelpaesaggio.it


Lineaverde News Dalle aziende

Bayer acquisisce il 44% di Monsanto Bayer ha acquisito, per 66 miliardi di dollari, il 44% di Monsanto, la maggiore acquisizione all’estero mai realizzata da un'azienda tedesca. L'accordo è arrivato dopo un'estate di trattative serrate, ora manca solo il via libera dell’antitrust. Si tratta della terza mega-fusione che riguarda l’agri-business (sementi e fitofarmaci in particolare) avvenuta dopo l’accordo tra Dow Chemical e Dupont e, poche settimane fa, tra ChemChina e Syngenta per l’acquisizione di quest’ultima. ■

Ricorrenze

In occasione del 25° anno dell’ENA, l’ANVE pianta un albero nello Storico Giardino Garzoni di Collodi ANVE (Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori), in rappresentanza di ENA (The European Nurserystock Association, l’organismo che rappresenta in Europa le organizzazioni di produttori vivaisti) in Italia, ha donato un albero di Leccio - Quercus Ilex - pianta tipica mediterranea sempreverde, che può raggiungere l'altezza di 27 metri, chioma variabile da 3 a 15 metri e tronco che può arrivare ad avere il diametro di un metro. E’ l’albero per eccellenza, emblema di potenza, forza e solidità. L’albero sarà piantato in un luogo altrettanto simbolico, lo Storico Giardino di Villa Garzoni, riconosciuto come Monumento Nazionale, uno dei simboli della Toscana nel mondo. Il complesso ospita una delle ville storiche più importanti d'Italia, al pari di Villa d'Este e della reggia di Caserta, ed il giardino, di oltre 4 ettari, è uno dei più bei esempi di giardini all’italiana che per tradizione culturale, storia e architettura, è, in Toscana, il luogo per antonomasia in cui far riscoprire come ricche fioriture possono integrare e vivacizzare il disegno di un giardino classico. Questo gesto va a suggellare un legame, quello tra ANVE e ENA che si è rafforzato nel corso di questi anni portando al raggiungimento di importanti traguardi in Italia, come l’introduzione dei nuovi codici doganali, ma ancora l’appoggio sulla questione della Xylella Fastidiosa soltanto per citarne alcuni. ANVE è onorata di far parte di questa grande associazione che fa della cooperazione e collaborazione i suoi punti di forza. ■

Fiere

A Myplant & Garden, Garden Center New Trend, un’opportunità per il punto vendita All’interno di Myplant & Garden, la maggiore manifestazione internazionale del florovivaismo, del garden e del verde in Italia, si inserirà Garden Center New Trend, l’evento dedicato all’innovazione dei centri giardinaggio e alle novità proposte dal mercato. Una selezione di marchi e prodotti affidati a un team di professionisti saranno i protagonisti della seconda edizione (22-24 febbraio 2017). Una partecipazione a numero chiuso che permetterà ai presenti di farsi interpreti privilegiati dei nuovi trend espositivi e di vendita, di emergere in un mercato ricco di prodotti ma sempre in cerca di nuovi e brillanti format, idee e soluzioni. Aree dedicate, vetrine 4-stagioni, installazioni e un esclusivo ambiente in e outdoor daranno ritmo a percorsi colorati e sensoriali ricchi di spunti, emozioni e ispirazioni che esalteranno l’identità del punto vendita, il suo potenziale espositivo e la qualità delle nuove collezioni in mostra. ■ myplantgarden.com Pag. 36 • Lineaverde Ottobre 2016


Associazioni

Eletto il nuovo presidente di Vivaifiori Si è tenuto il 7 ottobre presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali il Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale di tutela del marchio VivaiFiori che ha eletto il nuovo presidente nella persona di Giancarlo Cassini. La nomina è avvenuta all’unanimità riconoscendo il profilo professionale di Giancarlo Cassini, persona di grande esperienza sia tecnica sia istituzionale del settore florovivaistico. Confermati inoltre i due vicepresidenti Marco Cappellini e Roberto Magni e il tesoriere Marco Capelli. Il Consiglio si completa con le seguenti personalità: Cristiano Genovali, Lorenzo Bizioli, Salvatore Gitto e Francesco Bet. L'associazione gestisce il marchio VivaiFiori, sostiene e favorisce le azioni utili allo sviluppo dello stesso ed in particolare provvede a riunire, rappresentare, assistere e tutelare gli imprenditori agricoli florovivaisti che adottano il Disciplinare di qualità di processo produttivo VivaiFiori ed utilizzano il relativo marchio. Giancarlo Cassini ha da subito manifestato la volontà di rendere operativo il marchio ed ha chiesto ai Consiglieri di prodigarsi per condividere idee e opinioni ma anche di dedicare tempo e lavoro per promuovere e divulgare questa importante certificazione di processo delle aziende. A seguito di un’analisi della documentazione approvata e attualmente in vigore, i Consiglieri hanno definito un nuovo incontro già a novembre. L’obiettivo è iniziare con l’iter di certificazione da gennaio 2017. ■ www.anve.it/certificazione-vivaifiori


Lineaverde News Lutto

Addio a Libereso Guglielmi, il giardiniere di Calvino È morto il 23 settembre scorso a 91 anni Libereso Guglielmi, il giardiniere di Italo Calvino. Nato a Bordighera (Imperia) nel 1925, a 15 anni, grazie ad una borsa di studio, è stato notato e chiamato dal professor Mario Calvino a lavorare presso la stazione sperimentale di Floricoltura di Sanremo, dove ha conosciuto Italo, di cui è diventato amico e con cui ha vissuto insieme per dieci anni. Trasferito poi in Inghilterra, diventato capo giardiniere del giardino botanico Myddleton House e ricercatore dell'Università di Londra. Rientrato in Italia, gli è stato dato l’incarico di rimettere a nuovo i 40 ettari del Parco di Villa Gernetto a Lesmo (Monza e Brianza). Ha girato molti Paesi europei e dell'Asia e dell'Indonesia. Ha realizzato diverse pubblicazioni e scritto sulle più prestigiose riviste del mondo dedicate ai fiori e al giardinaggio. ■

Formazione

A Grado (Go) convegno sulle aree verdi attrezzate La Delegazione del Friuli Venezia Giulia dell’Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini, organizza venerdì 18 novembre a Grado (Go) presso il Grand Hotel Astoria, il convegno “Aree verdi attrezzate: sicure, stimolanti, inclusive - idee, progetti, tendenze e novità normative”. L’Associazione ha "selezionato" i temi ed i relatori al fine di offrire nuove idee, nuove informazioni, nuovi stimoli al progettista ed al gestore di questi importanti luoghi di svago ed aggregazione, in modo da poter essere "aggiornati, innovativi, propositivi" all'interno degli enti. I relatori sono tutte persone di alto livello all'interno del settore: Stefano Oliboni ha progettato numerosi parchi gioco ed aree verdi a Verona; Ernesto Collino è un libero professionista e collaboratore TÜV per il collaudo strutture da gioco; Claudia Protti è un'esperta del Centro Europeo di Ricerca per la Promozione dell'Accessibilità in tema di parchi gioco inclusivi; Piero Bocchetti è il direttore di Proludic srl, una delle società più importanti in Italia nel settore di strutture da gioco per esterni. L'evento, aperto a tutti gli interessati – tecnici, giardinieri, amministratori, liberi professionisti - ha già ottenuto il patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune di Grado, del Cerpa Italia Onlus e dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali del Friuli Venezia Giulia. E' possibile visionare il programma del convegno ed iscriversi su: www.pubblicigiardini.it ■ Pag. 38 • Lineaverde Ottobre 2016


Fitopatologie

ANVE all’Advisory working Group: aggiornamenti sulla Xylella Il giorno 30 settembre 2016 si è tenuto, in Commissione Europea a Bruxelles, l'incontro dell'Advisory working Group per discutere dei passaporti ZP, delle modifiche da apportare agli allegati della Direttiva 2000/29/CE del Consiglio "concernente le misure di protezione contro l'introduzione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione nella Comunità" ed altresì dell'aggiornamento sulla situazione dell'emergenza X. fastidiosa. Compito di Advisory working Group è quello di assicurare che le politiche della Commissione Europea in materia di sicurezza dei prodotti vegetali vengano condivise e tengano conto delle opinioni e delle esigenze dei portatori di interesse ovvero i consumatori e i produttori. Ebbene, all'appuntamento del 30 settembre è stata invitata anche ANVE in rappresentanza dell'Italia, la quale ha partecipato nelle persone del vicepresidente Leonardo Capitanio e del segretario Edoardo Sciutti. Erano inoltre presenti le seguenti organizzazioni: ENA, Copa-Cogeca, ESA, Freshfel, Paneurope, Aiph, Foodservice Europe. Riguardo alla situazione della X. fastidiosa: i rappresentanti della Commissione Europea hanno inizialmente ripercorso la storia della diffusione del batterio in Europa e, in special modo, in Salento. E’ stato ricordato che attualmente sono presenti focolai anche in Francia e in Germania e che le sottospecie dannose sono differenti tra loro, il che determina una buona capacità di adattamento del patogeno (in Italia è presente la sottospecie pauca, in Francia le sottospecie multiplex e pauca, in Germania la sottospecie fastidiosa). La Commissione ha comunicato che in futuro saranno effettuati controlli all'importazione proprio per limitare l'ingresso di agenti patogeni. Passando ai dati, è stato esposto che quelli attualmente in loro possesso sul Salento non sono positivi poiché risulta monitorato solamente il 3% del territorio composto da zona cuscinetto e zona di contenimento. E' stata altresì segnalata una certa difficoltà a comuni-

care con le Autorità italiane, il che non facilita di certo i rapporti anche in previsione del terzo audit di novembre che sarà effettuato nella zona colpita. Purtroppo tale aspetto era già stato comunicato in passato, sin da quando l'emergenza era gestita a livello nazionale con il commissariamento ma, a quanto pare, tale criticità perdura anche ora con la gestione regionale pugliese. A tal proposito si è a conoscenza del fatto che la Regione Puglia ha organizzato numerose squadre di monitoraggio e per questo si confida che entro novembre tutto il territorio sarà stato sottoposto a controllo (nella speranza che nessun altra pianta infetta sia trovata). ANVE da parte sua ha espresso il pieno appoggio alla normativa attualmente in vigore ponendo attenzione su un fatto che spesso viene dimenticato, ovvero che oltre all'olivicoltura è stato duramente colpito anche un altro settore, spesso con necessità differenti: il florovivaismo. Ha anche espresso alcune proposte relative al miglioramento delle condizioni produttive come ad esempio l'individuazione di zone a vocazione vivaistica in cui prevedere uno speciale status di "oasi produttiva" con garanzia di sanità del materiale vegetale coltivato. Inoltre ANVE ha chiesto di ridefinire i confini delle zone demarcate se, a seguito dell'audit di novembre, alcune di queste dovessero risultare esenti da Xylella, di ricevere informazioni sullo svolgimento dei monitoraggi nei territori europei indenni e di avere, dalle autorità francesi, chiarimenti su come applicare l'obbligo di passaporto a Rosa x floribunda. In conclusione, è emerso che la Commissione ha intenzione, anche nel futuro, di organizzare gli Advisory group proprio per comprendere la voce degli operatori. Per il nostro settore è stato molto importante partecipare poiché si è innalzata l'attenzione nei confronti del florovivaismo; mentre sul fronte relativo all'applicazione della normativa, il nostro Paese deve ancora fare un grande lavoro per rassicurare l'Europa sulla sanità delle piante e sull'efficienza dei servizi fitosanitari. ■ Pag. 39 • Lineaverde Ottobre 2016


Lineaverde News Pubblicazioni

Prezziario Verde 2017, il prezziario delle opere di costruzione e manutenzione del verde È disponibile il nuovo Prezzario Verde 2017, edito dall'Associazione Florovivaisti Bresciani, delle opere di costruzione e manutenzione del verde, che fornisce agli operatori del settore, alle Amministrazioni Pubbliche ed agli Uffici Tecnici uno strumento in grado di: riqualificare gli interventi di costruzione o di manutenzione del verde, fornendo un supporto tecnico per migliorare la qualità del verde urbano, attraverso modi operativi oculati, mirati, modulari; controllare in maniera trasparente i costi degli interventi e la pianificazione della spesa; qualificare le aziende operanti nel settore attraverso una sorta di patto sulla qualità minima, attraverso l'adozione del Prezziario Verde. Per conseguire gli obiettivi sopra esposti il Prezziario diventa uno strumento utile ed indispensabile ad una impresa del verde, in quanto suddiviso in capitoli, paragrafi e voci, relativi alle diverse tipologie di materiali, interventi e opere finite. Per informazioni e modalità di acquisto: Ass. Florovivaisti Bresciani tel. 030.3534008 info@florovivaistibs.it www.florovivaistibs.it (sezione Pubblicazioni) ■

Biodiversità

FEM (Fondazione Edmund Mach) e MUSE (Museo delle scienze di Trento) nella ricerca internazionale pubblicata su Science Che la biodiversità garantisse il benessere e la stabilità delle foreste già si sapeva. Che incidesse però sulla produzione legnosa - e di quanto - è scoperta recentissima. La prestigiosa rivista Science ha pubblicato il 14 ottobre i risultati di una importante ricerca scientifica intitolata “Relazione positiva tra produttività e biodiversità nelle foreste a livello globale”. Un team di studiosi provenienti da 90 istituzioni di tutto il mondo, tra cui Fondazione Edmund Mach e MUSE, utilizzando dati provenienti da oltre 777 mila aree boschive di 44 Paesi, in Italia, in Trentino e nel Friuli Venezia Giulia, ha scoperto un consistente effetto positivo a livello globale della biodiversità sulla produttività delle foreste. Più specie di piante sono presenti in un bosco, maggiore è la sua produttività di legname. Che ora, per la prima volta, viene quantificata. Perdere la biodiversità vorrebbe dire perdere, a livello mondiale, qualcosa come un valore in dollari annuale che va da 166 a 490 miliardi, ossia più del doppio del costo totale che sarebbe necessario sostenere se dovessimo conservare tutti gli ecosistemi terrestri su scala globale. Un risultato che evidenzia la necessità di rivalutare l’importanza della biodiversità anche dal punto di vista economico, così come delle strategie di gestione forestale e delle priorità di conservazione. Per la Fondazione Mach hanno collaborato i ricercatori Damiano Gianelle e Lorenzo Frizzera del Centro Ricerca e Innovazione che hanno fornito i dati di 933 aree di rilievo provinciale e contribuito nella elaborazione dei dati a livello globale. Nelle aree di studio è inclusa infatti tutta la superficie forestale trentina che ammonta a 344.262 ettari, pari al 55 % del territorio complessivo. Per il MUSE ha collaborato Francesco Rovero, responsabile della Sezione di Biodiversità Tropicale, che ha fornito i dati raccolti nelle aree campione dei Monti Udzungwa in Tanzania (6 aree di un ettaro ciascuna), che fanno parte della rete pan-tropicale TEAM (Tropical Ecology, Assessment and Monitoring). ■

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Lutto

Etienne Van Kerckhove ci ha lasciato "A marzo scorso è scomparso a Wetteren il vivaista belga Etienne Van Kerckhove (1940) a causa di una malattia protratta, provocata da una trombosi dieci anni fa. Durante più di mezzo secolo la ditta Van Kerckhove, sull'iniziativa di Etienne nel 1952, esportava i suoi prodotti, giovani piante, principalmente verso l'Italia, soprattutto in provincia di Pistoia. Ufficialmente Etienne ne diventava l'amministratore principale nel 1972 dopo che avevano rilevato il vivaio i figli dai loro genitori. A un certo punto ci lavoravano 10 dipendenti su una superficie totale di 45 ettari. Oltre a dirigente, promotore e ispiratore dell'azienda familiare, Etienne è stato membro di varie associazioni nel grembo del settore vivaistico a Wetteren (il circolo di studi dei vivaisti), a Gent (il gruppo di lavoro per le piante ornamentale all'Erov) e a Bruxelles (Belbex e Vlam le associazioni di esportatori vivaisti e per la promozione del settore). Molti di noi hanno conosciuto Stefano come un uomo d'affari sincero, gentile e piacevole, un uomo familiare che era d'animo buono era molto attaccato a Pistoia ed aveva molti contatti con gli imprenditori e con la Provincia di Pistoia dove era stato molte volte anche in delegazione ufficiale. Parlava benissimo l'italiano e amava la gastronomia. Sua moglie è morta tre anni fa. Stefano lascia tre figli e sei nipoti”. Daniel de Steur ex direttore di EROV, Gent “Io ho conosciuto Etienne (Stefano come amava lo chiamassi) nel 2000 al Plantarium dove guidava una rappresentativa delle Fiandre ed il giorno dopo ero a visitare il suo vivaio e tutta la zona vivaistica di Wetteren. Nacque subito una profonda amicizia ed una sincera stima reciproca, in più di un’occasione mi ha stupito la sua lucidità ed il suo sguardo alle vicende vivaistiche mondiali. E’ stato fra i primi ad entrare sul mercato russo all’inizio di questo secolo e già in occasione della Floralie di Gent del 2005 aveva una joint-venture con un’azienda russa. Appassionato di ciclismo come me, era sempre pronto a ricordare le imprese dei vari corridori. Nelle consuete visite estive ho avuto modo di apprezzare quanto fosse ben voluto dai colleghi, dai cittadini e il rispetto di cui godeva a livello istituzionale dal Comune di Wetteren alla Regione delle Fiandre, passando per la Provincia delle fiandre Orientali. Lo ringrazio per tutto quello che mi ha passato nella conoscenza del vivaismo e porterò con me la sua amicizia. Ciao Stefano”. Renato Ferretti

Ricerca

Centro di ricerche agro-ambientali “Enrico Avanzi” dell’Università di Pisa: prima stazione sperimentale in Europa Garantire la qualità dei prodotti e, insieme, un maggior rispetto dell’ambiente attraverso il confronto tra pratiche di agricoltura biologica e tecniche convenzionali. È questo l’obiettivo di un progetto di ricerca internazionale a cui è stato chiamato a collaborare il Centro di ricerche agro-ambientali “Enrico Avanzi” dell’Università di Pisa, scelto come prima stazione sperimentale in Europa e tra le primissime nel mondo, che si aggiunge alle due selezionate finora in Canada e a una terza negli Stati Uniti. Secondo le più accreditate fonti scientifiche, circa un quarto delle emissioni totali dei cosiddetti “gas serra” è dovuto alle attività agricole, con una forte incidenza dei processi legati alla gestione dei suoli e della sostanza organica in essi contenuta o applicata mediante la fertilizzazione. L’agricoltura, al pari di altre attività, può quindi contribuire alla riduzione del livello complessivo delle emissioni di “gas serra”, avvalendosi di tecniche in grado di “sequestrare” l’anidride carbonica dall’atmosfera e di trasformarla in altri composti stabili del carbonio. Il Centro Avanzi è stato selezionato come stazione sperimentale per le sue peculiari caratteristiche, per le tecniche rigorose e di avanguardia che in esso vengono praticate e per avere a disposizione, al suo interno, terreni simili in cui convivono coltivazioni biologiche e altre tradizionali. Per rispondere alle esigenze della ricerca sono stati individuati i campi del progetto “Mediterranean Arable Systems COmparison Trial” (MASCOT), attivo già dal 2000, sui quali nei prossimi giorni i ricercatori pisani e americani effettueranno un primo campionamento. ■ Pag. 41 • Lineaverde Ottobre 2016


Lineaverde News Studi&Ricerche

Eventi

Sondaggio Royal FloraHolland: la rosa, il fiore d’eccellenza per ogni occasione

In programma Edizione Speciale di Vestire il Paesaggio

Royal FloraHolland ha recentemente pubblicato i risultati di un sondaggio sulla soddisfazione dei consumatori di rose europei da cui sono emersi dati interessanti. La rosa resta per il pubblico generalista il fiore d’eccellenza da regalare in ogni occasione e specialmente per dichiarare il proprio amore. Per il 70% degli intervistati, soprattutto per tedeschi ed olandesi, l’acquisto dei fiori viene fatto ad impulso, è qualcosa di spontaneo e non preventivato, e, per il 50%, è condizionato dalle offerte speciali (tranne in Francia, dove questo dato è meno rilevante). La maggior parte dei consumatori è soddisfatta del proprio ultimo acquisto, solo il 49% dei tedeschi invece ha espresso insoddisfazione. La ricerca comprende molti altri dati riguardanti anche la cura dei fiori in vaso e quanto queste tecniche sono diffuse tra la popolazione comune. Fonte: www.floraculture.eu ■

Il Comitato del Distretto Vivaistico-Ornamentale Pistoiese nell'ultima riunione ha affrontato le tematiche del verde in relazione a "Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017". Come previsto dal programma generale di "Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017", il Comitato ritiene fondamentale l'organizzazione di un’edizione speciale di Vestire il Paesaggio, in grado di coniugare gli aspetti tecnico-scientifici con quelli divulgativi e ricreativo-culturali attraverso un calendario di attività da realizzare sia come anteprima che successivamente all'evento previsto dal 11 al 17 giugno 2017. Il Comitato di Distretto ritiene altresì importante organizzare un concorso per la riqualificazione di spazi a verde pubblico con la collaborazione fra un paesaggista ed un vivaista. Ogni partecipante potrà presentare il progetto dell'opera a verde, basato su un filo conduttore che unisca fra loro le aree designate e che sarà definito dalla direzione di "Vestire il Paesaggio". I progetti verranno realizzati e resteranno come segno permanente dell'edizione 2017 di "Vestire il Paesaggio". ■

Pubblicazioni

Un manuale dedicato alle cactacee che diventa romanzo Annarita Manera e Matteo Ragni hanno presentato ad Orticolario 2016 il loro libro Pelle di Spine, un manuale/romanzo dedicato alle piante grasse e succulente, corredato dalle splendide foto di Saverio Chiappalone. Un libro innovativo, un manuale dedicato alle cactacee che diventa romanzo per riempire l’attesa tra una fioritura e l’altra, tra le quali possono passare anche anni, edito da Edizioni Laboratorio Verde. Per maggiori informazioni: www.cactusmania.it info@cactusmania.it ■ Pag. 42 • Lineaverde Ottobre 2016


Acquisizioni

Accordo Bruschi-Tesi: Coldiretti convoca le aziende coinvolte Dopo anni di crisi conclamata di Vivai Sandro Bruschi, Giorgio Tesi Group e l'azienda in crisi hanno sottoscritto un accordo per evitare la scomparsa dell’ennesima azienda del territorio, salvaguardando anche i dipendenti. L'incontro, convocato da Coldiretti Pistoia, ha permesso di “chiarire i termini dell'accordo e di verificare le possibili strade concrete per rendere meno gravi le conseguenze di una crisi aziendale - ha spiegato Michela Nieri, presidente di Coldiretti Pistoia -. Questo è il ruolo di un'associazione come la Coldiretti, non certo di tifare per il fallimento altrui, che fra l'altro potrebbe essere controproducente anche per le stesse aziende creditrici. Una iattura per tutte le imprese, anche quelle che all'incontro non c'erano”. Ovviamente non tutti i creditori erano presenti, solo una rappresentanza di coloro di cui Coldiretti era informata. L'accordo tra Tesi e Bruschi contiene un contratto estimatorio per il soprassuolo e un contratto d'affitto di ramo d’azienda che genereranno importanti flussi finanziari, a tutela di dipendenti e altri creditori. Fondi che Giorgio Tesi Group pagherà a Bruschi, ma che sono contrattualmente 'vincolati' alla soddisfazione dei creditori. Il tavolo di composizione della crisi potrebbe consentire di ripartire queste risorse tra i creditori, evitando che quei pochi creditori, neppure tra i più esposti, che da anni hanno avviato procedure esecutive, ottengano integrale soddisfacimento del proprio credito. Mentre tutti gli altri, che fino all’ultimo hanno dato fiducia alla Vivai Sandro Bruschi, vedano pregiudicata la possibilità di un congruo ristoro. Una possibile strada c'è, si chiama 'Composizione delle crisi da sovraindebitamento', che evita il fallimento e permette, se i creditori (banche incluse) a maggioranza accettano, di accorciare i tempi e massimizzare la percentuale dei soldi recuperata dai creditori. Il flusso di risorse garantito dall'accordo tra Tesi e Bruschi è comunque consistente e, unitamente ad altre proprietà di Sandro Bruschi rimaste fuori dall’accordo, potrebbe diventare, con la disponibilità del sistema bancario, una dotazione finanziaria immediatamente disponibile per garantire percentuali importanti ai creditori. Sandro Bruschi si è detto d'accordo con la procedura di 'Composizione della crisi da sovraindebitamento', e attiverà a breve il tavolo dei propri creditori, rendendo concrete le scuse rivolte alla platea a inizio incontro. La procedura riguarderà tutti i creditori di Vivai Sandro Bruschi, a cui compete in via esclusiva di attivare la procedura. ■

Mercati

Aste olandesi: meno fiori e piante, ma il prezzo medio aumenta Durante l’estate la fornitura di fiori e piante sulle aste olandesi è diminuita, tuttavia il prezzo medio è aumentato del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sono i dati distribuiti da Royal FloraHolland che mostrano, inoltre, che i fiori maggiormente venduti sono stati gerbera, Lilium, fresia e prodotti stagionali come girasoli e gladioli; meno ortensie e calle. In sofferenza sono soprattutto le rose, la cui fornitura è diminuita del 5%. Fino a luglio le esportazioni sono aumentate di oltre il 2% (3,6 miliardi €) a privilegio delle piante in vaso ed a scapito dei fiori recisi. Sono diminuite significativamente le esportazioni verso l’Inghilterra, ma il prezzo medio è generalmente aumentato (+ 2,6%). ■ Fonte: www.floraldaily.com Pag. 43 • Lineaverde Ottobre 2016


> COMMERCIO ESTERO <

L’attività del servizio fitosanitario negli aeroporti della Lombardia Ersaf Lombardia ha pubblicato i dati sulle certificazioni fitosanitarie legate all’importazione ed esportazione di vegetali e prodotti vegetali legati.

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di Rolla Marco, Domenico Dino, Antonio Minnicci marco.rolla@ersaf.lombardia.it

Ispettori Firosanitari ERSAF Lombardia

R

ecentemente sono stati pubblicati dall’Ersaf Lombardia i dati sulle certificazioni fitosanitarie legate all’importazione ed esportazione di vegetali e prodotti vegetali legati. Di seguito un estratto di quanto riportato.

Certificazione export L’attività del servizio fitosanitario comprende diversi comparti tra i quali riveste un’importanza strategica la certificazione fitosanitaria all’esportazione di vegetali e prodotti vegetali. Tutte le attività fitosanitarie sono normate e regolamentate in base a protocolli FAO, emanati dall’organismo preposto ovvero IPPC (International Plant Protection Convention), nello specifico la certificazione fitosanitaria è regolamentata dal proto-


collo NIMP (ISPM) 12. Al punto 1.1 dell’ISPM 12 viene chiaramente specificato quando e per che cosa vanno rilasciati i certificati fitosanitari. Questi vengono rilasciati per indicare che gli invii dei vegetali, prodotti vegetali o altri articoli regolamentati soddisfano le prescrizioni fitosanitarie definite dai paesi importatori e sono conformi alla dichiarazione di certificazione del modello di certificato fitosanitario corrispondente. Ciò è necessario per garantire la validità dei documenti, per renderli facilmente riconoscibili e per garantire che essi contengano le informazioni essenziali. I certificati fitosanitari comprendono merci come vegetali, bulbi e tuberi, sementi destinate alla moltiplicazione, frutti e legumi, fiori recisi e rami, così come semi e luoghi di coltura ma possono parimenti essere utilizzati per certi prodotti vegetali che sono stati oggetto di una trasformazione nella misura in cui la natura di questi prodotti vegetali o la loro trasformazione presenti un rischio potenziale d’introduzione di organismi nocivi regolamentati (per esempio legno, cotone). Un certificato può anche essere richiesto per altri articoli regolamentati per i quali sono tecnicamente giustificate delle misure fitosanitarie (per esempio contenitori vuoti, veicoli e organismi). I paesi importatori non chiederanno un certificato fitosanitario per i prodotti vegetali che sono stati oggetto di una trasformazione per cui essi non presentano alcun rischio d’introduzione di organismi nocivi, né per altri articoli per i quali non sono richieste delle misure fitosanitarie. Le ONPV (Organizzazione Nazionale Protezione dei Vegetali) si accorderanno in modo bilaterale allorché ci sia una divergenza di vedute tra i paesi importatori e il paese esportatore, a soggetto delle ragioni che giustificano la domanda di certifica-

Export nel mondo

to. Le modifiche relative alle domande di certificati rispetteranno i principi della trasparenza e della non-discriminazione. Al fine di evitare difformità nell’emissione del certificato fitosanitario il Ministero delle Politiche Agricole, a seguito di richieste di chiarimenti dei Servizi Fitosanitari delle regioni Lazio, Lombardia e Piemonte, ha emanato la circolare n° 35067 titolata “Circolare relativa a: emissione di certificati fitosanitari destinati a paesi terzi per prodotti di origine vegetale che hanno subito una trasformazione complessa” del 7 settembre 1998 che chiarisce in modo univoco che “per trasformazione semplice, relativamente ai vegetali vivi ed ai prodotti vegetali, si intende la macinazione, la segagione, l’essiccazione o la compressione, con esclusione dei prodotti vegetali trasformati (succhi, conserve, polpe, liofilizzati, olii e grassi vegetali, zucchero, ecc. ecc.) e delle verdure nonché dei frutti conservati mediante surgelamento.” La citata circolare di seguito specifica però che “Si precisa, inoltre, che il certificato fitosanitario riguardante la merce non rientrante nella normativa fitosanitaria vigente, potrà essere rilasciato solo se la normativa del paese extracomunitario di destinazione lo richieda esplicitamente; in tal caso l’esportatore o la ditta esportatrice dovrà esibirne copia al

servizio Fitosanitario competente.” Per poter soddisfare questa ultima condizione è necessario che la ditta importatrice presenti il permesso d’importazione rilasciato dal competente Ministero e tradotto in una lingua comunitaria con traduzione asseverata.

Destinazioni Ad oggi vengono esportate merci in tutto il mondo, mediamente in 120 paesi, il grafico “Export nel mondo” riporta le 10 principali nazioni mete dell’export in cui nel 2015 hanno visto primeggiare Cina, Turchia ed Emirati Arabi Uniti. Nel 2014 si rileva il maggior numero di richieste, mentre nel 2015 c’è stato un notevole ridimensionamento circa 700 richieste in meno: +13% (2013 vs 2014), -7% (2014 vs 2015), +7% (2013 vs 2015). Tale fatto è dovuto dal fatto che: • per la Russia il divieto di importazione di gran parte dei prodotti alimentari voluta dal governo come ritorsione alle sanzioni CE per i fatti di Crimea/Ucraina; • per la Turchia l’introduzione di norme più restrittive per l’importazione di piante vive; • per la Cina il rallentamento della sua economia. Al contrario si notano nazioni in costante crescita: Stati Uniti d’America, Voivodina-Kosovo, Albania, Emirati Arabi Uniti, Libano ed India.

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> COMMERCIO ESTERO <

Tipologia trasporti

Certificati per aeroporti

Tipologia dei trasporti

Certificazione import

Il grafico “Tipologia dei trasporti” mette in evidenza che non esiste un trasporto privilegiato, molto dipende dalla tipologia delle merce esportata e dalla quantità per ogni singola spedizione. Le merci deperibili tipo frutta e verdura con destinazioni lontane vengono inviate via aerea, al pari di prodotti venduti on-line. I grossi quantitativi viaggiano, generalmente, via trasporti marittimi con imbarco al porto di Genova, una nave container può trasportare fino a 11.000 container ed il viaggio per la Cina può durare, a seconda delle stagioni, 40/50 giorni. Una piccola percentuale di trasporti avviene per ferrovia, generalmente in Russia, ma anche in Cina.

La certificazione all’importazione viene effettuata sui vegetali e prodotti vegetali inseriti nell’allegato V del D.lgs. 214/05 provenienti dai Paesi extra CE. La normativa è di per se stessa molto complicata, inoltre per la dinamica dei mercati, sempre in cerca di nuove varietà e provenienze, la velocità di spostamento delle merci è in continua evoluzione. I controlli vengono effettuati in apposite sale visite approntate dai gestori aeroportuali, da Ispettori Fitosanitari (UPG ai sensi dell’art. 57 del C.P.P) altamente specializzati. Nel corso degli anni presi in considerazione (2013-2015) sono stati intercettati parecchi nuovi patogeni che la Commissione della Comunità Europea ha indicato da quarantena, al-

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lertando i servizi alla massima attenzione, per evitarne l’introduzione nel territorio comunitario. Gli aeroporti di Malpensa, Orio al Serio e Linate sono punti d’entrata autorizzati per il controllo dei vegetali in importazione, spesso deperibili, che vengono poi trasportate o distribuite in tutta Italia. Se prendiamo in considerazione la serie storica di arrivi dal 2010 al 2015, si può facilmente vedere come nel corso degli anni si sono avuti degli andamenti alterni, dovuti sia a fattori esterni alle dinamiche di mercato, sia al rallentamento della domanda dovuta alla crisi. Contrariamente a quanto si può pensare la maggior parte delle merci “deperibili” che sono la gran parte di quelle oggetto della certificazione, non vengono trasportate con gli aerei cargo, ma nelle stive di quelli passeggeri in contenitori chiamati igloo, che si adattano alle forme della fusoliera e che poi vengono scaricati su piattaforme mobili e trasportate nei magazzini doganali ed eventualmente nelle celle frigorifero. È per questo motivo che aeroporti che hanno visto un incremento dei voli passeggeri hanno avuto anche un incremento di certificazioni. Dal grafico “Certificati per aeroporto”, si vede come l’aeroporto di Orio al Serio ha più che triplicato le certificazioni, mentre Malpensa è in lieve calo, a se stante Linate dove gli arrivi sono pochissimi rispetto al numero di voli.

Che merce arriva negli aeroporti della Lombardia Un po’ di tutto verrebbe da dire, ma se si esamina attentamente la tipologia si riesce anche a vedere come l’evoluzione della società indirizza questa risposta. Negli ultimi anni l’aumento della popolazione di origine “extracomunitaria” (Tunisia, Cina, Marocco, Pakistan, ecc.) con usi e costumi alimen-


La merce ‘vegetale’ in arrivo negli aeroporti lombardi proviene da circa 80 nazioni. Ecco alcuni esempi e le tipologie di prodotti importati: 1. Thailandia, principalmente Orchidee recise 2. Israele, principalmente foglie di Basilico e talee 3. Pakistan, frutta e ortaggi 4. Stati Uniti d’America, principalmente sementi selezionate per l’agricoltura 5. Perù, frutta e ortaggi 6. Sri Lanka, frutta e verdura 7. Cile, frutta e verdura 8. Kenia, principalmente talee, fiori recisi 9. Bangladesh, principalmente frutta e verdura 10. Egitto, principalmente frutta, verdura e foglie di Basilico 11. Repubblica Domenicana, frutta e verdura.

Merci 2013/2015

Provenienze 2013/2015

Altre nazioni, che non sono inserite nel grafico, ma le cui esportazioni sono specializzate ed importanti: • Cina, principalmente sementi selezionate per l’agricoltura • Colombia, fiori (rose) e frutta • Ecuador, fiori (rose) • India, frutta e verdura • Singapore, piante d’acquario • Giappone, sementi selezionate per l’agricoltura

tari diversi dai nostri ha portato alla modifica delle tradizionali importazioni alimentari. Insieme alle primizie stagionali e di contro stagione (es. ciliegie dal Cile ed Australia in dicembre, pesche dall’Egitto, manghi e papaye dal Senegal e dal Pakistan) si sono aggiunti vegetali tipici della cucina esotica. Ne sono esempio le grandi quantità di Momordica, Melanzane gialle, Ocra, peperoncini piccanti, ecc. che vanno a rifornire una miriade di minimarket etnici sorti un po’ ovunque. Accanto a queste importazioni, esistono e resistono tipologie di merci più “tradizionali” come le talee di piante ornamentali che sono utilizzate per le produzioni florovivaistiche, i fiori recisi di Orchidee, le sementi orticole e non, le piante d’acquario, e

le foglie di piante. Questa ultima voce sembra un’anomalia ma si tratta di foglie e steli di Basilico, provenienti in gran parte da Israele ed Egitto, destinate sia al consumo fresco che alla trasformazione industriale.

Altre attività ispettive controllo imballaggi in legno L’attività ispettiva non si ferma solo al controllo dei vegetali dichiarati e per cui sussiste l’obbligo ai sensi del D.lgs. 214/05 allegato V ma anche ad altri vegetali non da visita obbligatoria come il Platano, l’Ananas, la Papaya, la Luffa, l’Okra, ecc. Un’altra attività ispettiva è quella dei controlli degli imballaggi in legno che per legge devono essere conformi al protocollo FAO ISPM 15 ovvero

devono essere stati trattati e riportare il marchio IPPC/FAO che ne indica: 1. Il tipo di trattamento effettuato 2. Il codice del produttore 3. La nazione del produttore Il marchio deve essere riportato sull’imballaggio in almeno due parti visibili. Nel caso in cui l’imballaggio non sia conforme alla normativa viene aperta la procedura d’intercettazione comunitaria, emesso un verbale di misura ufficiale che impone l’obbligo (entro un termine di tempo) della sostituzione dell’imballaggio o la distruzione termica (di quello non conforme). Nel corso dell’anno 2015 sono state effettuate n°9 intercettazioni per “assenza marchio IPPC (ISPM15)” su imballaggi in legno.

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> COMMERCIO ESTERO <

Altre attività ispettive: controllo passeggeri In collaborazione con l’Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza, ed altri enti ispettivi vengono controllati anche i flussi dei passeggeri scegliendo le provenienze più a rischio fitosanitario. Questa attività, svolta spesso in orari non di servizio, è di una rilevanza mediatica e pratica notevole in quanto se da una parte impedisce degli illeciti, dall’altra parte fa notare e rende edotti i passeggeri delle norme che regolano la circolazione di vegetali. La vigente normativa fitosanitaria consente l’introduzione di piccoli quantitativi di vegetali e prodotti vegetali inseriti nell’allegato V, parte B in deroga, se sussistono delle determinate condizioni: A. I vegetali non devono essere inseriti nell’allegato III D.lgs. 214/2005 ovvero di vietata importazione; B. Non sussiste alcun pericolo di diffusione di organismi nocivi; C. Si tratta di piccoli quantitativi di vegetali, prodotti vegetali, prodotti alimentari o alimenti per animali, destinati ad essere utilizzati dal possessore o dal destinatario a fini non industriali, né commerciali, né agricoli, o ad essere consumati durante il trasporto. La normativa comunitaria e l’allegato III° del D.lgs. 201/05 vieta tassativamente l’importazione di alcuni vegetali freschi, tra questi il più contrabbandato è la patata (Solanum tu-

berosum) dal Perù. Il perché sembrerà strano ma la motivazione no, infatti alcuni patogeni nel Paese d’origine sono endemici e non causano gravi danni all’agricoltura e all’ecosistema; ma se importati in ecosistemi diversi e/o in filiere agricole diverse possono creare gravissimi danni. Si possono menzionare: • La peronospora: (Phytophthora infestans) è stata la causa principale della grande carestia che colpì l'Irlanda tra il 1845 e il 1849 e la conseguente migrazione delle popolazioni. Secondo i primi studi, risalenti al XIX secolo, Phytophthora infestans ha come centro di origine alcune aree andine (in particolare Bolivia, Ecuador e Perù) che corrispondono al centro di origine della patata coltivata e di altre solanacee. Queste teorie sembrano confermate da studi più recenti sull'analisi del DNA mitocondriale e nucleare. Inoltre, le prime coltivazioni di patata colpite dalla malattia in Irlanda furono Lima, Peruviennes e Cordilieres, importate proprio dalle zone andine; questo indicherebbe la diffusione del patogeno dalle Ande all'Europa. • La Fillossera: (Daktulosphaira vitifoliae (Fitch, 1856)) originaria dell'est degli Stati Uniti d'America, ha provocato una grave crisi della viticoltura europea a partire dal 1863. Ci sono voluti più di trent'anni per superarla, ricorrendo all'innesto della

La normativa comunitaria vieta tassativamente l’importazione di alcuni vegetali freschi, tra questi il più contrabbandato è la patata dal Perù: alcuni patogeni nel Paese d’origine, se importati in ecosistemi diversi e/o in filiere agricole diverse possono creare gravissimi danni. Pag. 48 • Lineaverde Ottobre 2016

vite europea su quella americana; • Cinipide del castagno: (Dryocosmus kuriphilus) è un insetto galligeno, capace cioè di indurre la formazione di ingrossamenti tondeggianti (galle) su germogli e foglie. La formazione della galla può coinvolgere i germogli inglobando una parte delle giovani foglie e delle infiorescenze, determinando l’arresto dello sviluppo vegetativo dei getti colpiti e la riduzione della fruttificazione per la mancata produzione dei fiori femminili e degli amenti maschili, forti infestazioni riducono la vigoria delle piante che si presentano con la chioma molto diradata e possono causarne la morte, solo, la lotta biologica con l’introduzione di un competitore il Torymus sinesis, con costi elevatissimi riporterà, nel giro di qualche anno, alla normalità. Nel 2015 sono stai controllati 270 voli e 13.500 passeggeri. Sono stati emessi 15 verbali di distruzione di cui: 13 per tentativo importazione Solanum tuberosum per 126 kg; 1 per Mangifera indica quantitativo eccedente la tabella oltre i 20 kg e 1 per Solanum melongena per presenza di organismi nocivi. Nel corso della normale attività inoltre sono state effettuate n° 89 intercettazioni per le più svariate motivazioni: • presenza di larve e adulti vivi di Sternochetus mangiferae su frutti di Mangifera indica • varietà non registrata (sementi) • superamento piccolo quantitativo semi orto vari • soggetto non autorizzato all'importazione piante di paulownia • presenza di larve vive di ditteri frutti freschi di capsicum • presenza patogeni semi carota • certificato fitosanitario di origine mancante sementi zea mais • certificato fitosanitario di origine mancante legname di coniferales imballaggio di legno. ■




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