Lineaverde settembre

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IL PUNTO

PAESAGGIO

RICRECA

Biodiversità, e qualità delle piante ornamentali per un nuovo vivaismo

Jordi Bellmunt un punto di riferimento per la cultura paesaggistica europea

Una Banca del Germoplasma per conservare il patrimonio genetico delle piante ornamentali

Lineaverde ATTUALITÀ

E I NFORMAZIONE

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Cascina Bollate Un vivaio dietro le sbarre Settembre 2016 Anno 42 - N°5


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> SOMMARIO <

Il punto Biodiversità e qualità delle piante ornamentali per un nuovo vivaismo ........................................................... PAG. 4 di Renato Ferretti Ricerca Il contributo della Banca del Germoplasma per la biodiversità .................................................................... PAG. 8 di Paolo Marzialetti Fiere Plantarium: soddisfazione, ma calano gli italiani ....................PAG. 14 di Renato Ferretti e Ilaria Bonanno Intervista Cascina Bollate un vivaio dietro le sbarre .............................. PAG. 18 di Silvia Vigé

Lineaverde è edita da EPE Edizioni Srl Redazione: Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02.89.50.18.30 - Fax 02.89.50.16.04 E-Mail per richiesta abbonamenti o informazioni: info@linea-verde.net E-Mail per invio comunicati o altro materiale alla redazione: lineaverde@linea-verde.net Sito Web: www.linea-verde.net Direttore responsabile: Massimo Casolaro massimo.casolaro@epesrl.it

Direttore editoriale: Renato Ferretti renatoferretti@tin.it

Editor: Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Architettura del Paesaggio Jordi Bellmunt Chiva .............................................................. PAG. 24 di Biagio Guccione

Hanno collaborato: Giorgio Badiali, Ilaria Bonanno, Biagio Guccione

Produzione La produzione vivaistico-ornamentale, patrimonio di biodiversità ...................................................... PAG. 28 di Francesca Giurranna

Comitato tecnico: Giorgio Badiali Francesco Ferrini Franca Gambini Biagio Guccione Laura Schiff

Fitopatologia Risanare e riqualificare gli spazi verdi per salvare l’ambiente naturale ............................................... PAG. 34 di Giorgio Badiali

Redazione: Claudia Perolari claudia.perolari@epesrl.it

Sara Cavallini sara.cavallini@epesrl.it

Segretaria di redazione: Silvia Mariani silvia.mariani@epesrl.it

Eventi Associazione Vivaisti Italiani: l’assemblea estiva a Pistoia ......................................................PAG. 38 Renato Ferretti Fiere L’espositore gioca un ruolo centrale nella 26° edizione GrootGroenPlus ......................................... PAG. 40 di Renato Ferretti INFORMARE ......................................................................... PAG. 42

Impaginazione: Claudia Bellelli claudia.bellelli@epesrl.it

Abbonamento annuale Italia: 40 euro da versare su c/c postale n°12059200 intestato a: EPE srl - 20142 Milano Via Spezia, 33 Stampa: Ingraph - Seregno (Mi) Spedizione in abbonamento Postale 45% Art. 1 Comma 1, Legge 46 del 27/2/2004 Filiale di Milano. Iscrizione al registro degli operatori di comunicazione (ROC) n° 3231 del 30/11/2001. Autorizzazione Tribunale di Milano n° 27 del 18/1/1999. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale. Lineaverde è un marchio registrato di proprietà della EPE Edizioni Srl.

Pubblicità EPE - Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02/89.50.18.30 - Fax 02/89.50.16.04

INSERZIONISTI / Agraria Checchi

PAG 17

/ Nippon bonsai

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/ Ersaf

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/ Romiti

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/ GT Piante

VI cop.

/ Vannucci Piante

PAGG 2-3

/ Kostplant

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/ Vignoli

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/ Mati Piante

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/ Vivaio dei Molini

III cop.

/ My Plant

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/ Zelari

II cop.

Direttore commerciale: Maurizio Casolaro maurizio.casolaro@epesrl.it

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your global green partner


> IL PUNTO <

Biodiversità e qualità delle piante ornamentali per un nuovo vivaismo La tutela della biodiversità vegetale trova riscontro in numerose leggi internazionali e nazionali a cui il vivaista deve far riferimento e trarne forza innovativa e di orientamento per il mercato. Oggi più che mai sono richieste piante oltre che valore ornamentale ma anche ecologicamente compatibili con i nuovi scenari come il ridotto consumo di acqua, la rusticità, l’adattabilità all’ambiente in cui saranno poste a dimora e la capacità di assorbire anidride carbonica e polveri sottili.

di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

L

a biodiversità è unanimemente riconosciuta come un naturale patrimonio biologico, al pari del patrimonio culturale e paesaggistico. La consapevolezza di tale patrimonio ha risvegliato l’interesse e le attività attorno alle problematiche della conservazione, miglioramento e propagazione del materiale vegetale, ovvero delle attività vivaistiche, sia da parte degli Enti pubblici sia da parte delle aziende private. La biodiversità comprende la varietà degli esseri viventi che popolano la Terra e la complessità delle relazioni ecologiche che li coinvolgono. Rappresenta la diversità esistente fra gli ecosistemi, fra le specie e, all’interno di ogni singola specie, è espressa dalla variabilità degli individui. La biodiversità non si riferisce solo alla molteplicità delle specie ma anche alla variazione

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genetica che si riscontra nell’ambito delle specie; alla variazione delle comunità e degli ecosistemi a cui le specie appartengono. La tutela della biodiversità vegetale trova riscontro in numerosi trattati e convenzioni internazionali, in direttive e regolamenti comunitari ed in leggi a carattere nazionale e regionale a cui il vivaista deve far riferimento e trarne forza innovativa e di orientamento per il mercato.

Un vantaggio competitivo Per soddisfare le nuove domande dei consumatori che richiedono piante di valore ornamentale, ma anche ecologicamente compatibili con i nuovi scenari sempre più attenti alla sostenibilità ambientale ed alla compatibilità paesaggistica, ormai su un orizzonte sempre più vicino

La biodiversità rappresenta la diversità esistente fra gli ecosistemi, fra le specie e, all’interno di ogni singola specie, è espressa dalla variabilità degli individui. come il ridotto consumo di acqua, la rusticità e l’adattabilità all’ambiente in cui saranno poste a dimora. La biodiversità nell’offerta ornamentale per la realizzazione di parchi e giardini ma anche semplicemente per l’ornamento del balcone o dell’ingresso di casa può diventare un reale e nuovo vantaggio competitivo. Vantaggio che può essere in grado di assicurare un nuovo sviluppo durevole al vivaismo ornamentale corroborato

dalla capacità di adottare tecniche di gestione aziendale e colturale sempre più ispirate alla minimizzazione dei consumi energetici a qualsiasi titolo: dalla riduzione degli oneri di riscaldamento, all’energia per le operazioni colturali irrigazione compresa, alla riduzione dei consumi di quei mezzi di produzione a maggior consumo d’energia per finire alle cose più ovvie di minimizzare gli spostamenti non solo delle piante all’intermo dell’azienda ma ad esempio delle materie seconde all’esterno dell’azienda. Insomma non c’è più spazio per l’improvvisazione e l’attività vivaistica richiede una formazione specifica delle maestranze, un continuo aggiornamento professionale degli operatori ed il supporto di tecnici veramente specializzati e competenti in materia. E’ evidente il ruolo centrale della risorsa umana per affrontare le sfide e vincerle molto di più degli investimenti in beni materiali di cui c’è sicuramente bisogno ma in una scala di priorità diversa.

Biodiversità e qualità dei paesaggi Per questi motivi crediamo che biodiversità, sviluppo durevole del vivaismo e qualità dei paesaggi debbono essere visti come un tutt’uno perché senza biodiversità non si fanno di solito buoni paesaggi, senza biodiversità non si dispone della principale fonte d’innovazione produttiva anche nel campo del vivaismo ornamentale e senza biodiversità è difficile pensare ad uno sviluppo durevole ed equili-

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> IL PUNTO <

brato, infine senza sviluppo durevole è difficile immaginare dei paesaggi di qualità in futuro. Ecco allora che anche per il mondo vivaistico riscoprire il ruolo della conoscenza dei paesaggi e dei territori per andarne a scovare le peculiarità botaniche e verificarne la potenzialità produttive ed ornamentali diventa un’attività d’impresa fondamentale per l’innovazione e l’aggiornamento dell’offerta produttiva. Al tempo stesso la conoscenza delle basi ecologiche del paesaggio diviene momento essenziale per la formazione del moderno vivaista ecocompatibile e produttore di piante per paesaggi di qualità. Ma anche per condurre vivai di qualità in ambienti di qualità, coltivati con i principi, si dice moderni ma che in realtà sono antichi, della corretta scienza agronomica che è la base della sostenibilità delle produzioni vegetali. La qualità del pae-

saggio e dei diversi paesaggi, siano essi urbani che rurali, dipende in primo luogo dalla disponibilità e dalla capacità di utilizzare al meglio il prodotto vegetale adatto per quell’ambiente e per quella funzione. E’ per questo che anche nel campo della progettazione e costruzione del verde e del paesaggio non c’è più spazio per l’improvvisazione e che gli elementi naturali non vanno piegati alla volontà del progettista ma viceversa egli deve conoscerne le caratteristiche peculiari per poterli utilizzare al meglio ottenendo i risultati estetici e funzionali desiderati.

Biodiversità e innovazione La ricerca d’innovazione nella tradizione e nella conoscenza approfondita delle varie opportunità che la diversità ambientale presente nei diversi territori è dunque la base per uno sviluppo sostenibile della pro-

La conoscenza delle basi ecologiche del paesaggio diviene momento essenziale per la formazione del moderno vivaista ecocompatibile e produttore di piante per paesaggi di qualità. Il futuro: investire nel verde • Il vivaismo contribuisce a mitigare gli effetti del cambiamento climatico sul territorio (un ettaro di vivaio in contenitore assorbe circa 30.000 kg/anno di CO2). • La realizzazione di verde ornamentale rende “sostenibili” i nuovi insediamenti urbani e produttivi migliorando la qualità paesaggistica del territorio (un albero abbatte circa 700 kg di CO2 nel suo ciclo di vita).

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duzione vivaistica in grado di offrire sul mercato piante adatte ai diversi tipi di ambiente per fare paesaggi di qualità garantendo ed anzi aumentando la diversità vegetale che è per il vivaista il miglior investimento in innovazione. La produzione vivaistica dovrebbe riuscire ad essere sempre più in grado di soddisfare le diverse funzioni del verde, offrendo una vasta gamma di scelte a livello estetico ed in relazione con le esigenze climatiche. Oggi più che mai sono richieste piante sicuramente di valore ornamentale ma anche ecologicamente compatibili con i nuovi scenari come il ridotto consumo di acqua, la rusticità, l’adattabilità all’ambiente in cui saranno poste a dimora e la capacità di assorbire anidride carbonica e polveri sottili. Questo avrebbe una sicura ricaduta da un punto di vista commerciale, oltre che ambientale e sociale. La strada da percorrere, affinché domanda e offerta si possano incontrare con sempre maggiore frequenza ed efficacia, è quella della ricerca, della sperimentazione e dello sviluppo di una rete di rapporti all’interno della filiera, ma anche al di fuori di essa, attraverso il dialogo, la comunicazione delle reciproche necessità e in talune situazione la valorizzazione del prezioso patrimonio vegetale di un ecosistema. E’ in questo contesto che la seconda giornata di “Vestire il Paesaggio – Anteprima 2016” ha voluto affrontare da più punti di vista il tema della biodiversità vista dal punto di vista degli operatori, dei tecnici e dei progettisti e che ha evidenziato come il vivaismo significhi: “Fare impresa per fare paesaggio”, e “produrre biodiversità” vuol dire riuscire a soddisfare una domanda diversificata particolare, ma sopratutto nuova, di prodotti che devono essere idonei per l’impiego nei diversi ambienti e per differenti funzioni. n



> RICERCA <

Il contributo della Banca del Germoplasma per la biodiversità di Paolo Marzialetti info@cespevi.it

Ce.Spe.Vi. Pistoia

Il Centro Sperimentale per il Vivaismo di Pistoia da molti anni ha realizzato e gestisce una vasta raccolta di collezioni di alberi ed arbusti ornamentali poco conosciuti chiamata “Banca del Germoplasma”.

Q

uello che stiamo attraversando è il “Decennio della Biodiversità” (2011-2020), come è stato dichiarato dall’ONU, tanto per sottolineare l’importanza che questa tematica riveste per l’intera umanità. L’estinzione di numerose specie viventi minaccia seriamente la diversità biologica degli ecosistemi e dell’ambiente in cui viviamo. Inoltre un numero sempre più elevato di specie rimane spesso confinato in piccole nicchie, aumentando la possibilità che alla fine scompaiano, mentre un paesaggio sempre più antropizzato, subisce una continua riduzione del numero di specie che lo compone. Chiaramente il cambiamento climatico contribuisce note-

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volmente all’aggravarsi di questa situazione, e spesso costituisce una delle maggiori minacce per la biodiversità. Per preservare questa risorsa ogni apporto è prezioso ed è necessario valorizzare ogni risorsa disponibile. Pertanto abbiamo pensato alle vaste raccolte di piante ornamentali, costituite a Pistoia negli ultimi decenni, poco conosciute, ma che riteniamo in grado di dare il loro contributo all’arricchimento della biodiversità dei nuovi impianti a verde.

Una iniziativa sempre attuale Infatti il Centro Sperimentale per il Vivaismo di Pistoia ha realizzato e ge-


stisce da molti anni una vasta raccolta di collezioni di alberi ed arbusti ornamentali chiamata “Banca del Germoplasma”. Tutto è cominciato agli inizi degli anni ’80 quando l'Istituto di Propagazione delle Specie Legnose del CNR di Firenze, piantò una collezione delle conifere ornamentali di maggior interesse vivaistico, con lo scopo di costituire una sorgente primaria di materiale di moltiplicazione verificato e certificato. Questa iniziativa fu ripresa verso la fine degli anni ’90 quando furono emanate alcune direttive CEE relative alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante ornamentali, che imponevano rigidi controlli delle caratteristiche genetiche e fitosanitarie. Nacque così la Banca del Germoplasma che, in collaborazione con Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell'Università di Firenze e con l’approvazione del Ministero dell’Agricoltura di allora, fu impiantata in tre lotti successivi. Il primo nel 1996 per completare la collezione delle conifere e iniziare quella delle alberature. Il secondo lotto nel 1997 per realizzare la collezione degli arbusti ornamentali ed il terzo nel 2000 per completare e ampliare le alberature. Nel frattempo erano state impiantate altre collezioni tematiche in collaborazione con operatori del settore, come quelle dei Glicini e dei Liquidambar oppure legate ad eventi particolari,

Banca del Germoplasma ha da sempre quale scopo primario quello di conservare il ricco patrimonio genetico delle piante ornamentali da esterno per metterlo a disposizione di operatori, studiosi e del pubblico. come l’Esposizione delle Piante Mediterranee del 1999. Successivamente furono realizzate altre collezioni in relazione a specifiche manifestazioni, come le varie edizioni di “Vestire il Paesaggio”, per arricchire ed aggiornare le tipologie di piante in collezione che, come il settore vivaistico, sono in continua evoluzione. Attualmente copre una superficie intorno ai 12 ettari con oltre 3.000 esemplari appartenenti a circa 600 specie e varietà di-

verse. Infine di recente alla Banca del Germoplasma si è aggiunta una nuova grande collezione di piante medicinali, costituita da oltre 4.000 piante in vaso, appartenenti a circa 700 specie e varietà diverse. Questa ci è stata affidata dall’IPMT (Institute for the Preservation of Medical Traditions), che ha sede presso lo Smithsonian Istitution di Washington. Assieme a loro, ed in collaborazione con UNISER (Polo Universitario Pistoiese), stiamo cercando di realizzare una stazione sperimentale ed un parco a scopi scientifici ed educativi sulla piante medicinali. A distanza di tutti questi anni l’iniziativa della Banca del Germoplasma si dimostra sempre valida ed al suo scopo primario, che era quello di conservare il ricco patrimonio genetico delle piante ornamentali da esterno per metterlo a disposizione di operatori, studiosi e del pubblico, se ne sono aggiunti molti altri. In particolare, per

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> RICERCA <

quanto riguarda i moderni obiettivi di conservazione della biodiversità, la Banca è sicuramente in grado di dare un notevole contributo. A questo proposito vogliamo suggerire alcuni esempi di come certe collezioni tematiche, raccolte presso il Centro, possano dare un prezioso apporto per arricchire la gamma di piante ornamentali da utilizzare nei nuovi impianti a verde. Poiché molto spesso, sia per abitudine oppure sull’onda di qualche moda, vengono impiegate sempre le stesse piante. Invece è possibile accrescere notevolmente l’assortimento delle specie e varietà da piantare, prendendo ispirazione anche dalle nostre collezioni.

La collezione di Prunus laurocerasus Per iniziare possiamo rispolverare una vecchia collezione, risalente agli anni ’80, di Prunus laurocerasus che è il più classico degli arbusti da siepe. Anche se attualmente è un po’ fuori moda, ha sempre un discreto utilizzo, ma solo delle varietà più moderne, come ‘Etna’ e ‘Novita’ che sembrano essere più resistente al gelo ed alle malattie. Tuttavia, tra le varietà tradizionali conservate in collezione ve ne sono alcune che hanno caratteristiche particolari che potrebbero ritornare utili negli impieghi di questa pianta, che è sempre un ‘evergreen’. Queste sono catalogate secondo l’accrescimento e le dimensioni delle foglie per poter essere inserite opportunamente negli impianti. Tra queste vi sono varietà di grande sviluppo, come il 'Caucasica', l’'Herbergii', il 'Latifolia Bertini'. Oppure di medio sviluppo come il 'Reynvaanii', il 'Rotundifolia', lo 'Schipkaensis', o il 'Bruanti' a portamento assurgente. Mentre sempre molto valide sono le varietà compatte 'Otto Luyken' e 'Zabeliana'. Quindi si potrebbero rimettere i coltivazione queste vecchie varietà per offrire le piante con lo sviluppo più appropriato all’utilizzo che se ne intende

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Sopra: collezione Wisteria A destra: Millettia Satsuma

fare nel progetto da realizzare, senza essere costretti a potare drasticamente le siepi di lauro che si sviluppano più di quanto desiderato.

La collezione di Glicini Tra le altre collezioni tematiche, quelle dei Glicini e dei Liquidambar sono state create in collaborazione con Francesco Vignoli, uno noto vivaista pistoiese molto appassionato, a cui va il nostro ringraziamento, anche perché continua a curarle ed accudirle personalmente. Uno degli scopi principali è quello di mettere ordine nella nomenclatura dei Glicini, che è molto problematica per la presenza di numerosi sinonimi e spesso anche di errate attribuzioni. Nella collezione le varietà dubbie possono essere messe direttamente a confronto con quelle già catalogate (oltre 30) per verificarne la rispondenza. Il glicine (Wisteria) è una delle piante rampicanti più rustiche e facili da coltivare, per giardini a ridotta manutenzione, ma con una fioritura stupefacente. A prima vista possono sembrare tutti uguali, ma invece offrono una varietà incredibile. Proprio in base alla struttura dell’infiorescenza possiamo riconoscere facilmente le

varie specie. Il W. brachybotrys con i racemi corti e tozzi ed i singoli fiori molto grandi. Il W. sinensis con racemi di lunghezza intermedia e fiori molto scalati lungo il rachide. Il W. floribunda dai racemi più lunghi ed i singoli fiori più piccoli. Altri tipi sono W. floribunda Macrobotrys con infiorescenze lunghissime oltre il metro e W. taiwanensis (Millettia), detto anche glicine estivo, con infiorescenze piccole ed erette. Quest’ultimo, tra l’altro, ha vinto numerosi riconoscimenti internazionali per la sua bellezza e particolarità. Oltre alla struttura del fiore, i glicini offrono tantissime tonalità di colore di-


Collezione Liquidambar.

verse, dal bianco al rosa lilla fino al porpora scuro ed al viola-blu. Quindi anche su questo non sono tutti uguali come sembra, ma è possibile scegliere tra una gamma molto ampia. Pertanto invitiamo a non prendere un glicine qualsiasi, ma a scegliere una varietà ben precisa che soddisfi le vostre esigenze ed il vostro gusto. Inoltre, riguardo al loro impiego, con l’ausilio di apposite strutture, si prestano a realizzare pergolati, gazebo, arcate, fino a delle vere e proprie pareti verdi, che adesso sono tanto in voga.

La collezione di Liquidambar Il Liquidambar (storace americano) è un albero ornamentale molto ricercato. Il nome significa "ambra liquida", per la resina che produce incidendolo, che veniva già usata dagli Indiani americani. Infatti è originario del sudest degli Stati Uniti. Le sue qualità ornamentali sono apprezzabili in tutte le stagioni. La specie styraciflua, con tutte le sue selezioni, è la più diffusa, ne abbiamo raccolte una dozzina. Inoltre abbiamo il formosana di origine cinese e l’orientalis che viene dall’Anatolia. Fino a qualche anno fa nei vivai si trovava solo la specie generica. Adesso, da poco, si sono diffuse anche alcune varietà, ma ce ne sono tante al-

Liquidambar formosana. Liquidambar Worsplendon.

tre, molto belle e diverse, che si distinguono oltre che per le colorazioni autunnali, soprattutto per la forma della foglia. Tra queste segnaliamo il L. styraciflua 'Worplesdon' con un portamento molto compatto e assurgente e le foglie profondamente incise e dentate. La Royal Horticultural Society l’ha insignito del “RHS Award of Garden Merit” per la sua bellezza, la rusticità e l’ottimo inserimento negli spazi verdi. Non mancano tuttavia varietà di styraciflua dal portamento globoso e compatto come il 'Gum Ball', alcune varietà con fogliame variegato, o altre con la particolare suberosità della corteccia molto accentuata come lo 'Skia' . Ma oltre allo styraciflua, molto rustici sono anche l’orientalis con le foglie piccole e frastagliate, oppure il formosana dalla foglia intera a tre punte, di cui si trovano anche alcune varietà come il 'Monticola'. Per cui, come abbiamo visto, c’è una vasta scelta di forme e colori di questo albero molto bello e versatile, che non viene valorizzato come merita.

La collezione di piante officinali Infine qualche spunto possiamo prenderlo anche dalla collezione ultima arrivata delle Piante Medicinali.

Se si considera che quelle raccolte appartengono ad oltre 115 famiglie botaniche diverse, si capisce subito quale grande contributo possano dare alla biodiversità. Tra di esse ve ne sono molte che si trovano addirittura spontanee nelle nostre zone, per cui si coltivano senza problemi, tuttavia ne esistono selezioni con qualità ornamentali molto particolari, che le rendono più attrattive ed insolite. Senza andare a cercare piante strane ed inconsuete, vogliamo suggerire alcune piante molto comuni e che tut-

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> RICERCA <

Salvia leucantha.

Salvia purpurescens.

Salvia tricolor.

ti sicuramente conoscono, come ad esempio le salvie. A questo proposito, per andare oltre alla solita Salvia splendens, o varietà simili, possiamo proporre la Salvia leucantha dalla fioritura semplicemente fantastica, e che è anche abbastanza rustica. Una pianta che fu tanto cara a Pietro Porcinai, ma che non si capisce come mai si trovi difficilmente e sia così poco impiegata adesso. Oppure ci sono Pag. 12 • Lineaverde Settembre 2016

Rosmarinus Boule.

due varietà della comunissima salvia officinale, la Salvia officinalis 'Purpurea' un arbusto perenne sempreverde dal fogliame allungato, rosso-porpora, e la Salvia officinalis 'Tricolor' più compatta, con foglie aromatiche di colore verde grigio marginate di bianco crema, rosa e porpora. Entrambe sono molto decorative e rustiche allo stesso tempo nel nostro clima, si prestano anche ai consueti usi culinari, il che non guasta, ma tuttavia vengono impiegate raramente. Rimanendo sempre tra le aromatiche, proponiamo un impiego più appropriato ed intelligente del semplice rosmarino, di cui abbiamo in collezione ben 18 varietà diverse, che offrono molte soluzioni. Ad esempio, con quelle di maggior sviluppo e con vegetazione più lussureggiante, possono essere realizzate insolite siepi, ma di grande effetto (le varietà a maggior sviluppo sono ‘Israeli Commercial’, ‘Gorizia’, ‘Tuscan Blue’ o ‘Sissinghurst’). Invece quelle a portamento compatto, striscianti o ricadenti possono essere impiegate per profumate bordure, o per tappezzare muri e scarpate (le varietà nane o striscianti sono ad esempio ‘Boule’, ‘Farinole’ o ‘Pointe Du Raz’). Queste piante non hanno molte pretese, si adattano bene anche ai terreni più poveri e siccitosi, ma il risultato, oltre che funzionale, ha un notevole valore estetico. Anche in questo caso raccomandia-

Rosmarinus Sissinghurst e TuscanBlue.

mo di non prendere un rosmarino a caso, ma di scegliere attentamente una delle tante bellissime varietà esistenti. Le quali in apparenza possono sembrare tutte molto simili, ma in realtà offrono caratteristiche diverse del fogliame, più o meno espanso, dei fiori, con sfumature di colore diverso e spesso punteggiati con colori di contrasto, o di portamento, per i diversi impieghi. Ma tra la collezione delle Piante Medicinali gli spunti potrebbero essere molti, anche, come abbiamo visto, in relazione alle ridotte esigenze di acqua, fertilità e cure di mantenimento, trattandosi di piante che spesso vivono in natura su terreni marginali e incolti e che si accontentano delle scarse piogge del clima mediterraneo. Molte di loro hanno delle buone caratteristiche ornamentali e sono perfette per giardini a ridotta irrigazione e manutenzione, che sono sempre più richiesti anche a causa del cambiamento climatico. Invitiamo pertanto ad essere curiosi, e a non stancarsi mai di cercare nuove piante nel ricchissimo patrimonio naturale che abbiamo a disposizione. Infine se volete visitare il nostro sito www.cespevi.it potrete trovare, tra le altre cose, le banche dati delle varie collezioni di piante ornamentali di cui abbiamo parlato, per cercare nuove piante da impiegare nei progetti ed arricchire la loro biodiversità. ■


Fiera Milano Rho | 22-24 Febbraio 2017

LA FIERA PROFESSIONALE DEL FLOROVIVAISMO E DEL GARDEN piante

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> FIERE <

Plantarium: soddisfazione, ma calano gli italiani di Renato Ferretti* e Ilaria Bonanno** renato.ferretti@epesrl.it

*Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia **Provincia di Pistoia

Plantarium è una fiera professionale di vivaismo nella quale ogni anno vengono presentate novità. Si conferma una fiera dall'atmosfera piacevole e ottimista che ha visto l'arrivo di visitatori da oltre 46 paesi diversi.

Esposizione di macchine nell’area esterna.

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C

ome al solito interessante il Plantarium, anche in momenti difficili, quando si entra nei padiglioni dell’esposizione olandese si respira un’aria di festa per la produzione delle piante con evidenti sinergie fra tutti gli attori della filiera che hanno partecipato alla pre-apertura insieme alla stampa internazionale nella esclusiva cornice del Sortimentstuin Harry van de Laar, in Rijneveld 153A, 2771 XV Boskoop oggi gestito da una fondazione di operatori del settore ed utilizzato da tutti i produttori, grandi e piccoli, per mostrare le loro produzioni più significative e di cui

parleremo nel prossimo numero. L’orticoltore Olandese dell'anno, Toon Ebben della Boomkwekerij Ebben B.V. di Cuijk, ha aperto ufficialmente il Plantarium 2016 rivelando subito la migliore novità: Astilbe 'Chocolate Cherry' (MIGHTY). Come l'imprenditore orticolo dell'anno, Toon Ebben si considera l’ambasciatore per il settore vivaistico ed ha affermato che "I coltivatori dovrebbero concentrarsi di più su ciò che si può fare con un prodotto, non solo dietro le quinte, ma soprattutto facendolo vedere e sapere al pubblico dei consumatori.” Nel suo discorso di apertura, il presi-


Premiazione della migliore novità.

Premiazione del miglior stand.

Premiazione del migliore allestitore.

Plantarium è una fiera sempre interessante e piacevole da visitare per le novità vegetali che vengono presentate, per l’attenzione alle presentazioni dei prodotti e per la continua ricerca d’innovazioni logistiche, organizzative e comunicative. dente del Plantarium Jan Willem Griep ha dichiarato che la capacità di adattamento e la resilienza mostrata dal settore nel periodo recente lo ha riempito di ottimismo. Perché queste sono le qualità che sono richieste per fare attività di successo in tempi e mercati incerti. Plantarium sta anche lavorando per realizzare il cambiamento e l'innovazione. In realtà, questo anno Plantarium è semplicemente piena di attività. Ad esempio la Tuin & Landschap e l'esperienza per la vendita al dettaglio di Experience Shop on Tour. Inoltre, varie lezioni, presentazioni e workshop sono organizzati da Rabobank e Naktuinbouw, tra gli altri. Ricca la presentazione di tecnologie e macchine innovative per il florovivaismo. In breve, Plantarium è il posto dove essere nel mese di agosto! Da segnalare la diminuita presenza di espositori italiani ormai ridotti nel settore delle piante alla Floricoltura Lanari con i suoi Aceri che però ci ha dichiarato di essere soddisfatto della partecipazione per i contatti e per l’at-

mosfera positiva della fiera. Nel settore delle macchine la presenza di Holmac con le zollatrici e le altre macchine da vivaio. Così come la migliore novità, sono stati annunciati i vincitori del miglior stand a Plantarium. Nella categoria verde, questo premio è andato a J.G. Cammeraat vof da Boskoop: “L'azienda spicca per il modo in cui si lega con il tema di Plantarium di "Mostra It". Il tema è stato implementato in modo attraente, sia visivamente e testualmente così come in 3D e nella categoria Fornitori Rovero Sistemi B.V. dal Raamsdonksveer è stato il vincitore: “Lo stand è estremamente ben presentato e di alta qualità. Il messaggio è chiaro in un unico colpo d'occhio. Lo stand è colorato, ma riposante allo stesso tempo”, ha detto la giuria. La giuria per l'assegnazione dei premi della stampa era costituita da 32 giornalisti provenienti da Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia,

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> FIERE <

1 1. Betula Nana. 2. Astilbe 'Chocolate Cherry' (Mighty). 3. Clematis 'Taiga'®. 4. Hydrangea macrophylla Three Sisters®.

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Germania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Svizzera e Regno Unito. I premi sono andati a Clematis 'Taiga'® da Joh. Stolwijk & Zonen Boomkwekerijen BV da Boskoop che ha vinto il Plantarium Press Award 2016 nella categoria giardino, balcone e piante del patio. Invece nella categoria concetti, questo premio è andato a Hydrangea macrophylla Tre Sisters da De Jong Piante BV da Boskoop e Heinje Pflanzen-Handel GmbH & Co da Edewecht (Germania). La dimensione della pianta lo rende particolarmente adatto per piccoli spazi e conferisce colore alla terraz-

za o balcone. La stampa giuria ha ritenuto che fosse un buon prodotto per il segmento regalo che potrebbe attrarre i giovani e meno giovani. La giuria è stata unanime su ‘Taiga’ Clematis. I fiori sorprendenti in un bel colore formano un vero e proprio miglioramento della gamma Clematis, si sviluppano in 3 fasi dal bocciolo tramite singoli fiori a grandi fiori doppi. Il lungo periodo di fioritura rende anche questa Clematis molto interessante. Astilbe 'Chocolate Cherry' (MIGHTY) di Compass Piante BV da Hillegom stato selezionato come il miglior novità a Plantarium 2016. La giuria ha ritenuto la struttura della pianta perfetta, piena di foglie in un attraente colore verde scuro ma interessante anche il marrone-bronzo delle foglie giovani. I fiori hanno un colore insolito e altamente espressiva e gli steli sono un bel colore scuro. Insomma il Plantarium sia per le novità vegetali che vengono presentate, sia per l’attenzione che gli organizzatori mettono per presentare al meglio la fiera ed i prodotti che vengono esposti ed infine per la continua ricerca d’innovazioni logistiche, organizzative e comunicative è una fiera sempre interessante, piacevole e da visitare: appuntamento ad agosto 2017. n



> INTERVISTA <

Cascina Bollate un vivaio dietro le sbarre di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

Il vivaio di Cascina Bollate all’interno della Casa di Reclusione di Milano - Bollate.

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Un vivaio all’interno di una casa di reclusione alle spalle di Expo, con forti collegamenti tra dentro e fuori, è questa la Cooperativa Cascina Bollate che offre una produzione di piante rare e insolite davvero uniche.


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uori Milano, al confine con l’area espositiva di Expo, esiste Cascina Bollate che non è solamente un vivaio come tutti gli altri che fino ad oggi in questi anni vi abbiamo raccontato, ma anche una cooperativa sociale, nata nel dicembre 2007 nella Casa di Reclusione di Milano Bollate. A visitare il vivaio e a raccontarci come viene gestito ci ha accompagnato Susanna Magistretti, appassionata ed esperta di giardinaggio che, grazie ai suoi studi in Francia sul verde come progetto di recupe-

ro, ha seguito fin dalla sua costituzione la cooperativa e il progetto del vivaio. Entrare in un carcere è un esperienza particolare, ma poi passeggiando per le serre e curiosando tra le piante quasi ci si dimentica del posto dove si è, forse grazie alla pace che vi regna o forse perché si viene colpiti dalle molte piante rare da ammirare. Nel vivaio vi lavorano 7 giardinieridetenuti insieme a dei volontari, coordinati da Susanna Magistretti e da Marianna Merisi, quest’ultima

responsabile della gestione delle serre e da Manuel Bugatti responsabile tecnico. Qui i detenuti imparano un mestiere concreto, basato su solide conoscenze giardinieristiche e anche botaniche, tutte le piante infatti sono rigorosamente cartellinate e identificate con il loro nome botanico in latino. Qui si impegnano in una produzione di qualità che soddisfa la domanda crescente di piante insolite o rare, ma non per questo “difficili da coltivare”, come piace sotto-

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Susanna Magistretti, coordinatrice della Cooperativa.

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> INTERVISTA <

La serra fredda.

Collezione di rose antiche.

Favolosa collezione di graminacee.

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lineare Susanna. Il progetto che viene portato avanti legato al verde è quello di tessere un rapporto amichevole con la natura interagendovi in modi diversi. Il giardino è una cosa complicata e complessa con tutte le sue varie sfaccettature. Altro aspetto fondamentale è che attraverso il giardinaggio i detenuti imparano concretamente un mestiere che li aiuterà un domani al reinserimento nella società. Dei detenuti tornati in libertà in questi anni (dal 2008 a oggi circa 8) tutti - tranne 1 - hanno ripreso una vita regolare e, di questi, 2 fanno i giardinieri, regolarmente assunti da ditte del settore. I detenuti che lavorano nel vivaio vengono selezionati attraverso un bando di concorso rivolto a tutti e su 1200 detenuti circa ve ne partecipano in media 150/200. La selezione viene fatta poi su alcuni criteri base per poter portare avanti il progetto di reinserimento sociale con la formazione di giardinieri professionisti: devono così essere detenuti con un fine pena medio non inferiore ai 4 anni, questo per potergli insegnare a pieno il lavoro e con la possibilità di accedere all’Articolo 21 dell’Ordinamento Penitenziario, strumento che consente ampia operatività di lavoro all’esterno del carcere durante la reclusione. Una volta selezionati sono assunti a tempo indeterminato, stipendiati e lavorano 8 ore al giorno. Qui valgono le regole del lavoro all’esterno: se non lavori sei licenziato. Da subito viene messo in chiaro che il giardino è un luogo complicato e complesso ma che alla lunga sa regalare molte soddisfazioni. Il vivaio si sviluppa su una superficie di 10mila mq di terreno coltivato, 2 serre, una fredda e una calda, un ombraio, un frutteto e un’ampia zona centrale, prima dedicata alla coltivazione di piante di orto, oggi


Detenuto alle prese con le normali operazioni in vivaio.

ospita un vasto assortimento di piante da sole tra cui un bella collezione di graminacee. Dopo una serie di selezioni ed esperimenti si coltivano piante erbacee perenni, alcune annuali e una collezione di rose antiche, messa a punto con l'aiuto di Anna Peyron, anche lei socia della cooperativa. Recentemente si è formata anche un’interessante collezione di Buddleja sp. Criterio di distribuzione delle piante in vivaio dipende dalla condizioni di luminosità delle varie aree del carcere attorno alle serre. Susanna, come avviene la produzione? Dal punto di vista del catalogo l’ho impostato sulla base di un assortimento ampio rispetto ai nostri climi: collezione erbacee perenni, graminacee, arbusti che si potessero ben adattare da noi. In totale produciamo circa 800 specie e varietà di perenni, graminacee e arbusti diversi, tra cui buddleja e rose. Attraverso il nostro catalogo on-line

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"Il giardino non è solo un luogo di pace e serenità. È anche un posto dove impari dai fallimenti. Sono i fallimenti che ti insegnano la pazienza, la costanza, la precisione e la cura necessaria in quello che fai".

La raccolta dei semi.

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> INTERVISTA <

Produzione di piante in serra.

Il giardino didattico.

Altra zona del carcere di coltivazione di piante erbacee.

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Metodo di raccolta semi di Nepeta subsessilis.

puoi vedere la nostra produzione completa che puoi anche ordinare direttamente. Molte sono le richieste che arrivano da ogni parte d’Italia, fino in Sicilia. Il materiale per la nostra produzione parte prevalentemente da seme, da talea o da alveolo, molto viene autoprodotto ma ci appoggiamo anche a vivai belgi e specializzati. Molto viene seminato, raccogliamo quindi i semi da primavera a inizio estate, cerchiamo di seminare quasi tutto a seme fresco poi invernalizziamo, mentre facciamo le talee in base alle potenzialità delle nostre strutture. I vincoli sulla nostra produzione sono dati dallo spazio che abbiamo e dal tipo di prodotti che spesso hanno cicli lunghi di produzione. Per vendere delle belle piante di graminacee ci vuole il suo tempo! Tendiamo inoltre ad avere piante madri soprattutto per far vedere la loro evoluzione sia ai nostri operatori al fine di poter imparare a conoscerle meglio ma anche ai sempre più numerosi visitatori. I prodotti che vendiamo sono di alta qualità vivaistica e questo è già stato riconosciuto in più occasioni con


Susanna Magistretti con Manuel Bugatti responsabile tecnico.

Il verde deve rientrare in un progetto intelligente che si concentri sulla relazione tra uomo e natura. vari premi. I nostri clienti sono privati appassionati ma anche professionisti del settore nonché vivai specializzati. Dove fate le esercitazioni pratiche per la manutenzione del verde? Dal punto di vista delle esercitazioni pratiche abbiamo realizzato un giardino didattico, progettato insieme a Vincenzo Gastini e Anna Peyron, sul piazzale esterno del carcere. È lì che i detenuti apprendono i gesti del giardiniere, imparano a potare e a

riconoscere le più comuni avversità vegetali. Inoltre nel giardino didattico ci sono anche alcune delle piante che vengono coltivate all’interno del carcere cosicché si possano non solo vedere ma anche capire come diventano quando crescono, quanto spazio occupano, con quali altre piante si accompagnano. Quali rapporti avete con l’esterno? La relazione tra dentro e fuori è data oltre che dalla produzione anche da altri servizi come i corsi professio-

nali tenuti per privati, le visite guidate e l’apertura del vivaio che da quest’anno è di due volte alla settimana. I servizi sono anche quelli di realizzazione di terrazzi e giardini oltre che di manutenzione. Inoltre partecipiamo anche ad alcuni eventi, vedi quest’anno che eravamo presenti ad Orticola, storica mostra mercato milanese di fiori e piante che si tiene a maggio e a Green City, manifestazione partecipata e diffusa del Comune di Milano dedicata al verde. n Pag. 23 • Lineaverde Settembre 2016


> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

Jordi Bellmunt Chiva di Biagio Guccione guccione@paesaggio2000.it

Docente di architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Firenze

Salou, Tarragona.

Responsabile della prestigiosa Biennale di paesaggistica di Barcellona, Jordi Bellmunt è un punto di riferimento per la cultura paesaggistica europea; le sue opere ed i suoi saggi sono fonte di stimolo e di riflessione.

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aesaggista poliedrico, Jordi Bellmunt ricopre un ruolo peculiare nel panorama della cultura paesaggistica europea. È un punto di riferimento e di sintesi innanzi tutto come responsabile della Biennale di Barcellona, sede prestigiosa di confronto professionale e scientifico, ma anche per l’impegno didattico presso

l’università di Barcellona come direttore del Master in paesaggistica, e soprattutto per i suoi frequenti interventi in molte scuole europee dove promuove un dibattito aperto nel campo della nostra disciplina. Il suo metodo di affrontare i problemi è molto spregiudicato, mai scolastico e molto realista. Bellmunt punta a

Jordi Bellmunt.

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Restauro del giardino della casa, museo Gaudí, Park Güell, Barcellona.

dare risposte olistiche, che spaziano dalle ragioni sociali a quelle economiche e politiche per arrivare a proposte progettuali originali e non scontate. Egli sostiene con coraggio che l’asse del nostro impegno si sposta sempre più verso nuovi orizzonti. “Efficienza, ottimizzazione delle risorse, risparmio e riciclaggio scrive Bellmunt - programmazione delle attività sono aspetti che influenzano sempre più la progettazione, sottolineando l’importanza di una trasversalità disciplinare ed una rigorosità progettuale.” E con sano realismo legge la realtà senza tergiversare, spesso con divertente ed amara ironia. Purtroppo appare sempre più difficile praticare quelli che da anni sono stati i postulati paesaggistici che avevamo ereditato dai nostri predecessori e che avevano visto la paesaggistica come disciplina che si affidava a regole certe che spesso erano la soluzione a molti problemi insorgenti. “È un segno dei nostri tempi - scrive Bellmunt - della congiuntura economica dei nostri paesi, che fa sì che i progetti cambino di misura, si riducano tanto in numero come in dimensioni, mentre le richieste pro-

grammatiche, se esistono, esigono budget ridotti, se non ridicoli. In tale contesto, il lavoro dei professionisti di buona fede si converte in un atto eroico, quasi titanico. La presentazione dei nostri lavori è stata quindi l’occasione per denunciare una situazione al limite fra il denigrante ed il comico, per far conoscere in modo pedagogico cosa si nasconde dietro i progetti, qual é la verità che spiega la ragione delle co-

se e che in molti casi non viene mai alla luce.” Queste riflessioni ci rimandano alle prime indagini politiche e sociologiche e ai primi studi disciplinari condotti agli inizi del novecento da Patrick Geddes. Molto da allora è cambiato ma il 2000 si presenta incerto ed il ruolo della nostra disciplina ci obbliga ad affrontare altri problemi, che non sono apparentemente di no-

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I nostri modelli si stanno esaurendo e i nostri riferimenti paesaggistici hanno bisogno di una revisione, perché alcuni metodi di progettazione e gestione non torneranno a ripetersi. Pag. 25 • Lineaverde Settembre 2016


> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

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stra competenza. Solo partendo da questo punto di vista possiamo capire gli interventi di Bellmunt: “Il giardino quindi, abbandonata la polverosa immagine di luogo ‘congelato’ o semplice paesaggio di fondo, si scopre oggi nuovo polo di attrazione, punto d’incontro per promuovere non solo l’emozione estetica nella natura, ma anche l’incontro sociale, le attività culturali (didattiche, espositive, pedagogiche, etc.) o semplicemente le iniziative che non escludono l’attività economica e turistica come motore di sviluppo del territorio.” Leggendo queste riflessioni possiamo comprendere le scelte progettuali proposte nel Patio Anaïs Napoleon, Ensanche a Barcelona. “All’angolo fra le vie Marina e Gran Via, assi urbani di grande intensità di traffico - dice Bellmunt - abbiamo reinventato lo spazio interno di un isolato dedicato ad Anaïs Napoleon, pioniera della fotografia nella Barcellona del XX secolo. Ambienti diversi contengono aree ludiche, pedagogiche, sorrisi, ombre, allegria; messi in scena nelle diverse ‘stanze’: la sala da pranzo, il bagno, la cucina, la camera dei bambini.” È la stessa filosofia utilizzata nello straordinario progetto delle scale mobili di Carrer Cuba a Barcellona. Basta poco, molto poco, per rivitaliz-

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zare un quartiere degradato quasi abbandonato. Un piccolo investimento consente di realizzare una scala mobile e di superare gli 8 metri di dislivello, arricchito da piccole aree verdi che fanno da cornice elegante e di sobria raffinatezza. Una ricucitura che quasi sana una ferita del tessuto urbano e dà nuova dignità non solo al quartiere ma alle stesse persone che lo abitano. Non è solo la piccola scala che impone una nuova visone: anche quando ci troviamo davanti ad ampi spazi il ruolo del paesaggista è costretto a reinventarsi una nuova visione, ad abbandonare i modelli rassicuranti dell’aulico progetto di qualità formale, e deve piegarsi alle ristrettezze economiche ed all’essenzialità gestibile durante la realizzazione e negli anni successivi. L’esempio tipico è Parco della Timba in un piccolo paesino vicino Barcellona, Cervellò. C’è poco da fare, piantare qualche albero ed arbusto, seminare un prato vicino ad un torrente ed affidarsi al paesaggio limitrofo, arricchendo l’area di attrezzature funzionali: le attrezzature fitness per la terza età, i tavoli da ping pong, l’arredo urbano, le fontane, l’illuminazione e poco più. Emblema di un’austerità contemporanea che impone pochi elementi, quelli indispensabili. Ovviamente quando il paesaggista

ha delle opportunità economiche non rinuncia al gesto formale ricco ed espressivo, ma non si lascia mai prendere la mano e controlla sempre ogni elemento. Al Four Season in Marocco, un hotel a 5 stelle si assume il compito opposto, di moderare l’esuberanza dell’architettura ricca e farla dialogare con il paesaggio di dune, cioè l’artificiale con il naturale, compito altrettanto difficile. Non è scontato che le possibilità economiche garantiscano la qualità. Ma in questo Bellmunt è un maestro e lo aveva già dimostrato in una delle prime sue opere alla quale siamo particolarmente affezionati: il lungo mare di Salou a Tarragona. Il Giardino della Casa, Museo Gaudí Park Güell a Barcellona, potrebbe sembrare uno degli incarichi più affascinanti che un paesaggista spagnolo voglia avere - confrontarsi con il più grande architetto spagnolo proprio dove ha realizzato il suo capolavoro paesaggistico - ma così non è. Bellmunt ci dice che il “progetto é un incarico carico di dolce veleno, di diversi ami che portano il progettista a rivedere il ‘Modernismo’, la storia dei giardini, la struttura museale, il grafismo, la conservazione e sistemazione dei pezzi decorativi da esporre ed una visione sintetizzatrice dell’insieme.” Ma al di là di queste considerazione


a noi il progetto appare nella sua giusta dimensione, soprattutto rigoroso nel rispettate le regole elementari del restauro, le stesse che usiamo nei giardini storici, perché oramai di giardino storico si tratta pur essendo una pietra miliare del Parco Contemporaneo. Vorrei concludere questa breve nota su Jordi Bellmunt citando una sua riflessione sulla Sicilia, una regione nella quale lavora e torna spesso grazie anche alla sua compagna Agata Buscemi, partner nella vita e nel lavoro. Parlando di un suo intervento - il Parco botanico di S. Leonardello a Catania - egli si abbandona a riflessioni cariche d’amore per questa terra e di ottimismo, arrivando a sottotitolare le sue considerazioni in modo quasi poetico “tutte le Sicilie del mondo”. “Può il giardino dell’innovazione essere testimone di

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una revisione e reinterpretazione generale dell’idea di spazio pubblico e di paesaggio? Strade, aree abbandonate e residuali, aiuole, spazi indecisi privi di una funzione, potrebbero essere in Sicilia il germe di un meraviglioso giardino dell’innovazione.” Da siciliano non credo proprio. Forse Jordi ha dimenticato il passaggio del Gattopardo: “Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i siciliani vogliono ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali.” In ogni caso al di là di questa riflessione marginale mi arruolo fra i sostenitori delle sue battaglie cariche di ottimismo e lungimiranza. Le opere realizzate da Bellmunt sono sempre una testimonianza tangibile che spesso “ce la possiamo fare”. Si tratta di tematiche difficili da superare, mai nulla è scontato nella nostra

1.-2. Hotel four season, Marocco. 3.-4. Patio Anaïs Napoleon, Ensanche a Barcelona. 5.-6. Parco de la Timba, Cervello.

professione, ma con l’impegno possiamo farcela: questo ci insegna il grande paesaggista catalano. Oggi tutto è difficile, tutto appare insuperabile. Il quadro in cui operiamo appare ostile, ma Bellmunt ci insegna: “Tutto ciò è appassionante a livello intellettuale, come riflessione progettuale, come opportunità di relazione di una disciplina che basa i suoi valori nell’agilità di risposta, nella facilità di reazione e nella fiducia sullo sviluppo di processi di progettazione complessi a partire dal rigore, dalla conoscenza dei luoghi e delle tecniche. Il destino ci riserva una ‘chance’.” ■ Pag. 27 • Lineaverde Settembre 2016


> PRODUZIONE <

La produzione vivaistico-ornamentale, patrimonio di biodiversità di Francesca Giurranna Dottore agronomo, segretario Associazione Vivaisti Italiani

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La biodiversità può diventare un strumento di innovazione e di qualificazione per il vivaismo, laddove il concetto di biodiversità può essere considerato sotto due diversi profili: produrre specie esistenti, per mezzo della conservazione e riproduzione di specie che caratterizzano un habitat, oppure produrre nuove varietà.


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artirò da due progetti/lavori che ho vissuto in prima persona. E’ probabile che risultino due esempi provocatori per la loro estremizzazione. Si tratta in entrambi i casi di luoghi esistenti che vengono riqualificati in modo diverso, ma in entrambi i casi è necessaria la produzione di biodiversità.

Due esempi Il primo progetto è stato realizzato in occasione del lavoro di tesi del master in paesaggistica. Il lavoro ha avuto anche un premio, si è infatti classificato secondo per il premio delle Ville Lucchesi 2013; inoltre è stato pubblicato un breve saggio sulla rivista scientifica il Capitale Culturale. L’obiettivo del lavoro è la riqualificazione dei quattro giar-

dini pensili e delle mura che perimetrano il castello di Fosdinovo in provincia di Massa, un luogo di elevato valore paesaggistico. E' stato fatto un censimento delle specie presenti nei giardini pensili e sulle mura e per ogni specie è stata realizzata una scheda in cui viene indicato dove è ubicata, la tipologia, le caratteristiche botaniche, ma soprattutto è stato indicato l’indice di pericolosità, definito da forma biologica/invasività/apparato radicale. Per ogni specie, sulla base dell’IP, del valore estetico, del valore sensoriale e al valore ambientale, viene stabilito se eliminarla, mantenerla, mantenerla ma con stretto monitoraggio, o incrementarla. Questo ha portato ad una riqualificazione e riprogettazione delle mura. Per cui non si tende all’eliminazione delle specie presenti sulle pareti, ma lo studio permette di valorizzare il giardino verticale che in parte si è creato naturalmente. I giardini invece sono stati oggetto di un’ulteriore riprogettazione sulla base della storia del castello e del contesto paesaggistico. L’aspetto delle mura è quello che mi interessa mettere in luce in questo contesto. E la domanda è: è possibile reperire le specie di cui necessito per il mio progetto? L’altro lavoro riguarda invece la riprogettazione del giardino presso la Querceta dell’Istituto Alberghiero di Montecatini Terme. Questo giardino era già stato oggetto di un rilievo e di una prima parte di progettazione da parte della Provincia

di Pistoia. Ripartendo da questo punto sono state individuate le specie arboree presenti e per ognuna di queste è stata realizzata una scheda botanica e di approfondimento spendibile in più occasioni. A questo è seguito un inquadramento territoriale dell’area oggetto di riprogettazione e una analisi del paesaggio che considerasse le connessioni, la storia, le percezioni del luogo. Sono state quindi individuate le potenziali funzioni che il giardino avrebbe potuto avere (didattica, turistica, sensoriale). A ciò è seguita un’ipotesi di progetto con la realizzazione di più percorsi (uno dedicato alla musica, uno all’acqua ed uno ai sensi). I primi due percorsi richiamano temi legati a Montecatini, grazie all’inserimento di specie che richiamino insetti e avifauna nel primo caso, e specie che ricordino il colore dell’acqua nel secondo caso. Nel percorso dei sensi, in particolare del gusto, sono invece inseriti frutti antichi, aromatiche ed erbe di campo: assume quindi non solo una funzione turistica, ma anche didattica, senza dimenticare l’aspetto alimentare, dato che ci trovavamo nel giardino dell’istituto alberghiero. Anche qui la domanda è: è possibile reperire le specie di cui necessito per il mio progetto?

Come reperire vegetazione specifica? In entrambi i casi, se pur, come già detto, forse “estremi” emerge la necessità di reperire vegetazione

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La biodiversità può essere considerata sotto due diversi profili: produrre specie esistenti per mezzo della conservazione e riproduzione di specie che caratterizzano un habitat. Pag. 29 • Lineaverde Settembre 2016


> PRODUZIONE <

specifica, o caratterizzante un territorio o che risponda a specifiche funzioni. Da qui l’esigenza di produrre biodiversità. Il concetto di biodiversità può essere considerato sotto due diversi profili: produrre specie esistenti, per mezzo della conservazione e riproduzione di specie che caratterizzano un habitat, oppure produrre nuove varietà. Sono due strade, già in parte percorse dalla produzione, ma che probabilmente richiedono un continuo incremento ed eventuali specializzazioni, che possono andare a differenziare un’azienda dall’altra. Questo permette la realizzazione di un mercato su un unico territorio che può offrire un incremento (ancora maggiore disponibilità di prodotti) di produzione in termini di specie ornamentali. Il Distretto Vivaistico-ornamentale di Pistoia, si estende su 5200 ettari di cui 1500 a vasetteria, con le sue 1500 aziende, per un totale di 5500 addetti, di cui circa 2500 lavoratori dipendenti. La produzione già offre un buon ventaglio di prodotti, tra alberi a foglia caduca, conifere, alberi e arbusti sempreverdi, rose, rampicanti e arbusti a foglia caduca. Ma questo potrebbe essere ampliato in modo razionale e funzionale creando una rete di rapporti. Ma alle possibili strategie ci torniamo tra poco.

Quale biodiversità? La biodiversità può essere intesa sotto diversi aspetti: biodiversità morfologica, è l’approccio più immediato, ovvero differenti tipi di foglie (aghi-sempreverdi e foglie caduche diverse per forma e colore; fiori diversi per forma e colore o per diversa tipologia di infiorescenza; diversi ritidomi; diverse forme delle piante-a cono, ovale, a colonna, oppure per diversa forma data dall’uomo alla pianta, etc...). Ma Pag. 30 • Lineaverde Settembre 2016


Biodiversità morfologica (forma, colori, ritodoma, foglie, fiori, ecc.)

guarda la produzione di biodiversità in termini di nuove varietà, non ci sono riferimenti specifici, ma si potrebbe pensare di introdurre le specie più adatte ad un ambiente o ad una funzione nei regolamenti del verde, che ogni città secondo la legge 10 del 2013, dovrebbe avere. Indicare nei regolamenti semplicemente di inserimento di “specie autoctone” è limitativo.

La biodiversità urbana

biodiversità si può intendere anche da un punto di vista fisiologico (diverso periodo d fioritura, diverso capacità di assorbimento di CO2 e polveri sottili, oppure diverse tolleranze al suolo, al clima...). Ancora, si può parlare di biodiversità funzionale, ovvero specie più adatte ad un uso più che ad un altro per le proprie caratteristiche: specie da impiegare in caso di dissesto idrogeologico, specie per i rain garden, o per semplice fitodepurazione, specie frangivento, specie che possono avere la funzione di favorire una rievocazione storica, specie che devono svolgere funzione so-

ciale intesa come stimolo didattico o educativo o stimolo di tutti i sensi, ed in quest’ultmo caso si può parlare anche di funzione terapeutica. Inoltre è possibile definire la biodiversità delle specie sulla base dello spazio verde dove le piante possono essere utilizzate (varietà più adatte alla realizzazione di un giardino pensile, o di un giardino verticale, o per un giardino storico, o per un’area gioco...). A livello normativo, per l’aspetto legato alla conservazione degli habitat e la tutela della biodiversità ci sono molti riferimenti, anche se relativamente recenti. Per quanto ri-

La produzione di biodiversità, permetterà di favorire anche la stessa biodiversità urbana, sia attraverso l’introduzione di specie già esistenti sia attraverso nuove specie. Andare in contro all’evolversi degli ambienti, potrà permettere una riduzione di spese. Si mette in atto una nuova strategia che favorisce la differenziazione anziché la semplificazione, che in questo caso comporterebbe un maggior dispendio di energie, perché non segue la naturalità dell’ambiente, ma si tratta di una semplificazione imposta. Come già detto, la maggiore diversificazione dei prodotti permetterebbe di rispondere ad una più vasta gamma di funzioni e usi che la vegetazione può assumere. Questo significa un mercato più ampio che risponda ad una maggiore e diversificata domanda anche specifica. Gli esempi di utilizzo del verde in diverse situazioni si trovano in ogni parte del mondo, anche vicino a noi. Svariati sono gli esempi di tetti verdi o veri e propri giardini pensili, per esempio il giardino pensile realizzato a Londra da Foster su una struttura simile ad una nave, dove all’ultimo piano ha realizzato un giardino pensile in cui sono raggruppate in modo armonioso piante che caratterizzano il pianeta da est a ovest, questo per collegarsi al tema est-ovest che caratterizza il

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> PRODUZIONE <

Biodiversità fisiologica (periodo, fioritura, resistenza a fattori climatici, inquinanti, ecc.)

Biodiversità funzionale (dissesto idrogeologico, storica, sociale, rain garden, bioswale, biogarden fitodepurazione, protettiva, terapeutica, ecc.)

luogo dove la struttura di Foster è ubicata (est-ovest di Londra). Possono essere inclusi tra i giardini verticali anche realizzazioni che utilizzano specie verticali (un particolare esempio è a Zurigo l’MGF Park). In questo progetto le diverse piante rampicanti ricoprono una struttura metallica, che rievoca lo scheletro d una vecchia fabbrica. Quindi in questo caso abbiamo il verde utilizzato nella riqualificazione industriale, come spesso oggi accade, per la creazione di nuovi spazi da utilizzare molto frequentePag. 32 • Lineaverde Settembre 2016

mente per uso sociale. Qui il massimo si ottiene dall’utilizzo delle diverse specie e varietà di rampicanti, dalla diversità che si è riusciti a inserire e che garantisce in ogni periodo dell’anno una aspetto sempre diverso a questo spazio.

I progetti per favorire la produzione di biodiversità Gli strumenti per favorire la produzione di biodiversità sono: la ricerca, la sperimentazione, ma anche la cooperazione, gli accordi e la rete di rapporti all’interno della filie-

ra ma anche tra filiere. Alcuni progetti in Italia che vanno nella direzione di produrre biodiversità sono: Anthosart: progetto di Enea che è ancora in una prima fase, e nasce dal precedente progetto Floraintesa, finanziato dal Miur, il quale ha avuto come obbiettivo di mettere in rete molti orti botanici (38) sul territorio nazionale al fine di potenziarli, promuoverli e fare divulgazione delle specie conservate in essi. Con Anthosart (arte del fiore) si vorrebbe fare un ulteriore passo verso la comunicazione tra il mondo della ricerca e della conservazione con il mondo della produzione, portando avanti un’azione di divulgazione, sensibilizzazione, informazione delle ricchezze degli orti botanici e della vegetazione di specifici territori e avvicinare così le realtà produttive all’utilizzo di alcune di queste specie per la progettazione del verde. Progetto Insem: progetto europeo coordinato da Minoprio (Regione Lombardia e Canton Grigioni) ha avuto come obiettivo la realizzazione di una filiera volta alla produzioni di sementi, fiorume, zolle e piante autoctone adatte ai ripristini e agli inerbimenti d’alta quota, ovvero la fascia alpina tra Italia e Svizzera. Sono stati coinvolti agricoltori interessati alla tematica, che hanno appreso nuove tecniche produttive, testando iniziative imprenditoriali connesse alla coltivazione, come l’attività di selezione della semente e la specializzazione in tecniche di inerbimento.Obiettivi sostenibilità economica e ambientale. Progetto Flora (Fiorume lombardo e rinaturazione con piante autoctone) ha coinvolto il CFA - Centro Flora Autoctona, la Fondazione Fojanini e aziende florovivaistiche del Distretto Florovivaistico Alto Lombardo. Questo progetto è nato in risposta ai problemi di degrado de-


gli ecosistemi lombardi, di frammentazione degli habitat e di massiccia espansione di specie esotiche che sottraggono nicchie ecologiche alle specie autoctone riducendo drasticamente la biodiversità. L’obiettivo principale di questo progetto è stato sviluppare e promuovere nel settore agricolo il nuovo prodotto “piante autoctone certificate” ad uso naturalisticoambientale e ornamentale, una specifica filiera. Cosa interessante, oltre che la produzione in sè, la certificazione del prodotto e della filiera, e sopratutto la redazione di un capitolato d’appalto con l’utilizzo di queste specie, a partire da un prezziario di specie già prodotte. E’ importante per la buona riuscita e la prosecuzione di questi progetti che nella progettazione degli inter-

La maggiore diversificazione dei prodotti permetterebbe di rispondere ad una più vasta gamma di funzioni e usi che la vegetazione può assumere. venti sia prevista una precisa programmazione delle attività. Alcune operazioni che possono favorire la biodiversità sono già in corso, tra queste: i tavoli di concertazione dell’intera filiera, che vedono seduti allo stesso tavolo vari soggetti che curano aspetti diversi della filiera, dalla produzione alla progettazione; il recente accordo tra Agrinsieme ed Aiapp crea un filo diretto tra produttori e progettisti utile ad entrambi per la fattibilità di progetti; il progetto Qualivi-

va ha portato alla realizzazione di alcuni strumenti utili, ma sopratutto ha fatto interfacciare/comunicare più da vicino il mondo della ricerca, della progettazione e della produzione. Iniziative come questa “Vestire il paesaggio” promuovono la comunicazione, il confronto e la cultura del verde senza la quale non può essere possibile il poter capire, sperimentare e valutare le numerose e diversificate strade che è possibile percorrere producendo biodiversità. n Pag. 33 • Lineaverde Settembre 2016


> FITOPATOLOGIA <

Risanare e riqualificare gli spazi verdi per salvare l’ambiente naturale Da tempo evidenziamo lo stato di degrado e di abbandono in cui versa il verde ambientale di molti territori. Ciò nonostante la situazione appare in continuo peggioramento, tanto che è diventato un dovere assoluto insistere per sensibilizzare tutti (enti pubblici e privati cittadini), ad una grande spinta verso la realizzazione di fatti concreti e non più solo parole.

di Giorgio Badiali giorgiobadiali@libero.it

Fitopatologo, dottore agronomo, già dirigente della Regione Emilia Romagna

I giovani studenti in attesa dei mezzi che li riportano a casa al termine delle lezioni, sono le future professionalità necessarie per la salvaguardia delle piante e dell’ambiente.

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e condizioni generali di salute delle piante non sono certamente buone in questo momento, soprattutto a livello dei fusti principali, delle zone dei colletti e degli apparati radicali, spesso presenti in condizioni di grave crisi di sopravvivenza o di stabilità ed anche di innumerevoli disseccamenti già avvenuti, con piante lasciate spesso in piedi sul posto a trasmettere le patologie ed a rappresentare anche un rischio per l’uomo, in quanto può verificarsi facilmente il loro schianto improvviso. Oltre a queste piante in gran parte

già morte da diverso tempo, si notano di frequente e diffusamente sulle piante ancora in vita situate nelle loro adiacenze, branche principali e rami più o meno sviluppati già aggrediti da varie patologie, prevalentemente crittogame, ma anche fra i tanti insetti, o nei batteri od anche nei virus.

Le forme fitopatologiche più pericolose Fra le crittogame (malattie fungine) prevalgono in generale quelle provocanti forme cancerose del legno, interessanti sia i fusti che i rami e producenti anche i cancri corticali, come le diverse spp. di Nectria, Septogloeum, Coryneum, Sphaeropsis, Phomopsis, ecc. oltre a Ceratocystis fimbriata (Cancro colorato del platano, assoggettato con D.M. alla Lotta Obbligatoria) e Seiridium cardinale (Cancro del cipresso), i marciumi radicali e del colletto come Armillariella mellea, Phytophthora spp., le tracheomicosi tipiche provocate da Verticillium alboatrum, V. dahliae, ecc. o le tante carie del legno originate dalle diverse spp. di Polyporus, Fomes, Ganoderma, Coriolus, Collybia, Phellinus, ecc.


Mentre fra gli insetti si possono rilevare in prevalenza i vari gruppi degli xilofagi soprattutto Coleotteri, come ad esempio Anoplophora chinensis, Rhynchophorus ferrugineus, entrambi assoggettati per legge alla Lotta Obbligatoria e diversi altri tra cui Cerambix cerdo, Scolytus spp., Tomicus spp., Phloeosinus spp., Saperda carcharias, ecc., ma anche Lepidotteri quali Cossus cossus, Zeuzera pirina, pure invasori e distruttori delle parti legnose o semilegnose e diverse Cocciniglie (come Matsucoccus feytaudi, pure assoggettato a Lotta Obbligatoria nelle pinete) alcune anche di recente diffusione, ormai molto presenti ed in vari casi risultate dannose. Anche le batteriosi meritano una particolare citazione in quanto abbastanza frequenti e che in alcuni casi si sono dimostrate molto dannose come l’Erwinia amilovora (colpo di fuoco batterico), pure assoggettata da tempo a Lotta Obbligatoria ed il recentissimo insediamento di Xilella fastidiosa nelle piantagioni di olivo su cui sono ancora in corso infinite discussioni a livello internazionale. Per molte di queste patologie vige una regolamentazione di obbligato-

rietà per l’eliminazione delle piante infette, ma spesso, dopo un primo momento di corretta applicazione delle regole, è subentrato un certo rilassamento a cui sono seguiti nuovi attacchi della patologia in precedenza combattuta. Una cosa simile non avrebbe dovuto succedere con un minimo di attenzione e di costanza negli interventi. Quindi non si devono assolutamente lasciare sul posto piante già morte o danneggiate irrimediabilmente od aggredite a tal punto da non riuscire a diagnosticare la possibilità di una loro ripresa. Dopo ogni necessario abbattimento

»»

Pianta di Acero negundo in primo piano, ormai distrutta dalle forme patologiche cancerose del legno che col tempo e le scarse cure hanno invaso le altre più prossime, in cui si notano già evidenti riscoppi reattivi basali e faranno in poco tempo la stessa fine.

Attacco di Afidi su pianta di Lagerstroemia indica in fioritura, dove sono vietati interventi con prodotti chimici ed è consigliabile effettuare intensi lavaggi con getti d’acqua, possibilmente in una fase più anticipata, prestando attenzione maggiore nel futuro!

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> FITOPATOLOGIA <

noti, si sono verificati di recente nelle palme, nei bossi, negli olivi, mentre anche per il passato dobbiamo ricordarne altre sia come il tipico esempio del cancro colorato del platano (Ceratocistis fimbriata).

Situazione di degrado e distruzione di piante in oliveto, quando ancora non si parlava del batterio Xilella fastidiosa che ora sta provocando tanti danni.

Ex filare di pioppi cipressini quasi completamente distrutto dall’Armillaria mellea e dall’abbandono totale dopo i primi disseccamenti e relativi schianti.

si deve trasportare subito nei luoghi appositi di consegna per la sua distruzione tutto il materiale residuato dagli interventi, compreso le ceppaie e per quanto possibile la maggior parte degli apparati radicali, sostituendo il suolo infetto o risanandolo al meglio eseguendo adeguate disinfezioni e/o disinfestazioni con particolare attenzione alle nuove regole legate all’attuazione del PAN e lasciando trascorrere il maggior tempo possibile (almeno qualche stagione) prima di eseguire eventuali sostituzioni. Infine, per quanto riguarda le attrezzature impiegate, si dovrà procedere ad una loro necessaria disinfezione, almeno ad ogni cambio di pianta interessata dai lavori, che devono essere eseguiti da personale tecnico Pag. 36 • Lineaverde Settembre 2016

adeguatamente formato. Questo personale dovrà essere sempre più selezionato e mi permetto di insistere che andrà sempre più ricercato fra i giovani, adeguatamente istruito ed indirizzato ad osservare di continu il verde del territorio assegnatogli ed alla comparsa sulla vegetazione di qualsiasi forma di natura patologica e comunicare subito il fatto al Dirigente del Servizio del verde (dove ancora esiste) e comunque ai Servizi Fitosanitari Regionali. Infatti, eventi patologici a volte anche nuovi, dovuti in buona parte anche agli effetti della globalizzazione e quindi degli scambi frequenti di materiali vegetali, si sono spesso moltiplicati e diffusi con rapidità, provocando danni notevoli alle piante dei nuovi territori. Alcuni esempi

Le patologie meno gravi Al termine di ogni stagione vegetativa, le foglie aggredite da patologie nelle piante a fogliame caduco, si disperdono al suolo e finiscono in molti casi per trasformarsi in materiale organico. In alcuni casi, anche queste foglie cadute al suolo, possono contribuire a riproporre gli stessi problemi fitosanitari nelle annate successive se non vengono eliminate con assoluta precedenza su quelle di altre piante, mediante una precoce raccolta autunnale, come il caso tipico ormai citato da anni della Cameraria ohridella agente di defogliazione sugli ippocastani, nelle cui foglie sverna l’insetto sotto forma di crisalide, riprendendo a danneggiare in primavera alla nascita delle larve di prima generazione. Quindi, sin dall’inizio della ripresa vegetativa è sempre necessario su tutte le piante un attento controllo della vegetazione, a cui potranno seguire eventuali interventi. Interventi da eseguire sempre più con mezzi naturali e meno perturbatori dal punto di vista ambientale, presenti ed impiegabili e che a seguito delle recenti disposizioni previste dal sopracitato PAN, dovranno essere sempre più orientati all’abbandono dei prodotti chimici che comunque nei casi di necessità andranno sempre ricercati fra quelli ancora autorizzati. Tra la notevole quantità di forme patologiche che aggrediscono vegetazione, si possono citare sinteticamente quelle fungine più frequentemente presenti, come i molti agenti di maculature, disseccamenti, antracnosi e marciumi fogliari peraltro non sempre provocati da patologie e le tante


forme di Oidio (o malbianco), mentre tra i vari insetti ed acari prevalgono in genere le varie spp. di Afidi, Psille, Tingidi, Tripidi, diversi defogliatori come la già citata Cameraria, l’Ipfantria cunea od altri lepidotteri e coleotteri, molte Cocciniglie, galligeni fogliari, Ragno rosso, ecc. Contro questi patogeni bisogna cambiare radicalmente sistema soprattutto per quanto riguarda gli interventi chimici non sempre necessari ed a volte anche dannosi per gli equilibri naturali se non razionalmente eseguiti, che dovranno essere meno impiegati anche nei casi di elevate infestazioni, orientando tutti gli interventi di difesa sempre più verso l’impiego di prodotti biologici. Inoltre vi è la necessità di prevenire le patologie adottando particolari mezzi ed attenzioni, per evitare in primis i tanti danneggiamenti provocati anche con i mezzi operativi impiegati durante l’esecuzione delle attività manuali-meccaniche. E’ anche fondamentale mantenere una osservazione costante della vegetazione e monitorare con ogni mezzo le prime eventuali presenze dei parassiti, avvalendosi anche delle trappole a feromoni per la cattura degli insetti, quindi affidarsi agli interventi di difesa manuale o meccanica. Fra questi si possono ricordare le lavorazioni superficiali del suolo, le eliminazioni con il taglio e/o la raccolta al fine di una loro distruzione, di rametti con fogliame infetto od infestato, oltre ad ovature e nidi contenenti gli insetti, contro diversi di loro ed alle prime comparse delle forme giovanili molto vulnerabili, si possono effettuare lavaggi con acqua a buona pressione ed anche addizionata, per una maggiore efficacia abbattente, con sali di potassio od appositi bagnanti-solventi, in grado spesso di provocare un effetto detergente sulle melate o con adatti repellenti, senza sottovalutare la possibi-

Uno dei tanti casi successi in piena vigenza della “Lotta Obbligatoria” al Cancro colorato del platano, dove con queste assurde modalità d’intervento, una per volta tutte le piante presenti sono morte e certamente non solo in questo luogo.

lità di eseguire alle piante interventi diretti, basati sulla distribuzione con opportuni lanci sulle loro chiome, di elementi ausiliari equilibratori naturali, da ricercare soprattutto nel gruppo degli insetti antagonisti. Tra questi ultimi vanno ricordati Neodryinus typlocybae contro Metcalfa pruinosa, Anthocoris nemoralis contro le Psille, Cryptolaemus montrouzieri per le cocciniglie cotonose, Adalia bipunctata ed altri coccinellidi oltre a Chrysoperla carnea per gli afidi, Phytoseulus persimilis contro il ragnetto rosso, Heterorhabditis spp. contro gli oziorrinchi (Coleotteri), ecc. Anche fra le crittogame si stanno già sperimentando gli effetti di alcuni antagonisti tra cui Trichoderma spp. che appare in grado di riequilibrare

gli effetti prodotti da diverse altre crittogame, in prevalenza presenti sui tessuti legnosi come quelle già citate nella parte iniziale. Per quanto concerne l’impiego di compost, micorrize, alghe marine, nutrimenti vari, ecc., si deve evidenziare la loro utilità soprattutto per migliorare le condizioni ambientali e dei suoli in cui le piante vivono e per aumentare anche le condizioni di resistenza alle tante patologie citate. Infine, si ricordano alcuni mezzi di natura chimica e microbiologica, sicuramente impiegabili negli interventi di difesa biologica ed ammessi dalla attuale legislazione come Piretro naturale, Azadiractina, Bacillus thuringiensis, rame e zolfo, seguendo e rispettando tutti i consigli per l’impiego riportati nelle etichette. n Pag. 37 • Lineaverde Settembre 2016


> EVENTI <

Associazione Vivaisti Italiani: l’assemblea estiva a Pistoia di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

L

'Associazione Vivaisti Italiani ha tenuto la prima assemblea dei soci venerdì 8 luglio presso la sala Tito Poggi del Cespevi. Alla presenza delle autorità locali, dei Parlamentari della circoscrizione, dei Consiglieri Regionali e degli assessori Regionali all'Agricoltura ed all'Ambiente, il Presidente Vannucci ha sottolineato l'importanza dell'associazionismo e le at-

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Si è tenuta l’8 luglio scorso la prima assemblea dei soci dell’Associazione Vivaisti Italiani. Il Presidente Vannino Vannucci ha sottolineato l'importanza dell'associazionismo e le attività svolte dall'associazione. tività svolte dall'associazione in questi sei mesi del 2016. In questo primo periodo del 2016 l'Associazione, divenuta in seguito all'assemblea di dicembre 2015 Associazione Vivaisti Italiani, è cresciuta nel numero dei suoi Soci, inglobando anche Soci da altre regioni d'Italia. Per quanto riguarda gli Sponsor, l'Associazione – dice Vannucci- ha allac-

ciato una nuova collaborazione con la Jungheinrich Italiana, filiale dell'importante multinazionale tedesca Jungheinrich AG, leader nella logistica di magazzino in Europa. Per quanto riguarda gli aspetti fitosanitari l'Associazione ha dato seguito alla sua azione attiva di tutela del settore contribuendo alla partecipazione ad incontri importanti ed avanzando


richieste ai soggetti interessati del Servizio Fitosanitario Nazionale. Uno degli esiti di tale attività è stata l'approvazione, ad inizio anno, dello schema di decreto ministeriale per l'istituzione dell'Area indenne da Xylella per tutto il territorio nazionale, compreso la Regione Puglia ad eccezione della zona delimitata e della zona di sorveglianza definite dalla Commissione, e il conseguente Decreto firmato dal Ministro Martina il 18 febbraio 2016. L'Associazione – continua Vannucci – ha inoltre preso parte all'importante incontro svoltosi il 6 aprile scorso a Roma con la delegazione turca, con la quale sono state discusse alcune rilevanti questioni fitosanitarie. Inoltre, conseguentemente alla partecipazione dell'Italia all'Expo Antalya 2016, rappresentata da un giardino realizzato con piante italiane, per lo più pistoiesi, il 15 aprile scorso sono stati accolti in visita a Pistoia un gruppo di giornalisti turchi del settore. Il 16 febbraio scorso l'Associazione Vivaisti Italiani ha firmato con l’Acca-

In questo primo periodo del 2016 l'Associazione Vivaisti Italiani, è cresciuta nel numero dei suoi Soci, inglobando anche aziende da altre regioni d'Italia. demia dei Georgofili un protocollo d'intesa che stabilisce una cooperazione attiva tra le parti. Alcuni degli intenti sottoscritti sono: promuovere e attivare iniziative congiunte, destinate a contribuire al progresso dell'agricoltura, alla tutela dell'ambiente allo sviluppo del mondo rurale; valorizzare le nuove acquisizioni tecnico-scientifiche che hanno riflessi sul comparto del vivaismo; favorire la diffusione dell'innovazione nel comparto vivaistico e delle colture protette ed ornamentali; promuovere iniziative di studio, informazione e formazione sulla tematica della difesa fitosanitaria delle coltivazioni vivaistiche. Vista la necessità di valorizzare l'autocontrollo fitosanitario da parte dei vivaisti stessi, in maniera da migliorare la qualità e la sicurezza delle piante offerte sul mercato, un primo impegno dalla firma dell'accordo è stato la costituzione di un tavolo tra Accademia dei Georgofìli e Associazione sugli aspetti fitopatologici: si tratta dell'inizio di un lavoro sullo studio delle fitopatologie a tutela delle produzioni ornamentali, tema fondamentale per il settore vivaistico e di estrema attualità. Un ulteriore intento previsto dall'accordo è rappresentato dalla collaborazione alla realizzazione di iniziative innovative nel campo della comunicazione ed informazione: così l'Associazione ha partecipato con il Communication Strategies Lab (CSD del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università degli Studi di Firenze, guidato dal Prof. Toschi, alla ricerca "La comunicazione come strumento per rilevare bisogni d'in-

novazione; il vivaismo italiano come caso pilota", i cui risultati dell'inizio di un'analisi qualitativa sono già stati recentemente presentati. L’Associazione stessa e un campione dei suoi soci sono stati infatti intervistati ai fini della suddetta ricerca L'Associazione sta inoltre portando avanti le tematiche in parte già affrontate nel convegno che si è svolto il 4 dicembre scorso "Il vivaismo: l'imprenditore agricolo nell'era della globalizzazione", ovvero la posizione economica-giuridica dell'impresa agricola nella situazione attuale, ritenendo importante la pubblicazione degli atti del suddetto convegno, e dando l'incarico di una prosecuzione di uno studio che miri ad un ulteriore approfondimento della materia al fine di delinearne delle linee guida. L’Assessore Regionale all’agricoltura Remaschi nel suo intervento ha evidenziato il ruolo centrale del vivaismo nell’economia agricola regionale e per la costruzione di nuovi paesaggi urbani e rurali e su questo ha garantito il supporto della Regione attraverso il piano di sviluppo rurale. Fra gli altri interventi da sottolineare l’impegno del Comune e della Provincia di Pistoia per rilanciare le attività di ricerca e studio in materia di paesaggio nell’ambito del prossimo anno in cui Pistoia sarà capitale Italiana della cultura. Di particolare interesse l’intervento di Nadia Forbici dell’Associazione Florovivaisti Lombardi animatrice del tavolo di filiera che ha ribadito l’importanza di avere una voce unica del florovivaismo italiano sia in ambito nazionale che europeo. ■ Pag. 39 • Lineaverde Settembre 2016


> FIERE <

L’espositore gioca un ruolo centrale nella 26° edizione GrootGroenPlus GrootGroenPlus è oggi una fiera internazionale, che offre una piattaforma interessante per compratori e organizzazioni di filiera che si impegnano per essere sostenibili, affidabili e innovative. di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

L

a 26ª edizione di GrootGroenPlus si svolgerà dal 5-7 ottobre. Il tema di quest'anno, “la mia pianta favorita!” offre molte opportunità per una conoscenza approfondita delle piante, dell’assortimento, e per la condivisione della conoscenza. La fiera - come di consueto - inizierà il mercoledì mattina con l’inaugurazione ufficiale, dopo di che, la fiera sarà aperta fino alle ore 21:00. Le associazioni olandesi e belgi per i giardinieri e gli appaltatori dei lavori a verde hanno lavorato insieme per la creazione di un programma speciale che comprende presentazioni di Hans Kaljee (comune di Amsterdam) e Ronald Houtman (KVBC). Ma non è l'unica cosa che rende questa edizione della fiera internazionale speciale. Ancora una volta la fiera è articolata in tre percorsi chiusi e quindi i visitatori vedranno tutti gli espositori, che

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sono approssimativamente della stessa lunghezza. I partecipanti stranieri provenienti da Belgio, Francia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Germania, Italia e Polonia rappresentano il 21 per cento delle iscrizioni. Il numero di partecipanti internazionali è aumentato, rispetto agli anni precedenti. Tra i partecipanti Olandesi ci sono gruppi regionali, come Treeport Zundert, BSV Venlo, Groenbeurs Haaren e TCO Opheusden. Questo ultimo gruppo riceverà anche un attenzione particolare durante il press tour interno. Circa il 22% degli espositori sono produttori, e il 78% materiale verde vivo, il 6% è completamente nuovo. Per anni, GrootGroenPlus ha lavorato sul lato contenuti del programma del visitatore. E questo è anche il caso di quest'anno. I partecipanti avranno così l'opportunità di presentarsi ancora meglio, con la possibilità di fare molti

contatti importanti in pochi giorni ed in maniera più facile perché il contatto è essenziale.

Condivisione delle conoscenze La condivisione delle conoscenze è un aspetto importante di quest'anno. Uno dei modi per farlo è quello di utilizzare un leggio. Questo leggio offrirà spazio per i libri che hanno ispirato i coltivatori, che trovano essenziali per la loro area di competenza, e che potrebbe essere stato anche scritto da loro. Uno dei punti focali è che i libri contengono un sacco di conoscenze, che merita di essere presentato con entusiasmo, con risultati positivi per l'applicazione di un più ampio assortimento. Ci sarà un area dedicata all’istruzione con diversi programmi formativi in materia di verde. Giovedi pomeriggio (15:00-17:00) , ci sarà un interessante dialogo su Xylel-


la. Questo sarà organizzato dal KNPV (Koninklijke Nederlandse Vereniging Plantenziektekundige), che celebrerà il suo 125° anniversario, insieme a Anthos, LLTB, e Nvwa. Il dialogo sarà guidata da Leon Faassen, presidente del LLTB. La scelta di dare attenzione alla reperibilità e la visibilità dei partecipanti è molto evidente: dopo tutto, GrootGroenPlus è una piattaforma che porta visitatori ed espositori in contatto l’uno con l'altro. Insomma il networking, la condivisione della conoscenza, rendere preziosi contatti e

maggiore comprensione del soggetto, da ogni angolo. Quest'anno, la fiera avrà un nuovo layout con un paio di parti regolari. L'ingresso sarà ancora una volta contrassegnato con le novità che saranno selezionate e valutate da una giuria di esperti. La fiera comincia già di fuori, con collage di piante e continua con un arredamento innovativo utilizzando materiale proveniente da commercio equo e solidale con una combinazione di nero, bianco, parole, legno, verde, specchi, luce, digitale e infor-

la costruzione di relazioni è ciò che la è fiera. Ecco perché le parti sostanziali del programma saranno organizzati in gran parte prima o dopo gli orari di apertura regolari, che consente ai partecipanti di riunirsi senza limitare il tempo di lavoro ed i contatti in fiera piano. Gli espositori giocano un ruolo importante nel successo della fiera. Essi sono invitati a svolgere un ruolo attivo nella realizzazione del tema di quest'anno, “la mia pianta favorita!”. GrootGroenPlus darà a tutti i partecipanti un puntino, che possono utilizzare per marcare la loro pianta preferita. Tutti le piante preferite saranno inclusi anche nel profilo aziendale online, e in app. Grazie alla loro specifica, esperienza pratica, i partecipanti saranno anche in grado di condividere un sacco di conoscenze interessanti circa le loro piante preferite con operatori del settore. Questo porta a una

mazioni scritte. GrootGroenPlus ha organizzato missioni economiche di operatori. Ciò è dimostrato dalla registrazione di un gruppo di 16 imprenditori provenienti dalla Cina. Essi visitano la fiera e partecipano ai press tour interni ed esterni. L'organizzazione ha anche rivelato un po' di più sul tour stampa interno. Questo partirà - come lo scorso anno - con la cerimonia di premiazione KVBC per le ispezioni sul campo. Si tratta di un premio in campo commerciale, che è molto apprezzato. Oltre a questo, la visita alle aziende selezionate sul piano commerciale si concentrerà principalmente sulla produzione di alberature tipica della zona di Opheusden, da dove molte aziende saranno presenti a GrootGroenPlus quest'anno. L’applicazione GrootGroenPlus di quest'anno, si chiama GGP2016. È possibile trovare l'intero

programma ma anche i partecipanti e le loro piante preferite! Questa applicazione, che è in lingua inglese, può essere scaricata gratuitamente e verrà aggiornata automaticamente dopo il primo download. Per i visitatori è possibile registrarsi per il libero accesso nei giorni 5, 6 e 7 ottobre. Questo può essere fatto in modo digitale. Maggiori informazioni sul programma, le novità, i partecipanti, i preferiti, e molto altro ancora può essere trovato tramite l'applicazione sia per Pc che smartphone. Un altro elemento significativo per il consolidamento e lo sviluppo della fiera è il rinnovato accordo di sponsorizzazione per altri tre anni con la Coöperatieve Rabobank De Baronie Zuidelijke U.A. di Zundert. Questo era già stato annunciato durante l'edizione del GrootGroenPlus 2015. Mercoledì 5 ottobre, in occasione della 27ª edizione della fiera, John Oostvogels (Rabobank), David Bömer, e Wendy Vervaart saranno presenti per firmare ufficialmente tutti i relativi documenti. Con questo accordo, la banca può sostenere l’agricoltura e le attività connesse - che sono molto importanti per la banca - e stringere il rapporto con i clienti. Naturalmente, la Rabobank è molto coinvolto con la fiera, e collaborerà alla definizione del programma di attività. I fondi messi a disposizione dalla Rabobank De Baronie Zuidelijke saranno - tra le altre cose - utilizzati per ottimizzare la connessione WiFi, che otterrà una maggiore sicurezza, e consentirà l'utilizzo delle app. Oltre a questo, la Rabobank esprimerà il presidente della giuria per i premi Jan van Dongen e Jac Lodders, i cui riconoscimenti saranno assegnati durante la cerimonia d'apertura. GrootGroenPlus vuole essere conosciuto come una fiera internazionale, che offre una piattaforma per gli imprenditori e le organizzazioni che si impegnano per il meglio e che sono sostenibili, affidabili, innovativi, e hanno una qualità garantita. Insomma la partecipazione al GrootGroenPlus è un occasione unica per conoscere dal dentro il mondo del vivaismo olandese. n Pag. 41 • Lineaverde Settembre 2016


Lineaverde News SETTEMBRE 2016

ANVE Informa

Rapporto EFSA sulla Xylella fastidiosa in Puglia E’ stato recentemente pubblicato il parere scientifico dell'EFSA "Rapporto sulla diversità della Xylella fastidiosa subsp. Pauca in Puglia". Nel testo viene riportato che: non vi è alcuna prova scientifica che più tipi di Xylella fastidiosa siano presenti in Puglia; è stata esaminata la più recente letteratura scientifica e sono stati analizzati i dati di sequenziamento del DNA recuperati da campioni raccolti nella regione. Tutti i risultati hanno dimostrato che i campioni di DNA raccolti da alberi di olivo e altre specie appartengono allo stesso tipo di sequenza, chiamato "ST53". Saranno effettuate ulteriori analisi con campioni maggiormente rappresentativi per avere il sequenziamento completo di X.fastidiosa. E' possibile prendere visione del testo completo al seguente link: http://phytoweb.it/default.aspx?p=41&l=it ■

Promozione

Mostre mercato

Stars for Europe, per una corretta informazione sulla Stella di Natale

Frutti dimenticati a Casola Valsenio

Stars for Europe (SFE) è un'iniziativa di marketing - fondata dai coltivatori di Poinsettia europei Dummen GmbH, Syngenta Seeds BV, Dummen Group BV e Selecta Klemm GmbH & Co. KG. - nata nel 2000 con l'obiettivo di promuovere le vendite di Poinsettia a lungo termine in Europa. La campagna ‘Stars for Europe’ è attualmente in corso in 16 nazioni europee. In Germania e in 8 altri paesi, fra cui l’Italia, l'iniziativa è sostenuta dall'UE. Sul sito internet di Stars for Europe per i punti vendita si trovano diversi materiali pubblicitari da scaricare gratuitamente per personalizzare il negozio nelle settimane che accompagnano il Natale, video tutorial. La sezione è in fase di aggiornamento: presto su www.sfe-web.com ■ Pag. 42 • Lineaverde Settembre 2016

Nel paese di Casola Valsenio (RA), che si fregia del titolo di "Paese delle Erbe e dei Frutti Dimenticati", le antiche tradizioni contadine locali di coltivazione delle piante si esprimono anche nella salvaguardia di alberi da frutto di varietà ormai abbandonate o uscite di produzione. A questi frutti dimenticati Casola Valsenio dedica un doppio originale appuntamento autunnale: la Festa dei Frutti Dimenticati (26a edizione!) e del Marrone di Casola Valsenio, in programma nei weekend 8-9 e 15-16 ottobre. Salvati dall'estinzione ecco tanti bei frutti profumati, dai colori caldi e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e ovviamente i Marroni. La ripresa d’interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche al recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Per questo, nel corso della festa si svolge un concorso di marmellate e uno di dolci al Marrone, mentre i ristoranti della zona propongono per tutto l’autunno la “Cucina ai frutti dimenticati”. Si tratta di piatti che utilizzano i prodotti tradizionali del territorio, sia secondo la consuetudine sia in modo moderno, proponendo una cucina gradevole, naturale e dal forte potere evocativo. Informazioni per il pubblico: tel. 0546 73033. ■


Concorsi

Al via il concorso fotografico ai Giardini di Sissi Aspiranti fotografi, professionisti o semplici appassionati da tutto il mondo sono chiamati a rapporto per uno speciale concorso fotografico che avrà come protagonista uno dei parchi botanici più amati al mondo. I Giardini di Sissi, meta turistica numero 1 in Alto Adige saranno il set d’eccezione per uno dei contest di fotografia più importanti a livello internazionale. Giunto alla sua 10^ edizione, il concorso International Garden Photographer of the Year mette alla prova migliaia di persone da ogni parte del mondo. Con i suoi 80 paesaggi botanici, piante da ogni angolo del Pianeta, spettacolari piattaforme panoramiche da cui ammirare la splendida città giardino di Merano, i Giardini di Sissi sono stati scelti quale palcoscenico ideale per una delle categorie del concorso. The Spirit of Trauttmansdorff è infatti una sezione appositamente creata per dare risalto al parco botanico meranese. La missione dei fotografi, dilettanti e professionisti, sarà quella di cogliere in uno scatto l’identità dei Giardini, le sensazioni e le emozioni che scaturiscono dal connubio unico di arte e natura, la vera essenza del parco botanico meranese. Partecipare al concorso è molto semplice: basta collegarsi al sito www.igpoty.com e nell’apposita sezione The Spirit of Trauttmansdorff caricare le foto scattate ai Giardini di Sissi. Tutti gli scatti, da inviare entro il 31 ottobre 2016, dovranno contenere obbligatoriamente nella didascalia le parole The Spirit of Trauttmansdorff. I vincitori del concorso saranno annunciati a febbraio e le loro fotografie faranno parte di un’esposizione speciale che sarà tra i fiori all’occhiello della stagione 2017 ai Giardini di Sissi. Il parco premiato a livello internazionale diventerà così lo spazio espositivo ideale per il prestigioso concorso International Garden Photographer of the Year, che si caratterizza proprio per la sua fotografia del verde ad alto livello. Tutti gli scatti premiati saranno poi raccolti in un prezioso volume illustrato. ■ www.trauttmansdorff.it - www.igpoty.com


Lineaverde News Fiere

Myplant, una vetrina sul mondo Myplant & Garden, manifestazione leader in Italia per i professionisti del settore orto-floro-vivaistico in programma a Fiera Milano dal 22 al 24 febbraio 2017, è un motore sempre più decisivo per la promozione del made in Italy a livello internazionale. Confini italiani e tornelli di Fiera Milano invece sempre più varcati da compratori esteri (11% del totale, ed. 2016) provenienti da Svizzera (17%), Olanda (13%), Germania (12%), Francia (11%), Belgio (4%), dal resto d’Europa 29%, da Asia (9%), Africa (3%) e America (2%). Paesi e continenti che non si sottraggono al confronto con una produzione d’eccellenza e una esposizione in grado di esaltare capacità e potenzialità produttive dei territori italiani, fatti di straordinarie e uniche biodiversità e varietà vegetali, di stratificazioni climatiche che consentono produzioni d’eccellenza adatte a molte aree del mondo: già confermati espositori da tutta Europa (Olanda, Germania, Polonia, Francia, Spagna, Danimarca, Belgio) ma anche da Russia,

Da Acer a Zelkowa tutte le piante da innesto. Collezione completa di glicini (Wisteria)

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Via della Chiesina 40 – 51100 Santomato (Pistoia) Tel/Fax: 0573-47 97 69 Mail: vignolivivai@hotmail.it www.vignolivivai.it - www.wisteria.it

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Taiwan, Corea del Nord e Giappone. Con design, motori, arte, enogastronomia e moda, a Myplant il made in Italy sale in cattedra anche col ‘verde’ tra creatività, innovazione vivaistica, cultura del verde, decorazione floreale, maestosità dei paesaggi, nicchie di produzione – frutto di uno storico e sapiente lavoro generazionale di operatori che hanno saputo utilizzare al meglio risorse, disponibilità di aree, condizioni ambientali, luminosità invernale, una storia antica scolpita nei giardini italiani. La sede centrale - l’hub più internazionale d’Italia – di Fiera Milano, l’essere al centro delle grandi vie commerciali e di comunicazione continentali ed extra-europee, lo svolgersi in un Paese all’avanguardia nelle tendenze produttive in corso, sono alcuni degli elementi chiave di un’azione continua d’incentivo agli affari promossa dalla manifestazione. ■ www.myplantgarden.com


Mostre mercato

Giardinity a Villa Pisani Bolognesi Scalabrin 22/23 ottobre La quarta edizione Giardinity, la mostra mercato di giardinaggio che si svolge nell’ultimo scorcio di stagione, sabato 22 e domenica 23 ottobre, nella storica Villa Pisani Bolognesi Scalabrin (a Vescovana in provincia di Padova), sarà ricca d’interessanti novità e ambisce a diventare l’appuntamento autunnale più ricco e meglio frequentato del Nord Est italiano. Molte le novità tra le quali anche la curatrice Mimma Pallavicini, un’autorità indiscussa nel mondo del giardinaggio. Il giardino “Crispin de Passe” Giardinity accoglierà selezionati rappresentanti del giardinaggio italiano e europeo, che proporranno le fioriture di fine stagione (anemoni giapponesi, astri, crisantemi e altre erbacee perenni, rose…); gli arbusti che in autunno si colorano intensamente; i bulbi, gli alberi da frutto e tutte le piante da mettere a dimora in questa stagione. A Giardinity saranno allestite una mostra di agrumi (un centinaio tra specie e varietà fornite dal più interessante vivaio emergente del settore, Agrumi Lenzi di Pescia) e una di fagioli provenienti da tutto il mondo. Ampio spazio sarà dedicato, nelle limonaie di Villa Pisani, ad una rassegna avicola, che privilegia l’importante patrimonio di razze venete. Sabato 22 alle 17 ci sarà il debutto nazionale della rosa ‘Garden Club Biella’, varietà rampicante a fiori profumatissimi rinvenuta sulle Prealpi piemontesi e rimessa in coltivazione. Simile alla rosa antica ‘Gruss an Tepliz’ (Ungheria, 1897), se ne discosta però per alcuni caratteri e per il profumo decisamente più intenso. ■ www.giardinity.it


Lineaverde News Fitopatologia

Nel Salento nasce campo sperimentale per la ricerca contro la Xylella Ad Acquarica del Capo, in provincia di Lecce, sono state messe a dimora circa 200 piante di giovani ulivi di 16 varietà diverse. Nasce così un campo sperimentale, autorizzato dalla Regione Puglia, realizzato da Coldiretti Lecce (con gli istituti universitari e i centri di ricerca pugliesi ed il Consorzio Agrario di Lecce) in contrada Rancate, presso l'azienda agricola dei coniugi Francesca Martella e Francesco Gianfreda, all'interno di un appezzamento di terreno di 2 ettari in cui sono presenti già piante secolari di ulivo di varietà ogliarola infette da Xylella fastidiosa. Leccino, Ottobratico, Nocellare del Belice (auto radicato e innestato), Cassanese (auto radicato e innestato), Giarraffa, Biancolilla, Ogliarola, Cipressino, Carolea, Frantoio (innestato e auto radicato), Itrana e Roggianella sono le le varietà di ulivo messe a dimora. Gli alberi saranno sottoposti a continui monitoraggi sul campo e in laboratorio per testare la risposta al batterio da quarantena. ■

Mostre

I giardinieri d'Europa riuniti in ottobre al Domaine de Chantilly

Via per Monguzzo, 46 D | 22040 Anzano del Parco (CO) Tel +39 349.4052291 | +39 347.2857622 info@nippontree.it | www.nippontree.it

Le Journées des Plantes de Chantilly per 30 anni è stato l’evento clou nel mondo del giardinaggio, nato a Courson e poi trasferito a Chantilly nel 2015 e riunisce 200 espositori nel maestoso parco del Domaine de Chantilly. Questa edizione autunnale di quest’anno avrà come tema “Bountiful Garden” e si svolgerà il 14,15, 16 ottobre prossimi, con orari dalle 10 alle 18. I migliori vivai europei sono scelti dai diversi Comitati di Selezione, la Giuria Internazionale di Merito per premiare le più belle piante. Le Journées des Plantes de Chantilly offre ai visitatori sia novità che grandi classici, conferenze per tutti, sia principianti che professionisti, animazione per bambini, dimostrazioni. ■ www.domainedechantilly.com

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Mostre mercato

21ª edizione di Frutti Antichi, rassegna di piante, fiori e frutti dimenticati Sabato 1 e domenica 2 ottobre 2016 il Castello di Paderna a Pontenure (PC) ospiterà la ventunesima edizione di Frutti Antichi, rassegna di piante, fiori e frutti dimenticati e prodotti di alto artigianato promossa dal FAI – Fondo Ambiente Italiano e realizzata in collaborazione con il Castello di Paderna e il Comitato FAI di Piacenza. Da sempre Frutti Antichi è una grande festa della biodiversità, divenuta negli anni sempre più ricca di contenuti e sempre più apprezzata dagli appassionati di verde e da un pubblico di ogni età e dagli interessi più diversi. Nella piacevole e rilassante atmosfera del Castello di Paderna, residenza fortificata documentata dal IX secolo, protagonisti della manifestazione saranno esemplari di vegetali ormai scomparsi dai nostri giardini e dalle nostre tavole, piante ornamentali commestibili e spontanee. Non mancheranno collezioni di patate, di peperoncini, legumi, fiori in grado di esaltare la complessità di un immenso patrimonio genetico che rischia di andare perduto. Accanto a specie rare di uva, nocciole e fichi, saranno esposte anche bacche rosse d’autunno e tipologie di zucche dai colori variegati e dalle forme bizzarre. Come di consueto, momenti di svago e di apprendimento si alterneranno a dimostrazioni e conferenze, laboratori e giochi per i più piccoli. Inoltre, degustazioni e ghiottonerie con i sapori tipici dell’autunno. I contributi raccolti in occasione della manifestazione saranno destinati a Torre e Casa Campatelli, bene del FAI a San Gimignano (SI). ■ www.fruttiantichi.net

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Lineaverde News ANVE Informa - Normative

Esercizio dell’attività di manutenzione del verde Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10/8/2016 la legge 28 luglio 2016, n. 154 meglio conosciuta come “Collegato Agricolo”. ANVE segnala alcune importanti riflessioni relative tale legge entrata in vigore il 25 agosto. In particolare, tutte le aziende che svolgono attività di costruzione, sistemazione e manutenzione di verde pubblico e privato per conto di terzi devono avere dei requisiti ben precisi e vincolanti come riportati al comma 1 dell’art. 12, che recita: l’attività di costruzione, sistemazione e manutenzione del verde pubblico o privato affidata a terzi può essere esercitata: a) dagli iscritti al Registro ufficiale dei produttori, di cui all’articolo 20, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214; b) da imprese agricole, artigiane, industriali o in forma cooperativa, iscritte al registro delle imprese, che abbiano conseguito un attestato di idoneità che accerti il possesso di adeguate competenze. Potranno svolgere tali attività le aziende regolarmente iscritte al RUP oppure che siano iscritte al registro delle imprese ed abbiano conseguito un attestato di idoneità comprovante il possesso di adeguate competenze. Per quanto attiene questa seconda possibilità, è onere delle Regioni stabilire le modalità per le attività formative utili al conseguimento del predetto attestato. Poiché al momento non sembra siano disponibili attività formative di cui all’art. 12, dal prossimo 25 agosto potranno svolgere le attività preindiciate solo le aziende iscritte al RUP. ■

Convegno

Al Flormart il 22 settembre workshop ‘Le nuove frontiere del vivaismo. Presentazione del portale Phytoweb' organizzato Anve e Lineaverde Lineaverde, in collaborazione con ANVE, organizza - presso il Flormart giovedì 22 settembre - un workshop dal titolo "Le nuove frontiere del vivaismo. Presentazione del portale Phytoweb" che affronterà gli importanti aspetti legati alla produzione e alla commercializzazione di piante ornamentali: barriere fitosanitarie e doganali in vigore con i Paesi europei ed extra europei, condizioni imposte dal nuovo Plant Health Regulation, riflessione sulle opportunità e i rischi legati alla Brexit, attuazione dei nuovi codici doganali europei, ruolo del tavolo tecnico del settore florovivaistico. In particolare sarà presentato il portale Phytoweb, co-finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e Agenzia ICE e sviluppato da ANVE, il quale dispone di tutte le informazioni tecniche per esportare nei Paesi terzi. Il workshop avrà luogo alle ore 11.00 presso lo stand ANVE, al padiglione 7 n° C84. Introduce e modera: Renato Ferretti, direttore editoriale di Lineaverde. Gli interventi: Renato Ferretti - direttore editoriale di Lineaverde; Marco Cappellini - presidente ANVE; On. Luca Sani - presidente Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati; Alberto Manzo - Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali; Guido Mazzucato - Regione Veneto; Giuliano Mosca - Università degli Studi di Padova; Gianluca Buemi - consigliere ANVE; Edoardo Sciutti - segretario ANVE. Per partecipare al workshop è richiesta l'iscrizione. Per informazioni, contattare: Edoardo Sciutti, segretario ANVE - Email: segreteria@anve.it - Telefono: (+39) 0573-534402 - Cellulare: (+39) 377 6919478 ■

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