Lineaverde ottobre 2014

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TECNICHE

FIERE

PAESAGGIO

Substrati di coltivazione, quali alternative alla torba?

Plantarium 2014: attira più di 17.000 visitatori e cresce in internazionalità

Community gardens, il verde urbano ai tempi della crisi

Lineaverde ATTUALITÀ

E I NFORMAZIONE

T ECNICA

PER

V IVAISTI , P ROGETTISTI

E

C OSTRUTTORI

DEL

V ERDE

SPECIALE VENETO Fiere Flormart: resoconto della fiera e i premi della 65ª edizione

Il vivaista Vivaio fratelli Dainese e l’amore per le piante da frutto

Giardini L’Orto botanico di Padova e il Giardino della biodiversità

40

Vincenzo Casolaro, editore di Lineaverde e Renato Ferretti, direttore editoriale, ritirano la targa celebrativa per i 40 anni della rivista a Flormart 2014.

ANNI

Ottobre 2014 Anno 40 - N° 6

Lineaverde


AGRARIA CHECCHI SILVANO

S.p.A.

TUTTO PER L’AGRICOLTURA ED IL VIVAISMO PRODUZIONE TERRICCI E LAVORAZIONE FIBRA E TORBA DI COCCO


> SOMMARIO <

INFORMARE ......................................................................... PAG. 5 Speciale Veneto - Fiere Flormart 2014: meno deludente delle attese ma bisogna muoversi il tempo è scaduto ........................... PAG. 14 di Renato Ferretti Speciale Veneto - Fiere I premi della 65ª edizione di Flormart .................................... PAG. 18 di Silvia Vigé Speciale Veneto - Il vivaista Vivaio fratelli Dainese e l’amore per le piante da frutto ............................................................. PAG. 22 di Silvia Vigé Speciale Veneto - Giardini L’Orto botanico di Padova e il Giardino della biodiversità .... PAG. 26 di Silvia Vigé Tecniche Substrati di coltivazione, quali alternative alla torba? ........... PAG. 30 di Renato Ferretti Architettura del Paesaggio Il verde urbano ai tempi della crisi ...................................... PAG. 32 di Biagio Guccione Fiere Plantarium 2014 attira più di 17.000 visitatori ........................ PAG. 38 di Renato Ferretti e Ilaria Bonanno

Lineaverde è edita da EPE Edizioni Srl Redazione: Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02.89.50.18.30 - Fax 02.89.50.16.04 E-Mail per richiesta abbonamenti o informazioni: info@linea-verde.net E-Mail per invio comunicati o altro materiale alla redazione: lineaverde@linea-verde.net Sito Web: www.linea-verde.net Direttore responsabile: Massimo Casolaro massimo.casolaro@epesrl.it

Direttore editoriale: Renato Ferretti renatoferretti@tin.it

Editor: Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Hanno collaborato: Giulia Arrigoni, Giorgio Badiali, Ilaria Bonanno, Biagio Guccione Comitato tecnico: Giorgio Badiali Francesco Ferrini Franca Gambini Biagio Guccione Laura Schiff Redazione: Claudia Perolari claudia.perolari@epesrl.it

Segretaria di redazione: Silvia Mariani silvia.mariani@epesrl.it

Fitopatologia Gli ippocastani ammalati si stanno gradualmente distruggendo: aiutiamoli .......................................................... PAG. 42 di Giorgio Badiali FIERE ...................................................................................... PAG. 48

Impaginazione: Claudia Bellelli claudia.bellelli@epesrl.it

Abbonamento annuale Italia: 40 euro da versare su c/c postale n°12059200 intestato a: EPE srl - 20142 Milano Via Spezia, 33 Stampa: Ingraph - Seregno (Mi) Spedizione in abbonamento Postale 45% Art. 1 Comma 1, Legge 46 del 27/2/2004 Filiale di Milano. Iscrizione al registro degli operatori di comunicazione (ROC) n° 3231 del 30/11/2001. Autorizzazione Tribunale di Milano n° 27 del 18/1/1999. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale. Lineaverde è un marchio registrato di proprietà della EPE Edizioni Srl.

> INSERZIONISTI < / Agraria Checchi

II cop.

/ Rossi Lucio Vivai

III cop.

/ Capitanio Vivai

PAG 13

/ Sudest Europe

PAG 21

/ Faro Piante

PAG 25

/ Tesi Ubaldo

PAG 9

/ Gilardelli Vivai

PAG 4

/ Umbraflor

PAG 7

/ GT Piante

IV cop.

/ Vannucci Piante

PAG 2-3

/ Mati Piante

PAG 37

/ Zelari

PAG 41

/ Nippon Bonsai

PAG 10

Pubblicità EPE - Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02/89.50.18.30 - Fax 02/89.50.16.04 Direttore commerciale: Maurizio Casolaro maurizio.casolaro@epesrl.it

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Lineaverde News OTTOBRE 2014

Bollettino ANVE

Piano paesaggistico Regione Toscana: “Un documento ideologico, conservatore e anacronistico” “Avendo raccolto i segnali di allarme che arrivano dalle centinaia di aziende del distretto vivaistico pistoiese, - scrive Marco Cappellini, Presidente dell’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori - l’ANVE non può che esprimere delusione e dissenso verso un documento di programmazione del territorio che contraddice palesemente molte altre leggi e strumenti urbanistici ed economici esistenti relativamente al settore del vivaismo. ANVE rileva un’impostazione ideologica e conservatrice del documento nel rapporto tra vivaismo e paesaggio, mettendo in contrapposizione questi due aspetti in modo anacronistico. Le imprese vivaistiche, infatti, si sono evolute a modello di riferimento per la produzione mondiale di piante ornamentali e, nella maggior parte, sono dotate di certificazioni ambientali e di ecoefficienza che ne rappresentano un’eccellenza a livello nazionale. Da un punto di vista paesaggistico, l’attività vivaistica ha consentito il mantenimento di vasti spazi di area aperta non urbanizzata. La cultura dell’imprenditore vivaistico ha a cuore la tutela del paesaggio perché questo rappresenta il territorio dove vive con la famiglia e dove mostra le bellezze della propria produzione. Il piano paesaggistico presentato immobilizza il territorio in una visione superata della campagna quando invece il settore da sempre svolge funzione di tutela ambientale, con un’estrema variabilità di coltivazione (più di 5000 specie di piante, pieno campo, specie da siepe, alberature di pronto effetto) con cicli di produzione anche molto lunghi che hanno anche una funzione ecologica, con funzioni favorevoli anche per la fauna, l’assorbimento di CO2 e la mitigazione del clima. Il piano paesaggistico, infine, va così ad incidere sulle prospettive di ripresa di un settore, colpito come gli altri dalla crisi economica internazionale, che rappresenta 30% del pil agricolo della regione Toscana ed è leader a livello internazionale per qualità del prodotto e forza del distretto. Un settore che, solo nel distretto pistoiese, dà lavoro a 10mila addetti tra aziende e indotto, senza considerare i riflessi sull’intero tessuto economico locale. Le previsioni contenute nel piano bloccherebbero le possibilità di crescita del settore e imporrebbero vincoli e obblighi generici, senza tenere conto delle specificità della produzione e delle caratteristiche socio-economiche del settore. Tutto questo a distanza di pochi mesi dall’approvazione della prima legge regionale sul vivaismo, dove invece si riconosce l’importanza di questo settore per la Regione Toscana. Ci auguriamo, quindi, che la discussione in Consiglio Regionale determini gli opportuni cambiamenti al piano paesaggistico presentato dalla Giunta e ci rendiamo disponibili ad un confronto che, a nostro parere, avrebbe dovuto essere preventivo rispetto alla stesura del piano stesso”. ■

Fiere

30° Salon du Végétal ad Angers Il 30° Salon du Végétal si terrà dal 17 al 19 febbraio 2015 ad Angers (Francia) con il tema forte “Let’s immerse in greenery”, una vera e propria immersione nel verde. Maggiore evento per i professionisti del settore fiori e piante (produttori, paesaggisti, responsabili di parchi e giardini, fioristi, supermercati, buyers della grande distribuzione specializzata), il Salon du Végétal propone tre giorni per scoprire una scelta varia e unica in Francia. In esposizione si troveranno giovani piante, sementi e piantine, alberi, arbusti, piante in vaso, piante per aiuole, fiori recisi, piante da interno, perenni, bulbi, così come substrati, vasi, serre, ecc. Saranno 15.000 i visitatori francesi e stranieri presenti a questa edizione 2015, 550 gli espositori tra francesi e stranieri. L’hashtag del Salon du Végétal 2015 invita a scoprire il piacere della completa immersione nel cuore del mondo di fiori e piante, che si riunisce nello stesso luogo: Salon du Végétal appunto. www.salon-du-vegetal.com ■ Pag. 5 • Lineaverde Ottobre 2014


Lineaverde News Fiere Convegni

Un futuro "bio" nella lotta contro il Punteruolo rosso Erano oltre 120 i partecipanti alla giornata di approfondimento tecnico scientifico ‘Chi fermerà il punteruolo rosso?’ che si è svolta a Bordighera il 13 settembre scorso. Un meeting per fare il punto sulla situazione della ricerca nella lotta biologica ai parassiti delle palme e i vari metodi applicati in campo per contrastarne la diffusione. La relazione del dott. Roberto Cavicchini, del Servizio Fitosanitario della Regione Liguria, ha evidenziato come solo nell’ultimo anno sul territorio regionale 1200 sono stati i casi di palme colpite (tutte canariensis, tranne un paio di casi su dactylifera proprio in Bordighera), 6000, invece, gli esemplari colpite nella Francia del Sud negli ultimi due anni. Sono decisamente aumentati i casi di infestazione da punteruolo rosso, mentre lo scorso novembre a Ventimiglia, sono stati accertati due casi di palme colpite da Paysandisia archon, un ‘graziosa’ farfalla, proveniente dall’America del sud e temibile predatore di alcune specie in particolare la palma nana. “Le stesse normative fitosanitarie europee ci impongono un out out nell’impiego di pesticidi in ambiente urbano – ha spiegato il prof. Santi Longo dell’Università di Catania, uno dei massimi centri attivi nella ricerca di insetti nocivi sulle palme. Ecco perchè la ricerca si è concentrata sull’impiego di funghi e nematodi entomopatogeni (piccoli organismi naturali, efficaci nel controllo di diverse importanti specie di insetti dannosi per le colture)”. L’Università di Catania, accanto al CRA di Firenze e Sanremo, ipotizza tre possibili metodologie per contrastare sul lungo periodo l’avanzata dei predatori: 1) il controllo biologico con entomofagi e entomopatogeni (limitatori naturali) con modalità che richiedono a monte indagini specifiche della condizione ambientale per scongiurare possibilità di insuccesso; 2) impiego di piante resistenti che contrastino in modo naturale l’aggressione del fitofago; 3) impiego di sostanze repellenti chimiche. “La possibilità di introdurre nemici naturali, antagonisti del punteruolo quali ad esempio, funghi, batteri, nematodi, è una delle ipotesi più ecologiche, ma non certo di facile applicazione, data la difficoltà a immettere in ambiente nuovi organismi che potrebbero scompensare gli equilibri dell’ecosistema là dove inseriti”, ha spiegato l’equipe di ricercatori di Firenze guidati da Valeria Francardi. Il CRA di Sanremo, invece, sta studiando i meccanismi naturali di resistenza in specie di palme diverse dalla canariensis, ospite preferenziale del fitofago nell’area mediterranea. ‘In particolare sono state rinvenute molecole in Washingtonia filifera che potrebbero essere associate alla minore suscettibilità che questa specie mostra nei confronti del punteruolo’ ha dichiarato la dott. Benedetta Cangelosi di Sanremo. ■

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Ottimo flusso di prenotazioni per la IPM Essen 2015 Dal 27 al 30 gennaio 2015 l'intero settore delle piante si darà appuntamento ad Essen, facendo ancora una volta della IPM Essen il mercato internazionale per eccellenza di prodotti e servizi innovativi relativi a piante, tecnica, floricoltura e allestimento. Già circa cinque mesi prima del suo inizio, la fiera leader mondiale nel settore del giardinaggio registrava un gran numero d’iscrizioni. L'eccellente situazione delle prenotazioni e la presenza di tutti i leader di mercato confermano la sua elevata importanza nel comparto: la IPM Essen è pertanto un vero e proprio must per tutte le imprese che prendono parte alla catena di creazione del valore aggiunto del settore del giardinaggio. L’importanza che la IPM Essen riveste nel settore internazionale del giardinaggio è chiaramente testimoniata dal numero crescente di Paesi partecipanti. Il padiglione della Grecia festeggerà il proprio debutto nel 2015 con un’esposizione di piante ed erbe mediterranee. Lo Sri Lanka offre ben due stand collettivi: uno, come lo scorso anno, con espositori della tecnica del giardinaggio, l’altro dedicato ex novo ai produttori di piante. In altri stand nazionali esporranno poi Belgio, Costa Rica, Danimarca, Inghilterra, Francia, Paesi Bassi, Italia, Portogallo, Polonia, Spagna, Corea del Sud, Taiwan, Turchia, Ungheria e USA. Introdotto nel 2014, il programma clienti Vip è fortemente richiesto. A utilizzare tale servizio sono soprattutto acquirenti all’ingrosso provenienti dall'estero, che desiderano effettuare i propri ordini in modo mirato e senza perdite di tempo. Messe Essen li aiuta nella pianificazione del viaggio, nel coordinamento degli appuntamenti con i vari espositori e fornendogli ulteriori servizi. ■


Studi&Ricerche

Istat: in Italia cresce il verde pubblico in città Secondo un’indagine Istat, “Qualità dell’ambiente urbano” nel 2013, nei capoluoghi di provincia italiani la superficie occupata da parchi, prati e giardini cresce in media di quasi l’1% l’anno, guadagnando nell’ultimo decennio 6 mq per cittadino. Oggi ogni abitante ha a disposizione mediamente 32 metri quadri di verde. Nascono così i giardini verticali, i muri vegetali, i “garden roof” e ovviamente gli orti urbani: tutte nuove forme del verde che non sono più solo limitate ad aree circoscritte della città, ma si insinuano all’interno delle architetture in modo nuovo, penetrando negli spazi e negli interstizi ricavati nella tessitura dei palazzi. E portando con sé molteplici vantaggi, che vanno dalla riduzione del delta termico e delle polveri sottili al forte rallentamento delle acque piovane, fondamentale in un Paese come il nostro dove il rischio idrogeologico coinvolge ben 6.633 comuni. Senza contare, poi, l’importanza dell’impatto estetico e sulla biodiversità. ■ Fonti: Notiziario A.S.A., 27/07/2014 http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=1840

Fiere

Il futuro prende vita alla FloraHolland Trade Fair Aalsmeer Da mercoledì 5 a venerdì 7 novembre l'asta dei fiori FloraHolland ospiterà il FloraHolland Trade Fair Aalsmeer, il luogo per eccellenza dove la floricoltura internazionale si riunisce. Circa 650 saranno i coltivatori e 50 gli allevatori ad esporre le loro novità. FloraHolland è una cooperativa costituita dai produttori di piante e fiori olandesi, la più grande organizzazione d'asta al mondo con sedi a Aalsmeer, Naaldwijk, Rijnsburg, Venlo, Bleiswijk e Eelde. Queste case d'asta, tutte insieme, costituiscono la più grande asta di fiori al mondo, dove ogni giorno vengono venduti oltre 20 milioni di fiori e piante, circa 12,4 miliardi di fiori e piante all'anno. Con un fatturato annuo di € 4,5 miliardi, impiega oltre 3.500 dipendenti. Non mancheranno alla fiera i nuovi prodotti, particolarmente sorprendenti: sedici novità in esposizione, appena lanciate sul mercato. ■ www.floraholland.com Pag. 7 • Lineaverde Ottobre 2014


Lineaverde News Vivaismo in lutto

Massimo Matteini, vivaista appassionato e competente Massimo era per me un amico vero, un uomo sensibile, buono, dolce ed un vivaista competente ed appassionato. Ha lasciato tutti in un profondo ed inappellabile sconforto soprattutto la moglie e gli adorati figli. La conferma evidente di quanto bene abbia seminato nella sua vita e della persona che era, ha avuto una dimostrazione concreta nell’affetto che abbiamo visto da tutti coloro che in qualche modo lo conoscevano vicini e lontani al funerale, e, nel tempo che lo ha preceduto. Io l’ho conosciuto ad una IPM di Essen molti anni fa, si capiva subito la passione che aveva per il suo lavoro e per la coltivazione delle rose, la competenza nel presentare le caratteristiche ornamentali delle diverse piante e la ricerca continua di qualcosa di nuovo non solo nelle varietà ma anche nelle forme di allevamento. La passione per le rose lo ha portato in giro per l’Italia a contatto con gli amatori di questa stupenda pianta ed in particolare è arrivato a Coniolo, un paese che oggi, dopo quindici anni dalla prima edizione di Riso e Rose, è colorato con le rose che Massimo ha portato tanto da diventare “il paese delle rose” diventandone di fatto cittadino onorario. Nel parco principale c’è un aiuola di rose di Matteini che lo rende ogni anno uno spettacolo di fiori. Massimo, può sembrare assurdo, aveva sempre idee e programmi per il futuro ed avrebbe voluto lavorare ancora di più sia con le rose sia con piante più particolari per soddisfare i clienti esigenti e vogliosi di novità nei loro giardini. Non dimenticherò mai la dolcezza che esprimeva il suo volto quando parlava della famiglia e del lavoro come degli amici più o meno stretti. E neanche potrò dimenticare la passione per il calcio ma soprattutto per la Fiorentina. Per tutto questo, credo che Massimo rimarrà dentro di noi e nel cuore di molti, ognuno, dell’immensa folla che ha partecipato ai suoi funerali avrà un momento o un emozione per ricordarlo, di questo Massimo sarebbe contento così come la moglie Cristina ed i figli Alessandro e Giovanni che ringraziano per la partecipazione. Renato Ferretti

Formazione

Master in progettazione e conservazione del giardino e del paesaggio alla Fondazione Minoprio Il master si fonda su due istituzioni storiche: la Fondazione Minoprio, la cui scuola è una delle più antiche in Italia nei settori orto-floro-vivaistico e agrario, e la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel lungo periodo di attivazione, hanno frequentato il master più di 130 laureati, che in buona parte oggi lavorano presso studi privati o enti pubblici in Italia e all’estero. Il progetto del Master risponde alla richiesta sempre più pressante negli ultimi anni di esperti paesaggisti in grado di operare nell’ambito pubblico e privato per la salvaguardia e valorizzazione del paesaggio e dei parchi storici e per lo sviluppo di nuovi progetti nel settore del verde naturale e ornamentale su diverse scale. Il corso, articolato in cinque moduli (unità didattiche) e un tirocinio formativo per un totale complessivo di 1500 ore, prevede la formazione di esperti in grado di conoscere le specie utilizzate nelle opere a verde, di analizzare le componenti del paesaggio ed eseguire progetti per la creazione di parchi, giardini e nuovi spazi verdi con innovative soluzioni organizzative e tecniche, di intervenire per il recupero e la tutela di beni culturali quali parchi storici ed architetture vegetali, di programmare e gestire nuovi impianti e manutenzioni, di condurre cantieri operativi. Il Master universitario inizia il 5 novembre 2014 e termina con gli esami a fine ottobre 2015. Info: Giovanni D’Angelo: g.dangelo@fondazioneminoprio.it - tel. 348-4712170 ■ Pag. 8 • Lineaverde Ottobre 2014


Associazioni

Congresso AIPH 2014 a Qingdao, in Cina Oltre 100 delegati provenienti da tutto il mondo hanno partecipato al 66° congresso annuale dell’International Association of Horticultural Producers (AIPH) tenutosi a Qingdao, in Cina dal 15 al 19 settembre 2014. AIPH, ricordiamo, è un organismo di coordinamento, costituito in Svizzera nel 1948, che rappresenta le organizzazioni di produttori ortofrutticoli in tutto il mondo, promuove la commercializzazione internazionale di fiori, piante e servizi paesaggistici e attualmente è composta da 26 organizzazioni provenienti da 19 Paesi. Ospitato dalla Cina Flower Association (CFA) e dal Comitato Esecutivo del Qingdao International Horticultural Exposition 2014, il congresso comprendeva un tour della favolosa Horticultural Expo, che ha attirato 3 milioni di persone da tutto il mondo. Si è parlato di come e quanto si è lavorato per rendere rapida la crescita della città di Qingdao: sono stati messi a dimora ulteriori 19.340 ettari di alberi in città nel corso degli ultimi due anni, dando un tasso di copertura forestale del 40%. Il beneficio economico complessivo dell'aumento di orticoltura in città è stimato intorno a 11.460 milioni Yuen (1.45 miliardi di euro). La mostra internazionale ha promosso l'importanza delle Green City per mostrare ciò che è stato fatto a Qingdao e per ispirare altre città. La città di Qingdao ha strade alberate dappertutto e una popolazione di 8 milioni di persone, un modello per altre città per il futuro. Nel congresso si è parlato poi dell’approvazione nel gennaio 2013 del Consiglio di Stato cinese che ha approvato nuove norme che danno maggiori poteri per reprimere le violazioni dei diritti dei coltivatori: una speciale operazione è stata lanciata a livello nazionale da giugno ad novembre 2014, per individuare e affrontare le violazioni dei diritti dei coltivatori di piante ornamentali, tra cui la produzione non autorizzata e vendita di varietà protette per scopo commerciale, contraffazione di varietà e dell'uso protette di nomi per le varietà protette non-registrata. www.aiph.org ■


Lineaverde News Promozione

Formazione

Vannucci Piante celebra la Festa dell’Albero

I corsi professionali dell’agronomo Silvio Fritegotto

Sabato 4 Ottobre 2014 tutte le classi prime della scuola secondaria dell’istituto Comprensivo di Massa e Cozzile (Pt) hanno preso parte alla celebrazione della Festa dell’Albero, iniziativa promossa dal comune di Massa e Cozzile in collaborazione con Vannucci Piante Pistoia. Dalle ore 10.45 alle 12.00 circa, nel parcheggio antistante la rotonda, si è tenuta la cerimonia di messa a dimora di alcune piante donate appunto dalla ditta Vannucci Piante proprio per celebrare nel migliore dei modi la Festa dell'albero. Sono intervenuti, tra gli altri, la presidente della Provincia Federica Fratoni, il sindaco di Massa e Cozzile Marzia Niccoli, il titolare della ditta Vannucci Piante Vannino Vannucci e, per il Comprensivo, il presidente del Consiglio di Istituto Fernando Bisanti e la dirigente Scolastica Anna Maria Pagni. I ragazzi sono stati accompagnati da alcuni loro docenti e hanno portato alcuni lavori da loro realizzati per l’occasione. ■

Silvio Fritegotto, agronomo professionista con oltre 20 anni di esperienza maturata nel mondo dell'agricoltura specializzata, propone tre incontri formativi, sulla microirrigazione, sulla fertirrigazione e sulle serre. I tre corsi di formazione professionale, che si terranno ad inizio 2015, sono in fase di realizzazione ed organizzazione, e si terranno presso il Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Bologna. Ecco i corsi: l'irrigazione a goccia delle colture agrarie, 21-22-23 gennaio 2015, docente dr. Piero Santelli - technical supervisor ufficio tecnico Irritrol System Europe dell'Irritrol System Europe S.r.l. by Toro; corso di fertirrigazione e preparazione delle soluzioni nutritive con fertilizzanti idrosolubili semplici e complessi NPK, 4-5-6 febbraio 2015, docente dr. agronomo Silvio Fritegotto - agronomo consulente; tecnologie innovative per il controllo e la gestione del clima e della ventilazione in serra mediterranea, 18-19-20 febbraio 2015, docente d.ssa Cecilia Stanghellini - Wageningen University and Research Center: Greenhouse Horticulture NL. A breve verranno pubblicate le modalità per l'iscrizione. Per informazioni: 348-7208196, oppure formazione@fritegotto.it www.fritegotto.it ■

Formazione

Acquisto e uso dei prodotti fitosanitari, corso propedeutico al rilascio del patentino L’acquisto e l’uso di prodotti fitosanitari classificati come molto tossici, tossici e nocivi richiede una adeguata formazione e consapevolezza ed è subordinato al possesso di un'apposita autorizzazione comunemente nota come "Patentino" (D.P.R. 290/01). Per chi non possiede un titolo di studio coerente (laurea in Scienze Agrarie o titoli universitari equiparabili, diploma di Perito Agrario o di Agrotecnico) l’acquisizione del Patentino è subordinata alla frequentazione di un corso specifico, con verifica finale da parte di una apposita Commissione Provinciale. Il corso è propedeutico a tale acquisizione. I giorni di svolgimento sono il 12 e il 13 novembre 2014, durata 16 ore con orario 8.30-12.30 / 13.30-17.30, presso la sede di Scuola Agraria del Parco di Monza. Chi è già in possesso del Patentino deve necessariamente provvedere al suo rinnovo ogni 5 anni frequentando uno specifico corso di aggiornamento, con verifica finale da parte di una apposita Commissione Provinciale. L’aggiornamento si svolge il 14 novembre 2014 (durata 6 ore dalle 9.30-12.30 / 13.30-16.30) sempre nella sede di Scuola Agraria del Parco di Monza. Per informazioni: dott.ssa Giovanna Cutuli tel. 039 2302979, g.cutuli@monzaflora.it. ■ Pag. 10 • Lineaverde Ottobre 2014


Formazione

Corso introduttivo alla coltivazione delle piante officinali Sono aperte le iscrizioni al "Corso introduttivo alla coltivazione e trasformazione delle piante officinali" che si terrà a Roma presso Polo didattico, piazza Oderico da Pordenone 3, nelle seguenti giornate: 25-26 ottobre 2014 ore 9-18, 8-9 novembre 2014 ore 9-18, 29-30 novembre 2014 ore 9-18. Il corso, (48 ore di formazione) è organizzato a cura della F.i.p.p.o. (Federazione Italiana Produttori Piante Officinali), si propone di dare le conoscenze di base per la coltivazione e la prima trasformazione delle piante officinali, agli agricoltori che intendono occuparsi di questo tipo di produzione, ma anche di aggiornare sul piano tecnico e del mercato chi già si occupa di queste coltivazioni. Il corso evidenzierà le possibili filiere produttive, in modo che l'azienda possa costruire un progetto consono alle proprie caratteristiche e alla propria realtà dimensionale, organizzativa, territoriale e produttiva. Inoltre mette in evidenza i punti critici da affrontare e/o ai quali l'azienda deve dare risposta, per portare a compimento il proprio progetto. Argomenti del corso: l'azienda agricola, il mercato, le opportunità e i punti critici; l'agrotecnica delle piante officinali; agronomia speciale; la distillazione delle piante officinali; Produzione, trasformazione e vendita diretta delle erbe e dei prodotti fitoderivati nella piccola-media azienda agricola; esperienza diretta di un imprenditore nell'avviamento dell'azienda agricola che produce piante officinali; il mercato e la commercializzazione: filiera, mercati internazionali, regole di commercializzazione,strumenti di marketing BtoB. Referente per i dettagli e le iscrizioni Giovanna Ragusini: info@costamezzana.it oppure al 347-0778082. ■

Fiere

Florbusiness partner di Myplant & garden Florbusiness, uno degli eventi più significativi del florovivaismo italiano, anticipa la 7^ edizione e presenta le anteprime a Milano, nell’ambito di Myplant & garden – la nuova fiera professionale del verde. Una sinergia che porterà il cartello di aziende pugliesi – ormai riferimento della filiera floricolturistica regionale - sulla ribalta internazionale di Milano, per mostrare al mondo la propria offerta d’eccellenza. Il ‘porte aperte della floricoltura pugliese’, che godrà di un’area speciale all’ingresso di Myplant & garden, si tradurrà in un momento di grande visibilità delle più importanti espressioni imprenditoriali pugliesi in una realtà globalizzata. Aziende che hanno scelto di fare sistema presentandosi al mondo come realtà in grado di offrire prodotti e servizi di altissimo livello in un’ottica collaborativa, dalla logistica agli accessori per garden center e floricoltura, alle variegate produzioni di qualità. Myplant & garden, che punta a divenire il riferimento per tutto il settore del verde dando visibilità e appoggio a iniziative che valorizzino - in Italia e all’estero - il florovivaismo del Belpaese, sposa appieno la visione di Florbusiness, con l’obiettivo specifico di farne una promozione multicanale prima dell’evento, darne visibilità a tutti gli operatori e giornalisti presenti in fiera, offrendo loro soluzioni speciali che ne favoriscano il successivo incoming anche all’interno delle aziende. Florbusiness, infatti, quest’anno si terrà dal 3 al 6 marzo, un periodo di grande disponibilità di prodotti, che comprendono molte essenze ricercate e un ricco assortimento di articoli complementari. Dopo l’anteprima a Myplant, garden center, grossisti, floricoltori, vivaisti, stampa e operatori potranno rincontrare le collezioni primavera/estate e autunno/inverno direttamente sul campo e apprezzare il valore aggiunto della sinergia in atto e di un progetto fondato su trasparenza, dialogo e confronto, per offrire alle aziende del verde nuovi mercati, nuovi stimoli, nuovi partner. Florbusiness, l’evento che mette in mostra la professionalità produttiva pugliese d’eccellenza, è composto dalle aziende CAMAflor, Coralplant, Florpagano, FlorApulia, Vivai Capitanio Stefano, Pagano Piante, Prima Vita, Pagano Fiori, Cantatore Michele, Auricchio & Sons. ■

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Lineaverde News Fitopatologia

Xylella Fastidiosa: sì a decreto per le misure di emergenza in Conferenza Stato Regioni Il 15 settembre scorso, presso la sede del Mipaaf, si era svolta la riunione del Comitato Fitosanitario nazionale, convocata per affrontare l’emergenza dell’organismo nocivo Xylella fastidiosa che ha colpito la Provincia di Lecce, secondo le intese del tavolo di emergenza riunitosi 27 agosto 2014. Alla riunione avevano partecipato anche i membri del Comitato tecnico-scientifico, istituito dal Ministro Martina a supporto del Servizio fitosanitario nazionale, composto dai maggiori esperti della materia, nazionali e internazionali. La riunione aveva preso in esame gli adempimenti conseguenti alla Decisione della Commissione europea del 23 luglio scorso, che chiedeva di identificare le “zone infette” e le zone circostanti denominate “zone cuscinetto”. Ora il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali rende noto che nella riunione del 25 settembre scorso della Conferenza Stato Regioni, presieduta dal sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe Castiglione, è stato acquisito il parere favorevole sul decreto relativo alle misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione della Xylella fastidiosa nel territorio nazionale. Le azioni contenute nel decreto, approvate in sede di Comitato Fitosanitario Nazionale con il supporto del Comitato tecnicoscientifico, forniscono un importante strumento per la gestione dell’emergenza fitosanitaria che colpisce il Salento. Il provvedimento infatti definisce nello specifico le misure fitosanitarie necessarie per prevenire l’introduzione e la diffusione del patogeno sul territorio nazionale e identifica inoltre azioni mirate per la Provincia di Lecce. Le misure fitosanitarie in questione prevedono: a) l’identificazione delle “zone infette” e le zone circostanti denominate “zone cuscinetto”, in accordo con la Decisione della Commissione europea del 23 luglio scorso. A tale riguardo, verranno istituiti, nella zona indenne a nord della provincia di Lecce, una “zona cuscinetto” immediatamente a ridosso della zona infetta della Provincia di Lecce, che si estende dallo Ionio all’Adriatico, articolata in una profondità di 2 km, nonché un ulteriore “cordone fitosanitario” di altri 2 km di profondità, ad adeguata distanza dalla prima verso Nord; b) l’avvio immediato del monitoraggio “a tappeto” ai margini settentrionali della zona infetta in una fascia contigua alla zona cuscinetto di 1 km di profondità; c) interventi nella “zona cuscinetto” e nel “cordone fitosanitario” consistenti in un monitoraggio costante a maglie strette, trattamenti con fitofarmaci autorizzati ed interventi agronomici contro gli insetti vettori, eliminazione delle piante ospiti erbacee ed estirpazione di eventuali piante infette; d) potenziamento dei controlli sull’eventuale presenza dell’infezione nei vivai della zona infetta e rigoroso controllo della movimentazione dei prodotti “a rischio” identificati, nel rispetto della Decisione europea; e) piano di controlli in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e l’Ispettorato repressione frodi (ICQRF), soprattutto per quanto concerne la movimentazione del materiale “a rischio”; f) allargamento all’intero territorio nazionale del programma di indagini mirate; g) idonea campagna di comunicazione ed informazione. ■

Fiere

Florall si svolgerà in un solo giorno Florall è la più importante fiera per le piante ornamentali, fiori recisi e prodotti di arboricoltura del Belgio per i professionisti: un punto di incontro commerciale per i produttori internazionali di piante ornamentali e fiori recisi, venditori di prodotti della floricoltura e arboricoltura, importanti fornitori di prodotti orticoli, e così via. Oltre 150 sono i coltivatori professionisti che presentano i loro prodotti di qualità per i visitatori professionali. Ogni anno Florall organizza due fiere: una di primavera (inizio marzo) e una d'autunno (fine agosto) della durata di 2 giorni. Ora, dopo i feed back positivi dell’ultima edizione, in cui per la prima volta è stata utilizzata la nuova formula “tutto-in-un giorno”, Florall ha scelto di confermare questa prova. Pertanto la fiera di primavera si svolgerà nel solo giorno di mercoledì 4 marzo 2015, dalle ore 9.00 alle ore 19:00, come sempre nel Flanders Expo (padiglione 2 e 4), Maaltekouter 1, 9051 Ghent, Belgio. www.florall.be ■ Pag. 12 • Lineaverde Ottobre 2014


Dalle aziende

Felga Etichette lancia una pianta nello spazio Felga è un’azienda che produce cartellini ed etichette per piante, resistenti agli agenti atmosferici. Qualche tempo fa l’azienda, venendo a conoscenza di alcuni studenti britannici che avevano sperimentato i voli stratosferici, ha avuto l’idea: una pianta con etichetta Felga che vola su un pallone aerostatico quasi nello spazio, il tutto registrato con telecamere. Ma perché un volo in condizioni inospitali nella stratosfera superiore? Le etichette Felga sono realizzate in plastica, non in carta. I materiali devono essere impermeabili e resistenti ai raggi UV ed è proprio questo ciò che Felga voleva dimostrare con il film. E’ stata lanciata in viaggio un’imifolia Hawothia Sardinie Siesta, una pianta che nella sua forma selvatica vive nel caldo Sud Africa. La pianta è sopravvissuta al volo ad una altitudine di oltre 35 chilometri (aerei civili volano in alto oltre dieci chilometri). Poiché è entrata nella regione vicino lo spazio esterno, tali voli sono chiamati “Vicino Voli Spaziali”. La procedura esatta consiste nell’utilizzo di un pallone aerostatico ad elio il quale è dotato di telecamere ad alte prestazioni. Dopo che il pallone è scoppiato con la bassa pressione ambientale, le telecamere volano a terra con un paracadute in modo sicuro. Dopo l'atterraggio si segue via GPS la posizione delle telecamere. Il video è su www.youtube.com/felgaetiketten . ■

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> SPECIALE VENETO - FIERE <

Flormart 2014: meno deluden t ma bisogna muoversi il tempo

Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

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Dal 10 al 12 settembre si è tenuta la 65ª edizione del Flormart a Padova che, nonostante le molte critiche, si conferma come irrinunciabile punto di riferimento per tutti gli operatori.


n te delle attese o è scaduto econdo le fonti ufficiali la 65esima edizione di Flormart ha visto nei tre giorni di fiera l’incremento del 30% di visitatori professionali rispetto alla scorsa edizione. “Voglio ringraziare tutte le 350 aziende presenti, dichiara Villa – Amministratore Delegato di PadovaFiere - per aver rinnovato la preziosa fiducia al nostro Salone, che rimane l’unico evento professionale dell’Europa mediterranea dedicato all’intero comparto floroviviastico”. “Stiamo già lavorando a Flormart 2015, continua Villa, e faremo tesoro dei suggerimenti raccolti per arrivare alla realizzazione dell’Evento che in Italia, deve rimanere, e rimarrà, il punto di riferimento dell’intero settore. Flormart 2015, più forte, rinnovato, aggiornato, migliorato ed evoluto che mai, ci sarà nonostante il trend del settore, la proliferazione di eventi fieristici minori che danneggiano il settore e minano la credibilità dell’intero comparto”. “A Flormart 2014 la parola d’ordine è stata GREEN. Giardinaggio e rispetto per l'ambiente si sono uniti a questa edizione di Flormart dove particolare attenzione è stata rivolta al settore di Agrienergy, dove sono state presentate soluzioni per l'adeguamento e il rinnovo degli impianti, sistemi per la climatizzazione delle serre e le nuove tecnologie per il rinnovo energetico, la manutenzione del verde ad emissioni zero.” Fino a qui le dichiarazioni ufficiali ma noi già lo scorso anno dicevamo che il Flormart è l'evento fieristico più importante d'Italia per il settore florovivaistico e non possiamo continuare a mettere la testa sotto la sabbia e far finta di non vedere la realtà. Ed è partendo dalla convinzione che questa fiera costituisca un immenso patrimonio di tutto il settore che continuiamo a credere in un possibile futuro di un nuovo Flormart. E' vero i tempi sono cambiati rispetto alle edizioni del secolo scorso, ormai non si va più alle fiere per vedere cosa offre di

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Vivaio Maioli Enzo.

Leonessa vivai.

Giorgio Tesi Group.

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> SPECIALE VENETO - FIERE <

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Le fiere sono ancora un essenziale momento d'incontro fra gli operatori ed anche l'occasione per far sentire l'importanza e la reale presenza del settore ai media ed alle istituzioni.

lo che ci vengono, raramente, per consegnare un premio o introdurre un convegno. Quindi tutti insieme occorre mettere a punto un piano

nuovo il mercato perchè l'informazione è quotidiana ed immediata con i vari canali oggi disponibili. Non si va neanche per vendere o programmare le vendite per la stagione successiva perchè si compra quando si è sicuri di vendere e non si fa più magazzino. Ma è altrettanto vero che le fiere sono ancora un essenziale momento d'incontro fra gli operatori ed anche l'occasione per far sentire l'importanza e la reale presenza del settore ai media ed alle istituzioni. Siamo insomma convinti che la fiera ed in questo caso il Flormart costituisca un irrinunciabile punto di riferimento per tutti gli operatori. Ma la fiera non può più limitarsi a

innovazioni coinvolgendo attivamente anche le strutture di ricerca e sperimentazione che operano nel settore in modo da dare nuova lin-

vendere gli spazi ed i servizi agli espositori ed ai visitatori deve fare qualcosa di più per essere il reale punto di riferimento economico e politico del settore. Ecco perché ci permettiamo di dire che occorre un deciso e convinto coinvolgimento di tutte le categorie interessate dai produttori, ai commercianti, ai costruttori e manutentori di aree verdi, ai tecnici con le loro organizzazioni nazionali, d’altronde è quello che semplicemente fanno nelle fiere che funzionano come Paysalia, Galabau, IPM, Salon du Vegetal, ecc. Agli interlocutori politici bisogna far capire che in quest'occasione si fa il punto della situazione e delle esigenze del settore e non so-

di rilancio che veda nelle rappresentanze delle categorie gli attori centrali attraverso un comitato tecnico della manifestazione. La fiera deve investire di più nella ricerca e nella valorizzazione delle

fa ai premi Oroflor e Flormagazine. Lavoro che bisogna fare fin da ora con azioni di comunicazione ma anche di animazione sul territorio in modo da chiamare tutti a presentare le novità con una revisione delle possibilità di partecipazione alla fiera che non debbono essere legate soltanto all'acquisizione di uno spazio ma ad esempio anche di servizi collegati pre e post fiera. Altrettanto è necessario rinno-


vare l'immagine della fiera dando annualmente un tema su cui centrare l'attenzione di tutti ed a cui legare la progettazione degli spazi evitando di rivedere le tristi situazioni degli ultimi tre anni con spazi vuoti e corridoi dispersivi, ci vuole una reale progettazione della fiera oltre gli spazi venduti con luoghi comuni dove presentare la vetrina delle novità mettendo tutte quelle che partecipano e non solo quelle premiate. Darei anche maggiore solennità alla premiazione inserendola in una vera e propria cerimonia inaugurale la sera precedente alla tre giorni. Insomma alle 19,00 del mercoledì farei l'inaugurazione ufficiale con la premiazione e riporterei i tre giorni di fiera dal giovedì al sabato periodo che mi sembra più consono alle abitudini italiane. Nello sforzo d'internazionalizzazione della manifestazione cercherei di avere anche interlocutori Istituzionali Europei per affrontare i problemi del settore basti pensare alle questioni fitosanitarie o agli accordi bilaterali che però troppo spesso penalizzano i nostri operatori per scarsa capacità di farsi vedere. Insomma noi siamo convinti che può esistere un futuro per il Flormart se riesce ad essere moderno rappresentante del settore florovivaistico. ■

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1. Riconoscimento per i 40 di pubblicazione della nostra rivista assegnato al titolare Vincenzo Casolaro e al direttore Renato Ferretti. 2. Mostra sul vivaismo organizzato dalla nostra rivista. 3. Premio "Floricoltore dell'Anno 2014" è stato assegnato a Anna Maria Asseretto, nota imprenditrice di Sanremo. 4. Premio "Professionista del Verde" è andato a Giovanna Pavarin del Centro Sperimentale Ortofloricolo 'Po di Tramontana' di Rosolina (RO).

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> SPECIALE VENETO - FIERE <

I premi della 65ª edizione di Flormart

Vetrine espositive dei partecipanti ai vari concorsi del Flormart.

Molte le novità presentate in questa 65ª edizione del Flormart di Padova da diverse aziende, sia italiane che estere, in lizza per l’aggiudicazione dei prestigiosi premi di “Oroflor” e di “Flor Magazine”.

di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

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n un’atmosfera un po’ diversa da quella alla quale negli anni eravamo stati abituati, in questa 65ª edizione del Flormart di Padova, la cosa che ha sorpreso in modo particolare sono stati i vari premi e riconoscimenti che hanno visto protagoniste piante di rara curiosità e bellezza ma nello stesso tempo di facile accostamento al mercato odierno. Molte sono state le novità presentate da diverse aziende, sia italiane che estere, in lizza per l’aggiudicazione dei prestigiosi premi di “Oroflor” e di “Flor Magazine”. Tra i vincitori di “Oroflor”, che promuove i prodotti innovativi o significativi per il florovivaismo professionale, con una giuria internazionale composta da gior-

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nalisti di diverse riviste del settore e giornalisti della stampa estera, segnaliamo per la sezione prodotto vegetale innovativo o significativo per il florovivaismo professionale di recente introduzione sul mercato la Photinia serratifolia Crunchy ‘Rev 100’, del vivaio francese Plandorex (www.plandorex.com), arbusto eretto che raggiunge i 2 - 3 metri di altezza. La particolarità è nella foglia molto dentata ma che non punge. I giovani germogli sono di colore “rosso ramato”. Pianta da usare isolata o per formare siepi. La photinia è stata premiata per il suo particolare valore ornamentale (foto 1). Menzioni speciali per altri due vivai francesi: il vivaio Pépinières Minier


(www.pepinieres-minier.fr) per il Prunus lusitanica “Brenelia”, arbusto resistente alle intemperie, al sole forte. Fogliame lucente di colore verde chiaro che crea un bel contrasto con i rami rossi. Fiori bianchi. Pianta da usare isolata o per formare siepi (foto 2). Il vivaio André Briant Jeunes Plants (www.andre-briant.fr) per il Viburnum tinus Royal Baby “Bridixhuit” arbusto a forma nana che raggiunge al massimo il metro di altezza. Ottiene naturalmente la forma a palla. Resistente alle basse temperature e all’inquinamento. Perfetto per essere coltivato su terrazzi e balconi (foto 3). Per il prodotto innovativo o significativi per la creazione e manutenzio1

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ne degli spazi verdi e di giardini di recente introduzione sul mercato si segnala l’“Ecoprato” della ditta Crema Green (www.crema green.it) per l’interessante intuizione che risponde a una richiesta di mercato nuova e di forte attualità. Primo e unico metodo di manutenzione del tappeto erboso ad uso ornamentale e/o sportivo certificato da un ente esterno (CSI Reg. nr. 909 del 24-02-2014) che segue le linee guide dell’assoluta compatibilità azzerando completamente l’impatto ambientale e migliorando la biodiversità. Il metodo utilizza solo ed esclusivamente prodotti autorizzati in agricoltura biologica (foto 4). Il premio “Flor Magazine” che promuove, offrendo visibilità nelle rivi2

ste specializzate non professionali e di opinione, i prodotti innovativi e interessanti per il giardinaggio e l’orticoltura amatoriale è stato assegnato all’orchidea Oncidium Coca Cesar del vivaio Floricoltura Bonato di Sabaudia (www.floricolturabonato.it) dall’inconfondibile profumo di vaniglia unica nel suo genere. Mantiene i suoi fiori eleganti a lungo (foto 5). Altro premio alla ditta Agricoltura Zoccarato Giampaolo di Santa Giustina in Colle (www.zoccarato.it)

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1. Photinia serratifolia Crunchy ‘Rev 100’. 2. Prunus lusitanica “Brenelia”. 3. Viburnum tinus Royal Baby “Bridixhuit”. 4. “Ecoprato”. 5. Oncidium Coca Cesar.

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> SPECIALE VENETO - FIERE <

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6. Carrello a tre ruote. 7. Anthurium Maine. 8. Rosa Principesse Charlene De Monaco. 9. Abelia Sunny Charm “Minduo1″.

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Vaso antispiralizzazione delle radici di Pasquini & Bini.

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per il carrello a tre ruote dotato di seduta a vano portattrezzi, che permette all’appassionato di lavorare a livello del terreno senza piegare la schiena e di spostarsi da una pianta all’altra restando comodamente seduto (foto 6). Segnalazioni poi per l’Anthurium Maine del vivaio olandese Anthura B.V. (www.anthura.com) che si differenzia dalle altre varietà per il suo colore rosa brillante confetto. È una varietà speciale per vasi di grandi misure. È tollerante al freddo e al calore (foto 7). Altra segnalazione per la Rosa Principesse Charlene De Monaco del vivaio Meilland (www.rosai-e-piantemeilland.it), rosa generosa a portamento cespuglioso, si distingue per

il gran numero di colori pastello che si alternano durante la sua fioritura. Il tutto viene completato da un profumo di rosa antica dolce e soave e da un’eccezionale resistenza alle malattie. Il suo nome rispecchia l’eleganza e la bellezza del rosaio stesso (foto 8). Pianta che abbiamo trovato molto interessante, pur non avendo ricevuto alcuna menzione, l’Abelia Sunny Charm “Minduo1″ la prima e unica varietà di abelie a grandi fiori gialli sfumati di rosa. Lunga e abbondante fioritura da giugno ad ottobre. Ottimo portamento naturalmente compatto e ben ramificato. Rusticità simile al classico Abelia grandiflora. Una varietà che dà un tocco di colore e di luce al giardino, adatto nelle siepi miste (foto 9). ■



> SPECIALE VENETO - IL VIVAISTA <

Vivaio fratelli Dainese e l’am o di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

Una passione e dedizione che dura da tre generazioni. Il Vivaio Fratelli Dainese opera nel settore vivaistico caratterizzandosi per la produzione di piante da frutto esente virus e C.A.C. coltivate a radice nuda, vaso, zolla, pack. Abbiamo approfittato così nei giorni della fiera di Padova per incontrali e conoscerli meglio.

Sopra, i fratelli Dainese: Italo, Ilex, Nerino ed Emilio. Sotto, i igli dei fratelli Dainese: Stefano, Alessandro, Davide, Gianpietro, Manuel, Roberto e Dario.


m ore per le piante da frutto n occasione del Flormart di Padova abbiano deciso di approfondire il tema del florovivaismo dell’area padovana e, nello specifico, della zona di Saonara che, grazie alle sue caratteristiche geomorfologiche, rappresenta uno dei centri principali di produzione vivaistica soprattutto per le piante da frutto e da siepe. Abbiamo quindi incontrato in fiera il signor Emilio Dainese, titolare con i fratelli del Vivaio Fratelli Dainese, a cui abbiamo chiesto di raccontarci alcuni aspetti tipici della sua produzione.

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Come nasce il vivaio? Il vivaio nasce con vocazione da mio nonno poi seguito da mio padre Domenico con altri fratelli che all’inizio come carrettiere andava in giro per i vari mercati spingendosi fino alla storica fiera di Trento. Con carri e cavalli portava in giro le piante e tornava a casa con le riparia per innestare le piante di vite. Il vivaio negli anni ’40 viene diviso tra i fratelli e da qui inizia il nostro percorso dove da subito viene chiamato “Vivai Dainese Domenico e figli” poi nel 1993 “Vivai Dainese Domenico dei Fratelli Dainese e infine nel 1999 “Società Agricola Vivai Fratelli Dainese s.s.”. Il nostro gruppo è composto da 4 fratelli: Emilio rappresentante legale e responsabile acquisti e vendite; Nerino responsabile alla produzione; Ilex responsabile alla consegne e Italo, responsabile amministratore delegato; inoltre ci sono i nostri figli coadiuvanti soci: Dario, Manuel, Gianpietro, Roberto, Alessandro, Stefano e Davide che ognuno dei quali occupa una posizione di responsabilità. Importante per noi è la collaborazio-

ne e il sostegno della famiglia, tra fratelli, ad esempio, ci troviamo alla domenica mattina dove ci confrontiamo su quello che c’è da fare in vivaio, cosa produrre o sulle consegne da preparare per la settimana che viene. Io ho sempre avuto la passione del vivaio. Appena compiuti i 20 anni, in possesso della patente C, mi sono fatto comprare il nostro primo autocarro che ci ha permesso da una parte di iniziare l’attività di vendita diretta nei più importanti mercati all’ingrosso nel Veneto, come Verona, in Emilia Romagna e in Trentino e dall’altra di consegnare direttamente ai frutticoltori la nostra produzione vivaistica. Il vivaio si estende su una superficie di circa 100 ettari dei quali il 60% è destinato alla produzione vivaistica mentre il resto è a seminativo che a sua volta viene usato come rotazione a vivaio. Oggi le piante devono avere caratteristiche precise. Soprattutto rispetto

a un tempo, oggi il coltivare richiede piante con rami anticipati, richiede piantare alberi che diano da subito frutti e questo ci porta a tecniche e tempi di coltivazione ben precisi. Come si caratterizza la vostra produzione frutticola? Fiore all’occhiello della produzione sono le piante certificate “Esente Virus” a cui abbiamo destinato parte del vivaio e che sono costantemente tenute sotto controllo dal Servizio Fitosanitario Regionale del Veneto. I portainnesti di melo e pero provengono dalle nostre ceppaie Esenti Virus mentre i portainnesti per le drupacee provengono dai nostri semenzai. Disponiamo inoltre di 4 gemmai di pomacee e drupacee per il nostro fabbisogno di innesti essendoci più di trecento varietà di piante da frutto. Inoltre, oltre alle piante da frutto, produciamo una grossa quantità di rose, sia a cespuglio che rampicanti e alberetti, che realizziamo per esi-

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La produzione di rose a cespuglio a fiore grande.

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> SPECIALE VENETO - IL VIVAISTA <

genze di mercato soprattutto per venire incontro alle richieste da parte di garden. Le difficoltà che oggi si incontrano legate alla nostra produzione sono molteplici essendo colture che impegnano 3-4 anni dal semenzaio al prodotto finito. I rischi maggiori per la nostra produzione sono legati principalmente alle stagioni avverse come

grandine, siccità e talvolta eccesso di pioggia. Inoltre, la corsa frenetica a nuove cultivar non sempre ripaganti per produttività e sanità. Una volta una varietà durava 30-40 anni, poche ma stabili, oggi, invece, a parte le mutazioni che ne fanno perdere le caratteristiche, ci sono molte varietà nuove che nascono ma che non si sa se a maturità verranno

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piazzate sul mercato. Come si caratterizza la vostra clientela? I nostri clienti sono caratterizzati per il 50% all’hobbistica, e quindi a garden center, mentre l’altro 50% è rappresentato dai frutticoltori. L’80% del nostro prodotto è destinato al mercato italiano e il restante 20% a quello estero. ■

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1. La sede del vivaio. 2. Veduta parziale della coltivazione delle piante da frutto in vaso. 3. Veduta del piazzale. 4. Veduta delle piante fruttifere “virus controllate” per la produzione di innesti. 5. Vivaio fratelli Dainese al Flormart di settembre. 6. Sig. Emilio Dainese che abbiamo intervistato in occasione della fiera di Padova. 7. Altro dettaglio dello stand del Vivaio fratelli Dainese.

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VIVAI F.LLI DAINESE S.S. via Sabbioncello 87 35020 Saonara (PD) Tel 049640174 www.vivaifratellidainese.com

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> SPECIALE VENETO - GIARDINI <

L’Orto botanico di Padova e il Giardino della biodiversità Il 16 settembre si sono aperte le porte del nuovo “Giardino della biodiversità” dell’Orto botanico di Padova. Il primo giardino botanico universitario del mondo: continua così una tradizione di ricerca sulle specie vegetali iniziata nel 1545. Un ruolo fondamentale considerando che solo il 10% delle specie vegetali presenti sulla Terra è conosciuto, mentre si stima che ogni giorno si estinguano centinaia di specie mai conosciute. di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

urante il Flormart siamo riusciti a visitare l’Orto botanico di Padova alla vigilia dell’inaugurazione del nuovo “Giardino delle biodiversità”. Quello di Padova è il più antico orto scientifico ad aver mantenuto l’ubicazione iniziale. Posto tra le due maggiori basiliche della città, Sant’Antonio e Santa Giustina, ha visto crescere intorno a sé il nucleo urbano e l’Università che ne sono stati

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Il nuovo Giardino delle biodiversità dell’Orto botanico di Padova.

all’origine e che sono divenuti, rispettivamente, un centro primario nell’arte e nell’economia del nord Italia e uno dei più prestigiosi atenei d’Europa. Un’eccellenza quella dell’Orto botanico, attestata anche dall’Unesco, che nel 1997 ha inserito il sito nella lista del Patrimonio Mondiale (World Heritage List) decretandone lo status di bene culturale da preservare, riconoscendolo “all’origine di tutti gli orti botanici del mondo” e motore del progresso di molteplici discipline (dalla botanica alla medicina, dalla chimica alla farmacia all’ecologia). Oggi l’Orto è al centro di una rete di rapporti internazionali che trovano

una base di dialogo comune nella Carta di Edimburgo, documento dei botanici europei che stabilisce le linee guida per la tutela e lo sviluppo degli orti botanici antichi. Con l’inaugurazione del nuovo Giardino della biodiversità, l’Orto botanico di Padova vive quella che probabilmente è la maggiore trasformazione nei suoi oltre 450 anni di storia. Non solo perché la superficie a disposizione delle piante e del pubblico è aumentata di circa il 70%, passando da 22.000 a 37.000 metri quadri. E nemmeno per il nuovo supertecnologico edificio destinato alle serre, con i suoi volumi imponenti e allo stesso tempo armo-


I numeri dell’Orto niosi. Secondo quanto dichiarato dal rettore Giuseppe Zaccaria, con questo importante intervento l’Università di Padova accetta di mettersi in gioco per reinventare il proprio ruolo, ponendosi a disposizione delle esigenze di un mondo che cambia. Il tutto senza tradire l’identità e la propria storia. La sfida di oggi è proiettare questa importante eredità nel futuro, trasformando il giardino botanico universitario più antico nel mondo in un fulcro dell’attività di ricerca e della diffusione del pensiero scientifico e della sensibilità ambientale. Ripercorriamo dunque la storia per capire l’importanza di questo nuovo progetto.

La storia dell’orto botanico dal 1545 L’Orto botanico di Padova fu istituito nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, che allora costituivano la grande maggioranza dei "semplici", cioè di quei preparati officinali realizzati con prodotti di origine vegetale. E’ per questo motivo, infatti, che i primi orti botanici vennero denominati horti simplicium ovvero “giardini dei semplici”. L’Orto divenne un esempio importante del nuovo interesse scientifico diffusosi nell’Europa del XVI secolo,

1545: data di fondazione 1586: la pianta più antica dell’Orto è la Palma di Goethe (Chaemerops humilis) 50: le specie conservate nella Banca del germoplasma a una temperatura di -18 °C 1997: la data di inserimento dell’Orto antico nel patrimonio dell’umanità Unesco 6.000: le specie vegetali coltivate nell’Orto antico 1.300: le specie del Giardino della biodiversità 110 metri: la lunghezza delle nuove serre. 1,5 ettari l’estensione del giardino della biodiversità 1.050 mq: la superficie del giardino pensile che produce 766.500 litri di O2 450.000 litri: la capacità della vasca per il recupero delle acque piovane 33.933 kg: la quantità di CO2 non immessa nell’atmosfera utilizzando l’energia solare 3.643.722 litri: il volume delle acque piovane recuperate in un anno 52.205 kWh: l’energia elettrica prodotta in un anno dall’impianto fotovoltaico

epoca in cui i botanici iniziarono a studiare le piante non soltanto per le loro proprietà medicinali, bensì anche come organismi completi. Gli studenti di medicina potevano, pertanto, imparare a conoscere e identificare correttamente le piante esaminando esemplari vivi anziché disegni, come avveniva in precedenza. La forma trapezoidale del terreno a disposizione, che precedentemente apparteneva al vicino monastero di Santa Giustina, condizionò la pianta dell'Orto. Allo stesso tempo su di essa influirono anche le concezioni scientifiche e filosofiche del tempo, dando luogo a una rappresentazione densa di significati geografici, astrologici e forse persino esoterici, così, all’interno della struttura circolare, fu creato un quadrato inscritto, a sua volta suddiviso in quattro quadrati più piccoli da due viali perpendicolari. I quattro "quarti", detti anche "spalti" perché originariamente sopraelevati di circa 70 cm rispetto ai viali, erano suddivisi in aiuole ("areole") disposte in modo da formare eleganti disegni geometrici, diversi uno dall'altro. Pochi anni dopo la fondazione, nel 1552, poiché le piante officinali erano preziose e potevano essere impiegate in modo improprio, per scoraggiare i furti notturni, fu ben presto realizzato un muro di cinta circo-

lare provvisto di cancelli (Hortus cinctus). Alla fine del XVI secolo, le specie che vi venivano coltivate erano più di mille, tra cui anche specie non necessariamente medicinali. Infatti, grazie alla notevole espansione dei commerci della Repubblica di Venezia, l’Orto accolse molte nuove piante esotiche, che furono coltivate per la prima volta lontano dal loro habitat originario e successivamente diffuse in tutta Europa. In tempi successivi, l'Orto si estese fino ad occupare anche l'area esterna al muro circolare, dove vennero realizzate alcune fontane: la fontana di Teofrasto, considerato il padre della botanica (porta sud) e quella detta delle Quattro Stagioni (porta est) per la presenza dei busti marmorei settecenteschi raffiguranti le Quattro Stagioni. Oggi le piante coltivate sono circa 6.000. L’Orto ospita ancora piante risalenti agli anni della sua creazione: una serra protegge un Chamaerops humilis, piantato nel 1568 e citato da Johann Wolfgang von Goethe, un Platanus orientalis piantato nel 1680 e un Ginkgo biloba piantato nel 1750 nell’omonimo quarto, eccezionalmente bisessuale perché l’esemplare maschio originario porta un ramo femmina innestato sul tronco.

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> SPECIALE VENETO - GIARDINI <

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Il concorso internazionale per la realizzazione della nuova serra Una vera minaccia alla falda acquifera dell’antico giardino botanico, sul finire degli anni Novanta, ha spinto l’Università di Padova, a una forte campagna di sensibilizzazione sul futuro biologico dell’Orto. Dopo l’approvazione di una legge speciale, che destinava importanti risorse economiche agli interventi di salvaguardia dell’Orto botanico e allo sviluppo di nuove iniziative didattiche e scientifiche, venne acquistata nel 2003 l’area dove oggi sorgono le nuove serre. Istituito un concorso internazionale per la progettazione degli interventi, a cui parteciparono 29 gruppi multidisciplinari provenienti da tutto il mondo, ne sono stati selezionati infine 15 per la redazione di un progetto preliminare. La giuria internazioPag. 28 • Lineaverde Ottobre 2014

nale che ha valutato i progetti, considerati l’impatto sul delicato sistema del sottosuolo e l’approccio culturale e didattico, ha proclamato vincitore nel 2005 il progetto firmato dall’architetto Giorgio Strappazzon dello studio VS associati. Terminata la fase di progettazione esecutiva e di autorizzazione, nel 2010 sono iniziarono così i lavori per la realizzazione del nuovo Giardino della biodiversità che ha visto l’apertura la pubblico il 16 settembre 2014.

Il progetto Le serre del Giardino della biodiversità sono una grande vetrina: un’ideale sezione del globo che dall’equatore digrada verso i poli. Dalle condizioni più favorevoli per la vita, con abbondante umidità e temperature elevate che permettono la crescita della foresta pluviale, fino alle condizioni più estreme, dove il freddo e la scarsa

umidità rendono la vita quasi impossibile. Il tema dell’acqua è il leitmotif del giardino. Fin dalle origini all’Orto botanico si entra attraversando un ponte sul canale Alicorno, una delle antiche vie d’acqua della città. Lo stesso canale sul quale si affaccia oggi il nuovo visitor centre. Le fontane e le vasche con le piante acquatiche, così come l’antica macchina idraulica che un tempo portava l’acqua nell’Orto, restano un riferimento ideale del progetto. Infatti è una lama d’acqua a separare l’antico dal moderno, mentre cascate e laghetti dividono un bioma dall’altro. L’intero edificio delle nuove serre è progettato per il recupero delle acque piovane. Esse rappresentano la riserva idrica che da un lato alimenta cascate e laghetti e dall’altro consente la vaporizzazione dell’acqua all’interno delle serre per il mantenimento dei parametri climatici. Oggi come allora: l’acqua come necessità e


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1. Ingresso all’Orto botanico di Padova ai lati del quale si trovano due magnolie piantate nel 1800. 2. L’orto con alle spalle la basilica di Sant’Antonio. 3. Serra che protegge un Chamaerops humilis piantato nel 1568 e citato da Johann Wolfgang von Goethe. 4. La serra della foresta tropicale. 5. La nuova area dell’Orto con alle spalle la basilica di Santa Giustina. 6. La vasca con le piante acquatiche della zona subtropicale. 7. La serra subtropicale vista dall’alto. 8. Collezione di piante succulente. 9. Le vasche esterne delle ninfee in collegamento con la struttura e alimentate dalle fontane presenti sulla facciata della grande struttura.

Percorrere la sequenza delle serre del Giardino delle biodiversità equivale a compiere un viaggio attraverso i cinque continenti per visitare a “chilometro zero” i principali ecosistemi del globo. come responsabilità. L’edificio è progettato e realizzato per ridurre il più possibile l’impatto ambientale: una teca di vetro lunga 100 metri e alta 18 nella quale la forma stessa , l’articolazione degli spazi e gli impianti sono stati ottimizzati per sfruttare al massimo l’apporto dell’energia naturale e gratuita proveniente dal sole.

Il percorso espositivo Il Giardino non racconta il pianeta dal punto di vista dell’uomo o del mondo

animale, ma sposta invece l’attenzione sulle forme di vita vegetali. Pannelli informativi, filmati, exhibit interattivi, reperti raccontano come l’intelligenza vegetale e l’intelligenza umana abbiano svolto un comune percorso di coevoluzione da Lucy sino ai nostri giorni. Le piante intanto raccontano il loro millenario rapporto con l’uomo: usate per nutrire, per curare o per costruire gli oggetti che hanno fatto e fanno la nostra storia. Le oltre 1.300 le specie presenti vivono in ambienti omogenei per umidità

e temperature, che simulano le condizioni climatiche dei biomi del pianeta: dalle aree tropicali alle zone subumide, dalle zone temperate a quelle aride. Le 5 nuove serre, inserite in una galleria di vetro e acciaio, riproducono altrettanti biomi ove la posizione delle piante all’interno di ciascun ambiente e del laghetto delle piante acquatiche rispecchia una suddivisione fito-geografica, un viaggio attraverso la vegetazione della Terra: la foresta tropicale, la savana e l’area subtropicale, l’area temperata, il clima mediterraneo e il deserto. In tal modo il visitatore ha l’immediata rappresentazione della ricchezza (o della povertà) delle biodiversità presenti in ciascuna fascia climatica. Un percorso speciale all’interno della grande struttura in cui il visitatore si perde tra le molte varietà pur relazionandosi ad ogni passo con il paesaggio circostante. ■ Pag. 29 • Lineaverde Ottobre 2014


> TECNICHE <

Substrati di coltivazione, quali alternative alla torba? Il materiale più idoneo a sostituire la torba nella preparazione dei substrati è sicuramente il sottoprodotto della noce di cocco, un substrato di coltura dalle caratteristiche eccezionali, che possiede le qualità delle migliori torbe di sfagno. di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

Materiale pronto per i substrati.

er substrato s’intende un mezzo solido più o meno inerte che ha una doppia funzione: la prima, dare ancoraggio e supporto per le radici, proteggendole dalla luce e permettendo loro la respirazione e, la seconda, trattenere e contenere l'acqua ed i nutrienti di cui le piante hanno bisogno. L'impiego di substrati solidi, nei quali circola la soluzione nutritiva, è la base per la coltivazione in contenitore o con sistemi in fuori suolo. I materiali di cui si dispone al momento e che si possono impiegare come substrati sono numerosi e con caratteristiche e costi assai diversi. Di fatto non esiste un materiale o un mix di materiali che si possano considerare universali per le diverse specie coltivate e le diver-

P

se tecniche di coltivazione. Sarà necessario prendere in esame i singoli materiali, in modo da avere una sufficiente conoscenza che ci porrà in condizione di fare la scelta più corretta a secondo delle condizioni in cui si opera, come l’ambiente, il sistema di coltivazione, la coltura e la fase di coltivazione. Un buon substrato deve riunire un insieme di requisiti che lo rendano adatto per la coltivazione. Non sempre in un substrato coesistono tutte le caratteristiche desiderabili, perciò a volte si mescolano diversi materiali per far in modo che alcuni apportino quello che manca ad altri.


Porosità ed indice di vacuosità di alcuni tipi di materiali per substrati Natura

Porosità (%)

Indice di vacuosità

Torba bionda

92

11,5

Torba nera

88

7,3

Corteccia

85

5,6

Sabbia grossa

38

0,61

42,2

0,73

Terra argillosa

45

0,82

Pozzolana

70

0,43

Lana di roccia

95

19

Perlite

96,4

26,8

Vermiculite

95,4

20,9

Fibra di cocco

94 a 98

15,7 a 49

Fibra di bosco

96

24

Ghiaia

Tradizionalmente la torba è stato il componente principale dei substrati di coltivazione. Ciò grazie al fatto che le torbe hanno una elevata capacità di ritenzione dell'acqua e una elevata capacità di scambio cationico, sono una fonte di sostanza organica che lentamente subisce la mineralizzazione e perciò libera sostanze nutritive utilizzabili dalla pianta, generalmente non contengono semi di erbe infestanti. I terricci di bosco, prelevati dagli orizzonti L, F e H del profilo del suolo, presentano caratteristiche fisiche e chimiche specifiche in relazione alla stazione forestale dalla quale sono estratti. Ecco che possiamo avere terricci di Castagno, terricci di Faggio, terricci di Conifere, ecc. I terricci di bosco sono un materiale insostituibile per la formazione di un buon substrato colturale; purtroppo il loro alto costo e il non facile reperimento in forti quantitativi né limita fortemente l’impiego. Fra i materiali alternativi recentemente introdotti per la formazione dei substrati di coltura abbiamo la

Fibra di cocco.

Stock di balloni di cocco.

corteccia ed il legno sminuzzati che hanno il vantaggio di costare relativamente poco e sono una buona fonte di sostanza organica. Ma il materiale indubbiamente più idoneo a sostituire la torba nella preparazione dei substrati è sicuramente il sottoprodotto della noce di cocco. Dalla noce di cocco si ricava un substrato di coltura dalle caratteristiche eccezionali. In effetti il cocco possiede le qualità delle migliori torbe di sfagno. Si tratta di un materiale ottenuto dal mesocarpo della noce ci cocco. Lo fibre imputrescibili che lo compongono vengono estratte, selezionate ed essiccate in ambiento controllato. Ne deriva un prodotto con reazione sostanzialmente stabile (ph compreso fra 5,4 e 6,8) e molto leggero (70-00 gr/lt): ciò facilita il trasporto e la manipolazione. Particolarmente favorevoli risultano anche le caratteristiche idrologiche: infatti accanto ad una buona capacita di ritenzione idrica si evidenzia un elevato volume d'aria. L'apparato radicale delle piante col-

tivate in cocco dispone quindi della giusta quantità d'acqua e non subisce fenomeni di asfissia. Il cocco è un materiale che mantiene a lungo le sue caratteristiche chimico-fisiche. Si presta anche per le colture a ciclo lungo, conservando costanti volume e porosità. La nostra pluriennale esperienza ci consente di fornire un substrato adatto ad ogni esigenza di coltivazione. Possiamo modulare la concimazione del terriccio di cocco secondo le richieste della nostra clientela garantendo sempre i migliori risultati produttivi. Il terriccio di cocco inoltre non presenta problemi di smaltimento essendo composto esclusivamente da sostanze biodegradabili (prodotto naturale). Siamo insomma di fronte ad un substrato con caratteristiche agronomiche molto interessante con un origine fortemente ecocompatibile e conseguentemente sostenibile e rinnovabile nel tempo che diverrà un elemento imprescindibile nei protocolli di coltivazione ecocompatibili. ■ Pag. 31 • Lineaverde Ottobre 2014


> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

Il verde urbano ai tempi della crisi Un nuovo modo di “fare verde urbano” si registra in diverse città del mondo. E’ il verde autogestito dai cittadini. Un approccio che mette in crisi modelli consolidati. Due recenti saggi lo indagano e ne dimostrano il valore etico ed estetico.

di Biagio Guccione guccione@paesaggio2000.it

Docente di architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Firenze

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onfesso che sono stato sempre diffidente nei confronti di tutte le iniziative di base, autogestite o nate su iniziative spontanee che hanno l’obbiettivo di realizzare giardini, aree ludiche e spazi aperti attrezzati all’interno della città. Personalmente come architetto paesaggista ho sempre pensato che la qualità del verde urbano va affidata alla progettazione di paesaggisti qualificati ed alla gestioni di un ottimo Servizio giardini secondo lo schema classico, direi “tradizionale”. Da qui le preoccupazioni espresse nei confronti della tesi del “terzo paesaggio” di Gilles Clément che può aprire la strada al-

C

l’abbandono della gestione delle aree verdi, così come possono fare le esperienze delle Community Gardens, che talvolta abbiamo pubblicato come fenomeni circoscritti nello spazio e nel tempo(1). Recentemente è stata presentata all’Università di Firenze la Collana diretta da Cristina Treu e Pasquale Persico “La città e l’altra città”, che ha come oggetto di ricerca il tema delle esperienze spontanee. Leggendo il saggio Avant Garden di Daniela Monaco(2), ed ascoltando le testimonianze presenti nel saggio “La Città e l’altra città” (curato da Matteo Fioravanti)(3) appare chiaro che oggi bisogna battere tutte le


Hyllie Plaza, Malmö, Andersson.

strade per rendere le nostre città più vivibili. Nessuna ipotesi va rigettata a priori! “I Community Gardens, per la quasi totalità, non avrebbero modo di rientrare in un manuale di Arte dei giardini. Si tratta piuttosto di operazioni da inserire nel campo dei casi studio utili per la progettazione degli spazi pubblici, soprattutto in situazione critica”, scrive Daniela Monaco nel suo saggio con grande onestà intellettuale. In effetti questo è quello che si può dedurre da una disamina superficiale, ma se invece approfondiamo l’argomento ci accorgiamo che queste iniziative spontanee fanno da contraltare al

degrado, e sono la risposta immediata a situazioni spesso irrecuperabili. Infatti il Community Garden è qualsiasi pezzo di terra curato da un gruppo di persone: può essere urbano, suburbano o rurale; si possono coltivare fiori, ortaggi o interi appezzamenti. Cioè può esser in ogni dove ed essere occasione di aggregazione sociale e riqualificazione urbana. La lista degli effetti positivi sono stati elencati dall’associazione americana dei Community Gardens. Qui ne citiamo alcuni: abbelliscono i quartieri, producono cibo sano, riducono le spese alimentari delle famiglie, preservano le risorse, preservano le aree

verdi, creano opportunità di ricreazione, aumentano l’autostima e così via. Il testo della Monaco ripercorre anche la storia di questa esperienza, soprattutto negli USA a partire dagli anni ’70, ma le sue schede riguardano anche il nostro paese e paradossalmente scopriamo che alla fine si torna ad una sorta di punto di partenza che appartiene all’aspirazione umana di fare delle aree verdi il luogo del bello. Non a caso in molte di queste esperienze incontriamo protagonisti paesaggisti ed anche artisti che influenzano la realizzazione di questi veri e propri giardini. Non è un ca-

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URBAN BEAUTY! È un invito a passeggiare con lo sguardo e con la mente in città e a esplorare idee e figure del “giardino democratico contemporaneo”. 2

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3

1. Liz Christy Bowery-Houston Garden- 110 East Houston Street At Bowery, Manhattan. 2. All People's garden - 293, 295 East 3rd Street, New York. 3. Kenkeleba House Garden - 212 3rd Street, Manhattan. 4.High line, New York, J. Corner. 5. Tafel-Garden, Berlino. Atelier Le Balto. 6. Rotterdam, Afrikaanderplein, Okra.

so che l’ultra celebrata Highline di James Corner, opera di grande successo degli ultimi anni del campo della paesaggistica, abbia avuto una tipica genesi da Community Gardens, per passare ben presto ad essere il capolavoro della paesaggistica internazionale di questo secolo. Allora forse è bene studiare questi fenomeni ed affrontarli tutti con rigore scientifico. non più come un fatto episodico soprattutto legato a momenti e situazioni passeggere, ma è bene aver un quadro completo sui vari approcci. Anna Lambertini ha recentemente pubblicato un saggio che affronta queste esperienze a tutto campo. In URBAN BEAUTY! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica(4), la brillante e nota paesaggista fioPag. 34 • Lineaverde Ottobre 2014

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> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

rentina ci offre una panoramica sistematica ed organica sulle esperienze di progettazione paesaggistica spontanee in tutto il mondo. Questo testo ha il dono della chiarezza e della sistematicità in 252 pagine ben scritte e ben articolate, e consente anche al lettore più riluttante di avere un quadro esaustivo di quello che accade in questo campo. Per non tradire il pensiero dell’autrice elenchiamo qui la chiave di lettura che ci propone e la suddivisione tipologica di questi casi emblematici, sei azioni di progetto per fare paesaggi urbani: 1. Lavorare in prossimità, 2. Coltivare immaginari, 3.Mettere in gioco, 4. Reinventare luoghi minori, 5. Incoraggiare nature urbane, 6. Far emergere costellazioni di spazi aperti. Ovviamente in queste poche righe è

difficile offrire anche una sintesi di come lo spazio urbano può essere articolato, sistemato, progettato, gestito e vissuto da parte della popolazione urbana. Gli esempi sono innumerevoli e Anna Lambertini seleziona ben 44 casi, declinati nelle 6 tipologie su accennate, una carrellata ampia ed esaustiva per capire questo fenomeno eccezionale: l’intervento spontaneo dei cittadini per riqualificare le città! Un’operazione spesso sottovalutata ma che in un momento di crisi economica non solo va presa in considerazione ma va incoraggiata e rilanciata proprio per la tensione morale e per la voglia di bello che esprime. URBAN BEAUTY appunto! «I progetti, le esperienze, i luoghi raccolti in questo libro, - scrive l’autrice - nel dare conto di tanti modi di-

versi di interpretare il tema del bello negli spazi comuni del quotidiano, compongono una collezione eterogenea di possibilità “per fare”. Il lettore può considerarla come una raccolta aperta di utopie concrete, che testimonia di modi diversi con cui si può cambiare positivamente il destino di spazi urbani brutti e degradati: sia riconfigurandoli attraverso percorsi progettuali più o meno complessi, sia incoraggiandone nuove forme di gestione, in ogni caso ricollocandoli entro un rinnovato sistema di valori.» Questa nuova visione degli spazi urbani forse mette in crisi molte certezze e il modo di operare secolare al quale siamo affezionati, ma la crisi incombe, pone nuovi inter-

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> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO < Dalston, Londra, J & L Gibbons

rogativi ed impone nuove soluzioni. Non rimaniamo ancorati al passato ed intercettiamo la fresca sensibilità che una nuova generazione di paesaggisti ci propone! ■

I community gardens ci rimandano nella loro diverse declinazioni formali e funzionali a modelli di regole d’uso dei beni comuni di un tempo passato.

Note al testo Biagio Guccione, Andrea Meli, Giorgio Risicaris (edited by), Linking Urban Developments to Green Areas An overview of good practices in Europe, Edifir, Firenze, 2008. (2) Daniela Monaco, Avant Garden Il Paesaggio dei Community gardens, Palazzo Bonaretti editore, Novellara (RE), 2013. (3) Matteo Fioravanti (a cura di), La città e l’altra città, Palazzo Bonaretti editore, Novellara (RE), 2013. (4) Anna Lambertini, Urban beauty! Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica, Editrice Compositori, Bologna 2013. (1)

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Errata corrige La presidenza di GILBERTO ONETO (1988-1994) Mi scuso con l’amico Oneto perché nell’articolo di maggio/giugno “I paesaggisti Italiani negli ultimi 40 anni” è saltato il capoverso che riguardava la sua presidenza. Mi scuso con l’interessato ed i soci AIAPP. Ma è con la presidenza di Gilberto Oneto che l’AIAPP assume una struttura organizzativa solida. L’Associazione si da un nuovo Statuto ed un nuovo Regolamento, annualmente vengono organizzati Convegni poco accademici ma rivolti alla pratica professionale e soprattutto molto gradevoli cementando anche i rapporti di collaborazione fra i soci.


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Plantarium 2015 si svolgerà dal 26 al 29 agosto nel palazzo Plantarium al Boskoop-Hazerswoude International Trade Centre.

Plantarium 2014 attira più di 17.000 visitatori Si è tenuta dal 27 al 30 agosto la 32ª edizione del Plantarium, la fiera internazionale per l'industria vivaistica presso l'International Trade Centre in Hazerswoude-Dorp, (Paesi Bassi). 350 le imprese provenienti da tutta Europa che hanno presentato le loro novità per il settore. di Renato Ferretti* e Ilaria Bonanno** renato.ferretti@tin.it

*Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia **Provincia di Pistoia

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rrivare alla fine di agosto all’appuntamento con il Plantarium ti dà sempre qualcosa di nuovo e delle solide certezze. La rassegna che ogni anno si tiene nei padiglioni del mercato bisettimanale delle piante della Diveka a Booskop, in questi ultimi dieci anni è notevolmente cambiata ma ogni anno è in grado di proporre qualcosa di nuovo e di farci respirare un

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aria positiva necessaria per affrontare un economia ed un mercato sempre più difficile. Ogni anno possiamo vedere una completa rassegna delle produzioni florovivaistiche olandesi ed europee con un grande sforzo degli operatori per presentare al meglio i propri prodotti, le numerose innovazioni e le ricerche in corso grazie ad un intelligente rapporto fra sistema


> FIERE <

della ricerca pubblica ed imprese private. Inoltre tutti gli anni c’è un modo nuovo di presentare le attività e quest’anno mi ha particolarmente colpito la presentazione fatta nella serata inaugurale della collaborazione realizzata fra tre aziende per partecipare insieme al Plantarium: un bell’esempio di collaborazione. Collaborazione che è emersa da tutto il discorso inaugurale di Jan-Willwm Griep Presidente della Fondazione del Plantarium che ha affermato che la collaborazione fra gli operatori è la chiave dei nuovi affari, è la soluzione ai problemi che i produttori debbono affrontare a causa dei nuovi modelli di consumo ed è la strada da percorrere per ritrovare una nuova spinta a i consumi. Il plantarium ha cercato di dare risposte in tutti i sensi. Ed alla fine con 17.180 visitatori, 303 stand e 350 imprese partecipanti, la 32a edizione della fiera internazionale

del vivaismo, Plantarium, ha riscosso molto successo. L’incremento dei visitatori è stato di circa 4% rispetto allo scorso anno e soprattutto la fiera è andata alla ricerca di nuovi profili dei visitatori sia olandesi che internazionali. La dimensione internazionale della fiera è espressa oltre che dagli espositori provenienti oltre che dall’Olanda anche dagli USA, dalla Cina, da Israele, e da numerosi paesi Europei quali: Spagna, Francia, Belgio, Germania, Danimarca, Polonia ed Italia. Il Plantarium 2014 come abbiamo detto aveva come tema “la collaborazione” per favorire la ricerca di nuove opportunità mettendo insieme le risorse di più aziende e per sviluppare nuove modalità produttive ed organizzative per meglio rispondere ai nuovi modi di consumo della produzione florovivaistica. In un mercato difficile come quello che stiamo vivendo la collaborazione fra i diversi soggetti della filiera diviene fondamentale per far fronte ai costi crescenti ed ai ricavi sempre più incerti ma anche per trovare nuovi vantaggi competitivi. I 17.180 visitatori internazionali hanno potuto godere di una fiera molto suggestiva. I punti salienti di questa edizione sono state le 99 novità vegetali esaminate dalla società reale di botanica di Booskop, le voci di aggiudicazione stampa, i giardini 20 del campione, l'area della sostenibilità, le dimostrazioni tecnologiche e l'esperienza Centro Plantarium con dimostrazioni di Romeo Sommers e Judith de Frankrijker. I partecipanti provenienti dai Paesi Bassi e altri 11 paesi hanno presentato una vasta gamma di prodotti. Per quanto riguarda i visitatori il ventiquattro per cento dei visitatori professionali commerciali proviene dall'estero. I visitatori stranieri provengono da tutti gli angoli del mondo. Come l'anno scorso, la fiera ha registrato vi-

Centro esperienze floristiche.

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> FIERE <

grande interesse. Il premio della stampa, assegnato da una giuria internazionale composta dai giornalisti della stampa specializ-

Floricoltura Aldo Lanari, unico stand italiano.

sitatori provenienti da 48 paesi diversi. Il maggior numero di visitatori professionali proveniva dalla Germania (26%), seguiti dai belgi (18%), al terzo posto l’Italia (9%), seguita dalla Francia al quarto posto (8%), il Regno Unito al quinto posto (6%) e la Polonia al sesto posto (3%). Danimarca, Svezia e Stati Uniti hanno segnato 2%. Sommando tutti i paesi scandinavi ci porta ad una cifra del 5%. Il 6% dall'Europa orientale. Tra i visitatori professionali l’inchiesta svolta dagli organizzatori ha evidenziato che il 15% veniva per la prima volta al Plantarium con ciò dimostrando un rilevante turnover e quindi la possibilità d’incontrare nuovi clienti. Analizzando i visitatori professionali vediamo che Plantarium 2014 è stato

Hydrangea macrophylla.

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principalmente visitato dai proprietari delle imprese (40%), dagli impiegati (46%), ed infine dai responsabili commerciali (14%). Un esame analitico di questi dati ci dice che: i coltivatori/ produttori sono il 33%, gli appassionati il 5%, i commercianti il 19%, i centri di giardinaggio il 24,5%, gli studenti lo 0,5%, i fornitori di mezzi tecnici il 12% ed i tecnici il 7%. Quest'anno, alla fiera sono state presentate 99 novità vegetali valutate dalla Reale società botanica olandese. Il premio per la migliore novità è andato alla Campsis “Takarazuka Fresa” presentata dalla Hoogeveen Plants BV di Hazerswoude-Dorp, molto compatta caratterizzata da una bella ed eccezionale fioritura bianca attraente e veramente di

Premio stampa Clematis..

zata di Belgio, Germania, Danimarca, Finlandia, Francia, Inghilterra, Italia, Polonia, Russia, Repubblica Ceca, Spagna, Ucraina Ungheria e Paesi Bassi, è diviso in due sezioni: la novità vegetale ed il concetto innovativo. Il primo è stato assegnato alla Clematis ‘Maria Skłodowska Curie’ PBR della Clematis Container Nursery dalla Polonia; la seconda alla presentazione di un concetto innovativo per attirare l'attenzione dei consumatori sulle piante, è andato alla Plant‘n‘Relax® Bio Tube di Roses Forever APS dalla Danimarca. Il Plantarium Press Award è stato consegnato ai vincitori dal presidente della giuria, la collega ed amica Ester Nunziata del Floricoltore. Altre novità premiate e per noi interessanti sono state Hydrangea Macrophylla “deep purple” della DeJong Plant BV e la Nandina Domestica “lemon lime” di Kolster BV. Insomma un Plantarium decisamente vivace con indicazioni positive per il florovivaismo europeo. ■

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Alberatura di ippocastani con il fogliame già quasi secco all’inizio del periodo estivo a causa di attacchi consistenti di Cameraria ohridella e di Guignardia aesculi.

Gli ippocastani ammalati si stanno gradualmente distruggendo: aiutiamoli Alcuni interventi, oggi raramente eseguiti perchè considerati troppo impegnativi, possono ridurre le patologie degli ippocastani ed attenuarne le difficoltà vegetative, riducendo il danno ambientale oggi in atto ed il degrado naturale. di Giorgio Badiali giorgiobadiali@libero.it

Fitopatologo, dottore agronomo, già dirigente della Regione Emilia Romagna

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i deve purtroppo ripetere ancora una volta questo appello già lanciato in altre occasioni anche recenti. Il motivo principale di questa insistenza, è rappresentato dal fatto che su gran parte delle situazioni negative che accadono con frequenza, si parla troppo spesso e genericamente, senza pensare seriamente su quanto si sta verificando e si denuncia anche più volte l’accaduto senza i attuarle,

S

soprattutto prestandosi a collaborare con gli altri. In troppe occasioni ed in molte zone, soprattutto situate nell’Italia centrosettentrionale, capita oggi di riscontrare durante la stagione estiva, la presenza di piante di ippocastano con il fogliame già completamente secco e dopo qualche tempo di notare anche il ricaccio di nuovi germogli portanti rifioriture autunnali che spicca-


> FITOPATOLOGIA <

no spesso in bella evidenza sullo sfondo alquanto triste che le circonda. Questo ritorno vegetativo con fioritura anche abbondante, mostra chiaramente l’esigenza delle piante verso la necessità di sopravvivenza naturale e di una riproduzione che deve continuare anche nei momenti di chiara difficoltà, come a prima vista si evidenzia ormai in troppi casi. Pertanto, oltre alle condizioni di dannosità provocate dall’azione delle patologie in atto che per quanto riguarda gli ippocastani a livello del loro bellissimo ed utilissimo fogliame, si possono prevalentemente ricondurre all’insetto Cameraria ohridella ed alla crittogama Guignardia aesculi, si può notare che le piante vengono danneggiate visibilmente ed ancora sul fogliame anche da un’altra forma dannosa definibile da stress fisiologico, già da moltissimo tempo in atto e provocante il deprecato “bruciore fogliare”, dovuto principalmente alle condizioni elevate di temperatura ed alla presenza di un alto grado di inquinamento ambientale. Mentre per quanto riguarda quest’ultimo aspetto che in realtà esiste già da tempi ormai lontani ed è andato gradualmente aumentando, attualmente pochissimo si potrà fare se non attuando nuove regole generali di comportamento umano rivolte a ridurne gli effetti negativi e quindi obiettivamente non facili da proporre ed attua-

re almeno nell’immediato con le conoscenze in materia ancora limitate e forse nemmeno da tutti desiderate, al contrario e nei confronti delle principali patologie citate, si possono sempre attuare alcuni accorgimenti ed interventi fitosanitari, in grado certamente di ridurne gli effetti anche in quantità consistente. Non si tratta certamente di novità da attuare, ma semplicemente di mettere in pratica le stesse cose che da molti anni vengono ripetute, ma che per mille ragioni che non possiamo oggi più giustificare, raramente sono state eseguite negli anni passati, tanto che in diverse zone si sono raggiunti livelli di diffusione e di dannosità delle patologie non più accettabili. Si deve a questo punto orientare il massimo impegno sia mentale che operativo da parte di tutti gli uomini più attenti e sensibili ai problemi della natura, verso una sensibilizzazione maggiore dei tanti proprietari di piante, siano essi Enti pubblici o aziende produttrici di piante o comuni cittadini, perché tutti abbiamo sempre avuto e continueremo ad avere un notevole peso sia positivo che purtroppo anche negativo, sul reale contenimento o sulla ulteriore diffusione delle patologie presenti oggi con sempre maggiore intensità. In questa circostanza dobbiamo anche citare, pur tenendo ancora in sospeso il discorso in attesa di maggio-

Piante in filare di ippocastano, con il fogliame completamente secco durante il mese di luglio.

ri chiarificazioni, le più recenti patologie che possono aggredire anche le piante degli ippocastani nelle zone dei colletti, dei fusti e delle branche principali, in forma a volte consistente e spesso accompagnate dalla emissione di essudati gommosi tendenzialmente di colore scuro. Queste forme patologiche di più recente presenza, possono determinare condizioni di deterioramento del legno soprattutto in zona basale e corticale, con formazione di tratti cancerosi molto evidenti la cui natura non appare ancora ben chiara nei diversi casi, ma che ognuno di essi dovrà essere attentamente osservato, seguito e subito segnalato agli organi fitosanitari competenti per territorio, al fine di ottenere diagnosi precise ed un rapido contenimento delle dannosità rilevate, evitando così ogni ulteriore loro diffusione. Cercando comunque di operare e non solo di chiacchierare, per risolvere od almeno riportare in buon equilibrio i problemi di cui stiamo trattando, per prima cosa occorre considerare che all’ambiente in cui viviamo e quindi all’uomo ed a tutti gli altri organismi viventi, sono certamente indispensabili tutte le piante esistenti ma soprattutto quelle vegetanti regolarmente ed in ottime condizioni di salute, quindi con il fogliame presente al massimo della vitalità ed in grado di svolgere a pieno le funzioni che favoriscono soprattutto la salute degli uomini. Non staremo qui a disquisire nuovamente sulle indispensabili funzioni che svolgono le piante a favore dell’uomo e della sua vita, ma poniamo certamente l’attenzione sul fatto che più le piante sono vitali, maggiori sono i vantaggi che possono fornire a tutta l’umanità con quel grande laboratorio rappresentato dal suo fogliame integro e vegetante. Per questo principale motivo, non dobbiamo permettere impunemente che la vegeta-

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1. Particolare di pianta di ippocastano già completamente secca ed in fase di rifioritura verso la fine della stagione estiva. 2. Primissime gallerie fogliari di Cameraria ohridella, contenenti larve piccolissime da poco schiuse dalle prime uova visibili dell’annata, nel momento più adatto per l’esecuzione di un intervento antiparassitario, qualora venga ritenuto necessario. 3. Foglia in parte ancora verde con notevole presenza di gallerie larvali, contenenti in fase attiva le larve tra cui diverse già incrisalidate ed in attesa della trasformazione in adulti, dei quali non si notano ancora tracce di schiusura.

zione si arresti e che le piante si trovino in condizioni di diffuso e spesso intenso seccume, già a partire dai primi mesi estivi di ogni anno, come succede per tanti ippocastani già dal mese di luglio od anche prima. Le foglie secche e cadute non producono benefici, anzi creano situazioni di particolare disagio, sia per la necessità di una loro continua raccolta e per l’aspetto ambientale degradato che mettono in evidenza, sia per la loro presenza ingombrante ed imbrattante dove detta raccolta non venga costantemente effettuata, sia perché la loro caduta precoce provoca nelle piante uno stimolo a riprodurne altre a stagione inoltrata, seguite spesso da una seconda fioritura e quindi sottoponendole ad un consumo di energie supplementari che le debilita ulteriormente, costringendole a fare ricorso troppo frequentemente alle loro ri-

1 serve naturali. - Accorgimenti, controlli preventivi ed interventi agro-meccanici da eseguire per contenere il degrado e la possibile perdita delle piante. Su tutte le piante, ma in particolare su quelle degli ippocastani che stiamo appunto esaminando, quando le foglie si presentano completamente sane e belle distese, si evidenzia un aspetto talmente gradevole, riposante ed utile che dovrebbe fare sentire a chiunque le osservi, qualcosa di piacevole e di apprezzabile sotto tutti gli aspetti ma che purtroppo e per tanti, emerge negativamente soltanto quando il fogliame è già secco e la salute delle piante si deteriora visibilmente. Cerchiamo con ogni mezzo di evitare che si verifichi questa brutta circostanza od almeno cerchiamo di limitarne gli effetti, specialmente adottando accorgimenti molto semplici e logici, anche se abbastanza impegnativi e per i quali occorre soprattut-

to molta attenzione, voglia e volontà di eseguire cose molto utili, sensibilizzando con ogni mezzo anche gli altri e nel maggior numero possibile, al fine di ottenere un risultato utile che certamente verrà poi apprezzato da tutti. La cosa principale da fare ed è certamente la più facile da eseguire anche se richiede impegno ed attaccamento al lavoro se si vuole ottenere qualche risultato vero, è la raccolta tassativa e la relativa distruzione del fogliame ammalato che cade a fine stagione, senza attendere che si autoconsumi durante l’inverno, marcendo al suolo e/o sui tappeti erbosi circostanti. Non lavorando in questo modo, sia le crisalidi svernanti della quarta ed ultima generazione dell’insetto, presenti per tutto l’inverno all’interno delle cellette di protezione ricavate nel fogliame, sia le forme di conservazione e di riproduzione della crittogama pure presenti nei residui fogliari, si conserveranno vitali nel suolo sottostante le piante ed al momento della ripre-

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sa vegetativa contribuiranno a riproporre le infestazioni e le infezioni come si può facilmente intuire anche senza compiere studi e ricerche particolari. A molti questa operazione è sempre apparsa una banalità, un dispendio di tempo e di energie da ritenere non valga la pena di impegnare e che a prima vista, senza pensarci molto non permetta di ottenere risultati. Ebbene, senza riuscire a ridurre rapidamente la situazione come si potrebbe anche ottenere distribuendo a ripetizione sostanze insetticide molto tossiche per tutti e per l’ambiente che già da tempo ma ancora più da questo momento si sta cercando di evitare, solo operando in questo modo e diventando quasi meticolosi nel compiere questo tipo di operazione manuale, si riuscirà a riportare nelle zone in cui verrà eseguita bene e forse in tempi non troppo lunghi, un buon riequilibrio vegetativo che se anche non elimina subito e completamente la presenza delle patologie citate tra quelle più frequentemente presenti, come in modo particolare l’insetto Cameraria ohridella (su Aesculus hippocastanum con i fiori bianchi) e la crittogama Guignardia aesculi (in genere più presente su Aesculus carnea con i fiori rossi che non viene praticamente infestata dalla Cameraria), può portare comunque ad una condizione di vita accettabile, con le piante che riusciranno gradualmente a mantenere le foglie in condizioni vegetative accettabili fi-

no al termine della stagione, senza la presenza dei plateali disseccamenti che oggi siamo abituati a vedere. Insistendo con questa operazione per più anni, la situazione dovrebbe sempre più migliorare, fino a non rappresentare più la vera calamità a cui oggi purtroppo si assiste in molti territori dove vegetano malamente le piante di ippocastano. Dopo avere eseguito in toto e soprattutto con convinzione questo importante intervento di natura manualemeccanica, riguardante la raccolta sollecita del fogliame caduto in autunno, soltanto laddove gli attacchi delle patologie si siano dimostrati particolarmente forti nel corso dell’annata precedente, si può prevedere il ricorso a qualche intervento con prodotti fitosanitari autorizzati oggi in quantità sempre più ristretta e regolamentati per l’impiego sia contro le patologie da combattere in precedenza citate, sia per le piante su cui intervenire che nel caso specifico appartengono al gruppo delle “piante ornamentali”.

Quindi nei casi accertati di minore gravità, è sempre bene attendere sia il nuovo sviluppo vegetativo delle piante sia l’eventuale comparsa delle patologie sul fogliame che comunque si presenteranno più contenute ed a seguito di quanto verrà rilevato, regolarsi opportunamente e soltanto per l’eventuale ma non auspicabile esecuzione di qualche intervento fitosanitario di natura biologica od al limite anche chimica nel corso della nuova annata, evitando di compiere interventi inutili o tardivi che non daranno risultati positivi. Pertanto, oltre alla citata ed indispensabile raccolta e distruzione del fogliame caduto a fine stagione, diventano ora necessari i più attenti controlli visivi alla ripresa vegetativa, al fine di determinare con esattezza il momento utile per l’esecuzione di eventuali interventi, da valutare soprattutto nel caso di assoluta necessità al fine di evitare tante inutili applicazioni.

Controlli sulla vegetazione e scelta del momento per eventuali interventi con prodotti fitosanitari Nel caso quindi che si ritenga necessario eseguire qualche intervento ri-

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4. Particolare ingrandito della porzione distale della illustrazione precedente, per meglio evidenziare le cellette costruite dall’insetto ed il loro contenuto. 5. Porzione di foglia già secca prelevata in estate, con diverse cellette di ricovero e trasformazione ancora integre, scoperte ad arte per evidenziare le larve mature e le crisalidi di una generazione estiva, poco prima della schiusura degli adulti che sono in parte sfarfallati da quelle accanto già vuote.

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duttivo su una od entrambe le patologie che potrebbero diventare presenti in quantità rilevante, facendo soprattutto riferimento ai danni arrecati nell’anno precedente e/o secondo i primi accertamenti reali da eseguire sempre precocemente sulla nuova vegetazione, si dovranno impiegare sempre i prodotti fitosanitari debitamente autorizzati al momento e dotati di tossicità minima, impiegandoli comunque nei periodi tecnicamente consigliati a seguito di diagnosi ed accertamenti, con le modalità prescritte e non a caso come spesso è capitato di riscontrare in passato. Sia ben chiaro che meno prodotti si useranno e questa è la via che si cerca di percorrere già da qualche tempo e che oggi viene maggiormente ribadita nel Piano d’Azione Nazionale (PAN) pubblicato il 12/2/2014, minore sarà la perturbazione degli equilibri ambientali, soprattutto non impiegando gli insetticidi di più elevata tossicità per l’uomo e gli animali domestici, che potrebbero andare anche ad interferire negativamente sugli insetti utili sempre presenti e più o meno noti in ogni ambiente, come principali equilibratori di molti casi dannosi. Infatti, il recentissimo PAN prevede di raggiungere reali miglioramenti, Pag. 46 • Lineaverde Ottobre 2014

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atti a ridurre l’impatto negativo dei principi attivi fitosanitari in aree extra-agricole di pubblica frequentazione, assegnando alle Regioni ed alle Province autonome la predisposizione di indirizzi a cui tutti dovranno attenersi per la gestione del verde e dei tanti spazi urbani frequentati dalla popolazione. A questo punto, ritornando alle necessità dei nostri ippocastani ed in dipendenza degli accurati rilievi da eseguire necessariamente per rilevare sul nascere la presenza più o meno elevata delle patologie durante la ripresa vegetativa (con fogliame già formato) e comunque prima che si verifichi la fase di inizio fioritura, occorre stabilire gli interventi che forse potranno essere ancora eseguiti. Questi consisteranno in un trattamento precoce sulla vegetazione con prodotti a base rameica tipo poltiglia bordolese od ossicloruro di rame al fine di limitare gli attacchi di Guignardia aesculi già rilevati nell’anno precedente che nel caso di presenza ancora evidente delle tacche necrotiche prodotte dalla malattia fungina nelle fasi successive e realmente quantificate, potrà essere ripetuto al termine della stagione subito dopo la caduta delle foglie;

mentre per quanto riguarda l’insetto Cameraria ohridella, si dovranno attendere le primissime presenze delle nuove larve dell’annata che si noteranno poco tempo dopo i primi voli accertati degli adulti (circa a fine aprile e maggio) e che saranno già attive all’interno delle piccolissime gallerie fogliari di dimensione quasi puntiforme. La presenza degli adulti si dovrà identificare molto precocemente applicando su alcune piante del gruppo o sulla pianta singola, le trappole a feromoni autorizzati per le loro catture e già da tempo presenti in commercio, oppure osservando costantemente la vegetazione e la base delle piante su cui si notano facilmente in volo i primi adulti dell’annata, da poco schiusi dalle crisalidi che hanno trascorso indenni tutto l’inverno prevalentemente all’interno dei residui fogliari e che ora si trovano già presenti e pronti per gli accoppiamenti e le deposizioni delle uova, ma anche per il loro riposo e riparo dalle avversità climatiche. Solo a seguito di presenze già consistenti degli adulti e dopo avere verificato le prime eventuali gallerie puntiformi prodotte dalle larve già schiuse dalle uova da poco deposte


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1. In primo piano una pianta di ippocastano a fiori rosa con attacco di sola Guignardia ed a sinistra sullo sfondo una pianta a fiori bianchi infestata anche da Cameraria e già completamente secca durante il periodo estivo. 2. Adulti di Cameraria in fase di riposo nel tratto medio-basso di un fusto di ippo-castano, in cui si nota anche l’emissione di un essudato scuro di altra natura patologica. 3. Appare molto evidente e spiacevole, la totale mancata raccolta del fogliame caduto in autunno ed ancora presente nel terreno sotto le piante e nei fossati alla fine dell’inverno, contenente le crisalidi svernanti dell’insetto già pronte per originare i primi adulti dell’annata.

e se rilevate in quantità elevata, si potrà stabilire anche con l’aiuto di una diagnosi specialistica, la necessità di eseguire un intervento insetticida ma soltanto con uno dei prodotti fitosanitari soprattutto biotecnologici che saranno comunque debitamente ed in tempo utile autorizzati secondo le regole e le nuove limitazioni contenute nel PAN e che saranno evidenziate in ogni etichetta con le relative frasi di rischio. Tra questi prodotti fitosanitari e sempre salvo le nuove disposizioni che sono previste in materia, si possono ricordare ad esempio il gruppo delle piretrine, il Bacillus thuringiensis o l’azadiractina ed anche l’imidacloprid e l’abamectina nel caso soprattutto di orientamento verso la tecnica endoterapica, comunque sempre prima che la dimensione delle gallerie e quindi delle larve sia troppo aumentata. Questo eventuale intervento da effettuare solo se valutato necessario, può essere eseguito direttamente sulla vegetazione bagnandola uniformemente, oppure mediante la citata endoterapia con l’inserimento del prodotto nei tronchi mediante le varie tecniche applicative, rispettando tutte le regole che per ogni tipo di somministrazione dovranno sempre

essere previste e maggiormente rispettate. Valutando invece il caso probabile e fortemente auspicabile che le presenze dell’insetto vengano inizialmente riscontrate in quantità limitata ed accettabile o comunque tali da non prevedere l’impiego di un intervento insetticida, è bene attendere l’esaurimento della prima generazione e verificare l’eventuale sviluppo di quella successiva, osservando ancora le presenze dei nuovi adulti nello stesso modo già descritto e l’eventuale sviluppo delle primissime gallerie puntiformi prodotte sulle foglie dalle larve di seconda generazione (circa nel mese di giugno). Se a questo punto l’infestazione risulterà ancora limitata a qualche presenza, con il fogliame ancora sufficientemente verde e disteso, si sarà evitata l’esecuzione del trattamento di natura chimica che solo in caso di necessità accertata potrebbe ancora essere in questo momento effettuato e si rimanderà il discorso alla stagione successiva, comportandosi alla stessa maniera già in precedenza descritta, cioè ricominciando dalla tassativa e sollecita raccolta di tutte le foglie appena cadute alla base degli ippocastani a fine stagione ed a cui

ogni proprietario di piante (pubblico o privato) dovrà imporsi il dovere di una raccolta prioritaria su quelle di tutte le altre piante presenti. In questa fase l’Ente pubblico è chiamato a dare il buon esempio, comunicandone e divulgandone la necessità anche alle proprietà limitrofe o comunque confinanti, al fine di concorrere unitariamente alla riduzione di un problema molto serio che deve riguardare ogni cittadino cosciente. Attuando per quanto possibile il comportamento operativo dettagliatamente esposto, nonostante si debba purtroppo riconfermare la ormai atavica tendenza a fingere di non vedere e ad arrivare sempre in ritardo su qualsiasi problema, si spera vivamente di riuscire ancora a contenere i danni sulla vegetazione degli ippocastani e pur riconoscendo lo sforzo che ognuno per la sua parte viene chiamato ad effettuare, il risultato che si potrà ottenere dovrebbe riuscire a ripagare anche le maggiori spese sostenute ed il tempo dedicato, con il risultato finale di un miglioramento generale delle condizioni ambientali e della vitalità di tutte le piante di ippocastano che altrimenti sembrano andare velocemente verso una brutta fine. ■ Pag. 47 • Lineaverde Ottobre 2014


Fiere In Italia Eima International

Bologna

12-16 novembre 2014

www.eima.it

My plant and garden

Milano

25-27 febbraio 2015

myplantgarden.com/it

Flora Trade Workshop

Rimini

25-27 febbraio 2015

www.riminifiera.it

Agriumbria

Bastia Umbra (PG)

27-29 marzo 2015

www.umbriafiere.it

FloraHolland Trade Fair Aalsmeer (Olanda)

5-7 novembre 2014

www.floraholland.com

IPM Dubai

Dubai (Emirati Arabi)

9-11 novembre 2014

www.ipm-dubai.net

IPM Essen

Essen (Germania)

27-30 gennaio 2015

www.ipm-messe.de

Christmasworld

Francoforte (Germania)

30 gennaio-3 febbraio2015

www.christmasworld.messefrankfurt.com

Viveralia

Alicante (Spagna)

3-5 febbraio 2015

www.feria-alicante.com

Salon du Vegetal

Angers (Francia)

17-19 febbraio 2015

www.salon-du-vegetal.com

Florall

Ghent (Belgio)

4 marzo 2015

www.florall.be

Flora Garden

Celje (Slovenia)

13-15 marzo 2015

www.ce-sejem.si

All’estero

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