Lineaverde ottobre 2015

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INTERVISTA

GIARDINI

FIERE

Marco Cappellini, un anno da presidente ANVE, al fianco dei vivaisti italiani.

Villa della Pergola, quando piante mediterranee ed esotiche vanno a braccetto

I vincitori dei concorsi della 66ª edizione di Flormart.

Lineaverde ATTUALITÀ

E I NFORMAZIONE

T ECNICA

PER

V IVAISTI , P ROGETTISTI

E

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DEL

V ERDE

Turchia, un’opportunità per il vivaismo italiano Ottobre 2015 Anno 41 - N° 6


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Giorgio Tesi Group The Future is Green Via di Badia, 14 - 51100 - Bottegone - Pistoia - Italy - Tel. + 39 0573 530051 - Fax + 39 0573 530486 - info@giorgiotesigroup.it


> SOMMARIO <

Il Punto Florovivaismo e fiere di settore: quale futuro? ...................... PAG. 2 di Renato Ferretti

Lineaverde è edita da EPE Edizioni Srl

Intervista Marco Cappellini, un anno da presidente ANVE, al fianco dei vivaisti italiani .................................................. PAG. 4 di Renato Ferretti

Giardini Villa della Pergola ..................................................................... PAG. 8 di Silvia Vigé

Redazione: Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02.89.50.18.30 - Fax 02.89.50.16.04 E-Mail per richiesta abbonamenti o informazioni: info@linea-verde.net E-Mail per invio comunicati o altro materiale alla redazione: lineaverde@linea-verde.net Sito Web: www.linea-verde.net Direttore responsabile: Massimo Casolaro massimo.casolaro@epesrl.it

Direttore editoriale: Renato Ferretti

Fiere Premi Flormart 2015 ................................................................. PAG. 14 di Silvia Vigé Verde Urbano Urge trovare un nuovo equilibrio ambientale dopo un decennio di inerzia .................................................... PAG. 18 di Giorgio Badiali

Schede tecnico-botaniche ‘Allium kuntii’ .......................................................................... PAG. 24 Gingko biloba ‘Pyramidalis Feronia’ .................................... PAG. 25 Davidia involucrata ‘Sonoma’ ............................................... PAG. 26 di Renato Ferretti e Silvia Vigé

renatoferretti@tin.it

Editor: Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Hanno collaborato: Giulia Arrigoni, Giorgio Badiali, Ilaria Bonanno, Biagio Guccione Comitato tecnico: Giorgio Badiali Francesco Ferrini Franca Gambini Biagio Guccione Laura Schiff Redazione: Claudia Perolari claudia.perolari@epesrl.it

Sara Cavallini sara.cavallini@epesrl.it

Segretaria di redazione: Silvia Mariani

Mercati Turchia, un’opportunità per il florovivaismo italiano ..................................................... PAG. 28 di Renato Ferretti

Architettura del Paesaggio Trent’anni in Lineaverde ........................................................ PAG. 34 di Biagio Guccione INFORMARE ......................................................................... PAG. 38

silvia.mariani@epesrl.it

Impaginazione: Claudia Bellelli claudia.bellelli@epesrl.it

Abbonamento annuale Italia: 40 euro da versare su c/c postale n°12059200 intestato a: EPE srl - 20142 Milano Via Spezia, 33 Stampa: Ingraph - Seregno (Mi) Spedizione in abbonamento Postale 45% Art. 1 Comma 1, Legge 46 del 27/2/2004 Filiale di Milano. Iscrizione al registro degli operatori di comunicazione (ROC) n° 3231 del 30/11/2001. Autorizzazione Tribunale di Milano n° 27 del 18/1/1999. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale. Lineaverde è un marchio registrato di proprietà della EPE Edizioni Srl.

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Direttore commerciale: Maurizio Casolaro maurizio.casolaro@epesrl.it

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> IL PUNTO <

Florovivaismo e fiere di settore: quale futuro? E’ costante, da parte degli operatori del settore, la lamentela per le troppe fiere ‘florovivaistiche’, con il risultato che è sempre più difficile scegliere a quale partecipare.

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di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

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alla fine di agosto all’inizio di ottobre il florovivaismo, in Europa, vive il periodo più intenso di manifestazioni fieristiche di vario carattere: regionale, nazionale ed internazionale. In ogni circostanza in cui ci capita di parlare con gli operatori del settore, è costante la lamentela per le troppe fiere, con il

risultato che è sempre più difficile scegliere a quale partecipare. Frequente anche la considerazione che le stesse, al giorno d’oggi, hanno una funzione meno determinante rispetto a qualche anno fa. Da parte degli organizzatori di fiere il panorama è diversificato fra le realtà eminentemente fieristiche e quelle più strettamente legate ai luoghi di produzione o comunque con i produttori di piante. Le prime sono ovviamente orientate alla gestione degli spazi fieristici e talvolta non tengono nella necessaria considerazione il rapporto con i produtto-


ri i secondi invece orientati alla valorizzazione del prodotto regionale non sempre riescono ad avere la giusta vocazione internazionale. In Italia non ci facciamo mancare niente perché siamo riusciti ad avere in un mese due fiere simili a distanza di circa duecento chilometri che per ora hanno sicuramente creato disorientamento fra gli operatori. Certamente il momento è difficile e soluzioni facili non ne esistono ma un po’ di chiarezza riteniamo sia necessaria e quindi proviamo ad esprimere la nostra opinione.

Noi siamo convinti, a differenza di taluni, che le fiere abbiano ancora un ruolo nell’attività di comunicazione e promozione dei prodotti delle aziende, che l’Italia debba avere una fiera del settore di livello internazionale ed infine che sia necessario avere un momento di attenzione globale al florovivaismo. Non spetta a noi decidere le politiche aziendali delle società fieristiche e tanto meno possiamo incidere sulle politiche fieristiche nazionali. Certo è che la situazione del 2015 non può essere ripetuta all’infinito.

no coesistere anche manifestazioni diverse ma in periodi e luoghi diversi orientati a fruitori con interessi sia commerciali che tecnici diversificati. Non abbiamo una soluzione definita ma vorremmo concorrere insieme agli altri interlocutori a definirne una rispondente alle necessità del florovivaismo italiano che sono anche quelle della nostra rivista che come sempre è a disposizione per ospitare le vostre riflessioni. Non può mancare da questo dibattito la voce dell’interlocutore pub-

Noi siamo convinti che le fiere possano ricoprire ancora un ruolo importante nel nostro settore e che l’Italia debba avere nel florovivaismo una fiera di livello internazionale. Certo è che la situazione del 2015 non può essere ripetuta all’infinito: è necessario che gli operatori trovino un momento di sintesi... Per evolvere da questa situazione è necessario che gli operatori trovino un momento di sintesi: sono ancora troppo divisi fra le organizzazioni professionali a vocazione generale (Cia, Coldiretti e Confagricoltura), fra le associazioni di settore (ANVE, Piante e fiori d’Italia, Associazioni Locali, MOC, ecc.) e le associazioni degli operatori dei settori connessi alla produzione florovivaistica. Perché è da loro che deve venire la richiesta e la proposta di ciò che è necessario per supportare il florovivaismo italiano e di ciò che il settore chiede al mondo fieristico. E’ infatti indubbio che seppur in progressiva rarefazione la significativa partecipazione alle fiere nazionali evidenzia che una domanda latente esiste e che necessita di una coerente risposta per evolvere positivamente ed affermarsi. In questo contesto complicato e difficile noi siamo convinti che posso-

blico in particolare del Ministero delle Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali che, sul piano tecnico è molto attivo nel settore e, che, riteniamo debba esserlo anche sul piano della proposta di politica florovivaistica con un azione diretta del Ministro o di un Sottosegretario a ciò preposto che si assuma l’onere di trovare una sintesi che altrimenti non si autodefinisce. Ecco crediamo che sia necessaria una iniziativa tesa a costruire insieme agli enti fieristici ed agli operatori del settore una proposta condivisa per la valorizzazione e la promozione del florovivaismo italiano nel panorama Europeo. Il Flormart è stata la prima fiera di carattere Europeo del settore, le altre sono venute tutte dopo: non possiamo permetterci di essere il secondo paese d'Europa per valore della produzione florovivaistica e non avere un adeguato momento d'incontro della filiera. ■ Pag. 3 • Lineaverde Ottobre 2015


> INTERVISTA <

Marco Cappellini, un anno da presidente ANVE, al fianco dei vivaisti italiani Promuovere politiche per il florovivaismo, affrontare insieme alle istituzioni le relative problematiche e fornire soluzioni e servizi alle aziende: ecco i tre punti che hanno accompagnato il primo anno di Marco Cappellini in veste di presidente ANVE (Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori).

di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

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S

iamo andati a trovare il Presidente di ANVE (Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori) Marco Cappellini per fare il punto dell’attività svolta in questo primo anno dall’unica associazione dei vivaisti operante a livello nazionale. L’associazione è stata costituita nel 2005 per volere degli operatori del settore, interessati ad avere accesso ad informazioni e servizi legati alla loro attività e partecipare ai tavoli di consultazione settoriali e istituzionali, tanto in Italia quanto in Europa. “La nostra mission – dice Cappellini – è di promuovere politiche per il settore del florovivaismo, affrontare, insieme alle istituzioni, le problematiche e fornire soluzioni e servizi alle aziende. Per fare ciò abbiamo ampliato il Consiglio Direttivo da 7 a 13 membri con esponenti da tutte le aree vivaistiche italiane.” Al Flormart del 2014 si tenne l’Assemblea generale che aprì una nuova fase e pose tre obiettivi: - Aumentare la base sociale ed estendere la rappresentatività a tutte le regioni produttive del comparto; - Affrontare le problematiche più urgenti del settore; - Rafforzare la presenza e il ricono-

scimento del settore sui tavoli istituzionali. Cosa è successo in questo anno? Con una punta di orgoglio e con la soddisfazione espressa da tutto il consiglio, posso dire che abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi. A distanza di un anno sono entrati 31 nuovi soci effettivi e 10 nuovi soci sostenitori. Con l’ingresso di queste nuove imprese, associazioni e distretti, la presenza di Anve si è estesa a Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Lazio. Quasi mille aziende fanno parte ormai della galassia ANVE e questo da un lato ci rende orgogliosi ma dall’altro ci richiama sempre di più anche alle responsabilità che un’associazione nazionale di produttori così partecipata deve assolvere. E sempre per essere più vicini agli operatori i Consigli li teniamo a rotazione presso le aziende dei soci. Credo che una tale attività abbia prodotto significativi risultati anche a livello internazionale? Si grazie all’ENA, l’Associazione Europea del Vivaismo di cui facciamo


parte e dove partecipiamo ai Gruppi di Lavoro Legislazione, Promozione e Tassonomia. Attraverso il rapporto con le istituzioni italiane ed europee (il 25 settembre scorso siamo stati a Bruxelles per un incontro con la commissione europea e il Parlamento) siamo riusciti a far crescere l’identità di questo settore, troppo spesso assimilato ad una percentuale dell’agroalimentare. E proprio grazie a questa azione di lobby siamo riusciti a far approvare dalla Commissione Europea i nuovi codici doganali per il vivaismo con la dicitura (fiori, piante, alberi e arbusti). Con i nuovi codici, che presto il WTO omologherà a livello globale, sarà possibile misurare con precisione flussi e andamenti sui mercati e le imprese potranno investire con più accuratezza in produzione e in nuovi paesi. Questo si può ritenere un passo significativo verso il

riconoscimento economico-istituzionale del vivaismo come settore specifico. Frutto del lavoro dell’ANVE che, collaborando con il Mipaaf e con l’Ena, ha dato la spinta decisiva in questo senso.

della regione Puglia. Proprio su questi temi discuteremo nella prossima riunione di ENA che si terrà il 26 novembre presso la nostra sede di Bruxelles che abbiamo aperto all’inizio dell’anno.

Quali sono i settori su cui avete concentrato la vostra attività? Innanzi tutto l’internazionalizzazione delle imprese, poi la fiscalità del settore che necessità di chiare definizioni ed interpretazioni univoche, le questioni fitosanitarie su cui abbiamo progetti innovativi come il fitoweb in collaborazione con ICE e Ministero ed anche interlocuzioni positive a livello europeo tanto che ENA ha recentemente inviato una lettera a tutte le Associazioni dei singoli paesi in cui conferma la realtà delle cose e cioè che in Italia il rischio Xylella è limitato ad una parte

Presidente come vede la realtà del settore vivaistico nell’attuale contesto politico-economico? L’ultimo decennio è stato caratterizzato da fatti nuovi sia di tipo ambientale (le calamità dovute ad eventi climatici estremi), sia economici conseguenti alla crisi finanziaria del 2008, sia ad un mutamento non atteso del rapporto domanda-offerta per la prima volta il settore si è dovuto confrontare con un surplus di domanda. Ciò ha prodotto un onda lunga di crisi dove raramente migliorano i volumi ma costantemente diminuisce la redditività.

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Nell’ultimo anno sono entrati in Anve 31 nuovi soci effettivi e 10 soci sostenitori. Con l’ingresso di queste nuove imprese, associazioni e distretti, la presenza di Anve si è estesa a Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Lazio. Pag. 5 • Lineaverde Ottobre 2015


> INTERVISTA <

Allora cosa pensate di fare per contrastare questa situazione indubbiamente difficile? Intanto nelle nostre aziende siamo impegnati a migliorare globalmente la gestione del processo produttivo e della proiezione esterna, investiamo in conoscenze e ricerca di innovazioni nel sentiero della qualità che vogliamo sia certificata e riconosciuta dal mercato. Per questo insieme al Ministero abbiamo messo a punto il marchio Vivaio/Fiori Pag. 6 • Lineaverde Ottobre 2015

che viene presentato ad Expo. Al sistema pubblico chiediamo maggior consapevolezza del ruolo del verde per la qualità delle aree urbane ed una attenzione alla qualità progettuale e realizzativa delle aree verdi. Infine chiediamo un impegno delle strutture pubbliche nel campo della ricerca per il settore su cui fondare un nuovo sviluppo produttivo capace di vincere le sfide competitive che l’Europa ci pone di fronte.

In conclusione, Presidente, un anno di lavoro positivo con molti impegni per il futuro ma anche una continua azione umile ed unitaria per uscire dalla crisi? Ci sarebbe molto altro da dire ma forse la cosa che più ci ha colpito e spinto in questa impresa era la voglia di fare squadra che covava in questo settore. La voglia sincera di mettersi insieme e alzare la testa, di affermare le ragioni e i problemi del vivaismo. Anve ha saputo risvegliarla e incanalarla nei percorsi istituzionali più idonei e proficui. Il florovivaismo italiano non vive più l’età dell’oro come qualche anno fa quando la domanda era superiore all’offerta e si potevano anche selezionare i clienti. La crisi economica ha colpito duramente anche il vivaismo, le problematiche del settore sono diventate sempre di più e sempre più difficili da affrontare e nuovi competitor internazionali stanno crescendo agendo sulle leve del prezzo. Ma nessun paese produttore ha la qualità e il know how delle imprese vivaistiche italiane. ■


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Villa della Pergola Ad Alassio, Villa della Pergola è immersa in un lussureggiante giardino di 22.000 mq, che armonizza la vegetazione mediterranea con svariate tipologie di piante rare e suggestiva flora esotica che vantano una storia unica, strettamente legata a quella della comunitĂ inglese dell’Ottocento che aveva scelto quest'angolo della Riviera tra le sue mete preferite di villeggiatura invernale.


> GIARDINI <

di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

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hi passa dalle parti di Alassio, in Liguria, non può non fermarsi una mezza giornata e visitare il favoloso giardino di Villa della Pergola, così ho fatto io a fine agosto. Accompagnata dall’attuale proprietaria Silvia Arnaud Ricci che, con il marito e alcuni amici hanno salvato questo gioiello ligure da una probabile speculazione edilizia nel 2006, ho potuto passeggiare in una calda mattinata tra le “fresche fronde” del giardino per ammirare collezioni botaniche, piante uniche nel loro genere e una favolosa macchia mediterranea che incornicia visuali mozzafiato. Ma ripercorriamo i punti salienti della storia di questo “gioiello verde”.

La storia del parco e del suo restauro La storia di Villa della Pergola è indissolubilmente intrecciata con la nascita della villeggiatura invernale inglese ad Alassio. Il parco nacque nella seconda metà degli anni settanta dell’Ottocento dal desiderio del Generale Montagu McMurdo e di sua moglie Lady Susan Sarah Napier di realizzare una dimora privata per trascorrere la stagione invernale e la primavera in Riviera. La villa secentesca, da sempre chiamata “Villino”, era circondata da coltivazioni a terrazza di agrumi, ulivi e carrubi e caratterizzata da alcune lunghe pergole, da cui poi prese il nome, sulle quali crescevano piante di vite. Quello che era un podere agricolo di campagna venne trasformato da McMurdo in un vero e proprio parco di piacere, introducendo molte piante ornamentali e alcune balaustre in terracotta per delimitare i punti panora-

mici di maggior pregio. I McMurdo costruirono l’edificio principale che sorge all’interno del parco, Villa della Pergola, e unirono i due ampi settori del parco con alcuni ponti in legno che permettevano di scavalcare l’antica mulattiera che sale lungo la collina senza mai uscire dal parco. Stando alle cronache dell’epoca, con il passaggio della proprietà a Sir Walter Hamilton Dalrymple, nel 1900 il numero delle piante ornamentali si accrebbe enormemente, furono piantati i boschetti di cipressi che ancora oggi dominano il paesaggio, il grande eucalipto che ancora oggi si può ammirare davanti alla Villa e lungo le grandi pergole del parco fecero la loro comparsa i primi glicini e le Rosa banksia. Sir Walter realizzò anche molte delle numerose fontane che ancora oggi si incontrano passeggiando nel parco permettendo l’arrivo delle prime ninfee e piante acquatiche. Nel 1922 il nuovo proprietario della Villa fu proprio uno dei figli di Sir Thomas Hanbury, Daniel secondogenito di Thomas, ideatore e proprietario dei celebri Giardini Hanbury, che iniziò un’opera di sistematico arricchimento delle collezioni botaniche presenti nel

parco, facendo trasportare ad Alassio magnifici esemplari di palme washingtonie, dactilifere, canariensis e azzurre, oltre alle cicas messicane, una collezione di cactacee, agavi e aloe. Il parco incominciò così ad assumere un aspetto maggiormente esotico e botanico com’era la moda dell’epoca. Il parco della villa prosperò sotto la generosa proprietà degli Hanbury attirando un grande numero di visitatori, compresi alcuni membri della casa reale italiana. Allo scoppio della guerra la proprietà rimase chiusa e sotto sequestro. La mancanza di cure e le incursioni di animali selvatici determinarono un sensibile deterioramento del parco, situazione che non migliorò durante l’occupazione da parte delle truppe germaniche dal 1943 al 1945. Si arriva poi ai giorni nostri quando nel 2006 una cordata di amici guidata da Silvia e Antonio Ricci, amanti dei giardini e da sempre attenti alle vicende del territorio, in un’ottica di salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente, acquistarono la proprietà all’asta giudiziaria per salvarla da una speculazione edilizia.

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Silvia Arnaud Ricci proprietaria, insieme al marito Antonio, della Villa. (Fonte Archivio Giardini della Pergola)

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> GIARDINI <

1. Una vecchia cartolina che ritrae il giardino, la Villa (a sinistra) e il Villino. (Fonte Archivio Giardini della Pergola) 2. I famosi tetti della Villa e sul fondo un pergolato con Rosa banksia. 3. La macchia mediterranea si fonde dolcemente con quella tropicale. 4. Uno dei diversi pergolati caratterizzato da varie varietà rampicanti di Wisteria sp. e piccole aiuole con Ligularia japonicum 'Giganteum'.

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Il restauro, le collezioni botaniche e le fioritura A partire dal 2006 incominciarono subito i lavori di recupero e restauro degli edifici e del giardino. Villa della Pergola e il Villino, furono sottoposti a importanti interventi di restauro conservativo di interni ed esterni da parte dell’architetto Ettore Mocchetti. Cosicché oggi, recuperato l’antico charme di dimora vittoriana, sono diventati raffinati relais dove è possibile soggiornare da marzo a ottobre. Il parco, invece, sotto l’appassionata direzione dell’architetto Paolo Pejrone, è tornato agli antichi splendori dopo lunghi lavori di recupero che sono terminati nel 2012. Le prime operazioni hanno visto la 2

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potatura e la cura dei maestosi alberi sopravvissuti, una prima radicale pulizia del parco da detriti dovuti anche al cedimento dei muretti a secco, piante infestanti e quant’altro si era accumulato in decenni di abbandono. La seconda fase dei restauri ha riguardato la messa in sicurezza e la staticità di tutti i muri di sostegno oltre alla integrale creazione di un impianto di irrigazione. Con un occhio rivolto alle sbiadite fotografie del periodo dei Dalrymple e degli Hanbury è stato avviato quindi un intervento di restauro conservativo senza rinunciare a consapevoli cambiamenti, nella convinzione che un grande parco storico è prima di tutto

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5. Bella collezione di Agapanthus da ammirare da giugno a luglio. (Fonte Archivio Giardini della Pergola) 6. Fontanella in pietra a forma di testa di Lucifero per il recupero delle acque. 7. Eucalipto centenario, piantato da Sir Walter Hamilton Dalrymple, con davanti balaustre in terracotta ricoperte da glicini. 8. Dettaglio del leone vicino alla vasca dei loti.

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> GIARDINI <

Visuali dal giardino mozzafiato sul golfo di Alassio.

un essere vivente che muta e si trasforma con il passare degli anni. Sono state reintrodotte le collezioni di glicini, consigliati dal maestro delle Wisteria Francesco Vignoli, vivaista specializzato pistoiese, ed è stata creata ex novo un’importante collezione di Agapanthus che oggi vanta oltre 300 specie diverse. E’ stata creata anche una collezione di agrumi, sono state reintrodotte le cactacee amate dagli Hanbury, strelizie giganti, e sulla grande vasca di raccolta delle acque è stato realizzato un ambiente per ospitare i loti. Oggi il parco, che si sviluppa su una superficie di 22.000mq, è ritornato agli antichi fasti ed è sicuramente una delle meraviglie botaniche della Riviera e del Mediterraneo, tant’è vero che nel 2013 ha vinto il premio “Gran Premio Giardini”. Affacciato sul golfo di Alassio, il parco segue l’andamento naturale della collina su più livelli terrazzati uniti dalle caratteristiche pergole sulle quali sbocciano in marzo e aprile i glicini, una collezione che conta ben 28 varietà diverse per forme e colori.

Negli anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, infatti, proprio durante la loro fioritura Ruth Hanbury era solita organizzare la “Festa del glicine” alla quale partecipavano scrittori, giornalisti, vecchi ufficiali dell’Impero Britannico. A giugno e luglio i giardini si colorano di diverse sfumature di blu, azzurro e bianco grazie alle fioriture degli Agapanthus, i cui fiori si dispongono a formare pennellate ricche di colore simili alle onde del mare; una collezione unica in Europa per numero e qualità che conta oggi oltre 350 varietà diverse. È stata creata una vasta collezione con nuove specie oltre a quelle africane che un tempo già vi erano presenti, nella logica di voler conservare le caratteristiche botaniche tipiche di questo giardino inglese. In luglio nel parco sbocciano i fiori di Loto, piante acquatiche coltivate nelle vasche recuperate dalle antiche cisterne che servivano per la raccolta dell’acqua piovana destinata all’irrigazione del parco, sapientemente restaurate e rese di nuovo operative co-

Apertura 2016 La riapertura del parco avverrà il 19 marzo 2016 con l’imperdibile fioritura dei profumatissimi glicini (più di 28 varietà). Sempre in primavera ripartirà il progetto “Giardini in Villa”, con una serie di attività didattiche e di esperienze formative rivolti alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie che si terranno in aprile e in maggio. Le visite guidate su prenotazione si tengono il sabato e la domenica con inizio alle 9.30, alle 11.30, alle 15.00 e alle 17.00. Durante la settimana è possibile prenotare visite solo per gruppi.

me tutta la rete idrica del giardino. I mesi estivi sono il periodo ideale per passeggiare immersi tra i colori della macchia mediterranea e della vegetazione tropicale. È infatti il periodo in cui sbocciano i solanum, le bignonie, le ninfee accolte nelle fontane e nei laghetti rocciosi, i coloratissimi ibischi di origine africana e americana e le Plumbago azzurre, ma è anche il momento di massimo splendore della macchia mediterranea, della quale si possono ammirare i brillanti colori estivi, e degli ulivi, alberi longevi coltivati nell’area mediterranea da millenni. I Giardini di Villa della Pergola hanno al loro interno anche un’interessante collezione di agrumi in fiore sul finire dell’estate e all’inizio dell’autunno, che contribuisce a un’antica specifica e caratteristica botanica dei vari giardini coltivati dalla famiglia Hanbury: giardini di ricerca e studio e non di solo piacere. La vastità delle fioriture e le collezioni botaniche permettono al visitatore di godere da marzo a ottobre di grandi emozioni che sicuramente meritano di essere viste. ■

Per informazioni e prenotazioni: Villa della Pergola, via Privata Montagu 9, 17021 Alassio (Savona) Tel +39 0182/646130 - mail: info@giardinidivilladellapergola.com - www.giardinidivilladellapergola.com

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> FIERE <

Premi Flormart 2015 di Silvia VigĂŠ silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

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Ecco di seguito i vari vincitori dei concorsi promossi in occasione della 66esima edizione del Flormart, Salone Internazionale del Florovivaismo e del Giardinaggio di Padova.


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n un’atmosfera decisamente un po’ sotto tono - cosa veramente singolare, alla quale mai sinora eravamo stati abituati - abbiamo assistito, durante la 66esima edizione del Flormart di Padova, a varie premiazioni con la consegna di diversi e importanti riconoscimenti, tra cui l’assegnazione delle storiche targhe del Premio Fabio Rizzi: il premio per il “Floricoltore

dell’anno” è stato ritirato da Francesco Mati, noto vivaista di Pistoia nonché presidente del distretto vivaistico pistoiese, mentre il riconoscimento di "Professionista del Verde" è stato assegnato ad Anna Zottola, responsabile del Centro di formazione della Fondazione Minoprio (Como). I riconoscimenti sono stati assegnati da una giuria composta dai rappresentanti di alcune fra le più significative riviste di settore. Una delle novità più attese, la prima edizione del concorso internazionale dedicato all’architettura del paesaggio “Flormart Garden Show”, ha visto impegnata una giuria, presieduta dall’architetto Giorgio Strapazzon e composta dal presidente Uniscape Manuel Palerm Salazar, dalla docente del Dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova Lucia Bortolini, dalla direttrice della rivista Paysage Novella Cappelletti e da Gianpaolo Barbariol, già Capo Settore del Verde del Comune di Padova e da Daniele Villa, amministratore delegato PadovaFiere, che ha valutato complessivamente oltre 60 progetti presentati nelle sue varie sezioni. Nella sezione dedicata ai progetti già realizzati ha vinto “Uomini albero”, curato dal dottor agronomo Massimiliano Cecchetto e dall’artista Daniele Delfino in collaborazione con l’artista francese Blaise Cayol. Il progetto nasce per valorizzare i Giardini Cascina Nigozza di Cinisello Balsamo attraverso la creazione di un’area didattico-ricreativa a tema ecologico-culturale, pensata come spazio originale di aggregazione e socializzazione. Una finalità raggiunta con la realizzazione di

installazioni ludico artistiche che rappresentano un gruppo di uomini-albero. Un’opera da “ammirare” e al contempo da “vivere”, perché i tre personaggi centrali costituiscono anche tre strumenti a percussione che sfruttano le proprietà acustiche di legno, metallo e pietra, materie basilari del mondo naturale usate fin dalla preistoria. La commissione ha deciso all’unanimità di premiare il progetto con le seguenti motivazioni: evidenzia con qualità e capacità tecnica progettuale, l’importanza del ruolo del verde nel paesaggio, traducendo la sua dimensione storica, culturale ed artistica in un luogo definito. Il secondo premio invece è andato al progetto Jellyfish Barge di Pnat Srl, curato dal professor Stefano Mancuso: un’innovativa serra galleggiante del futuro che permette di produrre alimenti senza consumo di suolo e propone una soluzione innovativa di coltivazione sostenibile a basso impatto ambientale in ambito urbano, in cui si individuano degli elementi di flessibilità che lo rendono interessante per un diverso disegno del paesaggio e lo sviluppo di forme di aggregazione sociale, favorendo al contempo la creazione di microeconomie. Il terzo premio infine è stato assegnato a Terzo Giardino che vede come capogruppo Vincenzo Rosario Fiore di Studio ++: si tratta di un intervento di arte pubblica, un giardino temporaneo realizzato a Firenze in una sponda dell’Arno “abbandonata”, attraverso percorsi “per sottrazione” nella folta vegetazione. L’intervento permette di dare forma e senso a un’area marginale, in linea con il

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Tra le novità grande successo ha avuto il premio "nòva_green" articolato in tre sezioni: "Piante e fiori", "Tecnologie" e "Forme di vendita”. Pag. 15 • Lineaverde Ottobre 2015


> FIERE <

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contesto del paesaggio urbano, stimolando un nuovo approccio al rap-

e Loris Cerantola con “Beat Generation”.

to a Nannini Vasco & F.lli con l’olivo bianco (Olea Europea Lutea), in onore

porto con la naturalità. La seconda sezione vedeva in concorso invece i progetti di giardini temporanei: gli allestimenti finalisti sono stati esposti a Flormart al padiglione 5. Il primo premio è andato al progetto “Un fiume di piante”, firmato da quattro giovani studenti della facoltà di Agraria dell’Università di Padova: Anna Mastellaro, Valentino Dal Ben, Alvise Anchel Arribas, Andrea Rocco, il secondo premio è andato a “È solo un problema di gravità” di Mauro Guidolin e Irene Notari, entrambi architetti mentre al terzo posto si è piazzato il team di progettisti composto da Silvia Farronato, Matteo Castagna

Inoltre, tra i concorsi dedicati agli espositori, è stato istituito il premio “Nòva_green”, che vuole valorizzare i prodotti e le formule di vendita più innovative lungo la filiera del verde. Il premio nòva_green, al debutto, come ha spiegato il curatore Andrea Vitali, era articolato in tre sezioni. Per la sezione “Piante e fiori”, a vincere è stata una pianta di Gingko Biloba ‘Fastigiata Feronia’ del vivaio Giorgio Tesi Group, una pianta dal bellissimo portamento il cui nome lo deve alla dea protettrice dei boschi e delle messi Feronia, che è stata selezionata dal programma di miglioramento varietale del vivaio. Il secondo posto è anda-

del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco. Il terzo invece all’azienda Pepinieres Minier per Arbutus unedo ‘Roselily’, volgarmente il corbezzolo del nord. Si tratta di una pianta sempreverde, compatta e molto ramificata, dall’abbondante fioritura rosa precoce, seguita da una fruttificazione molto decorativa. Roselily è una varietà di corbezzolo molto resistente al freddo e alle malattie crittogamiche. Per le “Tecnologie” il primo premio è stato assegnato al “Termostrisce Sunnyday” di Janus Energy per un efficace riscaldamento basale in serra (coltivazione a letto caldo): grazie alla

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scape designer” si tratta di un software dedicato alla progettazione paesaggistica dotato dell'innovativa tecnologia OCULUS rift, che permette all'utente di entrare in una realtà virtuale a 360 gradi. Infine il primo premio per le “Forme di vendita” l’ha conquistato la serie di vasi “Sky Balcon” di Scheurich, dal design funzionale e la linea essenziale, che sono comodissimi da posizionare sulle ringhiere dei balconi e sembrano a prova di caduta. Al secondo posto si è classificato il software “Landscape designer”, che, oltre ad essere un novità a livello tecnologico, rappresenta soprattutto una svolta anche nel settore commerciale, dando vita a una nuova forma di vendita. Terzo si è classificata la rivista Naturart dei vivai Giorgio Tesi Group, per essere al centro di una efficace strategia di marketing indiretto basata sulla valorizzazione del territorio di Pistoia e delle sue eccellenze. ■

4 distribuzione uniforme del calore le piante crescono tutte insieme. Inoltre la temperatura viene regolata in tempo reale con più efficienza produttiva permettendo di arrivare sul mercato al momento giusto. Il secondo posto è andato a Comagri per un “dosatore non elettrico”, cioè un dosatore per la fertirrigazione che funziona senza elettricità nell’effettuare il micro-dosaggio proporzionale di prodotti sanitari per la cura delle piante: fitofarmaci e antiparassitari. Essi vengono infatti dosati in percentuale precisa senza più sprechi e/o errori di miscelazione. E’ molto adatto al montaggio su macchine per diserbo e trattamenti anti zanzara. Il terzo posto è stato assegnato a Nbl per il software “Land-

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1. Francesco Mati, vivaista, ha ritirato il premio quale “Floricoltore dell’anno”. 2. Anna Zottola, responsabile del Centro di formazione della Fondazione Minoprio, ha ritirato il premio quale "Professionista del Verde". 3. Massimiliano Cecchetto, dottor agronomo, e Daniele Delfino, artista, hanno ritirato il primo premio del Flormart Garden Show per la sezione dedicata ai progetti già realizzati con il progetto “Uomini albero”. 4. Anna Mastellaro, Valentino Dal Ben, Alvise Anchel Arribas, Andrea

9 Rocco (giovani studenti della facoltà di Agraria dell’Università di Padova) hanno ritirato il primo premio del Flormart Garden Show per la sezione dedicata ai giardini temporanei con al progetto “Un fiume di piante”.

7. La Giorgio Testi Group ha ritirato il premio vincitore per sezione “Piante e fiori”, con la Gingko Biloba ‘Fastigiata Feronia’ e per la sezione “Forme di vendita” si è aggiudicata il terzo posto con la rivista Naturart.

5. Progetto “Un fiume di piante” vincitore della sezione giardini temporanei del Flormart Garden Show.

8. Il terzo posto per sezione “Piante e fiori” se lo è aggiudicato all’azienda Pepinieres Minier per Arbutus unendo 'Roselily'.

6. Progetto “E’ solo un problema di gravità” degli architetti Mauro Guidolin e Irene Notari secondi vincitori della sezione giardini temporanei del Flormart Garden Show.

9. Il primo premio per le “Forme di vendita” l’ha conquistato la serie di vasi “Sky Balcon” di Scheurich.

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> VERDE URBANO <

Urge trovare un nuovo equilibrio ambientale dopo un decennio di inerzia di Giorgio Badiali giorgiobadiali@libero.it

Fitopatologo, dottore agronomo, giĂ dirigente della Regione Emilia Romagna

I danneggiamenti che vengono spesso provocati alle piante, vanno prevenuti e comunque curati o ripristinati rapidamente, al fine di contribuire a riportare l’ambiente verso un nuovo equilibrio sostenibile a favore delle generazioni future. Diciamo basta alle chiacchiere ed operiamo seriamente, per raggiungere i risultati lungamente attesi e solo raramente realizzati.

In una zona turistica molto nota, questa desolazione ambientale rappresentata da piante secche ed ammalate, lascia pensare male e provoca una grande tristezza anche pensando agli anni futuri.

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D

alle pagine di questa rivista si è cercato continuamente e con una certa forza descrittiva, di proporre e riproporre la necessità di un ritorno a forme di sviluppo e di vita meno selvagge, più ragionate e razionali, maggiormente condivisibili ed almeno più riguardose verso le già precarie condizioni della grande casa ambientale che ci ospita. Si è in proposito insistito in molte occasioni sulla necessità di un serio ripensamento da parte di tutti, sul modo attuale di vivere e sull’odierno comportamento generale poco orientato all’altruismo e troppo propenso al solo risparmio di tempo, di fatica e di denaro, senza pensare alle conseguenze che un simile atteggiamento ha già provocato e provocherà sempre di più col passare del tempo. Per questo motivo, ho pensato di riproporre la relazione che ebbi l’occasione di presentare durante il convegno del 16 settembre 2005, tenuto nella città di Padova, da sempre all’avanguardia su questi problemi, e chiedere se dopo tanti anni si riescano a notare visibilmente le differenze positive prospettate, oppure se sia ancora il caso di rimboccarsi veramente le maniche e di iniziare o ricominciare a lavorare e progredire, ripartendo almeno dai punti che a suo tempo si erano già programmati con insistenza. Di interventi divulgativi simili a quello che si desidera riproporre, se ne sono fatti tanti sia in precedenza che successivamente, ma sono ancora tutti di stringente attualità: nulla è cambiato, casomai è peggiorato. Pertanto si è costretti a concludere che in tutti questi anni si è lavorato spesso anche con passione ma forse in modo da non essere sempre compresi a dovere, oppure che sono veramente pochi coloro che vogliono impegnarsi sul serio, per seguire le linee di sviluppo che sono state da tempo e vengono tuttora costantemente indicate.

Un altro aspetto molto triste dell’ambiente turistico in visione, dove oltre all’abbandono dei vegetali, appare un vero menefreghismo verso la pulizia dei luoghi.

La situazione attuale Il verde urbano di proprietà pubblica, non si presenta attualmente con una critica visione generale, materia sostenibile per il futuro, tanto da rendere necessario ed urgente un netto passaggio di qualità, per poter fornire più validi risultati almeno nel lungo periodo e nella consapevolezza che anche il verde privato, prima o poi ne seguirà l’evolversi qualitativo. Occorre immediatamente ed in ogni caso, evitare il ripetersi dei troppi errori commessi che hanno spesso portato al panico gestionale, bloccando ogni tentativo di miglioramento ed incidendo negativamente sui costi, tanto da ostacolare come in molti casi sta accadendo, l’esecuzione delle più comuni e necessarie esigenze del verde. Dopo tanti anni di successi e fallimenti, di sacrifici e dedizione, di errori anche gravi, di accuse e di rimpalli di responsabilità, dopo i tentativi spesso infruttuosi di miglioramento tecnico ed organizzativo volti ad evitare i più pericolosi isolamenti, sembra giunto il momento per gettare solide basi

verso un reale miglioramento del verde pubblico, sempre rivolte ad una sua visione di sostenibilità futura.

Dunque, cosa fare? Le principali azioni da sviluppare e realizzare possibilmente nel breve termine, per favorire una futura visione sostenibile del verde Urbano, soprattutto in funzione dei tanti danneggiamenti e delle più gravi malattie ancora oggi facilmente riscontrabili, possono in pratica essere così riassunte. - Migliorare costantemente e con qualsiasi mezzo, le professionalità esistenti all’interno dei Servizi tecnici comunali del verde, promovendo costantemente gli aggiornamenti per il personale che dovrà anche essere quantitativamente sufficiente per le operazioni da svolgere, secondo precisi programmi che tengano conto globalmente di tutte le attività necessarie. Per questo aspetto importante, appare necessario nel caso di introduzione di nuovo personale tecnico,

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Strada pubblica di notevole transito, al cui bordo sono presenti da tempo questi ruderi di piante, a rischio di schianto e di diffusione delle malattie in atto.

Questo filare di pioppi abbandonati da tempo, è rimasto con pochi esemplari ancora in vita ma visibilmente ammalati, tanto che in qualche anno finirà per essere totalmente distrutto a causa della diffusione della malattia.

Per favorire una visione sostenibile del verde bisogna ricorrere a moderni sistemi di monitoraggio per il pronto riconoscimento delle varie patologie. una attenta selezione da effettuare nell’area professionale di astrazione agro-forestale. - Favorire sia il rapporto collaborativo tra il personale tecnico di ogni Servizio e dei vari Servizi del verde anche fra quelli più distanti tra loro, sia il Pag. 20 • Lineaverde Ottobre 2015

rapporto di fiducia e non di contrasto con gli organi politici competenti e mediante la comunicazione e la chiarezza, curare il rapporto migliore con la collettività ed i singoli cittadini favorendo così la necessaria fiducia del privato verso il pubblico.

- Eseguire progettazioni ed impianti che diano garanzie di risultato nel tempo ed utilizzare materiali e tecniche sicuramente collaudati e sperimentati, prelevando il materiale vivo possibilmente da vivai di fiducia ed utilizzando per i lavori imprese serie e collaudate anche a costo di spese inizialmente superiori, considerando sempre che esiste una stretta relazione tra progettazione, impianti, dannosità e malattie. A questo riguardo, si dovrà sempre cercare di accantonare chi non è capace di lavorare. - Fare sempre ricorso ai moderni mezzi di monitoraggio per le principali patologie, agli specialisti del settore (fitopatologi) e non ai soliti dannosi “tuttofare” tanto diffusi, al fine di effettuare ogni volta diagnosi corrette e serie su ogni tipo di problematica fitosanitaria o di danneggiamento, trasmettendo ai colleghi le conoscenze acquisite con il massimo spirito collaborativo, oggi sempre più realizzabile anche per mezzo del sito Internet dell’Associazione, già pienamente funzionante. - Effettuare coi mezzi dell’Amministrazione o con l’ausilio di tecnici esterni di sicura preparazione, il censimento delle piante arboree esistenti (per area e/o viali), mediante rilievo, cartografia e schedatura, oltre a quello delle altre tipologie di verde presente, come siepi, arbusti, prati, ecc. Valutarne in toto le condizioni vegetazionali e sanitarie per definirne le caratteristiche qualitative, le eventuali necessità di interventi e per le piante arboree anche le condizioni di staticità, al fine di pianificare gli interventi necessari, comprensivi di eventuali abbattimenti ed approfondimenti anche strumentali sulla stabilità degli alberi che dovranno essere necessariamente sempre più rari, fino ad annullarsi col tempo riducendo ovviamente i costi, quindi definire le priorità degli interventi, ecc. Gli improvvisi e massivi casi di insta-


> VERDE URBANO <

Le piante di tiglio lesionate nei fusti in senso longitudinale per mancata protezione dall’irraggiamento solare in fase giovanile, si spezzano facilmente durante i temporali, rappresentando una fonte di rischio e costi elevati per ripristini e sostituzioni.

bilità, vera o presunta che oggi preoccupano molte Amministrazioni pubbliche e che fanno anche lievitare enormemente le spese per le manutenzioni ed i ripristini, non dovranno in futuro più presentarsi, salve le situazioni di tipo accidentale (urti meccanici accidentali, fulmini, improvvise patologie, ecc.), sempre verificabili e comunque facilmente circoscrivibili a pochi casi particolari. Anche per questi motivi, almeno nei giovani impianti e per i primi anni di vita, appare necessario fare ricorso ai vari mezzi di copertura, per la protezione della zona dei colletti e dei fusti soprattutto disposti con orientamento Sud/est - Sud/ovest, da stabilire di volta in volta in base alle varie situazioni ed alle esperienze tecniche acquisite, per l’altezza di 1,502,00 mt. al fine di ridurre i danni derivabili alle piante dai lavori vari eseguiti nelle loro adiacenze, compreso il comunissimo quanto frequente taglio delle erbe e dai danneggiamenti provocati in misura sempre maggiore dall’irraggiamento e dalle più elevate escursioni termiche. - Effettuare con frequenza i controlli sui lavori in corso d’esecuzione e soprattutto nei giovani impianti, facendo ricorso a tutte le tecniche di prevenzione e cura oggi conosciute, sia agronomiche che fisico-meccaniche e biologiche, prevedendo solo in extremis il ricorso alla difesa di natura chimica. A questo riguardo occorre sottolineare che le comuni potature razionali con particolare riferimento a

Bisogna saper gestire con ogni mezzo l’ottemperanza delle norme legislative e dei relativi regolamenti di applicazione, riguardanti la lotta obbligatoria alle principali e più pericolose patologie. quelle di risanamento, devono considerarsi le più importanti pratiche fitosanitarie e che in ogni caso le presenze di altri tagli inutili, di lesioni accidentali o non desiderate di varia natura, oggi purtroppo usuali come più sopra appena ricordato o di piante morte per ragioni spesso ignote ed ancora in piedi anche dopo diverso tempo, si dovranno verificare in misura sempre minore fino al completo esaurimento. - Utilizzare per i casi limitati di difesa chimica, i prodotti fitosanitari indicati per la lotta di tipo biologico, da effettuare solo quando ne sia riconosciuta la vera necessità, cercando anche di influenzare positivamente la psicosi spesso negativa di alcuni cittadini

e qualora ma soltanto per la gravità della patologia, sempre al fine di risolvere sul nascere difficili situazioni evitandone anche la rapida diffusione, può essere ammissibile solo previa prescrizione di un esperto fitopatologo, il ricorso ad altri prodotti fitosanitari ampiamente sperimentati e considerati maggiormente risolutori, ma sempre regolarmente registrati allo specifico scopo e possibilmente con impiego “una tantum”. - Disporre con ogni mezzo, compreso quello informatico, l’ottemperanza delle norme legislative e dei relativi regolamenti di applicazione, riguardanti la lotta obbligatoria alle principali e più pericolose patologie che aggrediscono anche le piante situate nel Verde Pubblico. n Pag. 21 • Lineaverde Ottobre 2015



Ottobre 2015

SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Lineaverde

Schede tecnico-botaniche di Lineaverde dr. agr. Renato Ferretti e dr. agr. Silvia Vigé

Nota Introduttiva Visto il successo proseguiamo anche per quest’anno la

differenziarsi per la descrizione tipologica più aggiornata di

realizzazione di queste schede tecnico-botaniche con la

varietà nuove presenti sul mercato o quelle molto interes-

volontà di realizzare uno strumento che collega le propo-

santi ma poco usate perché poco conosciute.

ste commerciali dei nostri vivaisti con le esigenze proget-

Abbiamo così raggruppato molte informazioni dalla descri-

tuali di chi realizza opere verdi, dall’architetto all’agrono-

zione della pianta, dove vengono evidenziate caratteristiche

mo, dal giardiniere dalle imprese edili. Le schede vogliono

botaniche e agronomiche, ai criteri di scelta, come dimen-

quindi essere un punto d’ispirazione per la progettazione

sioni, portamento e utilizzo. Emergono così aspetti legati al-

e realizzazione di aree a verde con l’uso più ampio possi-

la resistenza all’inquinamento e le caratteristiche allergeni-

bile di specie scelte sia per le loro caratteristiche esteti-

che, le misure vivaistiche e i diversi tipi di allevamento.

che che agronomiche.

Per la realizzazione di queste schede anche quest’anno

Libri sulle piante ce ne sono tanti e ultimamente le caratte-

è fondamentale la costante collaborazione dei vivaisti i

ristiche botaniche sono anche ben descritte nei cataloghi

quali si vogliono fin da ora ringraziare per il tempo de-

commerciali dei vivai ma questa proposta editoriale vuole

dicato.

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‘Allium kuntii’

22

Gingko biloba ‘Pyramidalis Feronia’

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Davidia involucrata ‘Sonoma’


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SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

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Lineaverde

‘Allium kuntii’ Caratteristiche botaniche NOME BOTANICO: Allium kuntii FAMIGLIA: Alliacaea FIORITURA EPOCA: estivo autunnale FIORITURA COLORE: rosso scuro, opaco FOGLIE COLORAZIONE: verde ceruleo FOGLIE PERSISTENZA: caducifolie FRUTTI: non importanti

Dimensioni e Portamento ALTEZZA MASSIMA: 40-60 cm PORTAMENTO: cespuglio eretto DISTANZA OTTIMALE D’IMPIANTO: da usare miscelato con altre perenni SESTO D’IMPIANTO O PIANTE/MQ: da 9 a 12 a mq TEMPI DI CRESCITA: 30 cm in un anno PORTAMENTO PROPOSTO DAI VIVAI: cespuglioso MODALITA’ DI COMMERCIALIZZAZIONE: in vasetto

Caratteristiche Agronomiche

Utilizzo

SUOLO: drenatissimo

PARCO: non adatto

ESPOSIZIONE ALLA LUCE: pieno sole

GIARDINI: adatto

RUSTICITÀ: si discreta

SIEPI E BORDURE: non adatto

RESISTENZA ALL’INQUINAMENTO

TAPPEZZANTI: non adatto

ATMOSFERICO: si

AREE INDUSTRIALI: non adatto

RESISTENZA AL CALCARE: si

ARGINI FLUVIALI E ZONE UMIDE: non adatto

RESISTENZA AL RISTAGNO IDRICO: no

SCHERMI ANTIRUMORE: non adatto

RESISTENZA ALLE BASSE

ZONE COSTIERE MARINE: adatto

TEMPERATURE: si discreta

IN VASO IN FIORIERE E TERRAZZI: adatto

RESISTENZA AL SALE: non si sa

SIEPI AGRARIE E USO PAESAGGISTICO: non adatto

PIANTA ALLERGENICA: da verificare

ARTE TOPIARIA: non adatto VERDE VERTICALE: adatto

Visto da: Vivai Priola Pier Luigi Treviso Tel. 0422-304096 www.vivaipriola.it

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SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Lineaverde

Gingko biloba ‘Pyramidalis Feronia’ Caratteristiche botaniche

SCHERMI ANTIRUMORE: adatto ZONE COSTIERE MARINE: non adatto

NOME BOTANICO: Gingko biloba ‘Pyramidalis Feronia’ FAMIGLIA: Gingkoaceae

AREE INDUSTRIALI: adatto ARTE TOPIARIA: non adatto

CHIOMA: fastigiata FOGLIE COLORAZIONE: verde chiaro incisa FOGLIE PERSISTENZA: caducifoglie COLORAZIONE AUTUNNALE: giallo intenso

Caratteristiche agronomiche SUOLO: nessuna preferenza, molto adattabile ESPOSIZIONE ALLA LUCE: pieno sole RUSTICITÀ: si RESISTENZA ALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO: si RESISTENZA AL CALCARE: si RESISTENZA AL RISTAGNO IDRICO: da valutare in relazione alle varie condizioni

Visto da: Giorgio Tesi Group Via di Badia 14, Pistoia tel +39 0573 530051 www.giorgiotesigroup.it

RESISTENZA ALLE BASSE TEMPERATURE: si RESISTENZA AL SALE: no PIANTA ALLERGENICA: no CARATTERISTICHE FITOSANITARIE: nessuna patologia da segnalare

Dimensioni e Portamento ALTEZZA MASSIMA: 15 m all’età di 45-50 anni PORTAMENTO: cono perfetto, ramificato sin dalla base, i rami partono sfasati, compatto MISURA VIVAISTICA: altezza da 1,00 a 3 m SESTO D’IMPIANTO O PIANTE/MQ: 1 pianta di altezza m3 in 9 mq VELOCITÀ DI CRESCITA: media PORTAMENTO PROPOSTO DAI VIVAI: a cono MODALITÀ DI COMMERCIALIZZAZIONE: in contenitore o zolla

Utilizzo PARCO: adatto GIARDINI: adatto SIEPI E BORDURE: non adatto TAPPEZZANTI: non adatto IN VASO IN FIORIERE E TERRAZZI: adatto per piante giovani SIEPI AGRARIE E USO PAESAGGISTICO: adatto ARGINI FLUVIALI E ZONE UMIDE: non adatto Pag. 25 • Lineaverde Ottobre 2015


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SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Lineaverde

Davidia involucrata ‘Sonoma’ Caratteristiche botaniche

Caratteristiche agronomiche

NOME BOTANICO: Davidia involucrata 'Sonoma'

SUOLO: fertile

FAMIGLIA: Davidiacee

ESPOSIZIONE ALLA LUCE: pieno sole

CHIOMA: espansa

RUSTICITÀ: si

FIORITURA EPOCA: aprile-maggio

RESISTENZA ALL’INQUINAMENTO

FIORITURA COLORE: bianco crema

ATMOSFERICO: no

FOGLIE COLORAZIONE: verde

RESISTENZA AL CALCARE: no

FOGLIE PERSISTENZA: caducifolie

RESISTENZA ALLE BASSE TEMPERATURE: si

COLORAZIONE AUTUNNALE: no

RESISTENZA AL RISTAGNO IDRICO: no

FRUTTI: somiglianti a susine marroni

RESISTENZA AL SALE: no PIANTA ALLERGENICA: no

Dimensioni e Portamento ALTEZZA MASSIMA: oltre i 10 metri

Utilizzo

PORTAMENTO: largo

PARCO: adatto

MISURA VIVAISTICA: vaso diametro dal 18 al 28 di

GIARDINI: adatto

2 anni di età

SIEPI E BORDURE: non adatto

SESTO D’IMPIANTO O PIANTE/MQ: pianta che va

TAPPEZZANTI: non adatto

messa a dimora isolata

AREE INDUSTRIALI: adatto

VELOCITÀ DI CRESCITA: rapida

ARGINI FLUVIALI E ZONE UMIDE: non adatto

PORTAMENTO PROPOSTO DAI VIVAI: a cespuglio

SCHERMI ANTIRUMORE: non adatto

di grandi dimensioni

ZONE COSTIERE MARINE: non adatto

MODALITÀ DI COMMERCIALIZZAZIONE: con zolla e

IN VASO IN FIORIERE E TERRAZZI: non adatto

in contenitore

SIEPI AGRARIE E USO PAESAGGISTICO: non adatto ARTE TOPIARIA: non adatto

Visto da: Vivai Piante Vignoli s.s.a Via della Chiesina, 40 Pistoia tel. 0573 479769 www.vignolivivai.it



> MERCATI <

Turchia, un’opportunità per il florovivaismo italiano La Turchia è un paese in via di sviluppo, con un mercato interno in forte crescita. Inoltre rappresenta la porta di ingresso per molti mercati arabi e nordafricani.

di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia Si ringrazia Aldo Colombo per la collaborazione tecnica.

di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

Lo ‘Show Room’ di Arifiye Fidancilik, una delle più grandi aziende della Turchia, con in coltivazione circa 200 ettari in tre unità produttive, a Sakarya, Pamukova e Yazlik.

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A

lla viglia della settima edizione di /Eurasia Plant Fair - Flower Show Turkey, la principale fiera florovivaistica turca, che si terrà dal 26 al 29 novembre 2015 a Istanbul, abbiamo voluto proporre un dossier sul mercato turco, frutto di un viaggio di Lineaverde all’edizione 2014 della fiera, durante il quale abbiamo potuto conoscere la realtà economica del paese, i numeri del mercato florovivaistico e visitare alcuni tra i maggiori vivai. Da diversi anni, la Turchia sta ‘tirando’, e lo si può facilmente osservare dalla quantità di nuove costruzioni e infrastrutture. Se i dati ufficiali parlano di oltre 14 milioni di abitanti, Istanbul in realtà, se si considerano i sobborghi ormai assorbiti dalla megalopoli e

la popolazione sommersa, ha già praticamente superato i 20 milioni. Ogni anno la città cambia faccia, con nuovi insediamenti, nuovi centri commerciali, edifici di ogni tipo, che si vanno ad aggiungere al meraviglioso tessuto storico di questa città, per secoli centro di una grandissima civiltà. Un problema enorme è il traffico, soprattutto tra la parte europea e quella asiatica, con i due ponti attuali ormai al limite del collasso: un terzo ponte è in costruzione nella zona a nord-est della città, dove sarà edificato anche il terzo aeroporto. Questo fermento, che non interessa solo Istanbul, ma anche tutte le altre zone della Turchia, visto che la popolazione si va trasferendo dalle campagne alle grandi città, va a trai-


Il Flower Show Turkey Nei padiglioni della fiera di Istanbul, appena fuori dall’Aeroporto Internazionale Ataturk, è esposto il meglio della produzione turca, che spazia dai fiori recisi alle piante da vivaio, dai bulbi alle piante in vaso, con molti produttori che svolgono anche progettazione e realizzazione di parchi, giardini, alberature, etc. Non mancano poi macchine, attrezzature,

Turchia: produttori di piante per gruppo merceologico 400 350 NUMERO DI AZIENDE

nare anche il settore florovivaistico, che è da anni in continua espansione. La produzione locale non riesce a soddisfare la domanda, che arriva soprattutto dai comuni e da altri enti locali: qui entrano in gioco i vivai italiani, olandesi e tedeschi, in particolare per le piante di elevata qualità e di grandi dimensioni. Per le varie tipologie di piante la floricoltura si è sviluppata in zone diverse: per le piante mediterranee l’area di elezione è il sud, in particolare Antalya, per le piante da interno c’è la zona di Yalova, mentre per il vivaismo sono particolarmente sviluppate Sakarya (alberature) e Izmir (arbusti), e così via. Yalova e Sakarya sono favorite anche per la loro vicinanza a Istanbul e ad Ankara. Oltre alla domanda che arriva dall’arredo urbano, un’altra risorsa è rappresentata dalle grandi infrastrutture di collegamento, strade e autostrade. Poi c’è l’esportazione: fiori recisi, soprattutto bouquet, verso l’Europa e piante da esterno verso le repubbliche ex-sovietiche dove si parla turco (in particolare Azerbaijan e Turkmenistan), ma anche verso Iraq, Iran, paesi arabi, etc. Un’altra destinazione importante era la Libia, ma la situazione attuale ha fermato completamente il flusso. In ogni caso i produttori turchi stanno crescendo in quantità e qualità e molti per raggiungere i loro obiettivi si alleano in joint-venture con i loro fornitori europei, che a loro volta si troverebbero sfavoriti nell’esportare direttamente nei paesi turcofoni.

300

336

250 200 150 100

100

91

50

47

0 Piante da esterno

Piante da interno

Bulbi

Fiorite stagionali

La produzione locale non riesce a soddisfare la domanda, che arriva soprattutto dai comuni e da altri enti locali, e qui entrano in gioco i vivai italiani, olandesi e tedeschi, in particolare per le piante di elevata qualità e di grandi dimensioni. Principali zone di produzione florovivaistica İzmi̇r

CITTÀ

AREA (ha) 927

Sakarya

1.254

Antalya

564

Yalova

273

Bursa

İstanbul

317

Altre

1.128

Totale

4.513

50

prodotti per i florovivaisti, terricci, fertilizzanti, antiparassitari e così via. Il Flower Show si svolge in tre padiglioni, disposti su due livelli, e si visita tranquillamente in una sola giornata, lasciando il tempo per una visita alle attrazioni locali, con le bellezze della città vecchia (Hagia Sophia e

la Moschea Blu, il Topkapi, il Gran Bazar, la Moschea di Solimano), il Corno d’Oro, la Torre di Galata, il palazzo Dohlmanbace, e moltissime altre attrazioni che rendono Istanbul una delle città più belle del mondo. L’organizzazione è buona, così come i diversi servizi del quartiere fieristico, forse non modernissimo, ma senza grossi difetti. All’edizione 2014 hanno partecipato 333 espositori (+15%) e 11.385 visitatori, di cui 1532 esteri da 44 paesi: per gli standard europei non sono probabilmente cifre eclatanti, ma quel che si nota subito durante la visita è l’atmosfera positiva, derivante a sua volta dalla situazione economica del paese. La crescita della qualità della produzione si poteva osservare negli stand della fiera, molto ben allestiti, alcuni anche abbastanza spettacolari. Gli

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> MERCATI <

espositori esteri, da 21 paesi, provenivano soprattutto da Italia, Germania e Olanda, che quest’anno avevano anche degli stand nazionali, ma anche da Francia, Grecia, Spagna, Belgio ed Est Europa. Da considerare il fatto che la Turchia fa da ponte dall’Europa a paesi come le repubbliche ex-sovietiche, in particolare Azerbaijan e Turkmenistan, ma anche come l’Iraq, l’Arabia Saudita e i paesi del Golfo. Tra i visitatori, quelli più apprezzati dagli espositori sono i rappresentanti degli enti locali, in particolare i comuni che, soprattutto l’anno scorso, quando ci sono state le elezioni, hanno fatto a gara per abbellire i centri abitati, causando un vero e proprio boom della domanda, che però è poi un po’ calata. Un contributo decisivo al successo della floricoltura turca è dato anche dalle due Associazioni di categoria, quella degli esportatori (OAIB, fondata nel 1999 e che ha ora oltre 500 membri) e quella dei produttori (Süs Bir): in particolare, tutti i produttori di piante e fiori del paese devono obbligatoriamente essere iscritti a quest’ultima unione, (fondata nel 2008 e che ha attualmente 385 membri), anche perché chi vuole esportare deve essere, almeno in parte, produttore.

Süs Bir, tra l’altro ha il compito di contribuire alle leggi in materia rappresentando i suoi membri nella fase consultiva con il ministero. Proprio quest’anno Süs Bir ha rinnovato il consiglio e ha eletto il nuovo presidente, Selhattin Altun, titolare dell’azienda Kardelen (il nome turco del bucaneve), attiva tanto nella produzione (Kardelen Fidancilik) quanto nella progettazione e realizzazione di giardini (Kardelen Peyzaj), curata dalla moglie Nuran. Nel consiglio è stata eletta anche la S.ra Eda Efsun Gokduman, delle aziende Linea Turk e Linea Verde-LV, che operano in partnership con le aziende italiane Azienda Agricola Verde Vita e Consorzio Ortovivaisti Pistoiesi. Nell’edizione del 2014 hanno partecipato 40 aziende italiane, molte riunite nello stand collettivo organizzato dall’ICE, che ospitava prevalentemente aziende siciliane e pugliesi. Molti, come sempre i Pistoiesi, anche se mancavano alcuni degli espositori ‘storici’ che erano presenti gli anni scorsi; al gran completo i ‘grossi calibri’, che ormai considerano il mercato turco come uno dei più importanti, sia per le richieste locali sia per quelle in esportazione verso i paesi limitrofi.

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Il florovivaismo turco Durante una conferenza stampa congiunta delle due associazioni, Gülşen Bay, ‘Chief’ di OAIB, ci ha presentato i dati statistici sulla floricoltura in Turchia. Nel 2013, l’area di produzione è salita a 4512 ha, con un valore di esportazione che è leggermente sceso a 77 milioni di dollari (erano 80) verso 50 paesi. La floricoltura dà lavoro diretto a 25.000 persone e genera un indotto di 300.000. I vantaggi della floricoltura turca sono un clima favorevole, la prossimità geografica ad alcuni mercati importanti, l’aumento delle serre moderne ad alta tecnologia e una manodopera specializzata a buon mercato. I 4513 ettari sono suddivisi in 1105 per i fiori recisi, 111 per le piante da interno, 3242 per le piante da esterno e 55 per i bulbi. Per la commercializzazione dei fiori recisi, ci sono due cooperative, ambedue con sede a Istanbul, ma con filiali in tutto il paese, che commercializzano le produzioni dei soci. Il consumo pro-capite per fiori e piante in Turchia è di soli 4 euro, ma va considerato che solo tre anni fa era di 1 euro; inoltre, se si considera la sola Istanbul, questo valore arriva addirittura a 20 euro. Il canale principale è quello dei fioristi, ma stanno guada-

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gnando notevoli quote anche i supermercati, i grossisti e i garden center. Tra le occasioni con il maggiore consumo di fiori e piante ci sono San Valentino, la festa della mamma e le festività nazionali. Negli ultimi anni sono state create anche manifestazioni promozionali: ad esempio il Flower Festival che si svolge in aprile a Istanbul e in altre città, in cui vengono piantati milioni di bulbi di tulipani nei parchi pubblici. La coltivazione dei fiori recisi ha anche un’influenza sulla struttura sociale del paese, visto che può dare lavoro anche a manodopera non specializzata, offrendo loro opportunità di alloggio e di formazione. Le esportazioni di piante ornamentali sono cresciute in continuazione (tranne il 2012) dai 49 milioni di dollari del 2009 fino ai 77 milioni di dollari del 2014.

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1. La produzione di arbusti di Adaplant. 2. Meli da fiore (Adaplant). 3. La produzione di alberature di Arifiye Fidancilik. 4. Selim Koç e Erdi Kaya (Arifiye Fidancilik) 5. Zekiriya Yildrim (a destra), con il responsabile di produzione (Adaplant)

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> MERCATI <

Expo Antalya 2016 Un importante fattore di sviluppo del settore sarà nel 2016 con lo svolgimento ad Antalya dell’Expo: una manifestazione sotto l’egida dell’AIPH e della BIE, su un sito di 112 ettari, che durerà 192 giorni (dal 23 aprile al 30 ottobre 2016) e a cui sono attesi 8 milioni di visitatori, il 70% dalla Turchia e il 30% dall’estero. Il tema sarà ‘Fiori e Bambini’. Sono già state programmate numerose attività in diverse strutture come l’anfiteatro, il centro congressi, il giardino interno di 3000 mq. Il sito è stato progettato da paesaggisti e ingegneri turchi con la supervisione della spagnola Carmen Bueno, con una vastissima esperienza di Expo: 1988 Lisbona, 1992 Siviglia, 2008 Saragoza e 2010 Shanghai, con una consulenza in corso anche per Expo Milano. Non appena ottenute le autorizzazioni dalle due associazioni internazionali è stata costituita l’agenzia organizzativa e si è cominciato a lavorare al sito, che comprende anche lavori impegnativi, come la costruzione del lago (75000 mq) o come il sistema elettrico e fognario. Già gli anni scorsi, oltre 500 persone hanno cominciato a mettere a dimora le piante, in 120 specie, che provengono sia dal mercato interno sia da quelli di importazione; in particolare sono molte quelle che sono arrivate o arriveranno dall’Italia. L’anno

Il progetto dell’Expo 2016 ad Antalya.

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prossimo è già prevista la messa a dimora di milioni di bulbi. Ci sarà quindi una formidabile promozione del settore florovivaistico turco, che riuscirà così ad attirare sul proprio territorio anche molti operatori professionali europei e mondiali. Imponenti anche i lavori ‘logistici’, come una tramvia dal centro di Antalya al sito dell’Expo: numerose piante sono state tolte dal percorso e sono state ripiantate nel sito. Ci sarà anche il collegamento con l’aeroporto, dove i visitatori potranno acquistare o ritirare i biglietti. Antalya è il più importante centro turistico della Turchia: si potrà così sfruttare l’imponente capacità ricettiva della città, che vanta alberghi, residence e resort di tutti i tipi e di tutte le dimensioni, da quelli per turisti di passaggio a quelli di super lusso. Visto il tema, molta della propaganda si è rivolta verso bambini e ragazzi nelle scuole: si fanno seminari e workshop sulle piante, sulla loro biologia, su come coltivarle, etc., reclutando il personale dalle scuole professionali della zona dopo un’adeguata formazione. Hanno già firmato il contratto per la loro partecipazione 23 paesi, tra cui avranno una particolare evidenza Cina e Giappone, con padiglioni di circa 1500 mq. Ai diversi paesi è stato chiesto che i padiglioni siano rivolti soprattutto al lato formativo verso i

bambini e non alla propaganda per il proprio paese, come accadeva, ad esempio, alla Floriade 2012. Diversi politici turchi, a partire dal primo ministro, fino ai ministri dello sviluppo economico e dell’agricoltura stanno già promuovendo l’evento in sede internazionale, durante i vertici e in occasione di importanti appuntamenti, come sarà l’Expo di Milano o altri eventi nelle principali città europee. Pare abbia già concordato una visita il Presidente degli Stati Uniti, Barak Obama. Il sito appartiene al Ministero della Cultura, la manutenzione viene fatta dal comune di Antalya; va considerato che molte delle infrastrutture realizzate, come il centro congressi, il lago, la torre, resteranno anche dopo l’Expo. Il costo totale è di 1,3 miliardi di lire turche, circa 460 milioni di euro. La manifestazione è considerata un evento promozionale, quindi il rientro dei costi non è una priorità: per questo il prezzo del biglietto, che non è stato ancora fissato, dovrebbe essere poco più che simbolico. Oltre ai biglietti, gli organizzatori avranno incassi che verranno da souvenir, ristoranti, sponsor.

Le visite alle aziende La zona di Sakarya è diventata la più importante in Turchia per la produzione delle piante da esterno grazie al


suo clima, che non è mai troppo freddo o troppo caldo anche grazie all’azione di mitigazione delle temperature che svolge un grande lago (Sapanca Golu), alle buone caratteristiche del terreno e alla posizione ‘strategica’ sull’autostrada tra Istanbul e Ankara. Nel 2006, un politico locale, aveva intuito le possibilità del vivaismo nella zona e un vasto terreno demaniale, di circa 300 ettari, fino ad allora dedicato alla barbabietola da zucchero, è stato suddiviso in sette lotti. Ci sono ancora molti piccoli produttori, soprattutto attorno al lago. Le tre aziende che abbiamo visitato erano tutte vicine l’una all’altre, con caratteristiche di produzione abbastanza simili ma anche con alcune scelte produttive che le diversificavano tra loro. Arifiye Fidancilik è una delle più grandi aziende della Turchia, con in coltivazione circa 200 ettari in tre unità pro-

duttive, a Sakarya, Pamukova e Yazlik. Era stata fondata nel 1989 dall’attuale proprietario, Erol Kaya per la produzione di fiori recisi su soli 300 mq. A Sakarya ci sono diverse unità, una delle quali, dove confluiscono le piante provenienti dalle diverse sedi di produzione, fa anche da ‘Show Room’ per l’azienda. Qui arrivano i clienti per le loro ordinazioni: il 50% della produzione è venduta in Turchia, l’altro 50% all’estero. Una delle specialità di Arifiye è costituita dalle conifere, prodotte a Pamukova. Si produce in piena terra fino a una certa dimensione, poi si passa al contenitore. A differenza di altri produttori, l’azienda non ha una sua ditta di progettazione e realizzazione di parchi e giardini, ma si concentra solo sulla produzione. Per completare l’assortimento, soprattutto con piante grandi, si importa dall’Europa. Si avvale di 100 dipendenti fissi, che

Sule Yüksel Varol e Nayim Gonultas (Prestij Fidancilik) Le alberature di Prestij Fidancilik.

possono arrivare a 160 in piena stagione. Adaplant era stata fondata come joint venture, grazie anche a un programma del governo olandese per la costituzione di partnership, tra un vivaista di Boskoop, Ton van den Oever e i coniugi Yasin e Nesrin Otuzoğlu, già titolari dell’azienda di paesaggismo Karaoglu Peyzai ad Ankara, che hanno poi rilevato la completa proprietà. A Sakarya hanno 25 ettari, in cui coltivano un vasto assortimento di alberature (80%) e arbusti (20%), partendo da astoni prodotti da altri produttori più piccoli. A differenza della maggior parte dei produttori, Adaplant si rivolge quasi esclusivamente al mercato interno e uno dei problemi principali cui si trova di fronte è quello di far capire ai clienti, paesaggisti ed enti pubblici, che da loro possono acquistare un prodotto turco della stessa qualità di quello europeo. Finora l’azienda produceva piante fino a un diametro di 25-30 cm, ma ora è stata presa la decisione di non vendere le piante di maggiori dimensioni per preparare il futuro. Un’altra differenza rispetto ai vicini è la quasi completa assenza di conifere nell’assortimento. Nell’unità di Sakarya lavorano 22 persone. Prestij Fidancilik intende posizionarsi nel segmento più alto del mercato turco tanto nell’assortimento quanto nella qualità. È stata fondata nel 2005 su un’area di 17,5 ettari, raddoppiata ora a occupare 35 ettari, di cui 29 sono dedicati alla produzione e 6 a ‘show room’ e uffici. Produce sia latifoglie sia conifere in un ‘range’ piuttosto ampio, sia come specie sia come misure, anche se senza novità eclatanti, soprattutto alberature ma anche arbusti. Una notevole attenzione è data alle frequenti potature di formazione, in continuo affinamento grazie alla sempre maggiore esperienza degli addetti. L’azienda dispone anche di una divisione interna per progettazione, paesaggismo, realizzazione di giardini e di sistemi di irrigazione e drenaggio. ■ Pag. 33 • Lineaverde Ottobre 2015


> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

Trent’anni in Lineaverde Un ricordo sulle tappe fondamentali ed i contenuti della rubrica in 30 anni di presenza in questa testata.

di Biagio Guccione guccione@paesaggio2000.it

Docente di architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Firenze

1. Ponte Giulio Valle del Paglia (Orvieto) 2. Parco di Tejo e Trancão a Lisbona. 3. Londra.Thames Barrier garden.

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ell’ottobre del 1985 su questa rivista veniva inaugurata la rubrica ‘Architettura del Paesaggio‘ con la pubblicazione del primo articolo a mia firma. Sono passati 30 anni. Da allora ad oggi ho scritto 303 articoli. La mia presenza è stata costante e ininterrotta. In questi anni ho cercato di segnalare ai lettori di Linea Verde tutto quello che accadeva nel mondo della paesaggistica e che mi sembrava degno di nota. Certamente non sono stato obiettivo, ma decisamente partigiano. Il mio punto di vista è stato uno ed uno solo, quello dell’Architettura del Paesaggio come viene insegnata e praticata dai paesaggisti che fanno riferimento all’IFLA (International Federation of Landscape Architects), quella per intenderci che affonda le sue origini nell’opera di Olmsted, passa per l’insegnamento di Geddes, ed arriva alle indicazioni chiare e nette definite dall’Associazione internazionale dei paesaggisti di tutto il mondo fondata da Jellicoe nel 1948. Oggi molti, anche non paesag-

gisti, si occupano di paesaggistica, con competenza ed intelligenza, ma personalmente rimango legato ai principi di base che i vecchi maestri di tutto il mondo mi hanno insegnato, e che spesso qui ho ribadito, sottolineato ed evidenziato. Quando iniziai questa avventura, che con il senno di poi posso definire una sorta di Diario o meglio di Appunti della mia attività scientifica e professionale, ero un giovane di belle speranze, carico di ambizioni e di sogni. Come accade in questi casi oggi è arrivato il tempo dei bilanci. Credo che i quattro amici che mi seguono abbiano capito che tendo ad esser ottimista. Sono stanco di sentire che tutto va male in Italia, che negli altri paesi fanno tutto meglio, sinceramente non è vero e non è così. Certamente abbiamo ancora tanta strada da fare, ma qualche tratto l’abbiamo percorso. Ovviamente parlo solo del mio settore disciplinare, non sono un tuttologo, sono semplicemente un esperto di Architettura del Paesaggio, come dico 2


Il paesaggista visto da Oneto (da Ladro di paesaggi).

Sei S’agarò Garden (F. Caruncho).

scherzando ai miei studenti: “Fidatevi di me, dopo 43 anni che mi occupo di paesaggistica, qualcosa ci capisco!”. Per scrivere questo pezzo ho dato una scorsa ai miei vecchi articoli e mi accorgo di quanto sia cambiata l’Italia nel nostro campo. Ed in meglio. Il secondo articolo che scrissi nel novembre 1985 era intitolato: L'insegnamento dell'Architettura del Paesaggio. L'esempio britannico(1). Si trattava del report degli esiti di una ricerca che Lorenzo Vallerini ed io avevamo condotto in Gran Breta-

gna, con il preciso obbiettivo di far nascere un Corso di laurea in Architettura del Paesaggio in Italia. Ora, a distanza di 30 anni, insegno in un Corso di laurea magistrale in Architettura del Paesaggio del quale sono attualmente il Presidente, e corsi analoghi sono attivi a Genova, Roma ed altre sedi ancora. Certo, se vogliamo esser pessimisti, posso dire che i docenti di Architettura del Paesaggio nel nostro paese sono solo 32: pochi, ce ne vorrebbero almeno il triplo. Mi ricordo che agli inizi facevo tanta

fatica a trovare realizzazioni di opere di paesaggistica italiane di qualità. Allora l’escamotage che adottavo era quello di pubblicare opere realizzate all’estero e qualche progetto italiano che difficilmente si realizzava, o qualche giardino privato che i pochi paesaggisti che facevano questo mestiere a tempo pieno mi proponevano. Oggi la realtà è diversa e credo che Paolo Villa e Letizia Monti abbiano fatto tanta fatica a selezionare i 300 progetti dei soci AIAPP pubblicati nel bel volume ARCHI-

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> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

1 TETTURA DEL PAESAGGIO in ITALIA(2), e vi posso garantire che molti, anzi moltissimi, sono rimasti fuori! In questi trent’anni ho cercato di esser un osservatore attento verso tutti i fenomeni principali che interessavano i paesaggisti, cercavo di informare i colleghi, i direttori servizi giardini ed i vivaisti ai quali principalmente è rivolta questa rivista. Sono rimasto folgorato per anni dalle belle Mostre di giardinaggio che si svolgevano in molti paesi europei soprattutto in Germania, un’esperienza che oramai si è indebolita molto e forse è stato un bene non averle fatte in Italia. Ma per anni è stata una fonte inesauribile di inse-

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2 gnamento a 360 gradi: molti dei miei studenti hanno imparato tanto da queste esperienze ed io stesso ne ho tratto grandi insegnamenti. Ho parlato spesso dei Business park, esperienza limitata alle aree industriali ma molto importante, che con convinzione tuttora suggerisco a tutti i colleghi che hanno da redigere un piano strutturale. Io stesso sono riuscito ad inserirli nei due piani regolatori ai quali ho partecipato. Ho intervistato e descritto l’opera di tanti grandi maestri. Una sorta di personale ossessione. Andrò in pensione analizzando ancora l’opera ed il pensiero di questi personaggi, semplicemente perché non esistono

professioni o settori disciplinari in astratto, esistono uomini e donne, persone con le loro idee e con le loro realizzazioni ed è questo che configura un ambito scientifico o un’attività. E forse per questo la paesaggistica è stata sempre molto debole. Pochi, troppo pochi i grandi maestri. Spesso mi sono soffermato a segnalare libri e pubblicazioni, un modo per approfondire meglio le idee, le metodologie, la tecnica, cioè quello che qui suggerivo con eccessiva semplificazione o, scusatemi, talvolta forse anche con disinvolta superficialità. Mi sono soffermato spesso a riportare i dibattiti in essere, segnalando

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3 Convegni, Seminari e Congressi, momenti privilegiati per il confronto di idee e di realizzazioni. A tale proposito il Congresso dell’IFLA che il nostro paese ospiterà a Torino nell’aprile del 2016, troverà il nostro paese radicalmente cambiato rispetto a venti anni fa, quando si tenne il Congresso IFLA a Firenze, una sede che ben richiamava il nostro nobile passato e le prospettive di sviluppo per il futuro della nostra professione. “Torino 2016” sancirà la fine della fase pioneristica della paesaggistica in Italia, per aprirci al mondo con un bagaglio di esperienze acquisite, di conoscenze sedimentate e di sapere diffuso nel nostro settore, ma anche

di problemi da risolvere attraverso una nuova generazione di paesaggisti formatisi non più da autodidatti, come noi siamo stati, ma in regolari scuole (Master, Dottorati e Corsi di laurea) e che hanno avuto la fortuna di utilizzare testi scientifici densi di saperi e di procedure sperimentate. Per quanto riguarda il sottoscritto, penso di essere rimasto il solo a tenere ancora, dopo tre decenni, una rubrica del genere e la domanda sorge spontanea: “E’ ancora utile?” ■ Gli esiti di quella ricerca furono pubblicati in un libretto: Biagio Guccione e Lorenzo Vallerini, “L'insegnamento dell'architettura del Pae-

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saggio in Gran Bretagna“ CapponiAlinea, Firenze 1990; (2) Paolo Villa e Letizia Monti (a cura di), Architettura del Paesaggio in Italia, Logos, Modena 2011. 1. Paesaggio della Lunigiana. 2. L'Etna vista dai Monti Iblei (P. Iacono). 3. Il giardino di Napoleone ai Mulini (da I Giardini dell'Elba di Cunico e Muscari). 4. Il Giardino di Het Loo (Olanda). 5. BUGA Dusseldorf 1987. 6. Bilbao, Fiume Nervo.

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Lineaverde News OTTOBRE 2015

Fiere

5.000 operatori a Flora Trade Show Il 25 settembre 2015 si è conclusa con 4.793 visitatori la prima edizione di Flora Trade Show, il nuovo evento di Rimini Fiera dedicato al mondo del florovivaismo e del paesaggio. Un appuntamento che, per la prima volta in Italia, ha visto riunirsi in un unico market place, dal 23 al 25 settembre, l’intera filiera agricola, grazie alla contemporaneità con MacFrut, evento leader nell’ortofrutta, organizzato da Cesena Fiera. L’evento si è caratterizzato per la sua spiccata vocazione internazionale grazie alla presenza di buyer provenienti dai più interessanti paesi legati al comparto, come Turchia, Romania, Bulgaria, Montenegro, Serbia, Slovenia, Repubblica Ceca, Polonia, Belgio e Croazia. Oltre 600 gli incontri d’affari che gli operatori esteri avevano programmato prima della fiera, attraverso la piattaforma digitale di Rimini Fiera. Tanti sono stati gli eventi dedicati ai professionisti: a partire dal convegno di apertura sul tema della tutela dell’ambiente e del paesaggio con la partecipazione di Confagricoltura, CIA, ANVE, per proseguire con il workshop internazionale “New Gardens for the City Life” - Dal giardino al paesaggio - dedicato a paesaggisti e agronomi, ai convegni più tecnici specifici per le aziende produttrici, fino ai momenti dedicati ai garden center e ai fioristi. Per Flora Trade Show Rimini Fiera ha attivato un’area espositiva di circa 10.000 metri quadri, con circa un centinaio di aziende (in aggiunta ai 33mila mq dedicati al concomitante MacFrut), un intero padiglione adibito a Giardino all'Italiana, grazie alla collaborazione dello Studio Grassi Design, rendendo così possibile la creazioTrade Show ne di un nuovo format espositivo dove far incontrare aziende, prodotti, paesaggisti e buyer secondo logiche accattivanti (come il parco giochi naturale o il parco delle ceramiche). Flora Trade Show è stata scelta non solo da importanti aziende individuali quali Pagano Piante, Cantatore Michele, Floramiata e così via, e dai principali gruppi di produzione florovivaistica (aziende del Distretto Florovivaistico Alto Lombardo, Flormercati, Flor-Coop Lago Maggiore, Florbusiness, Florveneto e del Distretto Vivaistico PlantaRegina) che hanno eletto la manifestazione a vetrina perfetta e d’avanguardia per presentare la propria produzione, ma anche da grandi collettive estere come quella dei floricoltori del Kenya, le aziende olandesi rappresentate da Tecnoloanda e Barendsen. Inoltre, proprio a Rimini Fiera sono venute a riunirsi le principali eccellenze regionali di settore del nostro paese, a partire dalla Puglia, terra principe delle coltivazioni mediterranee che, col Distretto Florovivaistico Pugliese, ha portato a Flora Trade Show un importante dibattito, quello sulla Xylella fastidiosa, una malattia che colpisce gli ulivi e per la quale la Puglia è all’avanguardia nella cura e nei controlli. Flora Trade Show dà appuntamento per la sua seconda edizione a settembre 2016. www.floratrade.it ■

FLORA

2015

Mercato

Export vivaismo pistoiese: -0,7% nel II trimestre 2015 La flessione del settore florovivaistico pistoiese rilevata nel secondo trimestre del 2015 dal rapporto sui distretti della Toscana di Banca Cr Firenze è di -0,7 per cento. Il dato è negativo, ma la curva non segna una discesa così ripida. Meno di un punto percentuale, dunque, per un settore che già proviene da un anno, il 2014, in cui si è registrata una sensibile emorragia di lavoratori e di ordini rispetto al passato. ■ Pag. 38 • Lineaverde Ottobre 2015


Formazione

Concorsi

Tetti verdi in ambiente mediterraneo alla Fondazione Minoprio

Entente Florale Europe: vince Merano

Il progetto LifeMedGreenRoof vuole promuovere la diffusione dei tetti verdi. A tal proposito organizza il seminario dal titolo "I tetti verdi nell’ambiente mediterraneo" che si terrà giovedì 12 novembre 2015 alle ore 9.00 presso Villa Raimondi, Fondazione Minoprio in Viale Raimondi, 54 a Vertemate con Minoprio (CO). Questo seminario di un giorno analizzerà vari aspetti dei tetti verdi e divulgherà i risultati iniziali del progetto Life+, evidenziando le possibilità di sviluppo all’interno del settore florovivaistico e della pianificazione urbana. Esperti e relatori qualificati in campo internazionale presenteranno approfondimenti e risultati sugli aspetti ambientali, climatici, idraulici e sulla percezione del pubblico di questa tecnologia ancora poco compresa, ma che ha un grande potenziale di sviluppo. La partecipazione al convegno è gratuita. Per motivi organizzativi è richiesta la registrazione preventiva dei partecipanti. Scheda d'iscrizione e programma dettagliato sono reperibili al seguente link: fodaflombardia.conaf.it ■

Continua con successo la sensibilizzazione e la promozione del florovivaismo in Italia con la vittoria delle due candidate italiane al concorso Entente Florale Europe 2015. Merano (Bolzano) e La Magdeleine (Aosta), città più fiorite d’Europa, sono state premiate rispettivamente con la medaglia d’oro e di bronzo venerdì 18 settembre a Bristol in Gran Bretagna. Ogni anno villaggi (sotto i 4.000 abitanti) e città (oltre 4.000 abitanti) vengono visitati e valutati da una giuria di esperti provenienti dagli 11 stati che aderiscono all’Association Européene pour le Fleurissement et le Paysage (AEFP). Per l’Italia la partecipazione è curata dall’ Associazione Produttori Florovivaisti Italiani (AsProFlor), membro ufficiale dell’AEFP, che organizza il concorso Comuni Fioriti. Dalla prima edizione del 2006 è stato un crescendo di successi con sei medaglie d’oro vinte in 10 anni di concorso: Limone Piemonte (Cuneo) nel 2007, Cervia (Ravenna) nel 2008, Pré Saint Didier (Aosta) nel 2009, Grado (Gorizia) nel 2011, Etroubles (Aosta) nel 2013 e Merano (Bolzano) nel 2015. www.entente-florale.eu ■

Formazione

Pistoia Nursery Campus: nuovo progetto del vivaio Vannucci L’1 ottobre 2015 si è tenuta l’inaugurazione ufficiale del Pistoia Nursery Campus, il primo parco vivaistico d'Europa con sede a Pistoia dedicato ad un progetto formativo. Il campus si identifica come un ambiente innovativo dove professionisti del settore del vivaismo e giovani con potenziale possono accrescere le proprie competenze grazie ad un metodo di insegnamento olistico. Oltre alla lezione e all’esercitazione individuale si sfruttano il lavoro di gruppo e la condivisione per un apprendimento collaborativo esauriente. Già dal 2 ottobre sono iniziati i primi corsi di formazione, mentre i master partiranno da gennaio 2016. ■ www.nurserycampus.it

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Lineaverde News Promozione

Presentato a expo il nuovo marchio di qualità VivaiFiori Un marchio privato, sviluppato grazie ad un progetto pilota finanziato dal Ministero per le Politiche Agricole e attuato dall’Ismea, con lo scopo di identificare la produzione florovivaistica sostenibile italiana attraverso la certificazione di un ente terzo del processo produttivo. Una carta in più da giocare per il florovivaismo italiano sui mercati internazionali – commenta il vicepresidente di VivaiFiori Marco Cappellini – perché garantisce la qualità e la sostenibilità delle nostre produzioni”. Si è tenuta il 19 ottobre presso la sala lounge del Ministero delle Politiche Agricole Alimentare e Forestali a Milano Expo la conferenza stampa di presentazione della nuova costituita Associazione Nazionale di tutela del Marchio VivaiFiori. “Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta dal Ministero delle Politiche Agricole – ha detto il Vice Presidente Marco Cappellini – per rilanciare l’attività di un settore. Anche in Italia esiste ora un marchio ufficiale, registrato e, tramite le organizzazione florovivaistiche che già aderiscono e che aderiranno all’Associazione di Tutela del Marchio VivaiFiori, di proprietà delle stesse aziende florovivaistiche. Un forte impulso al raggiungimento di questo importante traguardo è stato dato dall’Anve che ha svolto un ruolo di cerniera tra il Ministero e le numerose organizzazioni florovivaistiche”. L’Associazione Nazionale di Tutela del Marchio VivaiFiori è stata composta dalle seguenti nove organizzazioni florovivaistiche dei produttori e del settore: di livello nazionale ci sono l’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori e l’Associazione Nazionale Piante e Fiori d’Italia; mentre di livello regionale e locale si trovano il Consorzio Campano de Florovivaismo Srl, la Cooperativa Floricoltori Riviera dei Fiori, il Distretto Florovivaistico Alto Lombardo, Fiori Tipici del Lago Maggiore, Associazione Florovivaisti Florveneto e Associazione Milazzoflora. Inoltre, hanno contribuito fattivamente alla stesura del Regolamento e del Disciplinare tutti i componenti del Tavolo di Filiera nazionale del Florovivaismo e le stesse Organizzazioni di categoria nazionali. La costituita associazione è dunque proprietaria del marchio, del Disciplinare di certificazione e del Regolamento di utilizzo del marchio e si pone, tra le sue finalità, quelle di riunire, rappresentare, assistere e tutelare a livello nazionale ed internazionale gli imprenditori agricoli florovivaisti che adottano il Disciplinare e utilizzano il Marchio, assicurare i rapporti con l’Ente di certificazione, promuovere il Marchio e le aziende aderenti, assicurare ogni possibile assistenza al fine di stimolare l’adesione, fornire servizi informativi e di consulenza ai soci sugli aspetti legati al Disciplinare e sulle opportunità derivanti. Due aspetti di rilievo per gli utenti finali, ovvero i florovivaisti, la praticabilità del Disciplinare e l’economicità per la partecipazione: infatti, il Disciplinare è stato elaborato per renderlo paragonabile alle performance di altri sistemi di certificazione di processo mantenendo altresì i requisiti ad un livello accessibile da gran parte delle aziende italiane; sul lato dei costi invece, il calcolo per l’accesso e per la certificazione è stabilito sulla radice quadrata dei partecipanti di una organizzazione florovivaistica rendendolo dunque altamente competitivo. ■

Attualità

Chiude la Tesi Ubaldo, 49 posti di lavoro persi Chiude la Tesi Ubaldo & Figli, uno dei 5 vivai più importanti della provincia di Pistoia. L’azienda, giunta alla quarta generazione, è stata la prima a esportare in Francia insieme al vivaio Baldacci, poi nel dal 2008 la crisi. Nonostante il crollo delle vendite i tre titolari (le sorelle Barbara e Doris e il cugino Riccardo, che avevano rilevato l’azienda da Giovanni e Rolando Tesi) hanno mantenuto l’organico a pieno regime, nessun licenziamento. Tutto questo mentre il fatturato passava dai 13 milioni del 2008 ai 7 dello scorso anno. Di questi circa 1,8 milioni, tutti gli anni, sono stati garantiti per il pagamento delle maestranze. Le banche hanno “chiuso i rubinetti” e perciò sono venute a mancare le risorse necessarie alle attività di cura e di conservazione delle piante. ■ Pag. 40 • Lineaverde Ottobre 2015


Ricerca

Zephyr: tecnologia impatto zero per rispondere alla sfida zero fame nel mondo E’ stato presentato ufficialmente al pubblico il 21 ottobre scorso, presso il Palazzo della Regione Lombardia a Milano. Il progetto di ricerca Zephyr, a cui hanno collaborato 14 partners internazionali e 4 università, ha sviluppato una camera di crescita per piante forestali in un ambiente controllato e sostenibile (Impatto zero), particolarmente indicata per le specie in pericolo di estinzione e per quelle ad alto valore commerciale, come ad esempio le piante medicinali e quelle nutraceutiche. La germinazione di un seme di pianta forestale richiede condizioni molto specifiche: garantirle aiuta a preservare la biodiversità, in quanto le piante prodotte per talea sono essenzialmente dei cloni. Il nuovo sistema comprende dieci file di vassoi in continua rotazione sotto tre file di lampade led, un braccio robotico dotato di una stereocamera e micro-sensori wireless che mantengono sotto controllo le piante, permettendo il monitoraggio in remoto. Le piante sono coltivate in singoli alloggiamenti contenenti la quantità ottimale di substrato, e invece delle 10 lampade richieste dai sistemi simili, ne ha solo 3, alimentate da pannelli solari e con spettri luminosi appositamente studiati per diverse specie, così come i protocolli di crescita specifici. Il sistema quindi produce piantine forestali di elevata qualità, con radici più robuste che consentiranno un maggiore tasso di sopravvivenza nell’ambiente forestale dove verranno trapiantate. Il sistema richiede molto meno acqua, suolo, energia e spazio, oltre ad evitare l’uso di fertilizzanti. ■

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Lineaverde News Fiere

I giardini di Myplant & Garden, bando per concorso creativo riservato ai progettisti del verde Fondazione Minoprio, Myplant & Garden, AIAPP (Associazione Italiana Architettura del Paesaggio) e l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Milano, con la partecipazione del Politecnico di Milano, indicono un concorso creativo per progettisti e operatori che lavorano nel settore della progettazione e conservazione dei giardini e del paesaggio. Il tema del concorso è “Il giardino-patio”. Il concorso è aperto a progettisti del verde (architetti, agronomi, paesaggisti, garden designer, vivaisti, artisti), in forma singola o associata, per la realizzazione di un progetto riguardante il tema del concorso. Tra i progetti presentati, i 4 ritenuti migliori da un’apposita commissione istituita per il concorso saranno realizzati a cura dei progettisti all’interno di Myplant & Garden, che si svolgerà dal 24 al 26 febbraio 2016 presso Rho Fiera Milano. I soggetti selezionati avranno l’obbligo di realizzare il giardino nel rispetto del progetto presentato, delle norme tecniche e di sicurezza previste dalla manifestazione Myplant & Garden e delle eventuali modifiche al progetto che verranno concordate con la Commissione Selezionatrice. Iscrizione entro l’8 novembre 2015, invio elaborati entro l’8 dicembre 2015. http://myplantgarden.com/it/concorso/ ■

Attualità IMPORT IMPORTAZIONE RT TAZIONE COL TV TIV VAZIONE AZIONE AZ ONE E IN N VASO VASO O COLTIVAZIONE COL LTIV VAZIONE AZ ONE IN CAMPO CAM MPO O COLTIVAZIONE

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Via Irap e Imu sui terreni per imprese agricole Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che, con l’approvazione della Legge di Stabilità 2016, sono state introdotte importanti misure per il comparto agricolo per un totale di oltre 800 milioni di euro. “Abbiamo lavorato per tutelare il reddito delle imprese con sostegni concreti e immediati a partire dall'eliminazione dell'Irap e dell'Imu sui terreni. Meno tasse e più semplificazione e investimenti per sostenere un settore strategico anche per la lotta alla disoccupazione. Le misure messe a punto ci consentono di investire oltre 800 milioni di euro, segnando così una delle azioni più forti che si siano mai fatte negli anni a sostegno del settore primario”, ha affermato il ministro Maurizio Martina. Tutelare il reddito degli agricoltori e favorire il rilancio immediato degli investimenti: sono questi gli obiettivi del taglio delle tasse sui fattori produttivi con la cancellazione di Irap e Imu sui terreni. 600 milioni di euro che potranno essere così utilizzati dalle aziende per aumentare la competitività, creare occupazione e affrontare con più forza la sfida dei mercati anche internazionali. Altri stanziamenti legati all'agricoltura sono: 140 milioni per assicurazioni contro calamità; 45 milioni per rinnovo macchine agricole; 32 milioni per aumento compensazione iva. Inoltre è stata programmata una razionalizzazione degli enti con l'accorpamento di Isa e Sgfa in Ismea. ■


Convegni

Verde, nutrimento per il pianeta, disponibili gli atti Assofloro Lombardia, in seguito al grande successo del convegno tenutosi il 29 settembre a Milano: "Il verde come nutrimento per il pianeta. Scienza e professioni insieme per una nuova consapevolezza del ruolo della filiera florovivaistica nel vivere quotidiano", mette a disposizione gli interventi dei relatori e dei partecipanti al tavolo di discussione. Assofloro Lombardia, ricordiamo è l’organismo di categoria dei florovivaisti della Lombardia e rappresenta le seguenti Associazioni Provinciali: Associazione Florovivaisti Bresciani, Associazione Florovivaisti Milano-Lodi-Monza Brianza, Associazione Florovivaisti Varese e Associazione Florovivaisti Bergamo. Gli argomenti trattati vivibilità delle nostre città, riqualificazione urbana e ambientale, pareti verticali, nuove architetture green, smart city, polveri sottili e alberature - hanno sollevato l'interesse non solo degli addetti ai lavori (architetti, paesaggisti, progettisti, ingegneri agronomi e agrari) ma di un'ampia fetta di pubblico. La Lombardia, con il 10% della produzione vivaistica nazionale, si colloca al 2°posto a livello nazionale, dietro solo alla Toscana (45%). A livello occupazionale, sempre in Lombardia i dipendenti fissi superano, per incidenza sul totale agricoltura (pari al 28% per 5.500 dipendenti), la quota degli allevamenti da latte (4.600 unità, pari al 23%) da sempre ritenuto il serbatoio occupazionale più importante. Nel settore operano circa 5mila imprese che danno lavoro a più di 15mila persone generando un volume d'affari di 215 milioni di euro. Il comparto floricolo e vivaistico ha di fatto un valore occupazionale molto elevato: per lavorare 100 ettari di vivaio sono necessarie 20/25 persone, dieci volte di più rispetto a quelle impiegate per la stessa superficie nel seminativo classico. Gli atti del convegno e i video della giornata su: www.assoflorolombardia.com ■

Fiere

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Lineaverde News Eventi

Dall'Inghilterra alla Sicilia: il Radicepura Garden Festival del 2017 Ispirandosi al più rinomato Chelsea Fringe, il festival alternativo sul gardening ideato dal direttore del Garden Museum Christopher Woodward, l'imprenditore catanese Mario Faro ne ha immaginato una versione tutta mediterranea che vedrà la luce nel 2017: il Radicepura Garden Festival. L'impegno di quest'anno e mezzo sarà rivolto alla costruzione di un festival sulla cultura del verde e del paesaggio nel Mediterraneo, territorio noto nel mondo per le sue eccellenze e peculiarità. Saranno proprio queste le vere protagoniste dell'evento che le raccoglierà ed esporrà nel macro contenitore del Radicepura Garden Festival, non una semplice mostra di giardini mediterranei ma un hub che unisce cittadini, turisti, appassionati e curiosi. Un polo d'attrazione in cui condividere esperienze, passioni e interessi che vadano dal giardinaggio, all'architettura di esterni, fino alla natura e alla cultura tout court. Allo stesso tempo il Radicepura Garden Festival ed in particolare i nuovi giardini del parco botanico in costruzione costituiranno un luogo che celebri la bellezza della natura e la necessità di un percorso sostenibile per le città. Volendo ipotizzare un possibile esito del festival siciliano del 2017 potremmo confrontare la città di Catania con Cardiff, che con il suo Flower Show riesce a richiamare circa 55.000 visitatori in soli cinque giorni. La città del Galles ha caratteristiche territoriali e infrastrutturali, nonché percentuali di afflusso turistico molto simili alla nostra città. Per cui non sembra affatto azzardato immaginare che il Radicepura Garden Festival possa coinvolgere un numero pari di visitatori. Ciò dipenderà chiaramente dal lavoro di quest'anno e mezzo. Quello che risulta essere già un successo non solo per l'imprenditore Mario Faro e Radicepura, ma per Catania e la Sicilia è l'audacia nel realizzare un festival che trae, sì, ispirazione da una tipologia di evento già assodata nel resto d'Europa, ma che vuole avere una connotazione e un'identità ben precisa, che potremmo definire con una singola parola: mediterranea. ■

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Mostre mercato

Ponte dell’Immacolata “green” a Verbania Il Ponte dell’Immacolata del 5/8 dicembre si tinge di verde a Verbania, città dagli incantevoli panorami sul Lago Maggiore e dallo straordinario patrimonio di giardini storici. In una stagione in cui le proposte turistiche, per tradizione, ruotano intorno all’apertura delle piste da sci e ai mercatini natalizi, “Verbania - Città dei Giardini” strizza l’occhio agli appassionati di fiori con la XII Mostra della Camelia Invernale e la I edizione di “Giardini d’Inverno”. Ricco il programma degli appuntamenti in programma a Villa Giulia. Coinvolgenti saranno le testimonianze di chi progetta, crea e studia il giardino in inverno come Marco Bay architetto del paesaggio che “disegna con gli alberi”; Umberto Cammarano appassionato di winter garden che svelerà segreti e consigli su come creare un giardino d’inverno; Marco Devecchi che illustrerà quali essenze usare in un giardino d’inverno grazie all’esperienza di docente di Orticoltura e Floricoltura al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino (gli incontri con Marco Bay, Massimo Semola e Marco Devecchi e le visite nei giardini daranno la possibilità di avere Crediti Formativi rispettivamente ad architetti e agronomi). Di storie ed esperienze tra piante, ed in particolare ellebori, si parlerà con Susanna Tavallini e arch. Massimo Semola durante l’incontro, promosso da LetterAltura Lago Maggiore. Tra i relatori illustri anche il senatore Gianluca Susta che tratterà del disegno di legge sugli sgravi fiscali per le ristrutturazioni di parchi e giardini. A Villa Giulia saranno di scena anche le nuove tendenze nel mondo del giardino con il noto architetto del paesaggio Massimo Semola che intratterrà il pubblico con un intervento su “Land Art e Arte Ambientale” ovvero artisti che utilizzano elementi e ambienti della natura per realizzare le loro opere. Ma piante e giardini non saranno solo raccontati. Dal 5 all’8 dicembre è prevista l’apertura straordinaria per visite guidate gratuite a numero chiuso di giardini chiusi al pubblico in inverno e tour in motoscafo (€10) per scoprire i giardini storici che si affacciano sulle rive di Verbania e dintorni. Da non perdere le visite guidate alla scoperta di alcuni giardini privati come Villa Rusconi Clerici a Verbania www.villarusconiclerici.it, Villa Anelli www.villa-anelli.it a Oggebbio (campo-catalogo del fondatore della Società Italiana della Camelia) e a S. Cristina di Borgomanero il Giardino degli Hamamelis di Umberto Cammarano. Gli accompagnatori saranno rispettivamente Valeria Sibilia presidente Verbania Garden Club, Andrea Corneo presidente Società Italiana della Camelia e Umberto Cammarano. www.lagomaggiorefiori.it ■


Ricerca

Gli alberi sulla Terra sono 3.000 miliardi La distribuzione globale degli alberi sulla Terra è una questione fondamentale per comprendere la biosfera, per questo il risultato ottenuto dal censimento apparso sulla rivista Nature è apparso sorprendente. Un team di ricercatori coordinati dal dipartimento di studi ambientali di Yale, negli Stati Uniti, ha effettuato uno studio approfondito con dati che non provenivano esclusivamente dalle immagini satellitari. E questa è la grande novità: la mappa dell’estensione delle foreste su scala globale è stata aggiornata e migliorata grazie ai dati forniti dalle misure effettuate in 50 Paesi. Grazie alla combinazione dei dati forniti dai satelliti, dalle banche dati forestali e delle ricerche sul campo verificate a livello del suolo, è stato scoperto che a ogni abitante sono associati ben 422 alberi per un totale di piú di 3,04 mila miliardi di alberi sulla Terra. Non solo. È emerso che la maggiore concentrazione di alberi, pari a circa 1,39 mila miliardi, è situata nelle foreste tropicali e subtropicali, seguita da 740 miliardi nelle regioni boreali e 610 miliardi nelle zone temperate. I dati non rivelano una situazione pienamente positiva: gli effetti dell’uomo sul polmone verde della Terra dall’inizio della civilizzazione sono rovinosi. Oltre 15 miliardi di alberi vengono tagliati ogni anno per una perdita stimata del 46% della vegetazione globale. ■

Fiere

Hortivation: un nuovo concept lanciato da IPM Essen IPM Essen, fiera leader mondiale nel settore del giardinaggio, ha annunciato che dal 13 al 15 giugno 2016 al Kalkar Exhibition Centre, in Germania, si terrà la prima edizione di Hortivation, nuova fiera per il settore del verde, in parallelo con Flower Trials. Un nuovo formato che mostrerà come anche l’industria del verde sia influenzata dalle principali tendenze sociali quali comunicazione, moda, cucina e stile di vita e come possa allargare il proprio campo d’azione immettendo sul mercato prodotti attenti alle esigenze dei consumatori del futuro. I partner della nuova fiera saranno Rhineland State Horticultural Association, WestphaliaLippe State Horticultural Association e BGI - Association of the German Flower Wholesale and Import Trade. www.hortivation.de ■


Lineaverde News Attualità

Dichiarazione dell’ENA sulla salute delle piante italiane Riceviamo e pubblichiamo integralmente una importante dichiarazione dell’ENA (European Nurserystock Association, l'associazione europea dei florovivaisti) riguardo alla Xylella fastidiosa. ENA sostiene i forti provvedimenti adottati dalla Commissione Europea per impedire l’importazione di piante infette negli stati europei e desidera raccomandare agli stati non facenti parte dell’Unione Europea di adottarli a loro volta. ENA inoltre esorta l’Unione Europea a prendere qualsiasi legittimo e adeguato provvedimento per evitare la propagazione di questa malattia; al tempo stesso, ENA è contraria a qualsiasi ulteriore misura applicata dagli stati membri per impedire la libera circolazione delle merci nell’UE senza solide prove scientifiche. ENA sta anche seguendo con grande apprensione la diffusione di altre infestazioni e malattie in diversi paesi: i polifagi di molte specie di piante ornamentali Anoplophora glabripennis e Anoplophora chinensis, la malattia da fungo Hymenoscyphus pseudoalbidus (Chalara fraxinea) che colpisce il Fraxinus, la nuova malattia da fungo Phytophthora lateralis del Chamaecyparis,la minaccia del minatore smeraldino dei frassini Agrilus planipennis, i batteri Erwinia amylovora nelle nuove nazioni e regioni europee, e la malattia da fungo Cryphonectria parasitica del Castanea sativa. Poiché la diffusione delle malattie da quarantena rappresenta un grosso rischio e pericolo sia per l’ambiente che per l’agricoltura in tutti i paesi europei, ENA chiede all’Unione Europea consistenti finanziamenti che permetteranno di: 1 - reagire prontamente alle prime individuazioni, anche risarcendo i proprietari nel caso si dovesse procedere allo sradicamento; 2 - avviare o perfezionare progetti di ricerca e sviluppo per prevenire e combattere le suddette infestazioni e malattie. Siamo convinti che i vivaisti europei stiano lavorando con alti standard fitosanitari e secondo le normative, tuttavia vorremmo fare presente che c’è sempre meno disponibilità di fitofarmaci in commercio e questo lascia i vivai di piante vive privi degli strumenti per combattere gli organismi nocivi o i loro vettori. Conveniamo che è indispensabile incremen-

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tare i controlli per garantire la salute delle piante, tuttavia chiediamo alle autorità dell’Unione Europea anche di sveltire e snellire l’omologazione negli stati europei dei fitofarmaci autorizzati per le colture di piante non commestibili, quali i vivai; le piante vive sono considerate il maggior veicolo di propagazione di infestazioni e malattie, ma, al contempo, i prodotti di lotta a loro disposizione sono molto scarsi. Pur non essendo contraria all’importazione di piante da paesi terzi, ENA ritiene che l’arrivo nell’Unione Europea di grosse quantità di piante per fini commerciali aumenti notevolmente il rischio di trasmissione di gravi infestazioni e malattie. La Commissione Europea dovrebbe assicurarsi che tutti gli stati membri si adeguino agli stessi standard fitosanitari. Infatti, se anche un solo stato membro non è rigoroso nei propri controlli delle importazioni, esso naturalmente diventerà quello attraverso il quale potrebbero essere introdotti organismi nocivi. Per evitare la concorrenza sleale delle importazioni da paesi terzi e garantire la reciprocità nei rapporti commerciali, è necessario adottare una strategia inversa nella politica fitosanitaria comunitaria, armonizzando e migliorando i controlli delle importazioni. Per ridurre al minimo i rischi, occorre coinvolgere anche gli importatori europei di piante. Crediamo che i vivai nelle zone europee colpite dalla Xylella fastidiosa siano quelli maggiormente interessati a debellarla. L’Italia si sta occupando del problema ed è esente dalla malattia tranne che nelle Zone Delimitate, dove si stanno già applicando le misure approvate dall’Unione Europea. Per sconfiggere questa malattia, riteniamo che sia assolutamente indispensabile sradicare presto senza alcun indugio le piante infette ed aumentare i contributi economici di tutte le autorità coinvolte. La malattia è ora circoscritta alle Zone Delimitate, quindi i vivaisti nel resto dell’Unione Europea non devono essere allarmati, ma semplicemente essere consapevoli dell’esistenza di questa malattia e continuare a lavorare con i piú alti standard di controllo fitosanitario. Infine ENA chiede ai politici europei di ogni livello di non usare infestazioni e malattie come espediente politico, bensì di creare politiche che evitino la propagazione di infestazioni e malattie, e di impegnarsi ad aiutare coloro che ne sono colpiti. ■


Dalle aziende

Associazioni

Blumen acquisisce i brand Fito, Dueci e Get Off di Guaber

Agronomi: sono italiani il presidente e il segretario generale dell’AMIA-WAA

Blumen, azienda produttrice di sementi per giardino, prato e orto, rafforza la propria gamma di prodotti e annuncia l’acquisizione dei brand Fito, Dueci e Get Off di Guaber, azienda che opera nel settore dei beni di largo consumo, acquisita dal Gruppo Henkel nel corso del 2014. Il marchio Blumen è da sempre sinonimo di massima qualità e innovazione nella produzione di soluzioni naturali per la cura e la nutrizione delle piante di casa e del giardino. La qualità dei prodotti è al centro dei valori aziendali e il motivo del successo del marchio, da anni leader di mercato nel settore delle sementi ad uso hobbistico e professionale. L’acquisizione dei marchi della divisione Plant Care di Guaber, ha dunque lo scopo di ampliare la gamma con l’introduzione di prodotti performanti e qualitativi per la cura del verde domestico. Il portfolio Blumen si arricchisce con i prodotti dei marchi Fito e Dueci, sinonimo di qualità e innovazione nella nutrizione e protezione delle piante, e con le soluzioni disabituanti per cani e gatti del marchio Get Off. ■

Dal 14 al 18 settembre si è tenuto il VI Congresso mondiale degli agronomi “Cibo e identità” al Conference Centre di Expo a Milano. Il congresso è stato svolto per la prima volta in Italia e ha visto approvare la Carta Universale dell’Agronomo che definisce i principi etici per crescere professionalmente nell’ottica del rispetto sociale e culturale. Ed è proprio l’Italia a spiccare: entusiasmo presso la Fattoria Globale del Futuro, il padiglione degli Agronomi, per il neo eletto Presidente degli Agronomi mondiali AMIA - WAA, World Association of Agronomists - Andrea Sisti che guiderà l’associazione per i prossimi quattro anni, dal 2015 al 2019, e per il neo Segretario generale dell’associazione Mattia Busti, Dottore Agronomo e Forestale. ■


Lineaverde News Mercato

ISMEA: segnali di miglioramento per il florovivaismo italiano La sintesi del monitoraggio effettuato da ISMEA presso le principali regioni produttrici di piante in vaso nei primi sei mesi del 2015 evidenzia toni positivi e di miglioramento delle performance aziendali rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, in quasi tutte le realtà esaminate. Rimane insufficiente, invece, l’evoluzione produttiva e commerciale della filiera vivaistica caratterizzata da aziende che producono alberi e arbusti la cui attività si rivolge sia al mercato interno sia a quello estero. Il clima in alcune regioni ha influenzato le fioriture ritardando l’accrescimento e la maturazione, in altre il ritardo è stato colmato in maniera repentina determinando una fioritura concentrata in pochissime settimane. Non risultano rimanenze importanti di alcun tipo di produzione al contrario di quanto avvenuto nella primavera 2014. A fronte di un giudizio prevalente tra le aziende monitorate di una ripresa tendenziale degli ordini, va sottolineato che tale andamento è stato favorito da una riduzione negli ultimi due-tre anni del numero di vasi programmati che, su alcune linee produttive, si è ultimato nella primavera 2015. Di conseguenza la minore pressione dell’offerta ha incentivato richieste piú regolari da parte della clientela. Le piante piú richieste sono: le fiorite stagionali (Begonie, Vinche, Surfinie), le fiorite da interno e le piante mediterranee. Quasi scomparsa la richiesta di piante verdi su tutore nel Nord Italia (e in Toscana) mentre altre tradizionali come Spathiphillum, Schefflera, Bromelie (le vendite di quest’ultime sono state dichiarate insufficienti da parte delle aziende italiane), Dracene, spesso di importazione, si vendono con volumi piú contenuti. Si è ridotta ulteriormente la produzione di geranio soprattutto “zonale” i cui livelli attuali sembrano adeguati alla domanda in alcune regioni ma in altre (Puglia, Lazio e Sicilia) vi è stata a tratti una carenza; è continuato l’aumento di disponibilità di vasi di Dipladenia e Mandeville (per tutte le tipologie: rampicanti, arbusto, basket), mentre diminuisce la produzione di Bouganville. Sempre richieste le piante mediterranee, piante grasse, le aromatiche (in vaso e arbusto) e le piante da orto. Il mercato nazionale dopo le avversità climatiche di gennaio e febbraio ha mostrato una discreta ripresa tendenziale ad aprile, per poi ricollocarsi al disotto delle aspettative nel mese di maggio. ■

Fitopatologia

Afide del cipresso: non tagliate le piante Quest’estate i cipressi trentini sono stati messi a dura prova da una massiccia infestazione dell’afide Cinara cupressi. Il proliferare del parassita è stato favorito dal clima dell’ultimo anno: l’estate fresca e umida del 2014 e l’inverno mite hanno contribuito a far sopravvivere un maggior numero di insetti. Il Gruppo Foreste della Fondazione Mach, in collaborazione con le giardinerie comunali, il Servizio fitosanitario della Regione Veneto e l’Università di Padova, sta seguendo l’evolversi dell’attacco, approfondendo gli aspetti bioecologici e valutando le capacità di recupero delle piante colpite. In particolare, in questo periodo l’ente di San Michele all’Adige sta lavorando alla stesura di un protocollo operativo per il monitoraggio e il controllo delle infestazioni. Il consiglio è quello di non tagliare le piante colpite lasciandole alla loro ripresa naturale o ricorrere al lavaggio delle chiome ad alta pressione. La calda estate del 2015 è stata utile a inibire la proliferazione dell’afide e quindi è probabile che i cipressi si riprendano naturalmente; in diversi casi si assiste già alla rigenerazione di nuovi rametti verdi sui tessuti colpiti da necrosi. Possono invece risultare utili misure preventive indirette, come la concimazione organica del terreno e l’irrigazione di supporto in caso di siccità. ■

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2015 2016 MASTER DI 6 MESI IN NURSERY MANAGEMENT 2 mesi di formazione e Project work + 4 mesi di stage aziendale da Gennaio a Giugno 2016 CORSI DI 2 GIORNI _ Progettazione di spazi verdi _ Il vivaio sostenibile: tutelare le risorse e l’ambiente _ Le piante ornamentali e il verde pubblico _ Il verde come materiale edile da costruzione _ Il verde come strumento di educazione _ Web & social marketing nel settore vivaistico ornamentale _ I valori del paesaggio: ambientale, sociale, culturale, economico CORSI DI 1 GIORNO La natura come strumento di educazione L’arte del paesaggio Il paesaggio come terapia La domotica e la riduzione di costi energetici nel vivaio La gestione delle risorse umane Eventi e seminari I mutamenti climatici I mutamenti genetici e il loro impatto sulla salute Nuove visioni del giardino: verticale, sensoriale, pensile, didattico L’albero e l’uomo: un legame millenario interdisciplinare Pistoia Nursery Valley: un nuovo concetto di vivaio Garden Center 3.0: i modelli del futuro nei Centri Giardinaggio

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