Lineaverde gennaio febbraio

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FIERE

INTERVISTA

INTERVISTA

IPM Essen 2015: la fiera è viva, il mercato europeo anche...

Vannino Vannucci: nuovo presidente per l’Associazione Vivaisti Pistoiesi

Romiti Vivai, la passione si tramanda da padre a figlio

Lineaverde ATTUALITÀ

E I NFORMAZIONE

T ECNICA

PER

V IVAISTI , P ROGETTISTI

E

C OSTRUTTORI

DEL

V ERDE

Limitare la spiralizzazione delle radici nella coltivazione in contenitore Gennaio/Febbraio 2015 Anno 41 - N° 1


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INFORMARE ......................................................................... PAG. 5 Il punto IPM Essen 2015: la fiera è viva, il mercato anche... ............ PAG. 22 di Renato Ferretti Tendenze Florovivaismo europeo: quali prospettive dopo il bizzarro 2014? ................................. PAG. 28 di Renato Ferretti Intervista Nuovo Presidente per l’Associazione Vivaisti Pistoiesi ...... PAG. 32 di Renato Ferretti Tecniche Limitare la spiralizzazione delle radici di piante allevate in contenitore .............................................. PAG. 34 di P. Frangi, A. Fini, G. Amoroso, R. Piatti, E. Robbiani, F. Ferrini Intervista - il vivaista Romiti Vivai di Pietro e figli: la passione si tramanda da padre a figlio .............................. PAG. 40 di Silvia Vigé Produzione Castanea ‘Bouche de Betizac’ una varietà resistente al Cinipide Galligeno ........................... PAG. 46 di Francesco Vignoli Dalle Aziende La produzione di terricci a base di derivati del cocco ........ PAG. 49 di Renato Ferretti Biodiversità L’attività di Ersaf a tutela della biodiversità forestale ......... PAG. 50 di Gianluca Gaiani e Giovanni Ravanelli Architettura del Paesaggio Paesaggio ed agricolture ....................................................... PAG. 52 di Biagio Guccione Fitopatologia Conoscere a fondo le patologie delle piante .......................... PAG. 56 di Giorgio Badiali Dal mondo Un viaggio in Olanda tra parchi e orti urbani ........................ PAG. 60 di Renato Ferretti

INSERZIONISTI / Agraria Checchi / Bonato / Capitanio Vivai / Flora Firenze / Flora Toscana / Flora Trade Show / Franchi Bonsai / GT Piante / Lirussi Vivai / Mati Piante

PAG 2 PAG 17 PAG 13 PAG 4 PAG 7 PAG 43 PAG 10 PAG 15 III cop. IV cop.

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MyPlant&Garden Nippon Bonsai OrtoGiardino Piante Faro Romiti Vivai Sygenta Tesi Ubaldo Umbraflor Vannucci Piante Zambelli Zelari

PAG 64 PAG 12 PAG 18 PAG 9 PAG 31 PAG 1 PAG 27 PAG 21 II cop. PAG 11 PAG 19

Lineaverde è edita da EPE Edizioni Srl Redazione: Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02.89.50.18.30 - Fax 02.89.50.16.04 E-Mail per richiesta abbonamenti o informazioni: info@linea-verde.net E-Mail per invio comunicati o altro materiale alla redazione: lineaverde@linea-verde.net Sito Web: www.linea-verde.net Direttore responsabile: Massimo Casolaro massimo.casolaro@epesrl.it

Direttore editoriale: Renato Ferretti renatoferretti@tin.it

Editor: Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Hanno collaborato: Giulia Arrigoni, Giorgio Badiali, Ilaria Bonanno, Biagio Guccione Comitato tecnico: Giorgio Badiali Francesco Ferrini Franca Gambini Biagio Guccione Laura Schiff Redazione: Claudia Perolari claudia.perolari@epesrl.it

Segretaria di redazione: Silvia Mariani silvia.mariani@epesrl.it

Impaginazione: Claudia Bellelli claudia.bellelli@epesrl.it

Abbonamento annuale Italia: 40 euro da versare su c/c postale n°12059200 intestato a: EPE srl - 20142 Milano Via Spezia, 33 Stampa: Ingraph - Seregno (Mi) Spedizione in abbonamento Postale 45% Art. 1 Comma 1, Legge 46 del 27/2/2004 Filiale di Milano. Iscrizione al registro degli operatori di comunicazione (ROC) n° 3231 del 30/11/2001. Autorizzazione Tribunale di Milano n° 27 del 18/1/1999. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale. Lineaverde è un marchio registrato di proprietà della EPE Edizioni Srl.

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Lineaverde News GENNAIO/FEBBRAIO 2014

Associazioni

Nasce il European Horticoltural Network, Lineaverde il referente per l'Italia Si è recentemente costituita, fra un gruppo di esperti di marketing, comunicazione, promozione ed economia delle produzioni florovivaistiche di molti paesi europei, una rete indipendente di operatori in grado di supportare le aziende del settore che intendono svolgere nuove attività nei vari paesi europei e non solo. L’EHN con sede in Olanda, ha filiali in Francia, Germania, Italia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania si pone l’obiettivo della promozione del libero scambio tra gli Stati membri dell'UE (mercato interno) facilitando con le informazioni, le reti e la consulenza per stimolare il commercio effettivo e fornire informazioni sui paesi al di fuori dell'UE o addirittura al di fuori dell'Europa. La missione come si legge nell’home page del sito web hortinet.eu è quella di stimolare la creazione di posizioni di vantaggio competitivo delle produzioni ornamentali negli Stati membri dell'UE. Tutto questo per essere realizzato deve avere una rete organizzata con un regolare funzionamento, fornendo informazioni e condividendo le conoscenze nel rispetto primario dei valori sociali, ecologici ed economici dei prodotti orto florovivaistici sostenibili. I referenti per l’Italia sono Maurizio Casolaro (maurizio.casolaro@epesrl.it) e Renato Ferretti (renato.ferretti@epesrl.it) della rivista Lineaverde che da oltre 40 anni è leader nella comunicazione florovivaistica. hortinet.eu ■

Concorsi

FloraHolland Glazen Tulp 2015: i vincitori FloraHolland Glazen Tulp premia annualmente le specie di maggior successo nelle categorie fiori recisi, piante da appartamento e piante da giardino tra le centinaia che vengono introdotte nell'offerta di FloraHolland. Nella categoria fiori recisi, l'azienda Together2Grow ha vinto il primo premio con il Alstroemeria Charmelia (foto 1), un tipo completamente nuovo di Alstroemeria, con forti rami e molti piccoli fiori splendidamente colorati. Per le piante d'appartamento vince la piccola pianta grassa Haworthia limifolia Spider White (foto 2) dall'azienda Handelskwekerij Lock CV. La pianta è unica per le sue strisce bianche sulla parte superiore e la parte inferiore delle foglie. È una una pianta forte, altamente decorativa e facile da curare. L'azienda Roland van der Werf di Boskoop ha ottenuto il Glazen Tulp nella categoria piante da giardino per la sua Skimmia japonica Pabella (foto 3). È una pianta molto duratura con una profusione di fiori con enormi grappoli di bacche rosso vivo. 1 2 3 www.floraholland.com ■ Pag. 5 • Lineaverde Gen/Feb 2015


Lineaverde News Giurisprudenza

Piante coltivate in violazione di licenza: un importante precedente Le varietà vegetali, per loro natura facilmente occultabili e commercializzabili, necessitano di tempestività nell’adozione delle misure che le tutelano dai fenomeni di moltiplicazione e commercializzazione non autorizzata. È su questo principio che si è basato il Tribunale di Venezia, che ha confermato i provvedimenti cautelari di descrizione e sequestro, già concessi inaudita altera parte (ovvero senza l’instaurazione del contraddittorio) in favore di Sicasov e Les Pepinieres Darnaud, difese dallo Studio legale Trevisan & Cuonzo, rispettivamente mandataria e licenziataria esclusive dei diritti di privativa comunitaria della varietà di pesco nano a foglia rossa denominata Bonfire. Il pesco nano a foglia rossa è una varietà nata dall'attività di ricerca genetica condotta dall’Università dell’Arkansas, USA (costitutore della varietà predetta), commercializzata con il marchio comunitario Crimson e che gode di protezione come privativa varietale comunitaria con l’ovvia conseguenza che gli atti diretti alla sua produzione, riproduzione, condizionamento, vendita o commercializzazione, esportazione, importazione e magazzinaggio per uno di tali scopi richiedono l’autorizzazione del costitutore e/o del licenziatario esclusivo. Le due società francesi hanno invece scoperto in provincia di Padova un vivaio con una produzione non autorizzata di pesco nano a foglia rossa. La fondatezza delle pretese delle due aziende e il timore che le piantine di pesco nano a foglia rossa potessero essere occultate dal produttore – trattandosi di piante nane facilmente estirpabili, asportabili ed occultabili – hanno portato il Tribunale di Venezia a concedere il provvedimento cautelare senza la preventiva convocazione della parte resistente. Ciò ha consentito la regolare raccolta della prova (descrizione) e il sequestro del materiale varietale non autorizzato. Va detto in ogni caso che, come per tutte le misure cautelari, si tratta di un provvedimento di natura provvisoria in attesa dell’esito del giudizio di merito. Si apre dunque uno scenario interessante per le aziende del comparto che potrebbero trovarsi in situazioni analoghe: piú spazio all’affidavit dell’esperto, per provare la condotta illecita. Un istituto, questo, di recente introduzione nell’ordinamento italiano, che costituisce un mezzo di prova e che consiste in una dichiarazione giurata scritta, resa da una persona a conoscenza di fatti determinanti per il giudizio. Nel caso in esame, l’affidavit su fatti inerenti la condotta lesiva dei diritti di privativa varietale, è stata valutata dal Tribunale di Venezia quale mezzo di prova (quasi alla stregua di una testimonianza anticipata) idoneo a provare la fondatezza della domanda delle ricorrenti. Prende forma sempre piú, dunque, la massiccia campagna anticontraffazione per la tutela dei diritti esclusivi dei costitutori di novità varietali messa in atto da Sicasov insieme a Trevisan & Cuonzo nel mercato italiano. ■

Pag. 6 • Lineaverde Gen/Feb 2015

Ricerche

Modello agricolo italiano sempre più sostenibile L’agricoltura italiana fa sempre meno ricorso ai fertilizzanti. L’Istat conferma che nel 2013 la distribuzione sul territorio di questi prodotti è scesa del 13,4% rispetto all’anno precedente, in linea con la flessione in atto nel nostro Paese negli ultimi 10 anni. La sostenibilità ambientale, soprattutto nel settore agricolo, è un obiettivo prioritario, non a caso si intreccerà anche con i grandi temi che costituiranno l’ossatura di Expo. L’Italia proporrà le sue tecnologie, le migliori pratiche produttive e piú in generale un modello agricolo che fa della sostenibilità un fattore di distintività. Fino al 2020 abbiamo 3,5 miliardi di euro della nuova programmazione dei fondi europei per stimolare investimenti legati alla sostenibilità. Sono stati previsti tra questi 1,5 miliardi di euro per favorire la crescita del biologico, tenendo presente che in Italia un ettaro su dieci è coltivato con pratiche bio. Abbiamo un sistema agricolo che guarda al futuro e lo fa abbassando l’impatto sull’ambiente, basti pensare solo che emettiamo il 35% di gas serra in meno della media Ue”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, commentando i dati Istat sulla distribuzione per uso agricolo dei fertilizzanti e dei fitosanitari. ■


Paesaggismo

Conversazioni in Cascina Conversazioni in Cascina sono incontri aperti al pubblico che affronteranno alcuni dei nuovi paradigmi del mondo rurale che inducono a riflettere su pianificazione, scelte progettuali, nuove alleanze e governance di processi complessi. Avranno luogo in tre cascine in piena città, in campagna e in un grande parco di cintura, proponendo riflessioni su temi specifici e percorsi guidati del gusto, per comprendere la relazione colturale/culturale tra cibo e paesaggi di qualità. AIAPP propone questi tre incontri all’interno del tema Nutrirsi di paesaggio, nucleo centrale del prossimo congresso mondiale IFLA (Torino 18-23 aprile 2016) e in connessione alle tematiche proposte da Expo in città, palinsteso del Comune di Milano. Parteciperanno paesaggisti, produttori agricoli, esperti, docenti, per proporre una visione trasversale su ciascuno dei temi indicati. Gli incontri, che sono rivolti ai professionisti, agli operatori del settore, ma anche ai cittadini e alle istituzioni, vogliono inoltre offrire l’opportunità per dibattere e discutere strategie, raccogliere idee nel tentativo di promuovere e perfezionare il rapporto tra città e campagna, in territorio urbano ed extraurbano e alle diverse scale territoriali. L’obiettivo sarà quello di proporre uno scambio interculturale e promuovere la consapevolezza collettiva della produzione agricola e del cibo, stimolando riflessioni che avranno il loro compimento nel congresso mondiale dei Paesaggisti IFLA che si terrà a Torino nel 2016. Le Conversazioni verteranno su: giovedì 28 maggio 2015 ore 17:30-20:30 presso ‘Un posto a Milano’ in Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2 angolo via Muratori, Milano “Milano città rurale”, conversazione sulla costruzione di nuove alleanze tra città e campagna. Giovedì 18 giugno 2015 ore 17:30-20:30 presso Cascina Forestina, Azienda Agricola Niccolò Reverdini - Cisliano (MI), “I nuovi contadini tra produzione, multifunzionalità, ecologia e paesaggio”, conversazione sull’approccio sistemico e integrato di produzione, consumo e valorizzazione del paesaggio rurale. Giovedì 17 settembre 2015 ore 17:30-20:30 presso Parco Nord Milano, via Clerici, 150 - Sesto San Giovanni (MI) “Agricoltura di prossimità e nuove alleanze”. Conversazione in cascina sull'agricoltura urbana e di frangia, verso una nuova coscienza ecologico-ruralecollettiva. I percorsi guidati del gusto avranno un costo di 5 €, destinato ai produttori, e richiedono la prenotazione a segreteria.lombardia@aiapp.net entro i tre giorni precedenti al singolo evento. www.aiapp.net ■

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Lineaverde News Attualità

Vivai Palandri: primo fallimento di una società agricola La vertenza relativa alla crisi della società agricola Vivai Palandri sas, che si protrae da diversi mesi, ha portato ad una sentenza del tribunale fallimentare di Pistoia che crea un importante precedente: l'azienda è stata dichiarata fallita, nonostante per il codice fallimentare non lo preveda per questo tipo di società, perché la sua attività era prevalentemente commerciale. Luana Del Bino, responsabile dell’ufficio vertenze Cgil, ha dichiarato al Tirreno: «Un precedente che dovrebbe mettere sull’avviso diversi avvocati di vivai che ripetono come uno slogan “l’azienda non può fallire in quanto società agricola ed è inutile che i lavoratori facciano vertenza”. Laddove il giudice reputi che quella svolta dal vivaio sia prevalentemente un’attività commerciale non si può più parlare di mero vivaismo. Se, in più, la situazione che si ha davanti è talmente critica da apparire irrecuperabile anche le aziende vivaistiche possono essere sottoposte alla procedura concorsuale del fallimento e i lavoratori possono recuperare il trattamento di fine rapporto e le ultime tre mensilità dai fondi di garanzia dell’Inps». ■ Fonte: Il Tirreno

Giri di poltrone

Fusione Inea-Cra: Salvatore Parlato commissario Salvatore Parlato è stato nominato Commissario del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, il nuovo ente di ricerca in agricoltura nato dall’accorpamento – previsto dalla Legge di Stabilità dell'Inea (Istituto nazionale di economia agraria) e Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura). Il nuovo ente avrà come obiettivi principali la razionalizzazione e il rilancio della ricerca applicata in campo agroalimentare e la valorizzazione delle analisi economiche del comparto. Nel corso della sua carriera Parlato, economista, esperto di finanza pubblica con un’ampia esperienza accademica, ha ricoperto numerosi incarichi legati al rilancio e alla riorganizzazione di importanti amministrazioni pubbliche. Ecco le parole del Ministro Maurizio Martina: “La fusione di Inea e Cra rafforza questa politica di sostegno, garantendo loro professionalità e competenza. Sono certo che Salvatore Parlato, con la sua esperienza, contribuirà a dare nuovo slancio alla ricerca e allo studio economico in campo agricolo e agroalimentare, settori sui quali investiamo per rendere le nostre imprese sempre piú competitive in un mercato internazionale in cui l’Italia ha tutte le carte in regola per rivestire un ruolo da protagonista”. ■ Pag. 8 • Lineaverde Gen/Feb 2015

Web

Nuovo portale con e-commerce per Mati 1909 Le abitudini dei consumatori sono cambiate radicalmente e molto velocemente nel corso degli ultimi anni. Dopo essere stati fra i pionieri del web con il primo sito aperto nel 1996, i fratelli Mati aprono il proprio sito e-commerce. Nel portale internet www.mati1909.com Andrea, Francesco e Paolo Mati hanno raccolto tutte le attività legate al mondo delle piante, dei giardini, della cultura del verde e del cibo toscano. La volontà è quella di poter accedere ad ogni prodotto e servizio offerto sotto lo stesso marchio e, grazie al nuovo e-commerce, poterli acquistare direttamente da casa. Piante Mati dal 1909 offre una gamma di piante che spaziano dagli arbusti ornamentali alle rose, mentre tecnici ed esperti del Gruppo Mati valutano ed effettuano check up di giardini esistenti, fornendo informazioni e progetti relativi a landscape e garden design. Giardineria Italiana è a disposizione per richiedere informazioni e preventivi per la cura di grandi alberature, manutenzione di terrazzi e giardini, potature e abbattimenti. È possibile acquistare o regalare pranzi e cene nel ristorante agrituristico Toscana Fair, oltre a prodotti tipici della cucina toscana e a corsi di cucina per adulti e bambini. È possibile infine accedere, regalare o iscriversi al programma di corsi dell’Accademia Italiana del Giardino, per amatori e professionisti, che spazia dal mondo delle piante e dei giardini al floral design, alla fotografia fino alla musica. Nel portale Mati 1909 il cliente ha la possibilità di fare shopping in totale comodità senza limitazioni di luogo e orario, con pagamenti sicuri e spedizioni assicurate. Un nuovo mondo con la stessa professionalità, competenza e disponibilità che la famiglia Mati offre da oltre un secolo. www.mati1909.it ■



Lineaverde News Turismo verde

100 Giardini per Expo 2015 In occasione dell'Expo 2015 di Milano si possono scoprire oltre 100 giardini, orti e frutteti che fanno parte di una nuova rete turistica, nata per valorizzare e far conoscere un aspetto poco noto del Paese: i 'Giardini all''Italiana’, una delle icone più importanti del made in Italy nel mondo. Fanno parte della rete “100 Giardini per Expo 2015” sia giardini di proprietà privata sia giardini e parchi di proprietà di Comuni e Province del Canton Ticino e dell'Italia, avviando così anche una preziosa collaborazione territoriale per lo sviluppo del Turismo Verde nei due Paesi. Judith Wade, fondatrice di Grandi Giardini Italiani, ha presentato alla stampa nei giorni scorsi i nuovi giardini che entrano a fare parte del circuito: la splendida Oasi Zegna (Trivero, BI), lo spettacolare labirinto monumentale ideato e voluto da Franco Maria Ricci e dalla moglie Laura Casalis a Fontanellato (Fontanellato, PR), la raffinata Collezione Rossini (Briosco, MB), il magico Parco del Castello di Miradolo (San Secondo di Pinerolo, TO) e, infine, i Giardini Vaticani e le Ville Pontificie di Castel Gandolfo (Città del Vaticano). L'itinerario di “100 Giardini per Expo 2015” partirà da Milano (dalle porte dell'Expo) con gli spettacolari giardini all'italiana di Villa Arconati (Bollate, MI) e di Villa Litta (Lainate, MI) per proseguire con innumerevoli meraviglie come le Isole di Brissago (CH), Villa Carlotta sul lago di Como, Isola del Garda (BS) ed il Giardino di Villa Sommi Picenardi (Lecco), portando i visitatori in ogni angolo della Lombardia e oltre. Infatti, il network collegherà i giardini lombardi e del Canton Ticino con quelli di Piemonte, Liguria Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Campania e Sicilia, creando un itinerario unico e ricco di meraviglie per i visitatori dell'Expo 2015: un'esperienza indimenticabile per tutti i visitatori dell'evento internazionale. ■


Attualità

ERSAF, i numeri del servizio fitosanitario nel 2014 Ersaf Lombardia rende noti i numeri dell'attività del servizio fitosanitario eseguiti nel 2014 in Lombardia. I controlli. Sono stati 1654 controlli svolti complessivamente presso i vivai (I°, II° livello, piccoli produttori, RUP e nuove autorizzazioni) effettuati da 31 ispettori e 4 agenti fitosanitari, +354 controlli pari ad un incremento del 27% rispetto ai controlli 2013; 67 intercettazioni di organismi nocivi presso l’aeroporto di Malpensa, tutte notificate alla CE (+48% rispetto al 2013); 9.429 controlli import presso l’aeroporto di Malpensa su vegetali e materiale vegetale importato: rilasciati 3.493 certificati di nulla osta e 5.929 certificati fitotax, + 35 % rispetto al 2103 (6.955 controlli nel 2013); oltre 1000 passeggeri e i loro bagagli controllati presso l’aeroporto di Malpensa, provenienti da 200 voli extra UE (Asia, Medio oriente, Africa, Americhe) e voli UE (su passeggeri extracomunitari), sequestrati oltre 100kg di vegetali di cui è vietata l’introduzione nella CE ovvero contenenti organismi nocivi. Inoltre sono stati eseguiti oltre 5mila controlli export su vegetali e materiali vegetali esportati. Il monitoraggio: incremento del 50% delle aree viticole monitorate (n. 6: MI, SO,LC,BS,PV,MN); incremento del 40% del numero di progetti attuati per la riduzione dei rischi e degli impatti derivanti dall’utilizzo dei prodotti fitosanitari (n. 7); incremento del 25% delle strumentazioni a controllo remoto utilizzate (n. 10). Il monitoraggio anoplophora: 829.201 nel 2014, +4.192 piante rispetto al 2014. Di cui: monitoraggio A. chinensis 796.044 piante; monitoraggio A. glabripennis 8.217 piante; monitoraggio Aromia Bungii 2.468 piante; monitoraggio distretti vivaistici 22.472 piante; 1374 piante colpite nel 2014 (-380 piante rispetto al 2013); nel 2014 è stato garantito il controllo sul territorio di tutti i 108 comuni lombardi colpiti da anoplophora come nel 2013 (province di BS MI e MN); 37 ordinanze fitosanitarie emesse a seguito delle verifiche effettuate dai monitoratori (4 ordinanze nel 2013). ■ Fonte: www.ersaf.lombardia.it Pag. 11 • Lineaverde Gen/Feb 2015


Lineaverde News Dalle aziende

Nasce Syngenta per il Florovivaismo Syngenta sceglie oggi di consolidare il proprio ruolo di protagonista nel settore florovivaistico investendo nuove risorse e portando innovazione e servizi esclusivi, per offrire ai professionisti del settore la possibilità di crescere e di stare al passo con i tempi. Inoltre si impegna anche ad investire risorse per ampliare l’etichetta ministeriale di alcuni agrofarmaci che ad oggi non sono autorizzati su floricole e ornamentali, ma che possono avere un ruolo importante nei programmi di coltivazione integrata del florovivaismo italiano. Syngenta per il Florovivaismo è la forza di un'offerta completa ed integrata che comprende genetica di alto livello, agrofarmaci di comprovata efficacia e nuovi agrofarmaci sviluppati specificatamente per il florovivaismo, insetti ausiliari per favorire la lotta integrata e servizi ad alto valore aggiunto in grado di migliorare l'efficienza produttiva di tutta la filiera. L’offerta di insetti ausiliari Syngenta è distribuita tramite il marchio Bioline che da oltre 20 anni si occupa della ricerca, produzione e in materia di ausiliari. L’offerta genetica di Syngenta è realizzata per soddisfare le esigenze di tutta la filiera, ovvero dei floricoltori professionisti, dei rivenditori specializzati e anche dei consumatori amanti dei fiori, in termini di: innovazione varietale, differenti tipologie di fiori e vasta gamma di colori, cure colturali ridotte, piante compatte, fioritura uniforme, portamento uniforme, tolleranza, alle principali patologie, lunga shelf life, prestazioni in giardino. www3.syngenta.com ■

Fiere

GrootGroenPlus 2015 ecco il nuovo tema Il 2015 è l’anno del 25° anniversario per GrootGroenPlus, che si svolgerà dal 30 settembre fino al 2 ottobre, nella città olandese di Zundert. Le iscrizioni sono iniziate all'inizio del 2015 e il tema per la nuova edizione di GrootGroenPlus è stato appena reso noto. “Growing strong” è il tema di quest’anno, cioè ‘Crescere forte!’, andando a sottolineare il fatto che ci sia la crescita, non solo nell’economia generale, ma anche nel settore verde. La forza che si esprime con questo tema positivo va oltre. Per di piú, durante la fiera attenzione sarà rivolta agli ultimi 25 anni, in modi diversi, visto dal punto di vista dei partecipanti. I moduli di iscrizione per la partecipazione in GrootGroenPlus 2015 sono disponibili nel sito web. Numerosi i partecipanti, al momento, molti nuovi, nazionali e internazionali. Attualmente, gli stand di maggiori dimensioni sono molto richiesti. Chiunque voglia prenotare un posto per GrootGroenPlus 2015 si consiglia di registrarsi il prima possibile. www.grootgroenplus.nl ■ Pag. 12 • Lineaverde Gen/Feb 2015


Notiziario ANVE

Algeria, bloccate le importazioni di piante da frutto italiane Il 30 dicembre 2014, per il tramite di alcuni esportatori italiani, è pervenuta la notizia del blocco imposto dalle autorità algerine alle importazioni di piante da frutto italiane, in quanto potenzialmente soggette ad attacchi di Xylella fastidiosa. Al riguardo, è stata predisposta dal Servizio fitosanitario nazionale italiano una nota, finalizzata a sbloccare le piante in partenza per l’algeria. La nota richiama l'attenzione delle autorità algerine sui seguenti aspetti. 1. E’ stato emanato il decreto ministeriale del 26/9/2014, che definisce le misure di emergenza da applicare nel territorio italiano per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa. Questo Decreto, che ha recepito la decisione 2014/497/UE della Commissione, identifica nella zona delimitata della provincia di Lecce l’area in cui è stata riscontrata la presenza di Xylella fastidiosa e prevede per essa specifiche misure atte ad impedirne la diffusione. Sulla base delle indagini scientifiche, è stato dimostrato che il ceppo di Xylella fastidiosa presente nella provincia di Lecce appartiene alla subspecie pauca e costituisce un ceppo geneticamente distinto da quelli già noti della stessa subspecie che attaccano caffè e agrumi. Detto ceppo non è mai stato rilevato su piante di vite né su piante di agrumi, seppur presenti in consociazione con piante di olivo infette, durante il monitoraggio effettuato, a partire da novembre

2013, su 250 vigneti e 349 agrumeti della provincia di Lecce. L’esito dei controlli condotti su 1800 campioni di vite ha altresì, consentito di escludere la presenza dell’organismo nocivo nei vivai e nei garden presenti nell’area focolaio. 2. Il decreto già citato prevede il divieto di spostare al di fuori della zona delimitata piante ospiti di Xylella fastidiosa, salvo che non siano rispettate, sotto controllo ufficiale del Servizio Fitosanitario, specifiche prescrizioni quali la coltivazione in un luogo di produzione indenne dotato di protezione fisica contro l’introduzione dell’organismo nocivo in questione da parte dei suoi vettori. 3. Il divieto disposto dal Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Repubblica Democratica Popolare di Algeria penalizza le produzioni vivaistiche di piante da frutto provenienti dalle altre regioni italiane, dove non è mai stata riscontrata la presenza di Xylella fastidiosa, a seguito delle indagini ufficiali condotte annualmente dai Servizi Fitosanitari Regionali. Inoltre, detto divieto non tiene conto di specie vegetali, quali agrumi e vite, che non sono risultate suscettibili ad infezione da parte del ceppo identificato nella provincia di Lecce. La nota sarà trasmessa tramite Ambasciata alle Autorità competenti algerine, auspicando in un veloce riscontro ufficiale. ■

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Lineaverde News Fiere

Nordic Flower Expo: la prima fiera per i Paesi nordici Nordic Flower Expo è la prima mostra dedicata a fiori e piante nella regione nordica, e attira visitatori professionali provenienti da Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia e dalla regione baltica. Questa regione è di grande importanza economica, ha un alto PIL pro capite ed è considerato un mercato di esportazione molto interessante e promettente per i prossimi anni. Nordic Flower Expo si svolgerà a Malmö, in Svezia, in tre giorni (dal lunedì al mercoledì) dal 13 al 15 aprile 2015, è annuale (la prima edizione è stata quella del 2014) ed è aperta solo agli operatori del settore. La scorsa edizione ha contato più di 200 espositori provenienti da 15 Paesi. La fiera si terrà presso MalmöMässan, un moderno centro congressi che dispone di un’area di circa 20.000 mq e contiene, oltre alla grande sala espositiva (14.000 mq), un centro congressi con diverse sale riunioni da 20 fino a 2000 persone e due ristoranti. Durante la mostra saranno organizzati numerosi seminari interessanti e un ampio programma di dimostrazioni con i migliori designer floreali. Chi è interessato a visitare Nordic Flower Expo può registrarsi online. Il programma sarà disponibile a breve. www.nordicflowerexpo.com ■

Leggi e normative

Imu agricola abolita per 3546 comuni, ma per CIA resta iniqua: al via mobilitazioni Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Consiglio dei Ministri del 23 gennaio ha stabilito con decreto legge la revisione dei criteri per l’Imu sui terreni agricoli relativi al 2014, con l’applicazione dei criteri di montanità elaborati dall’Istat. Saranno esenti quindi tutti i comuni montani e, nei comuni parzialmente montani, vengono esentati tutti i terreni di proprietà o in affitto a imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti. Con i nuovi criteri 3546 comuni saranno totalmente esenti e 655 parzialmente esenti. Il termine di pagamento per chi non rientra nei parametri di esenzione è posticipato al 10 febbraio. Ma CIA Toscana fa sapere in un comunicato che la norma resta iniqua. I cambiamenti introdotti con l’approvazione del decreto legge n. 4 del 24 gennaio, hanno in molti casi perfino aggravato la situazione delle aziende agricole toscane: la Cia Toscana consiglia ancora agli associati di non effettuare alcun versamento nell’attesa di un provvedimento correttivo da parte del Parlamento “che sollecitiamo venga adottato con la conversione del decreto legge”. Lo sottolinea un Ordine del giorno approvato dalla Giunta regionale della Cia che conferma il proprio impegno per contrastare questo insostenibile ed iniquo tributo. La Cia dichiara lo stato di mobilitazione della categoria promuovendo e sollecitando iniziative ad ogni livello, a partire dal territorio regionale. «Pur prendendo atto che su alcune realtà si registrano degli alleggerimenti di prelievo – afferma la Cia Toscana –, ci sono forti riserve e insoddisfazione per le disposizioni di ulteriore revisione dei criteri di esenzione IMU dei terreni agricoli. I nuovi criteri di esenzione – evidenzia la Cia –, costruiti sulla classificazione Istat dei comuni e il loro inquadramento tra comuni totalmente montani e parzialmente montani, continuano a determinare forti iniquità a danno dei produttori agricoli possessori e conduttori di terreni agricoli ubicati in aree marginali e montane». La Cia Toscana evidenzia che i nuovi parametri non tengono conto della complessità di tutto il territorio e, soprattutto, trascurano la funzione essenziale degli agricoltori nella tutela a presidio del territorio ed a beneficio dell’intera collettività. Chi paga in pratica? Riepilogando: comuni totalmente montani non paga nessuno; comuni parzialmente montani pagano i non CD o IAP iscritti all’Inps; comuni non montani pagano tutti. Rispetto al passato ogni comune ha una classificazione che varrà per l’intero territorio comunale e quindi non esistono piú comuni con parte del territorio esente e parte imponibile. La nuova modalità di classificazione dei comuni verrà completamente utilizzata per il pagamento IMU relativo al 2015. Per il 2014, oltre ad utilizzare le nuove classificazioni dei comuni, il decreto prevede l’applicazione di una sorta “di clausola di salvaguardia” che tiene conto anche della classificazione, mai utilizzata, sulla base dell’altitudine del capoluogo di provincia. In sintesi la clausola di salvaguardia prevede l’esenzione dal pagamento per: tutti i terreni in comuni con capoluogo superiore a 600 metri anche se la classificazione è parzialmente montano (P) oppure non montano (NM). I terreni di proprietà di coltivatori diretti o IAP nei comuni con altitudine fra 281 e 600 metri. ■

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Richiedi una copia gratuita del Nuovo Catalogo 2014/15 Request a free copy New Catalogue 2014/15

Traduzione - Translation

Giorgio Tesi Group The Future is Green

Via di Badia, 14 - 51100 - Bottegone - Pistoia - Italy - Tel. + 39 0573 530051 - Fax + 39 0573 530486 - marketing@giorgiotesigroup.it


Lineaverde News Fiere

Myplant & Garden: progetto, paesaggio e green building Per la prima volta una fiera propone al mercato un’offerta espositiva e di business che mette in collegamento diretto il florovivaismo e l’edilizia: anche questo è Myplant & Garden, la nuova fiera professionale del florovivaismo e del garden che aprirà i battenti dal 25 al 27 febbraio 2015 nei padiglioni di FieraMilano Rho-Pero. Patrocinata da Expo 2015 e riconosciuta ufficialmente ‘internazionale’ sin dalla prima edizione, Myplant & Garden – International Green Expo conta già a inizio gennaio oltre 230 aziende aderenti. Oltre a costituire la piú importante vetrina italiana del verde, Myplant per la prima volta propone un’area speciale in cui metterà in collegamento diretto il florovivaismo e l’edilizia specializzata nella costruzione, ristrutturazione e valorizzazione degli spazi verdi, dai piani urbanistici alle ciclovie, dalle infrastrutture leggere ai piani di miglioramento delle aree urbane e metropolitane. A corredo, un ricco palinsesto di mostre, incontri (anche formativi per i professionisti) e convegni dedicati alla pianificazione, alla riqualificazione, alla messa in sicurezza dei territori, e un evento d’eccezione: la conferenza stampa ELCA (European Landscape Contractors Association) dedicata al ruolo delle Green Infrastructures europee per migliorare le aree urbane/metropolitane. Nell’area greEN Space solutions, dedicata a edilizia, architettura e design per il verde – nella quale troveranno opportunità di incontro imprese, PPAA, designer, progettisti, contractors internazionali - avranno spazio due progetti speciali. Uno è 7Cereali, spazio espositivo e di matching

che nasce dalla considerazione che la riqualificazione urbana, unita alla valorizzazione del paesaggio, si traduce in business e occupazione da un lato, e offerta di benessere dall’altro. Riqualificare e rinaturalizzare gli spazi urbani ed extraurbani tenendo conto della componente florovivaistica significa offrire ulteriori occasioni di sviluppo del territorio. Le nuove aree verdi diventano luoghi di sosta, transito e riposo, con servizi annessi, generano uno sviluppo turistico multiforme, creano le condizioni per la messa a reddito degli spazi. L’altro è Outdoor Sleeping, expo area riservata a una serie di proposte innovative per il pernottamento all’aperto. Un tema turistico di grande portata, in costante crescita, che permette a designer, architetti e paesaggisti di cimentarsi nella progettazione e realizzazione di veri e propri ‘nidi’ all’aperto e night gardens in cui pernottare, permettendo di vivere una vacanza all’insegna del rispetto ambientale e del contatto, tutela e riscoperta degli spazi verdi. Una nuova esperienza per vivere il paesaggio, un’offerta ricettiva alternativa e nuova, un nuovo modo di valorizzare e mettere a reddito gli spazi verdi. A corredo, Myplant & Garden offrirà nei padiglioni momenti di incontro, dialogo e formazione professionale, mostre a tema, allestimenti dedicati al green living&tourism, all’outdoor design e aree tematiche speciali mentre fuori dai padiglioni, in alcuni punti strategici della città, saranno allestite scenografie di grande richiamo emozionale, in collaborazione con i progettisti dell’AIAPP. http://myplantgarden.com/it ■

Pubblicazioni

Tutte le statistiche del mondo su piante e fiori È stato pubblicato da AIPH il volume intitolato "International Statistics - Flowers and Plant Edition 2014", una pubblicazione (in lingua inglese) che raccoglie tutti i dati disponibili sulla produzione globale e il commercio di fiori e piante. Giunto alla 62esima edizione, il volume è diventato il riferimento essenziale per tutti gli operatori internazionali del settore. La pubblicazione - 174 pagine - è realizzata dall'Università Leibniz di Hannover, ed è corredata anche da un CD contenente tabelle, diagrammi e mappe, raggruppati in base al paese, al prodotto e al mercato. Il volume costa 110 euro, è ordinabile dal sito www.aiph.org all'interno del quale è possibile trovare anche delle pagine anteprima per capire com'è impostato il lavoro. ■ Pag. 16 • Lineaverde Gen/Feb 2015


Attualità

Notiziario ANVE

Xylella: sarà nominato un commissario

Presentato l’Annuario ANVE 2015: più completo, consultabile anche online

Il 21 gennaio si è tenuta al Mipaaf una riunione sulle azioni di contrasto alla Xylella fastidiosa. All’incontro hanno partecipato, oltre al ministro Maurizio Martina, il capo dipartimento della Protezione civile, il presidente e l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia e rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel corso dell’incontro si è fatto il punto sulle azioni già intraprese e su quelle da realizzare in attuazione dei provvedimenti di lotta obbligatoria già emanati. Durante la riunione è stato deciso il coinvolgimento della Protezione civile nelle prossime fasi operative e, pertanto, presto si darà avvio alle procedure per la nomina di un commissario di protezione civile, con poteri straordinari, per rendere ancora piú incisive le attività necessarie alla tutela del territorio colpito dalla Xylella. ■

E’ stato presentato a IPM Essen la pubblicazione che come ogni hanno offre la possibilità di conoscere le attività dell’Associazione ANVE. Grandi novità nel 2015: infatti la rivista presenta una nuova struttura e ricchezza di contenuti. All’interno è possibile trovare tutto ciò che ANVE ha compiuto e sta compiendo al livello nazionale e internazionale. Sono presenti tutti i Soci effettivi e i Soci sostenitori con bellissime immagini e testi che descrivono le realtà vivaistiche e non solo di tutta Italia. In particolare, è possibile comprendere quali sono i servizi convenzionati a disposizione dei Soci: accesso al credito, assicurazioni, efficientamento energetico, logistica internazionale, assistenza fiscale e legale. Una vera e propria rivista ANVE che descrive appieno il lavoro, l’impegno e la passione con cui l’Associazione rappresenta, tutela e assiste i vivaisti italiani. A partire dal sito Anve (www.anve.it) è anche possibile sfogliare e scaricare la pubblicazione in formato digitale. ■


Lineaverde News Fiere

Floratrade Rimini: workshop ed esposizione per il florovivaismo in contemporanea a Macfrut (23-25/9) Flora Trade, la fiera internazionale organizzata da Rimini Fiera, in collaborazione con Florasì e Florconsorzi per la promozione del settore florovivaistico e del paesaggio, inizialmente pensata in due momenti - un workshop a febbraio ed un vero e proprio expo molto articolato a settembre -, si concentrerà in un unico grande appuntamento dal 23 al 25 settembre 2015. Questa scelta è stata ulteriormente avvalorata dall’opportunità rappresentata dalla recente decisione di trasferire a Rimini il Macfrut, il piú importante appuntamento fieristico internazionale dedicato all’ortofrutta. Il format di Flora Trade sarà particolarmente innovativo per la completezza merceologica, il grande numero di attività formative dedicate a tutte le figure professionali, per l’ampio respiro internazionale: sono previsti investimenti per coinvolgere centinaia di buyer del comparto florovivaistico da tutti i continenti, con focus su Germania, Slovenia, Romania, Turchia. La contemporaneità di Flora Trade e Macfrut permetterà importanti sinergie nelle relazioni internazionali e nel coinvolgimento delle istituzioni moltiplicando le opportunità di business per tutti gli operatori. “Alla luce di questo nuovo contesto - commenta il Presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni – ci è sembrato opportuno ripensare al calendario per assicurare un palcoscenico unico nel mondo fieristico. La proposta è stata accolta molto positivamente dal mercato: in questo modo possiamo ambire ad accogliere tutta la filiera in un unico innovativo marketplace”. “Ben venga questa sinergia che avvalora ancor di piú il ruolo strategico di Macfrut 3.2 quale polo di riferimento del settore - afferma Renzo Piraccini, Presidente di Cesena Fiera – Non mi resta che dare il benvenuto a Flora Trade e complimentarmi di questa scelta”. ■

Dalle aziende

Ercole, l’innovativo vaso Pasquini e Bini che migliora la coltivazione Pasquini e Bini, la famosa azienda Toscana per la produzione di contenitori per la coltivazione vivaistica ha messo a punto un nuovo vaso con spiccate caratteristiche antispiralizzazione a cui si aggiungono altri elementi positivi come il miglioramento del drenaggio, una più evidente crescita dell’apparato radicale, un minore se non anche nullo stress da trapianto. Insomma un vaso per coltivare veramente le piante. Infatti le piante prodotte in questi vasi riducono notevolmente il tempo di coltivazione per ottenere le stesse dimensioni con vasi tradizionali e quando vengono messe a dimora garantiscono una sicura presa ed un immediata crescita. Il suo sviluppato sistema di aereazione, dato dai fori laterali, blocca l’andamento circolare e quindi la spiralizzazione delle radici nel momento in cui entrano in contatto con la luce. Ecco che l’apparato radicale periferico della pianta non va in stress e la crescita della parte epigea è più veloce e vigorosa che nei normali vasi da vivaio. ■ Pag. 18 • Lineaverde Gen/Feb 2015


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Lineaverde News Attualità

Riunione nazionale di associazioni e Distretti florovivaistici Si è tenuto presso Palazzo Lombardia, a Milano, un incontro interregionale tra le principali associazioni e distretti florovivaistici italiani patrocinato dalla Regione Lombardia. Si è discusso di tre temi di interesse comune: la Pac (contributi per il Florovivaismo), l'idoneità professionale (possibile riconoscimento giuridico dell’attività di costruzione e manutenzione del verde-anche in attività connessa) e il piano nazionale triennale del florovivaismo 2014-2016 (applicazione). PAC. Su questo tema si sono evidenziate le criticità di applicazione degli attuali parametri, per le caratteristiche dimensionali medie della realtà nazionale del settore florovivaistico. In sede di riunione si conviene di intervenire attraverso: la possibilità di modificare il valore del titolo base in funzione dei coefficienti da applicare in base al tipo coltivazione; si evidenzia che le unità lavorative per ettaro nel florovivaismo sono superiori alla media di quelle impiegate nel mondo agricolo, in alcuni casi di ben dieci volte, si fa rilevare il maggior rischio legato alla lunghezza del ciclo di coltivazione, la non certezza di vendita e si sottolinea il valore ambientale legato alla specificità delle produzioni florovivaistiche (abbattimento CO2 e captazione polveri sottili). Idoneità professionale. Tra le imprese che operano nel settore florovivaistico, ci sono soggetti che esercitano l’attività di costruzione e manutenzione del verde per i quali non sono attualmente previsti requisiti minimi di idoneità professionale indispensabili al corretto svolgimento

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dell’attività. Pertanto, l’obiettivo è quello di definire l’idoneità e la qualifica di professionalità aziendale, affinché ogni Impresa operi nel corretto rispetto dei principi botanici ed agronomici, a tutela dell’ambiente, e del consumatore finale, promuovendo nel contempo le aziende che operano nel settore e garantendo un migliore servizio di qualità. In sede di riunione si conviene che: si possa avere una normativa che tuteli l’attività dei costruttori, manutentori del verde, sia in attività artigianale, che agricola all'interno delle attività connesse, attraverso una certificazione che dimostri la capacità tecnica da attribuirsi a un responsabile opportunamente preparato (titolo di studio specifico riconosciuto sul territorio nazionale, o corso parificato, comprovata esperienza conseguita nel settore della costruzione e manutenzione del verde); rendere obbligatoria la formazione continua non solo del tecnico in oggetto ma anche degli operatori preposti ai lavori. Si chiede che vengano messe in atto azioni di sensibilizzazione, in maniera trasversale a piú Ministeri sul tema della certificazione, ad esempio il

Ministero dei Beni culturali, Ministero dell’Ambiente e il Ministero delle Attività Produttive che potrebbero trovare vantaggi nell’applicazione di una norma in tema di certificazione dell'attività sul territorio Nazionale. Piano nazionale triennale del florovivaismo 2014-2016. Le Associazioni imprenditoriali e i Distretti chiedono l'applicazione degli interventi approvati in Conferenza Stato-Regioni ad agosto 2014, del Piano Nazionale Triennale del Florovivaismo, ritenendo di vitale importanza che vengano concretizzati i punti definiti all'interno dello stesso. A seguire si è provveduto a suddividere la quasi totalità degli interventi, in azioni che richiedono investimento economico e azioni che non lo richiedono, per meglio focalizzare l'interessamento da parte dei Ministeri e Assessorati di competenza. Inoltre sono state manifestate specifiche esigenze del settore, dividendole in due gruppi. Il primo, obiettivi e azioni che non richiedono investimento economico, raccoglie i seguenti punti: intervenire sulla normativa relativa ai rifiuti per favorire le filiere di recupero e riciclaggio e soprattutto prevedere la possibilità di utilizzare i residui di potatura (sfalci e ramaglie) del verde pubblico e privato nel settore dell’energia, classificando le biomasse come sottoprodotti e non rifiuti; chiarire e uniformare la normativa relativa all’accatastamento delle serre e aggiornare la definizione relativa riportata nel D.M. del Ministero delle Finanze del 2 gennaio 1998 n. 28; combattere l’abusivismo nell’ambito della manutenzione del verde attraverso la creazione di elenchi presso le


Cciaa degli operatori del verde previa formazione e attraverso la concessione di sgravi per chi si rivolge ad operatori regolari; estendere i crediti di carbonio alla aziende florovivaistiche ma anche alle Amministrazioni locali virtuose nell’ampliare l’utilizzo consapevole e adeguato delle aree a verde nell’arredo urbano nei parchi, nei giardini e nelle aree di coltivazione e, nel contempo rimuovere gli ostacoli che rendono inaccessibili alcune forme di benefici ambientali alle aziende florovivaistiche (certificati bianchi ecc.); regolamentare in modo adeguato le promozioni e il sottocosto per prodotti come quelli florovivaistici, legati a ricorrenze e a forte stagionalità; disciplinare l'attività dei vivai pubblici ,regolamentando la cessione a titolo oneroso delle specie in concorrenza con i vivai privati”. Il secondo gruppo comprende obiettivi e azioni che richiedono investimento economico: sviluppare un sistema di incentivi, in termini di agevolazioni fiscali per la creazione e manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree a verde pubbliche e private, parificando tali interventi alle opere e alle ristrutturazioni edili; favorire l’inserimento di tecnici qualificati di matrice agronomico all’interno delle amministrazioni pubbliche, con l’obiettivo di garantire il monitoraggio corretto del risultato delle opere a verde, ottimizzando quindi gli investimenti e i risultati; promuovere una nuova cultura del verde per la salute dei cittadini nei centri urbani e stimolare la ripresa dei lavori pubblici (patto di stabilità), inserendo la separazione delle opere a verde dai general contract; favorire investimenti per opere a verde, che prevedano adeguate compensazioni ambientali, al fine di ridurre gli impatti dovuti a grandi opere, abbattendo l’inquinamento atmosferico e rispettando così i parametri previsti dal Trattato di Kyoto; considerare l’opera a verde nelle trasformazioni urbane come opera di urbanizzazione primaria mantenendo inalterati i valori minimi previsti dagli standard presenti nelle leggi urbanistiche Nazionali e Regionali, al fine di migliorare la qualità della vita e garantire una elevata qualità progettuale del sistema vegetale nelle aree sottoposte a trasformazione. ■


> IL PUNTO <

IPM Essen 2015: la fiera è viva, il mercato anche... di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

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IPM Essen è stata ancora una volta in grado di aumentare la propria internazionalità con il 43% di visitatori provenienti dall'estero: nei quattro giorni di fiera ci sono stati in tutto oltre 50milla visitatori.


uando ho organizzato il viaggio per la fiera IPM ESSEN pensavo di trovare una situazione di generale preoccupazione ed una fiera che risentisse di quello che in realtà è il clima economico in cui vive il florovivaismo italiano. Invece appena arrivato il martedì pomeriggio mi sono subito reso conto, fortunatamente, che la situazione sembrava decisamente migliore: padiglioni pieni, molte nuove aziende, un ricco programma collaterale ed una buona disposizione degli operatori. Tutto questo è stato confermato dai

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Corridoi pieni alla IPM.

dati ufficiali della fiera: 1.604 espositori provenienti da 49 paesi che hanno presentato i loro prodotti e servizi per il florovivaismo. Nei quattro giorni di fiera ci sono stati in tutto 56.500 visitatori professionali con una crescita del 7% dei visitatori stranieri che sono arrivati nella Ruhr per vedere le più recenti creazioni di piante, le migliori tecnologie, la floristica trendy e nuovi strumenti di marketing efficaci per il punto vendita. “Stiamo lavorando ad uno degli eventi di maggior successo dei 33 anni di storia della IPM Essen. Mai prima d’ora così tanti espositori hanno presentato le loro innovazioni come quest’anno e, mai prima d’ora, avevamo avuto così tanti visitatori che provenivano da fuori della Germania. Questi sono risultati di prima classe”, dice Oliver P. Kuhrt, CEO di Messe Essen GmbH, evidentemente molto soddisfatto. Quindi nel 2015, IPM Essen è stata ancora una volta in grado di aumentare la propria internazionalità con il 43% di visitatori provenienti dall'estero, oltre 24.000. Ovviamente la maggioranza (83%) di loro proveniva dall’Europa. Ma c'è stato un sensibile aumento anche per quanto riguarda gli ospiti dall'America (6%) e dall’Asia (9%). Tre quarti dei visitatori sono persone che hanno responsabilità di acquisto e approvvigionamento; cosa che conferma la forte caratteristica professionale della manifestazione e che potrebbe prefigurare un ulteriore sviluppo di lavoro nei prossimi mesi grazie ai contatti

registrati in fiera dove, come sappiamo, è sempre più difficile che si concludano ordini anche se c’è chi aspetta proprio la fiera per decidere come orientarsi per i propri acquisti. Quest’anno, IPM Essen è stata luogo di numerosi incontri per scambiare idee su un tema importante come alzare il valore degli impianti e sviluppare nuove strategie di vendita. Jürgen Mertz, presidente del Zentralverband Gartenbau e. V. (Associazione Centrale di Orticoltura): “Per me, la fiera 2015 concentrata sulla questione di come il nostro settore sia in grado di aumentare l’apprezzamento dei prodotti e servizi ha portato a costruire una forte coalizione che si sta assumendo la responsabilità e, anche in termini finanziari, ha posto la prima pietra per una campagna d'immagine diffusa del florovivaismo. Siamo sulla buona strada e siamo contenti di ogni nuovo partner”. Insomma in Germania gli operatori della filiera florovivaistica si coalizzano e fanno anche azioni d'immagine collettiva.

IPM Innovation Showcase In totale, 39 espositori hanno presentato 65 novità per l’IPM Innovation Showcase. Nella categoria “Fioriture primavera” la commissione di esperti ha deciso a favore della Leucanthemum hosmariensis Hybride ‘African Rose’ di Kientzler da Gensingen, Germania. Il Bidens Hybride, Beedance® ‘Red Eye’ dal Moerheim, Paesi Bassi, si è distinto nella cate-

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IPM è il primo appuntamento dell’anno e, di solito, le indicazioni rilevate danno il segno a tutto l'anno agrario per quello che riguarda l’export. Pag. 23 • Lineaverde Gen/Feb 2015


> IL PUNTO <

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2 1.-5.-6.-7.-8. Padiglione Italia. 2. Padiglione Francia. 3. Padiglione Spagna. 4. Padiglione Danimarca.

goria “piante da balcone”. Il heterophylla Boronia ‘Lipstick’ della EPS di Kevelaer, Germania ha ricevuto il titolo di “IPM Innovazione 2015” nella categoria “Tub Piante”. La Sunlight Promenaea (Promenaea ribalta x Promenaea xanthina) di Klusmann da Friedeburg, Germania, è stato

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premiato nella categoria “Flowering House Plants”. Nella categoria “piante verdi d'appartamento“, il Altilis Artocarpus ‘Maafala’ di Cultivaris America del Nord, Stati Uniti, che è anche la “IPM Innovazione 2015”. Nella categoria “piante da foresta”, la giuria ha deciso a favore della micranthum Rhododendron ‘Bloombux®’ di Heinje da Edewecht. Nella categoria “cespugli e arbusti” la giuria ha scelto l’Alopecuroides Pennisetum ‘Hameln Gold’ da Cultivaris America del Nord, Stati Uniti, come “IPM Innovazione 2015”. Ricco il programma collaterale che, ancora una volta, ha incontrato una risposta positiva da parte dei visitatori. A questo proposito l’attenzione è stata centrata sull’informazione, lo scambio di idee e di networking. Il tema centrale è stata la promozione

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della generazione up-and-coming. Il secondo giorno della fiera circa 500 alunni delle medie hanno partecipato al Training Day, organizzato in collaborazione con le associazioni del settore, acquisendo le informazioni sulle molteplici possibilità occupazionali nel loro settore. Erano predisposte delle postazioni per gli alunni che hanno potuto prendere confidenza con le varie attività in orticoltura dando sostanza al “Green Career“ la Borsa del Lavoro che agisce come intermediario per i posti liberi. Quest’anno, il Forum Internazionale sull'orticoltura è stato dedicato alle condizioni quadro economiche ed alle opportunità di mercato in Spagna. Il Paese è un esportatore di piante molto importante e presente in Germania dove c'è un mercato reale e potenziale molto interessan-


3 te. Il forum ha anche fornito informazioni sui vari programmi educativi che consentono lo scambio internazionale di idee tra giovani specialisti. Nella manifestazione informativa per vivaisti, paesaggisti, architetti e responsabili delle decisioni comunali, la fondazione chiamata “Die grüne Stadt“ (La Città Verde) ha spiegato come una quantità maggiore di verde migliora il clima in città. Il verde urbano corretto protegge, non solo gli edifici dalle conseguenze di estremo calore e freddo, ma fissa anche l'anidride carbonica e le polveri sottili dall’aria, migliora il microclima locale producendo ossigeno e promuove la biodiversità. La mostra di Zentralverband Gartenbau ha fornito due punti focali principali: da un lato è stato affrontato il

4 tema dei substrati e del loro corretto utilizzo, dall'altro sono stati presentati i risultati del progetto Interreg UE, intitolato “Greenhouse care“ che, dopo quattro anni di lavoro di ricerca, hanno evidenziato soluzioni ecocompatibili e sostenibili per le produzioni in serra. Come abbiamo detto c’è stata una generale soddisfazione per l’andamento della fiera e noi abbiamo raccolto alcune opinioni come quella di Garry Grueber, managing partner, Cultivaris North America LLC, espositori di IPM per la prima volta: “La risposta dei visitatori è stata travolgente. Il nostro tema di ‘Giardinaggio urbano’ ha suscitato l'entusiasmo in molti. Siamo stati in grado di soddisfare tutti i nostri partners commerciali ed il fatto che abbiamo vinto non meno di due categorie di

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IPM Innovation Showcase con i nostri impianti è stata la ciliegina sulla torta”. Dirk Röse, corporate communications manager, Klasmann-Deilmann GmbH: “IPM conferma la sua posizione di prima fiera mondiale nel settore verde ed ha fornito un segnale importante per la continuità della produzione florovivaistica internazionale”. Alexander Kientzler, Kientzler Gartenbau GmbH & Co. KG: “Per noi IPM è una buona piattaforma al fine di mantenere ed estendere i contatti nazionali ed internazionali. I visitatori del nostro stand hanno apprezzato la comunicazione diretta e la possibilità di ottenere informazioni sui nostri concetti di piante. Completato dal nuovo Winterzauber (Winter Magic), la commer-

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> IL PUNTO <

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cializzazione di piante di alto valore è un tema per tutto l’anno”. Mauro Vesco, export manager, FlorCoop Lago Maggiore: ”IPM Essen è l'unica fiera al mondo in cui vale la pena essere un espositore. L’internazionalità degli espositori e dei visitatori è impareggiabile rispetto a qualsiasi altro evento”. Sebastian Heinje, managing director, Diderk Heinje Pflanzenhandel: “IPM ha luogo in un momento perfetto: poco prima dell’inizio della stagione, quando tutti sono contenti nell’attesa dell'inizio dell’attività primaverile e, per noi, la fiera è importante al fine di soddisfare i nostri clienti e stabilire nuovi contatti. Abbiamo portato la nostra gamma completa per dimostrare la nostra efficienza. Siamo particolarmente soddisfatti per aver vinto la Show Your Colours Award con il bosso da fioritura chiamato ‘Bloombux’. Questa pianta ha avuto una risposta fantastica e siamo positivamente sorpresi dalla forte domanda”. Infine buone indicazioni per le aziende florovivaistiche pistoiesi: “c’è una conferma e un rinvigorimento dell’in-

teresse nei confronti delle nostre aziende da parte dei tanti visitatori professionali alla fiera” - spiega Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia, che è in Germania insieme agli imprenditori della provincia “complessivamente sono una trentina le aziende pistoiesi presenti in mezzo a 1.500 espositori da tutto il mondo. Le prime indicazioni sugli ordinativi raccolti sono buone; IPM Essen è il primo appuntamento dell’anno e, di solito, le indicazioni rilevate danno il segno a tutto l'anno agrario per quello che riguarda l’export”. Indicazioni che confermano la tendenza evidenziata dall'ufficio studi Caript, che ha rilevato un aumento delle esportazioni del 2,3% nel terzo trimestre 2014, grazie alla ripresa delle vendite nella maggior parte dei mercati. In conclusione una buona fiera che dà un po’ di respiro ad un settore che deve trovare nuovi slanci produttivi. Contiamo su un 2015 positivo dove gli operatori riescano a trovare una sintesi a tutti i livelli per tornare con ancora più fiducia alla IPM 2016 che si terrà dal 26 al 29 gennaio. ■

1. Raro esemplare di Tasso. 2. Area dedicata all'IPM Innovation Showcase. 3. Rhododendron micranthum Bloombux.

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4. Lo stand di Lineaverde.

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5. Significative strutture di ricerca.



> TENDENZE <

Florovivaismo europeo: quali prospettive dopo il bizzarro 2014? di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

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L’andamento climatico bizzarro del 2014 si è rivelato alquanto sfavorevole per le produzioni florovivaistiche. Nel 2015 assisteremo ad un riassetto complessivo delle condizioni produttive e delle relazioni competitive che richiederà una capacità di ricerca ed innovazione eccezionale per mantenere la forza produttiva ed il ruolo nel panorama mondiale.


N

el 2014, la copiosa piovosità, la sostanziale assenza dell’estate e l’autunno ritardato e prolungato hanno ridotto lo spazio temporale del mercato delle piante vive creando anche non poche problematiche alle operazioni colturali. Le fiere autunnali hanno confermato la situazione difficile in cui versa il settore anche a causa della crisi economica generale e della diminuzione sia delle possibilità di spesa dei privati che della minore o come in Italia quasi del tutto azzerata capacità d’investimento del sistema pubblico. Il florovivaismo europeo è sempre caratterizzato da un processo di trasformazione che vede la crescita di nuove realtà produttive, l’aumento dell’offer-

ta, soprattutto nel campo dei prodotti di maggior consumo e la crescente concorrenza internazionale specie per i fiori recisi e le piante in vaso, infine vi sono sempre nuovi problemi agronomici e fitosanitari che i produttori debbono fronteggiare.

Qualità e assortimento per distinguersi La produzione florovivaistica è articolata in diverse tipologie con caratteri e mercati differenti: fiori da recidere e fogliame ornamentale, piante in vaso per interni, piante da balcone, piante da esterno, bulbicoltura e piante da vivaio; per i quali non esistono percorsi produttivi e commerciali univoci. Il contesto creatosi richiede in particolare nel nostro paese ed in Europa ingenti investimenti per ampliare l'assortimento ed offrire un prodotto di alta qualità in modo da mantenere un vantaggio competitivo almeno verso la fascia di mercato più esigente, perché non possiamo pensare di competere sul fronte dei prezzi con paesi i cui costi sono largamente inferiori a quelli europei anche a causa delle diverse normative e delle minori garanzie di qualità totale del prodotto e di salvaguardia dell’ambiente sulle quali occorrerebbe un azione decisa dell’Unione Europea a livello di organismi internazionali. Secondo le statistiche ufficiali nel mondo sono destinati alle produzioni florovivaistiche circa 1,3 milioni di ettari di terreno, suddivisi tra fiori e piante in vaso (530.000 ettari), piante da vivaio (oltre 700.000 ettari) e bulbi (70.000 ettari). In valore la produzione di fiori e piante in vaso, piante da vivaio e bulbi raggiunge quasi i 38.000 milioni di euro e coinvolge circa 170.000 aziende. In Europa e negli Stati Uniti la produzione di fiori e piante riveste una notevole importanza economica e sociale; coinvolge circa il 31% della superficie mondiale destinata a fiori e piante ornamentali

e il 62% della produzione mondiale florovivaistica.

Superfici coltivate in calo Dall’inizio di questo secolo però si sta registrando un trend negativo sia di superfici investite sia del valore del prodotto nell'area dell'Unione Europea. Nel 2013 il valore della produzione florovivaistica Europea è stimata dalla Commissione in 21 miliardi di Euro con una diminuzione, a prezzi costanti, dello 0,4% rispetto al 2012. I paesi principali sono l’Olanda con il 30% (=), l’Italia con il 13,7% (-0,4%), la Germania 12,7% (+0,7%), la Francia 12% (=), la Spagna 11% (=), il Regno Unito 5,3% (-07%) ed il Belgio 2% (3%). La produzione florovivaistica rappresenta oltre il 5% della produzione agricola dell'UE a 27; l'Italia è seconda in termini di valore della produzione florovivaistica solo all'Olanda: la produzione ai prezzi base del settore piante e fiori nel 2013 è stimata in circa 2,7 miliardi di euro, pari al 7% circa dell'intera produzione agricola nazionale. Per quanto riguarda la superficie siamo di fronte ad un andamento altalenante ma ormai stabilizzato sui 200.000 ettari coltivati di cui il 40% in Olanda, in Germania abbiamo una certa diminuzione, l’Italia, Spagna e Polonia sono stazionarie ed in crescita +1% la Francia. Le aziende sono generalmente diminuite per i fiori recisi e le piante in vaso (attestandosi sulle 60.000), segno evidente di un processo di ristrutturazione in corso ed imputabile agli alti costi energetici ed all'aumento della pressione competitiva, mentre in generale aumentano per i vivai (attestandosi sulle 55.000). Riguardo ai flussi commerciali dell’Unione Europea è da sottolineare che le importazioni nel 2013 sono diminuite in volume del 4% rispetto al 2012 ed in valore sono aumentate del 2% raggiungendo il valore di 1,60 miliardi di euro.

»»

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> TENDENZE <

Consumi in calo Si conferma, se era necessario, l’ulteriore contrazione dei consumi interni in tutti i paesi europei, dato peraltro ormai strutturale e che deve far riflettere. Infatti la costante e progressiva diminuzione del consumo procapite in Europa che nel 2013 è attestato a 37€ per persona con una evidente differenza fra i paesi della vecchia Europa dove è pari a 44€ e quelli della nuova dove è pari a 10€ che evidenzia come vi siano grandi possibilità di crescita del consumo se aumenteranno i redditi delle popolazioni dei paesi che sono entrati recentemente nell’Unione. Per quanto riguarda l’Italia dobbiamo evidenziare una contrazione, ancora più accentuata a seguito della crisi finanziaria mondiale. Infatti la spesa media pro-capite degli italiani per l'acquisto di prodotti ornamentali, è passata dai 70 euro spesi all'inizio degli anni ‘90 ai 43 euro spesi nel 2013; ciò anche a causa della pressione esercitata sul consumatore da parte di altri beni di consumo, che hanno dirottato la capacità di spesa di quest'ultimo su altri settori. Occorre pertanto intervenire con norme sia fiscali di uniformare e possibilmente ridurre

la tariffazione IVA sui fiori e le piante e poi individuare strumenti che incentivino il consumo di fiori e piante a livello pubblico. Quest’ultimo aspetto è peraltro fondamentale per migliorare la qualità della vita delle aree urbane ed anche l’accoglienza turistica.

Le dinamiche commerciali Il sistema commerciale europeo di fiori e piante ornamentali ruota intorno all'Olanda, che svolge una funzione centrale negli scambi sia extracomunitari, sia intra-comunitari. Grazie alla crescita delle esportazioni di piante in vaso e di piante ornamentali dal 2002 il saldo della bilancia dei pagamenti è in positivo ed è addirittura raddoppiato nell’ultimo con una progressiva riduzione del saldo negativo di fiori e fronde recise. E’ chiaro che nei prossimi anni assisteremo ad un riassetto complessivo delle condizioni produttive e delle relazioni competitive fra i vari paesi europei e fra l’Europa e le altre aree produttive mondiali che comporterà una capacità di ricerca ed innovazione eccezionale per mantenere la forza produttiva ed il ruolo nel panorama mondiale. Tutto ciò avverrà all’interno di in

Rapporti commerciali a livello mondiale

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quadro normativo che l’Unione Europea sta delineando con una serie di regolamenti improntati alla reciprocità commerciale ed alla sostenibilità produttiva. Sono infatti crescenti gli accordi di reciproco e libero scambio con molti paesi a livello internazionale; sono ormai in fase di definizione le norme fitosanitarie per impedire l’importazione dai paesi terzi di nuovi agenti patogeni, ma anche per impedirne la loro diffusione all’interno dell’Unione Europea; sono allo studio procedure e norme per il controllo della diffusione delle specie aliene che possono alterare l’equilibrio ecologico ed al tempo stesso la valorizzazione della biodiversità dei vari territori. Non sfugge a nessuno che diventa irrinunciabile per qualunque paese avere una propria capacità di ricerca e di riproduzione di specie tipiche del territorio e di valore ornamentale, perché sarà insieme alla capacità di garantire la sicurezza fitosanitaria un elemento determinante della capacità competitiva sia europea che mondiale. Accanto a questo è però necessario un maggiore ed incisivo ruolo politico-istituzionale per evitare che le nostre produzioni siano vessate all’esportazione come sta accadendo sempre più spesso, in specie per le piante vive, con i nostri principali importatori (Russia e Turchia). Le prospettive del florovivaismo Europeo si possono sintetizzare in un lento ampliamento dei consumi totali ed è sperabile anche di quelli procapite, in un aumento delle esportazioni e probabilmente anche delle importazioni extra-UE. Si renderà più cogente la concorrenza internazionale sui prodotti standard e giocoforza i produttori europei dovranno sempre di più orientarsi verso prodotti a maggior contenuto tecnologico ed agronomico, ma anche verso prodotti in grado di rispettare le normative e la domanda più evoluta dei consumatori sia privati che pubblici. ■


La qualità non ha bisogno di parole

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> INTERVISTA <

Nuovo Presidente per l’Assoc Vannino Vannucci, presidente dell’Associazione Vivaisti Pistoiesi: il punto sul settore e le attività dell’Associazione. di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

ecentemente si è tenuta l’Assemblea generale dell’Associazione Vivaisti Pistoiesi che rappresenta una gran parte della produzione vivaistica di questo distretto produttivo con un ampia gamma di produzioni, di tipologie aziendali e di modalità produttive. Insomma tutta la filiera, tanto che oltre ai soci vivaisti vi sono molti operatori dei settori collegati che collaborano frequentemente alle attività dell’Associazione nata ormai da più di dieci anni e che per certi versi è stato anche il seme che poi ha dato origine al Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia. Dopo Innocenti Giorgio, Fabrizio Tesi ed Andrea Zelari la Presidenza è andata ad un altro dei fondatori e cioè a Vannino Vannucci che non ha certamente bisogno di presentazioni ma che io voglio ringraziare per la costante disponibilità a lavorare per il settore insieme alle istituzioni ed agli altri soggetti.

R

Allora Presidente, intanto grazie del tempo, e comincerei con il chiedergli un giudizio sull’attuale congiuntura della produzione vivaistica generale. Sembra che stiamo vivendo una fase in cui crediamo un po' meno nelle nostre produzioni tipiche, che notoriamente necessitano tempi di crescita piuttosto lunghi e che per tali motivi, in passato, ci aveva allontanato dallo

scontro diretto con concorrenti europei e mondiali molto attrezzati, che spesso ha rivolto attenzione a prezzi ed introiti più facili e rapidi. Non bisogna mai dimenticare quelle che sono le nostre capacità e le capacità dell'indotto a lavorare e pensare nel mediolungo termine e che in passato hanno reso unica la nostra produzione. Secondo lei è necessario un cambiamento radicale di mentalità per la sopravvivenza delle aziende in questo settore? È ancora importante il lavoro di filiera? Assolutamente sì. Il nostro settore, caratterizzato da molte aziende di famiglia ha sempre trovato forza nei valori. I cambi generazionali hanno sempre rafforzato le nostre aziende, in contro tendenza rispetto ad altri settori economici. Tutte le aziende, a prescindere dalle loro dimensioni, hanno svolto un lavoro indispensabile per il buon funzionamento della filiera, dove ogni appartenente ha una funzione precisa per il miglior posizionamento del prodotto. Questa è da sempre la nostra forza. La paura dei cambiamenti importanti, che nel prossimo futuro saranno necessari, dovrà essere vinta? La necessità di cambiare le nostre abitudini (da servire i nostri clienti a stimolare la domanda) dovrà essere radicale. Il vivaismo è cambiato e dobbiamo tutti prenderne atto immediatamente. Dovremo chiarire che le contrapposizioni fra aziende più grandi e più piccole non esistono. Conosco aziende di grandi dimensioni poco attente alle evoluzioni del mercato e aziende piccole da prendere come esempio per laboriosità ed intraprendenza.


c iazione Vivaisti Pistoiesi Ritiene utile una formazione continua per tutti gli addetti del settore florovivaistico? Parlare di formazione in momenti congiunturali particolarmente difficili come quelli che sta attualmente attraversando la nostra economia, in cui è necessario tagliare i costi, potrebbe forse sembrare anacronistico visto che le priorità aziendali della maggior parte delle imprese, sembrano essere altre: conservare le quote di mercato, rafforzare la posizione competitiva, migliorare i livelli di produttività, abbassare il costo del lavoro, fare più innovazione, conservare la fiducia di clienti, banche e fornitori, investire in programmi di ricerca e sviluppo e aprirsi maggiormente all’internazionalizzazione. Eppure, l’importanza strategica della formazione continua e dell’aggiornamento professionale delle risorse umane, dovrebbe essere ormai scontata e apparire del tutto evidente se si pensa a ciò che essa consente di realizzare in termini di sviluppo e acquisizione di nuove competenze, di miglioramento della qualità della comunicazione e del clima aziendale, di incremento del livello di motivazione e coinvolgimento del personale e di innalzamento dei livelli di efficienza e produttività. D’altronde, non v’è dubbio che una formazione di qualità che stimoli il miglioramento personale e la crescita professionale dei singoli e dei gruppi, possa costituire anche una potente leva per la promozione in azienda di un benessere organizzativo, come lo definiscono gli esperti. Una maggiore condivisione delle "nuove" politiche agricole e territoriali è ancora importante per lo svi-

I numeri del vivaismo Pistoiese L’attività vivaistica ornamentale è concentrata nella Valle dell’Ombrone Pistoiese ed interessa oltre 5.200 ettari, 1.500 aziende ed oltre 5.500 addetti diretti. Le tipologie produttive realizzate dal comparto sono diversificate: conifere, alberi ornamentali a foglia caduca, arbusti a foglia caduca rampicante ed altri arbusti, rose e categorie particolari come le palme e le acidofile: camelie, azalee e rododendri. Tra queste, le conifere occupano senz’altro un posto di primo piano fra le piante arboree ornamentali. La produzione è ripartita in: 1.420 ha. alberi a foglia caduca; 1.350 ha. Conifere; 1.600 ha. alberi e arbusti sempreverdi; 100 ha. rose; 380 ha. rampicanti; 350 ha. alberi a foglia caduca.

luppo del settore? Credo che il compito delle associazioni di categoria torni ad essere primario. Anche le Istituzioni sono di nuovo chiamate a farsi carico responsabilmente di tutto il comparto e del suo indotto, senza sé e senza ma, a partire dal "nanismo infrastrutturale" in cui si trovano a lavorare molte aziende agricole in gran parte d'Italia. Credo però che il prossimo futuro sia ancora più impegnativo perchè i tempi sono molto diversi. Credo che occorrerà riprendere con pazienza, senza personalismi ed invidie, senza gelosie e malizia il cammino comune nella convinzione che la squadra potrà vincere solo se unita. Vorrei citare un proverbio africano che dice: “se volete andare in fretta andate da soli, ma se volete andare lontano andate insieme”. Credo infine che non ci sia però molto tempo da perdere ancora, per fare delle scelte profonde, radicali e coraggiose. Cosa intende fare l'Associazione Vivaisti Pistoiesi? Quale programma di lavoro si è dato il nuovo consiglio? Innanzitutto mi preme ringraziare il

Presidente Zelari e tutto il Consiglio che in questi anni ha dovuto affrontare e superare con caparbietà e professionalità, molte sfide delicate. L'associazione Vivaisti Pistoiesi ha, e avrà sempre, lo scopo di promuovere, tutelare e valorizzare il settore vivaistico a livello locale, nazionale, europeo ed internazionale. Per questo motivo uno degli obiettivi prossimi da portare all'attenzione dell'assemblea sarà quello di creare legami a carattere nazionale per affrontare unitariamente le tematiche di settore. A tal riguardo sento molta compattezza fra i soci e sono felice che l'allargamento della base sociale si sta pian piano compiendo. Ad oggi l'associazione conta circa 200 soci iscritti. L'altro grande obiettivo non sarà quello di fornire nuovi servizi ai soci ma soprattutto di affiancarli nelle loro scelte, sempre più diverse e globali. L'Associazione Vivaisti, infine, da sempre supporta e stimola il lavoro delle associazioni sindacali di categoria, sulle quali ha sempre riposto la massima fiducia.” Bene, grazie Presidente Vannucci e buon lavoro per la Presidenza e per la sua azienda. ■ Pag. 33 • Lineaverde Gen/Feb 2015


> TECNICHE <

Limitare la spiralizzazione delle radici di piante allevate in contenitore di Piero Frangi1, Alessio Fini2, Gabriele Amoroso1, Riccardo Piatti1, Elena Robbiani1, Francesco Ferrini2 1

Fondazione Minoprio - centro MiRT Vertemate con Minoprio (CO) 2 DiSPAA, Sezione Colture arboree Università degli Studi di Firenze, Sesto Fiorentino (FI)

Un apparato radicale mal conformato causa limitazioni nell’assorbimento di acqua ed elementi nutritivi ma non solo, nel lungo periodo una conformazione radicale non ottimale mina la stabilità meccanica della pianta, favorendo schianti e ribaltamenti. Per questo è stato studiato l'utilizzo di alcuni tipi di contenitori, rispetto ai tradizionali vasi a pareti lisce,nel prevenire o limitare il fenomeno della spiralizzazione.

Contenitori utilizzati nelle prove del 2008. Da sinistra a destra: Superoots Air-CellTM, Quadro fondo rete, tradizionale a pareti lisce.

Contenitori utilizzati nelle prove del 2009. Da sinistra a destra: Superoots Air-PotTM, Quadro antispiralizzante, tradizionale a pareti lisce.

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a forma del contenitore utilizzato per la crescita in vivaio delle specie arbustive e arboree può influenzare lo sviluppo delle piante nella fase post-trapianto. Le piante mantenute per un lungo periodo nei comuni vasi di plastica a pareti lisce presentano radici deformate in quanto le radici laterali non possono estendersi in orizzontale e tendono quindi a “girare” nel vaso o a crescere in verticale verso il fondo del contenitore per poi risalire. Un apparato radicale mal conformato causa limitazioni nell’assorbimento di acqua ed elementi nutritivi, rendendo la pianta più sensibile agli stress e maggiormente suscettibile ad attacchi di patogeni terricoli, in particolare in fase post-trapianto. Nel lungo periodo, inoltre, una conformazione radicale non ottimale mina la stabilità meccanica della pianta, favorendo schianti e ribaltamenti. Diverse ricerche condotte in ambito internazionale hanno evidenziato come la sopravvivenza della pianta in fase post-trapianto sia direttamente correlata all’abilità della stessa di produrre rapidamente nuove radichette e come ciò sia correlato a una buona conformazione dell’apparato radicale. Per ridurre il fenomeno della spiralizzazione delle radici sono state messe a punto diverse tipologie di contenitori alternativi ai tradizionali. Essenzialmente vengono seguite tre vie: barriere meccaniche, aperture nelle pareti e nel fondo del vaso (contenitori finestrati), trattamento della superficie interna con rame. Barriere meccaniche: contenitori con forme differenti dal classico cilindro e con pareti provviste di setti che entrano all’interno del vaso, impedendo quindi alle radici di girare a spirale. Il controllo della spiralizzazione può però essere limitato nelle specie con apparato radicale molto vigoroso.

L

Sopra, trapianto in campo (primavera 2010). Sotto, veduta degli alberi in prova un anno dopo il trapianto.

Contenitori finestrati: viene sfruttato il fenomeno dell’air-pruning, cioè di una potatura naturale dovuta all’effetto disidratante dell’aria sugli apici radicali. La presenza di aperture nelle pareti e/o nel fondo del vaso favorisce questo fenomeno, stimolando l’emissione di nuove radici vaso dagli apici disseccati. In questo modo si ottiene un apparato radicale ben sviluppato in tutto il volume del vaso e non solo in prossimità delle pareti. Trattamento con rame: le pareti in-

terne del vaso vengono trattate con rame, e gli apici radicali che giungono alle pareti del vaso vengono inibiti nella crescita, come nel caso dell’air-pruning. Questa inibizione favorisce la ramificazione dell’apparato radicale e la conseguente esplorazione del substrato contenuto nel vaso. Attualmente l’unico prodotto utilizzabile è lo Spin-Out (non registrato in Italia), a base di idrossido di rame. Alcune tipologie di vaso sfruttano

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> TECNICHE <

Tab. 1 - Percentuale di spiralizzazione radicale dopo uno o due anni in vaso e dopo due o quattro anni dal trapianto di piante di tiglio e olmo allevate in differenti tipologie di contenitore. Percentuale di radici spiralate dopo Tipologia di vaso

1 anno in vaso

2 anni in vaso

2 anni in vaso + 2 anni in vaso + 4 anni in terra 2 anni in terra

Tilia cordata Superoots Air-Cell/Air-Pot

13,2 b

18,3 b

16,0 c

43,3 c

Quadro fondo rete/antispiralizzante

15,1 b

19,3 b

33,0 b

60,4 b

Vaso tradizionale a pareti lisce

26,2 a

34,6 a

56,0 a

81,4 a

**

**

**

**

Significatività

Ulmus minor Superoots Air-Cell/Air-Pot

11,3 b

25,0 c

33,0 b

34,9

Quadro fondo rete/antispiralizzante

17,1 b

48,0 b

77,7 a

54,0

Vaso tradizionale a pareti lisce

26,8 a

58,9 a

90,2 a

56,0

**

**

**

n.s.

Significatività

La scelta del contenitore influenza drasticamente la qualità dell’apparato radicale delle piante arboree, e un apparato radicale malformato nelle prime fasi di crescita continua ad esserlo nelle fasi successive. più vie. Lo statunitense RootMaker è un tipo di contenitore ricco di angoli e di fori per l’aria, in modo da deviare continuamente le radici e favorirne la ramificazione laterale. Il sistema Air-Pot viene dalla Scozia e sta trovando una certa diffusione in Italia; si tratta di un vaso di polietilene ad alta densità riciclato di forma circolare e con le pareti formate da cuspidi orientate verso l’interno o l’esterno del vaso; le prime hanno l’estremità chiusa mentre le seconde sono forate. Questo particolare disegno stimola le radici a crescere verso l’esterno e a venire a contatto con l’aria: gli apici radicali si disidratano e le radici non spiralizzano, mentre è Pag. 36 • Lineaverde Gen/Feb 2015

stimolata la produzione di nuove radici assorbenti.

La sperimentazione Nella prova è stato verificato l'utilizzo di alcuni tipi di contenitori, rispetto ai tradizionali vasi a pareti lisce, nel prevenire o limitare il fenomeno della spiralizzazione delle radici. Giovani piante a radice nuda di due specie arboree, tiglio (Tilia cordata Mill.) e olmo (Ulmus minor Mill.), sono state allevate nel 2008 in tre tipologie di vasi da 0,9 litri (Superoots AirCell, Quadro Fondo Rete, tradizionale a pareti e fondo liscio); l’anno successivo le piante sono state rinvasate in contenitori da 3 litri con le stes-

se caratteristiche (Superoots Air-Pot, Quadro Antispiralizzante, vaso tradizionale). Nel 2010 parte delle piante sono state trapiantate in campo, continuando per quattro anni le osservazioni di crescita e la verifica periodica del grado di spiralizzazione delle radici. La conformazione dell’apparato radicale è stata influenzata dal tipo di contenitore adottato in vivaio sia in tiglio che in olmo (tabella 1). Nella prima specie la più alta percentuale di radici deformate è stata osservata sulle piante in precedenza allevate nel vaso tradizionale a pareti lisce e, tra i vasi antispiralizzanti, Air-Pot è quello che ha controllato meglio la formazione di radici deformate. In olmo si è osservato che inizialmente entrambi i contenitori antispiralizzanti hanno ridotto la percentuale di radici deformate, ma solamente AirPot ha permesso una significativa riduzione del fenomeno della spiralizzazione radicale dopo due anni dal trapianto. Nelle piante di olmo campionate dopo quattro anni dalla messa a dimora la riduzione della spira-


Conformazione delle radici di tiglio dopo 4 anni dal trapianto. In precedenza le piante sono state allevate: A: in contenitori Air-Pot; B: in contenitori Quadro antispiralizzante; C: in contenitori tradizionali a pareti lisce.

A B

lizzazione radicale nei contenitori Air-Pot non è risultata significativa, forse anche a causa della relativa eterogeneità delle piante. I dati di crescita dei germogli di tiglio rilevati alla fine di ogni stagione vegetativa (figura 1) evidenziano che, nel primo anno dopo la messa a dimora, non sono state osservate differenze di crescita tra le tesi a confronto, men-

C

tre nei tre anni successivi il maggiore allungamento dei germogli è stato registrato sulle piante precedentemente allevate nei contenitori AirPot. Le piante di tiglio mantenute in vivaio nei vasi Quadro Antispiralizzante hanno avuto, nella seconda stagione post-trapianto, una crescita minore dei germogli rispetto al controllo, mentre dall’anno successivo

A

l’allungamento dei germogli è risultato uguale o superiore al controllo. Ciò indica che in questo caso lo stress da trapianto non si è limitato alla prima stagione vegetativa ma è proseguito per un altro anno. Nel mese di aprile 2014 sono state eseguite, dallo Studio Gifor di Firenze, alcune prove di trazione sulle

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B

Conformazione delle radici di olmo dopo 4 anni dal trapianto. In precedenza le piante sono state allevate: A: in contenitori Air-Pot; B: in contenitori tradizionali a pareti lisce.

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> TECNICHE <

piante di olmo. Per rilievo eseguire il “pull test” sono stati posizionati due inclinometri orizzontalmente vicino al colletto, uno sul lato sottoposto a

stress di compressione e uno sul lato con stress di tensione. Per determinare la forza di trazione è stata posta, vicino al centro di gravità del-

Fig. 1 - Lunghezza germogli tiglio dopo la messa a dimora in campo cm 60

n.s.

** a

50

*

*

a

a ab b

b a

40

b

30 c

20 10 0 2010

2011 Air Pot

2012 Quadro

2013 Test

Lunghezza germogli rilevata a fine stagione vegetativa su piante di tiglio precedentemente allevate (2008-2009) in tre tipologie di contenitore. Per ciascun anno lettere diverse indicano differenze significative tra le tesi (*: significativo per P≤0,05; **: significativo per P≤0,01; n.s.: non significativo).

n

Fig. 2 - Forze di tensione e di compressione registrate su piante di olmo in corrispondenza di una inclinazione di 0,2°

1200 1000 800 600 400 200 0 Tensione 0,2° Air Pot

Pag. 38 • Lineaverde Gen/Feb 2015

Compressione 0,2° Quadro

Test

l’albero, una fascia collegata con un dinamometro posizionato sulla linea di tiro. Il dinamometro è stato collegato, tramite cavo di acciaio, a un Tirfor (argano manuale). Al lato opposto rispetto alla direzione di tiro, il Tirfor è stato collegato al gancio di un trattore che fungeva da punto di ancoraggio. Gli inclinometri e il dinamometro erano collegati a un PC con software di acquisizione dati. Dopo aver sistemato i cablaggi descritti, si è iniziato ad applicare all’albero, tramite l’argano, una forza progressiva, registrando istantaneamente gli stress della pianta. Dai risultati è emerso che le piante precedentemente allevate in contenitori Air-Pot hanno richiesto una forza maggiore per raggiungere valori di inclinazione, sia in tensione che in compressione, pari a 0,2° (figura 2). Al contrario, i valori più bassi sono stati registrati sulle piante di olmo allevate in vivaio nei contenitori tradizionali a pareti lisce. Occorre tener presente che la forza necessaria per ottenere un’inclinazione dell’albero di 0,2° è predittiva del momento necessario per indurne il ribaltamento, pur rimanendo nel campo elastico e non provocando quindi danni alla pianta. Con forze superiori si può superare il limite elastico dell’albero e provocare deformazioni permanenti alla sua struttura. Il dato principale che emerge da questa sperimentazione è che la scelta del contenitore influenza drasticamente la qualità dell’apparato radicale delle piante arboree, e un apparato radicale malformato nelle prime fasi di crescita continua a esserlo nelle fasi successive, a meno che si intervenga con drastiche potature. Occorre tener presente che spesso i difetti (strozzature, debolezze strutturali) si manifestano a distanza di molti anni dall’impianto, con possibili conse-


guenze sulla stabilità e la vitalità dell’albero. I contenitori Air-Pot hanno ridotto in modo significativo la percentuale di radici deformate. Anche altri contenitori antispiralizzanti hanno avuto un buon controllo della spiralizzazione radicale nelle prime fasi di crescita degli alberi, ma questo effetto non è continuato nel tempo. Per ottenere migliori risultati in termini di crescita occorre tener presente che la coltivazione in un contenitore con numerosi punti di contatto tra aria e substrato richiede una differente gestione dell’irrigazione e la scelta di un substrato con idonee caratteristiche fisiche.

Ringraziamenti Le attività di sperimentazione sono state svolte nell’ambito di progetti finanziati dalla Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia (“Razionalizzazione delle tecniche vivaistiche in pieno campo e in contenitore – TECVIVA”, “Miglioramento delle tecniche produttive e della qualità del prodotto nel vivaismo ornamentale - TECPRO” e “Metodologie produttive e gestionali per migliorare la qualità del verde ornamentale” – METAVERDE). ■

Bibliografia • Amoroso G., Frangi P., Piatti R., Ferrini F., Fini A., Faoro M., 2010. Effect of Container Design on Plant Growth and Root Deformation of Littleleaf Linden and Field Elm. Hortscience 45(12): 1824–1829. • Amoroso G., Frangi P., Piatti R., Fini A., Ferrini F., 2011. Influence of Different Container Typology on Ulmus minor Mill. Plant Growth and Root Morphology. Acta Horticulturae 923: 247-254. • Frangi P., Pusterla M., Strada M.,

Sopra, la prova a fine inverno 2012. Sotto, sviluppo delle piante a tre anni dal trapianto.

2013. L’albero sulla carta, l’albero in vivaio. In “Piantare alberi in città” (V. Cozzi), 75-85, D.G. Agricoltura Regione Lombardia, Milano. • Piatti R., Amoroso G., Fini A., Ferrini F., Frangi P., 2007. Utilizzo di nuove tipologie di contenitore per

evitare la spiralizzazione delle radici. Flortecnica 31(12), suppl. Il Vivaista: III-X. • Piatti R., Amoroso G., Fini A., Frangi P., 2006. Coltivazione in contenitore: la spirale che fa male alle piante. Linea Verde 31(10): 28-30. Pag. 39 • Lineaverde Gen/Feb 2015


> INTERVISTA - IL VIVAISTA <

Romiti Vivai di Pietro e figli: la passione si tramanda da padre a figlio di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

Lorenzo Romiti.

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L’IPM di Essen è stata anche una bella occasione per visitare gli stand del padiglione 6 dove erano raggruppati tutti i maggiori rappresentanti del settore vivaistico italiano. Abbiamo avuto anche la possibilità di conoscere un po’ più da vicino la storia e i principali segreti della produzione vivaistica di “Romiti Vivai di Pietro e figli”.


a IPM è stata la giusta cornice per iniziare l’anno facendo due chiacchiere con molti amici vivaisti. Tra questi mi sono soffermata a parlare con Lorenzo Romiti, contitolare con i fratelli della “Romiti Vivai di Pietro e figli”, con il quale ho approfondito gli aspetti salienti della storia e della produzione che caratterizzano il loro vivaio.

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Qual è la storia del vivaio Romiti? Il nostro vivaio, che si trova a Chiazzano (Pistoia), nasce attorno agli anni ’30 con mio nonno Ugo Romiti che ne è stato il fondatore. Inizialmente, con la guerra, la coltivazione era rappresentata unicamente da piante da frutto che ai tempi era la produzione più importante per tutta Pistoia. Poi, con il dopoguerra, si è incominciato ampliando la coltivazione con le piante ornamentali, favoriti a quei tempi dal periodo di ricostruzione del nostro paese. La conduzione del vivaio è passata poi a mio padre Pietro e adesso in azienda ci siamo noi fratelli e siamo già arrivati alla quarta generazione con l’inserimento nell’organico di mio nipote Davide. Tra noi fratelli abbiamo una buona sintonia, c’è una suddivisione di ruoli dove Marco cura l’aspetto contabile, io e Gianluca seguiamo gli aspetti

Per stare sul mercato estero, oggi più che mai, bisogna ascoltare le esigenze della clientela che cambiamo rapidamente. Sta poi a noi produttori scremare quali varietà siano più adatte ai nostri terreni e climi per raggiungere gli alti standard di qualità richiesti dal mercato. commerciali. Oggi l’azienda si sviluppa su circa un centinaio di ettari, dove negli ultimi anni abbiamo raddoppiato il volume della produzione espandendo il mercato sia nel bacino Mediterraneo che continentale. Come si è sviluppato il vivaio rispetto all’impostazione iniziale data da vostro padre? Soprattutto negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti importanti per il nostro assetto produttivo. Ci siamo da sempre adattati alle esigenze del mercato: se fino agli anni ‘80/‘90 il mercato cambiava ogni 5-10 anni, dopo gli anni ’90 e 2000 il mercato ha iniziato a cambiare con molta più rapidità, soprattutto con l’apertura delle frontie-

I fratelli Romiti: Gianluca, Marco e Lorenzo e il nipote Davide.

re. Specialmente il mercato, prima esclusivamente interno, si è spostato intorno al 1985 verso l’estero, rivolto all’Europa, soprattutto nei paesi più economicamente forti come Francia, Germania e Inghilterra, poi nel 2000, siamo passati all’esportazione oltre Europa e questi passaggi sono stati quelli che hanno rispecchiato un po’ l’aspetto generale di tutto il florovivaismo pistoiese. La produzione è proseguita seguendo questo iter. Siamo passati da piante adatte alla fascia climatica legata ad una produzione tradizionale delle piante toscane, come cipresso, ulivo e pino, rivolta solo a un mercato quasi esclusivamente italiano, a una produzione di piante mediterranee, come palmacee e via discorrendo, che meglio si adattavano a mercati come quello della Spagna, del Sud della Francia e anche della Grecia che all’epoca importava molto. Infine, tempo fa, con l’avvento delle varie crisi che hanno coinvolto i paesi dell’Europa del Sud, ci siamo concentrati su mercati dell’Europa del Nord quali, per citarne alcuni, Russia, Ungheria, Bulgaria e Ucraina dove è rimasto un buon mercato. Inoltre abbiamo iniziato anche a coltivare piante tipiche della fascia climatica e questo ultimo cambiamento di produzione si è rivelato molto significativo per noi.

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La sede del vivaio.

> INTERVISTA - IL VIVAISTA < In questi ultimi anni, chi non si è adeguato a questi cambiamenti o non ha voluto farlo si è trovato automaticamente tagliato fuori dal mercato e soprattutto per Pistoia, dove il livello di produzione è molto legata alle tradizioni e molto poco aperta ai cambiamenti, il risultato è che molte aziende oggi sono in difficoltà sia economica che di produzione. Come si riesce a star dietro a questi repentini cambiamenti? Come si scelgono le varietà più adatte su cui puntare forze e investimenti? Unicamente ascoltando le richieste della clientela si arriva a capire le esigenze dello stato attuale del mercato e sta poi a noi produttori scremare quali varietà siano più adatte fino a trovare le piante che meglio si adattano anche ai nostri terreni e ai nostri climi. Dobbiamo essere obiettivi: per fare piante di qualità non tutto si può coltivare nelle nostre terre pistoiesi, bisogna selezionare al meglio comunque una vasta gamma di specie e generi a nostra disposizione. Ai giorni d’oggi, un’azienda deve essere pronta ai cambiamenti e deve essere veloce nel farlo e questo è la cosa più difficile per noi produttori che

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> INTERVISTA - IL VIVAISTA <

Produzione di grandi bonsai.

Coltivazioni in serra. Stand di Romiti Vivai di Pietro e figli alla fiera internazionale di Essen.

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abbiamo cicli di coltivazioni minimi di tre anni. Questo ci porta a cicli più rapidi, a produrre piante di dimensioni maggiori rispetto a prima, con costi di produzione più alti e con uno sfruttamento del terreno maggiore, ad esempio, se prima si mettevano in un appezzamento mille piante ora se ne possono mettere solo la metà. Per essere competitivi oggi bisogna assumere rischi più grandi. Oltre a quanto fin qui detto, oggi bisogna anche fare i conti con le nuove malattie che stanno dimezzando intere produzioni come quella del bosso o della palma. Sono piante per cui si è deciso di ridurre la produzione seppur rappresentino alcuni dei nostri prodotti più storici che abbiamo in catalogo. Questi quindi sono altri aspetti negativi degli ultimi anni con cui ci dobbiamo rapportare nostro malgrado e che stanno intaccando solide e storiche produzioni. So che da poco vi hanno conferito la certificazione MPS, com’è andata? Con buona soddisfazione a fine 2014 abbiamo acquisito la certificazione MPS. Abbiamo aderito al Progetto integrato di filiera (Pif) che ha incremento il numero di aziende certificate di altre unità rispetto a quelle già certificate o in corso di certificazione con un precedente Pif denominato “San Soil” che ha sperimentato con successo l'utilizzo nel terriccio per la coltivazione delle piante della sansa d'oliva. Gli investimenti previsti collegati alla certificazione sono stati diversi: l’ottimizzazione di impianti di irrigazione per limitare l’utilizzo della risorsa acqua e per facilitarne il recupero e lavori di ripristino e sistemazione di superfici adibite alla coltivazione in contenitore con lo scopo principale di favorire il recupero delle acque di irrigazione. Abbiamo acquistato alcuni nuovi mezzi come sollevatore, zollatrice,


Coltivazioni in pieno campo.

pianta pali, spazzatrice che hanno consentito di produrre aumentando la sicurezza sul luogo di lavoro e realizzando una linea specifica da utilizzare per la produzione certificata. Si prospetta anche l’acquisto di alcuni nastri trasportatori proprio specifici per favorire le operazioni di carico dei vasi sui mezzi aziendali e sui mezzi di trasporto per la spedizione, riducendo così la movimentazione manuale dei carichi. Siamo stati convinti da subito che la certificazione MPS potesse essere per noi un punto importante per l’azienda in quanto consente di poter produrre, confezionare e commercializzare non solo un numero più ampio di varietà, forme e dimensioni di piante, ma anche di rendere permanente l’offerta di prodotti certificati da promuovere su tutti i mercati. Sempre legato al Pif so che avete partecipato come aderenti indiretti al progetto Igan Eco-Pot, in breve di cosa si tratta? Il progetto di filiera Igan Eco-Pot promuove il consolidamento della rete di imprese vivaistiche (Igan). Igan Eco-Pot punta sulla valorizzazione della produzione tramite la diffusione della certificazione ambientale MPS, l’ammodernamento delle aziende per rendere la produzione più ecocompatibile e sicura e la sperimentazione di un prodotto innovativo che punta all’ecosostenibilità e competitività e questo è costituito da un vaso, l’Eco-Pot, completamene biodegradabile e realizzato con costi competitivi sul mercato. Come le sembra, a caldo, questa edizione 2015 dell’IPM di Essen? Noi è solo da quattro anni che vi partecipiamo e reputiamo sia sicuramente a oggi la fiera più importante a livello europeo. Unico punto critico secondo me è la divisione dei padi-

glioni per nazione, dovrebbe ormai essere un immagine superata dal concetto di “Europa unita”. Sarebbe meglio se fosse divisa per tipologia di prodotto come viene fatto anche in altre fiere. Infine, la localizzazione del padiglione 6 in cui ci troviamo e che viene assegnato all’Italia, posto al centro del polo fieristico, per come

è strutturato, non riesce a sfruttare appieno le potenzialità della fiera e il giusto passaggio di visitatori. ■

ROMITI VIVAI DI PIETRO E FIGLI Via Ronciona, 16/A 51100 Chiazzano (Pistoia) tel. 0573532031

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> PRODUZIONE <

Castanea 'Bouche de Betizac' una varietà resistente al Cinipide Galligeno di Francesco Vignoli Vivaista

Si ringrazia il signor Giannini Paolo di Montale (Pistoia) e i vivai Lazzerini Carlo di Cavaglià (Biella) per le informazioni gentilmente date per scrivere questo articolo.

Castagni di un anno innesto varietà Bouche de Betizac (Vivai Lazzerini).

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Il Cinipide galligeno (Dryocosmus Kuriphilus) negli ultimi anni ha letteralmente distrutto i nostri boschi e tutti gli impianti da frutto. Ora però si è trovato una selezione chiamata Castanea 'Bouche de Betizac' che risulta immune all'attacco della mosca. l Castagno (Castanea sativa) è una delle piante più conosciute nel bacino del mediterraneo. Oltre ad essere un importante pianta da frutto fa parte del nostro ambiente montano, delle nostre tradizioni e della nostra cultura. Il castagno è importante anche nel vivaismo in quanto giovani piante di seme vengono prodotte per rimboschimenti e ripristini ambientali e piante da innesto per impianti da frutto e giardini. Numerose sono infatti le varietà selezionate in diverse zone d'Italia e d'Europa. Una decina di anni fa però è arrivato dalla Cina meridionale un insetto che diffusosi rapidamente in tutte le zone castanicole sta letteralmente distruggendo i nostri boschi e tutti gli impianti da frutto, si tratta di una piccola vespa chiamata Cinipide galligeno (Dryocosmus Kuriphilus) che depone le sue uova nelle gemme della pianta dove poi al posto della gemma si formano delle galle. Le uova si dischiudono e i piccoli vermi mangiano l'interno della galla sino a divenire crisalidi che l'anno successivo si trasformano in adulti. Il Cinipide adulto vive solo pochi giorni, depone da 100 a 250 uova e muore.

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Pianta di Bouche de Betizac in mezzo ad un castagneto molto sofferente da Cinipide.

I castagni attaccati dal Cinipide assumono rapidamente un aspetto sofferente, la crescita rallenta sino talvolta a morire, la produzione dei frutti è compromessa anche al 90% e tutti i boschi, come si può vedere facendo una semplice passeggiata in montagna hanno un aspetto sofferente, foglie seccate con migliaia di galle presenti su tutta la pianta. Per qualche anno si è temuto la scomparsa del castagno dal nostro ambiente montano, infatti non si trovavano forme di lotta da attuare, è impensabile la lotta chimica, impossibile la lotta biologica fatta con i ferormoni, sostanze prodotte in laboratorio che riproducono l'odore delle femmine di quella specie attirando i maschi in speciali trappole ma nel Cinipide nascono solo femmine che si riproducono per partenogenesi. L'adulto del Cinipide si sposta di poco ma la diffusione cosí rapida in tutte le zone castanicole è avvenuta a causa della commercializzazione di materiale vivaistico infestato. L'unico efficace mezzo di lotta trovato è un insetto antagonista individuato nelle zone di origine del Cinipide stesso, un imenottero che si chiama Torymus sinensis che inietta le sue uova nelle galle del Cinipide e le sue larve mangiano quelle del Cinipide. Il Torymus è stato lanciato a scopo sperimentale dal 2010 in diverse regioni e i risultati sono stati incoraggianti. In Toscana dal 2010 al 2012 sono stati fatti 75 rilasci e 382 nel 2013. A questa lotta partecipano sia enti pubblici che privati, c'è infatti un problema economico perché ogni rilascio costa 200 euro e per coprire l'intero territorio ne occorrono diverse migliaia ma gli esperti prevedono, forse un po’ ottimisticamente, che tra il 2017 e il 2020 il Cinipide sarà sotto controllo anche se non scomparirà mai più. Si stima che dal 10 al 20% i castagneti saranno sempre comunque attaccati e danneggiati.

La Castanea 'Bouche de Betiza' sembra che quando subisce delle ferite emetta con la sua linfa una quantità di perossido di ossigeno che serve da una parte a disinfettare la ferita e nello stesso tempo risulta efficace uccidendo le larve della mosca. Una forma di contrasto totalmente efficace viene dalla ricerca vivaistica. Sono state individuate infatti, varietà di ibridi eurogiapponesi resistenti al Cinipide. Fra queste varietà ne è stata selezionata una in particolare che si chiama Bouche de Betizac che si è dimostrata assolutamente immune agli attacchi di questa mosca. Con questa varietà quindi la soluzione al problema del Cinipide è totale. Bouche de Betizac è un ibrido nato in Francia nel 1962 a cura dell'istituto INRA che ricercava varietà pollonifere ma negli ultimi anni, con l'arrivo in Europa del Cinipide si è acceso l'interesse verso questa varietà per la sua dimostrata resistenza. È una pianta che può arrivare a 30 metri di altezza, ha belle foglie lucide molto ornamentali e produce frutti medio grandi, 25-40 castagne fanno 1 kg. I frutti si pelano facilmente e le giovani piante entrano rapidamente in produzione, normalmente già dal terzo anno. I suoi frutti maturano precocemente e la raccolta si fa già in settembre, queste castagne non hanno in verità il sapore delle migliori varietà di marroni ma sono comunque ottimi per il consumo fresco, in

più questa varietà è anche molto resistente al cancro della corteccia. Come Bouche de Betizac sia immune dagli attacchi di Cinipide è oggetto di studio sopratutto da parte dell'Università di Torino in collaborazione con la regione Piemonte. Sembra che ogni castagno quando subisce delle ferite, emetta con la sua linfa una quantità di Perossido di Ossigeno (Acqua ossigenata) che serve a disinfettare la ferita. Bouche di Betizac la produce con una concentrazione 10 volte maggiore quindi quando l'uovo di Cinipide si schiude e il verme inizia a mangiare produce una ferita che stimola la pianta a produrre linfa che uccide il verme. Questa ipotesi non è stata ancora certificata ufficialmente ma quello che è certo è che quando il Cinipide depone le sue uova in questa varietà, queste muoiono tutte appena si schiudono. È stato interessante osservare personalmente nella collina sopra Montale Pistoiese in località Striglianella, come in un castagneto molto sofferente per il Cinipide, alcune piante di Bouche de Betizac ottenute col sovrainnesto erano assolutamente sa-

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> PRODUZIONE <

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1. Sovrainnesto su polloni di castagno. 2. Particolare di foglie e riccio di Bouche de Betizac. 3. Frutti di Bouche de Betizac.

4. Ramo attaccato da Cinipide. 5. Castagneto attaccato da Cinipide.

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ne e produttive nonostante che i loro rami fossero mescolati e toccassero addirittura quelli infettati. In vivaio le varietà di castagno si riproducono per innesto su piante di seme di castagno europeo o di varietà orientali. La riproduzione è attualmente molto controllata perché come si è detto prima, la commercializzazione di giovani piantine infestate da Cinipide è stata la causa principale della sua rapida diffusione. La riproduzione del castagno si fa innestando in tunnel in inverno e quando si toglie il nylon è opportuno mettere una rete. La varietà Bouche de Betizac coltivata in pieno campo invece resta sana mentre le altre si ammalano e vanno trattate. Il problema però è attuale e da tenere nella dovuta considerazione dato che in Francia si stanno sperimentando nuovi ibridi fra Bouche de Betizac e varietà locali. Se la ricerca darà buoni risultati si dovrà considerare la trasformazione o il reimpianto dei nuovi castagneti con forti richieste di materiale vivaistico. Per quanto riguarda la conversione di castagneti esistenti, questa si può attuare facendo un taglio a raso delle piante esistenti e l'innesto sul posto dei polloni. È consigliabile di innestare al piede i giovani polloni con la varietà Bouche de Betizac perché questa varietà è anche resistente al cancro della corteccia che normalmente attacca il tronco delle altre varietà. ■


> DALLE AZIENDE <

La produzione di terricci a base di derivati del cocco di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

a produzione di terricci o più correttamente di substrati è ormai diventata un’attività di servizio svolta fuori dall’azienda vivaistica. E’ ovvio ogni azienda mantiene le cosiddette “ricette” diversificate per tipologie di piante ma ormai raramente acquista le materie prime tal quali e prepara autonomamente le miscele in quanto le attrezzature necessarie sono eccessivamente costose anche per le grandi aziende. Ecco quindi che prendono sempre più campo aziende di servizio come l’Agraria Checchi che siamo recentemente andati a trovare per vedere da vicino come lavorano e le reali potenzialità. Nell’impianto di Casenuove di Masiano la prima cosa è la scelta del materiale di qualità e nella fattispecie del cocco è importante che sia di qualità e nella giusta proporzione fra fibra e midollo. La fibra svolge prevalentemente una funzione drenante ed essendo molto elastica elimina il problema del

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compattamento del substrato, e, crea le condizioni ottimali per lo sviluppo dell’apparato radicale. Il midollo invece, grazie alla struttura a nido d’ape, è fortemente idrofilo ed è in grado di assorbire il 90% del proprio peso specifico costituendo così una importante riserva idrica da cedere gradualmente alle radici. Grazie all’esperienza ormai maturata in anni di attività dai tecnici dell’azienda sono in grado di preparare una materia prima equilibrata per dare i migliori risultati agronomici. Alla miscela di derivati di cocco, in base alle richieste delle singole aziende possono essere aggiunti i vari tipi di fertilizzante e/o ammendante ed altri componenti del substrato che ognuno intende utilizzare per i diversi tipi di coltura. In sostanza si può ottenere un servizio personalizzato e su misura in tempo reale senza le immobilizzazioni tecniche che come si può vedere dalle foto sono particolarmente ingenti. Da sottolineare che questi substrati a base di cocco sono prodotti altamente ecocompatibili perché ottenuti da materie seconde vegetali e sostanzialmente interamente biodegradabili, è chiaro la fibra con tempi più lunghi rispetto al midollo. Pertanto è immagi-

Impianti a Casenuove di Masiano.

nabile in un prossimo futuro che questi prodotti possono entrare tranquillamente nei più rigidi protocolli di produzione integrata dell’Unione Europea, dipenderà dalla capacità di miscelarli con prodotti altrettanto ecocompatibili. ■ Macchinari per miscelazione fertilizzanti.

L'uscita del prodotto finito.

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> BIODIVERSITÀ <

L’attività di Ersaf a tutela della biodiversità forestale Tutela e conservazione della biodiversità; corretta ricostruzione ecologica del territorio; promozione e ricerca del miglioramento della qualità del prodotto ecco alcune degli obiettivi dell'attività vivaistica dell'ERSAF. di Gianluca Gaiani e Giovanni Ravanelli ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste, Regione Lombardia

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n tutti gli interventi di recupero ambientale si dovrebbe intervenire favorendo lo sviluppo della vegetazione spontanea, attraverso la messa a dimora di specie ecologicamente adatte ad avviare le dinamiche evolutive naturali. L’obiettivo che si deve perseguire è infatti quello di indirizzare lo sviluppo delle comunità vegetali verso popolamenti più complessi e conseguentemente più stabili dal punto di vista ecologico ma

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soprattutto in sintonia con il contesto ambientale. In particolare l’impiego di postime di provenienza locale garantisce la conservazione degli ecotipi locali e il mantenimento di elevati livelli di biodiversità. La Dir. 99/105/CE, recepita dallo Stato italiano con il D.Lgs. 386 del 10 novembre 2003, prescrive per gli impianti forestali l’impiego di materiali di propagazione proveniente dalla


Farnia fagiana.

stessa regione di provenienza, intesa per ogni specie come “il territorio o l’insieme dei territori soggetti a condizioni ecologiche sufficientemente uniformi e sui quali si trovano soprassuoli o fonti di semi sufficientemente omogenei ....” Attualmente in Italia le regioni di provenienza risultano ancora in fase di definizione, ma in Regione Lombardia ERSAF e Direzione Generale Agricoltura, per far fronte a questa temporanea lacuna, hanno individuato delle “regioni forestali”: Appenninica, Bassa pianura, Alta pianura, Pianalti, Avanalpica, Esalpica centro-orientale esterna, Esalpica occidentale interna, Mesalpica, Endalpica. È stato inoltre redatto recentemente, sempre da ERSAF e D.G. Agricoltura, il Registro dei Boschi da Seme della Regione Lombardia, dove sono stati inseriti i boschi ritenuti idonei alla produzione di materiale forestale di moltiplicazione e che soddisfano i requisiti minimi previsti dal D.Lgs. 386/2003. Nel Registro, aggiornato l’ultima volta nel 2012, sono stati descritti 186 boschi da seme di 41 specie arboree, distinti in “identificati alla fonte” (178 popolamenti) e “selezionati” (7 soprassuoli di conifere e uno di farnia). Tuttavia, nonostante le direttive na-

Trapianti ciliegio.

zionali e internazionali raccomandino spesso l'impiego di specie autoctone di provenienza locale nelle opere di recupero ambientale, la loro reperibilità è in genere molto difficoltosa. ERSAF può essere la risposta. Infatti è un ente pubblico che svolge anche attività vivaistica in campo forestale, occupandosi di tutte le fasi produttive che vanno dalla raccolta e conservazione del seme alla coltivazione e distribuzione su tutto il territorio regionale del postime vivaistico di circa 75 specie arboree ed arbustive di interesse forestale. Gli obiettivi della nostra attività vivaistica sono: • la tutela e la conservazione della biodiversità; • una corretta ricostruzione ecologica del territorio; • la promozione e la ricerca del miglioramento della qualità del prodotto. ERSAF effettua la raccolta diretta del seme nei boschi individuati nel Registro. Il materiale viene poi coltivato in contenitori e sottoposto in base alle necessità a trapianti. È possibile inoltre concordare per tempo la produzione di quantitativi significativi di piante di una determinata provenienza in modo da far fronte ad esigenze specifiche stipu-

lando dei “contratti di coltivazione”.

Perché piantare alberi e arbusti di provenienza locale? Alcuni motivi sul perché sono da preferire piante nate da seme di origine locale: 1. il corredo genetico delle provenienze locali assicura le migliori capacità di adattamento alle condizioni del luogo; 2. l’impiego di piante più adatte alle condizioni locali garantisce percentuali più elevate di sopravvivenza; 3. piante nate da seme estraneo possono differire significativamente per caratteri genetici importanti, come il periodo in cui emettono foglie, fioriscono e producono frutti, modificando così l’equilibrio esistente tra la vegetazione locale e la fauna selvatica che da essi dipende; 4. si riducono i costi di trasporto, si abbatte l’inquinamento e si aiuta a sostenere l’impiego di manodopera locale. ■

ERSAF - Centro Vivaistico Forestale di Curno Via Galilei, 2 - 24035 Curno (BG) Tel. 035/6227381 fax 035/6227399 www.ersaf.lombardia.it

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> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

Paesaggio ed agricolture di Biagio Guccione guccione@paesaggio2000.it

Docente di architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Firenze

Il convegno nazionale dell’AIAPP a Lecce ha affrontato il tema delle trasformazioni nell’agricoltura in rapporto alle azioni volte alla salvaguardia, conservazione e creazione di nuovi paesaggi.

Uliveto pugliese (foto M. Mamoni).


Paesaggio dell'Alta Murgia (foto R. Di Gregorio).

l 28 Novembre 2014 a Lecce presso l’ex-Convitto Palmieri si è svolto il Convegno Nazionale dell’AIAPP (Associazione Nazionale di Architettura del Paesaggio): Paesaggio ed Agricolture. Una scelta felice da parte degli organizzatori. Fare il punto sulla situazione delle attività agricole, in questo momento di crisi profonda, è quanto mai necessario ed utile per valutare le sue ricadute sull’attuale assetto del paesaggio. Certamente la Puglia in questo senso è stata una sede appropriata per trattare questo tema, perché nella memoria collettiva questa regione si identifica come una delle regioni italiane che sull’agricoltura ha fondato per decenni la sua struttura economica. Il Convegno, ben ideato ed organizzato con grande passione e dedizione dalla giovane generazione della AIAPP locale, presentava un programma denso e ricco di interventi da parte dei soci AIAPP e di esperti esterni che hanno proposto contributi di alto profilo tecnico e scientifico. Nella relazione introduttiva, Giuseppe Barbera, docente dell’Università di Palermo e socio onorario AIAPP, ha tracciato le linee guida da percorrere per attivare un corretto rapporto tra paesaggio ed agricoltura: «I paesaggi agrari – ma sarà meglio definirli, nell’intenzione di adottare un glossario comune e condiviso, rurali – sono quelli che più ne rappresentano la diversità e che più richiamano la responsabilità di chi se ne occupa. Su cosa fondare i tratti comuni al nostro lavoro lo aveva bene indicato Emilio Sereni, che nella definizione che dava dei paesaggi agrari, già nel 1961, adoperava due avverbi – “coscientemente”, “sistematicamente” – che indicano i contenuti della responsabilità alla quale chi si occupa di paesaggio, è chiamato». Su questa base di avvio abbiamo ascoltato una serie di interventi decisamente diversificati da parte di numerosi relatori, che hanno af-

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Alta GMurgia (foto R. Capriulo).

Casteldelmonte (foto R. Di Gregorio).

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> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

I paesaggi agrari sono quelli che più rappresentano la diversità e che più richiamano la responsabilità di chi se ne occupa “coscientemente”, “sistematicamente”. frontato da ogni angolazione possibile il rapporto agricoltura/paesaggio nell’intento di non tralasciare nessuna tematica. Dall’agricoltura urbana al contributo dei giovani agricoltori, dalla gestione delle acque agli edifici rurali, dai paesaggi alimentari ai paesaggi culturali, dalle politiche agricole ai parchi naturali, dagli orti urbani alle tipologie dei vigneti, dalle organizzazioni aziendali alla valorizzazione turistica dell’attività agricola. Una panoramica ampia che ha offerto un quadro realistico ed esaustivo della situazione. Non è stato un Convegno dove si elencavano i problemi cronici di questo settore, il classico cahier de doléances, ai quali siamo abituati quando si tocca il tema dell’agricoltura italiana. Tutt’altro. Come è nello spirito dell’Associazione, abbiamo assistito alla spiegazione di una serie di Paesaggio Pugliese Alta Murgia (foto R. Capriulo).

proposte operative per risolvere i problemi, attraverso le “buone pratiche”, una carrellata di modelli da seguire a secondo delle situazioni e delle specificità ambientali. Speriamo che gli esiti di questo proficuo incontro vengano pubblicati perché ogni intervento conteneva indicazioni valide per superare gli ostacoli che oggi l’Agricoltura deve affrontare. Certamente la situazione è cambiata ed in meglio, come ha sostenuto l’assessore alla qualità del territorio della Regione Puglia, nonché vicepresidente, Angela Barbanente: “Oramai cresce la consapevolezza del paesaggio nella coscienza collettiva ed è questo il vero argine alla banalizzazione del paesaggio”. Una situazione fortunata quella della Puglia che si è dotata recentemente di un ottimo piano paesaggistico a firma di Alberto Magnaghi. Un esempio di pianifica-

zione a difesa dei valori peculiari di quella regione che ha nella sua struttura agraria l’asse portante della sua economia e del suo sviluppo futuro. Dal dibattito di questo Convegno è emersa con chiarezza la necessità di trovare gli strumenti idonei per promuovere iniziative che rendano le “buone pratiche”- illustrate dai relatori - non esempi di eccellenza dell’agricoltura ma prassi quotidiana e diffusa. Un tocco di ottimismo in questa direzione lo ha dato Paola Santeramo della Confederazione Italiana Agricoltori di Milano, che ha descritto il processo di riforma della PAC (Politica Agricola Comune), che ha un impianto generale finalizzato a fronteggiare le sfide dell’agricoltura del futuro ponendosi tre obiettivi fondamentali: - Economico: sicurezza alimentare, miglioramento della competitività minacciata da crescenti volatilità dei prezzi e da compressione dei margini, rafforzamento delle filiere produttive. - Ambientale: uso sostenibile delle risorse, qualità del suolo e dell’acqua, minacce agli habitat e alla biodiversità, cambiamenti climatici. - Territoriale: riequilibrio di territori rurali caratterizzati da ridotti livelli di svi-


A sinistra, cerimonia di proclamazione dei soci onorari AIAPP. In basso a sinistra, Accati e Zoppi. Sotto, Bruschi, Maniglio, Sessarego.

luppo economico e sociale. In questo quadro di riferimento la difesa del paesaggio non è più la classica e vituperata “mummificazione” del paesaggio, ma si muove nella direzione logica e scontata di fare dell’agricoltura un’attività remunerativa, che si ispira ai principi basilari della “conservazione attiva” che non rifiuta le trasformazioni, ma punta alla salvaguardia ambientale attraverso una progettazione e pianificazione paesaggistica consapevole ed informata. In questo convegno il momento più emozionante e per certi tratti commovente è stata la cerimonia della proclamazione dei Nuovi Soci Onorari: Elena Accati di Torino e Mariella Zoppi di Firenze e la consegna del Diploma di membro Onorario IFLA Europe ad Annalisa

Paesaggio Pugliese (foto M. Manoni).

Maniglio Calcagno di Genova. Tre straordinarie figure nel panorama della cultura paesaggistica internazionale che tanto hanno fatto per l’Architettura del Paesaggio in Italia, accomunate da una stessa missione che hanno portato a compimento egregiamente. A queste tre docenti infatti si deve la nascita delle Scuole di Paesaggistica nelle Università di Genova, Torino e Firenze, dove tanti paesaggi-

sti italiani si sono formati tra cui anche numerosi soci dell’AIAPP. Grazie al loro impegno, tenace e sapiente, oggi il nostro paese è in linea con gli altri paesi europei, poiché in queste scuole si è formata una giovane e preparata generazione di paesaggisti che ben fanno sperare per il futuro della nostra disciplina e della nostra professione. È quello che oggi ci fa dire “forse il nostro impegno non è stato vano!” ■

Parco di Otranto (foto R. Viel).

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Egoismo, sete di denaro, assenza di monitoraggi preventivi, di diagnosi, di comunicazione e di interventi immediati di cura, hanno prodotto queste tristi situazioni anche su intere piantagioni di palme.

Conoscere a fondo le patologie delle piante di Giorgio Badiali giorgiobadiali@libero.it

Fitopatologo, dottore agronomo, già dirigente della Regione Emilia Romagna

sempre più necessario osservare, monitorare e conoscere a fondo con rapidità queste forme patologiche e curarle al meglio nei casi ancora possibili, per limitare la rischiosità delle piante a volte anche elevata e la ulteriore diffusione delle patologie, impiegando tecniche e prodotti sempre più orientati al biologico. Quando subentra l’elevato allarmismo per la presenza nel verde ambientale pubblico e privato soprattutto in zone urbane, di piante particolarmente ammalate o danneggiate e

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Gli ambienti nazionali sono in genere forniti di piante sia autoctone che alloctone e che per diversi motivi spesso determinati dal clima, dalle nuove introduzioni, dagli scarsi equilibri naturali e dal comportamento scorretto dell’uomo, si deteriorano e si ammalano in modo anche grave, giungendo a volte fino alla morte. spesso trascurate, si tratta in molti casi di situazioni provocate da una perdurante scarsa attenzione o di attività male eseguite soprattutto dagli addetti ai lavori più vari ed agli interventi di manutenzione che in troppi casi presentano limitate conoscenze tecniche e scarsa preparazione professionale. Occorre prestare molta attenzione anche verso coloro che si prestano per diletto o per lodevoli attività di volontariato alla soluzione di questi problemi, in quanto se le piante soprattutto arboree od anche arbustive vengono

in buona fede ed in qualche maniera danneggiate o ricevono attività contrarie alle più logiche tecniche manutentive da eseguire, finiscono per essere compromesse a volte anche in maniera elevata, tanto da provocare condizioni difficilmente rimediabili negli anni successivi. Queste benemerite persone, potranno comunque risultare di utilità notevole quando in seguito ad osservazioni riusciranno a rilevare anomalie nelle piante che forse non verrebbero altrimenti riconosciute, comunicando ciò


> FITOPATOLOGIA <

agli organi locali addetti al verde. Le piante oggetto di queste particolari segnalazioni, dovranno essere sottoposte agli studi ed alle osservazioni più approfondite da eseguire in ogni caso per definire una diagnostica per quanto possibile rapida e precisa, oltre alla definizione, programmazione ed esecuzione dei conseguenti provvedimenti di natura tecnica che ogni situazione particolare merita sempre e che dovranno essere opportunamente divulgati, seguendo specialmente gli scopi e gli obiettivi rivolti al miglioramento generale del verde, che già da ora vengono tracciati dal P.A.N. (Piano d’Azione Nazionale). Infatti, come non è sempre vero che si registrino condizioni di trascuratezza totale nei confronti delle forme patologiche o delle dannosità più comuni quasi ovunque presenti, è soprattutto nei diversi casi di fatti nuovi quasi sempre tardivamente rilevati o di altri poco conosciuti che non viene data subito l’importanza che meritano gli venga sempre riservata in via assolutamente preventiva ed a cui nei casi di necessità effettivamente rilevata, conosciuta e concordata, potrà o dovrà seguire al più presto la indispensabile fase curativa, attenendosi a tutte le regole al momento in vigore. Nei tempi moderni, con la continua introduzione sui nostri territori di formazioni vegetali forse ancora in equilibrio nei luoghi di origine ma più facil-

mente vulnerabili per mille ragioni dai loro parassiti nelle nuove postazioni in assenza di organismi antagonisti, ci troviamo con maggiore frequenza di fronte a questi casi, pertanto come prima cosa da evitare, si deve raccomandare di non assegnare compiti importanti come quelli di riconoscimento e di cura delle varie patologie delle piante soprattutto con l’impiego di fitofarmaci, a personale non in grado di riconoscerle e di eseguire a dovere gli interventi necessari che si presentano molto delicati sulle piante ammalate in fase iniziale e che in seguito vengono spesso riconosciute tali con forte ritardo, per la mancanza di monitoraggi, osservazioni ed accertamenti tecnici indispensabili. Lo stesso discorso vale anche per qualsiasi altro intervento che venga programmato sulle piante giudicate all’osservazione ancora in salute, come nei casi di potature, diradamenti, tagli di ripristino, protezioni, disinfezioni, concimazioni, irrigazioni ecc. che se non adeguatamente programmati ed eseguiti da personale idoneo e solo nei casi in cui risultino veramente necessari, finiscono spesso per provocare soltanto danni che col tempo possono anche diventare irreparabili. Di fronte ad ogni caso di danneggiamento più o meno grave di cui siano già conosciute le cause e le patologie che lo hanno determinato, il comportamento che il tecnico addetto ai con-

Soltanto l’osservazione attenta sui giovani getti centrali già seccati, permette di rilevare i primissimi sintomi degli attacchi da parte del Punteruolo Rosso.

trolli ed alle manutenzioni deve sempre tenere, è ancora esattamente quello che da molti anni si sta cercando di divulgare e che dovrebbe già essere stato abbondantemente recepito, conosciuto ed applicato, ma solo nei casi e nei periodi in cui sia considerato tecnicamente valido. Pertanto, in presenza di patologie ritenute non eccessivamente dannose, specie quando si presentino sulla vegetazione in piena attività, si tratta di conoscere con buona approssimazione il momento classico delle loro comparse ed osservarne l’intensità che in molti casi si presenta di tipo sopportabile e tale da non prevedere alcun intervento con prodotti fitosanitari, pur restando importante seguirne gli andamenti con una osservazione costante e maggiormente orientata nei momenti che in base ai loro cicli di sviluppo od ai momenti più ricorrenti per le loro infezioni, comparse e diffusioni, i vari parassiti animali o vegetali si presenteranno quantitativamente più presenti, più dannosi e/o più vulnerabili anche con i sempre auspicabili interventi non o scarsamente invasivi. Inoltre, diventa molto utile intraprendere tutte le attività di prevenzione e cura, basate in prevalenza su interventi di ordine agronomico o manuale/meccanico, con cui vengono eliminate in massima quantità le forme vitali presenti in fase di sviluppo o di

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La presenza da diversi anni dell’insetto defogliatore dei bossi in territori limitrofi a quelli nazionali, doveva allertare maggiormente, evitando queste intense defogliazioni oggi presenti in molte zone d’Italia.

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> FITOPATOLOGIA < conservazione, sia dei parassiti di natura animale (insetti in prevalenza) che vegetale (crittogame). Tra queste si possono annoverare alcuni vecchi esempi di interventi sempre attuali, come il riconoscimento dei primi voli e le intensità di presenza di diversi insetti con l’impiego delle trappole sessuali ottimi strumenti per le loro catture, oltre alla pratica utilissima di raccolta ed eliminazione delle foglie cadute in autunno e contenenti le crisalidi svernanti del lepidottero defogliatore Cameraria ohridella negli ippocastani o di raccolta e distruzione invernale dei bianchi nidi facilmente riscontrabili sui rametti dei pini e contenenti le larve svernanti di Thaumetopoea (=Traumatocampa) pityocampa o Processionaria dei pini ed anche il taglio e la raccolta primaverile/estiva dei rametti infestati da Iphantria cunea, lepidottero defogliatore di varie specie arboree ed in cui si trovano i nidi con le larve dell’insetto in fase di sviluppo. Inoltre, con la raccolta sia manuale che meccanica e la eliminazione in autunno del fogliame infetto, si possono anche contenere per l’anno successivo le diffusioni di molte patologie crittogamiche che erano presenti sulla vegetazione e che nella nuova stagione si riproporranno facilmente durante e dopo la ripresa vegetativa, come ad esempio diverse forme di maculature e disseccamenti fogliari, di oidio, di più specifiche antracnosi, ecc. (Septoria sp., Phyllosticta sp., Apiognomonia veneta, Guignardia aesculi, Marssonina brunnea, ecc.). In tutti questi casi riguardanti forme patologiche di natura sia animale che vegetale, quando si riterrà opportuno effettuare qualche intervento con prodotti fitosanitari al fine di ridurre comunque le loro elevate presenze, si dovrà fare ricorso ai prodotti sempre meno tossici tra quelli in commercio e debitamente autorizzati pure con tutte le limitazioni per ogni caso previste, orientando la difesa sempre più verso il biologico, favorendo le forme di riequilibrio naturale Pag. 58 • Lineaverde Gen/Feb 2015

1 con l’attività degli organismi antagonisti sempre presenti in natura e da diverso tempo riprodotti e distribuiti in ambiente. Purtroppo questi organismi vengono spesso frenati nella loro azione positiva dagli interventi di natura chimica, eseguiti anche inopportunamente sia come tipo di prodotto impiegato, sia per l’errato momento di applicazione e per le quantità impiegate, al fine spesso soltanto fantasioso di combattere le forme patologiche presenti che da quel momento non verranno più contenute con buona efficacia dall’azione dei loro antagonisti naturali, non più attivamente presenti a causa degli interventi chimici effettuati e molto tossici anche od in prevalenza per loro. Passando ai casi di patologie considerate più dannose per le piante, spesso insediate da tempo e contenibili oggi con maggiori difficoltà, come la presenza di datate formazioni cancerose riscontrabili su rami e fusti, di marciumi agli apparati radicali od alle zone dei colletti, delle pericolose tracheomicosi, delle troppo diffuse carie del legno, di varie specie di insetti xilofagi, ecc., si dovrà per prima cosa evitare che in futuro queste situazioni abbiano a verificarsi, agendo preventivamente in fase d’impianto con la scelta di materiale sicuramente sano e non già danneggiato, infetto od infestato come in diversi casi si può ancora verificare, a cui dovranno seguire le migliori tecniche di allevamento e le massime attenzioni per evitare soprat-

2 tutto danni e lesioni, sempre in grado di dare inizio soprattutto ad ogni forma infettiva per queste patologie. Pertanto, una particolare attenzione deve essere rivolta in primo luogo ai fusti delle piante giovani, sia durante le operazioni di taglio delle erbe, sia per lavori vari che con troppa frequenza vengono svolti nelle loro adiacenze ed anche per motivi climatico/ambientali particolarmente avversi (irraggiamento solare, calore elevato, gelo, eccessi idrici), impiegando idonee protezioni per evitare i loro effetti dannosi, con materiali in grado di salvaguardarli senza danneggiarli in altro modo, come purtroppo succede spesso effettuando avvolgimenti stretti e dannosi dei giovani fusti con Juta o con plastica, sempre da evitare. Per contenere in genere queste forme patologiche, sono pure da evitare le plateali somministrazioni idriche che sempre più vengono somministrate in abbondanza ai prati che non sempre ne hanno necessità, creando condizioni asfittiche e marcescenze agli apparati radicali ed ai colletti delle piante a loro consociate o situate in adiacenza. Consideriamo ora le patologie di più recente introduzione e di quelle ancora scarsamente conosciute, per dire che nei tempi moderni soprattutto per merito della sconsiderata globalizzazione, spesso favorita da ragioni prevalentemente economiche e senza tener conto dei seri problemi fitosanitari che può provocare, ci siamo trovati in tempi anche recenti a verificare nei


3 nostri territori, la presenza di patologie nuove o scarsamente considerate o la recrudescenza di altre purtroppo dimenticate o poco conosciute e studiate tardivamente, forse nella speranza ormai usuale che si risolvessero da sole. Tra questi casi basta ricordare alcuni tra i più dannosi e diffusi parassiti sopraggiunti quasi in carrozza, come l’ormai veterano Punteruolo rosso delle palme, il Cinipide del castagno, la Batteriosi dell’olivo, ecc. ed ancora più recentemente la Piralide del Bosso. Di queste forme patologiche, si conosceva da diverso tempo la loro presenza in altri territori anche non molto distanti, pertanto si sarebbe certamente dovuto prestare una maggiore attenzione nell’introdurre le piante che probabilmente avrebbero potuto ospitarle e seguire comunque le prime loro presenze, intervenendo in merito senza alcun tentennamento. Questo sarà certamente il comportamento che dovrà essere tenuto da ora e sempre più rigidamente, sia nei loro confronti che in quelli di casi patologici non ancora segnalati sul territorio nazionale, ma che potranno essere probabilmente introdotti perché già segnalati come presenti in altri territori vicini. E’ soprattutto per queste ultime considerazioni che mi sento personalmente in dovere di proporre la necessaria istituzione di un “Pronto soccorso locale e nazionale per le malattie delle piante” già da diversi anni pensato e segnalato, che sia in grado di recepire in gran parte quanto più sopra espo-

1. Tracce di nuovi ricacci appena visibili su siepe di bosso completamente defogliata dalle larve del Lepidottero Cydalima prespectalis. 2. Le lesioni più gravi inferte alla base dei fusti durante il taglio delle erbe o lavori eseguiti in adiacenza, rappresentano il punto di partenza delle più gravi infezioni crittogamiche. 3. Per il rapido monitoraggio ai fini della difesa precoce e per la cattura di molti insetti, le trappole a feromoni presenti da tanto tempo, permettono preventivamente di verificare il momento dei voli e la densità degli adulti già presenti.

sto, al fine di arrivare per tempo a scoprire le tante ed eventuali nuove patologie, per riuscire a contenerle in tempo, senza che giungano ad arrecare tanti danni ed a diffondersi su vasti territori come sta ancora succedendo. A questo punto è urgente e doveroso citare il Piano d’Azione Nazionale (P.A.N.) emanato con Decreto il 22/01/2014 e pubblicato sulla G.U. il 12/2/2014 in coerenza con quanto indicato nella Direttiva CE n. 128 del 21/10/2009, che si trova ora pure con molto ritardo in fase di studio ed organizzazione, in attesa delle “linee di indirizzo” che saranno il più rapidamente possibile predisposte dalle Regioni e Provincie autonome, con la speranza di una sua rapida applicazione nelle varie zone del territorio nazionale. A queste linee d’indirizzo si dovranno attenere tutte le Autorità locali, per la complessa gestione del verde soprattutto urbano e di tutte le zone in cui può essere presente anche solo marginalmente una piccola parte della popolazione. Per quanto riguarda l’azione specificatamente rivolta alla “difesa fitosanitaria” con il tema riguardante “l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari” si vogliono soddisfare gli scopi principali di riduzione dei rischi legati all’uso di questi prodotti sia per la salute umana sia nei riguardi dell’ambiente e della biodiversità, oltre alla necessaria riduzione e razionalizzazione dell’impiego del prodotto chimico ed alla promozione e sviluppo della difesa integrata e biologica.

Pertanto, il PAN vuole indicare e fare seguire obbligatoriamente una serie di prescrizioni che dovranno essere rispettate da tutti, senza il ricorso alle ormai usuali scappatoie o senza le solite sviste anche ripetute e diventate di prammatica, nel nobile tentativo ormai indispensabile di porre rimedio alle tante tristi situazioni che in molti casi hanno portato l’ambiente e molti territori anche se abitualmente in uso alla popolazione, in condizioni che non possono più essere definite accettabili. In tutti questi luoghi si dovranno intensificare i controlli sulle piante per identificare sollecitamente le eventuali patologie ed agire rapidamente in caso di reale necessità di una cura o di una loro necessaria eliminazione, stabilite soltanto mediante l’intervento di personale idoneo, professionalmente preparato e continuamente aggiornato. Questo personale dovrà attenersi, richiedendone il rispetto assoluto a chiunque altro chiamato ad operare sotto la propria responsabilità, a tutte le regole stabilite dalla normativa e che verranno continuamente aggiornate nell’ambito del PAN, sia riguardo la formazione professionale, l’informazione e la sensibilizzazione della popolazione, i controlli delle attrezzature e dei prodotti fitosanitari tra quelli non vietati, debitamente conservati ed impiegati soltanto nei luoghi, nei momenti, nelle dosi e per le tipologie di piante su cui verranno di volta in volta prescritti. Tutte queste azioni sinteticamente elencate nel PAN, contribuiranno a migliorare le prestazioni professionali generali garantendo il migliore esito degli interventi fitosanitari, il più razionale e contenuto impiego dei prodotti prescelti fra quelli meno tossici e meno perturbatori dell’ambiente, un maggiore ricorso ad interventi integrativi di natura manuale/meccanica ed un conseguente reale avvicinamento ai mezzi di difesa biologica, azioni complessivamente rivolte alla salvaguardia dell’ambiente e della salute dell’uomo. ■ Pag. 59 • Lineaverde Gen/Feb 2015


> DAL MONDO <

Un viaggio in Olanda tra parchi e orti urbani Abbiamo partecipato, grazie alla Bizz Comunication, insieme ad altri giornalisti internazionali, ad un ‘press tour’ in cui abbiamo visitato diversi esempi di nuove realizzazioni di due famose città olandesi: Amsterdam e Rotterdam.

di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

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bbiamo partecipato al ‘Press Tour 2014’ organizzato da Bizz Communication, che ha ereditato parte delle azioni promozionali della Plant Publicity Holland, nel corso del quale sono stati mostrati alcuni esempi di realizzazioni e di utilizzo delle piante da esterno olandesi. La prima tappa è stata al giardino del Rijksmuseum di Amsterdam: il più importante museo d’arte antica olandese negli ultimi 10 anni è stato sottoposto a imponenti lavori di restauro che ne hanno imposto la parziale chiusura. Una volta completati i lavori, si è deciso di rinnovare anche i giardini all’esterno del museo. La gara d’appalto è stata vinta dall’azienda di paesaggismo Van der Spek (zona di Boskoop), che ne cura anche la manutenzione. Pur mantenendo alcune delle piante già presenti, in particolare una Pterocaria fraxinifolia di circa due secoli, anche considerando l’utilizzo a mostre temporanee degli ambienti esterni del museo – in questo periodo un’esposizione delle grandi opere di sculture di arte cinetica dell’artista statunitense Alexander Calder – si è preferito dare una struttura temporanea e facilmente modificabile anche al giardino. Quindi, a parte le siepi esterne e alcune piante di grandi dimensioni (gradevole l’aneddoto di due Metasequoia gliptostroboides di cui si erano completamente perse le tracce durante i lavori di restauro, poi fortunatamente ritrovate nel loro deposito provvi-

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Il giardino del Rijksmuseum di Amsterdam: tanto il museo quanto il giardino sono stati rinnovati di recente.

sorio), sono state privilegiate piante perenni e bulbose inserite in cassoni interrati, che possono essere quindi spostate e sostituite facilmente, adattandosi quindi al layout delle opere esposte. La tappa successiva è stato il quartiere di Agniesebuurt a Rotterdam. Si tratta di una zona semiperiferica della città, caratterizzata da una sempre maggiore multietnicità e, in passato, da un certo degrado. L’ex imprenditore Hans Kervezee, dopo aver venduto le sue aziende a causa di problemi di salute, ha voluto dedicarsi al sociale nella zona e ha cominciato aprendo assieme alla sua partner nell’iniziativa, Pinar Coksun, una cucina per insegnare ai bambini della


scuola primaria come cucinare con prodotti sani e assolutamente vegani (niente carne o prodotti derivanti dallo sfruttamento di animali, nemmeno uova o miele). Il progetto si chiama ‘Kook Met Mij Mee’ (Cucina assieme a me) e si è sviluppato in seguito anche con l’arredo a verde delle strade, grazie a piante fornite gratuitamente da vivai di Boskoop, e con l’apertura di orti e giardini comuni in cui i bambini si occupano della manutenzione, guadagnando anche qualche piccole somme che gli servono come ‘paghetta’ settimanale. Le persone del quartiere hanno socializzato tanto quando le piante sono state messe a dimora quanto quando, ogni settimana, un carretto pieno di bambini

che si divertono un mondo a dare da bere alle piante con un gruppo di volontari come supervisori. A ogni angolo di strada ci sono botti di legno contenenti un albero da frutto. Pare che da quando il quartiere è stato rinverdito, le condizioni di vita siano notevolmente migliorate. Uno ‘spin off’ della cucina è il ristorante ‘Gare du Nord’, all’interno di un vagone ferroviario dismesso, dove il gruppo dei giornalisti ha avuto la possibilità di assaggiare le saporite specialità vegane create da Pinar. A poche centinaia di metri, la piazza Benthelmplein costituisce un interessante esperimento di immagazzinamento e gestione delle acque piovane, con un contemporaneo mi-

glioramento degli spazi pubblici urbani. L’idea di partenza è che in futuro ci si troverà di fronte a eventi meteorici sempre più estremi. I tre bacini (in situazioni ‘normali’ sarebbero nascosti) quando non sono utilizzati come serbatoi, possono essere utilizzati come campi gioco dai ragazzi, come zone di socializzazione dagli adulti e come sede di spettacoli per tutti. L’acqua viene raccolta con un sistema di gronde da tutti gli edifici della zona, e quando cessa l’emergenza viene ‘restituita’ a un vicino canale. Tutta la piazza è arredata in diverse tonalità di blu, argento e verde, e anche le piante sono protagoniste, inserite in diverse zone, con

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uno schema che garantisce fioriture per tutto l’anno. Forse bisognerebbe far visitare questa realizzazione agli abitanti di Senago che si oppongono alla costruzione di una vasca per evitare le esondazioni del Seveso a Milano: con un minimo di intelligenza e di collaborazione, questi luoghi possono avere un’importante funzione sociale, a prescindere dalla loro ormai indispensabile utilità pratica. Tra l’altro, questo modello sta per essere esportato un po’ dappertutto, da Copenhagen a diverse città dell’Europa dell’Est. L’ultima tappa del tour è stata, sempre a Rotterdam, la nuova sede dell’Eneco, una delle più importanti aziende energetiche olandesi, da qualche anno specializzata in energie alternative. Ha 7000 dipendenti e serve oltre 2 milioni di clienti in Olanda e Belgio. All’interno di un nuovo quartiere commerciale di Rotterdam, l’edificio Eneco, realizzato nel 2011, si differenzia da tutti gli altri molto simili della zona per le pareti esterne ricoperte fino al terzo

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1. Hans Kervezee e il suo libro di ricette vegane. 2. La cucina sede del progetto ‘Kook Met Mij Mee’. 3. Il ristorante Gare du Nord. 4. Le piante perenni, inserite in cassoni, possono essere rinnovate

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facilmente e rapidamente in funzione delle mostre temporanee in corso di svolgimento, in questo caso le sculture di Alexander Calder. 5. Un orto urbano ricavato tra le case popolari.


> DAL MONDO <

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6. - 7. Un’immagine dall’alto della Benthelmplein di Rotterdam con le vasche per raccogliere gli eccessi di acqua piovana.

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8. - 9. L’edificio sede della Eneco a Rotterdam, con un particolare della facciata.

piano da una fitta vegetazione. Anche all’interno ci sono due pareti ricoperte da piante da interno e sul tetto c’è un’altra installazione. Così l’azienda ha voluto sottolineare la sua politica sostenibile nei confronti dell’ambiente: l’edificio, che ha anche pannelli solari incorporati nella facciata, è completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, anche grazie a pompe di calore. Da notare che nessuno dei dipendenti dell’azienda ha una scrivania fissa, ognuno può lavorare dove vuole nell’edificio, grazie alle connessioni wi-fi, con aree apposite dedicate a meeting e riunioni. Le realizzazioni e la manutenzione del verde sono state affidate all’azienda paesaggistica Copijn di Utrecht, che vanta già numerose realizzazioni di questo tipo in Olanda e in Svizzera. Ogni pianta, tanto all’esterno quanto all’interno, ha a disposizione la sua ‘tasca’ di terra ed è collegata all’impianto di irrigazione, temporizzato a seconda delle necessità stagionali. Il risultato è davvero buono e molto apprezzato da tutti, in particolare dai dipendenti che, in primavera, quando le pareti esterne sono in fioritura, si fotografano o si fanno fotografare con molto orgoglio. ■

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