LINEAVERDE SETTEMBRE 2015

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I PAESAGGI

I CLUSTER

IL PADIGLIONE

Benedetto Selleri e Biagio Guccione illustrano il progetto paesaggistico di Expo 2015

I Cluster di Expo riuniscono i partecipanti intorno ad un tema specifico.

Breathe.Austria è il padiglione più ‘verde’ di Expo, un vero bosco al chiuso

Lineaverde E I NFORMAZIONE

T ECNICA

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I paesaggi e le piante di Expo Milano 2015 Settembre 2015 Anno 41 - N° 5


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> SOMMARIO <

Speciale Expo Milano 2015 Expo 2015: tanto show, poco slow ......................................... PAG. 2 di Renato Ferretti Speciale Expo Milano 2015 I Paesaggi di Expo ................................................................. PAG. 6 di Benedetto Selleri Speciale Expo Milano 2015 Expo e il Breathe Austria ......................................................... PAG. 12 di Silvia Vigè Speciale Expo Milano 2015 I Cluster, una novità di Expo Milano .................................... PAG. 18 di Michele Di Santis

Lineaverde è edita da EPE Edizioni Srl Redazione: Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02.89.50.18.30 - Fax 02.89.50.16.04 E-Mail per richiesta abbonamenti o informazioni: info@linea-verde.net E-Mail per invio comunicati o altro materiale alla redazione: lineaverde@linea-verde.net Sito Web: www.linea-verde.net Direttore responsabile: Massimo Casolaro massimo.casolaro@epesrl.it

Direttore editoriale: Renato Ferretti renatoferretti@tin.it

Speciale Expo Milano 2015 L’Expo 2015 ed il suo verde ......................................................PAG. 24 di Biagio Guccione Produzione Vivai Sylva Van Hulle, alberi per parchi e boschi ................... PAG. 30 di Renato Ferretti Dalle aziende La produzione di terricci a base di derivati del cocco ............ PAG. 34 di Renato Ferretti Fiere Grandi novità a GrootGroenPlus ............................................. PAG. 36 a cura della redazione Dalle aziende Ercole, l’innovazione nella coltivazione in contenitore .......... PAG. 38 a cura della redazione INFORMARE ......................................................................... PAG. 43

Editor: Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Hanno collaborato: Giulia Arrigoni, Giorgio Badiali, Ilaria Bonanno, Biagio Guccione Francesca Giurranna Comitato tecnico: Giorgio Badiali Francesco Ferrini Franca Gambini Biagio Guccione Laura Schiff Redazione: Claudia Perolari claudia.perolari@epesrl.it

Segretaria di redazione: Silvia Mariani silvia.mariani@epesrl.it

Impaginazione: Claudia Bellelli claudia.bellelli@epesrl.it

Abbonamento annuale Italia: 40 euro da versare su c/c postale n°12059200 intestato a: EPE srl - 20142 Milano Via Spezia, 33 Stampa: Ingraph - Seregno (Mi)

INSERZIONISTI / Agraria Checchi / Capitanio Vivai / CO.RI.PRO / Ersaf / Fito Consult / Flora Toscana / GT Piante / Hinowa / Kostplant / Mecalac / NBL

PAG 35 PAG 51 PAG 52 PAG 55 PAG 49 PAG 50 II cop. PAG 29 PAG 53 PAG 23 PAG 54

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Nippon Bonsai Pasquini&Bini Paysalia Piante Mati Proflora Romiti Vivai Vannucci Piante Vignoli Vivaio dei Molini Zambelli Vivai Zelari

PAG 46 PAG 39 PAG 44 PAG 47 PAG 42 PAG 11 PAG 4-5 PAG 43 III cop. PAG 45 IV cop.

Spedizione in abbonamento Postale 45% Art. 1 Comma 1, Legge 46 del 27/2/2004 Filiale di Milano. Iscrizione al registro degli operatori di comunicazione (ROC) n° 3231 del 30/11/2001. Autorizzazione Tribunale di Milano n° 27 del 18/1/1999. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale. Lineaverde è un marchio registrato di proprietà della EPE Edizioni Srl.

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SPECIALE

Expo 2015: tanto show, poco slow Expo Milano 2015 è un grande show, dove le piante rivestono un ruolo da protagoniste. di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo, dirigente della Provincia di Pistoia e presidente Ces.Pe.Vi.

E

xpo Milano lascia stupiti per l'imponenza della manifestazione, la varietà degli stili architettonici, la grande quantità di piante impiegate nella realizzazione dell'assetto generale ma anche dei vari padiglioni stranieri che per rendersi attraenti hanno fatto incetta di piante dei produttori italiani talvolta inconsapevoli della qualità dei loro prodotti. La visita indubbiamente guidata dal grande e lungo “decumano” ci porta troppo spesso fuori da elementi che si dovrebbero valorizzare maggiormente ma è evidentemente il modo per tenere insieme un così infinito villaggio fatto di persone, colori e purtroppo poche cose concrete provenienti dai vari paesi espositori. La critica che ci è venuta subito è che essendo un esposizione è troppo multimediale: si visitano interi padiglioni vedendo solo immagini, grafici e testi scritti su video e pareti accattivanti, ma distanti dalla realtà che io mi aspettavo di trovare. Certo di eccellenze e suggestioni c'è ne sono tante: dalla varietà delle piante utilizzate, alle tematiche delle produzioni agricole illustrate Pag. 2 • Lineaverde Settembre 2015

sapientemente, alle innovazioni viste in alcuni padiglioni: Belgio, Olanda, Stati Uniti, con l'unico difetto di essere forse troppo energivore come le pareti orticole del padiglione americano. Sicuramente educativo ed affascinante l'itinerario enogastronomico fra le varie regioni italiane e che propone piatti e vini tipici a misura di tutti. Personalmente avrei voluto una guida più dettagliata ai vari spazi, un catalogo più ragionato ed indicazioni di tempo e percorso che consentissero di muoversi in questo grande spazio con maggiore cognizione e di poter vedere quello che si ritiene più interessante nell'arco di una giornata. Invece così com'è bisogna visitarla tutta e ci vogliono almeno due ma meglio tre giorni per poter apprezzare la varietà e la ricchezza delle proposte dai vari paesi, molto culinarie e poco tecnologiche, ma sicuramente interessanti per i milioni di visitatori che sono andati ed ancora andranno a vederla. Certamente noi ci saremmo aspettati una maggiore presenza dei vivaisti dei vari paesi, perché sono gli artefici del miglioramento della qualità delle produzioni vegetali sia per uso alimentare che ornamentale e, magari, essendo in Italia un maggiore protagonismo della produzione vivaistica ornamentale e della storia del paesaggio italiano proiettata nel futuro. Siamo consapevoli che non sarebbe stato facile

ed i tempi e le vicissitudini che hanno accompagnato la realizzazione dell'Expo non consentivano di fare di più di quello che abbiamo, ma qualche esperimento, tipo il padiglione del Vietnam, che dimostri come si possono usare le piante in modo anche meno impegnativo e più consono ad un economia slow c'è lo saremmo aspettato proprio per utilizzare appieno un occasione per il nostro orizzonte di vita irripetibile e che era atteso in Italia e fuori con grandi aspettative.

Il Decumano, uno dei due assi su cui è costruita la struttura di Expo.


E' ineludibile che le proposte anche di confronto e dibattito proposte dai vari soggetti all'interno dell'Expo le hanno fatto meritare l'appellativo positivo di grande kermesse perché si sono potute esprimere le varie opinioni e sensibilità sui temi più vari legati alla vita del pianeta ed a noi sono sembrate molto positive le iniziative sui temi dell'impiego e dell'importanza del verde per le popolazioni future come i numerosi dibattiti che culmineranno con il congresso mondiale degli Inge-

gneri Agronomi e Forestali, come si chiamano in tutto il mondo, in programma a settembre. In conclusione riteniamo che chi ancora non è stato all'Expo farebbe

bene a metterla in agenda perché sicuramente è un occasione per riflettere e stimolarci ad innovare i nostri processi ed i nostri modi di lavorare. n

Qualche esperimento, tipo il padiglione del Vietnam, che dimostri come si possono usare le piante in modo anche meno impegnativo e più consono ad un economia slow c'è lo saremmo aspettato

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Moving Forest, il paesaggio di Expo Benedetto Selleri illustra per Lineaverde i criteri progettuali che hanno ispirato il progetto paesaggistico di Expo Milano 2015. di Benedetto Selleri benedetto.selleri@panassociati.it

Paesaggista AIAPP, dottore in scienze forestali

E

xpo Milano 2015 - così come presentato dal masterplan curato da Stefano Boeri, Jaques Herzog, Ricky Burdett Joan Busquets e William McDonough e dal successivo progetto preliminare curato dall'Ufficio di Piano Expo - è una cittadella espositiva delimitata da un ring – una riproposizione del modello insediativo del castrum come principio archetipico di generazione urbana – una centralità urbana, polo attrattore internaziona-

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Benedetto Selleri è autore con PAN associati (www.panassociati.it), di cui è socio fondatore, del progetto paesaggistico del sito espositivo di Expo Milano 2015.

le, all’interno di un territorio di margine caotico e frammentario, fra il cuore urbano di Milano e le ampie aree periurbane della metropoli milanese. In un tale contesto risulta evidente l’importanza del progetto di paesaggio, il suo ruolo fondamentale per la qualificazione formale, urbana e relazionale dei luoghi della cittadella espositiva e per la definizione di un nuovo rapporto con l’intorno. I paesaggi di Expo reinterpretano elementi del paesaggio spontaneo, rurale ed urbano e si configurano al contempo come spazi di socialità, svago e incontro. Ma i paesaggi di Expo compongono innanzitutto un racconto, un percorso didattico-espositivo, sviluppato sul fil rouge del rapporto


uomo – natura, in accordo col tema dell’esposizione: nutrire il pianeta – energia per la vita. Raccontano gli usi e le trasformazioni operati dall’uomo sulla natura e come la natura reagisce all’azione dell’uomo: il passaggio dalla natura spontanea alla modellazione antropica a scopo alimentare, e quindi all’agricoltura, e da questa al connubio tra funzione, modellazione del paesaggio e arte dei giardini, quindi al trasferimento di tecniche produttive in azioni culturali. Il rapporto uomo – natura viene declinato differentemente nei sette ambiti paesistici del Sito espositivo: dalla naturalità primigenia della foresta della green belt, alla natura rigenerata/depurata delle vasche di fitodepurazione, alla rievocazione di elementi del paesaggio agricolo nei filari, alla collina mediterranea, espressione del paesaggio mediterraneo fra naturalità e modellazione operata dall’uomo, agli Hortus (il cui progetto è stato sviluppato insieme all'arch. Franco Zagari), citazione dell’origine agricola dell’arte dei giardini, ai paesaggi più urbani, conviviali e formali delle piazze. I paesaggi di Expo hanno inoltre grande rilevanza per il raggiungimento di una sostenibilità ecologico-ambientale per la città espositiva e il territorio circostante: a tale scopo concorrono ad esempio le vasche di fitodepurazione, veri e propri giardini d’acqua che permettono la depurazione e il reinserimento ambientale delle acque meteoriche di dilavamento del sito espositivo, ma soprattutto la foresta attorno al canale che circonda l’isola espositiva, una quinta-ecosistema (in sintonia con l’assetto floristico delle più vicine aree naturali) per l’abbattimento delle polveri inquinanti e la mitigazione acustica e visiva. Questa foresta di specie rigorosamente autoctone, rievocazione del bosco spontaneo di pianura, ha inoltre rilevanza molto significativa nella definizione dell’impronta urbanistica del Sito: non è una barriera bensì il principio di un nuovo rapporto tra il territorio dell’Expo e quello limitrofo degradato, un primo passo ed allo stesso

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Una delle 25 piazze minori.

La Collina Mediterranea affacciata sulla piazza Slow Food.

Una delle vasche di fitodepurazione.

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SPECIALE tempo un modello per una riqualificazione urbana fra le caotiche frange periurbane del territorio milanese rispondendo, con un ritorno alla natura primigenia, a un contesto così negativamente segnato dall’uomo, recuperando quel rapporto perduto città-natura all’interno della metropoli. Vorrei ora sottolineare alcuni aspetti innovativi che hanno permesso di portare a termine questo complesso processo progettuale e realizzativo,

nella speranza che possano costituire una riferimento utile per il futuro. La scelta – voluta da Expo – della selezione anticipata delle piante, oltre due anni prima dell’inizio delle opere sul sito espositivo è stata fondamentale ed innovativa per progetti di opere pubbliche di questa dimensione, sia perché ha permesso la scelta di materiale di qualità, sia perché ha costituito da subito un impegno definitivo nei confronti della realizzazione

Un altro elemento caratteristico dei paesaggi di Expo è stata la scelta di utilizzare alberi con portamento naturale: policormici, ramificati dal basso, con forme irregolari.

delle opere. I contratti di coltivazione sono impostati su un elemento base nei progetti di paesaggio, la necessità di scelta anticipata di ciascun soggetto arboreo. Un lavoro lungo e complesso, ma indispensabile per raggiungere l’elevato standard qualitativo oggi presente in Expo. I 12.000 alberi, insieme agli 85.000 arbusti, alle piante acquatiche e erbacee, hanno costituito da subito la più straordinaria forza del progetto. Fondamentale è stata inoltre la scelta di coltivare le piante in vaso air-pot, che grazie alla sua superficie a cuspidi chiuse verso l’interno e forate verso l’esterno, consente di accrescere la qualità dei sistemi radicali delle piante e assicura una migliore reazione allo stress da trapianto oltre che una notevole elasticità di piantagione, cir-

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2 1. Il Children Park. 2. Uno degli Hortus (giardini dotati di pergole e sedute).

3. La Piazza minore della vite. 4. Uno dei giardini filari che connettono i padiglioni.

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SPECIALE Alcuni dei canali che bagnano l’area espositiva.

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costanza particolarmente importante per un cantiere caratterizzato da notevole complessità. Un altro elemento, a mio giudizio caratteristico dei paesaggi di Expo è stata la scelta di utilizzare alberi con portamento naturale: policormici, ramificati dal basso, con forme irregolari. Ritengo infatti che l’utilizzo delle specie che crescono in modo spontaneo in ambienti antropizzati possa e debba avere un grande sviluppo nel paesaggismo contemporaneo. Sono piante dotate di una straordinaria bellezza intrinseca che colpisce, avvicina alla natura ed insegna un percorso di sostenibilità. Tutto ciò è quanto mai necessario nelle nostre città con poca natura, difficili da comprendere e quindi da vivere. Il progetto di Expo dimostra inoltre la possibilità di ottenere, quando necessario, il pronto effetto. E la “Moving Forest”, cioè la grande comunità dei 12.000 splendidi e maestosi esemplari planati nell’isola espositiva in pochi mesi, credo ne sia la prova. n


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SPECIALE

Expo e il Breathe Austria Expo 2015 a Milano ha confermato le aspettative di tutti. Ci siamo fermati prima della visita a parlare con una delle figure più carismatiche che con passione ha spiegato in tutta Italia, nei modi più diversi, il vero significato di una esposizione universale, Giacomo Biraghi, per poi inoltrarci nel bosco austriaco a respirare un po’ di aria fresca. qualche punto su cosa è un Expo e le novità nella sua edizione italiana.

di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

Cos’è e come nasce una Expo? Expo è una esposizione universale, un evento per nazioni su scala globale che si tiene ogni 5 anni in una città del mondo e nella sua definizione attuale ha una durata massima di 6 mesi e prevede la realizzazione di padiglioni temporanei. Il tema viene scelto di volta in volta dallo stato ospite. L’evento, come lo conosciamo oggi, è il risultato di una lunga evoluzione partita a metà Ottocento con la prima edizione londinese del 1851. L’edizione però più conosciuta è sicuramente quella del 1889 a Parigi per il centenario della rivolu-

U

n’esperienza come quella di Expo 2015 a Milano non si poteva perdere e per capirla e assaporarla al meglio ho avuto la fortuna di conoscere attraverso i social network proprio Giacomo Biraghi, conosciuto come #expottimista per eccellenza, esperto internazionale di strategie urbane, laureato in Economia delle Pubbliche Amministrazioni alla Bocconi di Milano e in City design and social sciences alla London School of Economics di Londra, Digital and Media PR di Expo 2015 Spa, con il quale abbiamo chiarito

Giacomo Biraghi, Digital and Media PR di Expo 2015 Spa e #expottimista per eccellenza.

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La scritta di benvenuto all’interno del bosco “Breathe” nel padiglione Austriaco.

zione francese durante la quale fu inaugurata la Tour Eiffel, ai tempi la struttura più alta del mondo. In Italia invece la prima edizione si è tenuta sempre a Milano nel 1906. Nel 1928 gli stati che partecipano all’esposizione universale si sono riuniti nel Bureau International des Exposition (BIE) che è diventato l’organo incaricato di dare regole tra cui la scelta dell’area espositiva non edificata, dei prezzi di accesso fissi, dei limiti degli spazi commerciali nonché di gestire il calendario delle Expo.

1. Interno del Palazzo di Cristallo, durante la grande Esposizione Universale di Londra, nel 1851. 2. Expo 1889 a Parigi durante la quale fu inaugurata la Tour Eiffel.

Quali sono le novità di questa edizione italiana di Expo 2015? Prima di tutto la realizzazione di un masterplan del sito in cui abbiamo un reticolo ortogonale, come quello delle città romane, con due direttrici: Cardo e Decumano. Il Decumano è l’unico viale su cui si affacciano tutti i paesi, così da garantire a ognuno la stessa visibilità. Seconda cosa sono stati realizzati 9 Cluster Pavillion nuovi spazi non più “nazionali” ma incentrati su singoli temi trasversali alle zone del mondo per dare visibilità specialmente a quei paesi che non hanno la possibilità di realizzare un proprio padiglione. I Cluster rappresentano quindi 9 filiere alimentari o identità tematiche. Bio-mediterraneo, cacao e cioccolato, caffè, cereali e tuberi,

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SPECIALE

frutta e legumi, isole, mare e cibo, riso, spezie e zone aride. Altra novità è il fatto di aver riservato uno spazio, la Cascina Triulza, la sola costruzione preesistente sull’area del sito, alle molteplici associazioni locali e italiane.

Breathe Austria (respira austria)

L’entrata del padiglione austriaco.

Schema del sistema microclimatico realizzato dal Team Breathe Austria.

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Tra i padiglioni visitati uno in particolare, che ci aveva già incuriosito fin dai suoi primi lanci “pubblicitari” su media e social media e particolarmente stuzzicati per la poca tecnologia e la tanta natura, ha attratto la nostra attenzione: stiamo parlando del padiglione austriaco. Sicuramente è il padiglione più verde di tutto questo Expo 2015. “Breathe.Austria” (respira Austria) si innesta perfettamente con il tema di Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita” perché l’aria è elemento fondamentale e primario della vita, inoltre aria, clima e atmosfera uniscono tutta la terra, sono mezzi di sostentamento, trasmettitori di informazioni, generatori di energia e risorse. Il Padiglione è stato pensato dal vincitore di un concorso internazionale con a capo il prof. Klaus K. Loenhart, attuale direttore dell’Istituto di Architettura e Paesaggio presso Graz University of tecnology, dove “breathe austria” viene concepito come centrale di “produzione aria” e di energia elettrica. La struttura del Padiglione forma una cornice attorno a un corpo vegetativo di ampie dimensioni e funge da contenitore per la realizzazione del paesaggio al suo interno. La forma circoscritta riproduce in modo attivo la condizione microclimatica di un vero e proprio bosco austriaco. Il paesaggio, appena si entra, si eleva dolcemente verso l’alto, e un’aria più fresca accoglie gli ospiti lungo tutto il percorso Grazie all’ombra


degli alberi e a una temperatura inferiore si ricrea il microclima di una folta foresta. Il bosco austriaco realizzato si estende per tutta la superficie interna di circa 560 mq, costituito da 60 alberi autoctoni, con altezze fino a 12 metri (7 sopra i 10 metri di altezza, 18 sopra i 6 metri e 45 sopra i tre metri) rappresentati da: abeti rossi e bianchi, larici, faggi, betulle, querce e 12000 piante arbustive boschive e 1200 piante erbacee e 120mq di muschio che formano questo fitto microcosmo boschivo. Le cime degli alberi più alti vengono a superare in altezza la strutture stesse del padiglione nonché la maggior parte di quelli circostanti,

caratterizzando fortemente a livello visivo lo skyline dell’Expo. È stato stimato che complessivamente le piante presentano una superficie fogliare di 43.200 mq e producono 62,5 kg di ossigeno in un’o-

ra. Contemporaneamente il bosco assorbe 92 kg di CO2 al giorno: grazie ai suoi processi naturali viene prodotto ossigeno necessario per 1800 persone all’ora.

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Alcuni ventilatori e nebulizzatori inoltre stimolano e supportano l’attività naturale del bosco. Sullo sfondo la scritta “Nature reloaded” (la natura si ricarica).

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SPECIALE Alcuni ventilatori e nebulizzatori inoltre stimolano e supportano l’attività naturale del bosco. Grazie a questa modalità, la superficie di 560 mq realizzata ottiene un rendimento pari a quello di 1 ettaro di bosco in natura.

Il sottobosco austriaco.

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Senza l’utilizzo di sistemi di climatizzazione, la temperatura percepita all’interno del padiglione austriaco è di circa 5°C inferiore a quella circostante grazie all’evapotraspirazione attivata dal terreno boschivo. Ed è per questo che in una estate così

calda come quella di quest’anno e non solo, il padiglione dal giorno dell’apertura ai primi di agosto è stato visitato da oltre 1 milione di visitatori. Addentrandosi nel bosco si trovano alcune scritte significative: “breathe” (respira) che man mano si sale emergono per prospettiva solo le lettere “eat” (mangia) in corrispondenza della zona ristoro (risultato semplice ma di gran effetto). Altre scritte che accompagnano la visita sono “nature reloaded” (natura si ricarica) e “we grow air” (noi produciamo aria), sui muri della struttura sono invece stati rappresentati schemi del funzionamento del sistema di microclima e la parola “respira Austria” in tutte le lingue del mondo. Anche per la produzione dell’energia si sono ispirati all’intelligenza della natura: per la produzione di corrente vengono usate celle solari a colorante, le cosiddette celle di Grätzel. Le celle solari a colorante rappresentano una tecnologia a vetro assolutamente innovativa a livello mondiale. Basandosi sul principio della fotosintesi, la luce viene trasformata in energia elettrica. Viene quindi prodotta energia dalla luce, secondo il principio della fotosintesi. Quello che avviene in ogni foglia del bosco all’interno del padiglione in scala più piccola, continua qui, su scala più grande. Le celle di Grätzel riescono a sfruttare anche la luce debole o diffusa e presentano una colorazione trasparente: in questo modo anche l’illuminazione artificiale notturna del padiglione austriaco potrà essere convertita in energia. Quasi tutte le piante sono state fornite da vivai austriaci ma alcune anche dal vivaio italiano di Rotternsteiner di Bolzano e, alla fine dell’Expo, quando tutto verrà rimosso, la maggior parte di esse verranno trapiantate nel Comune di Bolzano. n


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SPECIALE

I Cluster, una novità di Expo Milano di Michele Di Santis michele.disantis@gmail.com

Architetto, Politecnico di Milano

A

ll’interno del panorama indubbiamente vario che caratterizza l’esperienza di visita all’Expo di Milano, i “Cluster” sono una delle novità, non soltanto per il modello di partecipazione dei Paesi che vi aderiscono (più di 80 fra Stati nazionali e Organizzazioni Internazionali), ma anche sotto il profilo architettonico e paesaggistico. Concepiti con l’intento di superare i cosiddetti Joint

Pavilions, che nelle Expo precedenti raggruppavano – prevalentemente per area geografica - i Paesi assistiti dall’organizzatore, i Cluster (letteralmente “grappoli”) sono stati ideati come veri e propri “villaggi” che riuniscono i Partecipanti intorno ad un tema specifico, di filiera alimentare o di identità tematica, legato al tema più ampio dell’Esposizione. Tali ambiti tematici sono stati individuati attraverso la collaborazione e lo scambio di idee con i Paesi, caratterizzando così fin dal principio il progetto come fortemente partecipato. Sulla base dei due criteri sopra citati sono stati

Sotto il cluster del caffè, a destra quello del riso. Foto P. Baroni.

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I Cluster sono veri e propri “villaggi” che riuniscono i partecipanti intorno ad un tema specifico, di filiera alimentare o di identità tematica, legato al tema più ampio dell’Esposizione.


definiti i 9 temi dei relativi Cluster. Cluster di Identità tematica: Agricoltura e Nutrizione nelle Zone Aride; Isole, Mare e Cibo; Bio-Mediterraneo. Cluster di Filiera alimentare: Riso; Caffè; Cacao; Cereali e Tuberi; Frutta e Legumi; Il Mondo delle Spezie. La componente partecipativa è stata

mantenuta anche nelle fasi successive, a partire dalla genesi dell’architettura dei padiglioni, sviluppata nell’ottobre 2012 attraverso lo strumento del Workshop internazionale di progettazione per studenti che, con la collaborazione del Politecnico di Milano, ha visto 18 università da tutto il mondo coinvolte nella sfida di ideare le modalità di configurazio-

ne spaziale e la caratterizzazione architettonica e paesaggistica di ciascun Cluster. In questa fase hanno preso forma i nove progetti, tutti basati sul medesimo modello che prevede la presenza di spazi espositivi individuali per i Paesi, veri e propri padiglioni con una taglia minima di 250 mq su

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SPECIALE due livelli, organizzati attorno ad uno spazio collettivo atto ad ospitare diverse funzioni (espositive, commerciali, di intrattenimento e degustazione); nello sviluppo dei progetti la dimensione paesaggistica ha assunto un’importanza straordinaria, avendo una doppia valenza esteticoformale e didattico-comunicativa, entrambe strettamente legate alla declinazione del tema specifico e all’identità dei Paesi partecipanti. Così, in tutti e nove i concept ritroviamo l’evocazione di paesaggi paradigmatici di ciascun ambito tematico, nella maggior parte dei casi suffragata da una forte presenza di essenze arboree, arbustive ed erba-

cee a scopo didattico e/o scenografico. Ne elenchiamo di seguito i principali. Riso. Il parterre del cluster che affaccia sul Decumano (l’asse principale del Sito Espositivo) è caratterizzato dall’alternarsi di vasche d’acqua con vere e proprie risaie, che si riflettono nelle facciate dei padiglioni trattate a specchio richiamando il landscape della coltivazione del cereale. Cacao. Lo spazio comune è costellato da una selva di pali in legno che richiama l’habitat in cui crescono le piante di cacao. Caffè. Il percorso espositivo, che porta il visitatore a scoprire il caffè

Sotto il cluster di cereali e tuberi e quello del mondo delle spezie. A destra il cluster di frutta e legumi. Foto P. Baroni.

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“dalla pianta alla tazzina” ha inizio con la coltivazione del caffè, emblematicamente rappresentata da due serre che ne ospitano oltre ottanta piante alte circa 120 cm di cui alcune in fioritura e altre allo stadio di maturazione delle drupe. Frutta e Legumi. Il visitatore che percorre il cluster incontra nell’area più interna dello spazio comune due frutteti e, lungo il Decumano, in un orto lineare che si sviluppa per circa 70 metri con la messa a dimora di oltre 20 diverse tipologie di ortaggi e piante da frutto. Il Mondo delle Spezie. Nell’area comune del cluster circa una dozzina di essenze di spezie ed erbe aromatiche sono coltivate in vasche che vanno a delimitarne la “piazza”,

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SPECIALE mentre la varietà multicolore delle diverse tipologie di spezie è riproposta sulle facciate dei padiglioni, con vere spezie resinate alternate a diverse essenze lignee e policarbonati colorati. Cereali e Tuberi. Il cluster è organizzato su un asse centrale lungo il quale sei vasche piantumate con diverse specie di cereali e tuberi costituiscono l’ossatura della narrazione tematico-paesaggistica, che culmina al termine del percorso nell’area della trasformazione delle colture in prodotti del consumo (il forno del pane). Bio-mediterraneo. L’area comune del cluster, strutturata come una grande piazza sulla quale si affacciano i padiglioni dei Paesi, ospita, fra Il cluster sole mare e cibo. Foto P. Baroni.

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gli elementi caratterizzanti lo spazio pubblico, quattro giardini con palme ed essenze arbustive che costituiscono la “macchia mediterranea”. Isole, Mare e Cibo. Vasche d’acqua e cespi di bambù si protendono verso l’alto fino a confondersi con la potente massa delle undicimila canne di bambù sospese al di sopra dello spazio aperto del cluster. Zone Aride. L’architettura del cluster, con la copertura a cui sono appese circa 70 km di cannucce in pvc bianco, evoca una tempesta di sabbia nel deserto, che lascia emergere i terrei padiglioni e gli elementi di arredo dello spazio pubblico come massi erratici nel paesaggio arido. Seppur con alcune piccole variazioni in fase di ingegnerizzazione, i no-

ve progetti sono stati portati a compimento senza sostanziali modifiche rispetto ai concept iniziali, potendo offrire ai visitatori dell’Expo la semplicità - e l’efficacia - delle soluzioni proposte in fase di ideazione, soprattutto in relazione al progetto dello spazio collettivo, totalmente pervaso della componente paesaggistica. La landscape exhibition, richiesta in fase di briefing durante il workshop, è lo strumento più diretto per affrontare temi come quelli legati alle filiere dei principali prodotti dell’agricoltura e per comunicarli nella modalità più attrattiva. Modalità assolutamente “analogica” e quasi unica all’interno di una Esposizione dominata dalle meraviglie del digitale. n


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L’Expo 2015 ed il suo verde Una lettura dell’Expo di Milano 2015 dal punto di vista paesaggistico. Un evento straordinario anche per il nostro settore sia per le idee progettuali innovative presenti sia per la dimensione dell’operazione. di Biagio Guccione guccione@paesaggio2000.it

Docente di architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Firenze

Un canale naturalistico.

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C

hi scrive ha passato solo un giorno all’Expo di Milano e gran parte della giornata è stata rivolta ad osservare le aree verdi di questo grande insediamento espositivo, ma la prima impressione è quella di una manife-

stazione che sta riscuotendo un grandissimo successo di pubblico, con molti elementi di qualità e qualche punta di eccellenza. So di andare controcorrente: parlare bene delle cose che accadono nel nostro paese è di-


sdicevole, non si addice ad uno studioso, ad un accademico, è un gesto quasi volgare. Tutto va male in Italia, a prescindere, sempre. Ma se per un attimo ci sforziamo di essere obbiettivi e ci comportiamo come un normale visitatore straniero, l’Expo 2015 rimane un simbolo della straordinaria capacità dell’Italia di essere un paese di eccezionali risorse umane, di volontà, di intelligenza e di creatività. Fatta questa premessa che sono certo molti lettori non apprezzeranno, ritorno al mio ruolo di esperto di aree verdi e cercherò di descrivere tutto quello che i colleghi paesaggisti impegnati in

questa difficile operazione sono riusciti a realizzare. Fra i padiglioni dell’Expo di Milano 2015 è possibile apprezzare una trama verde che fa da cornice alla manifestazione. Forse le aree verdi potevano essere più ampie trattandosi di una manifestazione rivolta all’alimentazione, ad ogni buon conto ogni area è stata progettata e studiata in perfetta sintonia con il complesso espositivo. Ho avuto la fortuna con i colleghi dell’AIAPP di fare una lunga visita guidata insieme a Benedetto Selleri, uno dei progettisti degli spazi verdi dell’Expo, che ha reso la comprensione del progetto più age-

vole, svelando altresì i condizionamenti che operazioni così complesse impongono e che spesso ad un visitatore seppur del mestiere sfuggono. Lo schema dell’Expo è molto semplice tutto ruota attorno ad una sorta di impostazione urbanistica elementare, quella della centuriatio romana, ma come sappiamo ogni paesaggio ha la sua specificità e gli autori hanno cercato di rispettare le preesistenze paesaggistiche sin quando è stato possibile. Lo schema è così sintetizzato dagli autori. Il rapporto uomo – natura viene decli-

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Collina mediterranea.

Area verde per la sosta ed il relax.

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SPECIALE

Canale perimetrale.

Il rapporto uomonatura viene declinato in sette ambiti paesistici del Sito espositivo.

Giardino lineare.

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nato nei sette ambiti paesistici del Sito espositivo: dalla naturalità primigenia della foresta della green belt, alla natura rigenerata/depurata delle vasche di fitodepurazione, alla rievocazione di elementi del paesaggio agricolo nei filari, alla collina mediterranea, espressione del paesaggio mediterraneo fra naturalità e modellazione operata dall’uomo, agli Hortus, citazione dell’origine agricola dell’arte dei giardini, ai paesaggi più urbani, conviviali e formali delle piazze.

Piante acquatiche.

Una ricchezza di spunti che rende l’impianto del verde facilmente leggibile anche se spesso fagocitato dal gigantismo dell’impianto generale. L’operazione più felice è di certo la green belt, rafforzata in molti tratti dai canali d’acqua che attivano un dialogo costante con il paesaggio preesistente, che talvolta è difficile da realizzare ma in qualche tratto risulta in perfetta armonia con tutto il sistema soprattutto quando ingloba il canale Villoresi che per anni è stato oggetto di


I ponti sui canali.

L'area di sosta disegnata da Franco Zagari.

studi e sistemazioni paesaggistiche varie e che in questo occasione trova un esito piacevole e ecologicamente coerente. Non è il solo caso. Tutta l’acqua presente nell’Expo ha assunto un valore che va al di là della classica presenza che ricopre nei parchi urbani. Il controllo e valorizzazione degli aspetti idraulici ed il sistema delle vie d’acqua, il nuovo grande canale che circonda l’isola espositiva, la ricanalizzazione e il nuovo ambientamento paesaggistico dei torrenti e canali preesistenti, gli accorgimenti di sostenibilità nella raccolta delle acque meteoriche e la loro valorizzazione sono il tocco del raffinato approccio al tema. Sempre partendo dai canali è stato possibile realizzare una “cintura verde” che fosse percepibile in tutte le sue valenze e modificabile lungo il suo sviluppo coerente attorno all’area dell’Expo. La green belt si compone di ulteriori paesaggi, ad esempio alcuni frammenti del mondo rurale della pianura lombarda (piantata lombarda, pioppeto, ceduo di quercia, quercocarpineto, brughiera). Infine su un tratto dell’anello il children park, par-

co tematico ricreativo, avvicina i bambini ai temi dell’esposizione. Ma soprattutto si rafforza in corrispondenza della Collina mediterranea che rievoca tratti del paesaggio mediterraneo in un elemento iconico che conclude ad Est l’asse del Decumano, su cui la rigogliosa vegetazione mediterranea si apre a tratti in scorci differenti sulla piastra espositiva. E’ l’unica area di ampio respiro che è stata concessa ai paesaggisti dove il verde domina ed invita alla sosta, uno spazio rilassante

dopo la miriade di stimoli che i padiglioni offrono. Parallelamente al Decumano, un sistema di filari concepiti come “giardini lineari” con un “sottobosco” di specie tappezzanti erbacee e arbustive, accompagna il visitatore nel percorso di visita, garantendo ombreggiamento e spazi per brevi soste. Con un certo orgoglio il collega Benedetto Selleri così sintetizzava l’approccio al progetto paesaggistico dell’Expo a conclusione della visita che ab-

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Sedie e tavoli disegnati da Zagari per l'aria relax

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SPECIALE

La green belt rafforzata in molti tratti dai canali d’acqua attiva un dialogo costante con il paesaggio preesistente.

Un canale della Green Belt.

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biamo fatto insieme: ”Il paesaggio di Expo non ha un esclusivo valore estetico ma è concepito in se come un racconto che viene disvelato durante la visita. E’ il racconto delle relazioni che intercorrono tra l’uomo e la natura. Questa impostazione, retaggio del masterplan e poi delle fasi preliminari, è efficacemente riscontrabile nei paesaggi più naturali come la foresta ed il canale ed anche nei paesaggi modellati dall’uomo come gli Hortus o le grandi e piccole piazze. Quali usi, quali impatti causa l’uomo alla natura e come la natura reagisce alle azioni dell’uomo? Il progetto è articolato in paesaggi caratterizzati da differenti gradi di naturalità proprio per riflettere su questa tematica così attuale.” Certamente possiamo comprendere l’entusiasmo del giovane progettista nel giudicare il suo lavoro e nel fare le sue considerazioni conclusive ed in linea di massima concordiamo con lui. Ma è bene sottolineare che la voglia legittima ma forse un po’ eccessiva di mettere tutto in questa esperienza, talvolta fa perdere quella trama unita-

ria che è il pregio dell’idea generatrice del progetto. In ogni caso rimane il fatto che i paesaggisti dell’Expo hanno contribuito in modo serio, professione ed intelligente a rendere ancora più gradevole questa manifestazione. Chi vuole approfondire tutte le tematiche paesaggistiche che qui abbiamo accennato in modo troppo sintetico può consultare il bel volume di Franco Zagari e Benedetto Selleri, “Moving forest, Expo 2015 landscape(*)”. In questo testo sono illustrati tutti i dettagli di una delle più straordinarie operazioni paesaggistiche degli ultimi anni, è la storia di questa foresta “mobile”, perché coltivata in vivai con tecniche d’avanguardia e poi arrivata al momento giusto: 2.000 alberi, alcuni dei quali raggiungono altezze di 10-12 metri, 85.300 arbusti, 107.600 piante acquatiche e 151.700 erbacee fanno del sito espositivo di Expo Milano 2015, un magnifico luogo dove passare delle piacevoli giornate. n Franco Zagari e Benedetto Selleri, “Moving forest, Expo 2015 landscape, Libria edizione, Melfi, 2015.

(*)



> PRODUZIONE <

Vivai Sylva Van Hulle, alberi per parchi e boschi Ci siamo recati Fiandre (in Belgio) a visitare i Vivai Sylva, un’azienda in cui la storia, l'esperienza e l'innovazione si fondono per ottenere prodotti di alta qualità.

di Renato Ferretti renato.ferretti@epesrl.it

Dottore agronomo, dirigente della Provincia di Pistoia e presidente Ces.Pe.Vi.

R

ecentemente ho avuto la possibilità di recarmi, con l'amico Daniel De Steur, presso l'azienda Sylva della famiglia Van Hulle, una visita affascinante, dove la storia, l'esperienza e l'innovazione si fon-

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dono per ottenere prodotti di alta qualità, come ha sottolineato Marc Van Hulle, che con i figli Bram e Tim conduce oggi l'azienda ormai giunta alla settima generazione. La famiglia Van Hulle coltiva alberi nelle Fiandre, in Belgio, fin dal 1750; la sede di Waarschoot fu fondata nel 1936 da Remi Van Hulle e da sua moglie. I due ettari iniziali, nella Molenstraat, sono progressivamente aumentati, anno dopo anno, con acquisizioni di nuovi lotti di terreno nelle immediate vicinanze

dell'azienda. Tanto il vivaio cresceva, che l'impresa personale fu trasformata in una società col nome collettivo "Boomkwekerijen Van Hulle-Coppens en Co". Nel 1958 l'azienda aveva bisogno di uno spazio più grande e traslocò in una nuova sede. In quel momento la superficie dell'azienda era già di 12 ettari e il personale oscillava fra le 25 e le 35 persone. Una grande parte degli addetti lavoravano nella Vallonia, nell'impianto e nel mantenimento delle foreste.


Intanto venivano esaminate le possibilità di esportazione di piantagioni. La fondazione della CEE nel 1957 ed il realizzarsi del mercato unico per l'agricoltura nel 1962 dettero una nuova spinta all'espansione dell'azienda. Quando nel 1972 l'azienda paterna fu trasferita ai figli, fu fondata una società a responsabilità limitata: la Sylva S.P.R.L. Con una struttura solida e con una buona conoscenza professionale, l'azienda è riuscita ad aumentare continuamente la sua produzione e ad adattarla ai bisogni dei mercati interni ed esteri per piantagioni boschive ed impianti di parchi. Con il crescere dei rimboschimenti nell'Europa del Sud, cresceva anche la domanda di piante forestali coltivate in celle o in piccoli contenitori, pertanto fu necessario un ulteriore allargamento sia della coltivazione tradizionale in piena terra che della coltivazione in celle. Perciò fu fondata nel 1992 una nuova azienda, la Sylma C.V.B.A., un complesso di serre e ombrari con la coltivazione completamente automatizzata di piante forestali in celle.

La qualità è il segreto del successo Il successo dei vivai Sylva è determinato fondamentalmente da 5 fattori: • la qualità genetica del materiale di base; • la qualità del suolo di coltivazione; • il metodo di coltivazione; • la ricchezza dell'assortimento • la freschezza delle piante che non vengono mai ricoltivate. La qualità genetica delle piante viene determinata dall'origine del materiale di base. Per esempio, viene sempre raccolto o acquistato seme da innesti di alta qualità genetica. Vengono coltivate specie adatte alle regioni con differenti condizioni climatologiche. Per esempio, della

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Marc Van Hulle - titolare insieme ai figli dei vivai Sylva - mostra le sue piante di un anno.

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> PRODUZIONE <

specie più importante, il Fagus Sylvatica, vengono coltivati in media da 10 a 15 tipologie differenti per origine geografica. La qualità dei pioppi viene assicurata da diversi cloni sviluppati nella "Rijksstation voor Populierenteelt" (stazione statale per la coltivazione di pioppi), che oggi è stata ribattezzata "Instituut voor Bosbouw en Wildbeheer" (istituto per l'economia forestale e per la gestione di selvaggina). Un secondo punto di forza importante nel vivaio Sylva è il suolo. Il leggero suolo da sabbioso a sab-

bioso-argilloso garantisce un sistema di radici con ramificazione fine. Nel raccogliere, le piante anche le radici capillari rimangono intatte, favorendo così l'attecchimento e la crescita della piantagione. Naturalmente la qualità della piantagione viene anche determinata dal metodo di coltivazione adottato. La ramificazione del sistema delle radici è favorita dalla rimozione delle piantine di semenzaio e dal trapianto. La lotta integrata alle malattie ed una concimazione equilibrata garantiscono, infine, piante

Vengono coltivate specie adatte alle regioni con differenti condizioni climatologiche. Per esempio, della specie più importante, il Fagus Sylvatica, vengono coltivati in media da 10 a 15 tipologie differenti per origine geografica.

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sane e forti. Tuttavia, nella scelta dei prodotti fitosanitari, si tiene sempre conto col loro impatto ambientale. La lotta biologica alle malattie e l'estirpamento meccanico delle erbe infestanti vengono applicati il più possibile. Un buon metodo di coltivazione è seguito da un buona selezione delle piante prima della spedizione. La qualità di ogni pianta viene valutata separatamente, in facendo attenzione alle radici, al fusto diritto, alla ramificazione ed al rapporto lunghezza - spessore del fusto. Le piante inferiori vengono distrutte. Poi le piante vengono divise in diversi misure di lunghezza e di spessore. Rispettando strettamente le norme della CEE per la selezione delle piante forestali e da siepe. Molto importante per la buona riuscita degli impianti è la freschezza delle piante consegnate. Così il clima è un elemento importante e non essendoci lunghi periodi di gelo la


piantagione può essere raccolta poco tempo prima della consegna. Dopo la raccolta, le piante vengono portate il più presto possibile nei capannoni, per evitare di esporre le radici alla disseccazione a causa del sole e del vento. Infine una buona organizzazione della logistica e dei trasporti garantisce une rapida consegna al cliente. La consapevolezza che l'espansione delle foreste è una necessità e che i progetti di rimboschimento e di ricostruzione del patrimonio forestale pianificati provocano una domanda crescente di piante forestali. Siccome il ciclo di produzione delle giovani piante è pluriennale occorre dare la massima efficienza alle coltivazioni vivaistiche utilizzando nel miglior modo possibile i semi e gli innesti che vengono fatti. Per questi motivi Sylva segue molto da vicino la ricerca e lo sviluppo in questo campo. Il rendimento del seme disponibile viene aumentato: • dall'ottimalizzazione della conservazione del seme prima della semina; • dalla rottura del riposo del germe in spazi condizionati; • dalla conservazione di seme per fare ottimo uso degli anni di buona raccolta negli anni senza raccolta; • dal miglioramento dei metodi di coltivazione. Per la migliore commercializzazione il vivaio Sylva ha una profonda conoscenza del mercato a livello europeo. Per tutti questi motivi l'azienda Sylva si propone di avere una funzione pilota nel prossimo futuro per contribuire al risanamento del nostro ambiente nel 21° secolo. Nel chiudere questa breve presentazione non mi resta che ringraziare Mar Van Hulle e la sua Signora per la cortese ospitalità ed augurargli i migliori successi perché un azienda storicamente consolidata e fortemente proiettata all'innovazione come questa se li merita tutti. n

La zona del vivaio in cui si effettuano le prove sperimentali.

Uno dei punti di forza dei vivai Sylva è la meccanizzazione: qui un coltivatore interfilare.

Per una conservazione ottimale dei sementi tutte le partite riportano indicazioni approfondite.

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> DALLE AZIENDE <

La produzione di terricci a base di derivati del cocco di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia

L

a produzione di terricci o più correttamente di substrati è ormai diventata un’attività di servizio svolta fuori dall’azienda vivaistica. E’ ovvio ogni azienda mantiene le cosiddette “ricette” diversificate per tipologie di piante ma ormai raramente acquista le materie prime tal quali e prepara autonomamente le miscele in quanto le attrezzature necessarie sono eccessivamente costose anche per le grandi aziende. Ecco quindi che prendono sempre più campo aziende di servizio come l’Agraria Checchi che siamo recentemente andati a trovare per vedere da vicino come lavorano e le reali potenzialità. Nell’impianto di Casenuove di Masiano la prima cosa è la scelta del materiale di qualità e nella fattispecie del cocco è importante che sia di qualità e nella giusta proporzione fra fibra e midollo. La fibra svolge prevalentemente una funzione drenante ed essendo molto elastica elimina il problema del compattamento del substrato, e, crea le condizioni ottimali per lo sviluppo dell’apparato radicale. Il midollo invece, grazie alla struttura a nido d’ape, è fortemente idrofilo ed è in grado di assorbire il 90% del proprio peso specifico costituendo così una importante riserva idrica da cedere gradualmente alle radici. Grazie all’esperienza ormai maturata in anni di attività dai tecnici dell’azienda sono in grado di preparaPag. 34 • Lineaverde Settembre 2015

re una materia prima equilibrata per dare i migliori risultati agronomici. Alla miscela di derivati di cocco, in base alle richieste delle singole aziende possono essere aggiunti i vari tipi di fertilizzante e/o ammendante ed altri componenti del substrato che ognuno intende utilizzare per i diversi tipi di coltura. In sostanza si può ottenere un servizio personalizzato e su misura in tempo reale senza le immobilizzazioni tecniche che come si può vedere dalle foto sono particolarmente ingenti.

Da sottolineare che questi substrati a base di cocco sono prodotti altamente ecocompatibili perché ottenuti da materie seconde vegetali e sostanzialmente interamente biodegradabili, è chiaro la fibra con tempi più lunghi rispetto al midollo. Pertanto è immaginabile in un prossimo futuro che questi prodotti possono entrare tranquillamente nei più rigidi protocolli di produzione integrata dell’Unione Europea, dipenderà dalla capacità di miscelarli con prodotti altrettanto ecocompatibili. ■

Silvano Checchi illustra le caratterisitiche tecniche dell'impianto per la preparazione dei substrati di Casenuove di Masiano.


T

he registrations of exhibitors kept pouring in and now 296 companies will take part. Growers, wholesale companies and suppliers present an impressive range of trees, shrubs and plants for the consumer market but also for landscaping purposes and many interesting products and services from the suppliers. Participants come 8 countries and visitors come from the Netherlands, Belgium, Germany, England, France, Poland, Denmark, Hungary, Ireland, Italy, Spain, the United States of Ame-

rica, Slovakia, Romania, Croatia, Russia and Algeria, etc. Gardencentres will find much of their liking at GrootGroenPlus, but also landscapers and companies who deal

with the making and maintaining of private gardens will be inspired. And of course growers of trees, shrubs and plants will find a rich assortment of young and half grown plants. GrootGroenPlus distinguishes itself not only by high quality but also, by the nice casual atmosphere. Visitors feel at home. Of course, there's also a novelty in-


> FIERE <

Grandi novità a GrootGroenPlus Il 2015 segna un anno importante per GrootGroenPlus, la fiera dedicata al vivaismo in programma dal 30 settembre al 2 ottobre nella città olandese di Zundert, la stessa che ha dato i natali al celebre pittore Van Gogh. La manifestazione business-to-business dedicata a tutto ciò che ha a che fare con il verde celebra infatti la sua 25esima edizione.

a cura della Redazione

L

e registrazioni degli espositori hanno continuato a fioccare, e sono ormai 296 le aziende che parteciperanno alla fiera. Coltivatori, grossisti e fornitori presenteranno una vasta gamma di alberi, arbusti e piante destinati al mercato consumer, ma anche ad applicazioni paesaggistiche, oltre a una serie di interessanti prodotti e servizi proposti dagli operatori del settore. GrootGroenPlus richiamerà perlopiù rappresentanti dei centri giardinaggio, ma potrà ispirare anche paesaggisti e aziende impegnate nella realizzazione e manutenzione di giardini privati; naturalmente, numerosi saranno anche i coltivatori di alberi, arbusti e piante, che in fiera potranno osservare un ricco assortimento di piante giovani e a mezza coltura. GrootGroenPlus si contraddistingue non solo per l’elevato livello qualitativo, ma anche per l’atmosfera informale: qui i visitatori potranno sentirsi a casa propria. Non mancherà inoltre l’analisi delle innovazioni da parte della celebre associazione di settore KVBC: i vincitori verranno proclamati durante la cerimonia di inaugurazione ufficiale. Le

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piante verranno esposte per tre giorni nell’area Innovation & Inspiration, affiancate da una carrellata delle 25 migliori innovazioni degli ultimi 25 anni e da nove novità collaudate. In aggiunta, quest’anno GrootGroenPlus ospiterà anche le innovazioni presentate alle fiere partner: Florall, Plantarium ed Expo TCO. Un’area centrale di 500 metri quadrati, situata all’interno di uno speciale padiglione, offrirà ai visitatori l’opportunità di saperne di più sulle attuali tendenze nel settore del vivaismo. Qui infatti verranno presentate, con sistemi all’avanguardia, tutte le ultime novità e gli articoli più interessanti. Alla fiera GrootGroenPlus sarà infine possibile visitare i vivai esposti nell’ampia area dedicata, in cui i principali operatori del comparto belga saranno a disposizione del pubblico. La registrazione sul sito www.grootgroenplus.nl garantisce l’ingresso gratuito alla fiera. I visitatori potranno godere di una speciale convenzione per l'alloggio in albergo, che potrà essere prenotato soltanto telefonicamente. Menzionando la fiera “GrootGroenPlus” si potranno ottenere offerte allettanti. È inoltre possibile visitare il sito, cliccare su “Hotel information” e chiamare il Golden Tulip Hotel de Reiskoffer. n


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Ercole, l’innovazione nella coltivazione in contenitore Ercole è l'innovativo vaso di Pasquini & Bini ideale per le colture vivaistiche in contenitore: maneggevole e leggero ma anche molto resistente, offre una geometria ideale sia per le radici delle piante sia per l'equilibrio idrico del substrato.

“Il piacere nel lavoro aggiunge perfezione al compito che svolgiamo” Aristotele 384 a.c. – 322 a.c. “Il profitto è la naturale conseguenza di un lavoro ben fatto” H. Ford 1863-1947

Ercole è un prodotto di NUOVA PASQUINI E BINI S.p.A. Località Tei, zona industriale “La Galeotta”- Altopascio (LU) Tel. +39.0583.264656 Fax +39.0583.269115 info@pasquiniebini.it www.pasquiniebini.it

Nei 2247 anni che separano questi due grandi uomini, ben poco è cambiato nel mondo del lavoro: innovazione e impegno sono tutt’ora la chiave di volta per la soddisfazione economica. Con questo spirito, la Pasquini & Bini, negli anni, ha affinato la tecnologia dei substrati e dei contenitori, rifuggendo l’artificiosità degli stessi, assecondando le molteplici esigenze e necessità del mercato. Tenendo bene a mente le suddette condizioni, l'azienda si è concentrata su aspetti oramai di primissima importanza, come il ristagno idrico e l’asfissia radicale, senza inficiare la resistenza del contenitore. Un compito di certo non facile, considerando i limiti operativi ed economici attraverso i quali è necessario muoversi. Il vaso Ercole rappresenta, in questo momento, il culmine dell’innovazione nella coltivazione in contenitore, maneggevole e leggero, mantiene la resistenza necessaria agli ineluttabili stress a cui è sottoposto in vivaio; grazie al rinforzo nella parte superiore, i normali carichi, lo spostamento e l’impilaggio vengono dominati egregiamente, senza deformare il vaso. Crescita ed espansione delle radici sono altresì fonti di logoramento e perdita di elasticità, per questo il vaso Ercole presenta delle introflessioni che rompono tali forze espansive, preservandone la struttura. Le banchine inferiori/sostegni inferiori (i piedini) poste sul fondo del vaso garantiscono uno scolo degli eccessi idrici, dato che tale contenuto idrico è vettore di marciumi radicali Phytophtora e Rhizoctonia, oltre che essere di per sé un ambiente insalubre per la pianta, considerando che nel suolo tale umidità viene celermente smaltita. La gestione idrica è una questione spinosa e non priva di problematiche, causa principe di notevoli difficoltà, viste e considerate le necessità aziendali, quali la promiscuità di specie con esigenze diverse e sistemi di irrigazione con peculiarità differenti. Difatti, un corretto dosaggio dell’acqua, come tutti sappiamo, garantisce salubrità e qualità, un aspetto oramai imprescindibile in un mercato difficile da soddisfare; per questo, la serie Ercole adotta una struttura forata mantenendo la concentrazione di ossigeno all’interno del “range ottimale di crescita”, promuovendo la crescita della radice nelle iniziali fasi di esplorazione ma limitandone molto l’allungamento al di fuori. Inoltre, la disposizione di tali fori garantisce una crescita radiale e uniforme nel vaso, annullando di fatto il fenomeno della “spiralizzazione”, causa di molti trapianti infruttuosi e una crescita stentata. Fondamentale è il corretto uso di un substrato adeguato a permettere il passaggio dell’ossigeno attraverso il substrato stesso e, pertanto, diventa indispensabile l’uso della fibra di cocco. ■

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NOVITA’ COME MAI SEI COSì BELLA E RIGOGLIOSA? IOSA? P erchè ho preso acqua, fertilizzanti e tanta anta t tanta anta nta

aria!

MA Anche a me hanno dato tanta acqua e fertilizzante

SOB!!

TA A IO però SONO CRESCIUT NEI NUOVI Contenitori del centro ricerca e sviluppo della Pasquini E Bini, dove sono riusciti ad ottimizzare il rapporto aria-acqua nel substrato.

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l’evento B2B n°1 per gli operatori dell a ELENCO DEGLI ESPOSITORI 3M ITALIA ALFER ALUMINIUM ALPINA ITALIA ANNOVI REVERBERI APROS AREXONS ARIETE GROUP ARREGUI-DOMUS BESTWAY BIACCHI ETTORE BIEMMEDUE BLUMEN GROUP BOLDRIN GROUP BOSTON ITALIA BOT LIGHTING BOVELACCI BRICO OK BRICOLARGE BRICOLIFE BRILONER C&C SCAFFALATURE CAEM MAGRINI CANTALE CAONGREEN CARGO IMPORT CEM ELETTRONICA CENIGOMMA CENTURY ITALIA CERERIA DI GIORGIO CIE ITALIA CLAI IMBALLAGGI COLZANI CPE DEDEDIMOS GROUP DIADORA SPORT DL RADIATORS DROP MARTINIDIS EGLO ITALIANA

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l a distriBuzione moderna del Bricolage GIOVEDÌ 24 SETTEMBRE 2015 - mi.co. milano CONVEGNO: IL PROGRAMMA Il tema conduttore del convegno di bricoDay 2015 sarà: Cosa succede nel bricolage italiano? La rete si ridimensiona ma evolve la specializzazione. Esempi di successo, riposizionamento e sperimentazione (non solo in Italia) Ore 9.30 maurizio casolaro, titolare epe edizioni Apertura dei lavori e saluto di benvenuto dell’editore Ore 9.35 giulia arrigoni, direttore editoriale Bricomagazine La distribuzione del bricolage: nuovo “giro di boa”? Ore 9.50 remo lucchi, presidente onorario gfK-eurisko Il futuro non è più quello di una volta Ore 10.10 marco mozzon e paolo morini, direttore marketing e direttore vendite Bricocenter Ore 10.30 paolo valassi - merchant development manager eBay italia e alessandro samà, responsabile ufficio marketing Brico Bravo L’opportunità dell’eCommerce per le aziende del bricolage Ore 10.50 andrea lenotti, presidente assofermet Ferramenta Distribuzione bricolage: definizione dei parametri merceologici e del parco negozi, in una realtà frammentaria e articolata

Ore 11.10 reinier zuydgeest, managing consultant DIY & Installation usp marketing consultancy Bv Home Improvement in Europa: fatti e tendenze Ore 11.30 Fabrizio valente, founder partner Kiki lab ebeltoft italy Specializzarsi in ‘prossimità’: il caso svedese Clas Ohlson e spunti per il mercato italiano Ore 11.50 Fernando colorado, gerente adFB Il mercato del bricolage in Spagna e la distribuzione. Opportunità, crescita ed evoluzione Ore 12.10 Boris Hedde, Geschäftsführer iHF Koln Knauber Innovation Store: la sperimentazione di nuove esperienze d’acquisto nel DIY tedesco

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Lineaverde News SETTEMBRE 2015

Attualità

Sentenza TAR: le competenze in materia forestale sono esclusive dei dottori agronomi e dei dottori forestali Le competenze in materia forestale sono esclusive dei dottori agronomi e dei dottori forestali. A confermarlo una sentenza del Consiglio di Stato n. 3816-2015 che si è espressa per la riforma di una sentenza del TAR Sardegna con cui era stata dichiarata l’illegittimità di revoca di un incarico ad un perito agrario per la progettazione di lavori di ricostruzione del potenziale forestale ed interventi di gestione selvicolturale finalizzati alla lotta contro gli incendi boschivi previsti PSR 2007/2013 Misura 226 – Azione 1, su una superficie boschiva di circa 180 ettari di proprietà comunale, ed in opposizione alla quale è intervenuto il Conaf, Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali. Elemento di fondamentale importanza è la conferma in toto del dettato già contenuto in una precedente sentenza del CdS, la n. 915-1996. Il Consiglio di Stato, in accoglimento dell’appello proposto, ha quindi riformato la sentenza del TAR Sardegna aderendo pienamente alla difesa del Conaf. L’intervento di miglioramento boschivo oggetto di causa non si inserisce nel contesto di un’organizzazione di un complesso di beni finalizzata alla produzione, vale a dire in una attività “aziendale” che possa coinvolgere le attribuzioni del perito agrario. La competenza in materia boschiva per i periti agrari rimane limitata alla gestione, stima e consulenza dei boschi, purché inseriti, da soli (se di superficie ristretta) o insieme ad altre colture, in un’azienda agraria di dimensioni piccole o anche medie in funzione non ambientale, ma solo produttiva e nei limiti in cui la coltivazione non presenti difficoltà insostenibili per la cultura astrattamente riconoscibile ai periti agrari stessi. Fonte: Conaf n

Fitopatologia

Primo caso di Xylella Fastidiosa in Corsica, ma non è il ceppo pugliese Il 22 luglio 2015 è stato segnalato il primo caso di attacco da Xylella Fastidiosa in Corsica nell’area di Propriano su una pianta di Polygala myrtifolia importata nel 2010; l’inchiesta epidemiologica è in corso. Il batterio di Xylella individuato in Corsica è diverso da quello presente in Italia meridionale, nella regione Puglia: è quanto annunciato dal ministero dell'Agricoltura di Parigi. In particolare, precisano gli esperti francesi, la Xylella Fastidiosa analizzata dopo i ritrovamenti nell'isola francese appartiene al ceppo “multiplex” totalmente diverso da quello “Pauca” individuato in Italia. Secondo gli esperti, la minaccia potrebbe colpire altri alberi da frutto (albicocchi, pruni, mandorli, ecc.) ma difficilmente l’olivo. n Pag. 43 • Lineaverde Settembre 2015


Lineaverde News Normative

Normative

Agevolazioni fiscali per il verde privato, sarà la volta buona?

Lavoratori avventizi in floricoltura: arrivato il riconoscimento

E’ stato presentato il primo di luglio in Senato il disegno di legge "Misure di agevolazione fiscale per interventi di sistemazione a verde di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari di proprietà privata" per promuovere e rafforzare nel nostro Paese la cultura del verde, attraverso specifici incentivi: detraibilità del 36% in cinque anni per spese tra 2.000 e 30.000 euro, da 5.000 a 50.000 per i condomini. Come recita il testo introduttivo del DDL "l'obiettivo è quello di implementare il verde privato, non solo come elemento di arredo estetico qualificante di uno specifico contesto urbano, ma soprattutto quale fattore essenziale di sviluppo e di miglioramento della qualità della vita degli abitanti di un determinato territorio e strumento progettuale di compensazione e mitigazione degli impatti socio-ambientali prodotti da edificazioni anonime e lontane dalla ricerca del bello". Rimaniamo in attesa di conoscere il percorso di questo disegno di legge, sul quale vi informeremo tempestivamente, che potrebbe rappresentare una svolta decisiva per il settore italiano del verde privato, mai veramente decollato come fenomeno di massa e ancora più sofferente negli ultimi anni di crisi. A questo link in testo integrale del DDL: www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLPRES/916938/index.html n

E’ stata approvata il 15 luglio in Commissione Lavoro alla Camera la risoluzione in merito all'inserimento tra le attività stagionali di quelle relative alla raccolta, alla cernita, alla lavorazione, al confezionamento e al trasporto dei prodotti del florovivaismo quale importante comparto dell'agricoltura italiana, comprendente il segmento dei fiori e fronde recise, delle piante in vaso da interno ed esterno e di quelle utilizzate per gli spazi a verde. A guidare la proposta un gruppo di deputati liguri con la partecipazione degli enti sul territorio tra cui Ancef e Distretto Florovivaistico del Ponente. Fonte: http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/c ommissioni/bollettini/pdf/2015/07/15/leg.17. bol0482.data201 50715.com11.pdf n


Mercati

Ismea: cresce l'export florovivaistico nel I trimestre 2015. Bene alberi e arbusti Secondo i dati Ismea nel I trimestre 2015 si è verificato un discreto innalzamento dell’export per il segmento degli alberi e arbusti, ma non per le piante in vaso. Il settore del florovivaismo nei primi tre mesi del 2015 registra una crescita, su base annua, delle esportazioni in valore (+7%) superiore a quella delle importazioni (+6%). Quest’ultime, in base a dati provvisori, tornano in terreno positivo dopo la flessione registrata nei corrispondenti trimestri degli anni precedenti (dal 2011 in poi). Nonostante l’aumento dell’import, il saldo in valore si accresce dell’8%. Tale risultato va attribuito all’ottima performance registrata dai settori del florovivaismo non ornamentale (vivaismo ortofrutticolo, vitivinicolo e olivicolo), le cui esportazioni aumentano del 28% in valore, e alla più modesta evoluzione del settore ornamentale, le cui spedizioni in valore aumentano proporzionalmente di meno delle importazioni (+4% in valore contro +6,4%). In particolare il settore delle piante, degli alberi e arbusti da esterno - che negli altri trimestri dell’anno, a causa degli effetti della crisi economica, ha risentito maggiormente della mancanza di spesa sia delle famiglie sia del committente pubblico -, in primavera, che coincide con il primo trimestre 2015, registra un discreto innalzamento dell’export per il segmento degli alberi e arbusti, ma non per le piante in vaso. Le spedizioni dei primi infatti si attestano a quasi 90 milioni di euro (+7%), mentre gli acquisti dall’estero risultano negativi (-6%). Tale buon risultato va ascritto al traino della domanda proveniente dai paesi terzi (+18%) che supera l’incidenza del 30% del totale. Per contro, le piante in vaso da interno e da esterno mostrano una decurtazione delle spedizioni del 5% in valore, mentre le importazioni aumentano del 10%. Le piante da interno, in particolare, registrano su base annua una netta flessione delle spedizioni sia in ambito Ue sia Extra Ue e un livello più alto delle importazioni, che incidono per due terzi sul totale degli acquisti dall’estero di piante. Ciò determina un peggioramento del disavanzo che passa dai 3,5 milioni di euro del primo trimestre del 2014 ad oltre i 10 milioni di euro del primo trimestre del 2015. n Pag. 45 • Lineaverde Settembre 2015


Lineaverde News Convegni

A Bergamo le più famose 'archistar' nazionali e internazionali del paesaggio Arriveranno a Bergamo da ogni parte del mondo le più importanti archistar del landscaping nazionale e internazionale il 19 e il 20 settembre 2015 per il meeting internazionale, evento clou della manifestazione I Maestri del Paesaggio – International Meeting of the Landscape and Garden, organizzata dall’associazione culturale Arketipos e dal Comune di Bergamo. Protagonista di questa quinta edizione sarà il paesaggio agrario. Grazie al focus “Feeding Landscape. Le colture agrarie fanno paesaggio”, l’International Meeting punterà i riflettori su un territorio che, grazie anche all’intervento umano, valorizza se stesso e le proprie unicità dando forma a una ricchezza di forme, colori e tradizioni che dalla terra giungono alla tavola. Dopo tre anni di corteggiamento arriva in Italia una delle archistar più note del momento: Kongjian Yu (CN, nella foto) con i suoi progetti d’avanguardia sulle eco-città, basati su una costante ricerca di una nuova estetica a base ecologica, portati avanti con la sua società Turenscape, e pluripremiati in Cina e nel mondo, con oltre 1000 pubblicazioni dedicate. Successivamente, dalle eco-città di Kongjian Yu si passerà al paesaggio come patrimonio collettivo con l’architetto, docente e consulente per l’Unesco Darko Pandakovic, autore di musei e interventi di valorizzazione culturale in Africa e America Latina. A rappresentare i landscape architect sarà, invece, Erik Dhont (BE), riconosciuto come una delle firme più interessanti del momento. A dare voce all’aspetto alimentare sarà invece l’Italia con Carlo Boni Brivio (IT), fondatore dell’azienda agricola biologica omeodinamica Il Cerreto nel cuore della Toscana. Pierre Alexandre Risser (FR), invece, responsabile inoltre della manifestazione "Jardin, Jardins" nei giardini delle Tuileries e famoso come specialista di orti urbani e terrazze, farà il punto sul guerriglia gardening ricordando le soluzioni innovative da lui realizzate per la progettazione di spazi aperti con la creazione di giardini fissi e temporanei per le imprese. Summer School Infine, sabato pomeriggio il Teatro Sociale sarà aperto a tutti per assistere alla presentazione dei lavori dei 15 studenti che, ispirati dal genio artistico de I Maestri del Paesaggio e guidati durante la Summer School dai Visiting Professor Stefan Tischer e Annacaterina Piras, si saranno cimentati nell’elaborazione dei valori del nuovo paesaggio urbano cui daranno forma attraverso l’ideazione di concept per gli allestimenti dei Maestri del Paesaggio 2016. Per partecipare è sufficiente iscriversi sul sito www.arketipos.org/meeting-workshop n

Attualità

Nubifragio a Firenze: il vivaismo “Il distretto vivaistico pistoiese, il più grande d’Europa, è pronto a dare una mano per sostenere il Comune nelle operazioni di recupero dell’Albereta”. E’ quanto dichiarato da Francesco Mati, presidente nazionale del settore florovivaistico di Confagricoltura a proposito della situazione del parco fiorentino dell’Albereta andato distrutto dopo il nubifragio del 1 agosto a Firenze. “Firenze è stata fortemente Pag. 46 • Lineaverde Settembre 2015


Normative

Approvate linee guida per impiego risorse idriche, investimenti da 300 milioni Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che, a seguito del parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni, è stato approvato il decreto ministeriale sulle “Linee guida per la regolamentazione da parte delle Regioni delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo”. Con l’approvazione delle linee guida il Mipaaf può dare avvio al piano di investimenti nel settore irriguo, che potrà contare sui primi 300 milioni di euro grazie al Programma nazionale sullo sviluppo rurale. A questi si aggiungeranno i fondi messi a disposizione dalle singole Regioni attraverso i Programmi di sviluppo rurale e quelli che saranno assegnati dal Fondo per lo Sviluppo e Coesione, nel cui contesto è stata chiesta una dotazione finanziaria da 400 milioni di euro per questi interventi. Il provvedimento rappresenta un tassello importante nella gestione sostenibile dell’acqua, introducendo delle innovazioni sostanziali anche per evitare gli sprechi e avere dati più esatti dell’uso di questa risorsa in agricoltura. Con questo documento, poi, si danno certezze per la programmazione degli investimenti dei Consorzi di bonifica, dei diversi Enti irrigui e delle singole imprese agricole. Il documento approvato prevede una modalità unitaria a livello nazionale di monitoraggio dei volumi idrici prelevati, impiegati a fini irrigui e restituiti, superando, di fatto, la frammentazione di sistemi e metodologie che, fino ad oggi, hanno reso lacunose le modalità di raccolta e analisi delle informazioni disponibili sull’uso dell’acqua irrigua. n

o pistoiese corre in soccorso penalizzata dalle anomalie climatiche di quest’estate – continua Mati – e l’attuale stato in cui versa uno dei suoi parchi storici non può lasciare indifferenti. Siamo convinti che i nostri soci sapranno dimostrarsi sensibili al suo recupero e la vicinanza geografica con il comune di Firenze certo agevolerà eventuali collaborazioni per far rinascere nel più breve tempo possibile uno dei parchi più belli della città”. n


Lineaverde News Mercati

Ismea, vendite nei garden center: bene aprile e maggio, ma al di sotto delle aspettative Dopo il mese di marzo, negativo rispetto al 2014, a causa di un clima nel Nord Italia considerato più freddo rispetto alle medie degli ultimi 3 anni, i mesi successivi, in particolare quelli centrali del periodo di vendita per il canale Garden Center, hanno mostrato un miglioramento ed un recupero, tuttavia con risultati meno eclatanti di come ci si era immaginato. Da sempre se il mese di marzo non è all'altezza dei valori di vendita della primavera, questi vengono recuperati con aprile e maggio, per cui, per un bilancio complessivo, bisogna attendere i dati definitivi dei primi sei mesi in modo da attenuare i fenomeni di contrazione delle vendite determinati dall'andamento climatico. La variazione di aprile è positiva per tutti i reparti di un garden di medie dimensioni del 5,2% sul 2014, iniziando a recuperare l'andamento negativo che si era sviluppato da febbraio: il valore cumulato dei primi quattro mesi si assesta a -0,25%. A maggio prosegue la crescita anche se con toni meno entusiasti: la presenza di una delle ricorrenze tipiche del settore piante e fiori (la festa della mamma) e l'ingresso verso la parte centrale della primavera dovrebbero essere da stimolo ai consumatori. Invece la risposta permane sempre tiepida: + 4,0% è il dato delle vendite di tutti i reparti conseguite nel mese che contribuisce a far raggiungere al canale garden center il pareggio come dato a progressivo rispetto al medesimo periodo del 2014 (+0,9%). Scendendo nel dettaglio delle varie categorie merceologiche, in aprile sono negativi o poco positivi gli andamenti di piante d'appartamento sia verdi sia fiorite, mentre positive sono le piante da orto con crescita a 2 cifre seguite, dalle piante fiorite. Nel vivaismo da esterno le maggiori richieste si sono verificate su cespugli o rampicanti fioriti ma di dimensioni di vaso contenute (diametro 16 massimo 18). Tuttavia in quantità non ci sono segnalazioni di vendite in aumento. Con maggio alcune categorie proseguono il miglioramento, anche se con valori inferiori rispetto a quelli di aprile, altre crollano letteralmente. Le piante da interno, sia verdi sia fiorite, sono calate mentre sono rimaste invariate le vendite del vivaismo da esterno. Solo le piante stagionali o di serra fredda in maggio hanno proseguito la corsa positiva con quasi il 7% in più su base annua. Tra le piante preferite nella Serra Fredda vi sono le più robuste, con minori esigenze in fatto di acqua e che per prova o per consiglio degli addetti alla vendita risultino essere resistenti a parassiti, quindi: Dipladenia, Sunpatiens, Begonia 'Dragon Wing', Begonia 'Big', Solanum rantonetti e jasminoides, insomma piante che sembrano resistere a tutto contribuendo a sgravare il consumatore dall'impegno della manutenzione costante e attenta. Le vendite delle categorie solo ornamentale vivo nel periodo gennaiomaggio 2015 hanno registrato un +0,07% nei primi 5 mesi del 2015. Secondo i dati preliminari, il mese di giugno ha deluso le attese anche a causa del brusco innalzamento delle temperature: stabilità per le piante di serra fredda, andamento discreto per le piante da giardino, praticamente assente l'interesse per le altre categorie. n

Pag. 48 • Lineaverde Settembre 2015

Mercati

Cresce senza sosta la produzione di fiori recisi in Kenya La produzione di fiori in Kenya è un business che continua a crescere e che potrebbe superare in futuro l'intera produzione dei Paesi Bassi, destinazione preferenziale dell'export del paese africano. L'Olanda sta importando dal Kenya una media di beni per un valore di 35 milioni di dollari al mese, contro la Gran Bretagna con 33 milioni di dollari, che si è classificata seconda, secondo i nuovi dati del National Bureau Kenya di statistica (KNBS). Il settore dei fiori recisi keniano è cresciuto rapidamente negli ultimi anni. Il fatturato, grazie a bassi costi e clima ideale è stimato in mezzo miliardo di dollari. Le loro esportazioni sono per il 60% dirette verso i Paesi Bassi e il 40% verso altri paesi. n

Promozione

Confagricoltura ospita a Pistoia i buyers dell'Eurasia Tappa in Toscana dei buyers dell’Eurasia invitati da Confagricoltura e Ice per conoscere da vicino la realtà vivaistica pistoiese e svolgere incontri d’affari. Gli ospiti, grazie alla collaborazione di Confagricoltura Pistoia, nelle due giornate in cui sono stati in loco, hanno visitato aziende e sono rimasti particolarmente colpiti dalla vocazione vivaistica del territorio. L’iniziativa di Confagricoltura ed Ice è diretta a valorizzare il made in Italy florovivaistico e la vocazione all’export delle aziende italiane del settore. Il tutto è teso anche a concretizzare il nuovo ‘brand’ di Confagricoltura, ovvero quel ‘coltiviamo capolavori’ che rende il made in Italy agricolo italiano fiore all’occhiello del nostro Paese”. n


Attualità

La soppressione del Corpo Forestale non porterà risparmi A due mesi circa dalla decisione del Governo di sopprimere il Corpo Forestale dello Stato accorpandolo ad una delle altre forze dell'ordine (presumibilmente ai Carabinieri) e alla vigilia del ritorno del provvedimento 'Madia' in Senato che conferirà la veste definitiva alla riforma, suggeriamo alcuni spunti di riflessione. La nuova legge per il contrasto alle 'Eco Mafie' rischia di far sparire tutta quella capacità organizzativa e d’intelligence che il Corpo Forestale ha sviluppato nel tempo e che oggi lo colloca a fianco degli Uffici delle Procure di tutta Italia, più impegnate nel contrasto e prevenzione dei reati ambientali. Inoltre la motivazione principale di questa decisione - risparmiare sul bilancio dello Stato - lascia spazio a molti dubbi. Alcune stime ufficiali spiegano che il Corpo Forestale costa ai Cittadini circa 490 milioni di euro all’anno, di cui circa 460 sono quelli che gravano sui costi del Personale. Questo significa che spostando queste 8000 unità del Corpo in un'altra Forza di Polizia, assunto che gli stipendi saranno pagati comunque, la spesa pubblica non cambia. Casomai la soppressione del CFS porterà ad un aumento della spesa pubblica a causa della necessaria sostituzione di tutta la fornitura delle Uniformi e delle dotazioni di Reparto per una spesa non inferiore ai 12 milioni di euro. Altri milioni serviranno per modificare foggia e colori della flotta dei mezzi del CFS (circa 1700), compresa quella aerea, così come servirebbero non meno di altri 2 milioni per fare almeno una “mini formazione” al Personale che transiterebbe in altri Corpi. n


Lineaverde News Convegni

Al Giardino Garzoni formazione per i professionisti Torna dal 14 agosto al 13 settembre il Flower Show, che segue l’edizione primaverile (1 maggio-2 giugno). In questa edizione ci sarà anche una parte di approfondimento per professionisti ed appassionati, con 3 workshop tematici ed un convegno. Il 9 settembre “Architetture vegetali formali e naturali per la città da rinnovare” conduce Andrea Menghini (Giorgio Tesi Group); 10 settembre “Il futuro parte dalla Preistoria: specie australiane e sudafricane per le città italiane” conduce Alessandro Martini (Floratoscana); 11 settembre “Piante mediterranee per infiorare la città” conduce Gabriele Rasconi (Vivaio Rasconi). La partecipazione ai workshop è gratuita previa iscrizione fino ad esaurimento posti. Inoltre Il 12 settembre, Sala Convegni del Parco di Pinocchio si svolgerà il convegno “La gestione del Giardino Storico”. www.osservatorionazionaleverdeurbano.it n

Mostre Mercato

Winter Edition di Perugia Flower Show, piante rare ed inconsuete Perugia Flower Show, mostra mercato di piante rare ed inconsuete, anche quest’anno replica il suo appuntamento autunnale il 12 e il 13 settembre 2015 nella splendida cornice dei Giardini del Frontone, in Borgo XX Giugno a Perugia. La manifestazione seleziona e riunisce circa 70 espositori di alto livello provenienti da tutto il territorio nazionale, in prevalenza vivaisti, produttori e venditori di arbusti insoliti, alberi da frutto di ogni varietà da quelli del benessere fino a quelli in specie antiche e ritrovate, graminacee ornamentali che proprio in questo periodo dell’anno colpiscono per i meravigliosi colori che regalano. Per gli amanti delle acidofile si potranno vedere le migliori varietà di camelie, alcune già pronte per la loro fioritura autunnale-invernale, collezioni di aceri giapponesi e tantissime varietà inconsuete di Hydrangea. Poi naturalmente i bulbi in collezione nel pieno della loro bellezza, le rose antiche e moderne, i pelargoni botanici, ma anche orchidee, tillandsie e piante acquatiche. www.perugiaflowershow.com n

Flora Toscana sarà presente ad Orticolario dal 2 al 4 ottobre 2015 a Cernobbio sul Lago di Como

Pag. 50 • Lineaverde Settembre 2015


Fiere

Flora Trade Show, Rimini diventa un grande giardino all'italiana Sculture vegetali, specchi d'acqua ed elementi architettonici abbracceranno la bella cornice del quartiere fieristico di Rimini in occasione di Flora Trade Show, il Salone Internazionale del florovivaismo e del paesaggio, dal 23 al 25 settembre (in contemporanea a Macfrut). Rimini Fiera si trasformerà in uno spazio dove il verde in tutte le sue forme e in modo dinamico e interattivo sarà dominante. L'allestimento di questo progetto, curato dallo Studio Angelo Grassi, rappresenterà un grande giardino all'italiana caratterizzato da una suddivisione geometrica degli spazi che valorizzerà in modo ottimale il prodotto florovivaistico presentato dalle aziende. Questo contesto coinvolgerà visitatori ed espositori in una vera e propria esperienza sensoriale e formativa. Un confine vegetale farà da cornice all'intera esposizione, una serie di attività e di percorsi interattivi accompagneranno gli operatori verso concorsi, seminari di aggiornamento, workshop, mostre, degustazioni, attività ludiche e formative per le diverse professioni. Natura, paesaggio, salvaguardia dell'ambiente, tecnologie green e sostenibilità saranno alcuni dei temi che verranno affrontati nelle giornate di fiera. Flora Trade sarà un format B2B dinamico: espositori e visitatori si troveranno al centro di un evento interattivo che trasmetterà nuovi strumenti di business e indicazioni sulle mode e tendenze che influenzano i consumi. Forte delle relazioni e di un ampio portafoglio visitatori maturati con manifestazioni leader nell’outdor, ambiente, benessere, turismo e arredo contract - come Sun, Ecomondo, RiminiWellness, Ttg, Sia Guest - Rimini Fiera offrirà a Flora Trade una spinta commerciale difficilmente eguagliabile a livello italiano. Organizzata in collaborazione con Florasì e Florconsorzi, la manifestazione creerà un’occasione in cui l’intera filiera sarà rappresentata: dai sistemi e tecnologie di produzione ai prodotti del florovivaismo, dalle attrezzature e accessori per garden center, fioristi, vivai alla progettazione del verde pubblico e privato (per giardini e aree verdi di hotel e ristoranti, parchi tematici e divertimento), richiamando un target ampio e diversificato: grossisti, buyer GD/DO, buyer esteri, garden center, fioristi, giardinieri, architetti e paesaggisti, urbanisti, real estate, pubbliche amministrazioni, buyer di strutture turistiche open air (villaggi turistici, camping), catene alberghiere, pubblici esercizi, agriturismi. www.floratrade.it n


Lineaverde News Certificazioni

Olivi di Pescia, conta l'dentità La moderna olivicoltura vive grazie alla competenza di molti appassionati e all'esperienza consolidata nel tempo da una schiera di pionieri che in gran parte fanno riferimento all'ingegno dei vivaisti del comprensorio di Pescia, in Valdinievole (PT). In molte parti del mondo, dagli USA all'America latina, dall'Australia al Giappone, sulle etichette dei migliori oli extravergine di oliva si scopre che almeno un paio di varietà che li caratterizzano hanno avuto origine a Pescia. Sono in particolare il "leccino" e il "frantoio", che insieme a "maurino" "moraiolo" e "pendolino", tutte originarie di Pescia, consentono di produrre un olio extravergine di oliva di qualità superiore. Per questo sono definite varietà "internazionali", per questo il Coripro (il Consorzio per la Certificazione Volontaria delle Piante di Olivo di Pescia) ha intrapreso da tempo un percorso virtuoso per innovare il prodotto varietale. Fin dal 1970 i vivaisti olivicoli di Pescia assistiti da Centri di Ricerca e Università, si sono costituiti in Consorzio per la qualificazione del Materiale Olivicolo. Ma le loro esperienze "industriali", grazie all'introduzione costante di nuove tecniche, datano dai primi anni del 1700 e hanno scandito l'evoluzione della produzione di piantine di olivo, tanto che nella prima metà del novecento Pescia viene comunemente considerata la capitale mondiale del vivaismo olivicolo. Oggi, il Coripro, grazie all'esperienza dei propri associati e ai centri di ricerca con cui collabora, dispone in esclusiva di piante di olivo Virus Esente nelle varietà Frantoio, Leccino, Moraiolo, Maurino e Pendolino già in fase di produzione, commercializzate con cartellino azzurro rilasciato dall'ente pubblico di riferimento, che è una vera e propria carta d'identità della piantina. Oltre alla certificazione dell'assenza di tutti i virus dell'olivo, ne garantisce l'identità e l'origine. Le piante madri da cui vengono prelevate le marze sotto il controllo del Servizio Fitosanitario Regionale sono infatti conservate nel Campo di moltiplicazione del CNR-Ivalsa di Santa Paolina (Follonica, GR) in concessione esclusiva al Coripro, e le piantine possono essere allevate esclusivamente dalle aziende associate al Consorzio. Di recente il Coripro ha acquisito la disponibilità in esclusiva anche di altre otto varietà toscane di olivo (Correggiolo, Grappolo, Leccio del Corno, Olivastra Seggianese, Piangente, Rossellino Cerretano, San Francesco, Madremignola), certificate Virus Esente, che costituiscono anch'esse parte determinante delle diverse DOP e IGP toscane di olio extravergine di oliva. Per contribuire alla valorizzazione qualitativa dell'olivicoltura toscana, nel 2014 il Coripro ha sottoscritto un accordo di collaborazione con Uncem Toscana (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), al fine di promuovere azioni per favorire la riqualificazione del materiale vegetale olivicolo, nelle aree ad alto valore ambientale e paesaggistico della regione. Ma anche - fra l'altro - per la definizione di progetti ed azioni comuni finalizzate a qualificare e potenziare, anche nella proiezione nazionale e europea, i programmi di sviluppo settoriale e locale. Per questo, e per consolidare ancora di più l'appeal sulla origine, l'identità e la tracciabilità delle piantine allevate nelle aziende associate, il Coripro si è anche dotato di un Marchio (Coripro-Olivi di Pescia, registrato in data 14 maggio 2014, presso il Ministero dell Sviluppo Economico, Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, N. Reg. 0001593738), a cui ha collegato un regolamento interno che ne disciplina l'uso. L'immagine è quella di un olivo stilizzato, con un'impronta digitale al posto della frondosa chioma. Una rappresentazione più efficace di mille parole. n Pag. 52 • Lineaverde Settembre 2015


Mercati

Report sullo stato della floricoltura USA L’Usda, il dipartimento agricoltura del governo americano, ha pubblicato il report 2014 sullo stato della floricoltura, analisi molto interessante scaricabile gratuitamente sul web. Rispetto al 2013 si è notato un calo nel valore totale del comparto del 4%, era pari infatti a 4.250.000.000 $ e nel 2014 è sceso a 4.070.000.000 $. La California continua ad essere lo stato leader, seguita dalla Florida che ha registrato un leggero aumento rispetto all’anno precedente. Questi due stati, da soli, rappresentano il 44% del valore della produzione dei 15 stati più importanti. Nella top 5 anche Michigan, North Carolina e Texas che rappresentano il 63% del valore totale della produzione. Il numero di produttori è in calo del 21% rispetto al 2013 ed è scesa leggermente anche la superficie coltivata. Fonte: Flornews. Per il rapporto completo: http://usda.mannlib.cornell.edu/usda/current/ FlorCrop/FlorCrop-06-04-2015.pdf.

Istituzioni

Nasce il CREA, la nuova casa della ricerca agricola italiana E' stato presentato il 25 giugno ad Expo il CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, nato dall'unione degli enti collegati Inea (Istituto nazionale di economia agraria) e Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura). Il nuovo soggetto punta a garantire e rilanciare le aree di intervento e di azione dei due enti, con un maggiore collegamento alle esigenze del mondo produttivo, dando risposte concrete ad un settore come quello agroalimentare che necessita fortemente di un soggetto autorevole e di riferimento nel campo della ricerca e dello studio economico. Il Crea, di fatto, riunisce le competenze dei 12 centri di ricerca dell’ex CRA e l’ex Inea, e si prefigge di portare avanti la ricerca scientifica in agricoltura (e floricoltura) grazie alle 1600 persone operanti nelle diverse sedi. Per maggiori informazioni: www.crea.gov.it n Pag. 53 • Lineaverde Settembre 2015


Lineaverde News Mostre mercato

Orticolario 2015, 'il contagio della bellezza' La settima edizione di Orticolario – esposizione autunnale di fiori, piante rare, insolite e da collezione, utensili e arredi - si terrà a Villa Erba a Cernobbio, sul Lago di Como, dal 2 al 4 ottobre. “Il contagio della bellezza” è il titolo di questa edizione, il senso conduttore sarà il tatto, il fiore protagonista l'ortensia. Dopo il successo delle prime due edizioni, torna il concorso internazionale per la realizzazione di giardini creativi nel parco di Villa Erba a Cernobbio, rivolto a progettisti del paesaggio, architetti paesaggisti, agronomi, forestali, ingegneri, ingegneri forestali, progettisti di giardini, designer, artisti, vivaisti. I Giardini selezionati concorrono al Premio "La Foglia d'oro del Lago di Como", attualmente custodita a Villa Carlotta a Tremezzo (CO), ma la Giuria assegnerà anche altri premi: il Premio “Stampa”, per uno spazio che racconta... comunica... ed emoziona; il Premio “Giardino dell'empatia”, per la qualità delle piante e per la spiccata funzione sociale dell’allestimento; il Premio “Giardino d’artista”, allo spazio in cui convive l'equilibrio fra arte e natura, dove diversi linguaggi trovano efficace sintesi; il Premio “Grandi Giardini Italiani” per lo spazio di luci e forme che comunica tradizione e innovazione; il Premio “Essenza” per la migliore combinazione delle essenze arboree. Novità di questa edizione sarà il Premio della Giuria Popolare, votato dai visitatori di Orticolario e assegnato dopo la chiusura della manifestazione. Dal 25 settembre al 4 ottobre 2015 Orticolario sarà anche “Oltre i confini“ di Villa Erba e porterà suggestioni e idee creative per il paesaggio urbano con 5 installazioni di giardini e alcune sorprese a Como e a Cernobbio. Fra i 5 progetti, uno sarà realizzato lungo il "Chilometro della Conoscenza": un sentiero culturale e corridoio verde di grande pregio naturalistico e di unicità paesaggistica nella città di Como. I progettisti concorrono al Premio "Oltre i confini". "Oltre i confini" è realizzato in collaborazione con i Comuni di Como e Cernobbio. Quest’anno il Padiglione Centrale ospiterà un progetto avvolgente: “Contagiare bellezza” di Vittorio Peretto (HortensiaGardenDesigners, Milano). Un “racconto di paesaggio” che trae ispirazione dalla figura geometrica più ricorrente in natura, la spirale, una linea continua legata al concetto di infinita espansione. Eleganti e longilinei alberi di una cipressaia (di Piante Mati dal 1909 - Pistoia) ritmeranno lo spazio, accompagnando i passi su materiali diversi. Lungo il percorso... piante mediterranee tappezzanti ed arbustive (di BotanicalDryGarden by Mates piante, Orbetello – Gr) inviteranno al continuo contatto con le loro chiome. Al viaggio tattile si alternerà il vivace gioco cromatico di vaporose ortensie (di Floricoltura Pisapia - Pontecagnano Faiano - Sa). Orticolario ospiterà numerosi vivaisti noti provenienti dall’Italia e dall’estero, che proporranno piante e specie inusuali e originali: per citarne alcuni, Arborea Farm di Istrana (Tv), Floricoltura Billo Federico di Merlara (Pd), A&G Floroortoagricola di Sanremo (Im), Flora Toscana Soc. Agr. Coop. di Pescia (Pt), Vivai Torre di Milazzo (Me), Oscar Tintori Vivai di Pescia (Pt). Inoltre Orticolario 2015 sarà letteralmente contagiata dai fratelli Mati di Pistoia e dalle loro singole e specifiche competenze e conoscenze: nel Padiglione Centrale, grazie all’armonia di Andrea, musicista e compositore, e ai cipressi di Francesco, curioso creativo, e nella Serra Cernobbio, grazie a Paolo, esperto del gusto tra piante, fiori, giardini, orti e frutteti, che gestirà lo spazio ristoro. www.orticolario.it n Pag. 54 • Lineaverde Settembre 2015


Ricerca

Il deserto avanza. Anche in Italia È a rischio desertificazione quasi un quinto del territorio nazionale, il 41% del quale nel Sud, oltre la metà del territorio in Sicilia, Puglia, Molise e Basilicata. Nel mondo già due miliardi di persone vivono in aree siccitose e questo acuirà i fenomeni migratori. Il rischio è di passare alla ‘conca di polvere’, un punto di non ritorno. Sono i dati che sono stati discussi in una conferenza organizzata dal Cnr presso Expo – Milano. Le aree siccitose coprono oltre il 41% della superficie terrestre e vi vivono circa 2 miliardi di persone. Il 72% delle terre aride ricadono in paesi in via di sviluppo, la correlazione povertà-aridità è dunque chiara. Se si guarda all'Italia, gli ultimi rapporti ci dicono che è a rischio desertificazione quasi 21% del territorio nazionale, il 41% del quale si trova nel sud. Sono numeri impressionanti che raccontano di un problema drammatico di cui si parla pochissimo. In Sicilia le aree che potrebbero essere interessate da desertificazione sono addirittura il 70%, in Puglia il 57%, nel Molise il 58%, in Basilicata il 55%, mentre in Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania sono comprese tra il 30 e il 50%” continua il ricercatore. Uno scenario inquietante, che non lascia spazio a dubbi sull’urgenza di azioni strategiche per arginare o mitigare i cambiamenti climatici. Entro la fine di questo secolo le previsioni parlano, per il bacino del Mediterraneo, di aumenti delle temperature tra 4 e 6 gradi e di una significativa riduzione delle precipitazioni, soprattutto estive: l'unione di questi due fattori genererà forte aridità. Paradossalmente, mentre per mitigare i cambiamenti climatici sarebbe sufficiente cambiare in tempo la nostra politica energetica, per arrestare la desertificazione questo non sarà sufficiente, poiché il fenomeno è legato anche alla cattiva gestione del territorio”, aggiunge Centritto. “Le conseguenze di quest’inadeguata gestione sono sintetizzate nella espressione inglese Dust bowlification, da dust, polvere, e bowl, conca. È un concetto differente dalla desertificazione, giacché anche i più estremi deserti sono comunque degli ecosistemi (le aree aride includono il 20% dei centri di biodiversità e il 30% dell’avifauna endemica), mentre le conche di polvere sono un punto di non ritorno. n

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Lineaverde News Fiere

Flormart 2015, i convegni La fiera florovivaistica b2b numero uno in Italia si svolgerà dal 9 all’11 settembre a PadovaFiere con un programma ricco di contenuti innovativi. Ricca l’offerta di incontri e momenti di aggiornamento tecnico-scientifico e professionale di Flormart in questa edizione. A cominciare dal forum internazionale del verde tecnologico ECOtechGREEN in calendario il 9 e il 10 settembre, un’iniziativa di Paysage che persegue lo sviluppo di metodologie e tecnologie inclusive del verde nei centri urbani per promuovere in tali contesti la biodiversità e ricostruire un più equilibrato rapporto uomo-natura. E che quest’anno si declinerà come ExpoECOtechGREEN 2015 in omaggio all’Expo di Milano e ospiterà relazioni su progetti innovativi di utilizzo del verde tecnologico sia europei che di Paesi in grande sviluppo come il Qatar. Sono attesi come frequentatori almeno 400 professionisti, anche perché il forum è riconosciuto come valido per l’aggiornamento professionale dai consigli o collegi nazionali di architetti, geometri, agronomi e dottori forestali, periti agrari ed agrotecnici, e consente perciò di ottenere crediti formativi ai partecipanti. E’ previsto inoltre il 10 settembre un convegno internazionale sul tema “Florovivaismo e fattori meteorologici” a cura di Andrea Vitali di diADE adv: argomento da sempre all’attenzione di tutti i settori dell’agricoltura, ma che oggigiorno, in ambito florovivaistico, è diventato particolarmente rilevante in seguito ai mutamenti climatici che stanno avvenendo in Europa. Dato che essi, da un lato, stanno aumentando i rischi di distruzione delle coltivazioni, ma, dall’altro, stanno modificando anche la geografia delle vocazioni produttive, che soprattutto in floricoltura sono spesso molto sensibili all’esigenza di arrivare sul mercato al momento giusto, cioè tipicamente prima delle ricorrenze in cui avvengono i picchi delle vendite. Da ricordare i due workshop sul marketing per i gestori di garden center organizzati dal magazine Greenline: due date (9 e 10 settembre) dedicate al «marketing strategico e alla comunicazione 2.0 Pag. 56 • Lineaverde Settembre 2015

per il centro giardinaggio indipendente». L’appuntamento del 9 settembre “Tagliare la bolletta energetica con efficienza e innovazione: le opportunità per le aziende florovivaistiche”, a cura di Azzero CO2. Poi la tavola rotonda organizzata il 10 settembre da Aipsa (Associazione italiana dei produttori di substrati di coltivazioni e ammendanti) sul tema “Regole comuni per qualificare il mercato dei terricci, substrati e cortecce”, che sarà aperta dal presidente dell’associazione Paolo Colleoni. E ancora due convegni a cura del Centro studi “l’Uomo e l’Ambiente” su “Agricoltura di prossimità: il cibo e il wellness nell’area metropolitana” e “Come utilizzare i certificati bianchi nel sistema agricolo alimentare”. Veri e propri corsi a carattere tecnico sono due dei tre appuntamenti curati dall’agronomo Silvio Fritegotto: “Corso di fertirrigazione e sulla preparazione delle soluzioni nutritive per le colture orto-floro-vivaistiche, utilizzando dei fertilizzanti idrosolubili complessi NPK + acidi” (9 settembre) e “Progettare iniziative in orticoltura comunitaria urbana sostenibili” (10 settembre). Mentre il terzo è un workshop, in programma l’11 settembre, in cui si parlerà del tema: “La gestione della sicurezza nelle Colture Protette (D.Lgs. 81/2008 e Pan Fitofarmaci): per una gestione sicura e sostenibile del rischio chimico in floricoltura”. Ricordiamo infine anche il convegno nazionale sulla fitodepurazione, cioè l’utilizzo delle piante nel disinquinamento delle acque, organizzato da ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), Unione Venete Bonifiche e ARGAV (Associazione Giornalisti Agroambientali di Veneto e Trentino Alto Adige). Un argomento di stringente attualità per i richiami dell’Unione Europea all’Italia, rea di uno scarso riutilizzo delle acque reflue, come recentemente segnalato anche dalla “Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche # italiasicura ” presso la Presidenza del Consiglio. n



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