12 S&H MAGAZINE
Anna Gardu LA BELLEZZA HA IL GUSTO DI UNA MANDORLA di HELEL FIORI
L
a pasticceria è un’arte che in sé racchiude decorazione, poesia, tradizione, chimica. Chi riesce ad eccellere in questo campo è da sempre visto come un artigiano graziato dagli dèi, avvolto da quell’aura luminosa di chi serba in sé poteri speciali. Discorrere con un’artista del livello di Anna Gardu è doppiamente piacevole quando si scopre che in lei il genio si in carna in una donna sensibile, precisa, regale e dai modi delicati. Una donna che dalla sua Oliena è arrivata fino in Giappone per portare alto l’onore italiano ma soprattutto quello sardo esportando opere dolciarie figlie di un know how di quattro generazioni e arricchite dal suo spirito innovativo. Tutto parte da suo bisnonno Nicola Colli che sfida il giudizio dell’epoca coltivando, invece che terreni, la sua passione pasticcera, e formando in seguito tutte le donne della famiglia tra cui la nonna di Anna, che le conse gnerà la ricetta per la pasta di mandorle che ad oggi risulta ancora invariata. La meraviglia di questa pasta sta nella gran de duttilità, ed Anna presto si rende conto di poterla manipolare a piacimento ispirandosi ai mondi della ceramica e della gioielleria artigianale. Utilizzando rigorosamente mandorle au toctone e lavorando essa stessa su ogni componente comprese glassa e ghiaccia reale (due composti simili ma diversi per ingredienti e utilizzo) Anna porta la pasticceria tradizionale a un livello di ricerca superiore, finché nel 2010 decide che è tempo di mostrare le sue creazioni al paese rischiando proprio come fece il bisnonno di offendere la consuetu dine. Ma la sua opera come fu per lui viene accolta e apprezzata, volando su bito dalla prima Cortes Apertas verso il MAN di Nuoro per la prima mostra e collezionando nei successivi dieci anni importanti premi ed inviti internazionali
fino al già citato Giappone, dove nel 2017 è stata insignita del titolo di “Tesoro Nazionale Vivente”, in quanto detentrice di quella sapienza manuale che i giap ponesi stimano e rispettano assimilando gli artigiani a un bene nazionale perché ambasciatori della propria cultura tra dizionale nel mondo. Chi considera l’opera di Anna Gardu stret tamente come un encomiabile esercizio estetico però è fuori strada: con la mostra “Cinque Sensi + Uno” per esempio ri sveglia i ricordi di una realtà contadina,
accompagnandoci attraverso espe rienze sensoriali quotidiane ma pregne di significato: la rottura del guscio della mandorla ci fa porre l’attenzione sull’udito mentre con la pelatura del seme ci con centriamo sul tatto; l’olfatto è inebriato da limoni grattugiati e vaniglia, e la vista gioisce davanti alle decorazioni sontuose; il gusto infine racchiude l’esperienza nel l’assaggio ultimo e la consegna a ciò che Anna definisce come “il sesto senso”, ovvero le emozioni che questo percorso