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Champagne, tornano i vecchi vitigni

Bollinger, Drappier e Château de Bligny: in Champagne tornano i vecchi autoctoni contro il global warming

Pinot Gris (chiamato Fromenteau in Champagne), Pinot Blanc (noto anche come Blanc Vrai nella regione), Arbane e Petit Meslier: sono queste quattro varietà autoctone che Champagne Bollinger sta valutando per reintrodurla nella cuvée della maison, una delle opzioni attualmente studiate per mantenere l’acidità nello Champagne, importante per il carattere del frizzante, ma – tuttavia – valore in diminuzione negli ultimi 30 anni a causa del surriscaldamento globale.

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Secondo quanto riporta theDrinkBusiness, il winemaker di Bollinger, Denis Bunner, parlando a un seminario sulla sostenibilità a Londra ha delineato la minaccia e la sua risposta. «Negli ultimi sette anni a Bollinger abbiamo ripiantato le vecchie e dimenticate uve di Champagne, perché oggi ne usiamo solo tre, ma c’erano sette [in uso regolare]» ha detto, riferendosi al fatto quasi l’intero la denominazione è attualmente coperta con Chardonnay, Pinot nero e Meunier, suddivisi approssimativamente in parti uguali.

Tuttavia, la regione consente anche la piantagione di altre quattro uve “dimenticate”, che sono il Pinot Gris (chiamato Fromenteau in Champagne), il Pinot Blanc (noto anche come Blanc Vrai nella regione), Arbane e Petit Meslier, ed è quest’ultimo due che detengono particolare interesse per Bunner a causa dei loro alti livelli di acidità naturale. Per Bunner «Nel 2018, che è stato un anno molto precoce, con la nostra vendemmia iniziata il 23 agosto con uve molto mature, abbiamo scoperto che le due vecchie varietà, Petit Meslier e Arbane avevano un pH inferiore a 3,0, perché maturano più lentamente».

Da qui la decisione di Bollinger di piantare nuovi vigneti di queste due uve “perché maturano più lentamente, quindi possono portare freschezza ai nostri Champagne tra 30 anni. Negli ultimi 30 anni a causa del riscaldamento globale l’acidità si è ridotta in Champagne [in media] di 1,3 g / l, e continuerà a diminuire, quindi questi vecchi vitigni potrebbero essere interessanti da utilizzare nuovamente per produrre freschezza. Il problema principale per lo Champagne è la sensazione di freschezza, poiché è difficile mantenere i livelli di acido durante le stagioni di coltivazione molto calde. Il problema della gestione dell’acidità, in particolare il livello di acido malico, arriva con le on

date di calore durante il mese di agosto, che abbiamo avuto nel 2017 e nel 2018.

Questa è più una questione di tempo che di clima, perché se è caldo all’inizio dell’anno, ma fresco ad agosto, allora avremo abbastanza acidità, ma se è caldo durante agosto, allora influenza l’acidità … per i livelli di zucchero , possiamo adattare la data del raccolto, ma è più difficile con l’acidità».

Su scala più ampia, Bunner ha fatto riferimento a un’ulteriore possibile soluzione per sostenere la freschezza dello Champagne di fronte alle estati più calde e che riguarda un progetto dell’Istituto nazionale francese per la ricerca agricola (INRA) e il Comité Champagne. Le due organizzazioni stanno sperimentando incroci di varietà di Champagne con uve ibride, selezionate sia per il loro più lento tasso di maturazione, sia per i maggiori livelli di resistenza alle malattie – quest’ultimo è necessario poiché la regione sperimenta condizioni più calde e umide , che promuovono la diffusione di malattie fungine, in particolare la botrite. Mentre Bollinger sta lavorando con le uve storiche dello Champagne su una base di prova, ci sono altri produttori che stanno già producendo e vendendo bottiglie utilizzando le vecchie varietà della regione. Tra questi spicca lo Champagne Château de Bligny, che produce la “Cuvée 6 Cépages”, che combina le tre varietà classiche con Arbane e Petit Meslier, e lo Champagne Drappier, che produce il “Quattuor Blanc de Quatre Blancs” , che comprende parti uguali Chardonnay, Arbane, Petit Meslier e Pinot bianco. Quest’ultimo produttore pubblicherà presto anche il suo primo Champagne realizzato con Fromenteau.

Al via la prima edizione del “Premio Mesa”, concorso regionale dedicato a giovani chef e ristoratori emergenti promosso da Cantina Mesa La Sardegna vanta un eccezionale patrimonio culturale e, in questo, l’evoluzione e l’affermazione della sua tradizione gastronomica possono rappresentare un volano di prim’ordine verso un nuovo modello di sviluppo per l’intera Regione, capace di creare occupazione e ricchezza nel totale rispetto del territorio, della sua identità e della massima sostenibilità. Forte di questa convinzione Cantina Mesa – l’iconica azienda vinicola fondata da Gavino Sanna nel Sulcis Iglesiente, oggi parte di Santa Margherita Gruppo Vinicolo – ha deciso di incoraggiare i giovani chef e ristoratori sardi determinati a sviluppare le proprie competenze ed il proprio impegno nel settore, attraverso un concorso che permetterà al migliore di loro di frequentare un master di formazione all’Accademia Niko Romito del valore di 5.000 Euro. A guidare la Giuria chiamata ad assegnare il “Premio Mesa” sarà Gavino Sanna, fondatore di Cantina Mesa.

Possono partecipare al bando per il “Premio Mesa” giovani chef e ristoratori di età compresa tra i 20 e i 35 anni, attivi in Sardegna. Una prima selezione individuerà tra le candidature regolarmente pervenute i tre migliori profili, che saranno chiamati in un secondo momento a “sfidarsi” in una prova pratica: la creazione di un piatto rappresentativo della loro idea di cucina regionale. Il vincitore avrà saputo distinguersi per originalità, piacevolezza, rappresentatività territoriale e armonia nell’abbinamento con uno dei vini di Cantina Mesa. Una sfida senza dubbio interessante considerando la varietà di prodotti regionali e la ricchezza della tradizione gastronomica sarda. Le candidature per il “Premio Mesa” dovranno pervenire in formato digitale, compilando il modulo online disponibile al link www.premiomesa.cantinamesa.com a partire dal prossimo 31 luglio sino al 30 settembre, termine di chiusura del bando.

La Giuria selezionerà quindi i tre candidati finalisti entro la fine del mese di ottobre; la prova pratica avrà luogo nel corso del mese di novembre. La proclamazione ufficiale del vincitore è attesa a dicembre 2019.

Veneto Agricoltura: Alberto Negro, fino a venerdì scorso direttore dell’agenzia regionale, è il nuovo Commissario L’Ing. Alberto Negro è da oggi Commissario di Veneto Agricoltura, l’Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario; la nomina da parte della Giunta dell’ex Direttore, che succede a sé stesso al vertice dell’Ente regionale avviene, come si evince dalla delibera di incarico, nel contesto di un più ampio disegno di riordino delle competenze e delle attività svolte dai vari uffici, enti e società regionali che attualmente si occupano di gestione idraulico-forestale e di difesa del suolo. In pratica, dopo le avversità atmosferiche che nei mesi scorsi hanno colpito il territorio regionale, ad esempio la tempesta “Vaia” di fine ottobre 2018, la Regione Veneto ha avviato un percorso per rivedere il proprio assetto organizzativo in materia per semplificare la tempistica operativa d’intervento, evitare duplicazioni delle funzioni e razionalizzare la spesa pubblica. È dunque nell’ambito di questo ampio quadro di riferimento che si inserisce la nomina di un Commissario “cui sono attribuite tutte le competenze per la gestione di Veneto Agricoltura”. La durata del nuovo incarico a Negro è di undici mesi, prorogabili per altri undici, il quale ha dichiarato che “ringrazia il Governatore Luca Zaia e la Giunta regionale per la fiducia accordatagli, orgoglioso di condurre un ente le cui professionalità sono riconosciute non solo a livello locale”.

Champagne Nicolas Feuillatte: terzo al mondo con 10,4 milioni di bottiglie vendute. Fatturato a 200 milioni €. Italia, più 28% L’annuale Assemblea Generale di Champagne Nicolas Feuillatte – distribuito in esclusiva per l’Italia da Valdo Spumanti – ha approvato i risultati finanziari per l’anno fiscale 2018. In questa occasione, i membri dell’Ufficio di Presidenza, dal Consiglio di amministrazione e dal Comitato esecutivo, il Presidente Véronique Blin, l’Amministratore Delegato Christophe Juarez, e il Vice Direttore Generale Laurent Panigai, hanno presentato ai partner asso-

ciati il rapporto di attività della più grande Unione di viticoltori della Champagne. In un momento complicato (Brexit, diplomazia americana, tensioni sociali in Francia …), le spedizioni della denominazione Champagne si sono mantenute costanti a valore e contrassegnate dall’impennata delle esportazioni, che per la prima volta superano il mercato domestico!

Nicolas Feuillatte consolida le sue posizioni rimanendo n.1 in Francia e n.3 al mondo, con 10,4 milioni di bottiglie vendute nel 2018. Il giro d’affari si attesta sui 200 milioni di euro, stabile rispetto al 2017, e il risultato netto ammonta a 12,5 milioni di euro, pari al 6,3% delle vendite. In un mercato domestico in declino, Nicolas Feuillatte, lo “Champagne preferito dai francesi”, mostra una crescita notevole, consolidando la sua quota di mercato sia nel canale tradizionale sia nella grande distribuzione. Forti decisioni sono state prese a livello internazionale con l’apertura di un ufficio a Tokyo per coprire meglio la zona Asia-Pacifico e con l’accordo come Champagne ufficiale del prestigioso Cirque du Soleil per il Nord America (Stati Uniti e Canada), grazie al supporto dell’importatore Ste Michelle Wine Estates. Nei cinque continenti, Nicolas Feuillatte distribuisce le uve dei suoi 4500 viticoltori associati e registra delle ottime performance di vendita: +24% in Canada, in Europa con +28% in Italia e +16% in Svezia! I volumi di spedizione in DOM-TOM, mercati storici della Maison, rimangono molto dinamici con + 10% verso il Martinica. I risultati sono ugualmente interessanti sulle compagnie aeree (ANA, MEA, Thomas Cook …) e di crociera (MSC, Seabourn …), l’area Travel Retail rappresenta ormai il 18% delle vendite dell’export (rispetto al 16% nel 2017). “La nuova ambizione di Champagne Nicolas Feuillatte mira a coniugare la

nostra capacità di innovare insieme a tutti i nostri partner cooperativi e allo stesso tempo ad essere audaci commercialmente come marchio leader del mercato” dichiara il General Manager, Christophe Juarez. “La nostra crescita futura si basa su una strategia alternativa e innovativa, definita dal Consiglio di Amministrazione, e articolata attorno ai quattro pilastri fondamentali che guidano l’azienda: la forza di essere un marchio giovane e il supporto dei nostri viticoltori; una palette infinita di terroir e servizi; l’eccellenza accessibile e l’essere indipendenti e audaci.” Champagne Nicolas Feuillatte ribadisce la sua volontà politica di far evolvere il modello cooperativo in modo sostenibile e condiviso, in linea con i principali temi sociali, commerciali e ambientali.

Alberto Zenato, nuovo Presidente delle Famiglie Storiche

Alberto Zenato è il nuovo Presidente delle Famiglie Storiche. Dopo tre anni alla guida del gruppo, Maria Sabrina Tedeschi passa il testimone ad Alberto Zenato. L’Associazione nata nel 2009 e che oggi riunisce tredici storici produttori di Amarone Docg (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato) avrà come vicepresidenti Giuseppe Rizzardi titolare dell’azienda Guerrieri Rizzardi e Giordano Begali.

“Sono orgogliosa di lasciare nelle mani di Alberto Zenato un gruppo forte e solido, coeso e capace di lavorare insieme con lungimiranza e per il bene del territorio”, ha dichiarato la presidente uscente Maria Sabrina Tedeschi. “Gli obiettivi prefissati tre anni fa per continuare l’operato dei miei predecessori (ndr Sandro Boscaini e Marilisa Allegrini) avevano lo scopo di esaltare le diverse interpretazioni dell’Amaro-

ne Docg e il suo valore storico, enologico, culturale e soprattutto economico. Abbiamo sempre operato con rigore e professionalità ottenendo tante soddisfazioni e riconoscimenti tra cui mi piace ricordare il Wine Award for Friends ricevuto dalla prestigiosa rivista tedesca Feinschmecker e l’invito a rappresentare la Valpolicella, unico territorio italiano presente con una Masterclass di Amarone durante l’ultimo Terroir Renaissance Wine Symposium organizzato a Shanghai lo scorso novembre. Non è stato tutto semplice”, continua Maria Sabrina Tedeschi. “A fronte di tanto impegno profuso e di un continuo dialogo con le istituzioni, mi spiace – come auspicato da tanti colleghi del territorio e dalle stesse istituzioni – non aver chiuso durante la mia presidenza il contenzioso promosso dal Consorzio. Da questo punto di vista però posso affermare di aver fatto il possibile perché sia io personalmente, sia tutti gli associati delle Famiglie abbiamo dimostrato massima disponibilità in proposito, dichiarandoci anche disposti ad accettare, per il bene della Denominazione, tutte le richieste che il Consorzio ha formulato in giudizio. Purtroppo, evidentemente, neppure questo è stato ritenuto bastevole, ma per la continua crescita qualitativa e culturale del territorio, il dialogo deve comunque continuare”.

“Sono molto onorato di assumere questa carica e ringrazio tutti i soci del gruppo che hanno riposto la loro fiducia in me”, ha esordito il neo Presidente Alberto Zenato. “Viviamo un periodo che richiede particolare attenzione e impegno nel salvaguardare l’immagine dell’Amarone come prodotto d’eccellenza nel mondo. L’aumento delle superfici vitate, la richiesta crescente del Ripasso, indissolubilmente legato alla produzione dell’Amarone, la maggiore produzione di Amarone stesso, sono segnali che devono trovare riscontro in una concreta strategia che non ne mini la qualità e la presenza sui mercati italiani ed esteri. A questo proposito, tra i miei primi intenti, quello di continuare, e favorire, un dialogo propositivo con le istituzioni, lavorando su temi concreti per mantenere alta la qualità dell’Amarone e dei vini della Valpolicella. In secondo luogo, ci impegneremo per consolidare i mercati storici come

Stati Uniti, Canada e Nord Europa insistendo sull’esclusività e preziosità dell’Amarone e aprire la strada verso nuove aree in particolare asiatiche, in cui è fondamentale far conoscere la storia, la cultura e il lavoro che ogni famiglia sa esprimere con una personale interpretazione, ma con un linguaggio comune: il rigore, la tradizione, la passione. Importante sarà anche il confronto con associazioni simili alla nostra, come è già stato fatto con l’Accademia del Barolo, per fare rete e promuovere in particolare sui mercati esteri l’eccellenza della produzione vitivinicola italiana”.

Didier Mariotti sarà il nuovo chef-de-cave di Vevue Cliquot

Champagne Veuve Clicquot ha annunciato che Didier Mariotti si unirà alla maison come nuovo chefde-cave il prossimo mese. Recentemente responsabile enologico di Mumm, Mariotti si unirà al team di vinificazione di Veuve Clicquot il 26 agosto e lavorerà con l’estroverso enologo Dominique Demarville in un periodo di transizione fino alla fine dell’anno, prima di assumere il pieno controllo il 1 ° gennaio 2020. Mariotti ha iniziato la sua carriera a Nicholas Feuillatte, si è poi trasferito a Mumm come vicecapo enologo e nel 2009 è stato promosso capo enologo. Jean-Marc Gallot, presidente e CEO di Veuve Clicquot, ha dichiarato: «Desidero ringraziare sinceramente Dominique Demarville per il suo grande contributo negli ultimi 13 anni alla qualità riconosciuta all’unanimità dei nostri vini e all’influenza della maison in tutto il mondo».

Marco Censi è il nuovo responsabile enologico di Cielo e Terra (Vicenza)

Marco Censi è il nuovo responsabile enologico di Cielo e Terra (Vicenza). Scoperta la propria passione per il vino nell’infanzia, quando seguiva il padre nei vigneti di un amico durante la vendemmia, Censi ha scelto il Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche dell’Università di Verona. Dopo la laurea e il Corso di Perfezionamento univer-

sitario in Packaging e Comunicazione del Vino, ha trascorso gli ultimi sette anni seguendo tutti gli aspetti produttivi e normativi in cantine internazionali specializzate sia nella produzione di vini premium e super premium che multibrand su larga scala, affiancando a queste attività quelle di formazione, gestione e programmazione. Argentina, Stati Uniti,Nuova Zelanda, Australia e tanta Italia. L’esperienza enologica Marco Censi ha preferito maturarla di terroir in terroir, alla ricerca continua di un affinamento necessario, oggi, per poter trasferire su nuove sfide i frutti consolidati di un periodo di maturazione importante. “Dopo aver passato una decina di anni a lavorare nell’ambiente delle cantine venete, la mia curiosità verso i Paesi produttori di vino del cosiddetto “nuovo mondo” mi ha spinto, una volta laureatomi, a volermi confrontare con nuove realtà nell’industria vitivinicola” racconta Censi. E prosegue: “L’opportunità di lavorare fianco a fianco con tecnici caratterizzati da approcci e visioni differenti verso l’enologia mi ha permesso di sviluppare un’inclinazione alla flessibilità nell’utilizzo di svariate tecniche e stili produttivi”. Acquisita quindi un’expertise trasversale che gli consentisse di integrare una visione cosmopolita e metodi tra loro differenti e complementari, Censi porta in Cielo e Terra un approccio alla vinificazione attento, con l’obiettivo di raggiungere standard qualitativi sempre più alti insieme ad una maggiore velocità di reazione alle esigenze di mercato, in considerazione dei continui cambiamenti in termine di gusto dei consumatori e trend di mercato. “Qualità della materia prima e rispetto per l’ambiente saranno al centro del mio lavoro per Cielo e Terra” conclude Censi. “Ci concentreremo in particolare sulla creazione di vini sempre più identificativi del territorio che rap

presentano, senza tralasciare gusti e aspettative del pubblico a cui sono rivolti”.

Valdo: fatturato a 64 milioni € (più 9.6%) dopo l’avvio della controllata in USA e l’ingresso ne “I Magredi”

Valdo, storico brand del Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG guidata da Pierluigi Bolla, chiude il FY 2018 con un fatturato di circa 64 milioni di Euro per circa la metà generato sui mercati internazionali: la crescita sul 2017 è pari al +5,8% a volume e +9,6% a valore con una distribuzione del fatturato tra Italia ed estero ben equilibrata. L’Italia rimane un mercato fondamentale con buone performance +11,5% a valore, soprattutto nella distribuzione organizzata; il complicato canale HORECA genera un lieve incremento, mentre la GDO registra un +10% a volume e un +15,7% a valore registrando un anno positivo e di crescita. Ottime sono le notizie dai mercati internazionali: negli Stati Uniti, dopo la creazione di VALDO USA, nel 2017, la crescita è a doppia cifra +12,7% a valore e dal 2019 la strategia di espansione su questo mercato continuerà anche con l’introduzione del FLORAL Rosé Brut. Il Regno Unito, nonostante l’instabilità determinata dalla Brexit, si riconferma come un mercato con una passione per il prosecco e le bollicine italiane che ha portato a Valdo una crescita del +15,7% a valore. L’area DACH, compresa da Germania, Austria e Svizzera, è sostanzialmente stabile a valore e con una buona performance del canale tradizionale in Germania dove la crescita a valore è pari al 6%. Lo sviluppo in Russia, Middle East e Asia continua con ottimi risultati

sia a volume che a valore segnando un +20%. Il 2018 ha visto il lancio di Valdo ICE – in linea con il life style contemporaneo e con il nuovo modo di bere anche le bollicine italiane in abbinamento a ghiaccio e frutta. Nel contempo Valdo ha concretizzato la nuova strategia per lo sviluppo di nuovi prodotti orientati alla valorizzazione di particolari DOC, cominciando con il lancio dello spumante Garda DOC e con l’acquisizione di una partecipazione nella cantina friulana I Magredi, produttrice di vini nella DOC del Grave, a Domanins, in provincia di Pordenone.

Dalla partnership con l’azienda friulana che mira alla valorizzazione delle più pregiate aree del prosecco DOC attraverso il controllo dei vigneti, delle uve e della filiera, è nata la “Cuvée I Magredi”, presentata quest’anno al Vinitaly, e il prosecco DOC “Tenuta La Maredana”, che sarà introdotta entro il 2019. Nel corso degli ultimi anni, sono stati allocati investimenti anche per la ristrutturazione della sede storica Valdo, a Valdobbiadene, l’ammodernamento delle strutture e della cantina per potenziarne la capacità produttiva e per migliorare l’ospitalità con visita all’azienda per i tanti appassionati di enoturismo. Il programma si completerà, nel 2021, con la presentazione di un importante progetto di valorizzazione territoriale: la presentazione di “Casa Valdo” e del suo antico vigneto di proprietà dell’azienda che vanta più di novant’anni di storia, oltre che di altre novità volte al racconto e alla valorizzazione del patrimonio naturale ed enologico dell’uva Glera, dei vigneti di

Valdobbiadene e della cultura del Prosecco Superiore DOCG.

Alta Langa: terzo mandato per Giulio Bava alla guida del Consorzio

Rinnovo delle cariche nel Consorzio Alta Langa: ieri, 30 maggio, il consiglio di amministrazione recentemente eletto dall’assemblea ha confermato presidente e vicepresidente, rispettivamente espressione dei produttori e dei viticoltori nel Cda.

Giulio Bava (Giulio Cocchi) inaugura così il suo terzo mandato consecutivo come presidente del Consorzio Alta Langa,e come lui Giovanni Carlo Bussi, viticoltore di San Marzano Oliveto (Asti) proseguirà il suo ruolo di vicepresidente. Enologo astigiano, classe 1962, già presidente dell’Assoenologi Piemonte e Val d’Aosta e titolare con la famiglia della centenaria casa vinicola Cocchi, tra i fondatori del Consorzio Alta Langa, Giulio Bava legge questa rielezione come un riconoscimento per gli obiettivi centrati in questi anni. “Nel 2016 il proposito del Consorzio era quello di completare il raddoppio della superficie vitata per arrivare a circa 200 ettari di vigneto Alta Langa – commenta Bava -: oggi ne abbiamo più di 230 e abbiamo superato il milione e trecentomila bottiglie (vendemmia 2018) a fronte delle 650 mila che producevamo tre anni fa. Dalle 19 cantine del 2016 siamo saliti a 42, benché non tutte ancora in produzione. La base agricola dei soci resta salda, con circa 80 viticoltori”. Non sono da meno i risultati sul fronte della promozione: “Come avevamo promesso – dice Giulio Bava – abbiamo lavorato molto sulla promozione della denominazione, scegliendo eventi sul territorio nazionale in cui la nostra presenza fosse particolarmente di rilievo e qualificata. Nell’ultimo biennio abbiamo instaurato una partnership con la Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, alla quale prendiamo parte come Official Sparkling Wine. L’autorevolezza dell’Alta Langa oggi si misura anche con il successo de La Prima dell’Alta Langa, evento dedicato al mondo dell’horeca, a giornalisti di settore e opinion leader che ha registrato circa 1000 presenze selezionate e su invito nell’edizione dello scorso aprile e più di 60 testate italiane e internazionali accreditate”. Conclude il presidente Bava: “Considerando la

crescita del vigneto, supereremo a breve i due milioni di bottiglie: l’impegno e la sfida dei tre anni a venire consisteranno nell’accrescere ancora la conoscenza dell’Alta Langa Docg e la sua diffusione, consci di non poter flettere minimamente sulla qualità del prodotto”. È stato rinnovato in questi giorni anche il consiglio d’amministrazione che guiderà l’ente fino al 2022. Alessandro Picchi (F.lli Gancia) entra al posto di Paola Visconti nella compagine, mentre sono stati confermati gli altri consiglieri: Alberto Lazzarino (Banfi), Sergio Germano (Germano Ettore), Piero Bagnasco (Fontanafredda) e Mariacristina Castelletta (Tosti). Per la parte agricola: Luciano Chiarle (viticoltore di Borgomale), Luciano Ferrero (viticoltore di Mango), Gianpaolo Menotti (viticoltore di Castel Rocchero), Giacinto Balbo (viticoltore di Bubbio e Cassinasco), Loredana Penna (viticoltrice di Loazzolo). Il collegio sindacale è composto dal presidente Barbara Carrero, da Terenzio Ravotto e Franco Brezza in qualità di sindaci effettivi.

Cantina Valpantena incorpora Cantina Colli Morenici

Cantina Valpantena di Quinto di Verona acquisisce Cantina Colli Morenici di Ponti sul Mincio (Mantova) grazie ad una fusione per incorporazione approvata domenica 26 maggio dalle rispettive assemblee dei soci, ma che sarà effettiva dal primo settembre. I 68 soci della cooperativa mantovana si uniscono così ai 320 di quella veronese, aggiungendo 100 ettari di vigneto ai 780 su cui ha potuto contare finora Cantina Valpantena. Un matrimonio che riserva reciproci vantaggi alle due aziende. Cantina Colli Morenici porta in dote una struttura con una capacità produttiva di 30.000 quintali e altri 35.000 di stoccaggio, oggi solo parzialmente utilizzati. Asset preziosi per Cantina Valpantena che negli ultimi anni ha conosciuto una repentina crescita e necessità di spazi e strutture che potranno così essere sfruttati con maggiore efficienza di quanto fatto finora. Inoltre, il punto vendita a Ponti sul Mincio – che da solo attualmente rappresenta la metà del fatturato della Cantina Colli Morenici – è collocato in una posizione strategica, a pochi chilometri da Peschie

ra e Valeggio sul Mincio, zona di interessanti flussi turistici. Si unirà al network di sei punti vendita di Cantina Valpantena e vi saranno inseriti anche Amarone, Ripasso e gli altri vini della Valpantena particolarmente apprezzati dai turisti. Lambrusco mantovano, gli spumanti Garda DOC, e gli altri vini prodotti in strada Monzambano saranno quindi distribuiti in tutto il circuito dell’azienda veronese. “Cantina Colli Morenici – dichiara Luigi Turco, presidente di Cantina Valpantena – è una realtà storica che nel 2019 compie sessant’anni. È espressione di un’area che ha sempre prodotto vini di qualità, ma che negli ultimi anni ha incontrato qualche difficoltà per mancanza di una denominazione forte alle spalle. Crediamo fermamente in questi vini e intendiamo mantenere il brand Colli Morenici e l’identità produttiva dell’azienda: grazie alla nostra rete vendita diretta e alla forza del nostro export siamo certi di rilanciare le produzioni, portando vantaggi a tutti. Ringrazio i numerosi soci che sono intervenuti durante questa assemblea straordinaria dando consenso unanime alla delibera proposta”. “In Cantina Valpantena – dichiara Domenico Gandini, presidente uscente di Cantina Colli Morenici – abbiamo trovato il partner ideale. Un’azienda affidabile con un progetto industriale serio che darà impulso al reparto commerciale nel rispetto dell’identità del nostro territorio”. Con l’integrazione della due aziende il Consiglio di Amministrazione di Cantina Valpantena aggiungerà due seggi in rappresentanza del territorio mantovano, arrivando così a 11 membri. Il presidente sarà ancora il veronese Luigi Turco.

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