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Quistello, anima virgiliana

di Enzo Russo

Cantina di Quistello: 2018 da incorniciare

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Dopo due anni contrassegnati dal maltempo, finalmente una stagionesenza stress. E quindi, ottime uve.

Come può una stagione raccogliere nei suoi colori e nei suoi profumi inconfondibili stati d’animo ed emozioni così forti ed intensi da lasciarci sorprendere ogni volta che il calendario scorre al mese di ottobre? Una piacevole sensazione ci accompagna, mentre percorriamo la strada provinciale tra i vigneti spogli dei loro grappoli di uva. È una giornata di tiepido sole autunnale pervasa dai profumi della vendemmia appena terminata. Per

quanto sia frenetica non dimentichiamo che è il periodo più delicato per le cantine, rappresenta il culmine di tutti gli sforzi fatti durante l’anno e non c’è nulla di più toccante della vista di un vigneto pieno di grappoli e persone intente a raccogliere. La fatica è immane, ma la soddisfazione contagiosa.

Se volete capire cosa significa lavorare in vigna e quel misto di passione, scaramanzia e antica magia che regola la vita in campagna, allora ottobre è il mese ideale. La campagna mantovana si fa ammirare per l’intensità dei colori, dal rosso intenso al giallo ocra, un arcobaleno di tonalità calde appare davanti ai nostri occhi e noi rimaniamo ammaliati dalla bellezza della natura intorno a noi.

Oramai siamo arrivati a Quistello, pochi chilometri da Mantova, dove ci aspetta il Presidente della Cantina Sociale di Quistello, Luciano Bulgarelli. Sempre indaffarato, ci fa accomodare nel suo ufficio, seduto dietro la scrivania piena di carte.

Iniziamo a parlare della vendemmia appena terminata, per sapere come è andata.

“Quest’anno è stata una vendemmia buona”, ci dice Bulgarelli mentre ci offre un buon caffè, “dopo due anni di eventi atmosferici che ha colpito la nostra zona, dalla grandine alle gelate, come lo scorso anno che ha colpito un po’ tutti, quindi con un forte calo di produzione. Quest’anno siamo arrivati con una produzione normale con un 10% in più rispetto alla media, dovuta anche all’aumento della superficie d’impianti giovani. La qualità delle uve è buona e in alcuni casi anche eccellente. Possiamo senz’altro dire che è un bilancio più che positivo”.

Tra le diverse tipologie che vengono prodotte nel vostro territorio, qual’è quella che ne ha beneficiato di più?

“Stanno succedendo delle cose un po’ strane con questi cambiamenti climatici. Ci sono delle qualità tardive che sono maturate prima e varietà precoci che hanno ritardato la maturazione. Quindi capire il perché diventa difficile, come per esempio, ci sono uve come il Salamino che normalmente un giorno sono acerbe e il successivo super mature, quest’anno si sono comportate in modo eccellente con un trend di maturazione normale. La stessa cosa vale per la nostra varietà principe, il Grappello Ruberti. Mentre abbiamo avuto qualche difficoltà con le uve Maestri e Marani che sono maturate tutte in un momento, ha piovuto e le temperature si sono mantenute alte di giorno e di di notte arrivavano attorno ai 18°, quindi molto elevate. Quest’anno c’è stata un po’ la corsa contro il tempo per riuscire a portare le uve in cantina”.

Quando avete iniziato la vendemmia? “I primi di settembre e terminato i primi giorni di ottobre. La prima vendemmia è stata normale, l’unica cosa è che abbiamo dovuto mettere dei correttivi su alcune varietà, per anticiparle o ritardale nella raccolta. Sono state soltanto queste le difficoltà avute,

obbligandoci a fare una vendemmia alla “giornata”, tenendo sotto monitoraggio i vigneti per vedere quali uve raccogliere. Non a caso, quest’anno abbiamo raccolto in dieci giorni, il 70% del nostro conferimento. In un annata normale questo non sarebbe avvenuto. È stato faticoso, ma compensati dall’aver portato in cantina delle buone uve. Ora sta a noi fare un buon vino”.

Come è andata la passata stagione?

“Per quanto riguarda le scorte della Cantina Quistello”, ci dice il Presidente Bulgarelli, “si è chiusa con poca giacenza in cantina, dovuto principalmente ai prezzi elevati e poi anche nella previsione di avere una grossa quantità di uva per avere più spazio. In generale è stato così per quasi tutte le

cantine perché c’era molta richiesta sul mercato”. E i prezzi? “Oggi, i prezzi delle uve sono scesi del 25%/30%, per quanto riguarda la zona del Lambrusco, la riduzione al momento è del 10% rispetto alla scorso anno”.

Che cosa vi fa prevedere la vendemmia di quest’anno?

“Come cantina ci stiamo impegnando moltissimo, ma la concorrenza è aumentata e quindi bisogna lavorare bene, specialmente all’estero dove cercano sempre di più dei vini che abbiano determinate caratteristiche e questo ci fa ben sperare”.

Dalla cantina quante tipologie di vino escono? “Come etichette ne abbiamo 18, sono tante. Le tipologie sono il Lambrusco classico, gli igt Quistello, poi piccole selezioni come lo spumante, il passito, il moscato e lo Chardonnay, per un totale di circa un di 1 milione di bottiglie. Vengono vendute al consumatore finale, ristorazione, enoteche e la piccola distribuzione, circa l’80% in Italia e il resto all’estero, dove pensiamo di rafforzare di più la nostra presenza”.

Parliamo della cantina che avete appena finito di rinnovare, cosa avete fatto? “ La nostra è una cantina storica che ha risentito

del terremoto che ha colpito la nostra zona e del Basso Mantovano. Non ha fatto molti danni ma qualche segnale lo ha lasciato e quindi ne abbiamo approfittato per adeguarla alle nuove norme antisismiche della Protezione Civile, non solo sono state rinforzate le strutture ma abbiamo anche fatto una ristrutturazione abbastanza approfondita. È stata anche l’occasione per renderla più competitiva e all’avanguardia nella lavorazione del vino per i prossimi 30 anni. Abbiamo inserito nuove tecnologie: rinnovato l’impianto di imbottigliamento, è stata aumentata la capacità del freddo, allargata la capacità della cantina, tecnologie per il trattamento del vino senza usare filtraggi perché oggi c’è la possibilità di usare questo tipo di tecnologia, una strumentazione particolare che prima non era concessa, per stressare di meno il vino lasciandolo naturale più possibile, che è stata sempre la nostra filosofia. Bisogna fare una buona materia prima in campagna e cercare di non rovinarla poi in cantina. I vecchi metodi non sono tutti da buttare, ma vanno adeguati alle nuove tecnologie”. Quanti sono i soci conferitori delle uve? “Sono 160 per una superficie vitata di circa 380 ettari con una produzione media di circa 55 mila quintali.

L’ARTE DI CREARE L’ECCELLENZA

di Enzo Russo

La nuova Jeep Kompass Limited – d.2.0 sicura ed elegante guarda al futuro

Jeep Kompass 2.0 diesel, 140 cv che si fanno sentire, è un auto dal design molto ricercato giovane al passo coi tempi, molto elegante che si fa subito notare per la sua eleganza. Lunga 4,39 metri mentre il portellone con apertura automatica offre la vista a un bagagliaio capiente dalla capacità di 438 litri. Mettendosi alla guida della nuova Kompass si ha subito la sensazione della sicurezza, tutto sembra essere sotto controllo. Il comodo sedile del guidatore in pelle, regolabile elettricamente, offre una visuale quasi a voler dominare la strada. Al centro della plancia, ben disegnata, c’è lo schermo da 8,4 pollici dello Uconnect Live con con l’impianto Audio Beats a 9 altoparlanti nel Pack Infotainment. Gli interni sono ben disegnati e rifiniti, l’eleganza si fa notare in ogni piccolo particolare.

Si può viaggiare in 5 persone comodamente; dietro tanto spazio anche per le gambe, ci si sta comodamente in tre, potendo usufruire della bocchetta d’aerazione dalla disposizione verticale così come delle due porte: una è USB, l’altra una 230V.

Buona la presa sulla leva del cambio, rifinita in pelle, che aziona l’automatico a 9 rapporti, dove i 140 cv si fanno sentire in tutta la loro potenza. Al suo fianco trova posto uno dei segreti di questa Jeep Compass, il comando che permette di adattare la risposta della trazione alle varie tipologie di fondo con le quali la Compass vuole e deve misurarsi (Auto, Snow, Sand, Mud) e che permette secondariamente, con una semplice pressione, di attivare il differenziale meccanico che va a bloccare la trazione integrale quando serve. In modalità normale, essa si disattiva per non infi

ciare sui consumi, entrando in funzione solo quando viene richiesta una discreta dose di gas ad esempio per effettuare un sorpasso.

Il quadro strumenti, anch’esso ben disegnato, di immediata lettura, permette di tenere sotto controllo tutti i parametri della vettura, comprese le varie modalità di trazione 4x4 che vengono accompagnate da un’animazione. Il volante è l’altro protagonista dell’abitacolo di Jeep Compass: dimensioni generose per una vettura possente, offre una serie di tasti compresi gli indovinatissimi pulsantini dietro le razze per comandare il volume o cambiare le stazioni radio.

L’abbiamo provata in autostrada dove ha dimostrato tutta la sua stabilità, sembra incollata all’asfalto, sicura, grande ripresa con ottimo impianto frenante. In montagna grande stabilità, in curva non si corica e l’assetto è sorprendentemente rigido. La Compass si guida bene anche in città, offre un buon comfort e ottima insonorizzazione. La Compass, si pone anche a chi cerca sì le prestazioni ma anche un netto risparmio sui consumi. L’indicatore sul quadro strumenti indica tra i 12 e i 15 km/l, con una guida accorta e un piede leggero, ma è grazie alla trazione integrale intelligente che si va a risparmiare sull’afflusso di gasolio.

La Jeep Compass 2.0 Limited da 140 CV, con la trazione integrale intelligente è un concentrato di tecnologia che la rendono sicura, vediamone alcune: telecamera posteriore parkview, rilevamento di percorso cieco e cross path, controllo cruis adaptive, specchietti riscaldati pieghevoli, allarme sicurezza, pneumatici in alluminio 19” x75, tergicristallo automatico, Mirror Link con Apple CarPlay e Android Auto, fari Bi-Xenon, clima bi-zona. Jeep Compass quando la tecnologia fa grande un auto.

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