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Gavi, dieci cantine da scoprire

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Grace Vineyard

Grace Vineyard

di Daniela Scaccabarozzi

Alla scoperta del Gavi

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Un vitigno salvato da Mario Soldati, un panorama unico fatto di colline, saliscendi spezzagambe che videro protagonista Fausto Coppi, una DOCG che vuole rilanciare un territorio contrassegnato da tante, piccole cantine di qualità

Un microcosmo, un fazzoletto di terra piemontese, posto sul confine di Lombardia e Piemonte, con un antico paesaggio collinare che si erge dal mare, montagne e corsi d’acqua. In questo scenario di grande bellezza, sulle orme di Fausto Coppi che su queste salite, a volte dolci ed a volte ripide, si è più volte cimentato, troviamo strade poco frequentate che si snodano tra i vigneti ed è tutto un susseguirsi di cantine vinicole, vigne a perdita d’occhio, boschi e laghetti.

Siamo nel comprensorio del Gavi, salvatosi miracolosamente dalla cementizzazione, in cui si fondono natura e storia, tradizione ed enogastronomia.

Vitigno autoctono, ottenuto da sole uve cor

tese e coltivato in queste zone fin dal XVII secolo, quest’anno il Gavi festeggia il ventesimo anniversario della DOCG, con l’intento di rilanciare il territorio e di far meglio conoscere questo prodotto ancora poco consumato nel Bel Paese.

Coltivato su colline ben esposte, tra i 180 ed i 500 metri, negli 11 Comuni della DOCG su terreni marnosi, calcarei ed argillosi, che gli apportano particolare vigore, eleganza e complessità, questo vino gode anche di un particolare clima moderatamente continentale, con primavere ed autunni piovosi, inverni freddi e nevosi ed estati calde ma ventilate, grazie alla brezza marina che soffia dal vicino Mar Ligure, che dista solo 35/40 km circa.

Gavi per la sua posizione centrale e strategica per

secoli fu infatti al centro dell’unica via che da Genova raggiungeva il nord Italia ed è sempre stata considerata la capitale della valle.

Per questo i nobili genovesi vi costruirono fortezze e mulini, filande e segherie, oltre a bellissime residenze dove poter soggiornare durante il periodo estivo e quello della caccia. Oggi queste antiche dimore sono spesso sede di cantine dedite proprio alla produzione di questo vino, ritenuto il grande bianco piemontese.

Risale infatti al 972 la prima testimonianza sulla viticoltura a Gavi. . Il documento di vendita di terreni vitati è conservato oggi nell’Archivio di Stato di Genova ed attesta la presenza della vite in questo angolo di Piemonte sin dall’antichità.

Nato per i nobili e per i prelati, il cortese conobbe in epoche successive un lento declino, anche a causa del fatto che a quel tempo si ossidava facilmente.

Non appena la Martini & Rossi e la Cinzano cominciarono però ad interessarsi a questo vitigno per utilizzarlo come base spumantistica, i produttori furono ben felici di vendere il loro vino, in modo da ottenere dei guadagni sicuri.

Il cortese era quindi destinato a scomparire, ma fu negli anni 50 che tornò in auge grazie a Mario Soldati che fu capace di creare un vino bianco moderno, fresco e beverino. Per il cortese fu la salvezza e per il Gavi l’inizio del prestigio di cui ancora oggi beneficia.

Attualmente viene coltivato su 1.500 ettari di vigneto, con una produzione annua intorno ai 13 milioni di bottiglie ed è commercializzato in cinque diverse tipologie: fermo, frizzante, spumante, riserva e riserva spumante metodo classico.

Negli ultimi 15 anni la DOCG Gavi ha avuto un costante incremento di circa il 40% di superficie vitata ed il 47% di bottiglie prodotte, grazie soprattutto all’apprezzamento dei mercati internazionali.

L’export costituisce infatti l’85% delle vendite ed i Paesi di destinazione sono oltre settanta, di cui i principali sono Inghilterra, USA, Russia, Giappone, Cina e Germania.

Le aziende coinvolte sono 440 tra produttori, vinificatori ed imbottigliatori, mentre i soli produttori sono un’ottantina circa.

Negli ultimi tempi questi ultimi stanno cercando di promuovere il Gavi “da invecchiamento” e non solo come vino da consumarsi entro l’anno successivo alla vendemmia. Effettivamente il grande bianco piemontese possiede una sua naturale longevità ed un grande potenziale di evoluzione, che gli conferiscono col tempo sfumature minerali, finezza, ricchezza di gusto e complessità, pur mantenendo la sua tipica freschezza ed acidità. Molti dei vini che vi segnaliamo vanno già in questa direzione e siamo certi quindi che questa sarà sempre più la tendenza futura.

Schede vino:

La Me a Tre sorelle gestiscono con passione questa cantina dal 2001 da quando, per sfida, iniziarono con due ettari per arrivare agli attuali venticinque, tutti coltivati a cortese, tra Monterotondo e Tassarolo. La qualità e l’impegno sono cresciuti negli anni, fino ad arrivare alla certificazione biologica dell’intera cantina nel 2017

Gavi Spumante Brut 2011 Metodo Classico Colore: Giallo paglierino con riflessi dorati e dal fine perlage

Naso: complesso e fresco, sprigiona subito una bella mineralità seguita da note agrumate di pompelmo, frutta e fiori bianchi, miele.

Bocca: croccante, morbido, moderatamente sapido con una bella spalla acida. Sorso nobile, di gradevolissima beva e lunga persistenza. Affinamento: 60 mesi sui lieviti Certificato Biologico. Voto: 94/100

La Raia Quarantadue ettari di vigneti coltivati secondo il metodo biodinamico, con certificazione Demeter dal 2007. Grande attenzione per i terreni e per l’ambiente, che valorizza le diversità e preserva il territorio, hanno permesso di ottenere nel tempo dei grandi risultati qualitativi. Questa azienda agricola possiede vigne che hanno da 10 a 70 anni ed è

proprio da quelle più antiche che nasce questo loro Gavi Pisé.

Gavi Pisé 2015 Colore: giallo paglierino brillante Naso: ricco, si apre con ricordi di fiori bianchi, agrumi e pera per poi virare su sfumature mielate e leggermente salmastre.

Bocca: seducente, è pieno, avvolgente, caldo, con una accentuata sapidità. Discreta acidità su un finale persistente ed ammandorlato.

Certificato Biologico e Biodinamico. Voto: 96/100

Tenuta San Pietro “Rinata” nel 2002, la tenuta si trova a Tassarolo, sul sito di un antico convento benedettino e segue metodi di coltivazione biodinamica dal 2008. Le vigne si trovano a 300 mt e godono di un’ottima esposizione solare. Questo Gavi “Il Mandorlo” proviene da un vigneto tra i più storici, che si estende su una collina dominata da un mandorlo centenario. Gavi Il Mandorlo 2016 Colore: giallo paglierino con nuances dorate

Naso: espressivo, con sentori di frutta gialla matura uniti a pompelmo e limone. Si chiude poi con fiori bianchi ed uno sbuffo iodato.

Bocca: ricco di sapore e supportato da una bella sapidità, propone in chiusura note di agrumi e mandorla fresca. Lungo ed elegante.

Certificato Biologico e Biodinamico. Voto: 93/100

Podere Merlina Piccola e storica realtà vitivinicola a conduzione famigliare in quel di Rovere

to con undici ettari, è stata una delle prime in zona a creare una propria linea di imbottigliamento. Gavi di Gavi Etichetta blu 2017 Colore: giallo paglierino scarico Naso: fresco con nuances agrumate, mela, pera, fiori bianchi, salvia e leggera tostatura di nocciola.

Bocca: Diretto e scorrevole con finale sapido e minerale. Buona rispondenza gusto-olfattiva. Voto: 82/100

La Chiara Giunta alla terza generazione, con ventotto ettari nel cuore del Gavi, questa azienda produce 200.000 bottiglie l’anno con una gamma di vini estremamente diversificata e con una vocazione a livello internazionale.

Gavi del Comune di Gavi 2017 Colore: giallo paglierino con riflessi dorati Naso: molto tipico, fresco, fragrante, esplode con profumi soprattutto agrumati, per poi aggiungere sensazioni saline, erbe aromatiche e fiori bianchi.

Bocca: fresco anche al palato, piacevolmente sapido, di delicata morbidezza ed acidità. Equilibrato e di facile beva. Voto: 87/100

Il Poggio Da un’antica cascina ed i suoi boschi nasce questa cantina abbarbicata sul colle più alto del territorio del Gavi, circondata da boschi, da cui prende il nome. Nel 1976 comincia a produrre una piccola quantità di vini con tre ettari di vigneto. Nel 2003, sulla stessa superficie, la figlia ed attuale titolare rilancia l’azienda, con una qualità sempre crescente.

Gavi del Comune di Gavi Rovereto Eichetta nera 2017

Colore: giallo paglierino vivace Naso: intenso di frutta tropicale e bianca insieme accompagnati da una lieve nota vanigliata, agrumi di bergamotto, erbe aromatiche e sbuffi iodati. Mineralità profonda di pietra focaia ed idrocarburi.

Bocca: ben bilanciato, è avvolgente eppure fresco, con finale sapido e di buona durata. Voto: 91/100

Villa S arina Tenuta storica in Gavi con settanta ettari di vigne ed una produzione di 600.000 bottiglie, improntata sulla vinificazione di vini da invecchiamento, di cui il cru Monterotondo, sempre e solo millesimato, ne è l’emblema.

Gavi del Comune di Gavi Monterotondo 2015 Colore: giallo dorato Naso: ampio, si esprime con presenze di frutta tropicale e gialla mature, agrumi, erbe di montagna, seguite da pietra focaia, fiori bianchi e di campo, miele e zenzero.

Bocca: vellutato, con una spina dorsale sapida e fresca insieme, minerale. Lunghissimo finale con rimandi di fieno e camomilla ed una scia di zafferano. Molto equilibrato. Voto: 97/100

Broglia Sessantacinque ettari di vigneto e 650.000 bottiglie per la più grande cantina del territorio, che produce vino dal 1972 sempre interpretando il Gavi nella sua classicità, senza inseguire le mode, ma con un occhio sempre attento alla qualità. Il Bruno Broglia nasce da vigneti che risalgono al 1955 ed è uno dei loro vini di riferimento.

Gavi del Comune di Gavi Bruno Broglia 2016 Colore: Giallo paglierino carico Naso: raffinato e minerale, richiama un ricco e dolce ventaglio fruttato di pesca gialla, pera, per sviluppare poi evidenze olfattive di fiori di campo, fieno,

garofano bianco e mughetto.

Bocca: è morbido, fresco e caldo, con una spiccata spinta acida nel lungo finale. Voto: 94/100 La Giu tiniana Una grande storia ed una provata vocazione enoica fanno da sfondo a questa antica azienda che ha sede in una splendida villa rinascimentale del XVII secolo (raffigurata anche sulle loro nuove etichette) posta a Rovereto e che possiede vigneti con un’esposizione a mezzogiorno tra i 300 ed i 500 mt

Gavi del Comune di Gavi Montessora 2017 Colore: Giallo paglierino Naso: ricercato, con un bouquet espressivo nei sentori fruttati di pesca bianca e gelso, seguite da mughetto, gelsomino e garofano bianco, per terminare con fiori di campo, fieno ed erbe aromatiche.

Bocca: fresco, innervato da una impalcatura sapida che sferza il sorso dall’inizio alla fine. Voto: 89/100

Ni ola Bergaglio Cantina di piccole dimensioni a conduzione famigliare, che produce tuttavia 140.000 bottiglie su vigneti ottimamente esposti e che si distingue per la coraggiosa scelta di produrre solo due etichette e solo di Gavi. La qualità è sempre elevata, grazie alla esperta conduzione enologica del titolare e dalla composizione dei terreni.

Gavi del Comune Di Gavi Rovereto Minaia 2017

Colore:giallo paglierino con riflessi verdolini

Naso: fine ed austero, si rivela gessoso, minerale, screziato da sensazioni citrine e successivamente di pera e mela, fiori di campo ed erbe aromatiche.

Bocca: Sorso piacevole di lineare freschezza. Vibrazioni acide e sapidità esaltano la lunga persistenza.

Voto: 92/100

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