Piemonte di Daniela Scaccabarozzi
Alla scoperta del Gavi Un vitigno salvato da Mario Soldati, un panorama unico fatto di colline, saliscendi spezzagambe che videro protagonista Fausto Coppi, una DOCG che vuole rilanciare un territorio contrassegnato da tante, piccole cantine di qualità
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n microcosmo, un fazzoletto di terra piemontese, posto sul confine di Lombardia e Piemonte, con un antico paesaggio collinare che si erge dal mare, montagne e corsi d’acqua. In questo scenario di grande bellezza, sulle orme di Fausto Coppi che su queste salite, a volte dolci ed a volte ripide, si è più volte cimentato, troviamo strade poco frequentate che si snodano tra i vigneti ed è tutto un susseguirsi di cantine vinicole, vigne a perdita d’occhio, boschi e laghetti. Siamo nel comprensorio del Gavi, salvatosi miracolosamente dalla cementizzazione, in cui si fondono natura e storia, tradizione ed enogastronomia. Vitigno autoctono, ottenuto da sole uve cor-
The Italian Wine Journal
tese e coltivato in queste zone fin dal XVII secolo, quest’anno il Gavi festeggia il ventesimo anniversario della DOCG, con l’intento di rilanciare il territorio e di far meglio conoscere questo prodotto ancora poco consumato nel Bel Paese. Coltivato su colline ben esposte, tra i 180 ed i 500 metri, negli 11 Comuni della DOCG su terreni marnosi, calcarei ed argillosi, che gli apportano particolare vigore, eleganza e complessità, questo vino gode anche di un particolare clima moderatamente continentale, con primavere ed autunni piovosi, inverni freddi e nevosi ed estati calde ma ventilate, grazie alla brezza marina che soffia dal vicino Mar Ligure, che dista solo 35/40 km circa. Gavi per la sua posizione centrale e strategica per
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dicembre 2018/gennaio 2019