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Lambrusco, la carica dei “piccoli
di Enzo Russo
Antonella e Anna Garuti sedute al bordo del bagagliaio della DS7.
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I colori del Lambrusco con la magia della vendemmia
Le quattro stagioni sono belle, ognuna offre sempre delle sorprese, ma quella che emoziona di più è l’autunno con i suoi colori e profumi intensi che ci sorprendono. In autunno tutto si trasforma per l’intensità dei colori, dal rosso intenso al giallo ocra, un arcobaleno di tonalità calde da ammirare per l’intensità di colori. È questo che ci colpisce quando ci avventuriamo nella Provincia di Modena
a fine vendemmia. Tutt’intorno si estendono, dal piano alle colline, vigneti dai mille colori autunnali, dove è tornato il silenzio interrotto solo dal cinguettio degli uccelli che volano, alcuni si fiondano tra le vigne per beccare gli acini caduti sul terreno. I grappoli d’uva sono stati raccolti. Le aziende la stanno lavorando per dare vita al vino più venduto nel mondo, il Lambrusco. Con noi c’è Ermi Bagni direttore del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena che ci
parla della vendemmia appena terminata. “È stata una buona vendemmia, il quantitativo si è mantenuto grosso modo sui livelli del 2016, 1 milione 450 mila quintali d’uva tra Modena e Reggio Emilia. Sotto l’aspetto qualitativo, non dobbiamo dimenticare che rispetto alle ultime annate, abbiamo avuto una primavera con temperature fresche e anche il periodo estivo è stato ben sopportato dalle viti le quali non hanno sofferto il periodo estivo, come è stato lo scorso anno”.
Quindi siete contenti di come è andata la vendemmia? “Senz’altro, perché nell’insieme è andato tutto bene, non c’è stata la necessità di intervenire con le varie tecnologie sulla filiera. Non va dimenticato che da noi l’80% delle uve viene raccolta meccanicamente con un significativo sviluppo tecnologico che permette una raccolta ottimale delle uve. Chiaramente bisogna intervenire al momento opportuno quando le uve sono mature e i chicchi si staccano dal graspo senza particolari sollecitazioni”.
Parliamo del 2017, come è andata la vendemmia. “È andata bene, anche se la vendemmia è stata scarsa, al di sotto delle aspettative, ma come sempre succede, c’è una domanda superiore all’offerta e all’ora c’è stato un incremento di vendite, le quotazioni di mercato sono aumentate e questo trend positivo si è mantenuto fino ad oggi, soprattutto per il Lambrusco dop sul mercato nazionale. I dati dicono che le vendite sono raddoppiate”.
Tra il Lambrusco igp e quello doc, qual è il più richiesto? “Sul mercato nazionale c’è un incremento delle vendite del Lambrusco doc e l’igp è quello più richiesto all’estero e nei Paesi extra UE, sono più di 120 milioni di bottiglie l’anno, di cui il 65% di quella produzione va all’estero con la tipologia amabile e dolce. Vengono vendute soprattutto nel continente americano e Nord Europa. Anche se in questi ultimi tempi, il consumatore sta scoprendo con piacere
la tipologia di Lambrusco secco. C’è da aggiungere che in questo ultimo periodo sta suscitando grande interesse sul mercato italiano ed estero la tipologia del Lambrusco Spumante, metodo classico e charmat.”
Visitando alcune cantine, abbiamo notato che molte producono vini biologici. È una tendenza o un indirizzo del Consorzio?
“Diciamo che il biologico è una tendenza, noi come Consorzio ma più ancora come Regione, a partite dagli anni ‘80, l’indirizzo che è stato dato, è quello di seguire la lotta guidata integrata che comportata ad agire in un territorio sostenibile, non solo dal punto di vista ambientale ma anche quello economico e sociale. Quando ci sono queste basi consolidate, passare al biologico è naturale, ma il difficile viene dopo perché vanno rispettate tutte le regole”. Finiamo il nostro giro nel distretto del Lambrusco, fermandoci a visitare alcune aziende per degustare un buon Lambrusco doc accompagnato da salame e Parmigiano-Reggiano.
Le picco e e medie aziende crescono ...e bene
Nel distretto del Lambrusco della Provincia di Modena ci sono tante realtà produttive, sono piccole e medie cantine a conduzione familiare che presidiano il territorio con la produzione di lambruschi di alta qualità, sorprendenti e piacevoli al palato, per i profumi e l’effervescenza dinamica e briosa del vino. Sono famiglie che ogni giorno si alzano presto per andare nei vigneti, in cantina a sperimentare nuove tecniche per ottenere il meglio del meglio, chi va a fare le consegne nei ristoranti o enoteche e chi cura la contabilità. Insomma, una interessante realtà che
Nella foto William Vandelli e Galia Marga accanto alla nuova DS7 tra i vigneti di Lambrusco
vale la pena di scoprire e visitare anche per bere un buon bicchiere di Lambrusco. Ci si ritrova catapultati in una atmosfera di ospitalità contadina, che fa capire quanta passione e dedizione ci mette l’uomo per offrire un dono della natura. Ne abbiamo conosciute alcune, ve le presentiamo.
TENUTA VANDELLI Circonvallazione San Michele 6 Loc. S. Michele dei Mucchietti 41049 Sassuolo (Mo) www.tenutavandelli.it
È una piccola azienda vitivinicola, ben curata, moderna e funzionale costituita da circa dieci ettari di vigneti tipici del modenese, dove nascono il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Salamino di Santa Croce, Ancelotta, Malbo gentile, Spergola e Pignoletto. Nell’ampio salone della cantina, dove sono in bella esposizione le tre tipologie dei vini prodotti, ci aspetta William Vandelli per parlare della sua azienda.
“La cantina nasce con la vendemmia del 2012”, ci dice Vandelli, “e nel 2013 escono dalla cantina la Rosa del Bacino, uno spumante di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro dop con un 10% di Lambrusco Salamino; il Rosso del Bacino, fatto con Lambrusco Grasparossa di Castelvetro dop in purezza ed infine, il Bianco del Bacino, un vino frizzante autoctono fatto con la Spergola”.
“Lavoriamo circa dieci ettari di vigneto suddivisi in tre fondi. Quello principale e storico è dove ci troviamo, chiamato il fondo del Bacino, da cui prendono i nomi anche i vini, sono 4 ettari e mezzo. Noi ci troviamo sulla sponda del fiume Secchia su dei terrazzamenti fluviali, i terreni sono pianeggianti e contornati dalle colline della vallata del Secchia”. Dalla cantina quante bottiglie escono? “Noi lavoriamo una piccola parte delle uve che produciamo, circa un 15%, per una produzione di 20.000 bottiglie nelle tre tipologie”. Dove sono vendute? la maggior parte nel comprensorio, poi un po’ fuori Regione, all’estero negli Stati Uniti e a Taiwan”.
Cosa si aspetta nel prossimo futuro? “Spero di arrivare all’obiettivo che ci siamo dati, quello di riuscire a lavorare e a vendere in proprio tutta la produzione che abbiamo in campo, sviluppando in modo particolare il mercato estero”. I suoi vini sono tutti biologici: “Come azienda sono 20 anni che lavoriamo nella lotta integrata avanzata, negli ultimi 3 anni abbiamo percorso il periodo di conversione al biologico. Dalla prossima vendemmia saremo certificati in etichetta come prodotto biologico”.
AZIENDA AGRICOLA CAVALIERA
Nella foto Simoni Lorenzo con la moglie Elena e il figlio Federico
Via Cavalliera 1/b 41014 Castelvetro di Modena (Mo) www.cavaliera.it
È un azienda vitivinicola a conduzione familiare con l’agriturismo dove il ristorante propone la tradizione gastronomica emiliana. È qui che incontriamo Simoni Lorenzo e la moglie Elena Delfini mentre è intenta a preparare alcuni gustosi piatti. È una chef molto brava, per noi oggi sta preparando tortellini in brodo, rigorosamente fatti con le sue mani.
“La cantina”, ci dice Simoni mentre ci fa accomodare al tavolo, “nasce nel ‘93 con l’impianto dei vigneti ma è nel 2011 che decidiamo anche di vinificare e il primo vino che viene imbottigliato è il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, fatto con il sistema del metodo classico con rifermentazione in bottiglia, senza l’aggiunta di solfiti”. Le tipologie dei vigneti: “ Per il 60% il Lambrusco Grasparossa, il Grechetto che è un vitigno per produrre il Pignoletto e infine il Trebbiano modenese”. Da queste uve quante tipologie di vino producete? “Il Lambrusco Grasparossa dop, selezione Federico che è un altro Grasparossa, Rosato di Grasparossa, il
Pignoletto dop frizzante. Con il Trebbiano facciamo altri due vini: uno Spumante Millesimato Pas Dosè con affinamento 36 mesi sui lieviti e un Rosè millesimato Pas Dosè con affinamento 36 mesi sui lieviti”. Quante bottiglie escono dalla cantina? “dipende dalle stagioni ma grosso modo dalle 38 alle 40 mila bottiglie”.
Qual è il mercato? “nella nostra Regione principalmente, poi fuori a macchia di leopardo e all’estero”.
Voi producete anche l’Aceto Balsamico: “Soltanto per amici ed amatori perché sono pochi litri di aceto”.
Finiamo la conversazione a tavola dove la chef Elena ci propone Parmigiano Reggiano con l’Aceto Balsamico, tortellini in brodo e arrosto di maiale. Il tutto accompagnato da ottimi vini: dal profumato Pignoletto frizzante al Rosè Grasparossa dalla gradevole acidità e il Grasparossa dal colore intenso, buona acidità con bollicine non invadenti. Per finire con il Grasparossa Federico 2015, vendemmia tardiva con fermentazione in bottiglia di un anno. Avvolgente e buon corpo.
CASA VINICOLA
Nella foto Roberto e il papà Francesco Vezzelli nel vigneto di Sorbara vicino al fiume Secchia.
FRANCESCO VEZZELLI Via Canaletto Nord 878/A 41122 San Matteo (Mo) www.francescovezzelli.it
È un azienda molto particolare perché, oltre a produrre dell’ottimo Lambrusco di Sorbara, i Vezzelli hanno pensato bene di allestire un locale per la vendita di vini di alta gamma provenienti da molte regioni del nostro Paese ma anche oltre confine. “È un piccolo punto vendita”, ci dice Roberto Vezzelli, “rivolto agli amici e agli appassionati, quelli che amano il buon bere di qualità, è un hobby che coltivo da alcuni anni”.
Ma ora parliamo del Lambrusco per conoscere l’azienda e le diverse tipologie che escono dalla cantina. Roberto con il papà Francesco Vezzelli ci fanno accomodare al tavolo dove sono in bella mostra alcune bottiglie di Lambrusco di Sorbara.
“L’azienda è stata fondata nel 1958 dal nonno e da mio padre. Ora ci sono io che la guido affiancato dal papà. In questi anni sono stati fatti diversi investimenti nei vigneti e nella ricerca per rendere il Lambrusco un vino inconfondibile nella sua tipicità e i risultati non si sono fatti attendere. Oggi siamo un punto di riferimento nel panorama enologico modenese”.
Quanti ettari di vigneto avete: “Attualmente abbiamo 15 ettari e due in affitto”.
Dalla cantina quante bottiglie escono: “Produciamo circa 150 mila bottiglie”, quali tipologie, “Lambrusco Sorbara Brut In Selezione, Lambrusco Sorbara Spumante Brut Rosè Morosa, Lambrusco Sorbara Frizzante Soldino. E tra poco uscirà il Lambrusco Sorbara metodo classico 18 mesi”. Dove viene venduto? “Il nostro vino viene venduto nel canale horeca: bar, ristoranti, alberghi, catering e pizzerie. Per quanto riguarda l’estero, poco, soltanto negli Stati Uniti, non l’abbiamo seguito con attenzione, ma rientra nei nostri obbiettivi. Il nostro mercato è principalmente quello di Modena e Provincia, qualche cartone a Bologna, Reggio Emilia. e Milano”.
Il futuro come lo vede? “Ritengo che oggi il Lambrusco può guardare in avanti con serenità perché abbiamo fatto enormi progressi sulla qualità di questo vino. È buono, genuino, ha bollicine fantastiche, briose e profumate. È al passo con i tempi che vivia
Nella foto da sinistra, Paola, Antonella a fianco del fratello medico e Anna.
mo. Piace ai giovani che si avvicinano per la prima volta al vino. Sta a noi farlo conoscere meglio e promuoverlo.
GARUTI – CANTINA DAL 1920 Società Agricola Garuti Dante, Elio e Romeo s.s. Via Per Solara 6 41030 Sorbara (Mo) www.garutivini.it
L’azienda vitivinicola Garuti colpisce subito, perché al posto di comando ci sono quattro donne professionalmente preparate e determinate che in questi ultimi anni hanno dato un impronta ben precisa allo sviluppo dell’azienda vitivinicola. Ognuna di esse con compiti ben definiti. Come sempre le donne sanno quello che vogliono fare. È una bella struttura formata da un corpo centrale adibito ad accoglienza e degustazione che racconta la storia della famiglia, una cantina moderna arredata con macchinari di ultima generazione guidata dal giovane Alessio, figlio di Antonella Garuti e poi l’agriturismo gestito da Paola, bravissima chef che ci ha preparato piatti deliziosi e gustosi abbinandoli perfettamente ad alcune tipologie di Lambrusco.
“Il complesso”, ci dice Anna Garuti mentre ci fa vedere dalla finestra il bellissimo panorama di vigneti, “si trova al centro di 60 ettari di terreno circondato da 30 vitati a Lambrusco di Sorbara, Salamino e Pignoletto e gli altri 30 coltivati a barbabietola per zucchero, frumento, erba medica, alberi da frutta per fare marmellate e l’orto dove vengono coltivate verdure per i nostri clienti dell’agriturismo”.
Quante tipologie di vino escono dalla cantina? “Grazie all’intraprendenza, alla passione e professionalità di Mauro, marito di mia sorella Antonella scomparso due anni fa, siamo arrivati ad avere 13 etichette, dalle 3 iniziali. Il Lambrusco di Sorbara lo si può declinare in diverse versioni. Abbiamo uno straordinario rosato vincitore di una medaglia d’oro, risultato tra i migliori rosati d’Italia; il CA’ Bianca Sorbara dop in purezza, secco ed amabile; il Pratola, Lambrusco Grasparossa dop; il Lambrusco di Sorbara dop Rifermentato; il Lambrusco di Modena dop, secco e dolce; Gioia Rosato, spumante Extra Dry di Sorbara dop. Poi produciamo un Trebbiano frizzan
Questo è il titolo su due righe
te secco dell’Emilia igp ed infine, l’ultimo nato, Gioia Bianco, spumante Extra Dry Trebbiano di Spagna. Altre produzioni sono l’Aceto Tradizionale Balsamico di Modena dop, il Nocino, Grappa bianca di Sorbara, Grappa rosata di Grasparossa e le Gelatine di Sorbara e Aceto Balsamico”.
Quante bottiglie escono dalla cantina? “Per ora sono 100 mila e vengono vendute nella nostra Provincia e poi all’estero, Stati Uniti, Germania. Stiamo definendo con il Giappone e il Brasile”.
Siete quattro donne al comando dell’azienda, una bella sorpresa, con quali compiti? “Io mi occupo in generale dell’azienda, mia sorella Antonella della cantina, la cugina Paola dell’Agriturismo e Maria Rosa della parte finanziaria”.
TENUTA GALVANA SUPERIORE Via Collecchio 1 41014 Castelvetro (Mo) www.vinigalvanasuperiore.it
Paolo Leonelli ci aspetta con Wainer Vandelli davanti alla casa padronale, una struttura risalente agli anni ‘30, dove si respira un aria antica. È appena arrivato da Bologna dove abita e lavora ma il suo cuore batte a Castelvetro. Dopo averci fatto fare un bel giro tra i vigneti di LambruscoGrasparossa doc e nel bosco lussureggiante con al centro un laghetto, ci fa accomodare al tavolo sistemato sotto una pianta secolare che ci ripara dal sole, oggi ci sono 32°. Siamo quasi alla fine di ottobre! Mentre prepara i bicchieri per la degustazione di alcuni vini, Leonelli inizia a parlare della sua Tenuta. “Si estende sulle colline di Castelvetro per circa 14 ettari. Siamo una realtà di nicchia dove la cura artigianale e la passione per i nostri vini ricercano la migliore qualità con spirito di innovazione e tradizione”.
Quando nasce la cantina? “ Viene fondata nel 1974 per volontà della Famiglia, prima d’allora era un azienda zootecnica, poi convertita tutta a vigneto. Le prime viti sono state messe a dimora fine ‘74 e sono tutt’ora in produzione”.
Quanti ettari sono a vigneto? “circa 13 ettari impiantati a Lambrusco Grasparossa di Castelvetro doc, Pignoletto doc, Riesling Italico dell’Emilia,
Chardonnay, Trebbiano e un po di Malbo Gentile. Queste uve, in parte vengono vinificate altre vendute a privati”.
Dalla cantina quale etichette escono? “Pignoletto frizzante in purezza, il Lambrusco Grasparossa, Spumante Brut, un blend fatto con Pignoletto e Chardonnay, poi alcuni vini ancestrali che sono il Lambrusco dell’Emilia, il Riesling Italico e lo Chardonnay. I vini vengono venduti nelle Enoteche, ristoranti e privati. Dalla cantina escono circa 25 mila bottiglie. Tutta la nostra uva”, continua Leonelli, “viene vendemmiata a mano e il processo di vinificazione viene curato nel rigoroso rispetto della natura. Attualmente siamo in conversione biologica su un vasto territorio collinare interamente BIO. Abbiamo due linee di vini, una con metodo ancestrale con rifermentazione sui propri lieviti e una vinificata con metodo Charmat”.
DS7 Crossback, hi-tech con taglio artigianale
Ermi Bagni direttore del Consorzio del Lambrusco di Modena che ci ha accompagnato a visitare alcune cantine della provincia di Modena e la nuova DS7 - 2000 diesel con cambio automatico a 8 rapporti e 180 cv che si fanno sentire con prepotenza in qualsiasi situazione di guida. È un Suv dal look elegante che ci ha sorpreso per sicurezza e prestazioni. In autostrada per la tenuta di strada, la silenziosità anche a velocità elevata, quando si poteva, dava il meglio con una tranquilla scioltezza di guida, sembrava incollata all’asfalto. In campagna e in collina tra i vigneti e nelle strade sterrate pochi scossoni con le sospensioni elettroniche. La DS7 Crossback è un auto moderna dalle linee morbide che conquista subito l’occhio e anche la mano quando la si guida. È bello e piacevole guidarla per l’alta tecnologia che la compone, come per esempio l’impianto frenante o il controllo della guida nella carreggiata, molto importante per evitare incidenti o colpi di sonno. Dallo Start&Stop al regolatore di velocità in autostrada. Il tettuccio panoramico apribile che da luminosità all’abitacolo. L’interno è confezionato con cura artigianale. La consolle, ben disegnata, ha un quadro strumenti ricco di informazioni, al centro il sistema di infotainment da 12 pollici, sotto i vari comandi e poi le quattro modalità di guida,Comfort, Normal, Eco o Sport, da provare quella sportiva, altra musica del motore. I consumi sono buoni, se si tiene un piede leggero sui 120 km orari, mediamente i 16,6 km.l. Insomma , in dote c’è tutto quello che serve per viaggiare sicuri con la famiglia.
DS7, vederla e poi guidarla. I clienti più esigenti sono avvisati.