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Chiaretti del Garda, la nostra top-ten
di Elisabetta Tosi
I Chiaretti del Garda, ecco i Rosé per l’estate
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Alla Dogana Veneta, a Lazise, sul Lago di Garda il Consorzio di tutela del Chiaretto di Bardolino e il Consorzio Valtènesi hanno presentato l’annata 2017 ed i frutti della Rosé Revolution iniziata quattro anni fa. Dalla vendemmia 2014, infatti, i vignaioli gardesani hanno deciso di concentrarsi sulla produzione di un vino dal colore rosa molto pallido, più agrumato e floreale, con l’obiettivo di elevare il rosé a portabandiera del loro territorio. Spiega Franco Cristoforetti, Presidente del Consorzio Tutela del Chiaretto e del Bardolino: «Nel 2016 abbiamo venduto 9 milioni e mezzo di bottiglie, il 12% in più rispetto all’anno prima, il 37% del totale della denominazione. Ottimi anche i riscontri del Valtènesi Chiaretto, che è intorno ai 2 milioni di bottiglie. I Rosé del Garda registrano un riscontro sempre maggiore da parte dei mercati internazionali, in particolare da quello nordamericano e scandinavo».
Questi i nostri dieci Chiaretti per la primavera:
BOLLA: Bardolino Chiaretto DOC “La Canestraia 2017». Bolla è un nome storico nel panorama enologico nazionale, e negli ultimi anni sta dando prova di aver intrapreso la strada di un discreto ma efficace rinnovamento nella sua produzione, portando sul mercato vini dal gusto decisamente più contemporaneo. Ne è la prova questo Chiaretto, dal bel colore rosa confetto brillante che sprigiona delicati profumi di fiori bianchi e rosa, sostenuti da una leggera sfumatura di spezia esotica. Al palato il vino si dimostra più deciso, con un bel fruttato rosso in evidenza che ricorda i piccoli frutti di rovo con note di erbe aromatiche. Fresco e pulito, con una buona persistenza, è un rosato da tutto pasto e per tutte le stagioni, non solo per l’estate.
LE FRAGHE, Bardolino Chiaretto DOC“Rodon 2017»: nel cuore della zona di produzione del Bardolino, l’azienda Le Fraghe di Matilde Poggi è uno dei punti di riferimento per la produzione di Bardolino e Chiaretto bio dai profumi che virano più facilmente sulle note di spezie che di frutta o fiori. E’ il caso del Chiaretto “Rodon», un rosato di sole uve corvina e rondinella. Il colore è buccia di cipolla, i profumi ricordano erbe dell’orto e spezie a cui si accompagnano fruttini rossi di rovo e qualche sfumatura agrumata. In bocca il fruttato rosso emerge più deciso, con buona persistenza e freschezza.
POGGIO DELLE GRAZIE, Bardolino Chiaretto DOC 2017: questa dei fratelli Stefano e Massimo Brutti è una new entry nel panorama enologico del Lago di Garda (è attiva solo dal 2014), ma subito si è fatta notare dal pubblico e dalla critica per la personalità dei vini. Come questo Chiaretto, che ha un bellissimo colore litchi e profumi delicati di fiori rosa e frutta rossa. In bocca si dimostra più deciso e fragrante, succoso, equilibrato, con note rinfrescanti di menta che si mescolano a quelle dei piccoli frutti rossi. Equilibrato e di grande bevibilità, è un rosato da tutto pasto, ma soprattutto da…sete!
GIOVANNA TANTINI Bardolino Chiaretto DOC 2017: il rosato di questa produttrice, altro nome e volto noto delle produzioni vinicole gardesane, nasce dal trio tradizionale di uve veronesi (corvina, rondinella, molinara) le cui vigne sono radicate su terreni calcarei che in genere regalano vini ricchi di profumi e piuttosto longevi. Questo Chiaretto è di un bel colore rosa cipria, con un bouquet di sentori fruttati rossi nei quali si distinguono le fragoline di bosco e ciliegia: le stesse che si ritrovano in bocca, accompagnate da qualche foglia di menta. Un vino versatile, da aperitivo, da tutto pasto e anche da sete.
LE GINESTRE Bardolino Chiaretto Classico 2017. Posta poco lontano da Lazise, quest’azienda famigliare nata nel 1988 vede firmare dal 2004 i suoi vini da Marco, enologo e figlio del titolare Graziano Ruffato, che interpreta la tradizione dell Chiaretto con una certa riuscita creatività. Il suo vino è perciò un blend di corvina, corvinone, rondinella e molinara che nel bicchiere si mostra di un color rosa intenso, con profumi netti e dolci di fruttini rossi maturi (fragoline e lamponi), mentre in bocca rivela una bella sapiditá e pulizia. Lungo e piacevole, ha una leggera nota di spezie e un finale amarotico che lo rende ancora più bevibile. Da aperitivo e da tutto pasto.
VALTENESI CHIARETTO 2017
CA DEI FRATI: Riviera del Garda Classico DOC Chiaretto “Rosa dei Frati 2017»: la cantina dei fratelli Dal Cero non è famosa solo per i suoi vini bianchi del lago, il suo “Rosa dei Frati» fatto con un blend di groppello, marzemino, sangiovese e barbera è da sempre un punto di riferimento nella produzione dei rosati della Valtenesi. Il colore è un rosa confetto delicato come il profumo, che ricorda le erbe dell’orto, la menta e i piccoli frutti di rovo con una venatura di cedro del Libano. In bocca si dimostra altrettanto gentile, fruttato e piacevolmente rotondo, lungo e pulito. Un rosato da chiacchiere e da aperitivo.
CITARI: Riviera del Garda Classico Doc Chiaretto 2017 “18 e 45». L’azienda della famiglia Mascini sorge su un colle a un tiro di sasso dalla Torre di S.Martino della Battaglia, in un luogo dai richiami risorgimentali per via di una cruenta battaglia tra l’esercito austriaco e quello sabaudo. Uno scontro che si riuscì a fermare con un armistizio, siglato alle 18.45 del 24 giugno 1859. Un’ora storica, cui l’azienda Citari ha voluto dedicare il suo Chiaretto, di un rosa intenso, con profumi fruttati sfumati di erbe di campo.In bocca rivela un bell’equilibrio e una sensazione di pienezza: il gusto ricorda un cesto di frutta rossa matura, con tante fragole, lamponi, more, pulito sul finale d’assaggio. Un bel vino da tutto pasto.
LA BASIA: Riviera del Garda Classico DOC Chiaretto “La moglie ubriaca 2017». La Basia non è solo una cantina attiva dal 1975: è agriturismo, centro ippico, mulino. Una realtà rurale vivace, ricca e sfaccettata che fa anche dei vini dal nome curioso, come questo: un Chiaretto di un rosato intenso, con profumi di spezie dolci e melograno, che in bocca tornano sostenuti da una bella acidità e da un’ ottima pulizia e persistenza. Un vino da aperitivo e da pasto.
PASINI SAN GIOVANNI Riviera del Garda Doc Classico “Il Chiaretto - Il vino di una notte bio 2017».
A 60 anni compiuti quest’anno, quest’azienda tra Lugana e Valtenesi è un punto fermo nella produzione vinicola biologica più rigorosa, al punto che nel 2012 hanno ottenuto la certificazione dell’impronta carbonica, ovvero del peso in termini di emissioni di gas serra dell’intera produzione aziendale. Il loro “vino di una notte» nasce proprio da poche ore di contatto tra buccia e mosto, giusto il tempo di conferire a questo Chiaretto il suo bel colore rosa corallo, coerente con un bouquet di freschi sentori floreali di fiori rosa e rossi. Al palato si rivela un vino ugualmente fruttato con una vena di menta, fresco, di buona sapiditá e aciditá, persistente e con una bella pulizia, ottimo per gli aperitivi e i pasti estivi.
SELVA CAPUZZA: Riviera del Garda Classico Doc Chiaretto San Donino 2017. Cascina Capuzza è una antica cascina a poca distanza dalla Torre di S.Martino, che nel 1859 si trovò proprio in mezzo al campo della famosa battaglia, perchè il fronte austro-ungarico era schierato lungo il crinale sul quale si trovano sia la Cascina che Borgo San Donino. Il rosato dell’azienda porta proprio il nome di quest’ultimo, in cui si trova un vigneto coltivato a groppello, barbera, sangiovese e marzemino. Nel bicchiere è di un colore rosa intenso, con profumi giocati inizialmente sulle note di spezie, cui subito dopo seguono i fiori rossi. In bocca i ha una bella sapiditá che equilibra i sentori fruttati di ciliegia e una buona persistenza. Pulito nel finale d’assaggio, è un vino che può accompagnare il pasto a partire già dall’aperitivo.
Divide et impera, la rivoluzione del Bardolino
Con la Rosé Revolution del 2014 il Chiaretto ha compiuto una netta scelta stilistica, accentuando il proprio carattere di rosé chiaro, secco e agrumato ed ha assunto piena indipendenza con una doc a sé stante. Il Bardolino ha accentuato invece la propria connotazione territoriale, mettendo a frutto i risultati della zonazione del 2005 e del progetto Bardolino Village che ha visto una quindicina di produttori impegnati dal 2015. «Torniamo così – spiega il presidente Cristoforetti – per i nostri rossi di punta a quelle tre sottozone che erano già state dettagliatamente descritte da Giovanni Battista Perez alla fine dell’Ottocento, quando i vini migliori della zona erano esportati in Svizzera per essere serviti insieme con i Borgogna e i Beaujolais».
Le tre sottozone del Bardolino Doc sono: La Rocca (relativa ai comuni del territorio dell’antico Distretto di Bardolino), Bardolino Montebaldo (il tratto pedemontano) e Bardolino Sommacampagna (ossia l’area delle colline meridionali più a sud). Esordiranno insieme al Chiaretto di Bardolino doc con la vendemmia 2018.
La nascita della nuova Doc del rosé e le modifiche alla Doc del Bardolino apporteranno varie modifiche all’assetto produttivo. Il Chiaretto di Bardolino e il Bardolino “base», che continuerà comunque ad essere prodotto, avranno rese massime di 120 quintali di uva per ettaro, contro gli attuali 130, mentre per le tre sottozone del Bardolino si scende a 100 quintali massimi per ettaro. I vini delle tre sottozone usciranno sul mercato non prima di settembre dell’anno successivo alla vendemmia. I disciplinari prevedono inoltre che si utilizzino solo uve “fresche», vietando quindi surmaturazioni o appassimenti. Per tutti i vini delle Doc Bardolino e Chiaretto di Bardolino, la quantità ammessa di uva corvina veronese sale al 95% dall’attuale 80%.